Giornata memorabile con gli amici Emigrà La

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Giornata memorabile con gli amici Emigrà La
ANNO XV N. 5
Ottobre 2009
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NOTIZIARIO DELLA PRO LOCO “LE CONTRÀ” - SANGUINETTO - ccp. n° 18535377
Dir. resp. Prof. Stefano Vicentini, Dir. Dino Troiani, Redazione: interno Castello, Aut. Tribunale VR n° 1125/3569, 29/07/94 - Spedizione in A.P. 70% - D.C.VR
Conosciamo il nuovo Pr esidente
Pr o Loco Dino Tr oiani
1) Presidente, il calendario delle manifestazioni annuali della Pro Loco è tradizionalmente ricco: rimarrà tale e quale
o c’è qualche novità in cantiere? Tutto il
gruppo è ben motivato, quindi ritengo che
le iniziative non mancheranno di certo, e
a tale proposito posso accennare a qualche nuova iniziativa già emersa sia in sede
di riunione sia durante le manifestazioni:
“SERATE GASTRONOMICHE A TEMA SU
SAPORI DI UN TEMPO, ORA PERDUTI”,
un incontro al mese per i dodici mesi aperta a tutti; “UN FESTIVAL DEI GIOVANI” ossia serate musicali dove gruppi di giovani si esibiscano cantando o
suonando qualsiasi tipo di musica, alla presenza di una giuria; “SERATE CON GIOCHI D’ACQUA” sempre per giovani. Tutto questo,
oltre a quanto già esistente nel calendario. Certo che per fare tali
manifestazioni non bastano i buoni propositi ma servono gli euro!!! Vista
la Nostra situazione finanziaria (a tutti nota) questo è possibile solo se le
persone credono nel lavoro da Noi svolto per il paese, presenziando alle
molteplici iniziative (anche solo con la loro gradita presenza), e da parte
nostra avranno il massimo della disponibilità e qualità dei nostri prodotti.2)
Qual è il miglior complimento sentito finora riguardo la Pro Loco? E
quale la critica che più invita alla riflessione? Siamo subentrati da poco e quindi grandi cose non abbiamo fatto per meritarci complimenti, per
le critiche non me ne sono pervenute. Per ora abbiamo solo fatto girare
l’ingranaggio di una macchina già in moto. Ingranaggio di una macchina
precaria, vista la situazione; ma con molta caparbietà e determinazione,
da parte di tutti quelli che si sono adoperati nel dare il proprio contribuito per la buona riuscita di quest’ultima manifestazione “ANTICA SAGRA
DEI ROFIOI”, ne siamo usciti vincitori. Un grazie particolare alle colonne portanti della Pro Loco, le instancabili signore che creano i ROFIOI,
che più di qualche volta, grazie alla straordinaria bontà, hanno salvato la
sagra. Per chi vuole fare critiche costruttive sono sempre a disposizione, anche perché ho molto da imparare e quindi sono aperto a qualsiasi
consiglio e\o critica. 3) C’è un gruppo nutrito di collaboratori, molto
efficiente e presente. E i giovani, sono sensibili all’associazione? Si
sta pensando anche al ricambio generazionale? Tutti i collaboratori
sono eccezionali, instancabili, propositivi oltre che molto efficienti, non
dicono mai “NO!”. Ho avuto l’impressione che i giovani conoscano poco
la realtà dell’associazione ed il suo fine, per questo Noi puntiamo a fare
delle manifestazioni dove coinvolgerli in prima persona, chiedendo la loro
collaborazione. Così facendo, cerchiamo di far capire che cosa è la PRO
LOCO, dando così continuità all’Associazione.
Avviso ai Presidenti delle Associazioni operanti in Sanguinetto.
Si prega cortesemente di consegnare le date delle varie manifestazioni
o degli appuntamenti del vostro Gruppo da inserire nel calendario 2010
lunedì 26 ottobre 2009 - sede Pro Loco ore 21. Si ringrazia per la collaborazione e la puntualità delle consegne.
Direttivo Pro Loco
Giornata memorabile con gli amici Emigrà
La scommessa della “1^ edizione del Premio Emigrà” è stata vinta.
Nell’elegante rinnovato Teatro Zinetti, con un pubblico interessato e
partecipe, si sono radunati tanti ex sanguinettani, che dalle più varie
provenienze hanno riportato nella loro terra natia ricordi, nostalgie,
emozioni che il passare degli anni non cancella, ma vivifica. Sul palco
la giuria, composta da amministratori comunali, Pro Loco ed esponenti
della cultura, ha cercato di rompere gli indugi per stabilire un feeling
con la platea. Così Piero Pistori, coordinatore ricco di entusiasmo e di
giovanile euforia, ha presentato tutti scendendo persino tra la gente.
Chiaro che i tempi, di fronte alla necessità di far dire a ciascuno una
parola di saluto e di commento, si siano allungati, aumentando sensibilmente l’appetito. Ma il “dulcis in fundo” doveva essere naturalmente
la proclamazione dei vincitori e la lettura dei loro scritti. E’ valsa la pena
di pazientare un po’: hanno vinto Maria Lara Dionisi Comunian di
Mantova con “Tempo di guerra” (sez. italiano) e Gilberto Gagliardi di
Milano con “El mas-cio del capo” (sez. dialetto). La lettura dei due brani
ha suscitato commozione nel primo caso, ricordando la guerra nel ‘45,
e simpatia nell’altro, con un insolito “protagonista”. Interessante anche
la presentazione del premio, in quanto è arrivata una dozzina di scritti
da varie provenienze del nord Italia, maschi e femmine attenti ai contenuti ma anche alla scrittura. Oltre ai membri della giuria, sono intervenuti Rita Crivellari Spiazzi, Gino Pivatelli ed Enrico Nascimbeni, tutti
legati al “paese” e “cacciatori di vecchi ricordi”. La giornata si è aperta
con la messa celebrata nella chiesa parrocchiale e, dopo la cerimonia
letteraria, è proseguita negli stand gastronomici, presso l’area sportiva.
Grazie a tutti i protagonisti della manifestazione, sanguinettani, ex compaesani, amici e simpatizzanti. Molti hanno chiesto di rivederci il prossimo anno: è l’augurio migliore che potevamo farci…
La redazione
La terzina del 59° Premio Castello
“Ti chiami Lupo Gentile” di Luisa Mattia; “Sono tossica di te” di Beatrice Masini; “Ritorno a casa saracena” di Adriana Merenda: è la terzina
finalista del 59° Premio Castello. Tra questi la giuria sceglierà il vincitore: è composta da 5 ragazzi di cinque istituti scolastici della Bassa,
e dai commissari Gian Paolo Marchi, Fiorenza Coppari, Giulio Galetto,
Piero Zanotto e il sindaco locale Alessandro Braga. La manifestazione
letteraria è domenica pomeriggio 18 ottobre. Siete tutti invitati.
