Museo della Tenologia

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Museo della Tenologia
SELEX GALILEO
MUSEO DELLA TECNOLOGIA “Adolfo Tiezzi”
Estratto del catalogo illustrato (in preparazione)
Aerofotometro Cippitelli
Foto Archivio Museo della Tecnologia
Nel campo della fotografia merita
menzione
un’altro
strumento:
l’AEROFOTOMETRO
CIPPITELLI.
L’origine del nome “Cippitelli” è rimasta
attualmente ignota, ma la finalità dello
strumento è stata individuata anche con la
collaborazione degli esperti del Museo Storico
dell’Aeronautica Militare “Vigna di Valle”
che nuovamente ringraziamo.
L’apparecchio, in scatola di legno, è un
esposimetro per le macchine fotografiche
usate in aerofotogrammetria.
La “testa”, cilindrica, è il sensore a cellula di selenio, che veniva fissato in modo da
essere investito dalla luce che giungeva sull’obiettivo della macchina fotografica.
Una volta regolato il diaframma dell’esposimetro in base alla velocità di otturazione e
alla sensibilità della pellicola prescelte ed effettuato il collegamento elettrico tra la
“testa” e la scatola con galvanometro, l’indice di quest’ultimo indicava il diaframma
da imporre alla macchina fotografica, continuamente variabile in funzione delle
caratteristiche del volo aereo.
Un operatore, agendo sulla manovella della scatola, manteneva l’indice di riferimento
in coincidenza con l’indice del galvanometro, regolando il diaframma della macchina
fotografica attraverso un collegamento meccanico (presumibilmente di tipo flessibile)
tra uno degli assi sul fianco della scatola e la macchina fotografica stessa, scelto in
base alla focale della macchina (25 o 30mm).
Le unità di misura utilizzate, “Rudolph” per la numerazione dei diaframmi e
“Scheiner” per la sensibilità della pellicola fanno datare l’apparecchio come
precedente al 1950, anno in cui tali unità di misura vennero sostituite dalle più
moderne DIN, ISO, ASA.
Lo strumento scientifico GOME (Global
Ozone Monitoring Experiment): è uno spettrometro
nella gamma 240-790 nm progettato per misurare la
concentrazione di ozono ed altri gas presenti
GOME
nell’atmosfera. È stato commissionato da ESA
Foto Archivio Museo della Tecnologia
(European Space Agency) ed installato sul satellite
ERS-2 (Second European Remote-Sensing Satellite)
in orbita terrestre dall’Aprile 1995.
Successivamente ESA ha commissionato un modello potenziato (GOME 2) per
l’istallazione su 3 satelliti MetOp (Meteorological Operation Satellite) il primo dei
quali è stato lanciato il 19 Ottobre del 2006 dal poligono spaziale di Baikonur.
Gli altri saranno lanciati ad intervalli di circa 5 anni per mantenere le osservazioni
almeno fino al 2020.
VIMS (Visible Infrared Mapping Spectrometer) è
uno spettrometro multispettrale in grado di operare sia
nella radiazione visibile che nell’infrarossa.
Officine Galileo ha realizzato il canale visibile dello
strumento (VIMS-V nella foto), imbarcato a bordo
dell’astronave Cassini lanciata nell’ottobre 1997 con un
razzo Titan 4B/Centaur ed entrata nell’orbita di Saturno
nel Luglio 2004, dopo 7 anni di viaggio, iniziando a
VIMS-V
trasmettere alla Terra immagini del pianeta e dei suoi
Foto Archivio Museo della
satelliti.
Tecnologia
Nel 1999 durante il flyby sulla luna al fine di sfruttarne
l’effetto gravitazionale per il viaggio verso Saturno, i rilievi spettrometrici di VIMS
hanno consentito di individuare la presenza di acqua sul nostro satellite.
Officine Galileo ha contribuito alla
missione Cassini anche con due SRU (Stellar
Reference Unit) Star Trackers vere “bussole”
dello spazio indispensabili per guidare
l’astronave nel lunghissimo viaggio dalla Terra a
Saturno assistito dalle forze gravitazionali dei
pianeti (metodo di propulsione “inventato” negli
anni ‘60 da un italiano: il Prof. G. Colombo).
