Anno A – XXVII Domenica del tempo ordinario 2
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Anno A – XXVII Domenica del tempo ordinario 2
Anno A – XXVII Domenica del tempo ordinario 2 ottobre 2011 Abbiamo ascoltato parole dedicate alle mani di Dio, mani al lavoro, mani come quelle di “un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre”. La vigna è la coltura che chiede più cure, quella che più necessità di attenzioni particolari; cure che richiamano le tenerezze necessarie per custodire un rapporto d'amore. Nelle parole di annuncio di questa domenica le mani che accudiscono la vigna sono quelle di Dio, di un Dio innamorato dell’umanità; non a caso abbiamo ascoltato una vera e propria dichiarazione d'amore: “Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna”. Isaia e Gesù rileggono la storia del popolo di Dio, alla luce del rapporto di nozze intessuto dal Creatore con ogni uomo e con ogni donna. Questa alleanza, questa relazione nuziale, è e sempre rimarrà il punto di riferimento per orientare il cammino di tutti, qualunque sia la vicenda in cui ci si trova coinvolti, sia essa retta o contorta, felice o dolorante, di santità o di peccato. Oggi, come comunità parrocchiale, ringraziamo il Signore per il dono delle nozze; lo facciamo con i tanti che, come sposi, ne vivono la grazia: coloro che celebrano un anniversario del loro matrimonio, quelli che hanno già salutato il proprio coniuge che li ha preceduti in cielo, e chi vive difficoltà o fratture nel rapporto coniugale. L'ascolto della storia della salvezza ben ci istruisce sul fatto che non esistono eventi di coppia e di famiglia che stanno dentro l'amore di Dio e altri che ne stanno fuori, bensì che esiste un unico e irrevocabile amore nuziale di Dio capace di orientare, ri-orientare e accompagnare sempre ogni storia e ogni passaggio illuminandolo di senso e di speranza. Le nozze cristiane sono dunque luce per tutti. Chi gode in esse di un rapporto del quale può contare gli anni e i decenni ne sia grato, immensamente grato, e custodisca questo dono con sollecitudine e affetto; chi vive separazioni e conflitti, sappia che ha a disposizione il punto di orientamento per dare senso alla propria solitudine o dare contenuto serio e duraturo a eventuali nuove scelte; chi già ha accompagnato il proprio coniuge nell'esperienza della morte custodisca la verità dell’affetto vissuto nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il Salvatore Gesù Cristo. A tutti viene oggi ricordato che Dio non abbandona il suo progetto anche se risultasse difficile, ostacolato, osteggiato; nella parabola del Vangelo la violenza ostile dei contadini non basta a impedire al “padrone della vigna” la raccolta dei frutti non ferma il suo desiderio di “ritirare il raccolto”. L’uccisione del Figlio prediletto evocata nella parabola è il massimo male possibile, richiama tutto il male di cui siamo capaci, ma Dio non ne fa occasione di condanna o di rappresaglia (come tutti – insieme agli ascoltatori della parabola – ci aspetteremmo: “Gli risposero: quei malvagi li farà morire miseramente”). L’uccisione del Figlio prediletto è vissuta da Dio come ulteriore consegna di sé, occasione per rinnovare il patto nuziale al quale si è indissolubilmente impegnato annunciandolo anche ad altri, oltre ogni confine. Il giorno delle nozze ci si promette di essere fedeli sempre, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte; è bene ricordarsi che tali parole, ben prima che sulle labbra di chi si sposa sono impresse nelle intenzioni di Dio a riguardo di ciascuno. E' questo che le nozze cristiane annunciano e ricordano a tutti, grazie, dunque, a tutti gli sposi! Tu Pastore di Israele e di ciascuno di noi ascolta, risveglia la tua potenza di risurrezione e vieni a salvarci: RINNOVA IL CANTICO D’AMORE PER LA TUA VIGNA (letto insieme da coloro che celebrano un anniversario di nozze) Riconosciamo il lavoro delle tue mani, o Dio, nella storia del nostro amore. Tu hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed esso ha riempito la nostra casa e i nostri giorni. La sua ombra ci ha protetto nell’affrontare insieme le montagne, i suoi rami sono cresciuti più alti delle difficoltà. Ha esteso i suoi tralci e ha generato frutti buoni, da custodire e far crescere che ora, come germogli, si spingono oltre noi stessi per far fiorire la tua vigna. Oggi rinnoviamo il nostro “sì” confidando in Te che hai promesso di esserci fedele sempre, nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte e, uniti a fratelli e sorelle qui riuniti, ti invochiamo: RINNOVA IL CANTICO D’AMORE PER LA TUA VIGNA (un solista) Proteggi, o Dio, ciò che la tua destra ha piantato e nella cui cinta si sono aperte brecce; accompagna chi ha conosciuto rapporti d’amore invasi dalle fiamme, in cui qualcosa è stato reciso o che camminano nutrendosi di lacrime. Guarda dal cielo, vedi e visita i cuori affinchè le solitudini non siano devastanti, i germi di bene non si disperdano e la volontà d’amore trovi vie nuove di riconciliazione. Per loro e uniti a loro noi ti invochiamo: RINNOVA IL CANTICO D’AMORE PER LA TUA VIGNA (tutti insieme) Tu che risplendi seduto sui cherubini e che ci guidi dall’alto come un gregge, fa’ spendere il tuo volto sul cammino di coloro che hanno vissuto la morte di un coniuge e che attendono di rivedere il suo volto, riflesso in quello del tuo Figlio risorto. La comunione con chi già vive nel giardino da te promesso accompagni i suoi passi e sorregga la sua attesa RINNOVA IL CANTICO D’AMORE PER LA TUA VIGNA