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Vita del Paese
Il Premio Castello, mio padre Giulio e... tanti altri ricordi
Arriva puntuale anche quest’anno, come le prime nebbie della Bassa, come un treno che arriva in orario, come tutti gli appuntamenti
più importanti, il Premio Castello di Sanguinetto “Giulio Nascimbeni”,
il concorso di narrativa per ragazzi più importante in Italia. Un premio che per il nostro paese è un motivo di orgoglio, di vanto
che va valorizzato al massimo. Quest’anno sarà
ancora più coinvolgente del passato, entrando nel
vivo della lettura con la più ampia partecipazione.
Si offriranno a tutti i partecipanti momenti di danza
come espressione di quella fantasia che si manifesta ogni volta che ci predisponiamo a leggere
un buon libro e l’eleganza della voce teatrale per
una narrazione entusiasmante e travolgente. Sono
queste alcune novità riferitemi dall´assessore Marzia Altobel. Intitolato a mio padre, Giulio Nascimbeni. Ed è di lui che parlerò. Sfoglierò con voi un
piccolo libro di ricordi dell´uomo che più ho amato
e stimato nella vita, assieme a mia madre, Carla.
Ricordi privati che si possono raccontare, che solo
io conosco, e custodisco gelosamente nel cassetto del mio cuore. Giulio, lo chiamerò per nome,
viveva la sua vita per i libri, anche quelli per ragazzi. Per lui questo Premio è sempre stato
una cosa molto importante. Quando doveva
scrivere una recensione su un libro per i ragazzi era felice. Ricordo il tic e tac della sua
macchina da scrivere a Milano, lo sentivo
dalla camera da letto, lui, non scriveva nel
suo studio, ma in cucina, con un bicchiere di
vino sul tavolo dove “el pociava” dei biscottini
secchi. Quel tic tac della sua Olivetti è ancora come una musica che
suona, tutti i giorni della mia vita, nella mia mente e nel mio cuore.
Per Giulio, Sanguinetto voleva dire patria, radici, amici, casa. Non
amava Milano. In casa nostra si parlava rigorosamente il dialetto, e
così tutti ci sentivamo un po’ più vicini al nostro paese. Poi si partiva
per Sanguinetto. E per lui, per me e Carla era un giorno di festa. Lei
preparava dei panini prima di partire. Perchè? Perchè Giulio non si
fermava agli autogrill. Gli sembrava una perdita di tempo e così, mia
mamma, gli porgeva i bocconi e lui mangiava guidando lungo la A4.
E si arrivava. Coi miei nonni Bepi e Gemma che ci aspettavano in
piedi in giardino. Sono piccoli momenti, lo so, ma penso che, i piccoli
momenti, siano le cose più dolci della nostra vita. Cosa faceva Giulio
appena arrivato? Baciava i suoi genitori, metteva la
valigia in camera da letto e si precipitava al telefono a chiamare il suo amico del cuore, Carlo Rossi.
Poche parole: “Son rivà se vedemo tra diese minudi in uficio”. L´“ufficio” era il bar di Cincian, dove ad
aspettarli c´era un altro suo grande amico, Nandino.
Ricordo che regolamente mia madre si arrabbiava:
“Ma Giulio, fermati almeno dieci minuti a casa”. Ma
mentre lei gli diceva questa frase lui era già uscito.
E davanti a un Negroni finalmente poteva parlare coi
suoi amici. In verità parlava con tutti. Salutava tutti. Sorrideva a tutti. Attenzione, non parlava del suo
mestiere o di letteratura, ma di calcio e del paese.
Non amava fare sfoggio della sua cultura. Quello lo
faceva quando lavorava. Era la sua filosofia di vita
e mi diceva sempre: “Diffida da chi parla solo di se
stesso, ama solo se stesso e il suo lavoro o la sua
carica istituzionale, perchè quelli così sono dei
gran “mona” e non valgono nulla”. Ho fatto tesoro di questo suo insegnamento. Così viveva le
sue giornate a Sanguinetto Giulio, detto “il signore della Terza Pagina del Corriere della Sera”. Lui,
che a casa nostra a Milano portava a cena Montale,
Pasolini, Moravia. Lui che dava del tu alla lingua italiana con una facilità per me irraggiungibile. Qua in paese
amava sentirsi uno del paese, e basta. Ed è lui che mi ha anche
insegnato ad amare Sanguinetto. E lo ringrazio. Ho avuto un padre
irrangiungibile. E sono fiero di questo. Un momento prima di morire,
Giulio, con la mano, mi fece un gesto. Voleva una boccata di sigaretta. Gliela diedi, fece una tirata e poi chiuse gli occhi per sempre,
stringendomi la mano. E tutti i suoi libri, usando l´immaginazione e il
sogno, si misero a piangere.
Enrico Nascimbeni
COMUNE DI SANGUINETTO - ASSESSORATO ALLA CULTURA
Anno Accademico 2009-2010 Costo d’iscrizione: 20 Euro
Sabato 17 ottobre ore 20.45: Presentazione Anno accademico 2009/10
con intrattenimento musicale. Giorno degli incontri: Mercoledì.
21 ottobre ore 15: Immagini e parole nella civiltà contadina - Prof.
Dante Clementi. 28 ottobre ore 15: Dante e la matematica - Prof.
Sandro Pistori. 4 novembre ore 15: La via della nevrosi e la parola
come soluzione - Prof. Idalgo Carrara. 11 novembre orario da definire: Visita città di Lodi. 18 novembre ore 15: Incontro con l’autore
titolo dell’opera scatto mortale - Prof. Maria Pia De Carli. 25 novembre ore 15: Itinerario nella terraferma veneta di Marin Sanudo - Prof.
Roberto Bruni. 2 dicembre ore 15: Riconoscere le sette - Prof. Meneghello e Prof.ssa Priuli. 9 dicembre orario da definire: Visita al
santuario di Saronno e alla pinacoteca di Brera. 16 dicembre ore 15:
Rapporto tra medico e paziente - Prof.ssa Rosa Noci. 23 dicembre
ore 15: Aspettando Natale - Mons. Bruno Fasani. Per informazioni:
Comune di Sanguinetto - Ufficio Cultura Tel. 0442.81036. Coordinatore e Rettore: Assessore alla Cultura Marzia Altobel e Rag. Gianni
Fioravanti Tel. 0442.81007 - 338.4616410.
Terminate le attività estive con un meraviglioso soggiorno al mare...
