regione emilia romagna catalogo del patrimonio codici riferimenti
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regione emilia romagna catalogo del patrimonio codici riferimenti
REGIONE EMILIA ROMAGNA CODICI Tipo scheda CATALOGO DEL PATRIMONIO RA CODICE UNIVOCO Numero di catalogo generale 00000040 OGGETTO OGGETTO Definizione oggetto Tipologia oggetto Categoria IBC lucerna a canale aperto firmalampen Archeologia - ceramica e laterizi LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA Provincia Comune Località FC Savignano sul Rubicone San Giovanni in Compito COLLOCAZIONE SPECIFICA Tipologia Museo/Contenitore/Sito Denominazione spazio viabilistico museo Museo Archeologico del Compito "Don Giorgio Franchini" Via San Giovanni, 7 UBICAZIONE E DATI PATRIMONIALI INVENTARIO DI MUSEO O SOPRINTENDENZA Numero 203835 CRONOLOGIA CRONOLOGIA GENERICA Secolo Frazione di secolo secc. I d.C./ II d.C. fine/inizio CRONOLOGIA SPECIFICA Da A 90 d.C. 110 d. C. DEFINIZIONE CULTURALE AMBITO CULTURALE Denominazione tipo Dressel-Lamboglia 5B AMBITO CULTURALE Denominazione tipo Vindonissa IXC DATI TECNICI Materia e tecnica argilla a impressione MISURE DEL MANUFATTO Unità Altezza Larghezza Lunghezza cm 4 7 11 DATI ANALITICI DESCRIZIONE Indicazioni sull'oggetto STEMMI, EMBLEMI, MARCHI La lucerna, ritrovata in contesto funerario e deposta capovolta in segno di cordoglio, è molto annerita a causa del fuoco del rogo funebre Classe di appartenenza Qualificazione Identificazione Descrizione Notizie storico-critiche marchio di produzione CRESCE/S Il marchio è inscritto in tre cerchi concentrici La lucerna è un utensile nel quale si brucia, per illuminazione, un liquido combustibile (olio vegetale, sego, oli minerali) con uno stoppino realizzato generalmente in fibra vegetale. Questo tipo di lampada può essere appeso a sostegni fissi o mobili o può essere semplicemente appoggiata. Nel corso dei secoli la sua forma subisce una lenta evoluzione; dalla forma primitiva a piattello o a tazza si passa a lucerne sempre aperte ma con un bordo rialzato e ravvicinato in due punti per formare un beccuccio adatto a sostenere meglio lo stoppino. In seguito il corpo tende a chiudersi e l'apertura si restringe fino a diventare un foro di alimentazione; si sviluppa il becco, compaiono piede ed ansa. Si giunge così alla lucerna chiusa in cui si distinguono tre parti principali: il corpo, il becco e l'ansa. Il corpo, rotondo od ovale, a profilo svasato o biconvesso, reca al centro il foro per l'introduzione dell'olio, circondato da un disco per lo più concavo e distinto dalla spalla. Spalla e disco sono decorati con motivi ornamentali in rilievo, Il becco presenta forme diverse: a punta espansa, rotondo con volute, in alcuni esemplari è appena accennato, in altri raggiunge anche un terzo della lunghezza totale del manufatto. Anche l'ansa si presenta in numerose varietà: ad anello, triangolare piena, con elementi decorativi (foglie, palmette, motivi geometrici, crescenti lunari). I tipi di lucerne più antichi sono fabbricati a tornio. Nel V sec. e fino ai primi decenni del IV si producono piccole lampade aperte, con corpo rotondo e appiattito che si ripiega verso l'interno e piccolo becco rotondo (nctn 00630065). Nel corso del IV e III sec. a.C. però il corpo si chiude nella parte superiore, il foro di alimentazione si rimpicciolisce, si delimita il disco e si sviluppa il becco alla cui estremità si colloca il foro di bruciatura, compaiono anse e prese laterali (nctn 0066- 0069). La fabbricazione a tornio continua fino al I sec. a.C. E' caratteristica di questa produzione più tarda una lucerna piccola, pesante, con pareti arrotondate e ampio foro di alimentazione (nctn 0070). Si tratta di esemplari poco rifiniti, destinati a soddisfare le richieste di un mercato povero in un momento in