Capitolo 9 - Gruppo Macro

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Capitolo 9 - Gruppo Macro
Sommario
Capitolo   1 - I miei inizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Capitolo   2 - Una conoscenza molto antica: dalla preistoria a oggi . . . . . . . . . 17
Capitolo   3 - Ma cos’è l’energia sottile? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Capitolo   4 - Alla scoperta del corpo eterico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Capitolo   5 - Energie tossiche intorno a noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
Capitolo  6 - Le energie sottili nell’universo olonomico . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
Capitolo   7 - Frequenze sottili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
Capitolo   8 - Vitalità e congestione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
Capitolo   9 - La comunicazione sottile tra le cellule . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135
Capitolo 10 - Energie ad alto ordine di coerenza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145
Capitolo 11 - I chakra e le loro funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
Capitolo 12 - La circolazione energetica nell’organismo . . . . . . . . . . . . . . . . 169
Capitolo 13 - I corpi sottili dell’uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 181
Capitolo 14 - Apparati naturali e terapie della decongestione . . . . . . . . . . . . 209
Capitolo 15 - Curare la casa per curarne gli abitanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223
Appendice 1 - a cura di Sonia Germani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 239
Appendice 2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 267
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273
Capitolo 9
LA COMUNICAZIONE SOTTILE TRA LE CELLULE
Conclusioni. Riporto in quest’elenco, per maggiore chiarezza, alcune delle
conclusioni più importanti circa la natura e le funzioni del corpo eterico. Il corpo
eterico o corpo di energia sottile:
• trasferisce l’energia vitale dal campo energetico del pianeta a quello dell’uomo;
• è composto di una particolare sostanza eterica che permette il collegamento
con il corpo fisico, i corpi sottili: astrali 2 e 3, mentali 4 e 5 e coscienziale;
• è il trasduttore che rende possibile gli scambi energetici tra corpo fisico denso
e corpi psichici, cioè tra mente e cervello, corpo eterico e sistemi biologici;
• è, per sua natura, di tipo olonomico, cioè è sede delle mappe energetiche di
memoria che guidano la crescita cellulare e contengono le istruzioni circa
forma e funzioni degli organi;
• è caratterizzato da una CV complessa e dinamica, che lo rende unico, muta
nel corso del tempo e riflette lo stato di salute o malattia;
• è collegato al corpo fisico mediante i sistemi endocrino, nervoso, chakrale e
dei meridiani;
• è dotato di un sistema difensivo energetico;
• è dotato di un sistema di decongestione.
Come può il corpo eterico, un sistema così complesso, comunicare tra le
sue varie parti, guidare e controllare gli apparati bioplasmici, i chakra, le aure? In
questo capitolo penetreremo più a fondo in questi misteri.
La luce di Gurwitsch e i biofotoni. La storia straordinaria dei biofotoni comincia a Mosca negli anni Venti. Il biologo A.G. Gurwitsch in quegli anni condusse degli esperimenti su una possibile
interazione a distanza tra esseri viventi.
Egli pose una piccola radice di cipolla (l’emettitore), diretta a 90 °C verso la radice
di un’altra cipolla (il ricevitore o detettore). Egli osservò così che la moltiplicazione cellulare nella cipolla ricevente risultava incrementata. Gurwitsch chiamò questo
fenomeno di stimolazione cellulare radiazione, ma oggi è conosciuta come “luce di
Gurwitsch” o anche “esperimento fondamentale di Gurwitsch”.
Lo scienziato ipotizzò una natura elettromagnetica di questa irradiazione,
che doveva essere compresa nella banda degli ultravioletti. In seguito utilizzò
come emettitori e detettori batteri, tessuti, uova di ricci di mare e altro, ogni volta
con gli stessi risultati. La sua teoria era che l’irradiazione non agisse in modo
diretto sul detettore, ma ne stimolasse una reazione secondaria nella membrana
cellulare, la quale, a sua volta, eccitava la mitosi (la moltiplicazione delle cellule).
