orari liturgici santo natale
Transcript
orari liturgici santo natale
Carissimi/e, col "Tempo di Avvento" ci stiamo preparando al santo Natale del Signore Nostro Gesù Cristo. Col Natale è iniziato e inizia a manifestarsi Dio che è Amore (Agape), colui che ci ama e dona se stesso per noi (gli "altri") perché anche noi abbiamo, imitandolo come figli, ad amare gli altri. E' un dono enorme, infinito (com'è Dio stesso), che in questo Natale siamo chiamati a capire e ad accogliere con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta la nostra vita....quotidiana. Ecco allora che cosa AUGURO a ciascuno di voi e a tutti: che il Natale sia veramente così, cioè cristiano e autentico (che abbia al centro Gesù), gioioso in profondità, anche se le "cose sembrassero andar male"...un Natale veramente "santo", "vero". Per cui, mi permetto, i "regali" spostiamoli all’ Epifania, giorno anche tradizionalmente più corretto. Vi saluto uno ad uno: bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani; soprattutto coloro che vivono nella sofferenza; voi tutti che abitate a Rotzo e voi che abitate altrove, in Italia o all'estero, originari di Rotzo o, per qualsiasi motivo, a questo nostro paese affezionati. Buon Natale , Felice Anno Nuovo, Gioiosa Epifania ORARI LITURGICI SANTO NATALE MERCOLEDI’ 24 dic:Ore 23.30 : S. MESSA DI MEZZANOTTE GIOVEDI ’ 25 dic : NATIVITA’ DI N.S. GESU’ CRISTO Ore 09.00 : S.MESSA A Castelletto Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità) Ore 18.00 : S.MESSA; VENERDI’ 26 dic: Ore 09.00 : S.MESSA A Castelletto Ore 10.15 : S.MESSA in Parrocchiale SABATO 27 dic: Ore 18.00 : S. Messa Festiva; DOMENICA 28 dic: Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto ) Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità) Ore 18.00 : S.MESSA; LUNEDI’ 29 dic: Ore 16.00 : S.MESSA; MARTEDI’ 30 dic: Ore 16.00 : S. MESSA MERCOLEDI’ 31 dic:Ore 18.00 : S. Messa Festiva Ore 20.30 – 21.30 : Incontro di preghiera di fine anno; Don Pierangelo Rotzo, 8 dicembre 2008 Immacolata Concezione di Maria. GIOVEDII’ 01 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto ) Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità) Ore 18.00 : S.MESSA; VENERDI’ 02 gen: Ore 16.00 : S. Messa; SABATO 03 gen : Ore 18.00 : S. Messa Festiva; DOMENICA 04 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto ) Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità) Ore 18.00 : S.MESSA; LUNEDI’ 05 gen: Ore 16.00 : S.MESSA; MARTEDI’ 06 gen : Ore 09.00 : S.MESSA ( A Castelletto ) Ore 10.15 : S.MESSA (per tutta la comunità) Ore 18.00 : S.MESSA; N.B. Potrà darsi che qualche orario possa subire variazione. Verificare a inizio settimana sui relativi “foglietti settimanali” I SETTE SACRAMENTI IL SACRAMENTO DELL UNZIONE DEGLI INFERMI Premessa: II problema del dolore è sempre stato uno dei più angosciosi per la coscienza umana. C'è il problema del dolore legato all'essere "cattivi", "peccatori" (dolore morale), che il Signore, per mezzo della sua Chiesa, affronfa con il Sacramento della Riconciliazione (o Penitenza, Conversione. Confessione) e c'è il dolore legato alla sofferenza fisica (malattia, infermità, vecchiaia) che il Signore, sempre per mezzo della sua Chiesa, affronta con il Sacramento della UNZIONE DEI MALATI o DEGLI INFERMI. Di quest'ultimo vogliamo dare una breve illustrazione in questo N° di Altaburg...a conclusione della nostra riflessione sui "Sacramenti". Terminologia: Diamo la spiegazione di alcuni "termini", che andremo ad usare in questo "articolo": UNZIONE: con l'olio (di olivo, soprattutto). E' legata a 3 significati biblici - simbolici dell' OLIO: 1°) Di BELLEZZA: l'olio, spalmato sul viso, lo fa risplendere; in genere, le creme di bellezza erano a base di olio..... 2°) Di RICCHEZZA: chi possedeva un vasto uliveto età considerato un "capitalista", un ricco! 