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RISCHI FISICI – RADIAZIONI
Definizioni
Le radiazioni sono una forma di trasporto dell’energia emessa dalle sorgenti che le producono (es. una lampada per
illuminazione emette radiazioni visibili, una antenna per trasmissioni televisive emette radioonde, una sorgente
radioattiva emette particelle α).
Le radiazioni si classificano in base all’energia ad esse associata. Questa energia può anche essere espressa in
termini di frequenza dell’onda elettromagnetica in quanto esiste una relazione di diretta proporzionalità tra le due
grandezze.
Le modalità di interazione delle radiazioni con l’uomo ed i conseguenti effetti sulla salute dipendono dall’energia delle
radiazioni stesse. Per tale ragione dal punto di vista protezionistico si conviene di distinguere le radiazioni in
IONIZZANTI (raggi X, α, β, γ ed altre radiazioni emesse da sostanze radioattive) e NON IONIZZANTI
(radiazioni ottiche, radiofrequenze, microonde e ELF)
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41E-2
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a
nz
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eq
)
Campi Statici
0 Hz
41E-14
a
Campi Frequenza
industriale 50 Hz
41E-8
10
Radioemissioni AM
0.1 - 30 MHz
Monitor computer
50 - 90 Hz
& 15 - 30 kHz
41E-6
gi
Radioemissioni CB
27 MHz
10
er
Radioemissioni FM
88 - 108 MHz
4
10
z)
Radioemissioni Televisive
30 - 900 MHz
41E-4
10
(H
Trasmissioni Satellitari
Radar, Ponti Radio
10 - 100 Ghz
Telefonia Mobile
900 - 980 MHz
1800 - 1900 MHz
V
10
Radiazioni Ottic he
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(e
Raggi X
Infrarosso - Visibile - Ultravioletto
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
41E+ 2
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En
Raggi alfa
beta e gam ma
Definizioni
41E+ 4
10
Fr
RADIAZIONI
IONIZZANTI
RISCHI FISICI – RADIAZIONI
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RISCHI FISICI - RADIAZIONI IONIZZANTI
Sono in grado di provocare alterazioni alla struttura cellulare (ionizzazione) e sono caratterizzate dai seguenti
parametri: energia > 120 eV, frequenza > 30x1015 Hz.
Ogni individuo della popolazione è esposto a radiazioni ionizzanti provenienti da sorgenti naturali, come quelle
prodotte dai raggi cosmici, dai materiali da costruzione, dalla composizione del suolo, dall’inalazione e/o ingestione di
radionuclidi provenienti dal decadimento di elementi primordiali (famiglie radioattive naturali: U-238, Th-232).
Oltre alle note applicazioni mediche per radiodiagnostica e alla radioterapia, nonché alla produzione di energia
(centrali nucleari) si possono impiegare nella ricerca e nell’industria (settore alimentare, controlli non distruttivi su vari
materiali ecc.)
Negli ambienti scolastici è raro incontrare questo tipo di rischio, ma occorre verificare l’eventuale presenza nelle
attrezzature destinate all’insegnamento di alcune materie scientifiche (scienze naturali, chimica, fisica, ecc.), di:
reagenti a base di Uranio, Torio, Radio, ecc.; minerali contenenti sostanze radioattive naturali (U, Th, Ra, K, ecc); tubi
a vuoto e a raggi X e sorgenti radioattive utilizzate nelle esperienze di fisica.
Qualora venissero rinvenuti tali materiali, è consigliabile rivolgersi ad un Ente Pubblico (ARPA; AUSL; VVFF) per i
consigli sulle modalità di conservazione, utilizzo e smaltimento.
Legislazione specifica di riferimento:
D.Lgs. n. 230/95 e successive modifiche
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RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE
Comprendono gli Ultravioletti (UV), il visibile (luce) e gli Infrarossi (IR). L’energia di queste radiazioni risulta
compresa tra 120 eV (frequenza = 300 1014 Hz) e 1.2 10-3 eV (frequenza = 300 109 Hz) Dal punto di vista
protezionistico le radiazioni ottiche si suddividono in NON COERENTI (o INCOERENTI) e COERENTI.
Sorgenti non coerenti: tutte quelle di comune e più familiare impiego, come ad esempio il sole, le lampade per
l’illuminazione, le lampade abbronzanti, le radiazioni ottiche emesse nei processi di saldatura e di fusione, ecc.
Sorgenti coerenti: sono più comunemente note con il nome di LASER; per le loro proprietà peculiari esse occupano
un posto di primaria importanza nell’ambito della protezione dalle radiazioni ottiche.
Gli organi bersaglio delle radiazioni ottiche sono principalmente gli occhi e la pelle. La luce visibile è l’unica banda
dello spettro elettromagnetico direttamente rivelabile dagli occhi; essa raggiunge la retina senza subire apprezzabili
attenuazioni, mentre l’UV e l’IR sono fortemente assorbiti dalle strutture antistanti (Vitreo, Cristallino e Cornea). La
pelle riflette gran parte della luce visibile e del vicino IR, mentre assorbe quasi completamente l’UV e il lontano IR.
In ambito scolastico, in generale non si riscontrano sorgenti di radiazioni ottiche incoerenti di rilevanza protezionistica.
Tuttavia, in alcune attività didattiche di Istituti Professionali, quali ad esempio la saldatura e la polimerizzazione di
resine ed inchiostri (odontotecnici, tipografi), possono verificarsi esposizioni in particolare a radiazioni UV. Inoltre
anche nei Laboratori di Biologia e Microbiologia, la presenza di lampade germicide che emettono radiazioni UV, può
comportare esposizione.
Misure di protezione:
utilizzo di indumenti e occhiali protettivi; allontanamento dell’operatore il più possibile dalla sorgente; segnalazione e
delimitazione delle aree in cui è possibile l’esposizione con apposizione di cartellonistica specifica.
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RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE
Laser
Particolare attenzione va posta alle sorgenti Laser, la cui diffusione va aumentando sempre più marcatamente al
pari dell’estendersi delle applicazioni ai settori più svariati quali: telecomunicazioni, industria, commercio, spettacolo,
ricerca, medicina, ecc.
Nel mondo della scuola si possono trovare sorgenti Laser nelle attività didattiche connesse all’insegnamento di
alcune materie. Ad esempio in Fisica possono essere utilizzati laser nelle esperienze didattiche sulle radiazioni
ottiche. Negli Istituti Tecnici per Geometri, molte attrezzature per rilevamenti di cantiere e topografici prevedono
l’impiego di laser. Negli Istituti Tecnici Industriali ad indirizzo Telecomunicazioni, alcune esperienze di laboratorio
potrebbero prevedere l’impiego di trasmettitori laser per alimentare fibre ottiche.
Inoltre non è da sottovalutare l’impiego dei puntatori laser, molto diffusi tra gli studenti ed utilizzati anche dagli
insegnanti al posto della tradizionale bacchetta. In particolare, recenti indagini hanno evidenziato come quelli in uso
tra gli studenti siano spesso fuori norma.
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RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE
Laser
E’ importante sapere che ogni Laser deve riportare una targhetta che ne identifica la classe di rischio:
Classe 1: Laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili. I Livelli di Emissione
Accessibili (LEA) sono sempre inferiori alle Esposizioni Massime Permesse (EMP)
Classe 2: Laser che emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda del visibile (400 - 700 nm). La protezione
dell’occhio, anche in condizioni di visione assistita da strumenti ottici (binocoli, telescopi, microscopi), è assicurata
dalle reazioni di avversione alla luce intensa, come ad esempio il riflesso palpebrale.
Classe 3A: La visione diretta e non assistita da strumenti ottici di fasci laser appartenenti a questa classe non è
normalmente pericolosa. Per tale ragione sono simili a quelli delle classi 1 e 2. Tuttavia, al contrario di questi ultimi, la
visione diretta assistita da strumenti ottici può essere pericolosa per l’occhio. L’intervallo spettrale di funzionamento
riguarda tutto lo spettro delle radiazioni ottiche, dal lontano infrarosso al lontano ultravioletto
Classe 3B: La visione diretta del fascio di questi laser è sempre pericolosa. La visione di riflessioni diffuse è
normalmente non pericolosa.
Classe 4: Laser che possono produrre riflessioni diffuse pericolose, causare lesioni alla pelle ed anche costituire un
pericolo d’incendio, soprattutto in presenza di sostanze infiammabili. Il loro uso richiede molta cautela.
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RISCHI FISICI - RADIAZIONI OTTICHE
Laser
Misure di protezione: non sono necessarie per i laser di classe 1, mentre per i laser di classe 2 e 3A, l’avvertenza
principale è quella di non guardare il fascio diretto specie se si usano strumenti ottici (classe 3A). Per quelle
applicazioni in cui si impiegano laser di classe superiore alla 3A è spesso possibile la schermatura completa
dell’apparecchiatura e di tutti i percorsi del fascio; quando ciò non è realizzabile è necessario adottare misure
protettive, che possono andare dalla delimitazione della zona operativa del Laser, alla dotazione di occhiali e
indumenti protettivi.
Legislazione di riferimento (sorgenti coerenti e non coerenti):
DPR 19 marzo 1956 n.303 (non specifica)
Limiti di esposizione di: ANSI (American National Standard Institute)
IRPA (International Radiation Protection Agency)
ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection)
BRH (Bureau of Radiological Health)
ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists)
Norma CEI EN 60825 – 1 (Laser)
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RISCHI FISICI - CAMPI ELETTROMAGNETICI, RADIOFREQUENZE,
MICROONDE
L’acronimo ELF deriva dall’Inglese “Extremely Low Frequencies” ed indica i Campi Elettrici e Magnetici generati da
sorgenti operanti a frequenze estremamente basse (0 – 10 kHz). L’acronimo RF-MO indica invece i Campi
Elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 10 kHz e 300 GHz cosiddetti a Radiofrequenza (10 kHz – 400
MHz) e Microonde (400 MHz – 300 GHz).
Le sorgenti più rilevanti e diffuse di questi campi sono riconducibili alla produzione, trasporto e utilizzazione
dell’energia elettrica (campi elettrici e magnetici ELF a 50 Hz) e alle telecomunicazioni (trasmissioni radio e televisive
in banda 100 kHz – 900 MHz e telefonia mobile nelle bande 900 MHz, 1800 MHz e 2100 MHz).
Gli effetti principali dell’interazione di questi campi con l’uomo sono riconducibili all’induzione di correnti elettriche
all’interno del soggetto esposto che interferiscono e alterano la normale attività elettrofisiologia.
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RISCHI FISICI - CAMPI ELETTROMAGNETICI, RADIOFREQUENZE,
MICROONDE
I Monitor dei PC (che generano campi elettromagnetici a 50 Hz e nell’intervallo 15–30 kHz) sono, in ambito
scolastico, le sorgenti più diffuse di RF che producono bassi livelli di campo di scarsa rilevanza protezionistica; inoltre
con l’introduzione dei Monitor LCD (cristalli liquidi), si sono riscontrate ulteriori drastiche riduzioni dei livelli di campo
rispetto ai tradizionali CRT (a raggi catodici).
Una sorgente che si sta affacciando all’orizzonte è legata all’accesso ai servizi multimediali quali, ad esempio,
Internet attraverso le cosiddette reti “Wireless”. Gli “Access Point” della rete Wireless, installati all’interno delle
strutture scolastiche e l’analogo ricetrasmettitore installato a bordo dei PC sono una fonte di campi elettromagnetici
ad alta frequenza analoga a quella dei telefonini.
In alcuni Istituti ad indirizzo Elettrotecnico e Telecomunicazioni possono essere presenti attrezzature di laboratorio
quali Trasformatori, Motori Elettrici, Trasmettitori e relativi Sistemi Radianti in grado di generare i campi
elettromagnetici più sopra descritti.
Infine occorre segnalare l’eventuale presenza all’interno degli ambienti scolastici di Cabine di Trasformazione o la
prossimità di Linee Elettriche ad Alta Tensione o Impianti per le Trasmissioni Radio e Televisive.
Misure di protezione: di carattere strutturale nella dislocazione delle sorgenti e dei posti di lavoro; distanza dalle
sorgenti; schermatura e/o delocalizzazione delle sorgenti.
Legislazione di riferimento:
DPCM 23.04.1992 e successive modifiche/integrazioni
DM 381/98
Legge quadro 36/2001
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