Non si può negare che questa scoperta venne accolta dal mondo scientifico con
freddezza e incredulità. I suoi studi ebbero però un seguito: in Italia, in URSS e
in Germania alcuni ricercatori di avanguardia dimostrarono che le cellule (tutte
le cellule) possono emettere luce per comunicare tra loro! In effetti, il fenomeno
della luminescenza, come si può osservare in quest’elenco, è estremamente diffuso in natura:
• Chemioluminescenza, attivata da energia chimica.
• Fosforescenza debole, dovuta all’irraggiamento di alcuni cristalli.
• Termoluminescenza, emissione di radiazione termica.
• Triboluminescenza, ottenuta frantumando cristalli.
• Lisoluminescenza, provocata dalla dissoluzione.
• Fonoluminescenza, provocata da irraggiamento di corpi vibranti.
• Radioluminescenza, provocata da radioattività.
• Elettroluminescenza, provocata da processi elettrici.
A Milano, negli anni Cinquanta, il ricercatore italiano Ugo Facchini, insieme ai suoi collaboratori, condusse una serie di esperimenti con il fotomoltiplicatore, uno strumento elettronico in grado di captare e amplificare debolissimi flussi
di fotoni, cioè di luce.
Oggetto della ricerca: verificare l’ipotesi dell’emissione di fotoni da parte
della materia vivente (la “luce di Gurwitsch”). Tali esperimenti dapprima non
sembrarono confermare l’ipotesi, ma successivamente venne effettivamente rilevata una debolissima luce emessa da semi e piantine.
Un fotone è una particella ultramicroscopica di luce. Fu negli anni Ottanta che
Fritz-Albert Popp, con altri ricercatori della scuola tedesca di biofisica, iniziò le sue
ormai celebri ricerche sui biofotoni, dimostrando che ogni cultura di cellule emette
debolissime onde elettromagnetiche luminose e oscure (raggi infrarossi e ultravioletti): due culture di cellule, poste in comunicazione ottica, si scambiano segnali
luminosi sincronizzati. Questa sincronia e questi segnali cessano se le due culture
vengono separate o messe in condizione di non poter comunicare per via ottica.
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ENERGIE SOTTILI
L’intensità della bioluminescenza delle cellule è talmente tanto piccola che
Popp l’ha paragonata a quella di una candela osservata da 20 km di distanza! Questo
può spiegare la difficoltà nell’osservarla, che richiede attrezzature estremamente sensibili e costose, quali appunto quelle utilizzate da Popp e dagli altri ricercatori.
Un ricercatore sovietico, Alexander Dubrov, pose delle cellule singole in
due tubi di vetro. Egli dapprima misurò il potenziale elettrico e la composizione
biochimica di ciascuna cellula, poi mise i due tubi vicini l’uno all’altro, ma senza
che accadesse nulla di particolare. Successivamente iniettò in uno dei due tubi
sostanze in grado di disturbare lo stato fisiologico della singola cellula, cercando
di verificare se la perturbazione si estendesse anche alla cellula non trattata, ma
inutilmente. Quando però i tubi di vetro vennero sostituiti con tubi di quarzo, egli
constatò che, in qualche modo secondo lui legato a un’emissione fotonica ultravioletta, i sintomi si trasferivano dalla cellula trattata a quella non trattata. Tale
effetto venne chiamato “immagine specchio”.
Un esperimento dimenticato: il “raggio della morte”. Prima di concludere
l’argomento, voglio ricordare il celebre esperimento condotto intorno agli anni Ottanta dal Centro Ricerche Mediche dell’Accademia Sovietica delle Scienze di Novosibirsk. La ricerca ricalcava quello di Dubrov, ma con risultati più spettacolari.