3°) Di FORZA: si riteneva che l'olio, cosparso sulle membra degli atleti e fatto assorbire con il massaggio, rendesse i muscoli "agili" (per schivare i colpi, gli ostacoli) e "potenti", "forti" (per abbattere gli ostacoli....per colpire l'avversario). Nel nostro caso, "avversario", in greco, si dice "diàvolo", e, in ebraico, "sàtana"! Vi sono poi, nella Liturgia (pratica sacramentale) cristiana, 3 tipi di OLI (sacri): a) L' OLIO DEI CATECUMENI: per dare forza a quelli che si preparavano al Battesimo, per vincere le tentazioni di abbandonare il cammino, ecc..... b) II SACRO CRISMA (olio, crisma, mescolato a balsamo) che viene usato per il BATTESIMO (unzione sulla testa, che anticipa la Cresima), per la CONFERMAZIONE (o Cresima = unzione); per il DIACONATO, per il PRESBITERATO e l'EPISCOPATO; per la consacrazione delle chiese, degli altari, ecc...... e) L' OLIO DEGLI INFERMI i) MALATI, che ci interessa in questo momento. (AM)MALATI o INFERMI: MALATO : (dal latino: "malum" = disgrazia, malattia, malvagità....): chi è colpito da un "male" fisico (fatto patologico) che può portare alla infermità o alla morte...... Situazione vista anche, nella Bibbia, come conseguenza, più o meno indiretta, del PECCATO, e quindi legata alla attività dell' "avversario", il diavolo. ....... INFERMO (dal latino "in" (=non) e "firmus" (=fermo, stabile....per cui) INFERMO = non necessariamente malato, ma incapace di stare in piedi, debole, vacillante, in difficoltà...o a causa di una malattia o della vecchiaia...... La Parola di Dio: DAL VANGELO SECONDO MARCO (6, 7.12-13). (Gesù) chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due e due e dava loro il potere sugli spiriti impuri.... Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. DALLA LETTERA DI SAN GIACOMO APOSTOLO (5,1415); Chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri (preti) della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Gesù e il male: Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo, per salvare gli uomini e le donne, per salvare TUTTO L'UOMO, ciò che egli è: anima e corpo, e ciò che egli fa: la sua vita e la storia dell'umanità. Lo ha fatto rendendosi "SOLIDALE" con l'uomo, in tutto, fuorché nel commettere il peccato, ma "pagandolo", assumendo su di sé anche la sofferenza, ogni sofferenza umana, fino alla morte, che ha vinto con la sua risurrezione, manifestando così qual è l’'AMORE (Agape) che Dio ha per ogni uomo o donna. Nota: Certamente è compito del mondo della medicina quello di non tralasciare nulla, nel rispetto delle persone, di quanto può essere fatto, tentato e sperimentato per guarire dalle malattie e recar sollievo al corpo e allo spirito di chi soffre....E compito di ogni uomo di rispettare il proprio corpo e di curare in maniera adeguata la propria salute per poter svolgere pienamente il suo compito nella società e nella Chiesa. MA LA MALATTIA E LA MORTE BIOLOGICHE RESTANO: anche in questo caso, però, il Signore, per mezzo della sua Chiesa, ha qualcosa da dire, anzi da fare: ci offre la possibilità di dare alla malattia e alla morte un NUOVO significato e valore, e cioè:: - Renderci conformi al Cristo Gesù anche in questo aspetto: la sua Passione e Morte; - Renderci partecipi all'opera di salvezza di Gesù: "completando nella nostra carne quello che manca alla Passione di Cristo (alla sua Pasqua) per la salvezza del mondo" (cfr. Colossesi 1,24). Quando : 1°) QUANDO UNA PERSONA E' COLPITA DA UNA MALATTIA O INFERMITÀ' GRAVE, CHE POTREBBE PORTARLA ANCHE ALLA MORTE o ci si accorge che si tratta di una malattia "terminale", incurabile...(più che quando è già morta o è in coma, com'era prassi in passato, per cui veniva chiamata "estrema unzione"... Ma è "estrema" perché, in genere, viene data dopo le altre: unzione dei catecumeni, cresima, ordinazione sacra...). 2°) La si può ripetere quando la malattia si fosse aggravata, o quando, dopo la guarigione, ci fosse una ricaduta grave nella stessa malattia o in una altra. Dove: L'ideale sarebbe in chiesa, con la presenza orante della Comunità, e, ancor meglio, la presenza di più ministri (vedi più avanti), possibilmente durante la Celebrazione eucaristica (S.Messa).. Ma anche in famiglia, con la presenza orante dei familiari....Anche in ospedale, ma anche qui sarebbe bello che vi fossero almeno alcuni familiari e....operatori sanitari (quelli che curano il malato....). Come: II rito prevede che, salvo motivo di urgenza, venga amministrata dopo la Confessione e prima della Comunione (che in caso di morte imminente, viene chiamata "viatico", il cibo "per il viaggio" verso l'incontro con il Padre). Il ministro, normalmente, è il presbitero (prete) dopo aver "imposto le mani sul paziente" (senza nulla dire), e aver reso grazie sull'olio già benedetto, UNGE L'INFERMO SULLA FRONTE E SULLE MANI,dicendo una sola volta, la FORMULA: "PER QUESTA SANTA UNZIONE E LA SUA PIISSIMA MISERICORDIA TI AIUTI IL SIGNORE CON LA GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO (R.: AMEN). E, LIBERANDOTI DAI PECCATI, TI SALVI E NELLA SUA BONTÀ' TI SOLLEVI (R.: AMEN)". In caso di necessità l'unzione può essere data o solo sulla fronte o su una mano o su altra parte conveniente del corpo... Perché : 1°) II primo obiettivo della UNZIONE DEGLI INFERMI è la GUARIGIONE del malato, in modo che egli possa ritornare alle attività precedenti, in buona salute fisica (Gesù guariva i malati!) e spirituale.. A volte, a Dio piacendo, questo avviene davvero. 