Rischio Radiazioni - liceovallone.gov.it
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RISCHI FISICI – RADIAZIONI Definizioni Le radiazioni sono una forma di trasporto dell’energia emessa dalle sorgenti che le producono (es. una lampada per illuminazione emette radiazioni visibili, una antenna per trasmissioni televisive emette radioonde, una sorgente radioattiva emette particelle α). Le radiazioni si classificano in base all’energia ad esse associata. Questa energia può anche essere espressa in termini di frequenza dell’onda elettromagnetica in quanto esiste una relazione di diretta proporzionalità tra le due grandezze. Le modalità di interazione delle radiazioni con l’uomo ed i conseguenti effetti sulla salute dipendono dall’energia delle radiazioni stesse. Per tale ragione dal punto di vista protezionistico si conviene di distinguere le radiazioni in IONIZZANTI (raggi X, α, β, γ ed altre radiazioni emesse da sostanze radioattive) e NON IONIZZANTI (radiazioni ottiche, radiofrequenze, microonde e ELF) 1 20 18 16 41 10 41E-2 12 8 6 10 41E-10 4 41E-12 10 2 10 0 0 a nz ue eq ) Campi Statici 0 Hz 41E-14 a Campi Frequenza industriale 50 Hz 41E-8 10 Radioemissioni AM 0.1 - 30 MHz Monitor computer 50 - 90 Hz & 15 - 30 kHz 41E-6 gi Radioemissioni CB 27 MHz 10 er Radioemissioni FM 88 - 108 MHz 4 10 z) Radioemissioni Televisive 30 - 900 MHz 41E-4 10 (H Trasmissioni Satellitari Radar, Ponti Radio 10 - 100 Ghz Telefonia Mobile 900 - 980 MHz 1800 - 1900 MHz V 10 Radiazioni Ottic he 14 (e Raggi X Infrarosso - Visibile - Ultravioletto RADIAZIONI NON IONIZZANTI 41E+ 2 10 En Raggi alfa beta e gam ma Definizioni 41E+ 4 10 Fr RADIAZIONI IONIZZANTI RISCHI FISICI – RADIAZIONI 2 RISCHI FISICI - RADIAZIONI IONIZZANTI Sono in grado di provocare alterazioni alla struttura cellulare (ionizzazione) e sono caratterizzate dai seguenti parametri: energia > 120 eV, frequenza > 30x1015 Hz. Ogni individuo della popolazione è esposto a radiazioni ionizzanti provenienti da sorgenti naturali, come quelle prodotte dai raggi cosmici, dai materiali da costruzione, dalla composizione del suolo, dall’inalazione e/o ingestione di radionuclidi provenienti dal decadimento di elementi primordiali (famiglie radioattive naturali: U-238, Th-232). Oltre alle note applicazioni mediche per radiodiagnostica e alla radioterapia, nonché alla produzione di energia (centrali nucleari) si possono impiegare nella ricerca e nell’industria (settore alimentare, controlli non distruttivi su vari materiali ecc.) Negli ambienti scolastici è raro incontrare questo tipo di rischio, ma occorre verificare l’eventuale presenza nelle attrezzature destinate all’insegnamento di alcune materie scientifiche (scienze naturali, chimica, fisica, ecc.), di: reagenti a base di Uranio, Torio, Radio, ecc.; minerali contenenti sostanze radioattive naturali (U, Th, Ra, K, ecc); tubi a vuoto e a raggi X e sorgenti radioattive utilizzate nelle esperienze di fisica. Qualora venissero rinvenuti tali materiali, è consigliabile rivolgersi ad un Ente Pubblico (ARPA; AUSL; VVFF) per i consigli sulle modalità di conservazione, utilizzo e smaltimento. Legislazione specifica di riferimento: D.Lgs. n. 230/95 e successive modifiche 3 RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE Comprendono gli Ultravioletti (UV), il visibile (luce) e gli Infrarossi (IR). L’energia di queste radiazioni risulta compresa tra 120 eV (frequenza = 300 1014 Hz) e 1.2 10-3 eV (frequenza = 300 109 Hz) Dal punto di vista protezionistico le radiazioni ottiche si suddividono in NON COERENTI (o INCOERENTI) e COERENTI. Sorgenti non coerenti: tutte quelle di comune e più familiare impiego, come ad esempio il sole, le lampade per l’illuminazione, le lampade abbronzanti, le radiazioni ottiche emesse nei processi di saldatura e di fusione, ecc. Sorgenti coerenti: sono più comunemente note con il nome di