Due culture di cellule vennero poste in due contenitori sigillati e a tenuta stagna. Le
culture non potevano in alcun modo comunicare tra loro se non otticamente, attraverso un diaframma che era di vetro o di quarzo. In una venne inserita una malattia,
ad esempio un’infezione virale. Dopo qualche tempo si esaminarono le due culture
e si scoprì che, se il diaframma usato come separatore era di vetro, la sola cultura infettata presentava i sintomi dell’infezione. Se invece il diaframma usato come separatore tra le due culture era di quarzo, con una riproducibilità dell’80% su oltre 10.000
esperimenti si presentavano sintomi di infezione anche in quella non infettata! La trasmissione
dell’informazione non si trasferiva immediatamente, ma dopo
un certo periodo di ritardo.
L’esperimento
venne
ripetuto sostituendo al virus
tossine mortali e veleni chimici, ma sempre con lo stesso
risultato. Ciò fece pensare che
l’informazione della malattia
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veniva trasmessa dalle cellule morenti: un messaggio eterico, ma di tipo mortale.
Che cosa veniva trasmesso? Che significato aveva il tempo di ritardo? Perché il
vetro era impenetrabile alla trasmissione? Comunque sia, qualcuno parlò (ma a
sproposito) di “raggio della morte”. La conclusione degli scienziati sovietici fu
che un qualche tipo di segnale patogeno era passato per via ottica da una cultura
all’altra nella banda UV, come dimostrava il diaframma di vetro (parzialmente
impermeabile ai raggi UV e ad altri raggi luminosi a differenza del quarzo, assolutamente trasparente).
Le cellule comunicano con onde radio? Georges Lakhovsky e la vibrazione elettromagnetica delle cellule. Un circuito oscillante, costituito da una bobina
di filo elettrico e da un condensatore, ha la caratteristica di vibrare costantemente
su una frequenza e, fino a che non si alterano i suoi parametri, sempre su quella.
Esso è alla base del funzionamento di radio, televisione e ogni forma di ricetrasmissione di onde elettromagnetiche. Infatti, due circuiti oscillanti tarati sulla
stessa frequenza vibrano insieme come due diapason, ciò che si definisce mutua induttanza, grazie alla quale ognuno dei due circuiti sostiene l’oscillazione
dell’altro. Ancora una volta il fenomeno della risonanza!
Lo studioso francese Georges Lakhovsky elaborò una teoria secondo la quale le cellule sono veri e propri minuscoli circuiti oscillanti e, come tali, in grado di
sintonizzarsi gli uni con gli altri attraverso flussi di energia elettromagnetica. La
malattia, secondo questo geniale ricercatore, nasce da perturbazioni che trasformano e distorcono la vibrazione di base delle cellule. Lakhovsky, per dimostrare
le sue teorie, costruì anche degli apparecchi con i quali, secondo le sue testimonianze, avrebbe curato gravi casi di cancro. La sua ricerca ricalca, come si ricorderà, le teorie sulla natura bioelettronica dell’organismo di Albert Szent-Gyorgyi.
La teoria della comunicazione intercellulare. Che significato hanno le ricerche e le scoperte di Gurwitsch, Dubrov, Facchini, Popp e Lakhovsky? Un significato che potrebbe essere davvero rivoluzionario. Sono possibili tre diverse
spiegazioni dei fenomeni osservati:
1.Teoria minimale: le emissioni sono dovute al semplice decadimento di livelli elettronici eccitati.
2.Teoria della comunicazione ottica: la radiazione è di natura elettromagnetica, è prodotta dalle cellule stesse e ha un ruolo cruciale nella regolazione,
nello sviluppo delle cellule e nell’insorgere della malattia.
3.Teoria della comunicazione sottile: il fenomeno non è tanto legato a emissioni e a captazioni di fotoni, ma alla capacità delle cellule di emanare e
captare flussi di energie sottili.
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ENERGIE SOTTILI
La teoria 1 non spiega i fenomeni di comunicazione tra due culture di cellule, accertata negli esperimenti tedeschi e in quelli sovietici. La teoria 2 è, a mio
parere, più plausibile. In tutte le tradizioni mistiche, esoteriche e sciamaniche
si parla di un corpo di luce che circonda il corpo fisico. I risultati delle ricerche
confermano che la pretesa di tanti chiaroveggenti in tutti i luoghi e in ogni tempo
di vedere un’aura luminosa intorno al corpo non è infondata. Essi vedrebbero appunto il campo luminoso creato dai milioni di miliardi di cellule dell’organismo.