2°) Se non c'è la guarigione, ci sia almeno il conforto del Signore e della Chiesa, che accompagni, sostenga, allievi la sofferenza, le dia un senso.... cioè: 3°) Unire il malato alla esperienza (conformità) del Cristo Salvatore, in modo che anche il dolore non vada perduto; ma sia motivo non di disperazione o rassegnazione, ma di Speranza e Agape (amore di Dio). CI AUGURIAMO ALLORA CHE I CRISTIANI SAPPIANO RISCOPRIRE E UTILIZZARE QUESTO GRANDE DONO DEL SIGNORE E DELLA CHIESA, superando ataviche paure, MA APRENDOCI NELLA SPERANZA, ALLA MISERICORDIA, ALL'AMORE DI DIO, CHE VUOLE SALVARE TUTTA LA NOSTRA PERSONA, ANIMA E CORPO, CIÒ CHE SIAMO E CIÒ CHE FACCIAMO, LA NOSTRA GIOIA MA ANCHE LA NOSTRA SOFFERENZA!! L’ANGOLO DEI RAGAZZI Era la vigilia di Natale e, in un paesino messicano, tutti erano diretti verso la chiesa, portando regali: frutta, ortaggi, dolci...Erano regali per il Bambino Gesù, che sarebbe nato in quella notte. Manolo, un piccolo orfano, li guardava mentre passavano. Li vedeva ridere e scherzare; Li sentiva cantare. Com'erano felici! Lui invece non poteva fare altro che piangere e asciugarsi le lacrime con il dorso della sua mano sporca e piena di graffi: lui non aveva nulla da portare al Bambino Gesù. Aveva cercato di farsi dare qualcosa. Ma tutti lo avevano cacciato via, perché aveva la fama di essere un ladruncolo. Aveva pensato di rubare qualcosa da portare a Gesù. Ma...rubare? Per il Bambino Gesù? Sarebbe stato un sacrilegio! Meglio non avere niente. D'altra parte anche Gesù non aveva niente quando è nato a Betlemme! Poi, quando tutti furono entrati e la porta della chiesa fu chiusa, Manolo, quasi furtivo, andò dove sapeva esserci una piccola fessura che permetteva di guardare dentro la chiesa. Com'era bello! Le candele accese, i molti regali depositati davanti alla grotta del presepe, i canti di Natale....Nuova tristezza entrò nel cuore di Manolo, che si mise a piangere, silenziosamente. Grossi lacrimoni gli scendevano lungo le guance e cadevano a terra. Allora Manolo incominciò a pregare: "Caro Gesù Bambino, io non ho niente da portarti, se non la mia miseria, le mie lacrime, il mio dolore. Accettali, o Gesù!". Si asciugo le lacrime, aprì li occhi e là dove erano cadute le sue lacrime, vide sbocciare qualcosa: era un fiore fatto di piccoli globi gialli, luminosi di sole, circondati da una corolla di petali grandi, rossi come il fuoco. E' un miracolo, pensò Manolo. Ruppe lo stelo, ricco di foglie verdi, che sosteneva quel fiore, e si precipitò in chiesa. "Guardate!" gridò entrando di corsa, "Ho anch'io un regalo per Gesù Bambino!". Tutti guardarono quel fiore, così diverso, così strano, così bello, come una stella, la stella dei Magi. Era un fiore mai visto. Un miracolo. Da allora, il fiore di Manolo, divenne un simbolo del Natale, e fu chiamato "Stella di Natale". LA PAGINA UMORISTICA LA STORIA DELLA FAMIGLIA LUCA RITORNO A ROTZO Augusto, terminato il ginnasio, si era iscritto al Collegio Commerciale delle Province Venete. Ma una disgrazia venne a sconvolgere la vita dello studente: la morte del suo benefattore, il prof. Arrigo De Bocchi. Per Augusto era stato un secondo padre. Oltre al dolore della perdita, gli veniva a mancare chi lo sostenesse negli studi. Augusto ne scrisse una desolata poesia, dalla quale pare di capire che la morte sia stata improvvisa. Ei non è più: in un attimo In un momento solo, Spiegò la sua grand'anima Verso l'Empireo il volo... Ricorda, nella poesia, i meriti insigni dello scomparso che, tra l'altro, era stato per un anno e mezzo suo professore in Scienze Commerciali, nel Collegio Provinciale da lui stesso fondato. Ricorda la vedova in pianto, un pianto straziante e muto; ricorda la vigile, paterna cura e la franchezza nel parlargli, congiunta con «inalterabile gentile amor». E conclude: A me non grava gli omeri Il quarto lustro ancora, Di vane larve il fascino Sol la mia vita infiora; Solo, inesperto, giovane, E tu non vivi più! Dunque, Augusto aveva vent'anni, non ancora compiuti. Siamo quindi nel 1872. Un anno tragico per Augusto. Gli veniva a mancare ogni appoggio: «solo, inesperto, giovane», e lui, il benefattore, il padre, lui non viveva