Scheda progetto - Associazione San Marcellino
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Scheda progetto - Associazione San Marcellino
v PROGETTO DESCRITTIVO 1. Informazioni sulla struttura organizzativa 1a. Anagrafica dell’organizzazione proponente Denominazione ASSOCIAZIONE SAN MARCELLINO ONLUS Sede legale Sede Operativa (se diversa dalla sede legale) Sede Amministrativa (se diversa da quella legale ed operativa) Telefono Via al Ponte Calvi, 2/4 – 16124 Genova Fax 010 / 2467786 e-mail [email protected] Rappresentante legale Padre Alberto Remondini s.j. 010 / 2470229 1b. Informazioni sul responsabile del progetto Cognome e Nome Remondini Alberto Via al Ponte Calvi, 2/4 – 16124 Genova Domicilio Telefono 010 / 2470229 Cell. Fax 010 / 2467786 e-mail [email protected] Titolo di studio Laurea in giurisprudenza Responsabile delle attività di animazione sociale con minori a rischio nel quartiere di Rione Traiano (Napoli) dal 1977 al 1982 per l’Associazione Incontro; Responsabile di progetti per persone con handycap mentale della Comunità dell’Arche di Trosly-Breuil (Francia), con partecipazione alla vita dei foyers e delle attività lavorative di laboratorio, dal 1985 al 1986. Responsabile del progetto finanziato dalla Unione Europea D.G. Occupazione e Affari Sociali linea B3 - 4105, dal titolo “Il Sogno di Vladimir”: anni di realizzazione 2001-2002; finalizzato a favorire la definizione di metodologie e strategie nella lotta ai problemi alcolcorrelati, sia mediante momenti di confronto e studio che attraverso fasi sperimentali. Responsabile del progetto finanziato con i fondi ex lege 328/2000 Regione Liguria / Comune di Genova dal titolo “Pecore nere”: anni di realizzazione 2002-2003; finalizzato a creare forme adeguate d’inclusione sociale attraverso l’erogazione di un servizio di accoglienza diurna abbinato ad un percorso Esperienze passate come responsabile di progetto 1 Direttiva 2009 personalizzato di accompagnamento. Esperienze sul tema specifico del progetto Altre informazioni Dal 1998 al 2001 Presidente della Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza dimora (FIOPSD). Dal 1999 al 2001 membro della Commissione di Indagine sull’Esclusione Sociale presso il Ministero degli Affari Sociale Italiano Dal 2000 Presidente della Fondazione Sant’Ignazio di Trento. Dal 1987 al 2002 e dal 2008 Presidente dell’Associazione San Marcellino. Dal 2008 Presidente del Jesuit Social Network (rete delle attività sociali legate ai gesuiti italiani). Ha svolto numerosi interventi, anche in incontri internazionali, sui temi legati all’emarginazione grave, alle persone senza dimora e ai problemi alcol correlati. 1c. Informazioni sul referente amministrativo del progetto Cognome e Nome Guenna Paolo Domicilio Via al Ponte Calvi, 2/4 – 16124 Genova Telefono 010 / 2470229 Cell. Fax 010 / 2465493 e-mail [email protected] Titolo di studio Laurea in economia e commercio Dal 1999 responsabile amministrativo dell’ASSOCIAZIONE con incarico di coordinare il rafforzamento delle diverse aree gestionali e delle attività di supporto, inclusa la gestione amministrativa dei progetti sviluppati con finanziamenti pubblici. Tra questi ultimi si segnalano: - Progetto cofinanziato dalla Agenzia Nazionale LLP per l’attuazione del Programma europeo nel campo dell’apprendimento permanente, “Sottoprogramma Grundtvig”: anni di realizzazione 2008-2010; finalizzato a migliorare, attraverso la cooperazione europea sviluppata con altre organizzazioni operanti nello stesso ambito, gli interventi di formazione ed integrazione socio-lavorativa rivolti agli adulti in condizione di senza dimora; - Progetto cofinanziato dall’Unione Europea, Regione Liguria e Fondazione San Marcellino nell’ambito del “Docup Obiettivo 2 (2000-2006) misura 3.4 sottomisura A - Infrastrutture sociali”: anni di realizzazione 2005-2006; finalizzato alla ristrutturazione con frazionamento in sei mini-alloggi di immobile situato nel centro storico di Genova. - Progetto svolto nell’ambito del “Programma di Iniziativa Comunitaria URBAN II - Genova”: anni di realizzazione 20022005; finalizzato allo sviluppo e consolidamento di un sistema articolato di interventi in risposta ai bisogni primari dell’accoglienza residenziale diurna, del reinserimento Esperienze di gestione amministrativa di progetti 2 Direttiva 2009 occupazionale nonché della formazione degli operatori impegnati nel settore. - Progetto finanziato dalla Unione Europea D.G. Occupazione e Affari Sociali linea B3 - 4105, dal titolo “Il Sogno di Vladimir”: anni di realizzazione 2001-2002; finalizzato a favorire la definizione di metodologie e strategie nella lotta ai problemi alcolcorrelati, sia mediante momenti di confronto e studio che attraverso fasi sperimentali. - Progetto sostenuto dall’Unione Europea D.G. Occupazione Affari Sociali linea B3 – 4101, dal titolo “Testa e piedi”; anno di realizzazione 2000; finalizzato a integrare le esperienze di tre organizzazioni europee operanti nel campo dell’esclusione sociale, grazie a un lavoro di ricerca e riflessione svolto con il contributo di tre università ad esse collegate. - Progetto cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria “Occupazione e valorizzazione delle risorse umane - settore Integra” (19971999)”: anni di realizzazione: 1998-2000; finalizzato alla sperimentazione, anche su base transnazionale, di percorsi d’inserimento occupazionale, abbinati a servizi di sostegno abitativo e misure di accompagnamento, rivolti a persone svantaggiate in area urbana. Altre informazioni 2. Ambito d’azione, obiettivi e metodologie 2a. Ambito d’azione (Indicare con una X gli ambiti d’azione, evidenziando l’ambito prevalente) identificazione e prevenzione del disagio sociale; accompagnamento e inclusione sociale di soggetti a rischio di esclusione (ambito prevalente); □ promozione e rafforzamento della partecipazione attività e responsabile nella comunità locale; □ promozione di modelli sulla partecipazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità; □ promozione di azioni e modalità rivolte alla prevenzione del disagio minorile e giovanile; 1. promozione di forme di volontariato che prevedano il coinvolgimento dei giovani, sviluppando in tal modo esperienze educative, di partecipazione sociale e di integrazione giovanile. 2b. Obiettivi (Indicare con una X uno o almeno più di uno degli obiettivi, all’interno dell’ambito d’azione individuato al precedente punto 2a) creazione e consolidamento dei legami sociali all’interno di aree urbane o extraurbane 3 Direttiva 2009 disgregate (ad esempio, per effetto di processi recenti di mobilità residenziale in uscita o in entrata); arricchimento e miglioramento delle condizioni individuali e familiari di soggetti svantaggiati, soggetti che vivono in situazioni di marginalità sociale, persone senza dimora, povertà estreme, ecc., sotto il profilo sociale, personale, relazionale e professionale; □ agevolazione nell’espletamento di attività e nell’accesso e nella fruizione di servizi; □ promozione di iniziative di volontariato che prevedano, anche attraverso il coinvolgimento di altri enti non profit, delle amministrazioni pubbliche, delle istituzioni scolastiche ed universitarie localmente attive, la partecipazione di giovani di età compresa tra i 14 e i 25 anni, nonché la realizzazione di programmi di formazione e campagne di sensibilizzazione e informazione sulle iniziative di cittadinanza attiva e partecipata nelle quali sono coinvolti i giovani stessi; □ sviluppo di politiche di pari opportunità, prevedendo azioni finalizzate alla prevenzione e/o al superamento di tutte le forme di discriminazione o maltrattamento anche in ambito familiare. 2c. Metodologie (Indicare con una X la metodologia dell’intervento proposto, nella realizzazione dell’obiettivo/obiettivi individuati al precedente punto 2b) innovative rispetto: [_] al contesto territoriale [X] alla tipologia dell’intervento [X] alle attività dell’organizzazione pilota (prototipali) e sperimentali, finalizzate alla messa a punto di modelli di intervento tali da poter essere trasferiti e/o utilizzati in altri contesti territoriali. Specificare le caratteristiche: Il progetto nasce dall’esperienza maturata dall’ASSOCIAZIONE nell’aiuto sociale alle persone in condizione di senza dimora. Le attività da implementare con il progetto si basano sulla metodologia di intervento messa a punto dall’ASSOCIAZIONE, con la collaborazione scientifica di Giovanni Pieretti del Dipartimento di Sociologia, Servizio Sociale, dell’Università di Bologna. L’approccio si basa sulla centralità della persona coinvolta e sulla costruzione di un rapporto di fiducia tra la persona e l’ASSOCIAZIONE. Sulla base del criterio della centralità agli operatori che interverranno nel progetto sarà richiesto di guardare alla persona secondo tre dimensioni: unicità, in base alla quale la relazione di aiuto deve mirare a cogliere i suoi aspetti specifici costruendo ogni intervento in maniera originale; particolarità, che consente di cogliere l’importanza delle appartenenze identitarie collettive, in forza delle quali ogni persona è più vicina a qualcun'altra, tuttavia evitando che tale particolarità divenga chiusura o stigma; universalità, legata appunto al carattere universale dei diritti della persona e all’importanza di aiutare le persone nel rendersi consapevoli che esprimere correttamente i propri bisogni e le proprie differenze è il primo passo per vedere riconosciuto il proprio status, ma anche per poter arrivare a partecipare attivamente alla società. Tale metodologia di lavoro sarà applicata durante l’attuazione del progetto attraverso: - criteri predefiniti per l’individuazione dei soggetti destinatari che saranno coinvolti nel progetto; - la rilevazione delle caratteristiche psicologiche e del “vissuto” di ciascun destinatario; - l’analisi, da parte del gruppo di coordinamento degli operatori impegnati nelle diverse azioni, delle caratteristiche rilevate e delle modalità di relazione operatore-destinatario, da svolgere caso per caso; - l’impostazione delle modalità di approccio successive atte a consolidare la relazione; 4 Direttiva 2009 - la verifica periodica e l’adeguamento continuo delle modalità si attua la relazione di aiuto, al fine di pervenire all’obiettivo finale dell’avvio da parte del destinatario di un percorso complessivo di recupero. Le metodologie adottate sono da considerarsi innovative poiché, a differenza di quanto vale per gli interventi di tipo assistenziale basati sulla logica della risposta diretta al bisogno, presuppongono il coinvolgimento dei destinatari dell’intervento fin dalla definizione del progetto individuale da sviluppare e continuando nella valutazione dell’andamento e dei risultati via via raggiunti. Inoltre il progetto ha carattere sperimentale rispetto alle stesse attività e alla cultura dei servizi dell’ASSOCIAZIONE, dal momento che si concentra e privilegia la componente sociale e relazionale nel lavoro con la persona, servendosi anche di strumenti diversi e nuovi rispetto a quelli fino ad ora usati. 