orari liturgici santo natale

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orari liturgici santo natale
Carissimi/e,
col "Tempo di Avvento" ci stiamo preparando al santo
Natale del Signore Nostro Gesù Cristo. Col Natale è
iniziato e inizia a manifestarsi Dio che è Amore (Agape),
colui che ci ama e dona se stesso per noi (gli "altri")
perché anche noi abbiamo, imitandolo come figli, ad
amare gli altri.
E' un dono enorme, infinito (com'è Dio stesso), che in
questo Natale siamo chiamati a capire e ad accogliere
con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta la
nostra vita....quotidiana.
Ecco allora che cosa AUGURO a ciascuno di voi e a
tutti: che il Natale sia veramente così, cioè cristiano e
autentico (che abbia al centro Gesù), gioioso in
profondità, anche se le "cose sembrassero andar
male"...un Natale veramente "santo", "vero".
Per cui, mi permetto, i "regali" spostiamoli all’ Epifania,
giorno anche tradizionalmente più corretto.
Vi saluto uno ad uno: bambini, ragazzi, giovani, adulti,
anziani; soprattutto coloro che vivono nella sofferenza;
voi tutti che abitate a Rotzo e voi che abitate altrove, in
Italia o all'estero, originari di Rotzo o, per qualsiasi
motivo, a questo nostro paese affezionati.
Buon Natale , Felice Anno Nuovo, Gioiosa Epifania
ORARI LITURGICI
SANTO NATALE
MERCOLEDI’ 24 dic:Ore 23.30 : S. MESSA DI MEZZANOTTE
GIOVEDI ’
25 dic : NATIVITA’ DI N.S. GESU’ CRISTO
Ore 09.00 : S.MESSA A Castelletto
Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità)
Ore 18.00 : S.MESSA;
VENERDI’
26 dic: Ore 09.00 : S.MESSA A Castelletto
Ore 10.15 : S.MESSA in Parrocchiale
SABATO
27 dic: Ore 18.00 : S. Messa Festiva;
DOMENICA
28 dic: Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto )
Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità)
Ore 18.00 : S.MESSA;
LUNEDI’
29 dic: Ore 16.00 : S.MESSA;
MARTEDI’
30 dic: Ore 16.00 : S. MESSA
MERCOLEDI’ 31 dic:Ore 18.00 : S. Messa Festiva
Ore 20.30 – 21.30 : Incontro di preghiera di fine anno;
Don Pierangelo
Rotzo, 8 dicembre 2008
Immacolata Concezione di Maria.
GIOVEDII’
01 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto )
Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità)
Ore 18.00 : S.MESSA;
VENERDI’
02 gen: Ore 16.00 : S. Messa;
SABATO
03 gen : Ore 18.00 : S. Messa Festiva;
DOMENICA 04 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto )
Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità)
Ore 18.00 : S.MESSA;
LUNEDI’
05 gen: Ore 16.00 : S.MESSA;
MARTEDI’
06 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto )
Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità)
Ore 18.00 : S.MESSA;
N.B. Potrà darsi che qualche orario possa subire
variazione. Verificare a inizio settimana sui relativi
“foglietti settimanali”
I SETTE SACRAMENTI
IL SACRAMENTO DELL UNZIONE DEGLI
INFERMI
Premessa: II problema del
dolore è sempre stato uno dei
più
angosciosi
per
la
coscienza umana.
C'è il problema del dolore
legato
all'essere
"cattivi",
"peccatori" (dolore morale),
che il Signore,
per mezzo
della sua Chiesa, affronfa con
il
Sacramento
della
Riconciliazione (o Penitenza,
Conversione. Confessione) e c'è il dolore legato alla
sofferenza fisica (malattia, infermità, vecchiaia) che il
Signore, sempre per mezzo della sua Chiesa, affronta con
il Sacramento della UNZIONE DEI MALATI o DEGLI
INFERMI.
Di quest'ultimo vogliamo dare una breve illustrazione in
questo N° di Altaburg...a conclusione della nostra
riflessione sui "Sacramenti".
Terminologia: Diamo la spiegazione di alcuni "termini",
che andremo ad usare in questo "articolo":
UNZIONE: con l'olio (di olivo, soprattutto). E' legata a 3
significati biblici - simbolici dell' OLIO:
1°) Di BELLEZZA:
l'olio, spalmato sul viso, lo fa
risplendere; in genere, le creme di bellezza erano a base di
olio.....
2°) Di RICCHEZZA: chi possedeva un vasto uliveto età
considerato un "capitalista", un ricco!
3°) Di FORZA:
si riteneva che l'olio, cosparso sulle
membra degli atleti e fatto assorbire con il massaggio,
rendesse i muscoli "agili" (per schivare i colpi, gli ostacoli)
e "potenti", "forti" (per
abbattere gli ostacoli....per colpire l'avversario).
Nel nostro caso, "avversario", in greco, si dice "diàvolo", e,
in ebraico, "sàtana"!
Vi sono poi, nella Liturgia (pratica sacramentale) cristiana,
3 tipi di OLI (sacri):
a) L' OLIO DEI CATECUMENI: per dare forza a quelli che
si preparavano al Battesimo, per vincere le tentazioni di
abbandonare il cammino, ecc.....
b) II SACRO CRISMA (olio, crisma, mescolato a balsamo)
che viene usato per il BATTESIMO (unzione sulla testa,
che anticipa la Cresima), per la CONFERMAZIONE (o
Cresima = unzione); per il DIACONATO, per il
PRESBITERATO e l'EPISCOPATO; per la consacrazione
delle chiese, degli altari, ecc......
e) L' OLIO DEGLI INFERMI i) MALATI, che ci interessa
in questo momento.
(AM)MALATI o INFERMI:
MALATO : (dal latino: "malum" = disgrazia, malattia,
malvagità....): chi è colpito da un "male" fisico (fatto
patologico) che può portare alla infermità o alla
morte......
Situazione
vista
anche,
nella
Bibbia,
come
conseguenza, più o meno indiretta, del PECCATO, e
quindi legata alla attività dell' "avversario", il diavolo.
.......
INFERMO (dal latino "in" (=non) e "firmus" (=fermo,
stabile....per cui) INFERMO = non necessariamente
malato, ma incapace di stare in piedi, debole,
vacillante, in difficoltà...o a causa di una malattia o
della vecchiaia......
La Parola di Dio:
DAL VANGELO SECONDO MARCO (6, 7.12-13).
(Gesù) chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due e
due e dava loro il potere sugli spiriti impuri.... Ed essi,
partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti
infermi e li guarivano.
DALLA LETTERA DI SAN GIACOMO APOSTOLO (5,1415);
Chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri (preti) della
Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel
nome del Signore.
E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore
lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno
perdonati.
Gesù e il male: Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo, per
salvare gli uomini e le donne, per salvare TUTTO L'UOMO,
ciò che egli è: anima e corpo, e ciò che egli fa: la sua vita
e la storia dell'umanità.
Lo ha fatto rendendosi "SOLIDALE" con l'uomo, in tutto,
fuorché nel commettere il peccato,
ma "pagandolo",
assumendo su di sé anche la sofferenza, ogni sofferenza
umana, fino alla morte,
che ha vinto con la sua
risurrezione, manifestando così qual è l’'AMORE (Agape)
che Dio ha per ogni uomo o donna.
Nota: Certamente è compito del mondo della medicina
quello di non tralasciare nulla, nel rispetto delle persone,
di quanto può essere fatto, tentato e sperimentato per
guarire dalle malattie e recar sollievo al corpo e allo spirito
di chi soffre....E compito di ogni uomo di rispettare il
proprio corpo e di curare in maniera adeguata la propria
salute per poter svolgere pienamente il suo compito nella
società e nella Chiesa.
MA LA MALATTIA E LA MORTE BIOLOGICHE RESTANO:
anche in questo caso, però, il Signore, per mezzo della
sua Chiesa, ha qualcosa da dire, anzi da fare:
ci offre la possibilità di dare alla malattia e alla morte un
NUOVO significato e valore, e cioè::
- Renderci conformi al Cristo Gesù anche in questo
aspetto: la sua Passione e Morte;
- Renderci partecipi all'opera di salvezza di Gesù:
"completando nella nostra carne quello che manca alla
Passione di Cristo (alla sua Pasqua) per la salvezza del
mondo" (cfr. Colossesi 1,24).
Quando :
1°) QUANDO UNA PERSONA E' COLPITA DA UNA
MALATTIA O INFERMITÀ' GRAVE, CHE POTREBBE
PORTARLA ANCHE ALLA MORTE o ci si accorge che si
tratta di una malattia "terminale", incurabile...(più che
quando è già morta o è in coma, com'era prassi in
passato, per cui veniva chiamata "estrema unzione"...
Ma è "estrema" perché, in genere, viene data dopo le
altre: unzione dei catecumeni, cresima, ordinazione
sacra...).
2°) La si può ripetere quando la malattia si fosse
aggravata, o quando, dopo la guarigione, ci fosse una
ricaduta grave nella stessa malattia o in una altra.
Dove: L'ideale sarebbe in chiesa, con la presenza
orante della Comunità, e, ancor meglio, la presenza di
più ministri (vedi più avanti), possibilmente durante la
Celebrazione eucaristica (S.Messa)..