più. Dovette rinunciare al corso di studi che si era proposto e si indirizzò alla carriera magistrale. Si preparò agli esami e con il diploma di maestro tornò al paese. Qui lo attendeva un'altra disgrazia: la morte del fratello Ulisse. Ce ne parla lui stesso: «Era cacciatore abilissimo, forse il più abile dei nostri monti. Una sera, recatosi a cacciare la volpe, si pose in agguato presso l'orlo di un profondissimo burrone. Messo, a quanto sembra, un piede in fallo, scivolò, precipitò in quell'abisso, trovandovi la morte». Augusto ne scrisse un'elegia, la prima del suo repertorio. Oh, mio dolce fratello! Oh, dei miei padri primo Figlio! Ove sei? Più non mi giunge di tua voce il suono, e non più come un dì gai e leggiadri volan gli estri miei ... Di', dove sei? Sul limitar del caro tetto natio ristando cogli altri miei, te non vedrò più mai corrermi incontro... Una riflessione sul dolore umano, una pacata rassegnazione alla volontà di Dio e poi la descrizione della vita avventurosa del cacciatore; balze scoscese, burroni solitari, valli squallide e profonde; ma anche colli e prati fioriti, i boschi e i campi, le piante e i fiori Oh, troppo ardito! E qual genio ha condotte in un fatal momento del piede tuo l'impraticabil' orme? Così il ritorno in paese fu rattristato da un lutto tanto grave. Due anni dopo, nel 1874, troviamo a Rotzo Augusto e Marietta, già sposi felici. Entrarono nella grande casa dei Luca ed ebbero una camera tutta per loro; Augusto ebbe anche un piccolo studio, stipato di libri. Allora i maestri erano pochi e Augusto fu subito assunto dal Comune. Marietta aiutava la suocera in casa e si prestava al servizio dei clienti. La sua finezza d'animo, la sua gentilezza, il suo fare educato furono subito notati, come la sua bellezza. Si attirò l'affetto di tutti, non solo dei famigliari. Strano: dopo oltre cent'anni da quei tempi, nel 1993, un'anziana signora di Rotzo ricordava che la piccola sarta di Venezia aveva insegnato alle donne del paese a stirare i fazzoletti, cosa che evidentemente prima non facevano. Bastava che fossero puliti, si diceva; ma Marietta voleva anche le cose belle.Diceva anche: «Quando stirate le camicie, non allacciate tutti i bottoni, perché gli uomini non hanno pazienza». Così insegnò alle ragazze a far le sarte. (da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 5a parte) IL MULO DELLO ZIO NANE Lo zio Nane (Giovanni Costa), negli anni precedenti la prima Guerra mondiale, aveva acquistato un mulo, che custodiva in una stalla, sita di fronte alle Scuole di Castelletto. Una notte, questo mulo venne rapito da alcuni ladri. Per far sì che le "ciampe" di ferro del mulo non facessero rumore sulla strada, i ladri, prima, cosparsero di letame la strada fino alla chiesetta di San Rocco, poi se ne andarono con il mulo. Al mattino, lo zio Nane, accortosi della sparizione del mulo, corse subito ad Arsiero, dove in effetti trovò il mulo, con i ladri che stavano cercando di venderlo. Egli allora si fece avanti rivendicando la proprietà del mulo. Stavano ancora discutendo, quando arrivarono i carabinieri, che vollero vederci chiaro. Lo zio disse: "II mulo è mio e, se volete la prova, gli manca il tal dente". Poi mise la mano sulla bocca del mulo, che diede un raglio, scoprendo i denti. Così si vide che gli mancava quel dente. Lo zio allora potè riavere il suo animale, che riportò a casa e lo tenne per molti anni. Questo mulo, tra l'altro, venne molto utile in occasione del profugato. Lo zio Nane, che essendo il più anziano di 13 fratelli, era stato esonerato dal servizio militare, su un carretto trainato dal mulo, potè portare in salvo alcune donne anziane e varie suppellettili, le più necessario. Per questo ultimo fatto lo zio ebbe molte lodi; e noi, nipoti, fummo molto contenti. Suor ITALA COSTA. I NOSTRI EMIGRANTI CI SCRIVONO… Dal Brasile ….. Stiamo per celebrare un altro compleanno ( della nascita) di Gesù, che per fortuna ha ancora la forza di far sì che il mondo dimentichi per qualche momento la pazzia delle borse, delle banche, degli interessi, del petrolio e e del guadagno, ecc. Almeno una notte per tutto il mondo si canta Notte Felice e forse si faccia come i pastori, che si alzano e vanno a vedere il bambino e come Maria, che a sentire loro parlare, teneva quello che dicevano nel proprio cuore. Questo sentire e senso di meditazione di Maria ci stupisce e per questo, ricaviamo dal suo esempio di vita, a partire dalla giovinezza, quali siano le ragioni che l avranno condotta