Io non escludo che fenomeni di tipo elettromagnetico possano intervenire nell’organismo umano e che organi diversi possano comunicare anche attraverso la luce
e le onde elettromagnetiche. Come si può arguire, anche con Lakhovsky, siamo
ancora all’interno di una spiegazione di tipo energetico (già abbastanza rivoluzionaria al giorno d’oggi!), ma pur sempre nel paradigma delle energie dense. Le
pagine seguenti sono dedicate alla descrizione della teoria 3, che, a mio avviso, è
quella che apre le porte di una più profonda comprensione dei fenomeni.
Il lavoro pionieristico di Reich. Già Reich aveva iniziato lo studio di una
fisiologia sottile della cellula. Egli aveva notato che le cellule tendono ad assorbire bioenergia dal liquido interstiziale, il liquido che le bagna costantemente.
La maggior parte di questa bioenergia viene dislocata nel nucleo della cellula e
utilizzata per la loro duplicazione. Questa bioenergia ha, secondo lui, una natura
di tipo quantico.
Reich parlava infatti dei “bioni”, cioè di unità fondamentali di bioenergia,
che l’organismo assorbe dall’ambiente esterno. La sua teoria quantica coincide,
come si noterà, con le mie osservazioni circa gli anelli di energia sottile, che
fanno pensare appunto a una natura discreta e non continua dell’assorbimento
sottile. Reich scoprì inoltre l’esistenza di bacilli T, una degenerazione del materiale orgonico. I bacilli T possono trasmutarsi in bioni o, se la bioenergia è insufficiente, aggredire le cellule e trasformarle in cellule tumorali. Secondo Reich,
l’insufficienza di bioenergia poteva essere compensata da un trasferimento di
energia sottile all’organismo, che otteneva mediante il suo accumulatore orgonico. I bacilli T fanno pensare che Reich abbia scoperto anche una possibile unità
fondamentale della congestione, il contraltare del bione, unità della bioenergia
pura e non congesta. Senza entrare nel merito della complessa teoria di Reich e
tralasciando il discorso sull’accumulatore orgonico, sul quale del resto ho già
espresso la mia opinione, voglio sottolineare il fatto che Reich è il primo ricercatore che ha tentato di comprendere il meccanismo del funzionamento sottile
delle cellule, una strada che mi sembra non sia stata sufficientemente presa in
considerazione da altri studiosi.
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Le cellule comunicano anche per via sottile. A cosa servono i biofotoni?
Perché le cellule emettono queste debolissime luci e con quale scopo? Abbiamo
detto che, secondo Popp e altri, la funzione dell’emissione ottica ultradebole
è la comunicazione. Ma che cosa si comunicano le cellule? Popp ipotizza che
queste informazioni possano riguardare un gran numero di bioinformazioni: la
regolazione della reattività biochimica, dei potenziali delle membrane (cioè il
trasporto di sostanze dentro e fuori la cellula), la trasmissione nervosa, il repair
(cioè il meccanismo di riparazione cellulare), l’immunostimolazione, la regolazione dei ritmi biologici e dell’accrescimento ecc. Chi scrive propone un’altra
spiegazione del “raggio della morte” di Novosibirsk, della luce di Gurwitsch,
dei biofotoni di Popp, dell’esperimento di Dubrov, delle cellule viste come circuiti oscillanti da Lakhovsky. Ricapitoliamo alcune fondamentali proprietà delle energie sottili:
1.Principio di interazione: piccoli flussi di energia densa sono suscitati da
flussi di energia sottile e flussi di energia sottile sono suscitati da flussi di
energia densa.
2.Natura vibratoria e radiante dell’energia sottile, simile per certi aspetti
alle onde elettromagnetiche.
3.Biorisonanza eterica o canale bioplasmico tra due organismi.
