PUBBLICAZIONE RICERCA ALCOL- FASE 2

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PUBBLICAZIONE RICERCA ALCOL- FASE 2
Città di Caserta
Bevo, quindi esisto.
Questo Osservatorio ha voluto dar seguito al lavoro intrapreso ad ottobre 2011 e concluso a
dicembre 2012 con la pubblicazione dei risultati di un questionario sull’ uso-abuso di alcol fra i
ragazzi e le ragazze frequentanti gli istituti scolastici superiori della città di Caserta.
Da questa indagine, che ha abbracciato un raggio di giovani dai 13/14 anni ai 18/19, è
emersa chiaramente l’abitudine, sempre più frequente . di un uso a volte spropositato di sostanze
alcoliche; un uso-abuso legato non soltanto al piacere dato dal bicchiere dei vino in più, o dal gusto
delle birre e dei cocktail ghiacciati e colorati, ma soprattutto ad un modello di vita che diventa
lasciapassare per non sentirsi esclusi, ma parte di un gruppo.
Ecco perché su questa scia si è deciso di intraprendere un cammino più diversificato,
sentendo dalla viva voce dei giovani casertani – uomini e donne –– il perché di scelte che li portano
sempre più frequentemente a stazionare davanti ai bar, a radunarsi in diverse zone della città,
centrali e periferiche, per consumare sempre più spesso e sempre con dosi maggiori, bevande a base
di alcol.
Non è stato un “viaggio” semplice, soprattutto perché si trattava di abbattere diffidenze e
sospetti nei confronti di chi rivolgeva loro domande sulle loro abitudini. Confessiamo che spesso e
volentieri si è ricorso a stratagemmi, come la richiesta di un indirizzo, una sosta col veicolo per
mettere acqua nel radiatore, l’acquisto di una mezza minerale. Nella maggior parte dei casi (52 i
ragazzi ascoltati) alla fine si è istaurato un simpatico colloquio che spesso è andato al di là
dell’argomentazione che l’intervistatrice si era prefissa. Solo tre giovani – due ragazzi e una
ragazza, incontrati in un locale del centro storico – hanno voltato le spalle, rispondendo in malo
modo. Tutti gli altri, dopo una prima fase di dubbi e sospetti (“Ma lei chi è? E’ della Polizia? Fa
parte delle donne che vogliono salvare il mondo”?, E’ la mamma di qualcuno?) sono stati molto
disponibili. Anzi, soprattutto nelle periferie, spesso si è riscontrato nei giovani con cui si è istaurato
il contatto, una gran voglia di parlare, di esprimere i propri pensieri, le proprie preoccupazioni, le
proprie idee. Una gran voglia di comunicare, anche con una persona non certo della loro
generazione, per far sapere dei loro progetti, delle loro aspettative, delle proprie delusioni, dei loro
sogni e bisogni.
E’ dunque emerso dai colloqui, a volte davvero esilaranti, che il “bere” è diventato un
passaporto per sognare altri orizzonti, per condividere il proprio essere, ma soprattutto per sentirsi
accettati da un gruppo. Noia, mancanza di giusti stimoli, voglia di sentirsi adulti, poi hanno fatto il
resto.
Non aggiungiamo altro.
Le loro dichiarazioni, riportate fedelmente per ciò che riguarda la problematica oggetto della
ricerca di questo Osservatorio, si commentano da sé.
Buona lettura.
I nomi sono di fantasia.,
Gli anni, la qualifica, le zone di provenienza
nonché le dichiarazioni rilasciate
spontaneamente, proprio no.
1 - Ilaria (zona pedemontana) – 18 anni studentessa
“Solo il sabato sera esco con gli amici. E’ un rito stare davanti al bar a bere qualcosa, altrimenti sei
un escluso. Io bevo cocktail perché la birra non mi piace. Solitamente il sabato sera va via tutta la
mia paghetta perché le bevande costano”.
2 - Maria (periferia sud) - parrucchiera
“Ho cominciato a bere aperitivi alcolici a 15 anni. Oggi ne ho 21. Mi piace bere, ti fa stare bene.
Non pensi a tante cose. In settimana spesso esco con gli amici. La puntata al bar è d’obbligo. Ma è
il sabato sera la giornata che possiamo andare oltre. Faccio digiuno perché l’alcol fa ingrassare, così
non ho problemi a contenermi”.