3. Contestualizzazione della tipologia degli interventi progettuali (indicati al punto n. 2) 3a. Scelta dell’ambito di azione (MAX 40 RIGHE) (Evidenziare le motivazioni che giustificano la scelta dell’ambito d’azione ed il territorio di riferimento) Nello sviluppare l’esperienza nell’assistenza alle persone senza dimora ed escluse dal contesto sociale, è venuta maturando tra gli operatori dell’ASSOCIAZIONE la convinzione dell’esigenza di un approccio più globale ed incisivo rispetto a quelli fino ad ora perlopiù utilizzati per contrastare il fenomeno della povertà. Infatti, le trasformazioni in atto nelle nostre città, sia dal punto di vista economico e sociale che da quello urbanistico, hanno inciso anche su quella particolare frangia di cittadini “in grave stato di necessità” che ad un osservatore esterno appaiono conservare intatte le loro caratteristiche di fondo: senza dimora, senza lavoro, con difficoltà relazionali, spesso con problemi di salute fisica e mentale. In realtà la natura del fenomeno, pur mantenendo caratteri di cronicità, sta progressivamente cambiando aspetto assumendo forme diverse e più complesse. All’area di coloro per i quali il bisogno ha una natura “oggettiva” (età, stato di salute, indigenza, ecc.) si affianca una “nuova povertà” fatta di rifiuto della società, disagio nella convivenza, alienazione ed indifferenza. Cogliere queste novità significa comprendere le ragioni della progressiva crescita di questo fenomeno anche in contesti ad elevato livello di sviluppo e porre le premesse per intervenire correttamente. Il progetto mira ad intervenire nei confronti del problema rappresentato da quella parte di popolazione emarginata, in condizione di senza dimora, ed avendo come territorio di riferimento la città di Genova. La condizione di tali cittadini rappresenta una forte criticità, oltre che nel capoluogo ligure, in molte altre città italiane ed europee, ed appare fino ad oggi scarsamente sensibile agli interventi di welfare promossi dalle istituzioni pubbliche e dagli operatori privati. D’altro canto le analisi della situazione relativa alle persone gravemente svantaggiate nelle aree urbane, svolte anche in campo internazionale, confermano oggi l’alta propensione alla cronicizzazione di questo tipo di disagio sociale. Al fine di contrastare tale fenomeno, oltre ad intervenire direttamente nei confronti delle persone socialmente escluse, il progetto punta ad elevare il livello di partecipazione e governance complessiva del sistema attraverso un’azione che coinvolga tutti i soggetti attivi della comunità: poteri pubblici, imprenditoria, istituzioni, contribuendo ad elevare il grado di consapevolezza del sistema cittadino attorno alla dimensione sociale e sperimentando formule d’intervento innovative. In particolare, il progetto si baserà sul coinvolgimento del volontariato che rappresenta fin dagli inizi una componente di importanza centrale nel lavoro dell’ASSOCIAZIONE. L’ASSOCIAZIONE opera da oltre sessant’anni e da vent’anni nel campo dell’intervento sociale specificamente a favore delle persone senza dimora e, più in generale, nel contrasto alle povertà estreme. Le competenze così acquisite sono il presupposto fondamentale a garantire l’efficacia degli interventi programmati. 5 Direttiva 2009 3b. Coerenza con lo/gli obiettivo/i (MAX 40 RIGHE) (Descrivere ed argomentare la coerenza dello/degli obiettivo/i perseguito/i rispetto al contesto territoriale e sociale di riferimento) Attualmente, all’interno dell’area del centro storico di Genova la sola assistenza disponibile per le persone in grave disagio è limitata all’offerta di alloggio temporaneo, sotto varie forme, ed agli aiuti alimentari ed economici. Queste forme d’intervento non riescono a contrastare gli aspetti di cronicità sopra descritti non restituendo all’individuo la dignità necessaria al suo reinserimento nel contesto civile. Il progetto si propone dunque l’obiettivo di uno stabile e integrale recupero della persona tramite la creazione di un duraturo legame relazionale che consenta di avviare, attraverso l’intesa con l’operatore dell’ASSOCIAZIONE, un progetto personalizzato. Tale legame può consolidarsi più efficacemente in ambienti in cui sia possibile sviluppare una dimensione più ampia dell’accoglienza: dove vi è maggiore disponibilità di tempo rispetto a quello normalmente disponibile nelle strutture di accoglienza notturna è infatti possibile avviare con la persona un dialogo approfondito. Il Centro di accoglienza diurna dell’Associazione, nel quale i destinatari delle azioni potranno soggiornare per sei pomeriggi alla settimana, offrirà sia in termini di caratteristiche strutturali che di qualità del contributo offerto degli operatori, sia professionisti che volontari, le migliori condizioni per lo sviluppo della relazione di aiuto ed il miglioramento delle capacità relazionali della persona. Tali capacità risultano strategicamente importanti per promuovere la dignità della persona e favorirne l’inclusione sociale. 