4.Messaggi eterici e bioinformazioni possono essere diffusi nello spazio e
captati da organismi che si trovano all’interno della loro sfera di irradiazione.
La mia ipotesi è che …
il meccanismo nascosto va ricercato non tanto in debolissime emissioni
luminose o comunque elettromagnetiche, quanto piuttosto
in emissioni e assorbimento di energie sottili tutt’altro che deboli.
Il “raggio della morte” è congestione trasferita dalla componente sottile
della luce. In questo contesto, i fasci luminosi utilizzati negli esperimenti di Novosibirsk non sono altro se non le portanti di emissioni sottili congeste. In altre
parole: il messaggio mortale è costituito da congestioni eteriche, trasportate da
un fascio di luce visibile o, per maggior correttezza, dalla componente sottile del
fascio di luce. Il tempo di ritardo, constatato negli esperimenti sovietici, deriva,
secondo me, dal tempo con cui i microscopici corpi eterici delle cellule bersaglio
devono ristrutturare i propri campi energetici sulla base delle informazioni ricevute. Insomma, una vera e propria contaminazione eterica che, a livello cellulare,
diventa mortale.
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ENERGIE SOTTILI
Resta da spiegare, nell’esperimento di Novosibirsk, perché l’emissione attraversava il quarzo e non il vetro. Effettivamente il vetro è un mezzo che introduce distorsioni sia a livello ottico denso, essendo parzialmente opaco a certe
frequenze luminose, sia alle energie sottili. Il vetro ostacola la comunicazione e
vi introduce del rumore. Il quarzo è invece assolutamente trasparente sia alla luce
sia alle energie sottili. Inoltre, il quarzo è anche un ottimo supporto denso di messaggi eterici, per qualità e stabilità della registrazione.
Se gli scienziati sovietici avessero ripetuto l’esperimento del raggio della
morte irradiando di luce una colonia-bersaglio sana, anche in assenza della colonia
malata, ma attraverso lo stesso diaframma di quarzo già utilizzato in una prova precedente, la colonia-bersaglio si sarebbe ammalata lo stesso! Una volta programmato
dalle energie sottili di congestione delle cellule morenti, per un certo periodo di
tempo il quarzo avrebbe riproposto lo stesso messaggio eterico di malattia. Ripetendo in queste condizioni l’esperimento di Novosibirsk si avrebbe la prova che la
comunicazione tra le due culture batteriche avviene per via sottile e non ottica!
La “luce” di Gurwitsch è proiezione di luce ma anche e soprattutto di energie sottili. Nell’esperimento di Gurwitsch non è la debolissima luce emessa dalla
cipolla emittente che stimola la cipolla ricevente, ma piuttosto la sua energia sottilevitale e i messaggi eterici che veicola (ricordate la CV?). La luce di Gurwitsch in
realtà non è altro se non la portante di una CV di riproduzione cellulare. La radiazione sottile della cipolla emittente è particolarmente potente quando la cipolla sta
costruendo la sua radice ancora a livello embrionale. In questi momenti, secondo le
mie esperienze, la radiazione consiste principalmente in Rosso-sottile e in Giallosottile, energie della vitalità e della moltiplicazione cellulare.
La teoria della comunicazione sottile intercellulare spiega perché la comunicazione eterica avvenga quasi istantaneamente e attraversi parti del corpo opache
alla luce, ma non alle energie sottili. Come si ricorderà, le mie esperienze, condotte
a livello sottile sull’azione dei farmaci omeopatici, dimostrano che la loro assunzione determina una risposta immediata nel corpo eterico del paziente. Com’è possibile questa risposta immediata? A mio avviso c’è una sola risposta valida: il trasferimento del messaggio eterico (il farmaco omeopatico) avviene alla velocità altissima
delle energie sottili. Mi rendo conto che per la scienza ortodossa, per la quale è già
così difficile accettare fenomeni come la memoria dell’acqua o i biofotoni di Popp,
sarà ancora più ostico accettare una tesi come questa!