3 - Franco (periferia sud) 22 anni - disoccupato
“Sono stato fermato dai carabinieri perché avevo bevuto qualcosa. Poco, in verità… solo un amaro.
Ma loro non ci hanno creduto e così mi hanno sospeso la patente. Una vera str… ta. Io continuo a
bere qualcosa, anche durante la settimana. Ti fa sentire meglio, la vita è dura.
4 - Giulio (periferia sud) 19 anni - disoccupato
“Io mi mantengo. Bevo solo birre. E’ un modo per passare la serata. Spesso le compriamo al
supermercato e poi ce le beviamo per la strada. E’ un modo per stare insieme. Se non ci sono tanti
soldi ci accontentiamo del vino. Altrimenti cosa fai la sera? Non c’è alcun altro modo per
divertirsi”.
5 - Mario (frazione sud) 20 anni – disoccupato
“Cosa c’è di male bere qualcosa o farsi uno spinello? Io personalmente qualche volta me lo faccio.
Bere? Birra e vino, e se è possibile ci compriamo una pizza da dividere, ma non sempre è possibile.
Bere dura più a lungo e dà piacere”
6 - Anna (periferia nord) 20 anni – studentessa universitaria
“E’ normale dover saltare dei pasti se poi il sabato vogliamo sballarci… Altrimenti sai come si
ingrassa. L’alcol fa ingrassare. Dici che è meglio mangiare che bere? Non è così. Bere insieme ti fa
sentire parte di qualcosa. Poi è divertente andare a scovare locali, bar dove fanno delle miscele
davvero esplosive. A casa cosa dicono?? Nemmeno se ne accorgono. Io poi esco sono i fine
settimana, bere costa”.
7 - Francesca (periferia nord) 19 anni studentessa universitaria
“Mi piace stare qui davanti al bar, ma solo per stare in compagnia. Così fan tutti e tutte. Altri
divertimenti più sani? E quali sarebbero? Andare a cinema è una noia. Non puoi parlare. Invece
davanti al bar o su un muretto il giro si allarga. Si parla di tutto e non pensi ai problemi che hai. Ho
dato solo due esami. Non sono motivata. Non so se continuerò
8 - Sandra (frazioni pedemontane) – 22 anni – baby sitter e cameriera occasionale.
“Fino a due anni fa “m’incioccavo malamente”. Bevevo come una spugna. Spesso mio fratello
doveva venire a raccattarmi. Non volevo uscire dal giro. Non ho amici veri. Tutti i miei , diciamo
così, amici si riunivano davanti ai bar o per la strada per consumare alcol e anche droghe, ma
leggere. E così facevo pure io, anche a metà settimana. I soldi se ne andavano. Ho fatto anche
debiti. Poi sono stata male. E’ stato il medico di famiglia ad aiutarmi e a farmi capire che stavo
andando all’inferno. Mi ha mandata in estate ad un campo di lavoro. Mi sono spaccata la schiena.
La sera ero così stanca che andavo subito a letto. Poi ho cominciato a trovare lavoro in un
ristorantino frequentato da giovani. Ho iniziato a vedere le cose dall’altra parte. Fuori dal locale
vedo questi giovani “incioccarsi malamente”, sembrano degli zombi, fantasmi. E mi sono detta:
“anche io ero così. Che schifo!!”. No, ora non tocco più alcol. Qualche volta faccio pizza e birra
insieme ai miei colleghi di un altro ristorante dove lavoro dal giovedì alla domenica. Non sono una
santa, ma ho trovato altri modi per divertirmi”.
9 - Pino (centro storico) 20 anni – muratore
“Se non posso farmi una birra dopo aver lavorato tutta la giornata cosa dovrei fare? Lei è una
signora e queste cose non le capisce. Vengo qui perché ci sono anche ragazzi che frequentano
l’università, con i soldi. Io non ne ho. Ma qui mi sento uguale. Più che parlare, ascolto. Anche per
imparare. Quante me ne faccio? Non più di tre (grandi n.d.C.) . Costano. Non vengo tutti i giorni.
No, il fine settimana esco con la ragazza. E’ di qua vicino. Non sono un ubriacone, cosa credi,
altrimenti come potrei lavorare?.