ad accogliere di essere madre, senza un marito? E, già incinta, andare all incontro con Elisabetta. A partire dal Vangelo di Giovanni, al cap. 8, possiamo farci un idea di che cosa potrebbe succedere alle donne in tali situazioni. Quante volte, questa giovane forse avrà sentito donne che chiedevano misericordia quando i sassi gli venivano tirati addosso, forse qualche volta avrà anche visto qualche donna per terra condannate per l adulterio. In quell epoca non c era restrizione di età per vedere queste cose. Forse bambine piangevano, vedendo i dolori di quelle donne condannate. Sicuramente di fronte alla condanna a morte, nessuna bambina avrebbe pensato di fare lo stesso errore. Forse Maria non avrà pensato alla possibilità che potessero succedere tali cose anche a lei stessa divenuta incinta senza sposo? E nonostante tutte le conseguenze ha avuto il coraggio e la fede sufficiente per dire : Ecco qui la Serva del Signore, sia fatta in me conferma alla Tua volontà ; e per questo noi possiamo pregare dicendo : Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù . A partire dal momento che Gesù ha detto a Giovanni: Ecco Tua Madre e, per questo, possiamo cantare : Maria madre piena di grazia proteggi i figli tuoi ! La gioia dei pastori in quella notte santa della nascita di Gesù, continui a essere la realtà nella vita : Buon Natale!!! Auguri da Lidio dal Pozzo e famiglia. CRONISTORIA PARROCCHIALE (DAL 15/09 al 30/11/ 2008) 16 sett.: Mart.: TEMPO BIZZOSO: Dopo quattro giorni di nubi basse, pioggia e freddo, oggi torna il sole. Le nubi, andandosene, hanno "scoperto" la neve che ha ricoperto le cime più alte (Pasubio, Portule, ecc....). 22 sett.: Lun.: ANCORA FREDDO: Dopo altri due giorni, nuvolosi e freddi, torna il sereno ma freddo e il Pasubio appare tutto bianco di neve. 28 sett. Dom.: GIORNATA DEL SEMINARIO: che celebriamo con l'informazione, la preghiera e l'offerta (raccolti Euro 652.00). 05 ott. Dom.: FESTA AUTUNNALE DI SANTA GERTRUDE che festeggiamo invocandoLa con l'apposita preghiera e con la benedizione con la reliquia. PREGHIERA per l'INIZIO ANNO CATECHISTICO e Scolastico: il momento clou è la S.Messa delle ore 10.15. Iniziamo così il catechismo non solo per i ragazzi, ma anche per i giovani e gli adulti. 06 ott. Lun: CORSO DI CIMBRO è un 2° corso dopo quello della primavera scorsa, a cura della Biblioteca civica e dell'Istituto Cimbro di Roana. 11 ott.: Sab.: INIZIO ATTIVITÀ' PASTORALE COME PARROCO del nostro Don SANDRO STEFANI: Dopo molti anni di apostolato nel Centro Diocesano per i mezzi di Comunicazione di massa (e cappellano festivo ad Asiago), oggi don Sandro inizia la sua attività pastorale nella parrocchia di S.Andrea di Cadoneghe (PD) (vedi apposito articolo). 14 ott.: Mar.: INAUGURAZIONE vicariale ANNO PASTORALE ad Asiago (S.Rocco), presieduta da don Renato Marangoni, nuovo Vicario Episcopale per l'Apostolato dei Laici. Buona presenza di Rotzesi. 19 ott: Dom.: GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE: ne parliamo e preghiamo s tutte le ss.Messe e anche con un'ora di adorazione nel pomeriggio (buona presenza). Vengono anche raccolte offerte per Euro 643.13 26 Ott. Dom.: INAUGURAZIONE parrocchiale ANNO PASTORALE: In comunione con tutte le parrocchie del nostro Vicariato, celebriamo una giornata di preghiera per il nuovo Anno Pastorale. 27 ott. Lun: BRUTTO TEMPO: Dopo un bei periodo di tempo mite (ieri una bella giornata: il canto del cigno?), oggi è nuvoloso e freddo. Nei giorni successivi pioverà, tenterà di nevicare anche nei paesi (nevicherà sopra i 1600-1800 metri. 30 ott.: Gio.: GIORNATA PENITENZIALE: con due Celebrazioni comunitarie (abbastanza buona la frequenza) . 1° nov. Solennità di TUTTI I SANTI: Che nel pomeriggio prevede la tradizionale S.Messa dei Santi (chiesa colma) e la processione al cimitero, favorita dal sole, dopo le minacce di pioggia del mattino. La tradizionale iniziativa dei CARTELLINI per i DEFUNTI raccoglie Euro 270.00, che serviranno al mantenimento di un seminarista in Brasile. 02 nov.: Dom.: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI : Con orari domenicali (scarsa frequenza: a causa della Fiera ad Asiago?). Alle ore 10.15 ricordiamo i Caduti di tutte le guerre, cui segue il Corteo al Monumento ai Caduti, con posa della corona d'alloro, il discorso commemorativo del Sindaco, e un rinfresco in Sala giochi. 03 nov.: Lun: PER IL QUATTRO NOVEMBRE: il Gruppo Alpini, in concomitanza in tutta Italia, commemora davanti al Monumento ai Caduti tutti i caduti della 1^ Guerra Mondiale. 