3c. Rispondenza della metodologia/e (MAX 40 RIGHE) (Descrivere ed argomentare la rispondenza della metodologia/e di intervento prescelta in relazione all’ambito di intervento allo/agli obiettivo/obiettivi perseguito/i) La metodologia adottata nel progetto supera l’approccio assistenziale, il cui limite è rappresentato dalla tendenza a mantenere immutato lo stato di bisogno, per mettere in moto un processo di recupero complessivo della persona che viene a trovarsi in condizione di senza dimora. La creazione di una relazione di aiuto individualizzata - guidata anche attraverso il confronto continuo effettuato all’interno della équipe di operatori che entrano in contatto con la persona nei diversi ambiti d’intervento dell’ASSOCIAZIONE - costituisce lo strumento più efficace per una ripresa progressiva delle capacità relazionali della persona e per un accrescimento del sentimento di autostima, elementi insieme necessari allo sviluppo di un percorso di recupero complessivo. 3d. Contesto territoriale e sociale (MAX 50 RIGHE) (Descrivere sinteticamente il contesto territoriale e sociale nel quale il progetto intende intervenire e/o realizzarsi) L’ultima ricerca disponibile ha portato alla stima, effettuata grazie alle rilevazioni svolte dalle organizzazioni che si occupano di assistenza ai senza dimora, di 2.000 persone che rientrano in questa categoria di bisogno e stazionano soprattutto nel centro storico di Genova, un’area ancora afflitta da condizioni di forte degrado sociale. Questa situazione è stata descritta dall’analisi svolta nel 2004 congiuntamente dalla Direzione Servizi alla Persona del Comune di Genova e dalle principali associazioni che offrono servizi alle persone senza dimora nella città di Genova, ossia Fondazione Auxilium, Associazione Massoero 2000 ed Associazione San Marcellino. I risultati acquisiti erano stati inseriti in un’apposita Delibera della Giunta del Comune di Genova (271/04) dal titolo “Prime linee per una politica a favore della grave emarginazione adulta”, dove si affermava, di fronte all’evoluzione in atto dello scenario socio-economico e ai processi di cambiamento delle tipologie di cui è composta l’area di popolazione in difficoltà, la necessità “di potenziare le iniziative già poste in essere nonché realizzare nuove e diverse forme d’intervento a favore della grave emarginazione adulta presente in Genova”. 6 Direttiva 2009 4. Titolo del progetto “RISCOPRIRSI VIVI DALL’INCONTRO” 4a. Descrizione del progetto (MAX 50 RIGHE) Il progetto, della durata di dodici mesi, muove dall’intenzione di potenziare qualitativamente l’area di attività “ANIMAZIONE” dell’ASSOCIAZIONE. La funzione prevalente svolta finora da quest’area è stata quella di offrire alle persone senza dimora, già seguite dall’équipe del Centro di ascolto, sia uno spazio di ricovero che alcune opportunità di impiego del tempo libero così da fornire un’alternativa alla strada. L’ASSOCIAZIONE avverte adesso l’esigenza di qualificare ulteriormente quest’offerta finalizzandola alla costruzione di legami socio-relazionali con un gruppo selezionato tra i fruitori dei servizi dell’area. Il progetto è stato suddiviso in fasi qui di seguito descritte: - 1^ fase: individuazione dei destinatari: allo scopo di rendere più efficace l’intervento sarà selezionato, attraverso il lavoro della équipe del Centro di ascolto, un gruppo di persone (almeno 20 elementi) sulla base dei criteri indicati al successivo punto 5 a); - 2^ fase: rilevazione delle caratteristiche dei destinatari: successivamente all’inserimento nelle attività di animazione, i soggetti prescelti saranno seguiti con particolare attenzione dagli operatori dell’area dell’Animazione, al fine di rilevarne caratteristiche psicologiche ed aspetti comportamentali; - 3^ fase: analisi: i risultati dell’osservazione verranno sottoposti al coordinamento degli operatori, composto dagli esperti che operano nel Centro di ascolto e nell’area Animazione, al fine di definire una strategia di approccio personalizzato nei confronti di ciascuno dei destinatari individuati assegnando ad un operatore, assistito da uno o più volontari, il compito di approfondire il contatto con lo stesso e di riferire sullo sviluppo del processo di recupero; - 4^ fase: verifiche: gli sviluppi della situazione saranno monitorati nel corso dell’anno in apposite riunioni del gruppo di coordinamento e, al termine dei dodici mesi, lo stesso gruppo valuterà i progressi registrati da tutti i destinatari. Per tutti quelli che avranno dimostrato interesse e volontà di integrazione e recupero alla socialità sarà definito, con la loro partecipazione, un