Disordini nello sviluppo comportamentale del cane e del gatto
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Disordini nello sviluppo comportamentale del cane e del gatto
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Introduzione Esistono molti studi sull’influenza dell’ontogenesi per assicurare ad un dato soggetto una buona partenza nella vita oppure farne un individuo socialmente handicappato fino alla morte. Ricerche etologiche sull’imprinting hanno dimostrato che gli animali hanno bisogno di apprendere a quale specie appartengono. Studi retrospettivi hanno dimostrato l’importanza dell’apprendimento in giovane età. I test esistenti nel cucciolo e nel gattino non forniscono risultati validati circa il probabile comportamento futuro di questi animali una volta diventati adulti. Socializzazione primaria Negli anni 1940-1960, Scott e Fuller riscontrarono che i cani possiedono una specifica fase di apprendimento in giovane età, durante la quale possono imparare molto facilmente certi concetti. Questa fase, da essi definita “della socializzazione primaria” è seguita da un’altra di minore sensibilità e con una diminuita capacità di apprendimento. Questa fase di socializzazione primaria è stata paragonata a quella di imprinting osservata dagli etologi nei pesci, negli uccelli e in altri mammiferi. Per riassumere un argomento complesso, possiamo dire che questa fase di socializzazione primaria si estende dalla 3a alla 14a settimana nei cuccioli e dalla 2a alla 9a settimana nei gattini. Esistono delle eccezioni a questa regola teorica. Un cucciolo apprende di essere un cane, un gattino apprende di essere un gatto, e che la propria specie è quella di elezione con la quale socializzare e riprodursi. Inoltre, imparano che gli esseri umani ed i soggetti di altre specie sono animali sociali con i quali possono stabilire delle relazioni. Talvolta possono persino cercare di riprodursi con loro. Al fine di imparare che questi altri individui sono ami- chevoli, gli animali giovani hanno bisogno di molti contatti piacevoli con i soggetti di questo tipo, con quelli della propria specie e con quelli delle altre, durante questo periodo di socializzazione. Lo stesso processo appena illustrato per l’imprinting si applica all’acquisizione ed integrazione cognitiva dell’ambiente in cui l’animale vive. I soggetti giovani sviluppano mappe cognitive (spazio) e riferimenti cognitivi (sistema e struttura di riferimenti) per qualsiasi cosa con la quale vengano in contatto, come la struttura dei rumori ambientali (cittadini o di aree rurali). Lo sviluppo di un’ampia gamma di riferimenti cognitivi costituisce un vantaggio per l’animale, che si adatterà più facilmente ai vari ambienti. L’imprinting è uno speciale processo di apprendimento che porta al riconoscimento di concetti: individui e spazi a cui attaccarsi, identificazione con una specie, riconoscimento degli individui di tipo amichevole (all’interno di altre specie), differenziazione da individui di tipo sconosciuto e messa a punto dei riferimenti sensoriali (sistemi di riferimento). È come se il cervello del giovane animale conformasse il mondo dividendolo in differenti categorie (identificando di volta in volta la specie come propria, nota, sconosciuta e amichevole o pericolosa, ecc.) e stabilisse delle (scale di) riferimenti (come il livello di rumore, ecc.). Queste funzioni cognitive possono venire “incise” nella struttura nervosa (si veda il paragrafo sullo sviluppo nervoso). Apprendimento della comunicazione sociale Il fatto che un animale abbia avuto un imprinting corretto non significa che abbia acquisito tutte le capacità di comunicare adeguatamente con la propria specie. Alcune posture comunicative che si ritenevano innate sono in realtà apprese, come la “posizione di sottomissione”. L’animale giovane deve quindi anche imparare a controllare i propri movimenti, i graffi ed i morsi. Disturbi di sviluppo del comportamento Negli animali giovani, un numero limitato di disturbi causa più del 90% dei casi clinici. Di conseguenza, la diagnosi è molto facile da formulare. Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Segni clinici Processo Disturbi Paura, ansia Socializzazione Disturbi da privazione Nervosismo, iperattività Autocontrollo Disturbi “Iper-”, come quello da iperattività Aggressione, mancato rispetto delle regole sociali Regole sociali, rituali di comunicazione Disturbi da dis-socializzazione Isolamento ed intolleranza della solitudine Attaccamento e distacco Disturbi da separazione Inattività, mancanza di gioco Umore, distacco Depressione (Acuta) Malattia, trauma Stress Ansia e depressione (reattiva), Disturbi da Stress Acuti (post-traumatici) Disobbedienza Educazione Problemi di educazione: tecniche, motivazione, tempo investito, ecc. Prevenzione Un ambiente arricchito e stimolante e la presenza di parecchi cani adulti con funzione di educatori, negli ambienti di allevamento e nelle classi di cuccioli a partire dall’età di 7 settimane dovrebbero riuscire a prevenire la maggior parte dei problemi. Trattamenti e terapie L’unica terapia farmacologica priva di effetti collaterali che si può prescrivere agli animali giovani con meno di 6 mesi di vita è la selegilina (0,5 mg/kg nei cuccioli, 1 mg/kg nei gattini). Esistono parecchie terapie comportamentali efficaci come la desensibilizzazione sistematica, il flooding (controllato), l’abitudine alla terapia ludica, il divieto di giocare al tiro alla fune (nei cani iperattivi), l’apprendimento delle posture di appagamento e sottomissione (rotolamento del cucciolo sul dorso da parte del cane “educatore” o del proprietario), ecc. Bibliografia Dehasse J. Mon jeune chien a des problèmes. Montréal: Le Jour, éditeur, 2000. Scott J P, Fuller J L Dog Behavior: The Genetic Basis. The University of Chicago Press, 1965, Phoenix Edition 1974. Indirizzo per la corrispondenza: Joel Dehasse 3 avenue du Cosmonaute, 1150 Brussel, Belgio E-mail: [email protected] This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee