Giovanni Nigro - Comune di Castelvetro di Modena

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Giovanni Nigro - Comune di Castelvetro di Modena
Sistema Assicurazione Qualità
DOCUMENTO
Cod. DOCU
Versione 1.0
Edizione del: 18.08.2002
PROGETTO “STUDIO SULLO SVILUPPO DELL’OLIVICOLTURA DA OLIO NELLE PROVINCE DI
MODENA , REGGIO EMILIA, PARMA E PIACENZA ”2004-2007.
Esperienze di un quadriennio di attività e prospettive future di sviluppo del progetto
Giovanni Nigro
CRPV - Centro Ricerche Produzioni Vegetali
La domanda, a cui la ricerca ha cercato di dare una prima risposta, è se l’olivicoltura emiliana può essere
una realtà concreta e redditizia per il territorio oppure una possibilità non realizzabile.
I forti abbassamenti termici, che periodicamente, durante la stagione invernale, si possono verificare in
queste terre, fanno ritenere, anche ad un profano, inappropriata la coltivazione dell’olivo in zone
marginali e distanti dal suo habitat naturale.
L’olivo, infatti, è una pianta tipicamente mediterranea vanto, cultura e tradizione soprattutto di regioni
del Centro e del Sud Italia. Eppure un tempo questa splendida pianta, oggi spesso presente in giardini e
aree verdi come ornamento del paesaggio, veniva coltivata anche in Emilia. L’accurata indagine storico
bibliografica che è stata svolta nel progetto ha evidenziato, appunto, la presenza di molte testimonianze
storiche (reperti, toponimi di vie o zone che richiamano l’olivo, antichi scritti,espressioni pittoriche… )
che suggeriscono come in passato anche nell’Appennino emiliano, l’olivo fosse coltivato per la
produzione di olio. Tuttavia, già nel rinascimento la superficie ad olivo subisce un forte calo dovuto a
vari fattori come periodi di clima freddo, il miglioramento dei trasporti con una maggiore facilità di
scambi commerciali e l’aumento di coltivazioni più facili e remunerative come la vite.
Restano, testimoni di questo passato, secolari piante di olivo sparse sul territorio emiliano. L’azione
antropica ed ambientale ha selezionato questi individui che si sono adattati alle condizioni climatiche e
microclimatiche della zona. Il progetto quindi si è sviluppato attraverso una serie di attività volte al
recupero, allo studio, alla classificazione dell’antico germoplasma emiliano, primo passo per acquisire le
basi conoscitive per poter avviare una olivicoltura da reddito in Emilia.
Si è proceduto quindi ad una accurata ricognizione con mappatura e georeferenziazione delle piante
individuate. Nel periodo 2004-2007 sono stati censiti oltre 300 accessioni (vecchie piante di Olivo); da
una consistente parte di questi è stato prelevato materiale vegetale per la descrizione morfologica,
l’identificazione genetica e la valutazione degli oli monovarietali.
•
Descrizione morfologica
Per la classificazione morfologica dei genotipi reperiti è stata utilizzata metodica proposta dal C.O.I.
(Consiglio Oleicolo Internaziomnale), come da tabella 1, realizzando, per le accessioni più
interessanti, delle schede eliografiche con i dati del passaporto, i caratteri della pianta, della foglia, del
frutto e dell’endocarpo.
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Tabella 1. Scheda elaiografica analitica, secondo la metodologia COI (2000)
Dati del passaporto:
• Nome comune del genotipo;
• Zona di recupero;
• Origine (luogo di reperimento);
• Uso del frutto;
Caratteri della pianta:
• Vigoria;
• Portamento;
• Densità della chioma;
Caratteri della foglia:
• Peso;
• Forma;
• Lunghezza;
• Larghezza;
• Curvatura longitudinale della lamina;
• Superficie;
• Posizione della larghezza massima.
Caratteri dell’infiorescenza:
• Lunghezza;
• Numero di fiori/infiorescenza;
Caratteri del frutto:
• Peso;
• Forma;
• Diametro longitudinale;
• Diametro trasversale;
• Simmetria;
• Umbone;
• Presenza di lenticelle;
• Dimensioni lenticelle;
• Invaiatura;
• Forma dell’apice;
• Forma della base.