piano individuale di inserimento nelle attività di educazione al lavoro della ASSOCIAZIONE. Le attività dell’area Animazione si prestano particolarmente allo sviluppo delle relazioni interpersonali ed all’avvio di processi di socializzazione complessi. Le attività del progetto ruoteranno così attorno a tre assi: - il Centro diurno “La Svolta” che offre, per 6 giorni alla settimana, uno spazio dove gli ospiti (175 nel 2008) possono fruire di servizi di prima assistenza e soggiornare durante la giornata; - il soggiorno estivo (due soggiorni di 10 giorni ciascuno), presso la casa di montagna dell’Associazione sita a Rollières (Piemonte), che rappresenta, per ospiti-utenti (71 nel 2008), volontari ed operatori un’occasione significativa di condivisione che contribuisce al rafforzamento della relazione di aiuto; - le attività socio-culturali ed artistiche che includono: tornei di biliardo, gioco delle carte, attività di laboratorio di arti figurative, laboratorio di teatro, pranzi e feste in occasione di ricorrenze specifiche, visioni di spettacoli cinematografici e teatrali, ingressi in gruppo allo stadio per assistere alle partite del campionato di calcio, viaggi di durata di due/tre giorni, gite in gruppo a durata giornaliera, visite guidate alla città. 7 Direttiva 2009 4b. Durata del progetto 1 mese [__]; 2 mesi [__]; 3 mesi [__]; 4 mesi [__]; 5 mesi [__]; 6 mesi [__]; 7 mesi [__]; 8 mesi [__]; 9 mesi [__]; 10 mesi [__]; 11 mesi [__]; 12 mesi [ X ]. (Indicare la durata in mesi) 4c. Progetto in sintesi (Descrivere in massimo 40 righe il progetto in sintesi). Nelle nostre città i casi di persone che restano in situazione di isolamento, prive dei mezzi di sopravvivenza e senza dimora sono in continua crescita. Il progetto consiste in attività di “animazione” che mirano ad offrire a tale pubblico opportunità di impiego del proprio tempo libero, così da fornire un’alternativa alla strada. Oltre a sviluppare gli interventi nell’ambito della costruzione di legami socio-relazionali, il progetto fornirà ai beneficiari supporto di tipo individualizzato, ricollegandosi alle diverse misure di sostegno ai bisogni primari che l’ente proponente è in grado di offrire, anche in sinergia con gli altri soggetti appartenenti alla rete locale di servizi. 4d. Risultati attesi (Descrivere e definire quali risultati il progetto si propone di raggiungere e di realizzare. Max 20/25 righe) Il progetto si propone di: - qualificare l’attività di generica accoglienza oggi svolta dall’area Animazione rendendola funzionale alla filosofia generale dell’ASSOCIAZIONE che non opera con fini meramente assistenziali, ma si pone obiettivi di recupero e reinserimento sociale; - sperimentare una metodologia centrata sulla persona e sulla creazione di un rapporto interpersonale tra utente e operatore/volontario; - formare al lavoro sociale un gruppo di circa 65 volontari mettendoli in contatto con persone in grave stato di emarginazione; - stimolare in un gruppo di circa 18 persone in stato di disagio e di isolamento l’interesse alla partecipazione attiva alla vita sociale promuovendone il progressivo recupero; - ove se ne presenti l’opportunità, avviare progetti per la piena socializzazione delle persone coinvolte che prevedano lo sviluppo di programmi individuali di educazione al lavoro; - promuovere la diffusione dell’esperienza maturata con il progetto, attraverso gli strumenti di comunicazione a disposizione dell’ASSOCIAZIONE (giornalino e sito web), per contrastare quella cultura dell’impotenza dell’azione sociale che finisce per legittimare disimpegno e indifferenza. 4e. Ambito territoriale di svolgimento e/o realizzazione del progetto Quartiere “Centro Storico” Città di Genova □ Comune □ Provincia □ Regione □ Altro (specificare, pena l’esclusione) _______________________________________________ 8 Direttiva 2009 4f. Programmazione descrittiva Ob. specifico Attività Note Insediamento del gruppo di coordinamento Riunione di avvio del progetto con la partecipazione degli operatori del Centro di Ascolto e dell’area Animazione allo scopo di presentare gli obiettivi e la metodologia del progetto Selezione all’interno del gruppo di volontari che opera nel Centro di Ascolto e nell’area Animazione di soggetti disponibili e preparati a collaborare al progetto Analisi delle schede personali delle persone –utenti in contatto con il Centro di ascolto e confronto con i criteri di selezione individuati Rilevazione dei comportamenti tenuti dai 18 destinatari all’interno del Centro diurno e durante le attività promosse dall’area Animazione Analisi dei dati forniti dalla rilevazione e definizione delle migliori strategie per il raggiungimento degli obiettivi del progetto Individuazione, sulla base delle caratteristiche del singolo destinatario, dell’ operatore del Centro di Ascolto (referente) incaricato di curarne il processo di recupero - Individuazione delle attività di animazione verso cui indirizzare i destinatari - Affiancamento del referente Riunione trimestrale di verifica dei progressi registrati ed eventuali modifiche da introdurre A cura del Responsabile del progetto Inserimento di volontari nel lavoro sociale