Dalla newsletter_Il ruolo del rating a supporto delle emissioni di mini
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Dalla newsletter_Il ruolo del rating a supporto delle emissioni di mini
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Marzo 2016 Il ruolo del rating a supporto delle emissioni di minibond F. Giannoccari G. Giudici G. Mosconi Politecnico di Milano, School of Management Successivamente alla crisi finanziaria, la riduzione dei margini aziendali e una minore offerta di credito dal sistema bancario italiano hanno spinto le imprese, in particolare le PMI, a ricercare fonti di finanziamento alternative. In Italia il canale obbligazionario è un mercato minore rispetto al credito bancario e copre solo il 10% dei debiti finanziari complessivi delle imprese nazionali3. Il dato diventa ancora più significativo se si considerano solo le PMI, la cui dipendenza dal debito bancario è molto alta. In particolare, nel 2012 le PMI italiane presentavano un valore mediano dell’incidenza dei debiti bancari rispetto al totale dei debiti finanziari pari al 98%, estremamente superiore rispetto agli altri principali Paesi europei (Spagna 65,8%, Francia e Germania 76,2%4). Tuttavia, nel biennio 2014-2015 si è registrata una progressiva crescita delle emissioni di titoli mobiliari da parte di piccole e medie imprese (cambiali finanziarie e obbligazioni, i cosiddetti ‘mini-bond’) grazie anche ad una serie di innovazioni legislative introdotte dai decreti “Sviluppo” e “Sviluppo-Bis” del 2012, dal “Piano Destinazione Italia” del 3 4 Fonte: Banca d’Italia. Fonte: Banca Centrale Europea. Milano, i Navigli 2013 e dal “Decreto Competitività” del 2014. Hanno contribuito a questo sviluppo anche l’operatività del Fondo Centrale di Garanzia sui mini-bond e l’apertura della piattaforma di scambio ExtraMOT PRO da parte di Borsa Italiana, che ha reso la quotazione di mini-bond più semplice, rapida e meno costosa. Il problema fondamentale per le PMI che emettono mini-bond è quello di riuscire ad attrarre l’attenzione degli investitori. Trattandosi di società di piccola dimensione, l’asimmetria informativa è particolarmente elevata, così come esiste un rischio di illiquidità dei titoli e di maggiore fragilità patrimoniale e reddituale. Diventa, quindi, particolarmente importante fornire uno strumento di valutazione del rischio per gli investitori. Tradizionalmente questo ruolo è svolto dal rating, che esprime l’opinione sul merito creditizio di un’impresa, in particolare sulla sua capacità di onorare puntualmente le proprie obbligazioni finanziarie nel medio periodo. Il rating si sintetizza in un ‘voto’ su una scala comparativa attribuito da agenzie indipendenti; le più attive sul mercato italiano dei mini-bond sono state – secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Mini-Bond del Politecnico di Milano5 5 www.osservatoriominibond.it. 11 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Marzo 2016 Cerved Rating Agency e Crif Rating Agency con rispettivamente 47 e 27 valutazioni. Le agenzie internazionali di grande fama, quali Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, sono intervenute in Italia solo in alcuni casi, per emissioni superiori a 100 milioni di euro. Nell’Unione Europea, possono emettere un rating solo le agenzie riconosciute e registrate dall’ESMA (European Securities and Markets Authority), l’autorità europea di supervisione sul settore. Il grafico evidenzia che solo 89 emissioni fra le 179 censite dall’Osservatorio MiniBond fino a fine 2015 (pari al 49,7% del campione) vantavano l’esistenza di un rating, di cui 24 associate a un rating investment grade (ovvero di qualità buona), 23 speculative grade (ovvero di qualità inferiore, e quindi con rendimenti tendenzialmente superiori a bilanciare il maggiore rischio) e 42 con un rating non pubblico (undisclosed o unsolicited). Presenza del rating sui mini-bond emessi da imprese italiane Il Regolamento Europeo CE n. 1060/2009 ha definito il contesto normativo nel quale operano le agenzie di rating, con lo scopo di escludere i conflitti di interesse, di assicurare un’elevata qualità del