Con Pushline il telefonino si gestisce dal computer

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Con Pushline il telefonino si gestisce dal computer
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lunedì 8 dicembre 2014
quotidiano.roma
www.ilroma.net
Startup
MADE
IN NAPLES
Con Pushline il telefonino
si gestisce dal computer
App made in Naples per non impazzire tra pc e cellulare
DI FRANCESCO
PICCOLO
NAPOLI. Pushline è l’app ideata da tre sviluppatori campani che
permette di gestire le notifiche ed
altre funzioni del proprio
smartphone direttamente dal computer. In questo modo è possibile
visualizzare le comunicazioni importanti ed archiviare le notifiche
secondarie senza utilizzare il telefono, anche mentre si lavora o
quando il telefono è in un’altra
stanza: si tratta di una soluzione
votata alla produttività. Marcello
Montemagno è co-autore di Pushline, insieme a Davide Cerbo e
Gianluca Esposito.
Marcello, come funziona Pushline?
«L’utilizzo di pushline è molto
semplice, una volta installata ed
avviata l’app sul cellulare l’utente riceverà un codice, inserendo
questo codice su una estensione
di chrome browser del proprio pc
i due dispositivi saranno accoppiati e da quel momento l’utente
riceverà le notifiche del proprio
cellulare sul pc. Non è necessaria alcuna registrazione e l’operazione si completa in pochi secondi. Pushline unifica l’esperienza dei due device tramite la
sincronizzazione delle notifiche
ma ha anche altre funzionalità
molto utili, ad esempio è possibile rispondere ed inviare sms da
pc, copiare del testo dal pc al cellulare con un paio di click e molto altro. Ci teniamo a precisare
che le vostre notifiche saranno
trasferite in modo sicuro e che a
differenza di alcuni dei nostri
competitors non memorizziamo
né utilizziamo le informazioni presenti nelle notifiche garantendo
la vostra privacy. Ad ora pushline è compatibile con Android e
Google Chrome ma a breve sarà
disponibile l’estensione per Firefox e l’app per Iphone».
Qual è il modello di business
della vostra startup?
«Non intendiamo creare profitto
tramite advertising come fanno i
nostri competitors, ma ci focalizzeremo sui contenuti premium: a
breve rilasceremo alcune funzionalità aggiuntive utilizzabili tramite acquisto in app. Il modello
freemium è una scommessa sulla
qualità oggettiva dell’applicazione gratuita e sulla validità dei
contenuti aggiuntivi. Inoltre creeremo profitto tramite l’integra-
zione con hardware compatibile
ed una versione enterprise del nostro prodotto».
In che modo si promuove
un’app tenologica come Pushline?
«Ci sono moltissimi modi per promuovere un’app tecnologica. I social media, facebook, twitter etc
sono uno strumento fondamentale per promuovere il proprio prodotto. Per quanto riguarda le app
per smartphone ci sono numerosi blog specializzati in cerca di
nuovi prodotti da recensire. Un
altro modo è partecipare a talk in
eventi specializzati. È inoltre possibile avviare campagne di advertising con un target molto preciso ed utilizzare gli strumenti editoriali standard».
Che consiglio daresti agli sviluppatori che, come te, vogliono
proporre un’idea innovativa rimanendo nel loro territorio?
«Il primo consiglio che sento di
dover dare è “done is better than
perfect”: rilasciate presto il prodotto anche se ha poche funzionalità, non fate marcire il vostro
lavoro su pc e raccogliete feedback su quanto sviluppato il prima possibile. Un modo di raccogliere feedback anche se il prodotto non è completo è attraverso una beta privata e poi pubblica. Inoltre anche se siete sviluppatori, e quindi tecnici, sforzatevi di partecipare al agli eventi
presenti sul territorio per fare conoscenze anche non tecniche. È
Inoltre importantissimo avere e
rispettare un piccolo piano editoriale, soprattutto sui social
network, insomma: fatevi notare».