Identificazione di 20 destinatari da inserire nel progetto Osservazione delle personeutenti Individuazione di una strategia di approccio individualizzata Assegnazione di ciascuna persona-utente ad un referente Sviluppo dell’azione di coinvolgimento Monitoraggio in fase Verifica finale Impostazione di progetti di educazione al lavoro A cura del Responsabile di progetto e del gruppo di coordinamento A cura del gruppo di coordinamento A cura di operatori e volontari dell’area Animazione A cura del gruppo di coordinamento A cura del gruppo di coordinamento Referenti Responsabile di progetto, Gruppo di coordinamento e referenti - Redazione di scheda finale di valutazione Responsabile di per ciascun destinatario dell’intervento da progetto, Gruppo di parte del referente coordinamento e - Discussione e decisione sulla opportunità referenti dell’inserimento in progetto finalizzato - Elaborazione di progetti individuali di Responsabile di massima progetto, Gruppo di - Discussione con le persone-utenti coordinamento e - Predisposizione di piano di azione e Responsabile area tempistica Educazione al lavoro 9 Direttiva 2009 4g. Programmazione temporale delle azioni (Indicare nella tabella mensile la durata di ciascuna azione e attività, indicate nella programmazione descrittiva) Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Insediamento gruppo coordinamento Selezione volontari 1g Identificazione destinatari intervento Osservazione destinatari intervento Individuazione strategia 1gg 3 gg 20 gg Assegnazione destinatari ai referenti Sviluppo azione di coinvolgimento Monitoraggio in fase Verifica finale 20gg 3 gg 1 g 20 20 20 1g 20 1g 20 20 20 20 20 15 1g 2gg Impostazione progetti educazione al lavoro 3gg 4h. Strumenti di valutazione intermedi e/o finali (Indicare, solo se previsti, gli strumenti di valutazione intermedi e/o finali eventualmente applicati con riferimento a ciascuna azione/risultato/obiettivo d progetto) Obiettivo Monitoraggio in fase Verifica finale Attività Riunione del gruppo di coordinamento e dei referenti coordinata dal Responsabile di progetto Riunione del gruppo di coordinamento e dei referenti coordinata dal Responsabile di progetto Tipologia strumenti - Rapporti dei referenti su comportamenti e atteggiamenti riscontrati nei destinatari durante il trimestre trascorso - Discussione di gruppo - Rapporto e parere finale del referente sull’esperienza maturata da ciascun destinatario - Decisione del gruppo di coordinamento sull’opportunità dell'avvio o meno di un progetto di educazione al lavoro 10 Direttiva 2009 4i. Attività di comunicazione (Indicare, se prevista, se sono previste attività di comunicazione del progetto) Descrizione dell’attività Mezzi comunicazione utilizzati/coinvolti Inserimento di due articoli con descrizione GIORNALINO PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE dell’avvio del progetto e resoconto finale (circa 5000 copie distribuite a volontari e sostenitori) Inserimento di spazio con sintesi del SITO WEB DELL’ASSOCIAZIONE progetto e resoconto finale 4l. Coinvolgimento dei giovani del territorio/comunità (Indicare, se previsto, in che modo si intendono coinvolgere i giovani, nonché la funzione che avranno nella realizzazione delle attività progettuali. Max 20-30 righe) È previsto, come precisato sopra, il coinvolgimento di 65 volontari. Tra questi saranno inseriti almeno 15 giovani di età inferiore a 26 anni. Il loro compito sarà quello di assistere gli operatori nell’avviare un dialogo con i destinatari che saranno coinvolti nell’esperienza e sviluppare con gli stessi un rapporto di fiducia che consenta un contatto sufficientemente assiduo da consentire di tracciare, con l’aiuto dell’operatore, un profilo psicologico della persona. L’obiettivo loro assegnato è quello, sotto la guida dell’operatore, di motivare il singolo destinatario a partecipare alle attività dell’Animazione e, progressivamente, a integrarsi con gli altri utenti del Centro diurno acquisendo dimestichezza e fiducia in se stesso e nel rapporto con gli altri fino alla valutazione della possibilità di inserimento, al termine dei dodici mesi, in un progetto di rieducazione al lavoro. Il lavoro sul campo, il contatto continuo con l’operatore, la partecipazione alle discussioni del gruppo di coordinamento consentiranno ai giovani di acquisire competenze pratiche ed esperienza nel lavoro sociale con persone in stato di estremo bisogno. 4m. Descrizione delle esperienze precedenti nello stesso settore cui si riferisce il progetto (Max 20-30 righe) L’ASSOCIAZIONE lavora nel settore da circa vent’anni. I termini delle sue attività correnti sono testimoniati dai seguenti dati relativi all’anno 2008: Centro di ascolto: 17.673 contatti corrispondenti a 811 persone Centro Diurno: 10.794 contatti corrispondenti a 450 persone Accoglienze di primo livello: 3.582 notti di accoglienza Accoglienze di secondo livello: 13.851 notti di accoglienza Laboratori di educazione al lavoro e stage presso aziende esterne: 26 persone per 20.243 ore di attività. Per quanto riguarda i progetti sviluppati specificamente nel settore cui si riferisce il progetto, qui si segnalano: - “URBAN II - Genova Centro storico”: anni di realizzazione 2002-2005; - “Il Sogno di Vladimir” finanziato dalla Unione Europea D.G. Occupazione e Affari Sociali: anni di realizzazione 2001-2002; - “Pecore nere” sostenuto con i fondi ex lege 328/2000 Regione Liguria / Comune di Genova – annualità 2002. 