10 - Genny (centro storico) 19 anni – studente
“Non credo che lei possa capire. E’ di due generazioni fa. Noi siamo più consapevoli di quello che
facciamo. Beviamo, sì, anche alle 18.30. E allora? E’ un peccato grave? Lei non se lo farebbe un bel
cocktail? Tira su, glielo garantisco. Alternative al bere? Ma certo, facciamo anche altre cose,
andiamo scoprendo locali, organizziamo feste. No, non pratico sport. Prima giocavano a calcetto,
ma non ci provavo gusto. Un po’ d’alcol non credo guasti. Io poi lo reggo bene. La domenica mi
alzo tardi così smaltisco la sbornia. Studiare? Sì, mi arrangio. Chi mi passa i soldi? I miei genitori.
Certo che non devo dar conto di come li spendo… Ma spesso le bevande ce le compriamo al
supermercato e poi le consumiamo nei giardinetti, o a San Leucio”.
11 - Stefania (centro storico) – 18 anni – studentessa
“No signora, non è un succo di frutta. C’è anche la frutta, ma c’è gin e anche dell’altro liquore. E’
fresco, buono. Non può berlo perché deve lavorare? (sono le 16.50 ). Anche io dovrei studiare. Cosa
vuole che le faccia questa bevanda. E’ dal venerdì sera che si può parlare di bere. L’alcol fa
ingrassare? Ci manteniamo col cibo a fine settimana. Io per esempio ho cominciato a mangiare
pochissimo, qualche panino con l’insalata, dello yogurt così posso bere come mi pare. Mi trova
grassa? Lei dice che è meglio un buon pasto? Lei non che sia vecchia, per carità, ma forse ha un
altro stile di vita. Bere un po’ che male fa? Se ci ubriachiamo? Qualche volta, sì capita soprattutto il
venerdì e il sabato, ma solo se incontriamo la compagnia giusta. Noi ragazze se siamo sbronze
rischiamo di più. Questo è un problema… perciò dobbiamo stare attente che ci sia la compagnia
giusta… “.
12 - Giuseppe (immediata periferia nord-est)- 17 anni – studente
“Tutte queste bottiglie di birra vuote a terra già nel pomeriggio? (sono le 19 circa – nd.i. ) E questo
è niente. Adesso è solo un assaggio. Lei dice che a quest’ora dovremmo stare a studiare? Ma a lei
cosa frega di quello che facciamo noi? E’ una pausa…birra. Secondo lei cosa dovremo fare? I boy
scout? Sono ridicoli. Aiutare gli altri? Anche io ho bisogno di aiuto, ma nessuno me lo dà. Di cosa
ho bisogno? Di soldi”.
13 - Mimmo (immediata periferia nord-est) 16 anni – disoccupato
“Ma forse lei è una predicatrice? Noi non stiamo facendo niente di male. Una birra. Quante ne ho
bevute? Solo due. Al bar costano. (sono le 19 circa – nd.i. ). Ha ragione Giuseppe, cosa dovremmo
fare? E’ un modo di stare in compagnia. Facciamo conoscenze, anche con le ragazze. Anche loro…
e come bevono! E poi hanno sempre i soldi. Spesso noi maschi “sgraffignamo”… loro ci offrono
da bere. Così si sentono importanti. No, droga no… Veramente…. Il bere non è come una droga…
Sì è vero, mi piace bere, ma non fa tanto male. Il fegato? Io sto benissimo…
14 - Sandro (immediata periferia nord-est) 16 anni - studente
“A scuola sono pure venuti quelli dell’Esercito della salvezza (alcolisti anonimi , ndi). Sarà pure
vero quello che ha detto il signore. Ma io non sono mica un alcolizzato! Bevo solo il sabato. E
anche il venerdì. Qualche volta la domenica. Quando viene l’estate è diverso, beviamo di più perché
si può stare fuori fino a tardi, anche negli altri giorni. E’ divertente. Ti fa sentire parte di un gruppo.
Siamo ‘fighi’, le ragazze ci guardano. Siamo ‘machi’.., il vero ‘macho’ è un duro. Tiene l’alcol,
beve birra, cocktail. No, non fumo. La sigaretta non ti dà la stessa allegria, spensieratezza. Cosa
dicono i miei? Una volta mi hanno fatto una partaccia perché puzzavo (di alcol ndi) , ma l’hanno
smessa subito. Si sono rassegnati, anche che a volte dormo fino a tardi e non vado a scuola. Non è
che la scuola m’interessi troppo…”.