servizio e di garantire trasparenza. La presenza del rating non è obbligatoria per i mini-bond. Inoltre, il giudizio di rating può essere comunicato pubblicamente (disclosed) oppure può essere mantenuto riservato (undisclosed). In genere se il giudizio di rating è richiesto dall’impresa stessa (solicited) esso viene anche comunicato al pubblico, mentre tendenzialmente rimane confidenziale se è richiesto dagli investitori o da altri soggetti comunque interessati ad avere un riscontro oggettivo sulla situazione dell’impresa (in questi casi il rating è definito unsolicited). Trezzo sull’Adda, Centrale idroelettrica Taccani Fonte: Osservatorio Mini-Bond, Politecnico di Milano Per una piccola impresa, il costo della richiesta del rating per il primo anno è indicativamente compreso fra i 15.000 euro e i 20.000 euro (si attesta invece intorno ai 40.000 euro per una società di maggiore dimensione). Per gli anni successivi il costo si riduce di circa il 40%. Dall’altro lato, il rating contribuisce ad una maggiore chiarezza sulla situazione dell’impresa emittente, con vantaggi sia verso gli investitori, sia in ambito interno. Il rating, infatti, rappresenta anche uno strumento di ‘auto-valutazione’ attraverso un riscontro fornito da un soggetto terzo. L’analisi svolta dal Politecnico di Milano evidenzia che il rating è tipico delle emissioni di mini-bond fatte da imprese medie, e per collocamenti di maggiore dimensione. Molto meno frequente è l’uso di un rating per le emissioni più piccole e a breve termine, per le società finanziarie e per le PMI. 12 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Marzo 2016 Si può ipotizzare che, da una parte, le PMI siano più sensibili nel ‘risparmiare’ il costo annesso, rinunciando ai possibili benefici; dall’altra parte è lecito pensare che per una piccola impresa, che intende collocare un ammontare ridotto di minibond, vi sia la possibilità di un’interlocuzione ‘diretta’ con gli investitori interessati, i quali potranno valutare in prima persona la situazione patrimoniale, reddituale e finanziaria dell’emittente. Il rating ‘privato’ è relativamente più frequente per le emissioni con scadenza uguale o superiore a 5 anni. Nelle PMI e nelle piccole emissioni vi è una probabilità relativamente più alta che venga chiesto dagli investitori (unsolicited). Con l’arrivo dei fondi di private debt sul mercato, ovvero di investitori professionali che acquistano questi titoli in un’ottica di lungo termine, si è rafforzata la tendenza del ricorso al rating; in alcuni casi esso viene richiesto come requisito fondamentale prima di concludere l’investimento. Altre volte sono gli investitori stessi a implementare delle procedure interne di valutazione del merito creditizio, senza avere bisogno del rating. Confidi: Pubblicato in GU Regolamento MEF che disciplina l'Organismo di Gestione dell'elenco ex art. 112 del TUB Il prossimo 2 aprile entrerà in vigore il Decreto Ministero dell’Economia e delle Finanze 23 dicembre 2015, n. 228 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2016 - recante Regolamento sulla disciplina della struttura, dei poteri e delle modalità di funzionamento dell’Organismo previsto dall’articolo 112-bis del TUB, nonché l’individuazione dei requisiti di onorabilità e professionalità dei componenti degli organi e relativi criteri. Dal 23 marzo è in vigore il regolamento sul marchio comunitario Dal 23 marzo 2016 è entrato in vigore il regolamento (UE) n. 2015/2424 del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica al regolamento sul marchio comunitario. A decorrere da tale data l'Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) ha cambiato nome in Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) e il marchio comunitario è stato rinominato “marchio dell'Unione europea”. Tra le principali modifiche previste dal nuovo regolamento si segnalano: introduzione del sistema monoclasse; riduzione complessiva delle tasse (lieve per quelle di deposito, sostanziale per il rinnovo); abolizione del deposito tramite gli Uffici nazionali; capacità di deposito e rappresentanza estesa ai Paesi EEA. Milano, Il Cenacolo 13