4n. Eventuali progetti presentati e finanziati negli anni precedenti ai sensi della legge 11.08.1991, n. 266 e relazioni finali presentate sulle attività svolte e finanziate (Indicare il titolo del/i progetto/i finanziato/i e la data di presentazione della/e relazione/i finale/i) L’Associazione San Marcellino ha beneficiato di due finanziamenti ai sensi della legge 11 agosto 1991 n. 266: 11 Direttiva 2009 - nel 1994 a valere sul progetto “Attività di animazione e socializzazione” nell’ambito dei servizi offerti dall’Associazione San Marcellino a favore delle persone senza dimora nella città di Genova per un importo pari a € 5.164,57; nel 2007 a valere sul progetto “Un giorno dopo l’altro” nell’ambito dei servizi offerti dall’Associazione San Marcellino a favore delle persone senza dimora nella città di Genova per un importo pari a € 30.525,06. 5 Destinatari dell’intervento 5a. Indicare i criteri e le modalità con cui sono stati o saranno individuati i destinatari dell’intervento (Max 20/30 righe) I destinatari dell'intervento saranno individuati all'interno dell'ampio gruppo di persone che si rivolgono all'ASSOCIAZIONE richiedendo assistenza e che risultano inserite nelle strutture di accoglienza residenziale della stessa. I criteri con i quali saranno individuati i destinatari dell’intervento sono: • costanza nella frequentazione ai colloqui con gli operatori del Centro di ascolto (referenti); • disponibilità manifestata dall’interessato al coinvolgimento nelle attività dell’ASSOCIAZIONE ed alle relazioni sociali. Il Centro di ascolto fornirà una lista dei candidati basata sull’analisi delle schede personali gestite dagli operatori del Centro. In una riunione del gruppo di coordinamento, caratteristiche e comportamenti dei candidati verranno esaminate e discusse anche sulla base dell’esperienza maturata nei contatti quotidiani dal Responsabile e dagli operatori dell’area Accoglienza. Al termine del confronto sarà redatta la lista definitiva delle persone destinatarie dell’intervento. Il numero dei destinatari del progetto (22) è superiore al numero dei destinatari degli inserimenti disponibili in funzione del turn-over previsto. 5b. Tipologia, numero e fascia anagrafica Destinatari Numero Fascia anagrafica Minori Adolescenti Giovani Giovani immigrati Famiglie Famiglie monoparentali Famiglie in difficoltà Immigrati Profughi Rifugiati politici Zingari Sinti Tossicodipendenti Alcoldipendenti Altre dipendenze (specificare) a) _______________________ Detenuti Ex detenuti 12 Direttiva 2009 Anziani Non autosufficienti Disabili fisici Disabili mentali Malati di depressione Malati terminali Persone senza fissa dimora Senza dimora Prostitute Altro (specificare) a) _______________________ 22 30-55 b) _______________________ c) _______________________ 5c. Formazione per i destinatari (Indicare, se previsto, le caratteristiche del/dei corso/corsi di formazione) Titolo del corso N. destinatari Durata Verifiche e eventuali strumenti utilizzati 6. Volontari dell’ente capofila/proponente 6a. Informazioni generali sui volontari dell’organizzazione proponente o ente capofila 1. Numero volontari attivi 450; di cui n. 34 iscritti nel libro dei soci 2. Numero volontari coinvolti nella realizzazione del progetto circa 250, di cui di età inferiore ai 26 anni n. 40. Comprendono sia i volontari dell'aria Animazione, direttamente impegnati nelle attività progettuali (circa 65), sia i volontari che operano nelle diverse strutture di accoglienza dell'Associazione in cui i destinatari sono inseriti. 6b. Ruolo/funzione dei volontari coinvolti nella realizzazione del progetto Attività Ruolo/Funzione Rilevazione dei comportamenti tenuti dai destinatari dell’intervento all’interno del Centro diurno e durante le attività promosse dall’area Animazione ai fini dell’individuazione della migliore strategia di approccio Sulla base della strategia di approccio definita dal gruppo di coordinamento, avviare e sviluppare una stretta relazione con il/i destinatario/i assegnato/i stimolandone l’adesione alle diverse attività di animazione e rilevandone con discrezione i comportamenti. Segnalare all’operatore-referente Il ruolo assegnato prevede: - affiancamento al/i destinario/i dell’intervento - rilevazione dei comportamenti e delle propensioni dimostrate - rapporto periodico all’operatore - collaborazione con l’operatore alla redazione del rapporto di sintesi L’azione del volontario, integrandosi con quella più ampia dell’operatore, deve consentire lo sviluppo di una relazione ricca e articolata tale da consentire l’instaurarsi di un rapporto di fiducia. Egli, pur non sostituendosi all’operatore, deve supportarne il ruolo integrando e dando continuità all’azione impostata Il volontario ha il compito di riferire i progressi da lui 13 Direttiva 2009 eventuali difficoltà nella relazione o comportamenti difformi dalle aspettative e/o dagli obiettivi