Senigallia è sempre bella e accogliente; ottimo il trattamento in Hotel
e bellissimo anche il tempo. Contiamo di tornarci anche a Settembre
dell’anno prossimo. Sono ripresi i corsi di Ginnastica dolce che si
tengono sempre il Lunedi e il Giovedi dalle ore 17.30 alle 18.30 fino
alla fine di Aprile. Prossimi appuntamenti: 25 Ottobre - Festa del
Pensionato. 11 Novembre - Castagnata alla Casa di Soggiorno per
Anziani alle ore 15.30. 5 Dicembre - apertura mercatino di Natale
alla Casa di Soggiorno per Anziani. 21 Dicembre Festa degli Auguri
alla Casa di Soggiorno per Anziani alle ore 15.30. Stiamo programmando anche l’itinerario per Capodanno...e a giorni riceveremo il
programma per la crociera...Le mille e una notte, nove giorni a Dubai, Oman, Emirati Arabi e Bahein. Un viaggio straordinario che ci
farà conoscere un mondo unico dove convivono in armonia le realtà
più contrastanti.
Per informazioni telefonare al 0442 81647
La responsabile del gruppo Maria Cavallini
Università del Tempo Libero
ERRATA CORRIGE: nello scorso articolo di presentazione della
Pro Loco è stato dimenticato il nome di un candidato membro,
Antonio Nella. Ci scusiamo con l’interessato. La Redazione
Gruppo Pensionati L’Ancora
AVVISO: Variazione giorno e orario di ricevimento dell’Assessore
all’Istruzione e alla Cultura Altobel Marzia - sabato mattina dalle
9.00 alle 12.00 e su appuntamento chiamando al 349.7588039.
Cultura
3
Concerto di Enrico Nascimbeni
Ai donatori Avis e a tutti i giovani
Venerdì 30 ottobre il cantautore Enrico Nascimbeni sarà in concerto
nel Teatro del Castello, alla ore 21.
Nascimbeni ha scelto il suo paese
come prima data del tour che porterà in giro per l´Italia e all´estero,
per presentare il suo nuovo album,
l´ottavo della sua carriera. Ma chi è
Enrico Nascimbeni? Molti compaesani lo vedono qualche volta al bar,
che si beve il suo caffè, con l´aria
“un po’ così”, come canterebbe Paolo Conte. Capelli lunghi, orecchini,
tatuaggi, jeans e maglietta. Insomma un cinquantaduenne un po’ fuori
dalle righe. Parla con tutti, saluta
tutti e ha un sorriso per tutti. Ma non
parla di musica, mai. Gli argomenti
sono quelli rigorosamente da bar: calcio, donne e politica, e naturalmente quello che succede in paese. Chi è nato e chi morto, chi si è sposato
e chi la domenica è andato a pescare, o a fare un giro in bicicletta. Insomma Enrico è, e si considera un cittadino di Sanguinetto, paese che
come il padre Giulio, ama da sempre. La sua vita? A due anni era già un
migrante. Eh sì, viveva e ha vissuto fino a pochi anni fa a Milano. “Una
città fredda - come la descrive lui - dove non sai nemmeno che faccia
abbia il tuo vicino di casa”. A quindici anni nel liceo classico che frequenta, ha come professore un certo Roberto Vecchioni. E da lì che parte
la sua passione per la musica e l´amicizia fraterna e la collaborazione,
(che dura ancora oggi), con uno dei più grandi cantautori italiani. A 17
anni pubblica il suo primo album, “Maracaibo”, al quale seguono “Verso
il mare” e “Hotel Costarica”. Nel frattempo si laurea all´Università Statale
di Milano in Lettere Moderne. I suoi lavori vanno bene: nei suoi dischi
suonano la Premiata Forneria Marconi, duetta con Vecchioni, Gianna
Nannini, Antonello Venditti. Ma Enrico, che cominciava ad avere successo, molla tutto per il giornalismo. Vuole seguire le orme paterne, con
la consapevolezza che mai raggiungerà i livelli giornalistici del padre,
che però gli ha trasmesso l´amore per la notizia e per i libri. Inizia la
sua carriera al “Giorno”, dove si occupa di cronaca nera, poi si sposta
a “L´Arena” di Verona. Ritorna a Milano e lavora per “L´Indipendente”,
per il quale segue l´inchiesta sulle tangenti a Milano, “Mani pulite”. Scrive un libro su questa inchiesta, con l´attuale direttore di TG5, Andrea
Pamparana, “Le mani pulite”, (edito Mondadori) e un romanzo, “Il tropico
del ricordo”, (edito Bompiani). Dalla carta stampata passa a giornalismo
televisivo e approda a Mediaset, a “Studio Aperto”, il Tg di Italia1. Viene
promosso Inviato Speciale, una qualifica nelle gerarchie del giornalismo
corrisponde a quella di Direttore. È inviato di guerra, per più volte fa i
suoi servizi televisivi sotto le bombe, a Sarajevo, nelle ex jugoslavie.
Poi, l´altra svolta nella sua vita. Molla tutto e torna a cantare e scrivere
canzoni per altri artisti, da Vecchioni a Baccini, da Patty Pravo a Mietta,
da Paola Turci a Syria, Marco Carta, Mango, Tom Waits, Leonard Cohen,
Suzanne Vega, Miguel Bosé e tanti altri. Pubblica altri tre album, l´ultimo,
“Uomini sbagliati”, con 76.000 copie vendute conquista il disco d´oro e
quello di platino, e per otto mesi è in testa alle classifiche di vendita in
Italia. Nel frattempo scrive il suo primo libro di poesie, anzi di non-poesie,
come le chiama lui “Non -poesie - L´amore ai tempi di Myspace”, (edito
Paradisi di Carta), che attualmente è tra i primi cinque libri di poesia più
venduti in Italia. Ma Enrico non è uno di quelli che “se la tira” come mi pare dicono a Milano. Lo trovate sempre al bar a parlare di calcio e donne,
e di suo padre Giulio, il punto di riferimento della sua vita, il suo esempio
costante, ora diventato un ricordo. Ma mai della sua musica, dei sei suoi
libri, dei suoi successi. “Ogni matto ha il suo paese..” ironizzava Fabrizio
De André parlando di se stesso. Io affermo: “avercene nel nostro paese
di “matti” come Enrico Nascimbeni”.