Ma anche in famiglia, con la presenza orante dei
familiari....Anche in ospedale, ma anche qui sarebbe
bello che vi fossero almeno alcuni familiari
e....operatori sanitari (quelli che curano il malato....).
Come:
II rito prevede che, salvo motivo di urgenza, venga
amministrata dopo la Confessione e prima
della Comunione (che in caso di morte imminente,
viene chiamata "viatico", il cibo "per il viaggio" verso
l'incontro con il Padre).
Il ministro, normalmente, è il presbitero (prete) dopo
aver "imposto le mani sul paziente" (senza nulla dire), e
aver reso grazie sull'olio già benedetto, UNGE
L'INFERMO SULLA FRONTE E SULLE MANI,dicendo
una sola volta, la FORMULA:
"PER QUESTA SANTA UNZIONE E LA SUA PIISSIMA
MISERICORDIA TI AIUTI IL SIGNORE CON LA GRAZIA
DELLO SPIRITO SANTO (R.: AMEN). E, LIBERANDOTI
DAI PECCATI, TI SALVI E NELLA SUA BONTÀ' TI SOLLEVI
(R.: AMEN)".
In caso di necessità l'unzione può
essere data o solo sulla fronte o
su una mano o su altra parte
conveniente del corpo...
Perché :
1°) II primo obiettivo della UNZIONE DEGLI INFERMI è la
GUARIGIONE del malato, in modo che egli possa ritornare
alle attività precedenti, in buona salute fisica (Gesù
guariva i malati!) e spirituale.. A volte, a Dio piacendo,
questo avviene davvero.
2°) Se non c'è la guarigione, ci sia almeno il conforto del
Signore e della Chiesa, che accompagni, sostenga, allievi
la sofferenza, le dia un senso.... cioè:
3°) Unire il malato alla esperienza (conformità) del Cristo
Salvatore, in modo che anche il dolore non vada perduto;
ma sia motivo non di disperazione o rassegnazione, ma di
Speranza e Agape (amore di Dio).
CI AUGURIAMO ALLORA CHE I CRISTIANI SAPPIANO
RISCOPRIRE E UTILIZZARE QUESTO GRANDE DONO
DEL SIGNORE E DELLA CHIESA, superando ataviche
paure, MA APRENDOCI NELLA SPERANZA, ALLA
MISERICORDIA, ALL'AMORE DI DIO, CHE VUOLE
SALVARE TUTTA LA NOSTRA PERSONA, ANIMA E
CORPO, CIÒ CHE SIAMO E CIÒ CHE FACCIAMO, LA
NOSTRA GIOIA MA ANCHE LA NOSTRA SOFFERENZA!!
L’ANGOLO DEI RAGAZZI
Era la vigilia di Natale e, in un paesino messicano, tutti
erano diretti verso la chiesa, portando regali: frutta,
ortaggi, dolci...Erano regali per il Bambino Gesù, che
sarebbe nato in quella notte.
Manolo, un piccolo orfano, li guardava mentre passavano.
Li vedeva ridere e scherzare; Li sentiva cantare.
Com'erano felici!
Lui invece non poteva fare altro che piangere e asciugarsi
le lacrime con il dorso della sua mano sporca e piena di
graffi: lui non aveva nulla da portare al Bambino Gesù.
Aveva cercato di farsi dare qualcosa. Ma tutti lo avevano
cacciato via, perché aveva la fama di essere un
ladruncolo. Aveva pensato di rubare qualcosa da portare a
Gesù. Ma...rubare? Per il Bambino Gesù? Sarebbe stato
un sacrilegio! Meglio non avere niente. D'altra parte
anche Gesù non aveva niente quando è nato a Betlemme!
Poi, quando tutti furono entrati e la porta della chiesa fu
chiusa, Manolo, quasi furtivo, andò dove sapeva esserci
una piccola fessura che permetteva di guardare dentro la
chiesa.
Com'era bello! Le candele accese, i molti regali depositati
davanti alla grotta del presepe, i canti di Natale....Nuova
tristezza entrò nel cuore di Manolo, che si mise a
piangere, silenziosamente.
Grossi lacrimoni gli scendevano lungo le guance e
cadevano a terra. Allora Manolo incominciò a pregare:
"Caro Gesù Bambino, io non ho niente da portarti, se non la
mia miseria, le mie lacrime, il mio dolore. Accettali, o Gesù!".
Si asciugo le lacrime, aprì li occhi e là dove erano cadute le
sue lacrime, vide sbocciare qualcosa: era un fiore fatto di piccoli globi gialli, luminosi di sole,
circondati da una corolla di petali grandi, rossi come il fuoco.
E' un miracolo, pensò Manolo. Ruppe lo stelo, ricco di foglie
verdi, che sosteneva quel fiore, e si precipitò in chiesa.
"Guardate!" gridò entrando di corsa, "Ho anch'io un regalo
per Gesù Bambino!". Tutti guardarono quel fiore, così
diverso, così strano, così bello, come una stella, la stella dei
Magi. Era un fiore mai visto. Un miracolo.
Da allora, il fiore di Manolo, divenne un simbolo del Natale, e
fu chiamato "Stella di Natale".
LA PAGINA UMORISTICA
LA STORIA DELLA FAMIGLIA LUCA
RITORNO A ROTZO
Augusto, terminato il ginnasio, si era iscritto al Collegio
Commerciale delle Province Venete. Ma una disgrazia
venne a sconvolgere la vita dello studente: la morte
del suo benefattore, il prof. Arrigo De Bocchi.
Per Augusto era stato un secondo padre. Oltre al dolore della perdita, gli veniva a mancare chi lo sostenesse
negli studi.
Augusto ne scrisse una desolata poesia, dalla quale
pare di capire che la morte sia stata improvvisa.
Ei non è più: in un attimo
In un momento solo,
Spiegò la sua grand'anima
Verso l'Empireo il volo...
Ricorda, nella poesia, i meriti insigni dello scomparso
che, tra l'altro, era stato per un anno e mezzo suo professore in Scienze Commerciali, nel Collegio Provinciale
da lui stesso fondato.
Ricorda la vedova in pianto, un pianto straziante e
muto; ricorda la vigile, paterna cura e la franchezza nel
parlargli, congiunta con «inalterabile gentile amor». E
conclude:
A me non grava gli omeri
Il quarto lustro ancora,
Di vane larve il fascino
Sol la mia vita infiora;
Solo, inesperto, giovane,
E tu non vivi più!
Dunque, Augusto aveva vent'anni, non ancora compiuti. Siamo quindi nel 1872. Un anno tragico per Augusto. Gli veniva a mancare ogni appoggio: «solo,
inesperto, giovane», e lui, il benefattore, il padre, lui
non viveva più.
Dovette rinunciare al corso di studi che si era proposto e si indirizzò alla carriera magistrale. Si preparò
agli esami e con il diploma di maestro tornò al
paese.
Qui lo attendeva un'altra disgrazia: la morte del fratello Ulisse. Ce ne parla lui stesso:
«Era cacciatore abilissimo, forse il più abile dei nostri
monti. Una sera, recatosi a cacciare la volpe, si
pose in agguato presso l'orlo di un profondissimo
burrone. Messo, a quanto sembra, un piede in fallo,
scivolò, precipitò in quell'abisso, trovandovi la morte».
Augusto ne scrisse un'elegia, la prima del suo repertorio.
Oh, mio dolce fratello! Oh, dei miei padri
primo Figlio! Ove sei?
Più non mi giunge di tua voce il suono,
e non più come un dì gai e leggiadri
volan gli estri miei ...
Di', dove sei? Sul limitar del caro
tetto natio ristando
cogli altri miei, te non vedrò più mai
corrermi incontro...
Una riflessione sul dolore umano, una pacata rassegnazione alla volontà di Dio e poi la descrizione della
vita avventurosa del cacciatore; balze scoscese,
burroni solitari, valli squallide e profonde; ma anche
colli e prati fioriti, i boschi e i campi, le piante e i fiori
Oh, troppo ardito! E qual genio ha condotte
in un fatal momento
del piede tuo l'impraticabil' orme?
Così il ritorno in paese fu rattristato da un lutto tanto
grave.
Due anni dopo, nel 1874, troviamo a Rotzo Augusto e
Marietta, già sposi felici.
Entrarono nella grande casa dei Luca ed ebbero una
camera tutta per loro; Augusto ebbe anche un piccolo
studio, stipato di libri.
Allora i maestri erano pochi e Augusto fu subito assunto dal Comune. Marietta aiutava la suocera in casa
e si prestava al servizio dei clienti.
La sua finezza d'animo, la sua gentilezza, il suo fare
educato furono subito notati, come la sua bellezza. Si
attirò l'affetto di tutti, non solo dei famigliari.
Strano: dopo oltre cent'anni da quei tempi, nel 1993,
un'anziana signora di Rotzo ricordava che la piccola
sarta di Venezia aveva insegnato alle donne del paese a
stirare i fazzoletti, cosa che evidentemente prima non
facevano.
Bastava che fossero puliti, si diceva; ma Marietta voleva
anche le cose belle.Diceva anche: «Quando stirate le
camicie, non allacciate tutti i bottoni, perché gli uomini non
hanno pazienza». Così insegnò alle ragazze a far le sarte.