15 nov.: Sab.: TEMPO: dopo quattro giorni di pioggia, e di neve sopra i 1600-1880 m., ritorna il sole. Seguiranno giorni di tempo variabile, piuttosto sul freddo, per correnti artiche. 29.11, sab.: NEVICATE: Già sabato 22/11, per due ore, aveva nevischiato, senza però lasciare traccia. Dopo una domenica molto fredda, nella notte verso lunedì 24/11, è iniziato a nevicare, fin verso sera: 25 cm. in paese (neve molto secca), che nei giorni seguenti, freddi ma a volte soleggiati, si è, in parte, sciolta. Venerdì 28/11, al mattino ha ripreso a nevicare: 15 cm., in parte scioltasi oggi, sabato 29/11, a causa della pioggia. 30.11, Dom.: AVVENTO E nuovo Anno Liturgico: Iniziamo oggi il "tempo" liturgico dell'Avvento, che ci vedrà impegnati innanzitutto spiritualmente, rinnovando il nostro impegno e con alcune specifiche iniziative, che ci facciano "vivere i valori" tipici di questo "tempo" e ci preparino al Santo Natale. La Messa parrocchiale festiva sarà animata dai vari gruppi catechistici dei ragazzi. Lanceremo poi le iniziative dell'Avvento di Fraternità, della Infanzia missionaria, approfitteremo degli appuntamenti vicariali ; ecc..... Sempre in vista del S.Natale altre iniziative più culturali, come la preparazione della "Mostra dei 100 presepi", il Presepe vivente; ecc... .Di tutto questo daremo relazione nel prossimo N° di questa rivista. DATE DECENNALI E QUINQUENNALI Riguardanti la storia di Rotzo che cadono nel nuovo anno 2009 304 d.C.: E' l'anno più virulento della persecuzione contro i cristiani voluta da Diocleziano e Massimiano. Secondo gli studi più recenti, durante questa persecuzione va posto il MARTIRIO di S. MARGHERITA, in Antiochia di Pisidia. 659 18.03: A Nivelles (Brabante-Belgio) muore Santa GERTRUDE, nostra principale patrona, che però viene festeggiata il 17 marzo. 889 E' l'anno della devastante scorreria ungara. In seguito a questo avvenimento/ i vescovi, per incarico dell'imperatore Berengario, "incastellano" le chiese e vengono incaricati di "custodire le valli e i passi di confine". Da qui probabilmente nasce l'iniziativa di costruire il "castrum" KASTEL" che darà il nome a Castelletto. 1204: Al "Pra' della Guarda" (Cogollo del Cengio), i rappresentanti dei vari Comuni della zona definiscono i CONFINI degli stessi Comuni tra cui quello di Castelletto (prima descrizione dei confini del successivo Comune di Rotzo). Per Castelletto firmarono i sindaci-procuratori Domenico Gambastorta e Donato fu Bartolomeo. 1339: Mastino della Scala, signore di Verona, per iscritto, concede i "PRIVILEGI ai SETTE COMUNI", tra cui ovviamente ROTZO. Privilegi che verranno poi confermati dai Visconti di Milano e da Venezia. 1439 Fusione della CAMPANA DI S.MARGHERITA. Ora conservata all'interno della omonima chiesa. Fu opera del famosissimo fonditore di campane MARCO DELEORE, nativo di Recoaro ma operante in Vicenza nella prima metà del '400. 1554 11.01: Arbitrato del nobile Pietro de Godi, che, per incarico del tribunale di Vicenza, risolve la questione dei confini tra Rotzo e Asiago. 1559 Conclusione della vertenza tra Vicenza e Rotzo, in base alla quale Rotzo ottiene il "livello" di CAMPOROSA'. 1739 Prima scoperta archeologica al BOSTEL. 1819 II Comune di LASTEBASSE viene aggregato al Comune di Rotzo. Ritornerà autonomo nel 1850. 1844 Prima notizia ritrovata di MORTE di un rotzese a causa di lavoro in MINIERA. Ciò avvenne in Vestfalia (Germania): pochi giorni dopo un incidente minerario muore, DOMENICO COSTA Mario, di anni 46. E' il primo di una lunga serie, fino al 1915 1889 14.01: Un furioso INCENDIO provoca gravissimi danni alla canonica di Rotzo. 1919 RITORNO dal PROFUGATO: è questo l'anno del ritorno dalla pianura dei profughi di guerra e dell'inizio della ricostruzione del paese. Data significativa può essere il 4 ottobre, quando ritorna a Rotzo l'arciprete don FRANCESCO ZECCHINATI. 1924 Viene presentato, dall'ingegner Saccardo di Schio il progetto per la RICOSTRUZIONE della chiesa parrocchiale. 12.10: Muore, in Rotzo, l'arciprete don Francesco Zecchinati, nativo di Rotzo. Gli succederà, agli inizi del 1925 l'allora cappellano don Giacomo Brandalise. In quest'anno vennero anche fuse le campane della parrocchiale, che verranno istallate e inaugurate agli inizi del 1925. 1949 11-13 agosto: Nel suo viaggio per tutta l'Italia, in questi giorni, è a Rotzo la Statua della MADONNA PELLEGRINA. E' una grande festa. Il 13 poi, l'Amministrazione Comunale, Sindaco il Sig. COSTA GIOVANNI Fior, consacra il COMUNE DI ROTZO al CUORE IMMACOLATO di MARIA. 