pag 34 - Troppo giovane per me? NO!

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pag 34 - Troppo giovane per me? NO!
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AnnoV° nr. 5 Maggio 2009
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Queste pagine fanno parte del gemellaggio fra la Fromo Editore di Rosarno e le
Edizioni Damiano di Villa Verucchio (Rimini). Articoli, firme e foto appartengono alla
rivista
edita dalla Editrice Damiano
http://www.edizionidamiano.com/
Troppo giovane per me? NO!
E’ definitivamente tramontata la regola che voleva che l’uomo
dovesse essere più vecchio della donna e per le donne è finito
l’irresistibile fascino del brizzolato?
Nez
Nel film “Un fidanzato per mamma” , la
quarantenne Rosie (Michelle Pfeiffer) si occupa di regia in un cast di giovani attori reclutati
per resuscitare una serie televisiva in calo di
ascolti. Qui conosce
il ventottenne Adam
(Paul Rudd ), scelto
come protagonista
del telefilm, si innamora perdutamente
della bella regista,
riuscendo a liberare il
suo cuore dal tanti
dubbi.
Il cliché dell’uomo
maturo che con il suo
fascino seduce giovani
donne,
sembra destinato ad
essere soppiantato
da un nuovo tipo di
relazione che vede
la donna matura predatrice di un giovane
uomo.
Nell’ottica dell’analisi transazionale
potrebbe chiamarsi il gioco de “La predatrice
e il laureato”.
Nel film in questione, Rosie non è una vera
e propria predatrice, è ingenua, spaventata
come una ragazzina di fronte alla prima cotta,
e si lascia trasportare dai sentimenti che prova
per un giovane di buoni sentimenti che sa farla
ridere. Nonostante
l’amore sia ricambiato, Rosie sviluppa
come meccanismo di
difesa contro la paura
di essere giudicata
dalla gente, un sentimento di colpa che si
manifesta in modo
ambivalente. Da una
parte tenta di allontanare il pretendente, rifiuta a malincuore i
suoi inviti, dall’altra
non appena si affaccia
la solitudine e il desiderio
alla
prima occasione cade
fra le sue braccia.
L’entourage sociale di
Rosie, è abbastanza comprensivo verso la sua
relazione, la figlia e l’ex marito la accettano di
buon grado. E Rosie alla fine, si lascerà anda-
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re ai suoi sentimenti, mettendo da parte le incertezze. Nella realtà le vere “cougars” sono
diverse da Rosie, mostrano una personalità più
strutturata e per niente soggetta a sentimenti di
colpa o di vergogna. Da quando i mass media
hanno reso note alcune relazioni famose, come
Demi Moore (48) e Ashton Kutcher (28), oppure Valeria Golino (45) e Riccardo Scamarcio
(29), la ricerca di donne molto mature da parte di giovani uomini, è costantemente in aumento.
MA chi è la predatrice? Luvcube.com, una
community americana, presenta una panoramica
aggiornata sulla nuova tendenza, con tanto di
racconti-verità. La predatrice o “cougar” ( così
sono chiamate in lingua americana, giaguaro o
puma) è economicamente indipendente, ha già
dei figli e spesso un matrimonio alle spalle, cura
il suo corpo senza necessariamente ricorrere
al chirurgo estetico, è saggia nella vita,
moderata nei giudizi e vanta una conoscenza
della sessualità non indifferente.
Un tratto caratteriale che le accomuna è la
fierezza con cui vanno a caccia di giovani
prede.
Donne di cinquanta o sessantanni che corteggiano spudoratamente e spesso con
successo venticinquenni, diciotteni, studiano i
loro gusti musicali e letterali per
avere un input di aggancio e così mietono vittime una dietro l’altra. Mi domando, ma l’uomo
in questo scenario è veramente una vittima
indifesa,
affascinata
e
intimidita dall’aggressività caratteriale delle
Predatrici?
