È nata la “Spalla cruda di montagna”
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È nata la “Spalla cruda di montagna”
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA È nata la “Spalla cruda di montagna” Da prodotto di nicchia a principe degli antipasti P rofumo intenso, deciso e caratteristico, dal gusto tipico, dolce e delicato. La spalla cruda di montagna ha fatto il suo esordio sul mercato, nella vetrina enogastronomica di Albareto, una rassegna che si è confermata manifestazione vincente a livello internazionale sia nei numeri che nella qualità dell’offerta. Nello spaccato del territorio con le sue tipicità, la spalla cruda di montagna, dunque, ha fatto il suo ingresso incuriosendo, stuzzicando ed infine facendosi apprezzare sia come piatto gustoso ed originale sia dai numerosissimi visitatori. Ultimo, ma solo in senso cronologico, la spalla cruda di montagna contribuirà, insieme ad altre produzioni tipiche della Val Taro, a sostenere dal punto di vista poduttivo le zone “svantaggiate” del nostro territorio per creare nuovi stimoli per l’agricoltura. Di colore rosso con infiltrazioni di grasso ed il grasso di contorno di colore bianco rosato, tendente al rosa più marcato con l’avanzare della stagionatura, completano i “segni particolari” della breve carta di identità del prodotto di salumeria locale. La “Spalla cruda di monta- stenza in una realtà rurale non sempre gna” è un prodotto di salumeria costituito dalla parte anatomica di fascio di muscogenerosa, dove la conservazione dei cibi li crurali anteriori e interni della spalla del rappresentava, innanzi tutto, una necessità per la sopravvivenza. Nel disciplinare suino, opportunamente mondati in superficie e rifilati fino ad ottenere la classica di produzione della spalla cruda di montagna, della Coforma ovoidale allungata. munità delle Nella miscela Valli del Taro La reintroduzione del maiale nero, e del Ceno, la di salagione su progetto proposto dall’Assessorato sono presendesigna zione della denoti: sale e pepe provinciale alle Attività Produttive intero. Se oggi minazione di della Provincia di Parma, ha iniziato la produzione origine proa muovere il volano dell’economia tetta o Indicadella spalla cruda di monzione Geogradella montagna, con la valorizzazione tagna può fica Protetta sia dei salumi, dei formaggi che dei vini “Spalla cruda rappresentare una moderna di montagna” impressa a e vitale realtà industriale, che riguarderà oltre ai sedici caratteri chiari ed indelebili, nettamente diComuni del Comprensorio Val Taro e Ceno, stinguibili da ogni altra scritta che compare in etichetta per essere immediatamente anche le Comunità montane delle province toscane e liguri. Un tempo la sua lavoraseguita dalla menzione “IGP Indicazione Geografica Tipica”. Per rafforzare l’identità zione rientrava in un modello artigianale e culturale consolidato per molte famiglie territoriale, le diciture devono essere abche dovevano confrontarsi con la sussibinate all’eventuale luogo della denominazione. E’ vietata, specifica il disciplinare, l’aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. È tuttavia consentito l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati purchè non abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno l’acquiCaratteristiche rente, e anche l’eventuale nome di aziende suinicole dai cui allevamenti il prodotto Al termine del periodo di stagionatura la deriva. Se, da un lato, le grandi produzioni “Spalla cruda di montagna” deve presentaagricole e gli allevamenti sono in funzione re un peso compreso tra i 6 e gli 11 Kg e, dei sistemi di trasporti e delle tecnologie all’atto dell’immissione al consumo, avere le del freddo che ne permettono una efficienseguenti caratteristiche organolettiche, chite conservazione dei prodotti, la spalla miche e chimico-fisiche. Aspetto esterno: caratteristica forma ovoidale appiattita” con leggero strato di grasso nella parte convessa, grasso sottocotenna da una parte e magro a vista dall’altra, protetto da sugnatura. asta sfogliare i vecchi giornalini del paese, come “Quarantore di buon umore” del periodo post-bellico, “Il Pingolo” oppure “Medesano, una piccola storia”, che porta, fra le firme anche quella del giornalista Stefano Regolini, per ritrovare, nei riquadri delle inserzioni pubblicitarie, molti nomi di aziende nel territorio: dai negozi alle botteghe, dalle imprese alle ditte agroalimentari. Oggi, le aziende della filiera agroalimentare, spiega l’assessore della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno, Gianpaolo Cantoni, si stanno sviluppando sull’impronta di un filone già adottato nella provincia di Parma per contribuire alla creazione di un modello, esportabile ad altre realtà regionali. Soggiornare in aperta campagna con ampi spazi Come si produce, come si presenta Metodo Stagionatura L’elaborazione deve avvenire nel territorio tradizionalmente vocato. Il regime climatico dell’area è decisivo nella dinamica del ciclo produttivo. Dopo aver proceduto alla rifilatura della cotenna e alla