Marzia Altobel
Come tutte le attività
umane, anche la nostra
associazione ha bisogno
di norme che guidino e
favoriscano il raggiungimento dello scopo che ci si prefigge e che nel nostro caso è quello della donazione di sangue. Una delle regole del nostro
statuto prevede che dopo due anni di inattività donazionale il donatore
venga depennato dall’elenco dei soci: sono paroloni per dire che dopo
due anni che un donatore non effettua una donazione di sangue viene
cancellato. Questo non significa che si cancellano e si dimenticano le donazioni effettuate e non viene meno la gratitudine e la riconoscenza per la
generosità dimostrata: semplicemente si cerca di mantenere realistico e
aggiornato l’elenco dei soci attivi, che cioè donano regolarmente, per scopi
pratici e fini statistici. Poiché è imminente la revisione biennale dell’elenco
dei soci, il Direttivo invita i donatori che non donano da due anni o stanno
per superare questo termine, ad effettuare una donazione al più presto,
per evitare la cancellazione: se ci fossero motivi di salute o impedimenti
vari gli interessati, per evitare la cancellazione, avvertano con premura il
consigliere Alessandro Maestrello o il Presidente stesso, Giulio Passilongo. Precisando che anche chi è stato cancellato può riprendere a donare
in qualsiasi momento ed essere automaticamente reiscritto alla sezione,
Il Direttivo sollecita tutti i soci ad una assidua e regolare donazione, segno concreto di altruismo e generosità ed invita tutti coloro che godono di
buona salute, in particolare i giovani, a farsi donatori per condividere così
il loro benessere fisico con chi è malato e soffre gravemente. Donare sangue, infatti, stimola in modo benefico l’organismo del donatore, costituisce
un controllo dei parametri fondamentali della sua salute e rappresenta un
nobile gesto di civismo e di solidarietà. Il Direttivo Avis Sanguinetto
system
Tecnologia per il benessere climatico
Riscaldamento
Climatizzazione
Geotermia
Energie alternative
Idrocomfort System s.r.l. Via Labriola, 4 - 37054 Nogara (VR)
tel. 0442 510511 fax 0442 538455 www.idrocs.it [email protected]
Quando suonava la sirena (13^ puntata)
Nella foto sono presenti i primi due direttori dello stabilimento di Sanguinetto
dell’allora Monda Knorr. Il dott. W. Scarani, primo direttore, quando la fabbrica era ancora in fase di ultimazione; l’inaugurazione ufficiale avvenne nel giugno del 1966, ma la produzione era già attiva da un paio di anni. Il secondo
direttore è il dott. V. Corsini, che ha diretto per molti anni. La figura di questi
due dirigenti fu di primaria importanza per tutte le decisioni che vennero prese per il buon andamento dello stabilimento. La foto è relativa ad un momento
di festa, una premiazione, con i dirigenti e le maestranze.
Gieffe
CORDOGLIO. A nome dell´Amministrazione Comunale e del
Paese, esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di due
nostri concittadini. Partecipo al lutto che ha colpito le famiglie e gli
amici. La competenza professionale, la passione civile che hanno
contraddistinto l´uno e l´altro ci hanno reso tristi, in questi giorni di
lutto. Li abbiamo accompagnati nel viaggio verso il Padre, ricordando
tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme. Hanno regalato nella
loro vita momenti felici e saggi. Tutti nei nostri cassetti o album abbiamo ricordi scattati da Flavio, che mai dimenticheremo nel sorriso
che stava dietro a quel grosso obiettivo. Grazie Corrado Guerrer,
grazie Flavio Ragaiolo.
Marzia Altobel
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“Premio Emigrà”: i racconti vincitori
TEMPO DI GUERRA. Nel 1944 a Sanguinetto il Comando tedesco aveva requisito la nostra falegnameria, per esigenze belliche legate all’attività del Cantiere Militare; a mio padre rimase la gestione dell’ammasso
del carbone e della legna da consegnare alle famiglie che usufruivano
delle tessere annonarie. Proprio
in quel periodo successe un fatto che coinvolse anche me. Una
notte fui svegliata da uno strano
ticchettio sui vetri della finestra
che dava sul cortile; incuriosita, mi alzai e vidi un uomo che
gettava in alto dei sassolini e
gesticolava in modo affannoso.
Andai a chiamare mio padre il quale si affacciò alla finestra e sussurrò:
“Mio Dio, vengo subito!”, poi rivolto a me: “Torna a letto e restaci!”. Naturalmente non obbedii e mi acquattai sul pianerottolo per vedere che cosa
stesse succedendo. L’uomo entrò, abbracciò mio padre e piangendo disse: “Per carità aiutami, sono scappato ma non posso andare a casa mia
perché probabilmente i tedeschi saranno là a controllare”. Non vidi altro.
La mattina seguente mio padre con tono molto serio mi disse: ”Io mi fido
di te e mi devi promettere di non rivelare a nessuno quello che hai visto
questa notte. Se i tedeschi lo venissero a sapere, potrebbero arrestarci
tutti o uccidere me ed il nonno”. Io, un po’ spaventata ma orgogliosa dell’
incarico che mi era stato affidato, mantenni il segreto per lungo tempo.
In seguito gli eventi precipitarono: il Comando di Verona aveva ordinato alle truppe stanziate nella nostra zona di resistere ad oltranza alla
avanzata nemica. In alcuni punti della strada provinciale che attraversa
l’intero paese furono edificate grosse barriere anticarro e fu imposto a
tutti gli abitanti di trasferirsi all’interno del castello insieme alle truppe
tedesche che avevano lo scopo di difenderlo. In quei giorni gli Americani
avevano raggiunto le rive del Po ad Ostiglia. I colpi di cannone avevano
già centrato alcune case ed un’ala del castello: la nostra fortezza stava
diventando una trappola mortale, perciò una delegazione di capifamiglia
andò a trattare con gli ufficiali tedeschi, i quali fecero issare la bandiera
bianca: per noi la guerra era finita. Dopo l’arrivo degli Americani, venne
a casa nostra, questa volta di giorno, l’uomo che di notte aveva bussato
alla mia finestra, mi prese in braccio ringraziando me e mio padre; finalmente seppi il seguito della vicenda. Egli durante l’occupazione tedesca
era stato arrestato e stava per essere deportato in Germania. Il treno sul
quale era stato costretto a salire fece una sosta alla stazione di Nogara
e in quei pochi minuti egli era riuscito a scendere e a nascondersi alla
vista delle guardie. Durante la notte si era messo a correre attraverso i
campi e, dopo aver scavalcato la recinzione del nostro orto, era entrato
nel cortile con la speranza di trovare un rifugio sicuro. Purtroppo la nostra
casa, frequentata ogni giorno dai tedeschi, sarebbe stato il nascondiglio
meno adatto per un ricercato politico; allora mio padre, assiduo lettore
di romanzi di avventura, aveva messo in atto un piano rischioso. Dato che i parenti di quell’uomo gestivano un forno per il pane ed erano
nostri clienti, il ricevere una normale consegna a domicilio di carbone
o di legna non avrebbe dovuto destare alcun sospetto. Alle prime luci
dell’alba, mio padre era andato ad avvertire il fornaio poi, tornato a casa,
aveva fatto salire il suo amico sul carretto a mano e completato il carico
con alcuni sacchi di carbone, sistemati in modo da occultare completamente l’insolito passeggero. Prima di partire, mio padre aveva atteso
l’arrivo dei falegnami per non modificare il suo abituale comportamento,
si era poi avviato spingendo il carretto lungo la massicciata del paese,
per consegnare “ la merce” ordinata. ”Vi assicuro - disse mio padre - che
il mettere in pratica quanto si è letto su un libro non è così semplice: non
avevo previsto che, mentre percorrevo quel tratto di strada, avrei dovuto
soffrire tanto, non solo per lo sforzo fisico ma soprattutto per la paura che
il mio piano fallisse”. “Anche per me è stata una esperienza tremenda continuò il nostro ospite. La polvere di carbone mi seccava la gola, ma
non potevo né tossire né fare alcun movimento. Ho vissuto poi la mia
lunga clausura nascosto in una nicchia che mio fratello aveva scavato
nel deposito della pula di riso. Dovevo stare in silenzio benché respirassi
a fatica per il pulviscolo che mi intasava i polmoni. Nel buio del mio rifugio il tempo non passava mai e spesso venivo assalito dal timore di non
resistere e dalla nostalgia della mia famiglia. Uscivo dalla tana solo di
notte ma non ho mai voluto che mia moglie venisse a trovarmi, per non
mettere in pericolo la sua vita e quella delle nostre bambine. Ho passato
momenti tragici quando tutta la famiglia fu costretta a trasferirsi nel castello: io rimasi là nel rifugio, solo, ignaro di quanto stava succedendo.
