Rocco mattatore di “Casa Siffredi”

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Rocco mattatore di “Casa Siffredi”
VI
SPETTACOLO
www.leggimionline.it
25 MARZO 2016
TV - Il re del sesso che fa numeri eccellenti in un reality su La5, il canale Mediaset del digitale terrestre, cerca un erede che lo emuli al cinema
Rocco mattatore di “Casa Siffredi”
Da pornodivo a ottimo padre e marito: sono due le versioni che offre in diretta dall’Accademia del porno in Ungheria
A
lla fine non è una questione di centimetri, ma
solo di fisico e opportunità: e se lo dice il colosso di Ortona c’è da
crederci. Lui è Rocco Siffedri, il pornodivo italiano che ha deciso di ritirarsi e per questo si è messo alla ricerca del suo erede che, ne siamo certi,
non sarà facile trovare. E nel momento
in cui c’è una telecamera pronta a raccontar tutto, perché non farlo con un
reality, magari ambientato proprio
nell’innovativa accademia del porno
che l’attore ha fondato e dirige e che
possa anche contemporaneamente
mostrare il privato dell’attore più invidiato di sempre?
Ascolti record per una novità assoluta
I reality erano stati dati per morti,
ma gli ultimi ascolti record di questi
show - verità, e diciamo alle volte anche molto trash, hanno dimostrato che
sono ancora un prodotto su cui investire, dai sicuri guadagni. In questo
contesto si inserisce certamente “Casa
Siffredi”, che ha raccolto su La5
quasi 160mila spettatori: un risultato
incredibile per un canale digitale,
che quotidianamente si attesta su numeri ampiamente più bassi. Un docureality, che somiglia molto a una sitcom, che ha l’obiettivo di sdoganare
il sesso, mostrando ciò che in televisione non era mai stato esibito prima.
Chi si aspettava qualcosa di molto
hard è rimasto altamente deluso, perché il re del porno - che ha sempre
avuto il grande merito di saper sfruttare mediaticamente al massimo la sua
immagine mostrandosi come una persona “nella norma” - si limita a
guidare gli spettatori in un mondo che
Awed, il re del web
incontra i suoi fan
È diventato famoso con i video commentary contro
Gianni Morandi caricati su youtube e facebook
attraverso i suoi racconti appare in realtà molto ordinario e alle volte anche
ironico. Da quando, infatti, Siffredi ha
deciso di ritirarsi dalle scene per passare dall’altra parte e diventare regista
e mastro, in realtà non ha sbagliato un
colpo. E dalla sua partecipazione all’Isola dei Famosi, qualche anno fa,
non fa che collezionare successi su
successi. L’ultimo? Appunto la sua accademia del porno: quasi un’università
della pornografia - italiana ma con
sede in Ungheria - per attori, sceneggiatori e registi. Una scuola che ha vo-
luto portare all’interno del suo reality
dove agli spettatori si mostra con
due facce. Da un lato padre di famiglia, alla presa con le quotidiane scaramucce di chi vive sotto lo stesso tetto
e dall’altro professore, come fosse alla
Bocconi o alla Sapienza, ma con
l’eccezione che alla lavagna non insegna matematica o filosofia, ma una
versione tutta particolare di anatomia
umana. Nessun libro, quaderno o
penna, ma i “caldi” strumenti del
mestiere che hanno reso Rocco un
divo e che il maestro seleziona perso-
nalmente. A unire tutto e a creare un
collante perfetto, la bellissima moglie
Rozsa da sempre sua musa ispiratrice,
che non smette mai di sottolineare
quanto Rocco, sia un marito e un padre
(di Leonardo e Lorenzo) perfetto,
con un unico neo: fa un lavoro poco
normale. Questo ha reso la famiglia
Siffredi autentica e anche a tratti
molto spiritosa.
Alla ricerca dell’erede
Di piccante, dunque, c’è davvero
poco o nulla nel nuovo reality show
di La5, ma per rendere più interessante
la trasmissione, per dare “emozioni
forti” agli spettatori ecco emergere la
storia della ricerca dell’erede che potrebbe a sorpresa proprio essere il figlio minore dell’attore. Appena sedicenne, Leonardo sembra aver ereditato
la passione del padre, ma poiché minorenne è ancora costretto a stare lontano dal set, dal quale viene cacciato
sistematicamente da Siffredi. Naturale
pensare che ci aspettino, dunque, almeno due anni di reality…
Antonietta Licciardello
San Giovanni la Punta - È tutto
pronto per accogliere l’arrivo in Sicilia
di Simone Paciello, in arte “Awed”. Il
fenomeno del web arriva venerdì 25
marzo alle ore 16 per la prima volta in
Sicilia ed incontra i suoi fan al Parco
Commerciale “Le Zagare” di San Giovanni La Punta, in provincia di Catania.
