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Delicato dialogo tra le discipline
Allo spazio Areapangeart di Camorino sono esposte fino al 17 aprile le porcellane di
Michela Torricelli e le pagine incise di Loredana Müller
/ 06.03.2017
di Eliana Bernasconi
Succede di incontrare in Ticino spazi che hanno saputo conservare la funzione per la quale sono
nati. Nel nucleo antico di Camorino la chiesa e la fontana al margine sopravvivono immutate e il bus,
mezzo indispensabile che collega persone a luoghi, si muove agevolmente nella piccola piazza. Sarà
un’illusione ma qui, sotto le montagne della Val Morobbia, la luce e l’aria sembrano chiare e terse. È
qui che incontriamo Loredana Müller Donadini, che nel 2015, con il marito Gabriele, ha realizzato
Areapangeart, un piccolo vivissimo centro culturale privato e autonomo che deve la sua esistenza
alla ristrutturazione di alcune stalle di proprietà della famiglia. Tra pareti antiche e granito sono
conservati proporzioni e volumi degli spazi agricoli in precedenza destinati alle mucche e all’ultimo
cavallo da tiro di Camorino.
Loredana Müller, nata nel 1964, è artista e animatrice culturale; i vent’anni trascorsi a Roma hanno
contribuito alla sua formazione artistica; ha esposto in Italia e Europa, insegna da sempre arti visive
applicate, si nutre di continua ricerca. Con un padre bernese architetto di formazione, una nonna
scultrice e un nonno ingegnere e musicista, un’altra nonna spagnola e un nonno italiano docente
universitario che conosceva 22 lingue... l’inclinazione per la multidisciplinarietà dei linguaggi
artistici sembra essere naturale. «L’arte», spiega, «ci salva perché genera contatto umano, instaura
una dimensione profonda di ascolto, promuove progetti e trasformazioni, coltiva una logica di
resistenza».
Nel suo lavoro Loredana Müller Donadini unisce l’intuizione sensitiva a non comuni doti
organizzative e cura una continua programmazione di incontri connessi al tema di ogni esposizione:
nel centro di Camorino è un susseguirsi di linguaggi, dal parlato alla scrittura, dal video alla
fotografia, passando per il documentario cinematografico del primo ’900 e senza dimenticare
musicisti e compositori, che creano un tessuto sonoro, sperimentando dal vivo effetti nuovi del
suono.
Areapangeart si compone di 3 aree: una sala incontri per poesia, musica o cinema per 25 persone,
un piccolo spazio per ospitare musicisti e artisti di passaggio e una notevole superficie espositiva al
piano superiore. Il centro non ha scopo di lucro, vuole anzi tenersi ben lontano da logiche di mercato
o dall’enfasi rumorosa e talvolta retorica degli eventi ufficiali artistici. In futuro desidera aprirsi
ancora di più al fine di privilegiare artisti che per i più diversi motivi non hanno raggiunto grande
visibilità.
Questa quinta mostra presenta sculture in porcellana di Michela Torricelli e pagine incise di
Loredana Müller. La ceramica non ha segreti per Michela Torricelli, che la pratica da una vita e ne
conosce la misteriosa bellezza, l’alchimia soggiacente al processo di lavorazione delle sue tecniche,
come nel giapponese «Raku nudo» permeato di cultura orientale. Le sue bianchissime porcellane
nascono da un lungo lavoro di manipolazione della terra e dell’acqua, hanno attraversato il calore
del fuoco a 1200°C, sono piccoli monoliti color latte che sembrano racchiudere memorie ancestrali
della materia che li ha contenuti. Eppure le porcellane non sono rimaste nella materialità, ma
l’hanno trasformata in intangibili visioni di immacolata purezza e leggerezza. Ispirate da un viaggio
della ceramista in Groenlandia, hanno nomi che riportano latitudini e longitudini di luoghi lontani, la
loro candida luce fa percepire dimensioni inesplorate, costringe lo sguardo a fermarsi su segrete
relazioni interiori che intercorrono tra frammento e totalità, pieni e vuoti della forma, variazioni e
movimenti impressi sulle superfici.
Anche Loredana Müller lavora con la materia, usa pigmenti naturali, fuliggine, inchiostri, ossidi della
Val Morobbia, terre che raccoglie, carta povera che fabbrica lei stessa. Le sue pagine incise alle
pareti, benché non sia evidente, accomunano la sua ricerca a quella della ceramista, tra spirito e
materia. Hanno nomi come Erbe di luglio, erbe dei lupi, erbe d’autunno, vivono di un’atmosfera
speciale intrisa di poesia, ricordano pareti affrescate ma anche la luce di certe giornate invernali o le
prime luci dell’alba, quando il sole sta per sorgere. Come in un erbario fossile i racemi restano
imprigionati e impressi sulla pagina, indicano stagioni e fiori sognati, sono pagine dalle cromature
forti, incisioni morbide come pastelli che non sembrano originate da matrici metalliche, il colore
appare rarefatto, il segno lieve fatto di sapienti successioni di passaggi al torchio. A conclusione
della mostra vi sono dei libri d’artista: Areapangeart collabora da sempre con editori e autori,
produce piccoli libri d’arte dove le incisioni affiancano le parole.
Con il testo Condotta forzata Marino Cattaneo qui inaugura un ciclo, una collana di poesie sul
territorio. La condotta del titolo dista poco dal centro e partendo dai monti tra Camorino e Giubiasco
scende vorticosamente a valle. Completa il testo una sorprendente lunghissima incisione cartacea.