parziale sgrassatura superficiale della spalla, il pezzo assume la caratteristica forma ovoidale appiattita. Tale operazione viene eseguita per due motivi: uno puramente estetico, l’altro di natura tecnica, favorisce la salagione. Durante questa operazione avviene anche la scelta dei pezzi, con lo scarto di quelle spalle che presentassero anche minime imperfezioni. Con la rifilatura la spalla perde circa il 15%-20% del suo peso. Le spalle crude di montagna possono subire la refrigerazione come metodo o trattamento di refrigerazione, ma nessun altro è consentito compresa la congelazione o la surgelazione. I pezzi così ottenuti vengono salati manualmente a secco. L’operazione di salagione ha una durata che va da sei a ventuno giorni. Per tale operazione è ammesso soltanto l’impiego di cloruro di sodio (sale da cucina), e pepe in grani spaccati o interi. Successivamente, il pezzo può essere posto in cella frigorifera ad una temperatura fra 0° C e 5° C per il tempo sufficiente ad ottenere il necessario assorbimento di sale. In seguito, le spalle sono poste in cella di riposo. La fase di stagionatura deve essere condotta in locali ove sia assicurato un sufficiente ricambio dell’aria a temperatura compresa tra 13° e 17° e non deve avere durata inferiore ai 12 mesi, a partire dalla fase di salatura. Durante questo periodo è consentita la ventilazione, l’esposizione alla luce ed all’umidità naturale tenuto conto dei fattori climatici presenti nella zona tipica di produzione. cruda di montagna, come per altri salumi, possono contare ancora su una conservazione riferibile al passato preindustriale, quando le produzioni erano in gran parte destinate al consumo delle famiglie o, al più, destinati ai mercati dei paesi vicini per ricavarne un reddito. Per ricalcare quelli che erano considerati i modi di vita di un tempo, anche la denominazione di origine protetta “Spalla cruda di montagna” è riservata esclusivamente al prodotto di salumeria che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti da un’antica arte di lavorazione dei salumi. Così, per rispettare l’identità e le caratteristiche geografiche di un territorio a vocazione agroalimentare, gli allevamenti dei suini destinati alla produzione della “Spalla cruda di montagna” devono essere situati nel territorio della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno ed eventualmente alle comunità Montane limitrofe. Il legame fra prodotti e fattori tradizionali dell’allevamento non possono, dunque, prescindere dalle razze autoctone e dalle metodologie dell’allevamento. La reintroduzione del maiale nero, su progetto proposto dall’Assessorato provinciale alle Attività Produttive della Provincia di Parma, ha iniziato a muovere il volano dell’economia della montagna, con la valorizzazione sia dei salumi, dei formaggi che dei vini, come ad esempio le produzioni della Val Stirone. I suini, quindi, dovranno essere Nero di Parma in forma pura o in forma ibrida con maiale pesante italiano. L’allevamento, per rispondere alle prescrizioni della normativa, avverrà in forma brada o semibrada, con le densità per quanto attiene al brado, come pure per l’alimentazione e metodologia d’allevamento. A ulteriore garanzia del prodotto, i suini, nati, allevati e macellati nei territori vocati per gli allevamenti, sono conformi alle prescrizioni già stabilite a livello nazionale per la materia prima dei prosciutti di Parma e di San Daniele. Cantoni, “qui c’è la culla dell’economia” B dotati di ogni servizio, terreni coltivati e allevamenti, visitare le emergenze storico-architettoniche risalenti all’epoca dei pellegrinaggi medievali, i paesaggi che offrono pagine ancora leggibili, e talvolta spettacolari, della recente storia geologica del territorio parmense, sono solo alcuni fra i motivi d’interesse che può offrire Medesano. Non a caso, forse, grazie alla posizione strategica e all’ambiente ancora a misura d’uomo, personaggi della cultura come il poeta Pier Luigi Bacchini, i musicisti Romano Gandolfi e Adolfo Tanzi, sportivi come Carlo Ancelotti, hanno scelto di vivere nel nostro territorio. La creazione, tutta medesanese, di un marchio di qualità per la Spalla cruda di montagna, qualifica, da un lato, la progettualità degli enti, dall’altro le risorse ancora reperibili nella filiera dell’agroalimentare, capace di trasformare un’economia di “nicchia” ad una produzione di larga scala. Collegata al territorio, prosegue Cantoni, una cucina volutamente moderna, viva e genuina che, grazie alla vitalità degli agriturismi, offre il vantaggio di poter disporre di molti prodotti coltivati all’interno dell’azienda. Da non dimenticare, infine, che alle iniziative per la valorizzazione dei prodotti locali e del termalismo, il rilancio degli stabilimenti di acque minerali, il territorio di Medesano presto potrà contare su una moderna viabilità con raccordi con il reticolato nazionale ed internazionale e, nell’immediato futuro, anche di un’area artigianale in grado di portare nuova linfa al territorio e nuove energie per l’economia.