Star Tracker
Anche la sonda Huygens, sganciata dalla Cassini
Foto Archivio Museo della Tecnologia
nel
Gennaio
2005
per
l’esplorazione
dell’atmosfera e della superficie di Titano ha
visto la partecipazione di Officine Galileo che ha curato la realizzazione del sensore
HASI (Huygens Atmospheric Structure Instrument) in collaborazione con
l’Università di Padova.
La missione Cassini è tuttora in svolgimento con pieno successo: la missione
primaria è finita nel 2008, ma, dato il buon funzionamento di tutti gli apparati, le
osservazioni di Saturno e dei suoi satelliti continuano.
Nella sala SISTEMI ANTIAEREI al centro troneggia un Sistema di Punteria
e Comando Cannone P56 di cui Officine Galileo ha realizzato oltre 2000 esemplari
in vari modelli per molti paesi Europei (e, indirettamente, extraeuropei) nel periodo
di tempo che va dai primi anni ‘70 alla fine degli anni ’80.
Erede elettronico del non meno famoso progenitore totalmente meccanico P36, il P56
è un apparato per la direzione del tiro di armi con calibro da 20mm a 40mm
facilmente adattabile alla balistica dell’arma, particolarmente efficace nella tiro
contraereo a bassa quota, impiegato operativamente sia nella guerra delle
Falkland/Maldive del 1982 che nella più recente guerra del Kosovo.
L’apparato, installato sull’affusto ne diviene parte integrante fornendo all’arma i
movimenti di rotazione orizzontale (direzione o brandeggio) e di elevazione delle
canne e utilizzando un motore a scoppio come fonte unica di energia sia elettrica che
meccanica, costituisce, assieme all’arma, un complesso totalmente autonomo.
Nell’immagine a lato si può notare una installazione con il P56 è parzialmente
coperto dagli scudi balistici
L’apparato è progettato essenzialmente
per la difesa contraerea: l’operatore agisce
su una cloche mantenendo il puntamento
ottico sul bersaglio; il calcolatore balistico
(di tipo speditivo analogico) elabora le
coordinate di tiro basandosi su distanza e
velocità del bersaglio stimate e impostate
dall’operatore,
posizionando
dinamicamente l’arma sugli angoli di tiro
(punto futuro), per l’azione di fuoco
comandata direttamente dall’operatore.
Contemporaneamente il prisma di testa
Affusto Rheinmetall da 20mm binato esposto
del congegno ottico “contro-ruota” della
all’Imperial War Museum dopo la guerra delle
Falklands
stessa quantità per mantenere il
Immagine da Wikimedia Commons di Pubblico
puntamento ottico sul bersaglio.
Dominio
È prevista anche l’azione contro bersagli
terrestri, in questo caso non viene effettuato il calcolo balistico dei cursori cinematici
ma soltanto dell’alzo in base alla distanza del bersaglio stimata e impostata
dall’operatore.
È un apparato che riunisce tecnologie ottiche, meccaniche, idrauliche ed elettroniche
tipiche di Officine Galileo in un complesso estremamente robusto, affidabile, di facile
impiego e scarsa manutenzione, richiedendo un addestramento minimo da parte
dell’operatore per l’inseguimento del bersaglio.
Officine Galileo ha progettato e fornito tutto il supporto logistico, dai ricambi alle
attrezzature di manutenzione e collaudo, inclusi monografie, corsi e simulatori (S11)
per l’addestramento e la valutazione degli operatori.
Congegno Ottico Capocarro TURMS B1 (nella foto) e
Congegno Ottico Puntatore TURMS B1.
I due apparati fanno parte del Sistema di Puntamento e
Direzione del Tiro per Carri TURMS (Tank Universal
Reconfigurable Modular System) B1, sistema di tiro
di 3a generazione il cui progettista ne definì
l’acronimo ispirandosi al nome Etrusco della divinità
Greca Ermes o Ermete (Mercurio per i Romani) Dio
dei Commerci e Messaggero degli Dei.
Come recita l’acronimo, il sistema di tiro è stato progettato con la massima attenzione
alla modularità ed intercambiabilità dei singoli elementi in modo da potersi
facilmente adattare alle esigenze dei clienti e consentire una facile manutenzione
degli stessi sul campo.
Il Sistema di tiro è stato installato sui Veicoli Blindati Centauro in dotazione
dell’Esercito Italiano dal 1991 per un totale di
400 esemplari circa e fornito successivamente
con alcune variazioni all’Esercito Spagnolo.
