1 ORIGINE DEI TOPONIMI Lo studio sull`origine dei toponimi
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1 ORIGINE DEI TOPONIMI Lo studio sull`origine dei toponimi
ORIGINE DEI TOPONIMI Lo studio sull’origine dei toponimi assume particolare interesse quando riguarda territori nei quali i nomi riportati sui documenti catastali ufficiali, abitualmente redatti in lingua italiana, derivano da nomi che in precedenza erano pronunciati soltanto in dialetto. Due aspetti sono particolarmente significativi. Il primo riguarda l’uso di parole di valore generico, eventualmente associati con diverse specificazioni. Il secondo si riferisce alle modalità con cui i toponimi catastali sono derivati da quelli dialettali e alle conseguenze pratiche che ne derivano. Glossario dei toponimi generici Quasi tutti i toponimi sono sintagmi basati sull’associazione al nome della località di articoli, preposizioni o avverbi (ad esempio ‘u Riâ, ‘l ‘n Avìğği, sal Sèlli, Sótt al Sass, la Casìna ‘d Só, la Bàlma da Sótt). Molti di essi sono inoltre forme polirematiche nelle quali uno dei termini indica il tipo o la destinazione d’uso del terreno, l’altro la proprietà o la località (così per Cà ‘d Ġanòli, ‘l Camp d’i Fréi, al Crös ‘d la Pichèra). Altre volte invece il toponimo è rappresentato semplicemente da un termine generico, quasi sempre in forma sintagmatica (ad esempio la Bùnda, l’Uréll, la Piàna), che si ritrova spesso ripetuto, talvolta con ulteriori specificazioni, in aree territoriali diverse. Nell’elenco che segue sono riportati, con una breve descrizione derivata dal significato locale ed un esempio, alcuni dei termini generici più frequentemente riscontrati nel territorio di Campertogno, ma rilevabili anche altrove nell’alta Valgrande del Sesia: alp: alpe, alpeggio bàlma, balmèlla, balmùň: cavità, riparo sotto roccia bandì: località bandita, non utilizzabile baràġġa: terreno a livello del fiume bóru: macereto per la canapa bósc: bosco buchëtta: bocchetta, intaglio di monte bùnda, bundùň, bundàċċa: luogo nascosto, recesso bütô: striscia di pascolo ripido in parete ca’: casa: edificio camp, campéll: terreno coltivato, campo carâ: strada selciata, area cintata cašèra: baita casìna: cascinale, stalla ċénğu: sporgenza di rupe, cengia cólma, culmëtt: località pianeggiante in cresta 1 l’Alp dal Bósc la Bàlma dal Dišartà ‘l Bandì dal ‘n Aviğği ‘l Ğàri ‘d la Baràġġa i Bóri ’d Biùnda ‘l Bósc Grand la Buchëtta dal Ġanpérall ‘l Bundùň ‘d la Caudéra ‘l Bütô d’i Grancàrli Ca’ ‘d Grampìň i Chémp ‘d la Vìlla s’la Carâ la Cašèra d’i Gàit la Casìna ‘d Só i Ċénği ‘d Ġànn la Cósta Sòlia čós: luogo cintato còsta, custàlla : fianco di monte, terreno ripido crös, crušàll: torrente, rivo, rio ċümma: cima, località sopraelevata funtàna, funtanìň: fontana, sorgente gàbbiu: greto ġaċċ, ġaċëtt (anche ğaċċ, ğaċëtt): pascolo ğavìna: macereto, pietraia ġèrbiu: gerbido, terreno incolto ğàra: giara, ghiaieto güla: gola, orrido lag: lago, specchio d’acqua lìmiu: stretto terreno erboso mijâ, mijarèll: pascolo selvatico mòjja: terreno bagnato, acquitrinoso mulìň: mulino ör, uréll, uràċċ: orlo, ciglio parèj: parete, dirupo pasquê: pascolo pass: passo, passaggio, valico pè: piede, base di pendio pëċċa, piċòla: picea, abete rosso pèssa: appezzamento di terreno piàň, piàna, pianèlla, pianàċċa: luogo pianeggiante piòvva, piuvâ: lastra di pietra pìssa, pisòla, pisùň: cascata prà, pralëtt: prato, praticello préiša: presa d’acqua prèja: pietra, roccia râ: radura riâ, rialëtt: riale rìva, rivëtt, rivùň, rivàċċa: ripa, terreno in pendenza rùġġa: canale, condotta ruňc, róiňc, ruňcàċċ: terreno dissodato rüša: terreno franoso sass, saséll: sasso, roccia, dirupo slëtt, slëtiň: piccola sella, selletto sèlla: parte di monte a forma di sella sélva, selvëtt: selva, bosco strâ, stralëtt: strada, mulattiera strìčča, strìčùň: sentiero, vicolo sulìv: luogo soleggiato tëčč: tetto, fienile turbëtt: terreno alluvionale 2 ‘l Prà Čós la Còsta Fiurìa ‘l Crös Malcùnċ ‘ň Ċümma la Rìva la Funtàna d’i Prévi ‘l Gàbbiu ‘d la Vìlla ‘l Piàň d’u Ġaċċ la Ğavìna d’i Tëčč ‘l Ġèrbiu d’i Tëčč ‘l Ğàri ‘d la Baràġġa ‘l Güli ‘l Lâg da ‘ň Ċümma i Lìmji ‘d la Bùnda la Mijâ dal Casìni la Mòjja Pìtta ‘l Mulìň Masö s’l’Ör ‘d Saň Ġuànn la Parèj da Nôna ‘l Pasquê dal Prévi ‘l Pass Brütt Pè ‘d la Rìva ‘l Piàň Piċòli al Pèssi s’la Piàna dal Punt ‘l Piuvalàċċ la Pìssa d’i Cüiċ ‘l Prà Grand la Préiša la Prèjalüs la Râ dal Lag ‘u Riâ ‘l Rivëtt Pìttu la Rùġġa d’i