15 - Silvia (immediata periferia nord-est) 15 anni – studentessa
“Vengo qui con mio fratello (Giuseppe, ndi). Prima solo perché mi piaceva un ragazzo che stava qui
al bar, loro amico, poi ho preso gusto a bere. Una birretta e il sabato se ho i soldi anche una
miscela. Ma torno prima a casa di mio fratello. . A che ora? Verso l’una o giù di lì. Non abito
lontano. Mio fratello non lo so a che ora si ritira. Ora siamo un bel po’ di ragazze che ci riuniamo a
bere una birretta. Si scandalizza? Ma lei chi è? Anche mia madre è una rompiscatole. Dice che da
quando ho cominciato a bere le birre non studio più. In effetti sono ripetente…ma è perché i
professori non mi capiscono. Lei è una professoressa? Ah , meno male. Una volta mi sono
addormentata in classe. La sera prima avevo esagerato e non solo con la birretta..”.
16 - Michele (centro storico) 17 anni – studente
“Ho risposto anche ad un questionario l’anno scorso. Ce l’hanno dato a scuola. Ma invece di farci
fare i questionari, perché la scuola non fa in modo di tenerci occupati? Fanno solo le prediche: non
bere, non drogarti, ma cosa fa perché poi noi possiamo non bere e non drogarci?. Io bevo e mi
drogo. In fondo non interessa a nessuno cosa faccio o non faccio. I soldi me li guadagno. Come? E
a te che te ne frega? Fare altre attività? Caserta non offre niente. Sport, teatro, cinema, oratori,
volontariato. Ma che dice? Sono tutte str..te…”
17 - Teresa (centro storico) 17 anni – studentessa
“Bere è un’alternativa al nulla. Almeno ci ritroviamo, parliamo, facciamo amicizia. Mica siamo
alcolizzati…. E’ divertente…. Così la serata passa in allegria. Cosa dovrei fare a casa la sera, la
maglia? Forse ai tempi suoi… Scusi, non volevo offenderla… Non mi dica che lei è astemia. Se lo
è, non sa quel che si perde o si è persa..”
18 - Mirella (centro storico) 16 anni – studentessa
“Voi adulti siete sempre esagerati.. Sì, è vero che a volte il sabato sera arriviamo a un buon numero
di bevande alcoliche. Io mio record è 7, tutte in una volta… E’ lo sballo totale. Ma non puoi farlo
sempre, a volte dei contenerti e limitarti a 3 – 4 , magari a distanza di tempo, così ti metti un po’ a
girare per i vari locali. Così incontri altra gente, che la pensa come te. Lo studio? Mi arrangio”.
19 - Peppe (zone pedemontane) – 17 anni studente
“Fino a due anni fa bevevo, vino soprattutto. E come bevevo!!! D’altronde qui c’è poco da fare. Le
sere sono lunghe a passare. Non puoi andare sempre a Caserta. La benzina per il motorino costa. Si
andava al bar. Una partitella al biliardino, anche con i più grandi. Poi anche le gare del bere .
“Padrone ‘e sotto”, lo conosce questo modo del bere?. E’ una sfida. Io reggevo bene il vino, anche
più dei grandi. Mio padre? E’ morto che ero piccolo. E’ mia madre che tira la carretta. Mio fratello
è militare. Non vive a casa. Mia madre a volte alle nove sta già a letto. E’ stato il mio professore di
educazione fisica delle medie a capire che bevevo. Ha cominciato a farmi fare sport. Gratis. A volte
non ce la facevo neppure a respirare. Ora faccio l’istruttore. Qualche volta me lo faccio il bicchiere
di vino, ma coi pasti. Con il mio professore sono rimasto amico. Mi ha sempre aiutato anche ora che
sono alle superiori. Non è stato facile. In paese mi prendevano pure in giro … Sono ricaduto due
volte… Il professore mi veniva a prendere a casa, insieme ad altri ragazzi. Ora lui è in pensione. Ma
la sua casa è sempre piena di suoi ex alunni. La moglie è una santa…. Ma fa delle pizzelle
squisite…”.