LASER; per le loro proprietà peculiari esse occupano un posto di primaria importanza nell’ambito della protezione dalle radiazioni ottiche. Gli organi bersaglio delle radiazioni ottiche sono principalmente gli occhi e la pelle. La luce visibile è l’unica banda dello spettro elettromagnetico direttamente rivelabile dagli occhi; essa raggiunge la retina senza subire apprezzabili attenuazioni, mentre l’UV e l’IR sono fortemente assorbiti dalle strutture antistanti (Vitreo, Cristallino e Cornea). La pelle riflette gran parte della luce visibile e del vicino IR, mentre assorbe quasi completamente l’UV e il lontano IR. In ambito scolastico, in generale non si riscontrano sorgenti di radiazioni ottiche incoerenti di rilevanza protezionistica. Tuttavia, in alcune attività didattiche di Istituti Professionali, quali ad esempio la saldatura e la polimerizzazione di resine ed inchiostri (odontotecnici, tipografi), possono verificarsi esposizioni in particolare a radiazioni UV. Inoltre anche nei Laboratori di Biologia e Microbiologia, la presenza di lampade germicide che emettono radiazioni UV, può comportare esposizione. Misure di protezione: utilizzo di indumenti e occhiali protettivi; allontanamento dell’operatore il più possibile dalla sorgente; segnalazione e delimitazione delle aree in cui è possibile l’esposizione con apposizione di cartellonistica specifica. 4 RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE Laser Particolare attenzione va posta alle sorgenti Laser, la cui diffusione va aumentando sempre più marcatamente al pari dell’estendersi delle applicazioni ai settori più svariati quali: telecomunicazioni, industria, commercio, spettacolo, ricerca, medicina, ecc. Nel mondo della scuola si possono trovare sorgenti Laser nelle attività didattiche connesse all’insegnamento di alcune materie. Ad esempio in Fisica possono essere utilizzati laser nelle esperienze didattiche sulle radiazioni ottiche. Negli Istituti Tecnici per Geometri, molte attrezzature per rilevamenti di cantiere e topografici prevedono l’impiego di laser. Negli Istituti Tecnici Industriali ad indirizzo Telecomunicazioni, alcune esperienze di laboratorio potrebbero prevedere l’impiego di trasmettitori laser per alimentare fibre ottiche. Inoltre non è da sottovalutare l’impiego dei puntatori laser, molto diffusi tra gli studenti ed utilizzati anche dagli insegnanti al posto della tradizionale bacchetta. In particolare, recenti indagini hanno evidenziato come quelli in uso tra gli studenti siano spesso fuori norma. 5 RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE Laser E’ importante sapere che ogni Laser deve riportare una targhetta che ne identifica la classe di rischio: Classe 1: Laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili. I Livelli di Emissione Accessibili (LEA) sono sempre inferiori alle Esposizioni Massime Permesse (EMP) Classe 2: Laser che emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda del visibile (400 - 700 nm). La protezione dell’occhio, anche in condizioni di visione assistita da strumenti ottici (binocoli, telescopi, microscopi), è assicurata dalle reazioni di avversione alla luce intensa, come ad esempio il riflesso palpebrale. Classe 3A: La visione diretta e non assistita da strumenti ottici di fasci laser appartenenti a questa classe non è normalmente pericolosa. Per tale ragione sono simili a quelli delle classi 1 e 2. Tuttavia, al contrario di questi ultimi, la visione diretta assistita da strumenti ottici può essere pericolosa per l’occhio. L’intervallo spettrale di funzionamento riguarda tutto lo spettro delle radiazioni ottiche, dal lontano infrarosso al lontano ultravioletto Classe 3B: La visione diretta del fascio di questi laser è sempre pericolosa. La visione di riflessioni diffuse è normalmente non pericolosa. Classe 4: Laser che possono produrre riflessioni diffuse pericolose, causare lesioni alla pelle ed anche costituire un pericolo d’incendio, soprattutto in presenza di sostanze infiammabili. Il loro uso richiede molta cautela. 