Simone Paciello, classe ’96, è uno
delle “Web Star” più seguite e amate
dal popolo del web. Fin da piccolo si innamora “del mondo dei video” dove registra tantissimi filmati in compagnia
di amici. Nel dicembre del 2012 “sbarca” ufficialmente su YouTube e su Facebook. La sua pagina ufficiale conta
centinaia di migliaia di fan da tutte le
parti del mondo. “Awed” ha lanciato
una nuova moda del web, lui riesce a
caricare video “commentary”. In pratica, prende un video trash del momento
e lo commenta a spezzoni, con reazioni
sempre più esilaranti. Adesso i suoi video spaziano dai commenti sui personaggi famosi ai fatti di attualità. Particolarmente preso di mira il cantante
Gianni Morandi, anche lui molto social.
Il suo canale Youtube conta milioni di
visualizzazioni. Un nuovo progetto
della “Web Star” napoletana è quello di
chiedere ai suoi fan di provare a non ridere. Da alcuni giorni ha lanciato in rete
i video “Prova a non ridere! Video incredibili dal Web”, dove l’obiettivo è
cercare di non far ridere chi lo guarda.
Ovviamente impossibile guardare e
non ridere. Su Twitter il suo hastag
“#AskAwed” è diventato virale. Chiunque voglia fargli qualsiasi tipo di domanda può usarlo. L’ingresso all’incontro è gratuito.
Musiche, parole ed emozioni all’Ambasciatori con una band d'eccezione formata da Castrogiovanni, Caruso, Angel Sax, Dario Peluso e Zappulla
Peppone canta De Andrè
Catania - Non un tributo, ma un
concerto omaggio all’ultimo dei poeti
della musica italiana. Un viaggio nel
tempo attraverso le parole e la musica
di Fabrizio De Andrè, che rivivranno
sul palco del teatro Ambasciatori di
Catania - venerdì 25 marzo, ore 21 grazie ad un gruppo di artisti straordinari messi insieme dal carisma di
Giuseppe Tomaselli, in arte Peppone.
Peppone canta De Andrè è uno spettacolo già collaudato e che nell’ultimo
anno ha fatto registrare il tutto esaurito
nelle piazze più importanti della
Sicilia Orientale. Viene messo in
scena in teatro per la prima volta, a Catania, in una data unica e lo fa con la
presenza di due special guest d’eccezione: Mario Arcari, il fiatista storico
di Fabrizio, e il batterista napoletano
Ezio Zaccagnini, produttore artistico
del brano “La fiera delle Maddalene”.
L’interprete dei brani è Peppone Tomaselli, che con la sua possente e inconfondibile voce porta in scena le più
belle canzoni sull’amore, sulla guerra
e sull’anarchia di Faber, veri poemi in
musica che adesso sono anche studiati
nelle scuole e nelle università italiane.
La voce narrante dello spettacolo è
Mario Arcari (Genova) che ripercorrerà in maniera inedita l'intera carriera
artistica e umana di De André, con il
quale ha lavorato per ben dodici anni.
Arcari, fiatista dalla fama internazionale, sale sul palco dell’Ambasciatori
con una valigia carica di strumenti, dal
flauto dolce all’oboe, dalle zampognette all’ocarina. A lui il compito di
raccontare aspetti personali e inediti
dell’“amico fragile”, che non si trovano nei tanti testi biografici sul cantautore genovese.
Lo spettacolo è arricchito ulteriormente dalla presenza scenica di Ezio
Zaccagnini (Roma) - batterista di
Gianni Morandi e Massimo Ranieri , il quale spiazza sempre il pubblico,
interpretando e raccontando ogni
volta in modo differente il caro “Don
Raffaè”.
Ad accompagnare Peppone per riprendere il concerto del ’98 che Fabrizio De Andrè ha eseguito al Brancaccio di Roma, una band di altissimo livello. Il polistrumentista Puccio Castrogiovanni (marranzano, mandolino
e bouzouki), alle percussioni Giovanni
Caruso, alla chitarra acustica Angelo
Dragotto, in arte Angel Sax, alle tastie-
re e alla fisarmonica, la creatività esuberante di Peppe Zagarella, mentre il
groove elettrizzante del basso è affidato a Dario Peluso. La meravigliosa
e mediterranea voce femminile, è di
Annamaria Zappulla.
Sarà un indimenticabile spettacolo
musicale che regalerà intense emozioni sia a chi è cresciuto ascoltando e
cantando i successi di Faber, sia a chi
potrà scoprire un nuovo capitolo della
cultura italiana.