La donna matura inconsciamente potrebbe
essere l’archetipo della madre buona e seducente, simboleggiare la femminilità universale.
In pratica dentro lo Schermo è il nuovo oggetto del desiderio maschile.
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Al di là dello Schermo ( nel mondo reale), la
“Predatrice” è audace, sicura di sè, vive con
soddisfazione la sua vita di relazioni e professionalmente è già realizzata. Il target maschile
che va dai 18 ai 30 anni, è orientato verso una
relazione con una donna matura (dai 40 ai 65),
che non sia esclusivamente a scopo sessuale.
L’Adam di turno, cerca sicurezza sensualità e
meno responsabilità possibili. Non è in grado
o non vuole occuparsi delle incertezze e fragilità tipiche di una coetanea, rifugge le responsabilità, cerca il Sé narcisistico cui ispirarsi e
quando lo ha trovato nell’ abbraccio e nel calore di una donna “vissuta”, se lo tiene stretto.
Alla luce di queste considerazioni, l’uomo non
risulta affatto una vittima, probabilmente fragile e narcisista, dipendente da una figura femminile totalmente buona dalla quale gli oggetti
cattivi sono stati estroflessi, e unicamente proiettati verso le donne giovani, definite spesso
superficiali e infantili. Il gioco “La predatrice e
il laureato” è un copione seducente e ambiguo,
si nutre di un prepotente ribaltamento dei ruoli, in cui la donna grazie alla sua esperienza personale e sessuale, dirige il rapporto, istruisce e
protegge con l’arma più sottile ed efficace, la
seduzione unita alla saggezza. Suona quasi
come un sostituto materno, o in modo più
schietto “la mamma ritrovata”. Ma sono veramente così banali gli uomini?
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L’invenzione di un giovane studente americano, sta spiazzando alla
velocità della luce, i social network più visitati del momento nel Web
Un fenomeno mondiale chiamato
Facebook
140 milioni di utenze in pochissimo tempo - Internauti che sentono di poter avere
finalmente una voce e la mostrano, disquisendo sulle tematiche più disparate:
solidarietà, immagine, politica, psicologia, divertimento … ed altro ancora
Nic Dam
Dall’America arriva un mezzo ultraveloce per attivare quella “democrazia” che, a quanto si
legge dagli interventi degli utenti, sia difficile riconoscere nel nostro Paese.
Un modo nuovo di dar voce alle problematiche della gente, di far sentire il proprio disagio, di
far conoscere la propria opinione sugli argomenti più disparati.
Dallo scrittore che sente di dover dare ai posteri la sua voce “scritta”, ma che poi ha difficoltà a pubblicare e si arrangia all’interno della rete formando gruppi atti a sviscerare il problema.
E che dire della casalinga che, animata da interessi culinari, si cimenta in gruppi accattivanti,
dove le ricette più golose vengono postate in tempo reale dagli utenti.
Gruppi non meglio identificati che inneggiano a questo o quel personaggio politico, come
dire:finalmente posso dirti in faccia ciò che penso.
Il soggetto preso di mira per eccellenza è sempre lui, il nostro Premier Silvio Berlusconi.
Interessante notare, se proprio vogliamo dirla tutta, che i politici hanno davvero uno strumento efficace ed importante, per tastare il polso al popolo italiano e magari, rendersi finalmente conto di quali siano le priorità della gente che fiduciosa li vota affinché svolgano bene il
proprio lavoro e non disattendano i loro bisogni.
Sapranno leggere questa “faccia libro” perennemente aperta e scritta dagli internauti italiani?
Riusciranno a cogliere il messaggio, che sino a ieri sembrerebbe non averli ancora raggiunti,
e che sembra siano distanti anni luce dai loro elettori che, di destra, sinistra o di centro sempre leggendo in Facebook - pare ne abbiano le tasche piene?
Intanto, sul grande network che fa parlare discutere e sognare, il Senato ha approvato, sulla
scia di pesanti polemiche, il DDL 773 che prevede sanzioni severe a chi si rende reo di incitare
o sollecitare alla violenza nel mondo virtuale.