20 - Salvo (zone pedemontane) – 18 anni – studente
“Volete sapere le mie bevande preferite? Qui non girano molti soldi. Un bel bicchiere di vino, anche
tre, quattro e ti passa la paura. Ho cominciato con il vino. Resta comunque la mia bevanda preferita,
soprattutto il rosso. Il bianco non dà soddisfazione. E’ per signorine o signore come lei. Qualche
volta ho bevuto per dimenticare. Delusioni tante: ragazze, pochi soldi, lo studio che non va come
dovrebbe. Bere ti fa stare bene in compagnia. Noi ragazzi ci vediamo la sera al bar. Sì, tutte le sere.
E cosa fai in un bar se non bevi?”
21 - Giampiero (periferia) – 14 anni – studente
“Lei dice che col fisico che ho potrei essere un atleta? Lo sport è per i figli di papà. Tutto ciò che
voi giornalisti dite e raccontate sono solo str…te per fare colpo e notizia. Io gioco un po’ al calcio,
con gli amici. Da quando bevo birra? Boh, e chi se lo ricorda. E’ un modo per passare il
pomeriggio, la serata in compagnia. Tutte le altre cose sono per gente con i soldi. Io non ne ho. Lei
dice che bere costa? Qualche volta le prendiamo a casa (le birre, ndi), altre volte se abbiamo i soldi
le compriamo a discount, poi il nostro gruppo si riunisce e ce le beviamo in santa pace. Mica siamo
dei delinquenti, sa??”
22 - Mirko (periferia) – 16 anni – disoccupato
“No, non vado più a scuola. Non mi piace studiare. Non sono mai stato bravo. Ah… deve mettere
l’acqua nel radiatore. Mia madre voleva che lavorassi con un meccanico amico suo, ma lui con la
scusa che bevevo qualche goccino di vino, diceva che non ero affidabile. Solo qualche volta ero
ubriaco, solo qualche volta. Sì, ha ragione è pomeriggio e già bevo. Non ne posso fare a meno.
Vuole che l’aiuti a prendere l’acqua al bar qui vicino o, scusi, vuole rompere i c…. ni?”
23 - Massimo (periferia) – 16 anni – disoccupato
“Qui tutti beviamo qualcosa. Siamo uomini, mica femminucce. A me per esempio non piace che le
ragazze bevono anche loro, e poi davanti al bar. Andare al bar e bere, anche ubriacarsi, è roba da
uomini, cosa crede…”
24 - XXX (raccolta davanti alla Prefettura) – maschio, 20 anni circa
“Ma guarda un po’ ‘sti c..zi’. Non lo sapevi? (rivolto ad un coetaneo) , mi hanno ritirato la patente.
Ero sull’autostrada con la moto. Avevo litigato con Marta (nome di fantasia). Ero andato a Napoli.
Avevo bevuto un po’. Sì hai ragione, qui beviamo molto, ma molto di più… Ma mi hanno beccato.
Non c’è nulla da fare. Ora sono senza patente, come un delinquente, solo per aver bevuto un po’…
Noi sì che beviamo e come beviamo, e guarda un po’ mi devono fare sull’autostrada. Alle tre di
notte, poi….”
25 - Michele (estrema periferia) 19 anni – lavoratore saltuario
“Vorrei vedere a te… Mia madre è ammalata. Mio padre non so chi sia. Mia sorella si è sposata e se
ne frega di tutto e di tutti. Penso che me lo merito un goccino… Già a 13 anni ero abituato al vino.
Ma cosa vuole che sia una bottiglia. Qui non c’è lavoro, non c’è nessuna prospettiva. A volte lavoro
come garzone in un panificio o scarico davanti al supermercato. Ma spesso non mi sento bene.
Farmi curare? E perché? Uno che beve un po’ di vino è ammalato??? Ma guarda un po’ questa
qui…”.