18 ott.: Il vescovo Mons Girolamo Bortignon, a Rotzo per amministrare la Confermazione, benedice il MONUMENTO ALLA MADONNA PELLEGRINA, costruito dove era la chiesetta dell'ASSUNTA, eretta nel 1618 e demolita poco tempo prima per allargare la strada. 1964 21.11. Viene eletta, nel Comune di Rotzo, la prima AMMINISTRAZIONE TUTTA AL FEMMINILE, guidata dalla Maestra Slaviero Carla, eletta Sindaco. 1969, 21.01: Viene concesso all'arciprete di Rotzo di celebrare la S.MESSA FESTIVA al sabato sera. 1979, 14.01: Don VALENTINO MIOTTO diventa arciprete di Rotzo. Vi rimarrà fino al 1991. 1984, 03.06: Don SANDRO STEFANI riceve l'Ordinazione presbiterale. 1994, 31.01: Muore, a Zane, don ANTONIO PEGORARO, già arciprete di Rotzo dal 1953 al 1963. 06.04: Muore don FRANCESCO ZECCHINATI, dei Paolini di Alba (CN).. Era nato nel 1911. 21.05: Riprende la 4^ ROGAZIONE sospesa dal 1939. 1929, 08.01: Arrivano le SUORE della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone del Garda (VR). Rimarranno a Rotzo fino al 1976. 10.11: Ad Asiago, davanti al notaio, viene firmato l'atto costitutivo del COMITATO PROMOTORE DEL RESTAURO della chiesa di S.MARGHERITA. 1934: Ricostruzione, in metallo, della CROCE dell'Altaburg, già costruita in legno nel 1900. 1999: 1^ Mostra di Presepi, ora diventata la "MOSTRA dei 100 Presepi". 1944, 22.06: Muore don GIACOMO BRANDALISE. Verrà sostituito per oltre un anno da Padre Luigi Cipelli, "vicario economo", e nel 1945 dal un nuovo arciprete, don Bellino Zotti. 2004, 08.01: Muore a Parma Padre RINALDO DAL POZZO, missionario saveriano originario di Rotzo. 2009: II 12 ott. ricorreranno i 100 anni dalla nascita di don BELLINO ZOTTI, arciprete di Rotzo dal 1945 al 1953. PROVERBI VENETI E … NON SOLO PROVERBI CIMBRI raccolti dal Rev. Arciprete di Rotzo Zecchinati don Francesco In una raccolta di proverbi veneti, pubblicata a fine Ottocento da Cristoforo Pasqualigo, ho trovato questa descrizione della gente dell Altopiano e delle zone circostanti; chissà se sia ancora attuale! Marochi de Enego, ladri de Foza, ciaceri de Gallio, màstega-paja de Lusiana, pomposi d Asiago, fumaroi de Camporovere, slapa-scoro de Canove, strucapolenta de Roana, GENTILOMENI DE ROZZO, STENTADORI DE CASTELETO, buli de Sanpiero, nudi da Forni, martarei de Pedescala, beca-sassi Arsiero, zendraroi da Velo, balarini da le Seghe, brusa-rizzoli da Mea, mazzucchi da Cogolo, carboneri de Caltran, pescafango da Ciupan, salta-fossi da Carrè, scortega-vacche da Zanè, merli de la Conca, arleva-scroe da Treschè, porta-stanghe da Cesuna, che va a robarle de note con la luna. Inoltre con grande sorpresa ho trovato anche proverbi in lingua cimbra raccolti a Rotzo presso arciprete don Francesco Zecchinati (n. 1850 m. 1924 - arciprete e vicario foraneo di Rotzo dal 1878 alla morte) 1) Kindar un gut is nimmar ganuk Figli e beni non sono mai di troppo 2) Bear ghizet, vehlt Chi mangia, sbaglia 3) Valenten, liarnesich Sbagliando si impara 4) Dar hut ist net gamacht bor an reghen alloan - Il cappello non è fatto per una sola pioggia 5) Arbeten, liarnesich zu machen de mestiearn Lavorando si imparano le arti 6) De kindar benne se stehnt vesten, ist an orrendar zoag I bambini quando stanno fermi, danno cattivo segno 7) Z pluut rüfet z sain plunt Il sangue chiama il suo sangue 8) Metten boarten tusich nicht Con le ciarle si fa nulla 9) Benne z höbet an zu ghenan übel in an haus, i z nimmar garibet - Quando incomincia in una casa andar male, non è mai finito 10)Bear steht bool, bilda net stehnan Chi sta bene, non vuol starci 11)Kaltar moio, voller kloster Maggio freddo, pieno il cassone (dove si ripone il grano) 12)Lichtega nacht, (von vainachtagen) tunkeldar stadel; tunkela nacht, lichtegar stadel - Notte serena (di Natale), oscuro fienile; notte oscura, fienile chiaro (vuoto) 13)Viel snea, viel öbe molta neve, molto fieno 14)Der toat lughet an koame La morte non risparmia alcuno 15)Bear tüht bool, vinnet bool Chi fa bene, trova molto Don Sergio Stefani TESI DI LAUREA Cari lettori, sono lieto di scrivere questo inserto con intento di far sapere alla comunità che il 20 ottobre 2008 sono ufficialmente diventato infermiere. Per chi non mi conosce mi chiamo Stefani Giorgio (il figlio della Meri) e ho 23 anni. Il mio percorso di studi presso università di Padova è iniziato nel 2005 dopo numerose riflessioni e indecisioni su come indirizzare il mio futuro. Al tempo il mio