(da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 5a parte)
IL MULO DELLO ZIO NANE
Lo zio Nane (Giovanni Costa), negli anni precedenti la
prima Guerra mondiale, aveva acquistato un mulo,
che custodiva in una stalla, sita di fronte alle Scuole di
Castelletto.
Una notte, questo mulo venne rapito da alcuni ladri. Per
far sì che le "ciampe" di ferro del mulo non facessero
rumore sulla strada, i ladri, prima, cosparsero di letame
la strada fino alla chiesetta di San Rocco, poi se ne
andarono con il mulo.
Al mattino, lo zio Nane, accortosi della sparizione del
mulo, corse subito ad Arsiero, dove in effetti trovò il
mulo, con i ladri che stavano cercando di venderlo. Egli
allora si fece avanti rivendicando la proprietà del mulo.
Stavano ancora discutendo, quando arrivarono i
carabinieri, che vollero vederci chiaro.
Lo zio disse: "II mulo è mio e, se volete la prova, gli
manca il tal dente". Poi mise la mano sulla bocca del
mulo, che diede un raglio, scoprendo i denti.
Così si vide che gli mancava quel dente.
Lo zio allora potè riavere il suo animale, che riportò a
casa e lo tenne per molti anni.
Questo mulo, tra l'altro, venne molto utile in occasione
del profugato. Lo zio Nane, che essendo il più anziano
di 13 fratelli, era stato esonerato dal servizio militare, su
un carretto trainato dal mulo, potè portare in salvo
alcune donne anziane e varie suppellettili, le più
necessario.
Per questo ultimo fatto lo zio ebbe molte lodi; e noi,
nipoti, fummo molto contenti.
Suor ITALA COSTA.
I NOSTRI EMIGRANTI CI SCRIVONO…
Dal Brasile …..
Stiamo per celebrare un altro compleanno ( della nascita) di Gesù, che per
fortuna ha ancora la forza di far sì che il mondo dimentichi per qualche
momento la pazzia delle borse, delle banche, degli interessi, del petrolio e e
del guadagno, ecc.
Almeno una notte per tutto il mondo si canta Notte Felice e forse si faccia
come i pastori, che si alzano e vanno a vedere il bambino e come Maria, che a
sentire loro parlare, teneva quello che dicevano nel proprio cuore.
Questo sentire e senso di meditazione di Maria ci stupisce e per questo,
ricaviamo dal suo esempio di vita, a partire dalla giovinezza, quali siano le
ragioni che l avranno condotta ad accogliere di essere madre, senza un
marito? E, già incinta, andare all incontro con Elisabetta.
A partire dal Vangelo di Giovanni, al cap. 8, possiamo farci un idea di che
cosa potrebbe succedere alle donne in tali situazioni.
Quante volte, questa giovane forse avrà sentito donne che chiedevano
misericordia quando i sassi gli venivano tirati addosso, forse qualche volta
avrà anche visto qualche donna per terra condannate per l adulterio.
In quell epoca non c era restrizione di età per vedere queste cose. Forse
bambine piangevano, vedendo i dolori di quelle donne condannate.
Sicuramente di fronte alla condanna a morte, nessuna bambina avrebbe
pensato di fare lo stesso errore. Forse Maria non avrà pensato alla possibilità
che potessero succedere tali cose anche a lei stessa divenuta incinta senza
sposo?
E nonostante tutte le conseguenze ha avuto il coraggio e la fede sufficiente
per dire : Ecco qui la Serva del Signore, sia fatta in me conferma alla Tua
volontà ; e per questo noi possiamo pregare dicendo : Tu sei benedetta fra
le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù .
A partire dal momento che Gesù ha detto a Giovanni: Ecco Tua Madre e,
per questo, possiamo cantare : Maria madre piena di grazia proteggi i figli
tuoi !
La gioia dei pastori in quella notte santa della nascita di Gesù, continui a
essere la realtà nella vita :
Buon Natale!!!
Auguri da Lidio dal Pozzo e famiglia.
CRONISTORIA PARROCCHIALE
(DAL 15/09 al 30/11/ 2008)
16 sett.: Mart.: TEMPO BIZZOSO: Dopo quattro giorni di
nubi basse, pioggia e freddo, oggi torna il sole. Le nubi,
andandosene, hanno "scoperto" la neve che ha ricoperto le
cime più alte (Pasubio, Portule, ecc....).
22 sett.: Lun.: ANCORA FREDDO: Dopo altri due giorni,
nuvolosi e freddi, torna il sereno ma freddo e il Pasubio
appare tutto bianco di neve.
28 sett. Dom.: GIORNATA DEL SEMINARIO: che
celebriamo con l'informazione, la preghiera e l'offerta
(raccolti Euro 652.00).
05 ott.
Dom.:
FESTA AUTUNNALE DI SANTA
GERTRUDE che festeggiamo invocandoLa con l'apposita
preghiera e con la benedizione con la reliquia.
PREGHIERA per l'INIZIO ANNO CATECHISTICO e
Scolastico: il momento clou è la S.Messa delle ore 10.15.
Iniziamo così il catechismo non solo per i ragazzi, ma anche
per i giovani e gli adulti.
06 ott. Lun: CORSO DI CIMBRO è un 2° corso dopo
quello della primavera scorsa, a cura della Biblioteca civica
e dell'Istituto Cimbro di Roana.
11 ott.: Sab.: INIZIO ATTIVITÀ' PASTORALE COME
PARROCO del nostro Don SANDRO STEFANI: Dopo
molti anni di apostolato nel Centro Diocesano per i mezzi di
Comunicazione di massa (e cappellano festivo ad Asiago),
oggi don Sandro inizia la sua attività pastorale nella
parrocchia di S.Andrea di Cadoneghe (PD) (vedi apposito
articolo).
14 ott.: Mar.: INAUGURAZIONE vicariale ANNO PASTORALE
ad Asiago (S.Rocco), presieduta da don Renato Marangoni,
nuovo Vicario Episcopale per l'Apostolato dei Laici. Buona
presenza di Rotzesi.
19 ott: Dom.: GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE: ne
parliamo e preghiamo s tutte le ss.Messe e anche con un'ora di
adorazione nel pomeriggio (buona presenza). Vengono anche
raccolte offerte per Euro 643.13
26 Ott. Dom.: INAUGURAZIONE parrocchiale ANNO
PASTORALE: In comunione con tutte le parrocchie del nostro
Vicariato, celebriamo una giornata di preghiera per il nuovo Anno
Pastorale.
27 ott. Lun: BRUTTO TEMPO: Dopo un bei periodo di tempo
mite (ieri una bella giornata: il canto del cigno?), oggi è nuvoloso
e freddo. Nei giorni successivi pioverà, tenterà di nevicare anche
nei paesi (nevicherà sopra i 1600-1800 metri.
30 ott.: Gio.: GIORNATA PENITENZIALE: con due
Celebrazioni comunitarie (abbastanza buona la frequenza) .
1° nov. Solennità di TUTTI I SANTI: Che nel pomeriggio
prevede la tradizionale S.Messa dei Santi (chiesa colma) e la
processione al cimitero, favorita dal sole, dopo le minacce di
pioggia del mattino.
La tradizionale iniziativa dei CARTELLINI per i DEFUNTI
raccoglie Euro 270.00, che serviranno al mantenimento di un
seminarista in Brasile.
02 nov.: Dom.: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI
DEFUNTI : Con orari domenicali (scarsa frequenza: a causa
della Fiera ad Asiago?).
Alle ore 10.15 ricordiamo i Caduti di tutte le guerre, cui segue il
Corteo al Monumento ai Caduti, con posa della corona d'alloro, il
discorso commemorativo del Sindaco, e un rinfresco in Sala
giochi.
03 nov.: Lun: PER IL QUATTRO NOVEMBRE: il Gruppo
Alpini, in concomitanza in tutta Italia, commemora davanti al
Monumento ai Caduti tutti i caduti della 1^ Guerra Mondiale.
15 nov.: Sab.: TEMPO: dopo quattro giorni di pioggia, e di
neve sopra i 1600-1880 m., ritorna il sole. Seguiranno giorni
di tempo variabile, piuttosto sul freddo, per correnti artiche.
29.11, sab.: NEVICATE: Già sabato 22/11, per due ore,
aveva nevischiato, senza però lasciare traccia. Dopo una
domenica molto fredda, nella notte verso lunedì 24/11, è
iniziato a nevicare, fin verso sera: 25 cm. in paese (neve
molto secca), che nei giorni seguenti, freddi ma a volte
soleggiati, si è, in parte, sciolta.
Venerdì 28/11, al mattino ha ripreso a nevicare: 15 cm., in
parte scioltasi oggi, sabato 29/11, a causa della pioggia.
30.11,
Dom.: AVVENTO E nuovo Anno Liturgico:
Iniziamo oggi il "tempo" liturgico dell'Avvento, che ci vedrà
impegnati innanzitutto spiritualmente, rinnovando il nostro
impegno e con alcune specifiche iniziative, che ci facciano
"vivere i valori" tipici di questo "tempo" e ci preparino al
Santo Natale.
La Messa parrocchiale festiva sarà animata dai vari gruppi
catechistici dei ragazzi.