Quando tutto finì, mi sentii rinascere: la grande paura era
passata!”. Nella storia ufficiale
del paese questa vicenda non
comparirà mai, tuttavia io sono orgogliosa che mio padre
non solo abbia salvato la vita
al suo amico Libero Camiletti,
ma che abbia riposto in me
una grande fiducia, malgrado io fossi una bambina di nove anni e avrei
potuto essere il punto debole nella attuazione del suo piano.
Maria Lara Dionisi Comunian
EL MAS-CIO DEL CAPO (1945). El capo l’èra nostro papà, ciamà da tuti
“capo” parché l’èra capostassion, ‘na gran brava persona, ma sopratuto
un gran papà; e difati quando disemo mas-cio se intendemo la bestia,
che, al scominsio de la storia (che pó l’é la storia de la so vita) l’èra un
mas-cìn morbido e rosa che l’èra un amor. ‘Sto mas-céto l’avea fato trasloco in Castel con la nostra faméja nei ultimi mesi de guèra, parché in
stassion i bombardamenti i èra ormai a l’ordine del giorno. Le galine e i
conei aveeno dovù “sacrificarli” parché la nova abitassion da sfolà l’èra
al terso piano de le scole elementari nel Castel, un camaron pien de
leti: i nostri quatro, i du de le sìe de Bologna, più qualche altro parente
vegnù via da le cità dove la vita l’èra quasi impossibile. In stassion par
qualche tempo gh’èra stà anca i nostri cusini de Milan, dei butei bei e
simpatici, che ancora ghé in paese ci se ié ricorda. I èra rientrà in cità ,
ci par far el soldà, ci par studiar, trane uno, el Giorgio, milite a Isola dela
Scala, che a gnanca disnov’ani el s’ha fermà par sempre nel “nostro”
cimitero. ‘Na maledéta demenica, a do mesi dala fine de la guéra, ‘na
Mama lo ga ciamà desperà per via de ‘na bomba cascà nela corte piena
de buteleti. Generoso e spavaldo, anca se no l’era el so compito, l’ha
zercà de tirar su el “bengala” (i ghe ciamava così quele picole e curiose
mine semenà coi aerei de note) ma el ghe sciopà in man devastandolo
sul colpo. Par el nostro mas-céto ghè saltà fora un postesìn che’l parea
fato aposta, con quatro asse in fondo al balcon che’l corea longo tuta
la camara. El dasea (el ghé ancora) sul lato esterno del castel, quel
che guarda la piassa, alto sora la fossa dove, in qualche maniera, el
de più el rivava zó a ingrassar le piante de Zuppini. Ghe tegnea drìo
me sìa Luciana, ‘na bèla bionda pearìna, che la lo ciamava “ninno”, la
ghe parlava e la ghe gratava la pansa, come a una creatura, che apena
el la vedea el se roersava gambe a l’aria a ciapar le cocole. El magnar
no’l ghé mancava, parchè, anca se la fame l’èra tanta e i nostri disnari
scarsi assè, de svanzaure par lù ghe n’éra sempre (altroché i problemi
del rifiuto “umido”, no se butava via gnente), con la zonta de crusca e
de un poco de formenton, tanto che s’avea messo a frequentar la picola
porzilara ‘na colonia de ratoni, ‘na vintina de pantegane che, sul far de la
sera, le sfilava in bela vista su la ringhiera de fero del balcon pa’ndar a
sbecolar qualcosa in compagnia del “ninno”. De come émo fato fora i non
graditi ospiti, che l’é n’altra bèla storia, ve ne parlaremo st’altra olta. El
tempo el passava, tra zughi in piassa e corse in rifugio, el soteraneo che
ghé soto le scole, dove adesso ghé ‘l Coro, e che alora l’èra scuro, fredo
e umido, dove i più picoli i pianzea quando i rintronava i colpi del canon
che sparava da Ostiglia. El nostro campion el vegnea su ben, tanto che
in autuno (anca par via che se dovéa rientrar a la stassion, bombardà
ma rimessa a posto), quando l’è sta el momento de ‘ndar via, n’ha ciapà
un colpo a tuti quanti parché, deventà quasi un quintal, no’l passava più
da nessuna parte. A un murador, amico del papà, ghé vegnù l’idea de
calarlo da la ringhiera zó ne la fossa con dele corde e ‘na carucola. L’è
sta ‘na giornada storica, parché s’avea sparso la notissia e tanta gente la
s’avea radunà in piassa davanti al mureto, par assistar a lo spetacolo. E
tra i zighi del mas-cio tacà via par aria tuto ligà, la disperassion de me sìa
e i batimane dei spetatori, finalmente el “ninno” l’ha tocà tera incolume.
Ma par poco, parché el so destin, che po’ l’èra el nostro sostentamento,
ormai l’èra segnà.