Mulìň i Róiňc dal Lagùň la Rüša d’u Slëtt ‘l Sass Brüšà ’u Slëtt la Sèlla dal Magnàň ‘l Ör ‘d la Sélva la Strâ Vèğğa la Strìčča ‘d Parô ‘l Sulìv dal Bèichi i Tëčč i Turbëit d’i Tëčč türiu: torrione uvàg, uvaghéll: luogo poco soleggiato, bacìo vall, valùň: valle, avvallamento varsüra, varsürëtt: terreno fertile su morene insinuate s’i Türji la Madònna ‘d l’Uvàg ‘l Valùň Baghëtt la Varsüra d’i Tëčč Si noti inoltre che è consuetudine locale indicare gli edifici religiosi di ogni tipo (chiese, oratori, cappelle ed edicole) direttamente con l’agionimo, il nome del santo titolare, per cui Saň Marc sta per ‘Oratorio di San Marco’, la Madònna dal Gràssji per ‘Oratorio della Madonna delle Grazie’ e Sànta Catlìna per ‘Cappella di Santa Caterina’. Come si è appena detto, occorre tener presente che nella maggior parte dei casi i termini generici sono completati nel toponimo da una specificazione: ciò si ottiene associando un nome personale (es: ‘l Sulìv dal Bèichi), una precisazione di luogo (es: i Turbëit d’i Tëčč), un dettaglio di posizione (es: la Parèj da Nôna), un aggettivo (es: ‘l Crös Malcùnċ), un nome legato alla tradizione (es: la Pìssa d’i Cüiċ) o un avverbio (es: ‘l Campéll da Sóra). Ciò comporta una apparente ridondanza nell’uso dei termini generici, di cui bisogna tener conto, ma che non è eludibile in quanto la forma polirematica che ne deriva riflette nel modo più appropriato le consuetudini tradizionali nel denominare le località Derivazione dei toponimi catastali da quelli dialettali La maggior parte dei toponimi catastali deriva da preesistenti toponimi dialettali locali di uso corrente. Nell’alta Valgrande del Sesia sono presenti due distinte aree linguistiche, l’area valsesiana e l’area walser. Area valsesiana Nella maggior parte dei casi il toponimo catastale è semplicemente una trascrizione in italiano del toponimo dialettale. Nella maggioranza dei casi c’è discreta somiglianza tra il toponimo italiano e quello dialettale originale, di cui sono mantenute, pur con qualche approssimazione, le caratteristiche fonetiche e grafiche; invece, come già accade in alcuni casi per il toponimo dialettale, se ne perde quasi sempre il significato etimologico originale (peraltro quasi sempre ricostruibile). Esempi: Scàrpia (equival. dial. di scarpata) Saséll (dim. di sass: sasso, per dirupo) Vucàň (da oveca [lat.]: pecora) Vašnèra (da vallis nigra [lat.]: valle nera) Pëċċa (da picea [lat.]: abete rosso) 3 Scarpia Sassello Voccano Vasnera Peccia Custiöi (dim. m. pl. di còsta: fianco di monte) Piàň Patàċċ (pegg. di pàttu: straccio) Canvàċċa (pegg. di cànva: canapa) Costiole Pian Pataccio Canvaccia In altri casi la trascrizione comporta invece una più complessa alterazione della grafia o del significato del toponimo dialettale. Ciò non ostante il toponimo italiano che ne deriva viene reso ufficiale nei documenti catastali o notarili ed in tal modo il suo uso si consolida nel tempo. Esempi: Őr (orlo, ciglio) ‘U rpiàň (il pianoro) Ğaċċ (giaciglio) Uréll (dim. di ör) Uràċċ (pegg. di ör) Camp d’i fréi (campo dei fabbri /fratelli) Calùň (anca) Oro, Eur Orpiano Ghiaccio Orello Oraccio Campo dei Frei Callone È evidente come in molti di questi casi la ricostruzione del significato originale del toponimo dai documenti catastali sia particolarmente difficile. Area walser La trascrizione catastale dei toponimi, che in questo caso erano originariamente in titzschu (la parlata di radice germanica dei walser), fu in pochi casi molto più semplice che nell’area valsesiana, in quanto il toponimo catastale venne riportato tal quale, senza alcuna variazione rispetto al toponimo dialettale originale. Nella maggior parte dei casi invece il toponimo catastale venne ricavato riproducendo approssimativamente il suono di quello dialettale originale, con una relativa (quasi sempre inadeguata) corrispondenza fonetica, ma con la perdita di corrispondenza semantica. In altri casi ancora il toponimo fu derivato dalla traduzione in italiano del significato del toponimo dialettale. Esempi: Im Land (lett. nel paese) Fun d’Ekku (lett. sulla morena) In ds Hafeiaz (lett. al prato del porto) Fun d’ Fenje (lett. alle vigne) Zar Sogu (lett. alla segheria) Im Undre Grobe (lett. nel canalone inferiore) Z’ am Schteg (lett. al ponte) Alagna Fondecco Safejaz Vigne Resiga Riale Ponte Molti altri esempi sono riportati nel documento MACROTOPONIMI (Gli insediamenti) nella sezione TOPONOMASTICA di questo stesso sito. 4