26 – Salvatore (immediata periferia) 20 anni – operaio
“Ero un cliente affezionato del bar. Fin da quando avevo 16 anni. E quanti soldi ho sprecato. Sì,
bevevo. I miei familiari, poveri cristi, hanno tentato anche con le “cartine” per farmi smettere. Ma
io al bar insieme agli amici bevevo e bevevo e spendevo soldi. Poi sono andato a fare un lavoretto
in questa parrocchia. Giravano tanti ragazzi e ragazze, molti li conoscevo già. All’inizio mi
facevano ridere con quel loro modo di fare, di parlare. Poi li ho cominciati ad invidiare. Si
divertivano con niente. Anche loro qualche volta bevevano un po’ di birra. Ma il prete era sempre
presente… Mi è venuta la curiosità. Sono stati carini ad accettarmi. Il prete mi ha dato una buona
spinta. All’inizio mi vergognavo. Ora mi pento di aver speso tutti quei soldi per un bicchiere. I miei
genitori gridano al miracolo e sono felici. Ma il più contento sono io. Ora riesco a lavorare anche di
più. Mi sento meglio. Ho anche una ragazza, conosciuta qua in chiesa. No, non sono un bigotto. Ma
qui l’atmosfera è vera e nessuno ti giudica per quello che hai fatto”.
27 – Sandro (immediata periferia) 19 anni – studente
“I miei vogliono che io diventi medico. Ma a me non interessa andare all’università. Tanto a che
serve? Lei dice che sto perdendo tempo prezioso? Voi venite dalla guerra e avete una visione
diversa. Qui è tutto uguale. La mattina scuola che è una noia, il pomeriggio finalmente puoi vederti
con i tuoi amici . E dove se non al bar… Se bevo. Eh… qualcosa devi pur consumare. Ma mica si fa
solo qua. Se vedi le riviste che compra mia sorella, a Milano, Roma è tutto un tour di bar. Ma lì ci
sono i soldi. Pure noi facciamo i tour dei bar. Ma quelli di periferia, dove le schifezze costano di
meno e ti sballano di più….”
28 – Simone (immediata periferia) 18 anni – studente
“No, non ho mai praticato sport. Costa fare sport. Con gli amici qualche volta gioco a calcetto. Da
piccolo non c’era la possibilità di farmi fare sport. Non è come lei dice. E poi questi sport che lei
dice non mi piacciono. Non sarei mai diventato un Cavani o un Gentile. Il Napoli lo guardo alla tv.
Sì, riconosco che mi piacere bere. E’ un modo per stare con gli altri. Qui ci riuniamo e ci facciamo
qualche birra, un po’ di vino. E’ un modo anche per non pensare. Lei dice che a 18 anni c’è tutta la
vita davanti.. Ma lei è donna, queste cose non può capirle”.
29 – Marika (centro storico) – 18 anni studentessa V anno sup (colloquio svolto poco dopo le 2 del
pomeriggio)
“Uh, quante storie per una birra. Bere è una moda. Oggi vanno le gonne lunghe, domani sono trash;
ora sono in i colori sgargianti, fra poco sono out. Oggi va di moda stare insieme bevendo qualcosa,
mica ci stiamo drogando, bere non è certo come drogarsi. Forse lei ha un po’ le idee confuse.
Grazie per il buon appetito, ma io non pranzo. Un paio di birre mi sono sufficienti per tirare avanti
fino a stasera. Altrimenti, sai che trippa!!”
30 – Peppe (centro storico) 17 anni – studente
“Quanto si spende per bere la sera davanti ai bar? Io spendo anche 50/60 euro a settimana, ma
personalmente adesso esco solo i fine settimana perché scegliamo bar dove si bevono cocktail più
raffinati, anche da 15 euro l’uno. Lei dice che è una pazzia?. Ma se non bevi in compagnia o sei un
ladro o sei una spia…”
31 – Silverio (centro storico ) 18 anni – studente
“Se non bevi sei fuori del giro. Ora è questo il modo di consumare le nostre serate. Ma io
personalmente non esagero. 3-4 birre medie o due tre cocktail, senza strafare. E’ solo per stare
insieme, per condividere un rito”
32 – Sandra (centro storico) 17 anni – studentessa
“Sì, mi è capitato di tornare a casa qualche volta alticcia. Ma i miei non se ne sono mai accorti, o
perché erano già a dormire o perché anche loro erano usciti con amici e sono rientrati dopo di me.