Una legge che cercherà di tutelare coloro i quali pensano che nel web si possano attivare le
più aberranti manifestazioni di odio nei confronti di donne e bambini, e non solo, ma che secondo questo decreto saranno presi di mira e con ragione.
La realtà virtuale dove il mondo sembra essersi spostato, è vastissima e di non facile controllo, ma è anche vero, che per evitare di far diventare lo spazio web più trendy del momento, il
ricettacolo di gente senza scrupoli, qualcosa andava fatto.
Vita breve quindi per i gruppi che inneggiano ad attività alla criminalità organizzata, incitano
alla violenza sessuale o all’odio razziale, nascosti da fasulli nickname.
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Seppur Facebook abbia, tra le sue applicazioni la possibilità di far segnalare i comportamenti
scorretti all’internauta, la possibilità che ci sia un’attenzione vigile e maggiore dagli organi preposti a questo scopo, non può che essere gradita dagli navigatori stessi.
Sanzioni salatissime per chi trasgredisce, sino a 250.000 euro, nel caso di accertata apologia
o incitamento verso questo o quel reato.
Ma cosa dice la gente in Facebook?
Temono che la situazione possa diventare uno strumento di controllo ulteriore per mettere il
bavaglio a chi non è in sintonia con il pensiero di qualcun altro.
Ma diciamoci la verità, dalla chiacchierata ludica ricreativa che può arrivare ad abbracciare
le trasmissioni più gettonate, come Amici e X-Factor, ai classici auguri di buon compleanno
impreziositi da splendide e divertenti applicazioni che sottolineano in modo più curato l’augurio
rivolto a questo o quell’amico, o spronare alla solidarietà, alla cooperazione ed aiuta nel lavoro, perché facilita il contatto, come tutte le leggi, anche questa non riuscirà ad accontentare
tutti.
Ma un passo importante per combattere situazioni più pericolose che purtroppo possono
mettere in seria difficoltà coloro i quali, sono meno tutelati, o meno smaliziati nel navigare in
rete, andava fatto.
Intanto, credo sia meglio catapultarsi a leggere quelle che sembrano essere le richieste degli
italiani, molto attivi in questo network e che desiderano vigilare sul terremoto abruzzese e la
sua ricostruzione.
Molti i gruppi che si stanno attivando giorno dopo giorno per meglio tutelare le offerte che
vengono inviate e gli aiuti generosi da parte di tutti.
Nessuno vuole i risultati dei terremoti passati, e soprattutto, più rispetto per un personaggio,
Giuliani, che con la sua invenzione, sembra aver aperto una strada interessante verso la comprensione ulteriore di queste calamità naturali, verso le quali, poco l’uomo sembra possa fare
al momento.
Ma come dico sempre: mai dire mai!
Intanto, i giornalisti più gettonati del Web: Cinzia Lacalamita, Maria Strada, Luca Colantoni
hanno permesso a Rai 3, grazie alla loro alacre investigazione, di puntare il dito sulla clinica
Beike che in Svizzera si occupa di trapianti di staminali e pare, non proprio con successo.
Il loro apporto ha permesso di far luce su l’ennesimo repertorio truffa ai danni di chi soffre secondo Rai 3 - e tutelato, almeno con una corretta informazione, quelle persone che sono,
loro malgrado, votati verso i “viaggi della speranza”, quando non sanno più cosa fare per riuscire a salvare la propria vita o quella dei loro cari.
I tre giornalisti, diventati ormai punto di riferimento in Facebook per gli internauti, sono in
allerta … e già stanno ricevendo in privato messaggi poco edificanti per il lavoro svolto sulle
indagini “Beike” all’indomani del tam tam seguito in Facebook dopo la trasmissione ... giusto
per far comprendere a chi di dovere, che per fare “giornalismo sano” bisogna spendere la
propria faccia!