APPUNTAMENTI
_ STAZIONE MARITTIMA
Borsa dell’Innovazione
e dell’alta tecnologia
Mercoledì il via
NAPOLI. Mercoledì si
terrà, dalle 10 alle 16,30
presso il Centro Congressi
Stazione Marittima, la prima edizione della Biat: la
Borsa dell’Innovazione e
dell’Alta Tecnologia. Si
tratta di un nuovo format
realizzato dall’Agenzia Ice,
che si propone di valorizzare il potenziale innovativo delle imprese aventi sede nelle Regioni della Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) per
favorire l’internazionalizzazione di prodotti e servizi. La manifestazione prevede la raccolta di valide
proposte progettuali, che
verranno poi presentate alle controparti estere, come
centri di ricerca, grandi imprese e investitori. Da mercoledì a venerdì, nel corso
della Biat sono già stati
previsti una serie incontri
tra le controparti italiane e
i delegati esteri. Le proposte progettuali che verranno presentate durante la
manifestazione riguarderanno i settori aerospazio,
nano-tecnologie, biotecnologie, nuovi materiali,
energie rinnovabili, Ict e
meccanica. Come complemento all’evento principale, avranno luogo dei seminari dedicati ai temi ell’internazionaliz-zazione,
come la tutela della proprietà intellettuale, le attuali forme di finanziamento per startup e innovazione.
L’INTERVISTA Gennaro Tesone ha fondato 56Cube, dove crescono nuove idee: «Partire? Non è sempre meglio»
«Creare impresa a Napoli, si può fare bene»
NAPOLI. Le dinamiche storiche, sociali
e culturali fanno di Napoli un luogo di
eterna contaminazione e sperimentazione,
i cui abitanti hanno un alto grado di resilienza e creatività, eppure è opinione comune che, in tema di startup, il nostro territorio sia più povero rispetto ad altri capoluoghi italiani. Esistono prospettive diverse? Come sta cambiando lo scenario
economico dell’imprenditoria innovativa
in Campania? Gennaro Tesone (nella foto)
è co-fondatore di 56Cube, l’incubatore di
startup innovative per il sud Italia con sede a Salerno, parte della rete Digital Magics.
Gennaro, come si pone Napoli dal punto di vista dell’imprenditorialità innovativa?
«Io non credo che Napoli sia indietro rispetto agli altri capoluoghi, anzi. Se provassimo a relativizzare le classifiche delle startup alle condizioni ambientali, le
classifiche sarebbero diverse. Non ho i da-
ti aggiornati, comunque Napoli, in questi
ultimi anni, sta scalando rapidamente le
classifiche dimostrando, semmai ve ne fosse bisogno, il grande fermento del nostro
territorio».
Esistono spunti per favorire la contaminazione e l’innovazione in ambito startup sul territorio?
«C’è sempre qualcosa da fare, da migliorare e da integrare. Qui a Napoli abbiamo l’intero percorso d’accompagnamento delle imprese innovative, dalla pre-incubazione (con cocktail parties e formazione), all’incubazione, alla capacità di finanziare le aziende per ottenere il primo
lancio (come la recente iniziativa del Bac).
Insomma, ci sono i luoghi dove le startup
si contaminano con l’ambiente circostante. Come migliorarlo? Bisogno spingere
maggiormente sulla contaminazione del
mondo dell’imprenditoria tradizionale con
il mondo delle neoimprese (hai visto non
ho usato il termine startup…agli impren-
ditori tradizionali incute un po’ di timore)».
Quali sono le prospettive future per chi,
invece di partire, decide di avviare il proprio progetto in Campania?
«Mi viene da dire buone. Certamente in
altri luoghi puoi trovare un ambiente più
favorevole, è inutile negarlo, ma trovi anche costi del personale maggiori, ambientazione tua e del team nella nuova città…e
poi vuoi mettere vivere a Napoli?».
Qual è il consiglio d’oro che darebbe, ad
esempio, ad un suo studente che decidesse di avviare un progetto di imprenditorialità innovativa?
«Di investire su se stesso e la sua azienda
per almeno due/tre anni prima di tirare le
somme. I giovani oggi hanno fretta (parlo
come uno anziano, mi pesa che sto per diventare quarantenne), mentre alcuni meccanismi d’impresa, anche nel mondo digitale, hanno tempi di maturazione nel medio periodo».
TUTTI I LUNEDÌ IL ROMA DEDICA UNA PAGINA A INNOVAZIONE E STARTUP