Lanceremo poi le iniziative dell'Avvento di Fraternità, della
Infanzia missionaria, approfitteremo degli appuntamenti
vicariali ; ecc.....
Sempre in vista del S.Natale altre iniziative più culturali,
come la preparazione della "Mostra dei 100 presepi", il
Presepe vivente; ecc...
.Di tutto questo daremo relazione nel prossimo N° di questa
rivista.
DATE DECENNALI E QUINQUENNALI
Riguardanti la storia di Rotzo che cadono nel nuovo
anno 2009
304 d.C.: E' l'anno più virulento della persecuzione contro i
cristiani voluta da Diocleziano e Massimiano. Secondo gli studi
più recenti, durante questa persecuzione va posto il MARTIRIO
di S. MARGHERITA, in Antiochia di Pisidia.
659 18.03: A Nivelles (Brabante-Belgio) muore Santa
GERTRUDE, nostra principale patrona, che però viene
festeggiata il 17 marzo.
889 E' l'anno della devastante scorreria ungara. In seguito a
questo avvenimento/ i vescovi, per incarico dell'imperatore
Berengario, "incastellano" le chiese e vengono incaricati di
"custodire le valli e i passi di confine". Da qui probabilmente
nasce l'iniziativa di costruire il "castrum" KASTEL" che darà il
nome a Castelletto.
1204:
Al "Pra' della Guarda" (Cogollo del Cengio), i
rappresentanti dei vari Comuni della zona definiscono i
CONFINI degli stessi Comuni tra cui quello di Castelletto
(prima descrizione dei confini del successivo Comune di Rotzo).
Per Castelletto firmarono i sindaci-procuratori Domenico
Gambastorta e Donato fu Bartolomeo.
1339: Mastino della Scala, signore di Verona, per iscritto,
concede i "PRIVILEGI ai SETTE COMUNI", tra cui ovviamente
ROTZO. Privilegi che verranno poi confermati dai Visconti di
Milano e da Venezia.
1439 Fusione della CAMPANA DI S.MARGHERITA.
Ora
conservata all'interno della omonima chiesa. Fu opera del
famosissimo fonditore di campane MARCO DELEORE, nativo di
Recoaro ma operante in Vicenza nella prima metà del '400.
1554 11.01: Arbitrato del nobile Pietro de Godi, che, per
incarico del tribunale di Vicenza, risolve la questione dei confini
tra Rotzo e Asiago.
1559 Conclusione della vertenza tra Vicenza e Rotzo, in
base alla quale Rotzo ottiene il "livello" di CAMPOROSA'.
1739 Prima scoperta archeologica al BOSTEL.
1819
II Comune di LASTEBASSE viene aggregato al
Comune di Rotzo. Ritornerà autonomo nel 1850.
1844 Prima notizia ritrovata di MORTE di un rotzese a
causa di lavoro in MINIERA. Ciò avvenne in Vestfalia
(Germania): pochi giorni dopo un incidente minerario
muore, DOMENICO COSTA Mario, di anni 46. E' il primo di
una lunga serie, fino al 1915
1889 14.01: Un furioso INCENDIO provoca gravissimi
danni alla canonica di Rotzo.
1919 RITORNO dal PROFUGATO: è questo l'anno del
ritorno dalla pianura dei profughi di guerra e dell'inizio della
ricostruzione del paese. Data significativa può essere il 4
ottobre, quando ritorna a Rotzo l'arciprete don FRANCESCO
ZECCHINATI.
1924 Viene presentato, dall'ingegner Saccardo di Schio il
progetto per la RICOSTRUZIONE della chiesa parrocchiale.
12.10:
Muore, in Rotzo, l'arciprete don Francesco
Zecchinati, nativo di Rotzo. Gli succederà, agli inizi del 1925
l'allora cappellano don Giacomo Brandalise. In quest'anno
vennero anche fuse le campane della parrocchiale, che
verranno istallate e inaugurate agli inizi del 1925.
1949 11-13 agosto: Nel suo viaggio per tutta l'Italia, in questi
giorni, è a Rotzo la Statua della MADONNA PELLEGRINA. E'
una grande festa. Il 13 poi, l'Amministrazione Comunale,
Sindaco il Sig. COSTA GIOVANNI Fior, consacra il COMUNE DI
ROTZO al CUORE IMMACOLATO di MARIA.
18 ott.: Il vescovo Mons Girolamo Bortignon, a Rotzo per
amministrare la Confermazione, benedice il MONUMENTO
ALLA MADONNA PELLEGRINA, costruito dove era la chiesetta
dell'ASSUNTA, eretta nel 1618 e demolita poco tempo prima per
allargare la strada.
1964 21.11. Viene eletta, nel Comune di Rotzo, la prima
AMMINISTRAZIONE TUTTA AL FEMMINILE, guidata dalla
Maestra Slaviero Carla, eletta Sindaco.
1969, 21.01: Viene concesso all'arciprete di Rotzo di celebrare
la S.MESSA FESTIVA al sabato sera.
1979, 14.01: Don VALENTINO MIOTTO diventa arciprete di
Rotzo. Vi rimarrà fino al 1991.
1984, 03.06: Don SANDRO STEFANI riceve l'Ordinazione
presbiterale.
1994, 31.01: Muore, a Zane, don ANTONIO PEGORARO, già
arciprete di Rotzo dal 1953 al 1963.
06.04: Muore don FRANCESCO ZECCHINATI, dei Paolini di
Alba (CN).. Era nato nel 1911.
21.05: Riprende la 4^ ROGAZIONE sospesa dal 1939.
1929, 08.01: Arrivano le SUORE della Sacra Famiglia di
Castelletto di Brenzone del Garda (VR). Rimarranno a Rotzo
fino al 1976.
10.11:
Ad Asiago, davanti al notaio, viene firmato l'atto
costitutivo del COMITATO PROMOTORE DEL RESTAURO della
chiesa di S.MARGHERITA.
1934: Ricostruzione, in metallo, della CROCE dell'Altaburg,
già costruita in legno nel 1900.
1999: 1^ Mostra di Presepi, ora diventata la "MOSTRA dei 100
Presepi".
1944, 22.06: Muore don GIACOMO BRANDALISE. Verrà
sostituito per oltre un anno da Padre Luigi Cipelli, "vicario
economo", e nel 1945 dal un nuovo arciprete, don Bellino
Zotti.
2004, 08.01: Muore a Parma Padre RINALDO DAL POZZO,
missionario saveriano originario di Rotzo.
2009: II 12 ott. ricorreranno i 100 anni dalla nascita di don
BELLINO ZOTTI, arciprete di Rotzo dal 1945 al 1953.
PROVERBI VENETI E … NON SOLO
PROVERBI CIMBRI
raccolti dal Rev. Arciprete di Rotzo Zecchinati don Francesco
In una raccolta di proverbi veneti, pubblicata a
fine Ottocento da Cristoforo Pasqualigo, ho
trovato questa descrizione della gente
dell Altopiano e delle zone circostanti; chissà se
sia ancora attuale!
Marochi de Enego, ladri de Foza, ciaceri de Gallio,
màstega-paja de Lusiana, pomposi d Asiago, fumaroi
de Camporovere, slapa-scoro de Canove, strucapolenta de Roana, GENTILOMENI DE ROZZO,
STENTADORI DE CASTELETO, buli de Sanpiero,
nudi da Forni, martarei de Pedescala, beca-sassi
Arsiero, zendraroi da Velo, balarini da le Seghe,
brusa-rizzoli da Mea, mazzucchi da Cogolo, carboneri
de Caltran, pescafango da Ciupan, salta-fossi da
Carrè, scortega-vacche da Zanè, merli de la Conca,
arleva-scroe da Treschè, porta-stanghe da Cesuna,
che va a robarle de note con la luna.