del progetto Partecipazione ai monitoraggi in fase registrati ma soprattutto quelle che, a suo giudizio, possono essere criticità rilevanti ai fini del successo del progetto Nel caso in cui sia necessario, il volontario sarà coinvolto nelle riunioni periodiche di monitoraggio al fine di integrare il rapporto presentato dall’operatore referente 6c. Informazioni generali sui volontari delle organizzazioni partner o delle reti di collegamento Attività Nome Ente Facilitazione all'inserimento e al percorso da parte dei destinatari del progetto, di cambiamento di stile di vita attuato a partire dalla frequenza agli incontri settimanali nei Club degli alcolisti in Trattatamento. N. volontari partner ARCAT LIGURIA 6 (Associazione Regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento) 6d. Attività formative rivolte ai volontari (Indicare, se previsto, le caratteristiche del/dei corso/corsi di formazione) Titolo del corso Durata N. volontari ente proponente/capofila N. volontari partner N. volontari reti di collegamento 7. Risorse umane coinvolte (Indicare nella seguente tabella il numero di persone impegnate nel progetto per profilo professionale e tipo di rapporto con l’organizzazione deve corrispondere quanto indicato nelle pertinenti macrovoci (B e C) del piano economico ) Rapporto del personale con l’organizzazione Volontari Rapporto del personale con l’organizzazione Responsabile del progetto Responsabile amministrativo/contabile Psicologo Sociologo Assistente sociale Consulente legale Animatore Mediatore/Consulente familiare Mediatore linguistico culturale Infermiere professionale Personale che sarà reperito attraverso partenariato (convenzione, protocollo d’intesa, ecc. correlati al progetto) Personale dipendente (rapporto di lavoro con l’ente proponente) Personale esterno (altri collaboratori ad es. con contratti a progetto) Servizio civile Altro specificare la tipologia (pena l’esclusione) 1 1 65 14 Direttiva 2009 Medico Psichiatra Pensionato Casalinga Altro (specif. la tipologia, pena l’esclusione) a) Educatore profess. b) Studenti universitari Totale 6 1 4 66 7 1 4 8. Presentazione congiunta con altre organizzazioni di volontariato, partner, reti di collegamento e soggetti terzi delegati 8a. Eventuale presentazione congiunta con altre organizzazioni di volontariato (Aggiungere tante tabelle quanti sono i soggetti coinvolti) Nessuna 8b. Eventuali partner (Aggiungere tante tabelle quanti sono i soggetti coinvolti) Nessuna 8c. Altri enti in reti di collegamento (Aggiungere tante tabelle quanti sono i soggetti coinvolti) Natura giuridica ARCAT LIGURIA (Associazione Regionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento) Organizzazione di volontariato Rappresentante legale Sorrenti Gabriele Sede legale Vico di Mezzagalera, 4r; 16123 Genova Denominazione Sede Operativa (se diversa dalla sede legale) Telefono 010 / 503110 Fax 010 / 503110 e-mail [email protected] Referente per il progetto Sorrenti Gabriele - legalmente costituita a far data dal 29/01/1994; - iscritta al Registro regionale o provinciale di volontariato, di cui all’ art. 6 della legge n. 266/1991, con provvedimento n. 961 del 13/11/1995 e che è tuttora iscritta al predetto Registro [sì] ; ed opera nei seguenti settori di intervento (quelli indicati nel decreto regionale di iscrizione): sanitario. Se trattasi di organizzazione di volontariato Tipologia di accordo Convenzione privata N. risorse umane dedicate al progetto 1 N. volontari dedicati al progetto 6 15 Direttiva 2009 Funzione e valore aggiunto al progetto L’ARCAT LIGURIA, attraverso la propria opera di coordinamento, sosterrà le persone con problemi alcol correlati inserite nel progetto e che entreranno in qualità di membri nei Club degli Alcolisti in Trattamento attivi sul territorio. I Club degli Alcolisti in Trattamento sono comunità multi-familiari che si riuniscono per circa un ora e mezza una volta alla settimana in un luogo, in un giorno e ad un orario fisso alla presenza di un servitore-insegnante. Il trattamento proposto dall’ARCAT LIGURIA consiste fondamentalmente nella frequenza regolare al Club e ai momenti formativi specifici, in particolare alle “Scuole alcologiche territoriali (SAT)” ed agli “Interclub” (incontri periodici di più Club). Nel progetto l’ARCAT LIGURIA si impegna a favorire l’inserimento delle persone segnalate dalla proponente in merito al progetto stesso nel Club degli Alcolisti in Trattamento che sia da ritenersi più idoneo per ogni singola persona presa in considerazione e a favorire il contatto tra gli operatori della proponente e il servitore-insegnante del Club in questione. La partecipazione ai Club degli Alcolisti in Trattamento comporta la messa in discussione dello stile di vita personale e del ruolo all’interno della comunità in cui l’individuo è inserito proponendo un percorso di crescita e di superamento della dipendenza dall’alcol consentendo un più rapido coinvolgimento nelle attività di animazione organizzate dall’Associazione San Marcellino. 8d. Eventuali soggetti terzi delegati Nessuna Data, Genova 11 / 06 / 2010 Firma del legale rappresentante __________________________________ 16 Direttiva 2009