Gilberto Gagliardi
Cultura
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Caro Direttore del giornale “El Peagno”, in qualità di uno dei migrà che più “el se fa veda e sentir”, con orgoglio
nel nostalgico GIORNO DEL RITORNO credo d’interpretare il pensiero generale se rivolgo i più cordiali ringraziamenti a tutti coloro che ci hanno accolto nell’annuale festosa rimpatriata. A cominciare dagli amici concittadini
presenti numerosi alla S. Messa, insieme a noi, col buon pastore Don Ulisse, nella luce del Vangelo, l’unico modo
per fare comunità, ricomporre l’aggregazione disinteressata di un tempo, nella fede dei padri, delle mamme. Ancora grazie all’Amministrazione Comunale e all’Associazione Pro Loco Le Contrà,
che con la loro estroversa accoglienza ed interventi premurosi, mostrano nei nostri
riguardi di “figlioli prodighi” (che tornano), amorevolezza e sensibilità. Lo avevamo
già sottolineato a parole, ma ci pare che ora qui, per iscritto, il ringraziamento rimanga per sempre, secondo il detto latino: verba volant, scripta manent. Il giorno
13 settembre, con un bel sole più che estivo che illuminava el Castel e le nostre menti, eravamo più di cento a
fare ritorno, ad occupare il nuovissimo teatro Zinetti, dove ci fu l’attesa premiazione dei migliori “Racconti della
memoria”, novità assoluta di quest’anno. I relatori, in ordine alfabetico Altobel Marzia, Ambrosi Dante, Galetto
Giulio, Guerra Silvano, Perini Sandro, Vaccari Daniela, Vaccari Giuseppe e Vicentini Stefano, hanno dato vita
con i loro ponderati giudizi e dilettevoli letture degli elaborati, ad un vero concorso letterario, da ripetersi negli
anni venturi. Al termine del simposio, con le tavolate imbandite dai componenti dell’arte culinaria della Pro Loco,
in tutti i partecipanti serpeggiava il proponimento de “catarse anca st’an che vien” in questo abituale Giorno del
Ritorno, assurto ormai a data importante sul “Calendario delle Contrà”. Perché c’è sempre un Dio che non fa
mai dimenticare la terra dove si è nati e perché quello “de catarse”, dello stare insieme, (fare con quello che si
ha ed aiutare gli altri, come dicevano i nostri genitori, nonni), è il miglior antidoto anche alle crisi economiche,
alla recessione in atto. Arrivederci dunque nel 2010, con l’augurio per tutti di tanta salute e Pace nei cuori. Piero Pistori P.S. Naturalmente
sono disponibili le foto della manifestazione, per chi le volesse. Ringrazio infinitamente El Peagno per l’interessamento continuo nei riguardi
dei “migrà” sanguinettani. A tal proposito sta nascendo una nuova idea per l’organizzazione del prossimo anno.
Piero Pistori
LETTERA IN
REDAZIONE
Òmeni e dòne
a cura di
Giuseppe Vaccari
Maschilismo e femminilità nella società contadina
Nella società contadina nascere maschio è senz’altro un privilegio
perché il maschio gode di prestigio per il vigore fisico e per le
capacità mentali mentre la dòna, la femmina, è considerata inferiore,
sia per forza che per intelligenza. Quando nasce una bambina i
più estremisti, vale a dire i più tradizionalisti, la considerano una
disgrazia e sono quasi tentati di sopprimerla, tanto le dòne no i é
bòne da gnente e no le capise gnente parché le gh’à el zervèl de
‘na galina, col pretesto che le donne hanno un fisico debole e facoltà
mentali ridotte (non me ne vogliano le gentili
lettrici, se riporto i pregiudizi molto radicati e diffusi
del tempo). Il vecchio parroco don Antonio, ad
esempio, mentre una domenica durante i vespri
raccoglieva l’elemosina, sentendo che una donna
storpiando la litania Regina patriarcharum cantava
Regina dei prèti al caro, con prontezza di spirito e
con una certa acrimonia, tra l’offeso ed il divertito,
completando la metafora, la apostrofò con la’
invettiva: “e ti vaca tacà al timonzèl!” L’espressione,
riportata più volte con ironia e garbo da don
Cornelio, eccessiva, priva di intenti offensivi ma
poco consona al luogo sacro, allora comprensibile
da tutti senza bisogno di precisazioni, la dice lunga sulla mentalità
del tempo e sul ruolo della donna nella società: considerata come
essere inferiore, di supporto al maschio, la femmina è paragonabile
ad una mucca aggiogata col timone mobile (timonzèl) al traino
davanti ai buoi, in maniera aggiuntiva, provvisoria e saltuaria. In
famiglia il capo indiscusso è il marito: l’é lu che gh’à le braghe, è lui
che porta i pantaloni, cioè quello che comanda, che compie le scelte,
dalle più importanti alle meno significative, che fa gli affari, anche i
più piccoli. La moglie è sottomessa al marito, lo teme e lo rispetta,
ne esegue la volontà e chiede preventivamente il suo parere e la
sua approvazione per realizzare proprie iniziative o piccoli desideri.
Formalmente i coniugi si rispettano molto, si danno addirittura del
“voi”, nonostante il rapporto affettivo e confidenziale che intercorre
tra loro. Tuttavia el barba, soprannome che il capo porta anche se la
barba non ce l’ha, spesso chiede consiglio alla moglie e più sovente
si rimette alla volontà della stessa, tanto che è divenuta proverbiale
l’espressione “fè vu, Pasqua !” che si può tradurre con “fa’ come
credi, moglie mia!” il che salva la forma, perché il maschio autorizza
la femmina, ma in realtà lascia carta bianca alla donna stessa, la
vera, anche se informale, detentrice del potere. Disgraziata, però,
è la famiglia nella quale le braghe la ghe i’ à ela, ed il marito deve
sempre chiedere il parere ed il permesso alla moglie, perché
contravviene al principio dell’autorità maschile e tradisce l’ideale di
donna, così definito dal proverbio: che la piasa, che la tasa, che la
staga in casa. Nelle famiglie numerose, anche per ragioni di spazio,
vige indiscussa la segregazione: ai pasti il capofamiglia siede a
capotavola contornato dagli adulti maschi, è servito rigorosamente
per primo, quando parla i figli lo ascoltano in silenzio: i suoi consigli
e i suoi pareri sono ordini. Le donne, invece, consumano i pasti in
una stanza secondaria assieme ai bambini e
non osano intromettersi nei discorsi dei òmeni,
dei maschi e, tantomeno, ingerirsi in afàri da
òmeni, nelle questioni importanti. Soprattutto in
campagna i ruoli sono diversi e corrispondono
alla natura ed alla tradizione: la cura della casa,
dei bambini , della famiglia e del cortile sono
esclusivo appannaggio femminile, la campagna e
la stalla sono di competenza maschile. Gli uomini
fanno i lavori più pesanti, quelli che richiedono
muscoli e forza, le donne quelli che comportano
minor fatica ma necessitano di prontezza di
riflessi. Anche le operaie a giornata rispettano la
tradizionale divisione dei ruoli ma ricevono una retribuzione inferiore
a quella dei maschi: la paga da dòna è una prassi consolidata che
tutti accettano con naturalezza e nessuno si sogna di mettere in
discussione. In società la discriminazione non è da meno: a scuola,
quella elementare ovviamente, le classi sono rigorosamente divise
per sesso; in chiesa le donne ed i bambini si dispongono sui banchi
mentre gli uomini pagano la sedia ed occupano lo spazio libero fra
i banchi e l’altare maggiore; nelle processioni e nei cortei funebri
le donne formano la parte anteriore, gli uomini quella posteriore.