Il volume racconta la la storia del Banco Alimentare dalla prima Food Bank americana nel 1967 alla nascita in Italia della Fondazione che aiuta chi non ha cibo
“Se offrirai il tuo pane all’affamato...” presentato il libro di Giorgio Paolucci
Catania - Quattro relatori e il pubblico delle grandi
occasioni. La sala conferenze del Palazzo della Cultura è stracolma di gente per la presentazione del libro di Giorgio Paolucci “Se offrirai il tuo pane all'affamato...” (edito da Guerini E Associati, pp. 147,
2015 € 10,00) che vede al tavolo dei relatori
l'autore, Fabio Prestia presidente del Banco Alimentare della Sicilia onlus, Don Piero Galvano presidente
della Caritas Diocesana di Catania moderati dal giornalista Giuseppe Di Fazio. Manca Maria Antonietta
Bullara, dirigente del dipartimento della Famiglia
della Regione Siciliana per un malessere che l'ha costretta a casa. Per la Regione c'è l'arch. Fulvia Caffo
venuta a portare i saluti dell'assessore regionale ai
Beni Culturali Carlo Vermiglio e a premiare
l'operato del Banco contro gli sprechi in un messaggio di sensibilizzazione verso la tutela del cibo e dell'ambiente come valore da non sprecare.
Si comincia. È il video del Banco ad aprire la serata e il silenzio totale conferma l'attenzione di tutti.
Poi la parola va a Di Fazio che riprende il messaggio
di speranza del video e lo ricollega alla storia che
Paolucci propone nelle sue pagine: un viaggio nella
rete del Banco Alimentare, dalla prima Food Bank
americana nel 1967, alla nascita della Fondazione
in Italia nel 1989. Storie di uomini e donne che hanno
il potere di accendere la speranza e far rinascere le
persone in un circolo virtuoso infinito che intravede,
dietro a ogni volontario, una persona che si educa
da essere umano. Proprio questo fece il titolare della
Star quando incontrò Marco Lucchini e il referente
del Banco spagnolo in quel lontano 1989: trasformò
in realtà l'idea di non sprecare il cibo trasformandolo
in risorsa per chi ha bisogno. Il bisogno di chi è povero, ma anche il suo personale bisogno di ricordare
la memoria della madre e contribuire a non sprecare
quel cibo in più che lui stesso produceva.
Storie belle che servono a festeggiare la buona
notizia del giorno: l'approvazione, alla Camera dei
deputati, della Legge sullo Spreco alimentare. Un
tassello importante che, tra le tante cose che introduce, dà valore alla fame di cibo che c'è in Italia mettendo al primo posto, finalmente, enti e associazioni
che danno da mangiare a chi non ne ha, e togliendo,
al riciclo per creare energia, il primo indirizzo a cui
mandare le eccedenze.
È un successo l'approvazione di questa legge? Di
Fazio ne è convinto e lo sottolinea mentre introduce
il volume di Paolucci proponendone alcuni passi:
“In Italia facciamo i conti ogni giorno con un dato
angosciante: 1 milione e 500 mila famiglie vivono
in povertà assoluta. Cioè un esercito di 4 milioni e
100mila persone fatto di donne, uomini, bambini e
anziani. E come se tutto ciò non bastasse la cosa difficile da accettare è l'enorme spreco a cui assistiamo
ogni giorno. In Italia si producono 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari ogni anno ma si riesce
a recuperare solo una percentuale che oscilla tra l'8
e il 9% con una perdita di circa 13 miliardi di euro
l'anno pari a una media di 210 euro a persona”.
Se i numeri dello spreco sono altissimi, gli esempi
da emulare non mancano. Uno di questi lo racconta
Presentazione libro Paolucci, da sinistra Prestia Paolucci Di Fazio e Galvano
un infervorato Don Galvano a cui si accendono gli
occhi mentre parla del lavoro svolto dai 300
volontari della Caritas Diocesana di Catania e dei
pasti che, tutti i santi giorni domeniche comprese,
vengono offerti all'Help Center di piazza Giovanni
XXIII.
Lo segue a ruota Fabio Prestia il quale dopo aver
ricordato che nello scorso anno il Banco siciliano
ha distribuito cibo per un valore di 17 milioni di euro,
ha raccontato una storia che fa riflettere: un intero
banchetto di nozze donato al Banco Alimentare grazie allo “scivolone” che il futuro sposo aveva fatto
sulla testimone e grazie anche alla lucidità di una
suocera che non poteva tollerare di veder sprecato
tutto quel cibo dopo aver salvato in extremis la figlia.
Storie che fanno sorridere, pensare e che trovano
la loro corretta sublimazione nelle parole che
Giorgio Paolucci ha cercato dentro di sé prima di
incontrare Papa Francesco in quel famoso 3 ottobre
2015: “Santo Padre lei ha davanti il popolo del Banco
Alimentare di cui il mio libro racconta la storia in
un cammino di condivisione che educa alla carità”.
Le storie in questo libro non mancano e sapere da
Paolucci che “la maggioranza relativa di quelle presenti nel libro, sono siciliane” fa bene all'anima.