Inoltre con grande sorpresa ho trovato anche
proverbi in lingua cimbra raccolti a Rotzo presso
arciprete don Francesco Zecchinati (n. 1850 m. 1924
- arciprete e vicario foraneo di Rotzo dal 1878 alla
morte)
1) Kindar un gut is nimmar ganuk Figli e beni non sono
mai di troppo
2) Bear ghizet, vehlt Chi mangia, sbaglia
3) Valenten, liarnesich Sbagliando si impara
4) Dar hut ist net gamacht bor an reghen alloan - Il
cappello non è fatto per una sola pioggia
5) Arbeten, liarnesich zu machen de mestiearn
Lavorando si imparano le arti
6) De kindar benne se stehnt vesten, ist an orrendar zoag I bambini quando stanno fermi, danno cattivo segno
7) Z pluut rüfet z sain plunt Il sangue chiama il suo
sangue
8) Metten boarten tusich nicht Con le ciarle si fa nulla
9) Benne z höbet an zu ghenan übel in an haus, i z
nimmar garibet - Quando incomincia in una casa
andar male, non è mai finito
10)Bear steht bool, bilda net stehnan Chi sta bene, non
vuol starci
11)Kaltar moio, voller kloster Maggio freddo, pieno il
cassone (dove si ripone il grano)
12)Lichtega nacht, (von vainachtagen) tunkeldar stadel;
tunkela nacht, lichtegar stadel - Notte serena (di
Natale), oscuro fienile; notte oscura, fienile chiaro
(vuoto)
13)Viel snea, viel öbe molta neve, molto fieno
14)Der toat lughet an koame La morte non risparmia
alcuno
15)Bear tüht bool, vinnet bool Chi fa bene, trova molto
Don Sergio Stefani
TESI DI LAUREA
Cari lettori, sono lieto di scrivere questo inserto con
intento di far sapere alla comunità che il 20 ottobre
2008 sono ufficialmente diventato infermiere. Per chi
non mi conosce mi chiamo Stefani Giorgio (il figlio della
Meri) e ho 23 anni. Il mio percorso di studi presso
università di Padova è iniziato nel 2005 dopo numerose
riflessioni e indecisioni su come indirizzare il mio futuro. Al
tempo il mio diploma di perito elettronico e
telecomunicazioni non mi garantiva uno sbocco
lavorativo soddisfacente, ho quindi preferito rimanere a
lavorare con mio padre come manovale. Il lavoro
anche se faticoso mi piaceva, mi dava soddisfazione e
soprattutto mi permetteva di rimanere nel mio amato
paese. Tengo a sottolineare
l importanza di
quest ultimo fattore che per Noi (uso il plurale a nome
di altri giovani paesani che come me si sono
avventurati nelle grandi città per studiare) montanari
è di vitale importanza. Forse a voi lettori sembrerà
sciocco ed esagerato questo ostinato patriottismo ma
vi assicuro che è normale provarlo quando si è abituati
a vivere in un paradiso ; farne a meno per 5 giorni alla
settimana non è facile. Tornando ai nostri discorsi, in
quell anno lavorativo ho meditato sulla possibilità di
proseguire gli studi, magari continuare con l elettronica
o addirittura cambiare totalmente genere, l importante
era riprendere a studiare che male non fa. Nel
settembre 2004 mi sono iscritto alla facoltà di
infermieristica di Padova, della scelta non ero proprio
convinto perché avevo paura che il mio carattere non
fosse adatto a tale ruolo. Ma sostenuto dalla famiglia e
motivato dal pensiero di un lavoro sicuro alla fine dei tre
anni, ho accettato la sfida. L esperienza universitaria si è
rivelata molto utile non solo per la preparazione
professionale raggiunta ma anche perché mi ha aiutato a
crescere mediante il confronto con molte persone che ho
conosciuto e incontrato in questi tre anni. Proseguendo
con gli studi, le mie preoccupazioni sulla mia inidoneità alla
professione andavano sparendo, durante le mie
esperienze di tirocinio ho saputo cogliere la vera essenza
dell infermiere. In più di un anno di tirocinio in ospedale a
Padova sono venuto a contatto con le più svariate realtà,
con esse mi sono dovuto confrontare. Dalla gioia della
partoriente alla disperazione dei famigliari per la perdita di
un loro caro, alla morte nuda e cruda così come la si
presenta sul letto di una qualsiasi corsia. Il 20 ottobre 2008
finalmente è giunto il fatidico giorno e per la gioia mia, di
famigliari e amici mi sono laureato. Anche questa une
esperienza carica di emozioni e tensioni che mi ha portato
al risultato finale tanto atteso; dottore in scienze
infermieristiche. Ora sono in attesa di occupazione presso
ospedale di Padova dove ho deciso di trascorrere i miei
primi anni lavorativi.
Apro ora una piccola parentesi riguardo alla tesi che ho
elaborato in occasione della laurea. L idea è nata durante
un mio tirocinio presso una comunità terapeuticoriabilitativa protetta di Padova. I pazienti in cura presso
questa struttura presentano gravi disagi mentali di natura
schizofrenica e depressiva. Questa esperienza mi ha
aiutato ad abbattere il pregiudizio negativo che avevo nei
confronti di queste persone; pregiudizio che è ancora
fortemente radicato nella mentalità della gente. Il disagio
mentale infatti è causa di forti discriminazioni sociali e
costringono coloro che ne sono affetti all emarginazione;
ed
è proprio quest ultimo fenomeno che causa la
distruzione dell intera persona. In comunità ho imparato a
comprendere i bisogni e le necessità di questi pazienti e
con loro ho potuto instaurare un vero e proprio
rapporto di amicizia che è la terapia migliore per la loro
malattia.
Il mio lavoro riporta una rielaborazione della
tradizionale strategia riabilitativa psichiatrica. La tesi
propone una metodologia riabilitativa per gli utenti con
disagio psichico, in particolare schizofrenici, in
trattamento presso la CTRP La Meridiana di Padova. Il
problema che tratta è il ruolo passivo assunto
dall utente nei confronti del proprio percorso
riabilitativo. Il lavoro, denominato Gruppo di
Riabilitazione Attiva prende spunto da varie tecniche e
metodologie largamente usate nella pratica della
riabilitazione psichiatrica, come ad esempio la terapia
di gruppo, l empowerment, l auto-mutuo-aiuto,
il
problem solving, decision-making, brainstorming, etc; il
tutto intercalato nello specifico contesto e rielaborato
in modo da garantire la massima efficacia. Il Gruppo di
Riabilitazione Attiva si articola in una serie di incontri a
catena tra un gruppo di tre/quattro utenti scelti in base
a determinati requisiti e l equipe curante, ogni incontro
prevede degli obiettivi da raggiungere. Scopo di tutto il
lavoro è ridurre la passività dell utente rendendolo il più
possibile protagonista e propositore del proprio e altrui
processo di cura.
Del lavoro svolto ho potuto cogliere i primi risultati
derivati dalla sua sperimentazione che va avanti
tutt ora. Devo dire che per me è stata ed è una grande
soddisfazione.
Concludo ringraziando voi della vostra disponibilità e
augurandovi buone feste.
STEFANI Giorgio
TESI DI LAUREA
L operatività del Tecnico Sanitario di Radiologia
Medica nel cammino del pezzo operatorio mammario ,
L operatività del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica nel
cammino del pezzo operatorio mammario , questo il titolo della mia
tesi, nata durante un periodo di tirocinio che ho svolto presso l U.O.
di Senologia Clinica e Screening Mammografico di Trento; nel corso
del quale ho potuto constatare in prima persona quante siano al
giorno d oggi, grazie al sempre maggiore impiego della
Mammografia, le lesioni non palpabili della mammella identificate, le
quali necessitano in primo luogo di rimozione chirurgica e, in sede di
intervento, di una conferma radiologica circa la loro completa e
corretta asportazione.
Nella mia Tesi ho voluto dimostrare innanzitutto quanto l indagine
radiografica del pezzo operatorio mammario si sia rivelata uno
strumento fondamentale durante l intero percorso di una Paziente
affetta da tumore al seno.
Essa consente infatti al Medico Radiologo Senologo di verificare
che l intervento abbia portato alla rimozione della lesione nella sua
interezza; fornisce poi al Chirurgo importanti indicazioni circa la
centralità della stessa nel pezzo asportato.
Il radiogramma è inoltre utile guida per il Patologo che procede al
campionamento e all analisi istologica del campione biologico.
Fra queste tre figure professionali se ne interpone un altra, ovvero
il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, con l importante compito
di eseguire la radiografia del pezzo di mammella asportato in un
lasso di tempo relativamente breve (inserendosi tale procedura nel
contesto di un intervento chirurgico con la Paziente mantenuta in
anestesia generale).
Al fine di dare una risposta alle tante domande di natura
tecnica ed organizzativa sorte proprio nel periodo della mia
pratica in Senologia e rivelatesi poi spunto per la mia tesi, mi è
stata data la possibilità di andare al di là di quello che
solitamente, per ovvie ragioni organizzative, ad un Tecnico di
Radiologia è permesso.
Ho infatti seguito interamente il cammino di una Paziente di 56
anni affetta da tumore al seno.
Ero presente alla sua prima indagine radiologica, durante la
quale le è stato riscontrato un sospetto di lesione maligna; lo
ero poi in sede di Commissione Interdisciplinare per la
programmazione dell intervento considerato più opportuno.
Ho inoltre assistito all intervento chirurgico, ho eseguito le
radiografie del pezzo operatorio ed infine ero presente in
Anatomia Patologica per l analisi istologica del materiale
biologico asportato.
Oltre agli aspetti teorici e pratici ho avuto modo di scoprire, e
pertanto cercato di esporre nel mio elaborato, un altro lato di
fondamentale importanza che contraddistingue questa indagine
radiologica da molte altre, ovvero l aspetto emotivo.
Dietro infatti ad un intervento, ad una radiografia, ad
un analisi istologica, c è una Donna con le proprie ansie,
sofferenze, aspettative di vita.
Sono stata accompagnata nel gestire le mie emozioni, e i dubbi
che mi ponevo hanno trovato risposta.
Ritengo sia stato importante vivere questa esperienza così da
avere in un futuro una maggior consapevolezza nell eseguire
questo esame, dietro al quale si cela un vissuto individuale
inevitabilmente complesso.
SLAVIERO Cinzia
MOSTRA 100 PRESEPI
Nel calendario delle manifestazioni natalizie dell’Altopiano dei 7 comuni è
ormai diventato un appuntamento fisso la “ Mostra dei 100 Presepi di Rotzo” ,
ospitata anche quest’anno presso la chiesetta di S. Margherita, la più antica
dell’altopiano e giunta alla sua decima edizione.