Bevo si, ma mi sto attenta, soprattutto a non ingurgitare troppe calorie, così ho ridotto i pasti…”
33 – Michela (centro storico) 17 anni – studentessa
“Prima facevo sport e la mia allenatrice si accorgeva subito se avevo fumato o avevo esagerato nel
bere. Poi ho smesso di fare sport. Troppo impegnativo. Il sabato e la domenica spesso non potevi
uscire con gli amici perché o c’erano gli impegni agonistici o ti dovevi allenare in vista degli
impegni agonistici. Che barba! E non ne valeva la pena. Non sarei mai diventata una campionessa
di …. La mia allenatrice è venuta pure a casa per persuadermi a tornare; poi non contenta, ha
parlato con mia madre dei suoi sospetti che la sera bevessi un po’ troppo e facessi una vita a suo
modo di vedere non troppo regolare. Ma lei è un’invasata, per le esiste solo lo sport. Ma mia madre
per fortuna è una donna moderna. Ha lasciato a me la scelta. Certo ora i sabato sera sono più
divertenti”.
34 – Silvio (centro storico) – 18 anni – studente
“Un po’ di trasgressione non guasta. E’ vero, nei fine settimana beviamo un po’ troppo, e per la
verità anche negli altri giorni. Ma è un modo per passare la serata. Lei dice che ci sono altri modi
per passare la serata… magari davanti alla tv…..”.
35 – Olga – (centro storico) 16 anni – studentessa
“Vuole sapere la verità? Molte di noi la sera compriamo una birra o una bevanda, ma ne beviamo
pochissima. Non ci piace bere. Ma dobbiamo farlo per forza per stare insieme agli altri. Altrimenti
sei un diverso, non fai parte del gruppo”.
36 – Marta (centro storico) 16 anni – studentessa, amica di Olga.
“ Io per la verità, prima bevevo veramente. Più birre in una serata e anche drink. Poi il mio
allenatore si è accorto che qualcosa non andava. Mi ha fatto una scenata e messo fuori squadra.
Quando posso mi ritrovo al bar con i miei compagni, ma mi contengo, anche perché non mi piace
più come prima…”
37 – Elvira (immediata periferia) – 17 anni - disoccupata
“Fare sport invece di stare qui al bar? Bere è uno sport. Spesso la sera facciamo a gara chi beve di
più Dicono che io sono solo una femmina. Ma a volte li batto”
38 – Danilo (centro storico) – 19 anni – studente
“Se non bevi sei un emarginato”
39 – Marcello (centro storico) 18 anni – studente
“Penso che si stia esagerando con questo problema del bere fra i giovani. E’ un falso problema. Sì, è
vero, beviamo, a volte esageriamo anche. Ma non facciamo male a nessuno. Guidare dopo aver
bevuto è rischioso? La vita è un rischio…”
40 – Massimiliano (immediata periferia) 19 anni – disoccupato
“ Sì, beviamo anche la mattina. Noi (è insieme ad altri ragazzi) lo reggiamo bene l’alcol. Siamo veri
uomini. E poi siamo abituati. Io bevo da quando avevo 10 anni. Vino soprattutto. Cosa faccio nella
vita? Aspettiamo un’occasione”.
41 – Ennio (immediata periferia) 20 anni – disoccupato, amico di Massimiliano
“Non è meglio farsi un paio di birre o una bottiglia di vino piuttosto che scimunirsi davanti ad un
computer con facebook o altre cose simili oppure davanti alle macchinette acchiappa soldi?
Almeno noi proviamo gusto e ci guardiamo in faccia, parliamo. Fino a quando siamo sobri…”
42 – Gennaro (immediata periferia) 19 anni – disoccupato – amico di Ennio e Massimiliano
“Qui non abbiamo nulla da fare. Abbiamo preso questo titolo di perito e così periremo. Almeno
moriamo soddisfatti”.
43 – Marialuisa (immediata periferia) 16 anni – studentessa
“Ci fa ridere questo vostro interessamento per noi giovani che alziamo un po’ il gomito. Parlate,
parlate, convegni, comizi, prediche, ma poi ve ne fregate. Ma a chi importa se io torno alle 2 di
notte sbronza?”
44 - Annamaria (immediata periferia) 15 anni – studentessa
“Noi siamo avanti con i tempi. Siamo donne libere che beviamo, fumiamo. Lei dice che beviamo
troppo? (sono le 20 di un venerdì e Annamaria è già con una birra in mano, ndi). Gliel’ho detto,
siamo ragazze emancipate”.
45 – Manuela (immediata periferia) – 19 anni – studentessa universitaria
“Il venerdì e il sabato sera ce ne andiamo girando. Spesso andiamo a Napoli e d’estate a Gaeta.