Nella vita personale il maschio gode di una certa libertà e quei pochi
che hanno soldi ed amano la vita e le avventure, quei che ciòca
la scùria e che core la cavalìna, sono guardati con ammirazione
ed una punta di invidia. La donna, invece, deve mantenere un
comportamento corretto, di basso profilo, mai provocatorio: sia in
privato che in pubblico deve mostrare un atteggiamento riservato
e vestire in modo estremamente decoroso per conservare integra
quella reputazione che in una società ristretta e conservatrice
è molto facile compromettere o perdere irrimediabilmente.
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Sport / Compleanni
Ottobre senza pause per il Sanguinetto
La nuova stagione 2009/10 dell’AC Sanguinetto è iniziata bene, con i ragazzi di mister Paolo Bottura hanno centrato la qualificazione al secondo
turno del Trofeo Veneto per le squadre di Seconda Categoria, e certamente questo risultato ha portato molto entusiasmo attorno all’ambiente
neroverde. Vittoria al debutto contro il Bovolone, l’anno scorso rivale in
campionato, a segno uno degli ultimi
arrivati, la punta Jean Luc Dal Molin,
pareggio contro l’Asparetto e vittoria
decisiva con l’altra realtà frazione di
Cerea, ossia l’Atletico San Vito. L’inizio
del campionato per il Sanguinetto ha
registrato un pareggio sul campo del
S. Stefano Zimella, la squadra di mister
Freddy Serato e del presidente Cristiano Giusti, che tutti ricordano nel suo
passato da giocatore della Sambonifacese e che ha finito la sua carriera da
giocatore nel Legnago; alla seconda
giornata una brutta sconfitta casalinga contro la matricola Pozzo. La rosa
pian piano si è completata con l’arrivo
del già citato Jean Luc Dal Molin, che
l’anno scorso ha vinto il campionato con la maglia dell’Isola Rizza; altro
arrivo è il centrocampista Giacomo Monastero, classe ‘89 delle giovanili
del Legnago, che l’anno scorso ha giocato per poco tempo anche nel
Concamarise. Il giocatore che si è fatto notare
in questo primo scorcio di campionato è stato
decisamente Stefano Bertozzo, classe ’89, tra
l’altro figlio del direttore sportivo Graziano: sue
le reti in campionato contro S. Stefano Zimella
e Pozzo, ma anche del gol vittoria che ha dato
la qualificazione al secondo turno del Trofeo
Veneto contro l’Atletico San Vito. Ora per il
Sanguinetto sarà un ottobre dove non avrà un
attimo di pausa: si parte con la terza di campionato, e ci sarà la delicata trasferta contro il Cologna Veneta, alla quinta e sesta due gare casalinghe consecutive con le favorite alla vittoria
finale del campionato, ossia Atletico Vigasio 2008 e Golosine. Per non
dimenticare le gare di Coppa, dove i nero verdi saranno in campo il 7, il
21 ottobre e il 4 novembre e affronteranno Sorgà Rondinelle, S. Stefano
Zimella e Nuovo San Martino.
Stefano Paganetto
L’ASSESSORATO ALLA CULTURA
INVITA I GIOVANI ALLA MUSICA
Il Comune di Sanguinetto vuol conoscere i suoi “giovani musicisti”, persone
di qualsiasi età che usano qualunque tipo di strumento. E’ importante per
poter avere una mappa musicale del proprio paese; non importa il livello che
disponete, ma conta che nell’ascoltare il vostro strumento vi trasmetta note
positive, non solo alla vostra persona ma anche a chi vi circonda.
Nome:_____________________Cognome: _____________________
Calcio neroverde... amarcord
Vivissimi Auguri alla Classe 1939
La classe 1939 ha festeggiato i suoi 70 anni
a Borghetto di Valeggio sul Mincio.
I gemellini
ASIA E ANDREA ZUCCATI
hanno compiuto 3 anni
il 24 settembre.
Tanti Auguri
da parte dei nonni
Età: ________Luogo di residenza: ____________________________
Strumento musicale suonato: ________________________________Se invece la musica ti attrae e hai voglia di imparare, segnala lo strumento
che ti piacerebbe un giorno suonare: ______________________________
Si ringrazia per la disponibilità e si prega di inviare la risposta tramite mail
all’indirizzo [email protected], indicando come oggetto “Informazioni musica”, oppure portando il tagliando in Comune - Ufficio Cultura,
all’attenzione dell’assessore Marzia Altobel, o tramite fax al numero 0442.
365150 specificando sempre l’oggetto “Informazioni musica”. Si ricorda che
i dati verranno conservati solo per la finalità sopra indicata, per garantirne la
Marzia Altobel
massima privacy delle informazioni fornite.
Il 20 Ottobre
Laura Boniotto
compie 2 anni.
Tanti auguri da
mamma Elena e
papà Alessio.
Parrocchia
SOLENNITA’ DEI SANTI E COMMEMORAZIONE
DEI DEFUNTI... VERSO L’AVVENTO
OTTOBRE
Corso fidanzati dal 22 ottobre al 17 gennaio 2010.
Domenica 4: ore 10.30 apertura Anno Catechistico, mandato catechisti e ministri straordinari; ore 12 supplica Madonna di Pompei;
ore 15 S. Rosario; ore 15.30 S. Messa dell’unzione, don Roberto
Visentini; segue rinfresco salone S.Giorgio.
Domenica 18: Giornata missionaria.
Giovedì 22: ore 20.45 1° incontro fidanzati
Domenica 25: ore 10.30 Battesimi
NOVEMBRE
Domenica 1: Solennità di tutti i Santi; SS.
Messe 9; 10.30; 18 in
Duomo. AL CIMITERO
ore 15 suffragio e benedizione dei defunti.
Lunedì 2: Commemorazione dei defunti: ore
10 S. Messa al Cimitero; ore 15 S. Messa al
Cimitero; ore 20.30 S. Messa in Duomo (in suffragio dei parroci,
curati e religiosi nati o che hanno svolto il loro ministero a Sanguinetto).
Giovedì 5; 12; 19; 26 Incontro fidanzati ore 20.45.