Il “Centauro” (nella foto) è un veicolo blindato
sviluppato da Iveco (Fiat) e OTO Melara
progettato come “Veicolo da Ricognizione
Anticarro”.
Con 8 ruote motrici, una velocità massima di
oltre 100 Km/h, un cannone da 105/52 mm in
B1 Centauro
grado di utilizzare varie tipologie di munizioni ed
Foto Wikimedia Commons di pubblico
dominio
un sistema di tiro che gli consente di sparare con
grande precisione anche con veicolo e bersaglio
in movimento, il Centauro è un autentico “Tank Destroyer”.
La precisione di tiro è essenziale in quanto le moderne battaglie tra carri prevedono
la scoperta dell’avversario in maniera passiva (osservazione visibile o infrarossa),
l’emissione di un singolo impulso laser per la misura della distanza e l’immediata
azione di fuoco in quanto l’impulso laser viene immediatamente rilevato dal
Ricevitore di Allarme Laser dell’avversario che attiva le adeguate contromisure
difensive e offensive.
Nella sala VISIONE IL/IR,
sovrapposti, alcuni Telemetri Ottici con
basi parallattiche di 0,9 - 1,5 - 2,7 metri,
per impiego campale: il più piccolo con
impugnature per l’uso senza cavalletto.
L’operatore osservando nell’oculare,
regola una manopola graduata fino a
Telemetri Ottici
sovrapporre le immagini del bersaglio
viste attraverso due obiettivi distanti tra
loro appunto della base di parallasse: il valore letto sulla manopola indica la distanza
del bersaglio con una precisione dipendente sia dallo strumento che dalla perizia
dell’operatore, tenendo conto che l’occhio umano non è in grado di risolvere angoli
inferiori ai 10 arcsec.
È da notare la coibentazione esterna per proteggere gli strumenti dalle deformazioni
causate dalle escursioni termiche ed il sistema di ammortizzatori nella cassa di
trasporto del più grande.
L’anno di costruzione del più grande dei tre è il 1917. Apparati di questo tipo furono
costruiti fino alla 2a Guerra Mondiale per dirigere il tiro delle artiglierie campali e
navali installati, in questo caso, direttamente nelle “torri” dei grossi calibri delle navi,
con basi di parallasse di molti metri.
Foto 1943 concessa dall’Archivio Storico
della Marina Militare all’Associazione
Regia Nave Roma
http://www.regianaveroma.org/
Pubblicata per gentile concessione del
titolare dell’Associazione
Sig. Vittorio Catalano Gonzaga
I più grandi realizzati dalle Officine
Galileo furono quelli per le Corazzate
classe Littorio (poi Italia) con base
parallattica di ben 12 metri: tra i più
grandi installati sulle navi.
A fianco, nella foto della Corazzata Roma,
affondata nel settembre 1943, si nota, in
alto, l’antenna del radar “Gufo” realizzata
dalle Officine Galileo e sotto, sovrapposte,
le due centrali di direzione del tiro con le
“finestre” dei telemetri stereoscopici da 5
metri.
Sporgenti sui entrambi i lati delle torri
trinate di prora da 381/50 mm si
intravedono le “finestre” dei telemetri da 12
metri.
I più grandi telemetri navali furono
realizzati dalla Nikon per le corazzate
Giapponesi classe Yamato con 15 metri di
base parallattica.
Si ha notizia che sopra Portovenere in una
piazzola tuttora denominata “Telemetro” fosse installato uno strumento con base
parallattica di 20 metri e che sulle coste Statunitensi ne avessero installato uno di
addirittura 30 metri.
Questi strumenti, dopo la 2° guerra mondiale divennero rapidamente obsoleti e
soppiantati da radar e laser; l’impiego della telemetria ottica è attualmente limitato a
pochissime applicazioni civili.
Al piano superiore nella sala STRUMENTI OTTICI di fronte all’ingresso un
assortimento di Teodoliti, Tacheometri e Livelli di varie epoche.
Il Teodolite è uno strumento ottico a cannocchiale per la
misurazione degli angoli azimutali e zenitali usato per
rilievi geodetici e topografici con precisione da 1 a 5
arcsec.