Per l’importante tappa della 10^ edizione il comitato parrocchiale che
organizza la rassegna ha cercato di allestire la mostra rinnovando un po’ le
scenografie d’arredo per donare al visitatore una calorosa accoglienza.
All’interno della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe animato con
scenografie di notte e giorno , statuine in movimento, rappresentante alcuni
luoghi caratteristici del nostro paese in miniatura attorniato da tutti i presepi
realizzati per l’occasione che propongono una fantasia senza limiti e confini
che non manca di sbalordire ed entusiasmare il visitatore per questa
rassegna che probabilmente è una delle più vaste raccolte ed esposizioni
della provincia di Vicenza.
La Mostra sarà aperta dal giorno 25 dicembre e resterà aperta fino al 06
gennaio e domenica 11 e 19 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore
14.30 alle ore 18.00 ed offre senz’altro al visitatore, lo stupore per la visione
di presepi, costruiti con sapienza e maestria, nell’utilizzo delle più semplici
risorse che la natura ci offre, come pure nell’originalità di costruzione di opere
che faranno apprezzare veramente l’abilità artistica nella realizzazione di
personali rappresentazioni del presepio.
Di contorno alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi all’aperto”
una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con la quale le famiglie o
gruppi di famiglie, nelle corti o in altri luoghi caratteristici (come le vecchie
fontane), preparano dei presepi, di dimensioni e forme tra le più varie.
Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli scaffali) si potranno
gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche, indicanti l'itinerario.
Questo darà al turista anche la possibilità di visitare il paese, uno tra quelli
dell'Altopiano, che forse ha conservato meglio l'impronta tradizionale.
Altro importante appuntamento di quest’anno sarà il Presepio Vivente in
località Bostel, dove nei giorni 26 dicembre 2007 e 04 gennaio 2008 alle
ore 16.30 si terrà una rappresentazione vivente della natività ambientata
nell’area nella magica atmosfera del sito archeologico.
Il giorno 28 dicembre e il giorno 03 gennaio alle ore 20.30 inoltre presso
la chiesa parrocchiale si terranno due concerti natalizi: il primo con il
Complesso Strumentale Città di Schio, il secondo di musica classica per
voce e chitarra in collaborazione con il conservatorio di Castelfranco
con l esibizione di Radmilla Visentin e Claudia Benasciutti.
FERRARESI Massimo
LA BRUSOLADA
Nei racconti dei nostri vecchi abbiamo più volte sentito dire
come, in epoca non ben precisata, gli Amministratori di
Rotzo abbiano ceduto a “quelli di Levico” il bosco e la malga
della Brusolada in cambio di una “brasolada”.
Sembrava anche che il nome Brusolada fosse stato dato a
quella montagna proprio a seguito della famosa “brasolada”.
Il racconto di questa cessione è sempre stato riferito con un
non celato senso critico, di non accettazione di un accordo ai
danni degli abitanti di Rotzo, che hanno sempre espresso
rammarico ed avversione verso gli autori di tale misfatto.
Difatti è assurdo pensare che per una mangiata di carne ai
ferri fosse stata ceduta una così grande porzione di territorio
ai Lievegani.
Analizzando però i documenti che la Storia ci mette a
disposizione possiamo vedere che le cose sono andate ben
diversamente da come ci è stato oralmente tramandato.
Secondo il nostro giudizio i fatti potrebbero essere andati
così:
dal 1261, anno in cui caddero gli Ezzelini, le Montagne di
Costa, Manazzo, Vezzena, Bisele e Camporosato sono di
proprietà della città di Vicenza assieme alle altre montagne
della zona alta dell’Altopiano conosciute poi come i territori
della Reggenza dei Sette Comuni.
La città di Vicenza non esercitava su tali sue proprietà un
uso diretto ma le dava in affitto, infatti dai documenti storici
risulta che il 29 settembre 1261 il comune di Vicenza per
mezzo del suo rappresentante Guido Gastone per 470 lire,
detti veneti grossi, e 100 libbre di formaggio pecorino affittò
per 4 anni, pascoli e boschi di Manazzo, Costa, Vezzena,
Camporosato, Portule e Verena a tali Alberto Pasero da
Perlena, Giovanni Careta pecoraio da Sandrigo e Franco
Grandonio da Poianella.
Successivamente queste montagne vennero date in affitto da
Vicenza agli uomini di Rotzo e di Roana i quali ne trassero di che
vivere per secoli, ma furono sempre disturbati da quelli di Levico,
che appoggiati dai conti Trapp di Beseno, avanzavano diritti e
pretese sulle stesse montagne.
A seguito dei continui rapimenti di bestiame e di pastori Vicentini,
ci furono due diverse azioni militari della città di Vicenza:
nel 1381 il podestà di Vicenza Stefano Piccardi
saccheggiò Caldonazzo
nel 1385 il capitano scaligero Cortesia da Sarego e trattò
col ferro e col fuoco
per oltre un mese Borgo, Caldonazzo, Levico, Calceranica e
villaggi dei Sicconi, e dopo avere razziato Folgaria tornò con
onore a Vicenza
Terminata la dominazione degli Scaligeri di Verona e dei Visconti
di Milano, nel 1404 la Repubblica Veneta si prende in carico la
situazione di queste montagne.
Il Conte Francesco Caldogno, provveditore ai confini della
Repubblica Veneta, parlando della montagna di Camporosato
così la descrive: “ Confina a levante con Verena monte del
comun di Roana, con Campolongo di Rozzo, verso ponente con
la montagna di Liserna, a mezzodi con le regioni della montagna
di Campolongo e a tramontana con Vezzena e caricavansi,
comprese le sue montagne di Cercenato, del Brustolato e del
Puselaro 250 vacche
Quindi la montagna di Camporosato, proprietà della città di
Vicenza, comprendeva le località dell’Enghelaita (Camporosà),
del Brustolato (Brusolada), del Cercenato (località dove ora stà
la sorgente di quel “Carbonaio che a Solagna naque…) e del
Posellaro.
L’uso di queste montagne continuò a non essere pacifico poiché
i Lievigani continuano ad infastidire pastori e boscaioli di Rotzo
per il possesso di Costa, Vezzena e Camporosato e in data
imprecisata come riporta il conte Francesco Caldogno
convincono quelli di Rotzo a metter mano alli confini.
Il fatto più eclatante accadde nel 1556 come ce lo spiega il
Caldogno “Poscia che quell Istrumento che i Lievegani
dicono di havere è un istrumento eseguito l anno 1556 adì 8
di aprile tra il Commun di Lievego da una parte et il Commun
di Rozzo dall altra
di niuna autorità non essendo fatto con
consenso né saputo dalla Serenità Vostra et della città di
Vicenza né con l assemblea di tutti li Capi di Famiglia della
comunità di Rozzo, come si osserva fare e per il quale lo
stesso Comune alienava Costa et Vezena con parte di
Camporosato ai
Lievegani, con grande vantaggio loro
Quindi i Decani (gli Amministratori) di Rotzo, con un atto a
cui il Provveditore ai confini non conferisce alcuna autorità,
sono riusciti a vendere delle terre non loro, ad un acquirente
che già le diceva come sue e per di più contro la volontà di
Vicenza proprietaria delle montagne.
Il fatto ha dell’incredibile. Inoltre i Decani hanno fatto il tutto
senza passare per l’approvazione della Vicinia del capi
famiglia come di consuetudine per le decisioni importanti.
L’instrumento dell’8 aprile 1556 provocò la protesta degli altri
comuni dell’Altopiano e della città di Vicenza, ma non
successe nulla, l’atto non fu ritirato, nessuno fu processato o
condannato.
Il fatto dimostrò anche che gli uomini di Rotzo non furono
così sprovveduti, perché possedendo già un cospicuo
patrimonio boschivo, cedettero la contrastata montagna di
Costa, Vezzena e la Brusolada, considerando l’effettiva
lontananza dal paese e della pericolosità di lavorarvi.
Sulla vicenda si chiese il conte Caldogno : “ Come ha fatto
Rotzo vendere una proprietà di Vicenza e perché i Lievegani
che ritenevano di possedere già le montagne le comprarono
da Rotzo ? “
In realtà la congiuntura internazionale vedeva Venezia
bisognosa dell’alleanza Austriaca per fronteggiare i turchi in
una lunga e dispendiosa guerra navale, fu quindi sacrificata
una porzione di territorio del dominio Veneziano. A questo si
aggiunga che gli uomini di Rotzo avevano in corso un’altra
“grana” e cioè la lite con quelli di S. Pietro che pretendevano di
tagliare, roncare e dissodare i boschi di Rotzo, e quindi chiudere
la vertenza con Levico è stato certamente molto importante. La
secolare lite con S. Pietro terminò con il lodo Piovene emesso il
30 giugno 1578 che sancì l’ingresso del nucleo abitato di S.
Pietro nel comune di Rotzo.
Non cessarono però liti e rappresaglie, tanto che nel 1583 tale
Zanantonio del Grande di Levico, fu condannato con la confisca
dei beni e la pena della forca per aver ucciso con una
archibusata uno di Rotzo che tagliava legname nei boschi di
Vezzena con altri boschiri suoi paesani….
Questo dimostra quanto quelli di Rotzo fossero ancora legati ai
boschi di Vezzena se vi andavano a far legname dopo 27 anni
dall’accordo col quale detta montagna è stata ceduta.