Che cos’è la congestione? Il Lettore ricorderà gli esperimenti condotti in
collaborazione con il team del CRESS®, che portarono alla costruzione del CleanerCAPITOLO 9
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gy®, vero e proprio proiettore per cromoterapia sottile. Le macchine sono in grado
di proiettare le sei frequenze sottili fondamentali: il Rosso-sottile, il Giallo-sottile,
l’Arancio-sottile, il Verde-sottile, il Viola-sottile e il Blu-sottile in dosi e quantità
davvero notevoli. Per chiarire meglio il concetto: dal Cleanergy® non esce assolutamente nulla di denso, di visibile, di ottico o di elettrico, magnetico, elettromagnetico. Numerose esperienze sull’effetto del Cleanergy® su piante diverse hanno
mostrato che la proiezione di certe CV stimola la germinazione, la produzione di
foglie, di gemme e di fiori, mentre altre bloccano le piante e le spingono in letargo.
Sono sicuro che la cromoterapia sottile strumentale sarà un fattore di grande innovazione nel campo della coltivazione, nel quale essa avrà un grande futuro. Queste
ricerche dimostrano che l’esperimento di Gurwitsch riesce anche se:
1.si sostituisce alla cipolla emittente un fascio di luce colorata di rosso e di
giallo (solo la radiazione densa);
2.meglio ancora, si sostituisce alla cipolla emittente una radiazione sottile, invisibile dunque a occhio nudo, formata da Rosso-sottile e Giallo-sottile.
Conclusione:
alla base della comunicazione tra le due cipolle
intervengono potenti flussi di energia sottile!
La congestione è il rumore nella comunicazione sottile intercellulare. La congestione si può considerare un messaggio errato, un “rumore” introdotto nelle fitte
comunicazioni sottili all’interno del corpo eterico e dei microscopici chakra cellulari.
Fino a un certo livello il rumore può essere solo un disturbo nella comunicazione, che
ne è ostacolata ma non interrotta. Superato un certo valore di soglia, il rumore può diventare tanto forte da ostacolare irreparabilmente le informazioni. È come in una conversazione telefonica, nella quale alcuni rumori di fondo ostacolano la comprensione
tra due persone ma non la rendono impossibile. Quando però i rumori diventano troppo forti, la conversazione è davvero impossibile. Se la congestione raggiunge livelli
tali da diventare un ostacolo alla normale comunicazione sottile intercellulare, l’ordine viene a mano a mano sostituito dal disordine e dal caos. La congestione trascina
l’organismo da uno stato di sintropia a uno progressivamente sempre più entropico.
In realtà la cellula svolge un intenso e continuo lavoro che le permette di
restare nell’ordine, finché la comunicazione via sottile con le altre cellule è possibile. Possiamo supporre che ogni cellula segua almeno due piani:
• uno individuale, relativo al suo stesso funzionamento;
• uno generale che la coordina con tutte le altre cellule e l’intero organismo.
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ENERGIE SOTTILI
Questo avviene grazie all’interazione di “campi ordinatori”, simili a quelli
morfogenetici di Sheldrake.
Quando il rumore all’interno o all’esterno della cellula diventa troppo forte,
cioè quando la congestione è soverchiante, la cellula perde la possibilità di seguire sia il piano individuale, sia il piano generale che l’aveva guidata fino ad allora
e inizia a soffrire fino a morire o rischia di diventare una cellula neoplastica.
La congestione può essere concepita come l’effetto, su un sistema eterico
principale, di una sostanza o di un organismo la cui energia è dissonante e incompatibile con quella del sistema principale.
Immaginate una grande orchestra composta da 100 o più strumenti che suona una sinfonia: ogni strumento è perfettamente intonato con gli altri. Il risultato è
un effetto armonico. A un certo punto, però, entra nell’orchestra un nuovo violino
non intonato con gli altri. Si crea immediatamente una dissonanza che viene sentita dal pubblico, nonostante gli altri 100 strumenti siano intonati. L’effetto è disarmonico e dissonante: un solo violino stonato rovina tutta l’orchestra e la sinfonia.
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