Caratteri dell’endocarpo:
• Peso;
• Diametro longitudinale;
• Diametro trasversale;
• Forma;
• Simmetria;
• Posizione del diametro trasversale massimo;
•
Apice;
•
Base;
•
Superficie;
•
Terminazione dell’apice;
•
Numero di solchi fibro – vascolari.
Caratteristiche agronomiche:
• Entrata in produzione;
• Produttività;
• Regolarità di produzione;
• Resa in olio al frantoio;
• Distacco della polpa dal nocciolo;
• Capacità rizogena;
Epoca di fioritura;
• Compatibilità;
• Aborto ovario;
• Epoca di maturazione;
• Resistenza al distacco del frutto;
Tolleranza o sensibilità a fattori biotici ed abiotici:
• Parassiti vegetali o animali;
• Fattori abiotici.
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• Identificazione genetica
I genotipi reperiti localmente e considerati di una certa importanza storica (247 su 366) sono stati
analizzati mediante l’utilizzo di marcatori RAPD e SSR, per l’identificazione genetica. I risultati
ottenuti hanno evidenziato che gli individui esaminati appartengono a 39 genotipi emiliani di cui 7
sinonimie con cultivar nazionali (Ascolana Tenera, Frantoio, Grappuda, Leccino, Maurino,
Moraiolo e Rossina-Selvatico)., mentre i restanti 32 sono stati classificati ma rimangono in attesa di
“identificazione” ossia di essere confrontati con altre cultivar note.
• Analisi degli oli monovaritali
Gli oli, analizzati per due cicli produttivi (2005 e 2006) e provenienti dalle antiche accessioni, hanno
dato valori di acidità libera e numero di perossidi tali da rientrare tutti nella categoria degli extravergini; con contenuti molto alti di acido oleico (76%), indice di un ottimo valore nutrizionale. Si
evidenzia un buon contenuto di fenoli totali, in particolare orto-difenoli. Dalle analisi organolettiche
è risultato che buona parte degli oli assaggiati ha mostrato livelli interessanti del pregiato sentore di
fruttato di oliva ed una differente percezione, in base al genotipo, di sentori gradevoli particolari di
pomodoro, carciofo, mandorla o erbe aromatiche.
•
Propagazione e costituzione dei campi collezione
Punto cardine dell’attività della ricerca sull’olivo in Emilia, per permettere lo studio ed il
mantenimento del germoplasma reperito, è stata la moltiplicazione del materiale vegetale e la
costituzione, presso agricoltori custodi, dei seguenti campi collezione:
þ campo collezione di Bannone (PR)- 2005;
þ campo collezione di Salsomaggiore Terme (PR)- 2004;
þ campo collezione di Roncole di Quattro Castella (RE)-2004;
þ campo collezione di Castelvetro (MO)- 2005;
þ campo collezione di Sala Mandelli di Nibbiano (PC)- 2005;
þ campo collezione di Gropparello (PC)- 2007;
þ campo collezione di Rivergaro (PC)- 2007;
þ campo collezione di Gazzola (PC)- 2007.
Conclusione e prospettive future
I risultati di questo quadriennio sono stati molto incoraggianti soprattutto per quanto riguarda la qualità
degli oli; occorre, tuttavia, proseguire il lavoro iniziato, essendo l’olivo una coltura arborea molto
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longeva ma anche di lento sviluppo e entrata in produzione. L’allestimento dei campi collezione
permetterà di avere ambienti omogenei per pratiche agronomiche e caratteristiche pedo-climatiche. La
prosecuzione della ricerca nei prossimi anni, sarà orientata proprio sulla possibilità di confrontare e
selezionare nei campi collezione i diversi biotipi ottenuti dalla moltiplicazione agamica delle antiche
piante di olivo emiliane, approfondendo in particolare gli aspetti qualitattivi, attraverso analisi
appropriati, degli oli proventi dai diversi cloni dei campi collezione, per ampliare la banca dati già
presente e soprattutto per confermare i risultati degli anni passati svincolandoli dalle variabili
ambientali.
E’ stato inoltre previsto, considerata la difficoltà dell’ambiente di coltivazione e l’assenza commerciale
del prodotto “olio emiliano”, sia uno studio di vocazionalità territoriale sia una primissima valutazione
delle possibilità di mercato dell’olio emiliano. Lo scopo dell’attività è quello di acquisire le conoscenze
necessarie alla elaborazione di strategie di marketing atte a valorizzare la produzione di qualità delle
imprese situate nel territorio oggetto del progetto.