Una curiosità: il termine Theodolite apparve nel 1704
nel Lexicon Technologicum di Harris a Londra per
indicare un semplice strumento di misura privo di lenti,
con una mira mobile, ben diverso dall’attuale, al quale
però si adattava l’etimologia dal greco “Thea o Theao”
(vedere-guardare) e “Hodos” (via-strada) da cui,
sostanzialmente, “vedere la via” dato che
probabilmente l’uso dello strumento originale era per
tracciare/allineare le strade e che, tutto sommato, si
Tacheometro Teodolite
adatta almeno in parte all’uso degli attuali
Teodoliti/Tacheometri. Chissà se anche gli Antichi
Romani utilizzavano uno strumento simile per tracciare le vie principali delle loro
città.
Il Tacheometro è uno strumento topografico simile al teodolite dal quale si
differenzia essenzialmente per la minor precisione, circa 20 arcsec, e dalla possibilità
di misurazione della distanza mediante un reticolo graduato.
Il termine Tacheometro ha un significato etimologico diverso: deriva sempre dal
greco “Takhos” (velocità) e “metro”: cioè un sistema rapido di misura.
Nella sala STRUMENTI ELETTRICI sono
esposti dentro e sopra le vetrine affiancate,
vari Strumenti di Misura.
Officine Galileo ha progettato e prodotto
strumenti elettrici dapprima su licenza
Weston successivamente di propria
progettazione.
La produzione è proseguita fino al 2000
circa per tutte le tipologie e classi di
precisione: voltmetri, amperometri,
Voltmetro in cassetta di legno
wattmetri, misuratori d’isolamento,
Foto Archivio Museo della
Tecnologia
cosfimetri, ponti di misura, shunts, ecc. e per
tutte le applicazioni: da laboratorio, portatili, da quadro, ecc., con classe di
precisione standard, per gli strumenti “In Cassetta di Legno” migliore di 0,5 (0,5%
del fondo scala).
Prima dell’adozione del calcolo digitale, le grandi
Centrali di Puntamento e Direzione del Tiro erano
dotate di Calcolatori del tipo Analogico realizzati
con numerosi asservimenti elettrici (oltre 40),
distribuiti su varie piastre ingranaggi, per la
generazione delle funzioni coinvolte ed il
posizionamento degli organi elettromeccanici
(resolvers, potenziometri, ecc.) necessari per lo
svolgimento dei complessi calcoli trigonometrici
relativi al puntamento del bersaglio ed alla direzione
del tiro.
Piastra elettromeccanica
completa per calcolatore OG15
Foto Archivio Museo della
Tecnologia
Le centrali di questo tipo erano costitute
essenzialmente da due calcolatori: il “Cinematico” per
rigenerare il moto del bersaglio, consentendone
l’inseguimento automatico attraverso la punteria
ottica/radar ed il “Balistico” per calcolare gli angoli di
previsione per il puntamento delle armi collegate al
calcolatore stesso mediante collegamento sincro.
È da notare, nella piastra rappresentata, una
trasmissione con “ingranaggi a camme”, necessaria per
la realizzazione di funzioni non lineari, quali ad
esempio, il “Tempo di Volo” del proiettile.
Calcolatore per
Centrale di tiro OG15-1965
Foto Archivio Museo della
Sul tavolinetto un Fototeodolite Santoni del 1930: il
Fototeodolite è uno strumento per Fotogrammetria costituito
essenzialmente da un treppiede livellabile con movimenti
azimutale e zenitale regolabili con precisione di 10 arcsec e
due camere fotografiche con asse normale all’asse di rotazione
verticale del teodolite, campo orizzontale di circa 45 gradi e
campo verticale totale di 70 gradi (i due campi sono
leggermente sovrapposti). Le camere fotografiche hanno
formato 13X18 e distanza focale 195 mm (apertura f/6,8).
Fototeodolite Santoni
Foto Archivio
Museo della Tecnologia
Accanto, un Sistema Criogenico a Circuito
Chiuso (Minicooler, ciclo Split-Stirling), per la
refrigerazione dei Detectors-Dewars a 60 elementi
utilizzati nelle camere termiche tipo VTG240 per carri,
con potenza criogenica di circa 0,75 Watt alla
temperatura di 80°K (-193°C)
ed assorbimento
elettrico di circa 30 Watt.
Il sistema criogenico è stato realizzato, in versione
prototipica, prima dello scorporo della Divisione “Alto
Vuoto” di Officine Galileo.
Split-Stirling Cooler
Foto Archivio Museo della Tecnologia