6 RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE Laser Misure di protezione: non sono necessarie per i laser di classe 1, mentre per i laser di classe 2 e 3A, l’avvertenza principale è quella di non guardare il fascio diretto specie se si usano strumenti ottici (classe 3A). Per quelle applicazioni in cui si impiegano laser di classe superiore alla 3A è spesso possibile la schermatura completa dell’apparecchiatura e di tutti i percorsi del fascio; quando ciò non è realizzabile è necessario adottare misure protettive, che possono andare dalla delimitazione della zona operativa del Laser, alla dotazione di occhiali e indumenti protettivi. Legislazione di riferimento (sorgenti coerenti e non coerenti): DPR 19 marzo 1956 n.303 (non specifica) Limiti di esposizione di: ANSI (American National Standard Institute) IRPA (International Radiation Protection Agency) ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection) BRH (Bureau of Radiological Health) ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) Norma CEI EN 60825 – 1 (Laser) 7 RISCHI FISICI - CAMPI ELETTROMAGNETICI, RADIOFREQUENZE, MICROONDE L’acronimo ELF deriva dall’Inglese “Extremely Low Frequencies” ed indica i Campi Elettrici e Magnetici generati da sorgenti operanti a frequenze estremamente basse (0 – 10 kHz). L’acronimo RF-MO indica invece i Campi Elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 10 kHz e 300 GHz cosiddetti a Radiofrequenza (10 kHz – 400 MHz) e Microonde (400 MHz – 300 GHz). Le sorgenti più rilevanti e diffuse di questi campi sono riconducibili alla produzione, trasporto e utilizzazione dell’energia elettrica (campi elettrici e magnetici ELF a 50 Hz) e alle telecomunicazioni (trasmissioni radio e televisive in banda 100 kHz – 900 MHz e telefonia mobile nelle bande 900 MHz, 1800 MHz e 2100 MHz). Gli effetti principali dell’interazione di questi campi con l’uomo sono riconducibili all’induzione di correnti elettriche all’interno del soggetto esposto che interferiscono e alterano la normale attività elettrofisiologia. 8 RISCHI FISICI - CAMPI ELETTROMAGNETICI, RADIOFREQUENZE, MICROONDE I Monitor dei PC (che generano campi elettromagnetici a 50 Hz e nell’intervallo 15–30 kHz) sono, in ambito scolastico, le sorgenti più diffuse di RF che producono bassi livelli di campo di scarsa rilevanza protezionistica; inoltre con l’introduzione dei Monitor LCD (cristalli liquidi), si sono riscontrate ulteriori drastiche riduzioni dei livelli di campo rispetto ai tradizionali CRT (a raggi catodici). Una sorgente che si sta affacciando all’orizzonte è legata all’accesso ai servizi multimediali quali, ad esempio, Internet attraverso le cosiddette reti “Wireless”. Gli “Access Point” della rete Wireless, installati all’interno delle strutture scolastiche e l’analogo ricetrasmettitore installato a bordo dei PC sono una fonte di campi elettromagnetici ad alta frequenza analoga a quella dei telefonini. In alcuni Istituti ad indirizzo Elettrotecnico e Telecomunicazioni possono essere presenti attrezzature di laboratorio quali Trasformatori, Motori Elettrici, Trasmettitori e relativi Sistemi Radianti in grado di generare i campi elettromagnetici più sopra descritti. Infine occorre segnalare l’eventuale presenza all’interno degli ambienti scolastici di Cabine di Trasformazione o la prossimità di Linee Elettriche ad Alta Tensione o Impianti per le Trasmissioni Radio e Televisive. Misure di protezione: di carattere strutturale nella dislocazione delle sorgenti e dei posti di lavoro; distanza dalle sorgenti; schermatura e/o delocalizzazione delle sorgenti. Legislazione di riferimento: DPCM 23.04.1992 e successive modifiche/integrazioni DM 381/98 Legge quadro 36/2001 9