La definizione dei confini tra Rotzo e Levico avvenne mediante
due sentenze dette Roveretane perché emesse a Rovereto:
1605 Prima sentenza Roveretana
Viene stabilito il confine di stato tra Vicenza e Trento mediante la
linea: Rio Torra, Camporosato, Val d’Assa, Val Sparvieri,
Manderiolo.
Questa sentenza fu decisiva perché sancì per Vicenza la perdita
totale e definitiva delle montagne di Vezzena, Costa, Brusolada
e Camporosato.
Un aneddoto giunto sino ai giorni nostri spiega che alcuni
Lievegani trassero del terriccio dal proprio paese e dopo essere
saliti in Vezzena, lo misero nelle sgalmare, giurando qua e là ai
commissari incaricati alla verifica dei confini, di trovarsi sempre
sulla terra di Levico. Questo fatto dimostra che i Lievegani non
fossero propriamente in buona fede e da timorosi cristiani
abbiano usato questo stratagemma per non suscitare l’ira divina.
1750 Seconda sentenza Roveretana
La commissione ha rivisitato il confine confermandone la
validità, sui cippi venne apposta la scritta RIN ovvero
rinnovato e la data 1780.
Si concluse così una vicenda che attraversò tre secoli e
spogliò Vicenza delle sue montagne nella parte occidentale
dell’Altopiano che andarono in parte in proprietà di Levico
(Vezzena, Costa e Brusolada) ed in parte in proprietà di
Rotzo (Camporosà, Cercenatico e Posellaro).
Lauro Tondello
Don Sergio Stefani
Bibliografia consultata:
- Memorie istoriche dei Sette Comuni vicentini.Ab. Agostino
Dal Pozzo
- Relazione delle Alpi vicentine e de passi e popoli loro Conte Francesco Caldogno
- Storie di confine
Tarcisio Bellò
PARLO SU DI ME
Io sono un Ragazzo di una età di 40 anni pPassati insieme ai miei
Genitori che si chiamano Costa Valtere Rita,
i miei fratelli
Alberto, Fiorella e io che mi chiamo Costa Tiberio e vivo nella
Contrada Valle dove ci sono anche i miei Cugini, Parenti, Amici di
quella famosa Contrà .
Sono nato a Schio nell anno 1968.
Quando ero bambino erano con me i miei Nonni e le mie Nonne che
mi tenevano tra le loro braccia; e qualche volta però mi tenevano
anche il mio Padre e la mia Madre mi tenevano in braccio e mi
portavano a Roana perché proprio lì c era la mia zia con il mio zio;
e lui mi faceva salire con la sua Altalena e mi faceva andare Su e
Giu per il tempo libero che aveva lui per me.
era anche una Altalena Nella Abitazione di questi miei Cugini e
poi abbiamo già fatto insieme una fantastica fotografia che siamo
stati ancora piccoli tra di noi e quella immagine io c è lo e ho
messo nella mia camera e guardavo come eravamo tempo fa.
IL mio Padre mi ha fatto dei bellissimi regali che avevo una volta
da un tempo fa quando ero ancora Piccolo e mi comprava una
Macchina a Rotelle, una bicicletta a rotelle con 4 ruote e un
Trenino che andava da solo; mentre andavo qui nel mio cortile
facevo Grandi cose.
era una volta, tempo fa or sono, la Scuola Materna per le varie
persone che facevano l Asilo con le Suore che erano venute qui
nella nostra Comunità Cristiana e Parrocchiale di Rotzo è
precisamente facevano ad un servizio di tendere i Bambini di
questo Paese di Rotzo; e specialmente anche con quelli che ci sono
fuori territorio nella nostra Parrocchia.
Le prime volte che andavo in questo Asilo mi accompagnava sulla
macchina della mia Madre e nel mio Padre; poi cominciai ad andare
anche con il Pulmino per andare verso in questo .
Andavo insieme a loro al Parco Giochi e ho cominciato andare
su e in giù per lo scivolo e poi anche con una Altalena con questi
miei Amici che io avevo una volta.
Ho Frequentato la Scuola Materna di Rotzo fino al 1975 e
fino ad un periodo di Estate del 1980 quando avevo Età di 12
Anni ho fatto La Scuola Elementare con dei Maestri e
Maestre che tra di loro ci hanno fatto tantissime altre cose
che ci sono ( Nelle varie Feste, Camminato parecchio sulle vie
del nostro paese, ho fatto delle alcune e le varie Amicizie ed
eventuali Esperienze, abbiamo Recitato con una Recital
Natalizio durante il Tempo delle Vacanze di Natale, Alle Feste
di 4 Novembre che si ricordano i tempi Tra il 1915,18, e il1940
e 45 e con tutti noi che abbiamo cantato delle varie ed alcune
canzoni, Una Festa degli Alberi perché nel mese di Giugno si è
concluso il Tempo del Anno Scolastico e dell Anno del
Catechismo.
Per tutto questo Frequentavo La 1° fino alla 5° Elementare
insieme con i miei Amici e soprattutto anche delle mie Amiche
per Stare nella loro compagnia e per fare le mie Storie.
Qualche volta andavo in Bicicletta fino alle Scuole e ritornavo a
casa con la mia Bicicletta; spese volte andavo con il Pulmino di
Costa Terenzio e di Spagnolo Sandro.
Oltre alle Scuole Elementari andavo a frequentare
la
Parrocchia perché c era il Catechismo con un Sacerdote e che
si chiamava Don Angelo Baldan con i suoi vari catechisti; ed
uno si chiama Cunico Carlo che era il mio Catechista ma anche
altri i miei amici che tra di noi eravamo andati a frequentare
il Catechismo, Le prove di alcuni Canti della chiesa fino .
Prima di Don Valentino Miotto erano stati qui nella nostra
Parrocchia di Rotzo due Sacerdoti: uno si chiamava con Don
Giuseppe Miglioretto e Padre Alfredo Piero Bon che hanno
fatto il loro Servizio tra il 1977 ed il 1978.
Durante il tempo Natalizio e precisamente nel Mese di Gennaio del
1979 è arrivato il nostro Amico, Prete e Sacerdote che si chiama
Don Valentino Miotto; e lui ci ha fatto delle sue Avventure durante
il suo Servizio Sacerdotale Dal 1979 Al 1991.
Fine della 1° Parte e la 2° Parte si farà in Primavera durante la
Santa Pasqua del 2009
COSTA Tiberio
NELLA STANZA DEI COLORI
La stanza dei colori la chiamiamo così perché al posto del pavimento
è un tappettino tutto colorato.
In questa stanza facciamo tanti giochi che ci aiutano a conoscerci
meglio e a rispettare le regole.
Ci togliamo le scarpe e ci mettiamo i calzettoni e poi scegliamo un
quadrato colorato e ci sediamo sopra.
A questo punto il gioco inizia e volete sapere quale?
Beh
Venite a vedere con i vostri occhi .. Il divertimento è
garantito.
Un saluto e un augurio a tutti Voi da
Cerato Vania
LUMINARIE PER NATALE
Perché non vengono posizionate le luminarie durante le Festività
Natalizie? Questa domanda se la sono posta o se la stanno ponendo
diverse persone di Rotzo e Villeggianti, per cui è opportuno fornire le
motivazioni che hanno indirizzato la Giunta e l’Amministrazione
Comunale su questa scelta.
Verso al metà del mese di novembre si sono presentati in
Comune la Sig.ra Eugenia Barbierato ed il Sig. Pierangelo Costa di
Asiago, per presentare il progetto della realizzazione di una struttura per
disabili a Cesuna di Roana.
Progetto denominato “Dopo di noi”, vale a dire una struttura che
accolga i disabili di tutto l’Altopiano una volta che vengono a mancare i
loro genitori o i loro parenti che attualmente li accudiscono. E’ stato
prospettato il costo elevatissimo della realizzazione della struttura che,
nonostante aiuti regionali e di varie Fondazioni, necessita anche
dell’aiuto economico degli Enti Locali Altopianesi oltre al contributo di
privati cittadini.
In quegli stessi giorni stavamo sistemando le luminarie per
collocarle, come di consueto, lungo le vie del paese. E’ pertanto sorta
spontanea l’idea di destinare le seppur modeste spese di allestimento
delle luminarie per una iniziativa di tale importanza per tutto l’Altopiano
ed anche per noi di Rotzo. Abbiamo quindi deciso di destinare per
quest’anno un contributo alla Fondazione “Vicenza una città solidale”
Onlus che sta realizzando, assieme all’Associazione Stella Alpina di
Asiago, tale importante struttura.
Invitiamo anche i nostri concittadini a concorrere con un
contributo in base alle possibilità di ognuno per favorire la realizzazione
dell’opera. A tale proposito nei prossimi giorni perverrà ad ogni famiglia di
Rotzo un bollettino postale che potrà essere utilizzato allo scopo. I
proventi di tali versamenti saranno interamente devoluti alla Fondazione
responsabile della costruzione della struttura.
Se siamo consapevoli dell’importanza di tale iniziativa, saremo
ben felici di rinunciare ad un po’ di luminarie per accendere una luce ben
più grande ed importante a beneficio delle persone con gravi handicaps
che vedranno realizzato nel nostro territorio altopianese una struttura
dove potranno trovare accoglienza.