cui la produzione a matrice ha ancora un prezzo troppo elevato. La produzione a matrice era infatti iniziata già dal III sec. a.C., e in età romana sarà l'unico procedimento adottato, in quanto consente la rapida produzione di numerosi esemplari in serie. Questo metodo comporta l'uso di due diverse matrici, una per il disco e la spalla, l'altra per il corpo. Dopo aver sistemato l'argilla nella forma, le due parti vengono avvicinate. L'argilla, una volta seccata si stacca facilmente dalla matrice. Il segno di congiunzione delle due parti viene cancellato con una spatola, quindi si ricavano i fori di alimentazione e di bruciatura, si applica l'ansa e si introduce la lucerna nel forno per la cottura a temperatura moderata. Prima della cottura il pezzo viene talvolta immerso in una vernice o ingobbiatura. Con questo metodo sono prodotte le lucerne tardo-repubblicane decorate con globuli in rilievo (dette anche " Warzenlampen"). Il corpo presenta un doppio profilo troncoconico; la caratteristica principale da cui prendono il nome è la presenza sulla spalla e talvolta anche nella metà inferiore del corpo di alcune file di globuli in rilievo (nctn 0072). Nella seconda metà del I sec. a.C. si definiscono quelle caratteristiche formali che saranno proprie delle lucerne di età augustea e di prima età imperiale. Il corpo diviene tondeggiante, la spalla si riduce ad un bordo arrotondato rilevato sul disco che assume la massima importanza sia per le dimensioni che per la ricca decorazione in rilievo (nctn 0071). Molteplici motivi decorativi compaiono anche sul disco delle lucerne a volute (nctn 0076-0077), la cui produzione inizia nella seconda metà del I sec. a.C. e prosegue fino al II sec. d.C. Questo gruppo prende il nome dalle due volute che affiancano il becco e viene suddiviso in alcuni tipi sulla base di diverse caratteristiche strutturali: la forma del becco triangolare o rotondo, l'ansa plastica, la presenza di uno o due becchi: A partire dalla metà del I sec. d.C. si produce la lucerna a disco (nctn 0078-0079), di struttura molto semplice, che si presta bene alla fabbricazione in serie e si diffonde in ogni parte dell'impero romano per tutto il II e fino al III sec. d.C. La vasca è emisferica o troncoconica, il becco largo e non troppo protratto, l'ansa è rialzata per consentire maggiore stabilità al recipiente. Il disco concavo è spesso decorato con motivi mitologici e animalistici tratti dal repertorio ornamentale delle lucerne a volute. Verso la metà del I sec. d.C. quindi, la produzione si orienta verso tipi in cui predomina la funzionalità e la semplicità costruttiva. Nell'Italia Settentrionale viene prodotta la cosiddetta "Firmalampe", che prende il nome dal marchio del fabbricante che numerosissimi esemplari recano in rilievo sul fondo e si caratterizza per una forma allungata, un becco che raggiunge quasi un terzo della lunghezza totale, spalla larga con borchie che all'origine erano forate per consentire la sospensione. Il disco è ribassato e circondato da un bordo per evitare la dispersione dell'olio. Il beccuccio, di forma arrotondata, è attraversato, negli esemplari più antichi da una solcatura chiusa alle due estremità (nctn 0080 -0081). Negli esemplari successivi il piccolo canale viene messo in comunicazione col disco (nctn 0082); mentre a partire dal 100 d.C. il canale si allarga, comunica col disco ed arriva a comprendere il foro di bruciatura (nctn 0083-0085). FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Genere Nome file documentazione allegata COMPILAZIONE COMPILAZIONE Data Nome 2010 Grilli, Giorgia Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna Via Galliera, 21 - 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 fax +39 051 23 25 99 © Regione Emilia-Romagna (p. iva 800 625 903 79) - Tutti i diritti riservati