Andiamo per bar, locali, discoteche. Beviamo cocktail, anche 7 – 8 in una serata. In verità fino al
mattino. Si fanno incontri interessati. Anche ragazzi di alto livello, di famiglie importanti. E’ un
modo come un altro per trascorrere il fine settimana. Bere è pericoloso? Guidare alticci è
pericoloso? Forse è vero…, ma adesso lasciateci divertire. Siamo giovani”.
46 – Monica (centro storico) 20 anni – studentessa universitaria
“Non siamo degli alcolizzati. Poi io mi sono abituata a bere. Bevo qualcosa, anche un po’ di liquore
nel pomeriggio, mentre studio. Ma lo reggo bene. Se poi m i viene sonno, chiudo i libri e mi faccio
una bella pennichella”.
47 – Tonino (immediata periferia) – 17 anni – studente
“Mio padre mi dice che se continuo a bere così, fra qualche anno sarò come un vecchio cadaverico.
Ma lui si è guardato?”.
48 – Grazia (zona pedemontana) – 16 anni – studentessa
“Non conosco la strada di cui vuole informazioni. Io sono di …. E vengo a questo bar solo per
bermi con gli amici qualcosa di saporito, per fare un poco di casino. No, non è un succo di frutta. E’
un aperitivo. Alle 18 di pomeriggio? Beh, è l’aperitivo dell’aperitivo, ma se non bevi qualcosa con
gli amici cosa fai?
49 – Mario ( zona pedemontana ) 19 anni – muratore
“Signora mica pensate che ci ubriachiamo? Oggi è sabato, è il nostro giorno. Ci beviamo qualcosa
insieme, qui al bar, parliamo. Di cosa? Le ragazze della moda, degli “inciuci”, noi di sport, di
calcio, di motociclette. Sì, stasera la tiriamo a lungo. Sì, confessiamo qualche bicchiere di più ce lo
facciamo. E’ un modo di stare insieme”.
50 – Michele (immediata periferia) 19 anni – diploma terza media - disoccupato
“E’ tutta ipocrisia. Si è sempre bevuto. Però prima era una faccenda da maschi, da uomini….veri.
Ora che si sono messe in mezzo le ragazze è diventata una moda e tutti a parlare. A me non piace
che le ragazze bevono… anche perché poi sono ancora più oche… Qui si beve qualche birretta, le
ragazze si fanno le spremute con un po’ di liquore. E’ l’occasione per fare qualche acchiappanza,
ma che poi finisce lì.
51 – Gianfranco (immediata periferia) 18 anni – disoccupato
“Qualcosa dobbiamo pur fare. Qui ci si annoia. Magari con un paio di birre passa un po’ della
serata. Quando non ci sono i soldi portiamo il vino da casa, ci mettiamo su quel muretto e tiriamo
fino a tardi. A volte vengono anche le ragazze, ma a loro il vino non piace. Non è fine… a loro
piace farsi vedere al bar.
52 – Fabio (centro storico) 20 anni – studente universitario
“Bere è solo un passatempo, l’occasione per ritrovarsi, fare qualche chiacchierata, organizzare la
serata. Se ci siamo mai ubriacati? Magari è capitato che alcune volte abbiamo esagerato, ma sempre
nei limiti. Mi chiede quali sono i limiti?. Beh… eravamo un po’ più allegri, magari direi anche
audaci. Ma anche questo fa parte del rito del bere…
Città di Caserta
A:
Dirigente Servizi Sociali
Dott. Giammaria Piscitelli
e, p.c.
Sindaco
Dott. Pio Del Gaudio
OGGETTO . Interviste a giovani casertani sul consumo di bevande alcoliche
Si trasmettono in allegato le risultanze scaturite dai colloqui dal vivo raccolti dalla dr.ssa
Berni Canani nel periodo marzo/maggio 2013 relativi all’atteggiamento assunto dai giovani
intervistati nei confronti dell’alcol e sul suo consumo.
Tanto, per dare maggiore completezza al lavoro portato a termine congiuntamente con il
sottoscritto, attraverso l’analisi dei questionari distribuiti nelle scuole,
al fine di
poterlo
successivamente implementare sul sito del Comune di Caserta nello spazio riservato
all’Osservatorio.
Si resta pertanto in attesa di un cortese riscontro in merito
Caserta, data del protocollo
Dott. Carlo Del Gaudio
Sociologo