Domenica 22: ore 10.30 Solennità Cristo Re, ultima domenica Anno
Liturgico. S. Messa Ringraziamento e benedizione automezzi.
Domenica 29 Prima domenica di Avvento Anno C.
DICEMBRE
27 Novembre, 4-11-18 Dicembre: Catechesi adulti.
3-10-17 Dicembre: ore 20,45 Incontro fidanzati.
Martedì 8: Immacolata Concezione, S. Messa ore 10.30
Presentazione bambini I Comunione.
Nel mese di agosto
è fiorita la mia pianta
di mimosa.
Molto fuori stagione,
la festa della donna
è in primavera.
Che sia per colpa
dei mutamenti climatici
o anche la natura
reclama le “quote rosa”?
Anna Maria Faccini
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Poesie per gli amici del Peagno
Fiumicino 6 giugno 2009. Sono il figlio di Tambara Silvano, Maresciallo
dei Carabinieri Reali. Mia figlia Marina ha il pallino di scrivere poesie e
poi regalarle a chi conosce. Ne ha scritta una sul mare, l’ha data ad una
libreria che l’ha fatta pubblicare sul libro del Movimento Italiano Casalinghe. Ve ne invio due, se vi piacciono potete pubblicarle sul Peagno, ne
sarei molto contento. Saluti a tutti voi
Giulio Tambara
LONTANO MI STAI
ANTICA MONDINA
Quando ti vidi
eri vecchio, ormai stanco.
Ora rimani
ancor in piedi
con i mattoncini rossi
che raccontano
la storia di coloro
che lavoravano per te.
Rosse le mura
che nascondono
la tua epoca,
con il verde
che ti circonda
e la poca acqua.
Le grida dell’eco
di fanciulli scolari,
con gli abitanti del tuo circondato.
Mite e silenzioso
è il tuo tempo passato.
Tutto questo lo vidi
da fanciulla
per mano di mio nonno,
questo mi colpì!
Castello di Sanguinetto!
Con l’acqua alle ginocchia,
con la schiena china
ricami il tuo piccolo riso
Fortunata sei
se la risaia
ti arriva
alla caviglia.
Con l’ugola
canti un canto
dedicato alla
coltivazione del chicco.
Riporti alla sera
la stanchezza
e l’umidità
che sentirai
alla tua vecchiaia.
A casa c’è chi
ti aspetta
con l’incasso
povero per la
tua età,
ma vieni ricambiata
con l’amore
che hai in te.
Marina Tambara
Marina Tambara
La Parrocchia di Venera
compie 50 anni
Il giorno 31 maggio 2009, in occasione dell’anniversario dell’istituzione della Parrocchia di Venera, dedicata a Maria Regina, durante
la celebrazione delle ore 10,30 si è svolta una processione che ha
attraversato il centro del paese. L’immagine della Madonna ha guidato il corteo composto da tutti i paesani, i gruppi rappresentativi di
Venera e le autorità. Si ringraziano quanti si sono adoperati per la
buona riuscita dell’evento, con il lavoro di preparazione, l’addobbo
delle abitazioni e non da ultimo per la nutrita partecipazione.
Tempo libero
MUOVERSI IN ALLEGRIA
Informazioni commerciali
Tutti sappiamo quanto importante sia l’attività fisica per tutti noi; viene
raccomandata dai medici perché grazie ad essa il nostro fisico risponde
nel miglior modo al passare degli anni ed inoltre, fattore non meno importante, ha ripercussioni positive sul tono dell’umore soprattutto quando
l’attività ginnica viene svolta in compagnia di altre persone. E proprio su
questi principi basilari si sviluppa la quotidianità della Casa di Soggiorno
per Anziani di Sanguinetto; qui infatti gli Ospiti, o meglio i “ragazzi” come
preferisce definirli il fisioterapista della struttura, si impegnano tutte le
mattine nella Ginnastica di Gruppo. Essa consiste in una serie di esercizi a corpo libero eseguiti a ritmo di musica, con l’uso di palle e bastoni,
proposti non solo dal fisioterapista ma anche dagli Ospiti stessi che si
Con l’articolo “Giulio Nascimbeni. Dal
Castello al trono della Terza Pagina”,
uscito sul quotidiano L‘Arena in “Speciale Sanguinetto”, il nostro direttore
prof. Stefano Vicentini ha ricevuto una
segnalazione di merito al premio giornalistico “Alfio Menegazzo” dedicato
alla valorizzazione della cultura e delle
tradizioni venete. E’ stato premiato lo
scorso 13 settembre a villa Widmann di
Mira (Ve). Complimenti dalla redazione
divertono ad inventarne sempre di nuovi. L’attività è oramai talmente
tanto consolidata che i “ragazzi”, finita la colazione, si recano in palestra
autonomamente ed aiutano il fisioterapista stesso ad accompagnare i
compagni magari meno autosufficienti, creando così un consolidamento
dei rapporti ed enfatizzando il senso di appartenenza ad un gruppo: una
vera e propria seconda famiglia. Con la bella stagione poi, si è voluto
unire l’utilità della ginnastica mattutina con la voglia di aria aperta usando l’ampio spazio ombreggiato dell’entrata della struttura come palestra.
Inutile dire che i “nonni” hanno partecipato numerosi ed in maniera entusiasta agli incontri, che venivano altresì animati
dall’educatrice a dalla psicologa della struttura
con giochi di squadra e non, in modo da tenere
sempre viva l’attenzione e la curiosità. Con l’arrivo dell’autunno risulta ora difficile riproporre
tutto questo, ma non c’è tempo per la nostalgia
perché la palestra inaugurata solo l’anno scorso
aspetta di essere rivissuta con tutta la grinta, la
gioia e la voglia di vivere che anima i nostri cari
Anziani.
Il fisioterapista Stefano Saccoman
Grazie sostenitori del Peagno
Dionisi Mario
Falsiroli Luciano
Luccato Luciano
Marcomini Dino
Olivo Nicola e Lisetta
Zanetti Arrigo
Sanguinetto
Milano
Sanguinetto
Verona
Verona
Parabiago (MI)
COME ERAVAMO. Siamo nel 1953, il Teatro Comunale, ancora in
veste di vero teatro, prima dell’incendio, era usato per fare memorabili feste danzanti, organizzate dagli allora allegri giovani qui ritratti.
Grafica: studio Barbon - 333.3772111 - e-mail: [email protected]
AI GRUPPI: Consegnare il prossimo materiale entro il 15 novembre 2009 - Dir. Dino Troiani - Tel. 331.3642338 - Tel. Fax 0442.38156 e-mail:[email protected] - Dir. resp. Prof. Stefano Vicentini 349.5723815 - e-mail: [email protected]
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