Ogni famiglia poi potrà supplire alla mancanza delle luminarie
allestendo all’esterno della propria abitazione un alberello di Natale
illuminato. Dimostreremo in tal modo di essere una comunità attenta sia
alle Festività Natalizie, sia alle necessità delle persone svantaggiate.
Vivremo così un meraviglioso Natale all’insegna della solidarietà.
DAL POZZO Matteo
RIFUGIO CAMPOLONGO
COMPLETATI I LAVORI A CAMPOLONGO
Sono finalmente giunti a completamento i lavori di ristrutturazione
della Malga di Campolongo. L’opera, i cui lavori di ristrutturazione sono iniziati
nell’estate del 2007, è stata collaudata il 10 dicembre scorso e potrà avviare
la sua attività nella prossima primavera. Mancano infatti ancora gli arredi della
cucina, del Bar e delle sale Bar e Ristorante, arredi molto costosi e per i quali
si sta attendendo un finanziamento grazie all’intesa Dellai/Galan che ha visto
interessati il nostro Comune ed i Comuni di Lavarone, Levico Terme e
Luserna per un progetto di miglioramento delle strutture turistiche e delle piste
ciclo turistiche della zona da Campolongo a Luserna.
Sono state avviate inoltre le procedure per la classificazione della
struttura a rifugio per escursionisti e si sta provvedendo ad una gara di
appalto per la gestione del Rifugio.
La realizzazione dell’opera è costata oltre un milione di euro ed altri
250.000 euro sono necessari per completare gli arredamenti. Sono stati
ricavati un grande Bar con tre sale per la consumazione, una bellissima
cucina con tre sale Ristorante ed una decina di camere al primo piano, dotate
ciascuna di un bagno indipendente, con una capienza di 20/30 posti letto.
I lavori sono stati realizzati dalla Ditta Soimper di Carmignano di
Brenta, che ha subappaltato i lavori ad alcune Ditte dell’Altopiano, mentre la
progettazione e la Direzione lavori è stata eseguita dallo Studio Zovi di
Asiago.
I contributi ottenuti sono stati due: uno di 580.000 euro ottenuto dal
Consorzio da parte della Regione grazie a fondi Cipe e con la
compartecipazione di 200.000 euro del Consorzio ed uno ottenuto dal
Comune di Rotzo da parte del Dipartimento Turismo della Regione su fondi
Europei Docup di 210.000 mila euro con la compartecipazione di 90.000 euro
del Consorzio. Grazie al presunto contributo di 250.000 euro sui fondi
destinati ai Comuni di Confine, di cui 12.500 a carico del Consorzio, si
arriverà ad un costo totale dell’opera pari ad 1.330.000 euro.
Si conta molto su tale opera per il miglioramento turistico della nostra
zona a beneficio delle comunità di Rotzo, di San Pietro e Pedescala.
Un particolare ringraziamento al personale del Consorzio (Sergio
Lucca e Matteo Slaviero) per la gestione del primo contributo ed al personale
del Comune di Rotzo (Miriam Dal Pozzo, Christian Pozza, Federica Sartori e
Stefania Slaviero) per la gestione del secondo e terzo contributo.
Per la stagione invernale in corso si continuerà l’attività turistica nello
stallone della Malga di Campolongo, adeguatamente ristrutturato lo scorso
anno e dalla prossima estate entrerà in funzione il nuovo rifugio di
Campolongo.
DAL POZZO Matteo
DON SANDRO PARROCO
DON SANDRO STEFANI - PARROCO
Il nostro compaesano don Sandro Stefani è stato ordinato
sacerdote nel giugno del 1984 con grande gioia di tutta la
comunità rotzese dal momento che erano diversi anni che
nella nostra parrocchia non si assisteva ad un avvenimento
così importante ed entusiasmante per la fede di chi lo
vive. Iniziava così la vita pastorale di don Sandro. Dopo
alcuni anni trascorsi come vicario parrocchiale prima a
Lugo Vicentino e poi ad Asiago, gli sono stati affidati via
via altri incarichi a livello diocesano, primo fra tutti
quello di
Direttore del Centro Padovano delle
Comunicazioni Sociali, poi Vice Presidente Bluradioveneto,
Delegato territoriale
NOI Padova Associazione ,
Delegato diocesano A.C.E.C. , Presidente Associazione
Amici di Telechiara, Responsabile Centri Parrocchiali,
Responsabile Progetto Internet della Diocesi e Presidente
Nazionale NOI Associazione . Oltre tutti questi impegni,
don Sandro ha mantenuto il suo collegamento con
altopiano svolgendo l incarico di Cooperatore festivo ad
Asiago.
Nel luglio di quest anno, proprio in occasione della
partecipazione di don Sandro alla Celebrazione eucaristica
nella chiesetta di Santa Margherita che vede riuniti ogni
anno i preti del vicariato e quelli nativi dell altopiano, è
trapelata la notizia che don Sandro è stato nominato da
Sua Eccellenza Mons. Antonio Mattiazzo ,vescovo di
Padova, Parroco della Parrocchia di Sant Andrea apostolo in
Cadoneghe, comune che si trova alla periferia est di Padova.
ingresso nella suddetta parrocchia è stato programmato per
sabato 11 ottobre alle ore 16.00. Pertanto la nostra
parrocchia ha organizzato un pullman per dare la possibilità a
quanti lo desideravano di partecipare e di condividere con
don Sandro questo momento importante e delicato del suo
ministero sacerdotale.
Hanno aderito all iniziativa circa 35 persone che sono partite
da Rotzo alle ore 13.30. Arrivati a Cadoneghe i partecipanti
hanno avuto la gradita sorpresa di scoprire che la chiesa di
sant Andrea è separata dalla parrocchia di Torre, dove è
parroco don Giuseppe Tommasin, solo dal fiume Brenta. La
comitiva è poi entrata in chiesa per prendere posto e
partecipare meglio alla celebrazione.
Il rito è stato presieduto da mons. Paolo Doni, Vicario
Generale della Diocesi di Padova, ma erano presenti, oltre i
familiari di don Sandro, molti sacerdoti di quel vicariato, il
nostro don Pierangelo, don Sergio Stefani, il parroco di
Asiago e tanti amici di don Sandro. La celebrazione ha avuto
inizio con la presentazione del nuovo parroco da parte del
Vicario Generale, con la lettura del Decreto di Nomina, con
invocazione allo Spirito Santo e con i riti dell aspersione e
dell incensazione ai quali è seguito il ringraziamento del
rappresentante del Consiglio Pastorale. Quindi mons. Doni ha
invitato il nuovo parroco a presiedere alla celebrazione e la
S. Messa dopo un canto introduttivo è proseguita con il
Gloria, la Liturgia della Parola e il brano del Vangelo (Mt 22,
1-14 ) che narra la parabola della festa di nozze del figlio di
un re alla quale gli invitati non vollero partecipare e allora il
re diede ordine ai suoi servitori di chiamare tutti quelli
che si trovavano per le strade, cattivi e buoni, e di farli
entrare nella sala delle nozze. Quando il re entrò nella
sala si accorse che un uomo non portava l abito nuziale e lo
fece cacciare. Il Vangelo concludeva con la frase Perché
molti sono chiamati, ma pochi gli eletti. Don Sandro
nell omelia ha commentato la parabola ben adattandola ai
nostri giorni e mettendo in evidenza il cammino che ogni
parroco deve fare con la propria comunità nell accogliere
invito di Dio per poter entrare nel regno dei cieli.
intera celebrazione è stata animata dal coro
parrocchiale formato da una sessantina di bambini e
ragazzi che sia con la voce che con i gesti hanno reso più
gioiosa tutta la cerimonia. Alla fine siamo tutti stati
invitati nelle attigue sale parrocchiali dove era stato
preparato un fornitissimo rinfresco. Qui finalmente
abbiamo potuto intrattenerci con don Sandro ed
esprimergli la nostra gioia per l accoglienza che la
parrocchia di Cadoneghe gli aveva riservato, il nostro
apprezzamento per i profondi concetti espressi nell omelia
e naturalmente il nostro augurio di un proficuo ministero
pastorale in questo tempo in cui nel mondo sembra
imperversare l indifferenza e l egoismo. La comitiva verso
le ore 19.00 è partita per tornare a Rotzo. Tutti siamo
stati contenti di aver partecipato a questo ingresso e ora
non ci resta che pregare Dio per don Sandro perché in
questo suo nuovo servizio trovi collaborazione e aiuto da
parte di tutta la comunità.
Costa Paolina
ANNO XVII ° - N°69 A questo numero hanno collaborato:
Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Paolina,
Costa Suor Itala, Costa Tiberio, Dal Pozzo Lidio, Dal Pozzo
Matteo,
Ferraresi Massimo,
Panozzo Don Pierangelo,
Slaviero Cinzia, Stefani Don Sergio, Stefani Giorgio, Todello
Lauro
Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie
Della Comunità Cristiana di Rotzo;
Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza ITALIA
Tel. e fax 0424 – 691004
Foto:
In copertina: La chisetta di S. Margherita sede della
Mostra 100 Presepi.
Sul retro: Alcuni presepi della Mostra 100 Presepi
ALTABURG LA VOCE E
TUTTO SU ROTZO SU:
www.rotzo.net