diploma di perito elettronico e telecomunicazioni non mi garantiva uno sbocco lavorativo soddisfacente, ho quindi preferito rimanere a lavorare con mio padre come manovale. Il lavoro anche se faticoso mi piaceva, mi dava soddisfazione e soprattutto mi permetteva di rimanere nel mio amato paese. Tengo a sottolineare l importanza di quest ultimo fattore che per Noi (uso il plurale a nome di altri giovani paesani che come me si sono avventurati nelle grandi città per studiare) montanari è di vitale importanza. Forse a voi lettori sembrerà sciocco ed esagerato questo ostinato patriottismo ma vi assicuro che è normale provarlo quando si è abituati a vivere in un paradiso ; farne a meno per 5 giorni alla settimana non è facile. Tornando ai nostri discorsi, in quell anno lavorativo ho meditato sulla possibilità di proseguire gli studi, magari continuare con l elettronica o addirittura cambiare totalmente genere, l importante era riprendere a studiare che male non fa. Nel settembre 2004 mi sono iscritto alla facoltà di infermieristica di Padova, della scelta non ero proprio convinto perché avevo paura che il mio carattere non fosse adatto a tale ruolo. Ma sostenuto dalla famiglia e motivato dal pensiero di un lavoro sicuro alla fine dei tre anni, ho accettato la sfida. L esperienza universitaria si è rivelata molto utile non solo per la preparazione professionale raggiunta ma anche perché mi ha aiutato a crescere mediante il confronto con molte persone che ho conosciuto e incontrato in questi tre anni. Proseguendo con gli studi, le mie preoccupazioni sulla mia inidoneità alla professione andavano sparendo, durante le mie esperienze di tirocinio ho saputo cogliere la vera essenza dell infermiere. In più di un anno di tirocinio in ospedale a Padova sono venuto a contatto con le più svariate realtà, con esse mi sono dovuto confrontare. Dalla gioia della partoriente alla disperazione dei famigliari per la perdita di un loro caro, alla morte nuda e cruda così come la si presenta sul letto di una qualsiasi corsia. Il 20 ottobre 2008 finalmente è giunto il fatidico giorno e per la gioia mia, di famigliari e amici mi sono laureato. Anche questa une esperienza carica di emozioni e tensioni che mi ha portato al risultato finale tanto atteso; dottore in scienze infermieristiche. Ora sono in attesa di occupazione presso ospedale di Padova dove ho deciso di trascorrere i miei primi anni lavorativi. Apro ora una piccola parentesi riguardo alla tesi che ho elaborato in occasione della laurea. L idea è nata durante un mio tirocinio presso una comunità terapeuticoriabilitativa protetta di Padova. I pazienti in cura presso questa struttura presentano gravi disagi mentali di natura schizofrenica e depressiva. Questa esperienza mi ha aiutato ad abbattere il pregiudizio negativo che avevo nei confronti di queste persone; pregiudizio che è ancora fortemente radicato nella mentalità della gente. Il disagio mentale infatti è causa di forti discriminazioni sociali e costringono coloro che ne sono affetti all emarginazione; ed è proprio quest ultimo fenomeno che causa la distruzione dell intera persona. In comunità ho imparato a comprendere i bisogni e le necessità di questi pazienti e con loro ho potuto instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia che è la terapia migliore per la loro malattia. Il mio lavoro riporta una rielaborazione della tradizionale strategia riabilitativa psichiatrica. La tesi propone una metodologia riabilitativa per gli utenti con disagio psichico, in particolare schizofrenici, in trattamento presso la CTRP La Meridiana di Padova. Il problema che tratta è il ruolo passivo assunto dall utente nei confronti del proprio percorso riabilitativo. Il lavoro, denominato Gruppo di Riabilitazione Attiva prende spunto da varie tecniche e metodologie largamente usate nella pratica della riabilitazione psichiatrica, come ad esempio la terapia di gruppo, l empowerment, l auto-mutuo-aiuto, il problem solving, decision-making, brainstorming, etc; il tutto intercalato nello specifico contesto e rielaborato in modo da garantire la massima efficacia. Il Gruppo di Riabilitazione Attiva si articola in una serie di incontri a catena tra un gruppo di tre/quattro utenti scelti in base a determinati requisiti e l equipe curante, ogni incontro prevede degli obiettivi da raggiungere. Scopo di tutto il lavoro è ridurre la passività dell utente rendendolo il più possibile protagonista e propositore del proprio e altrui processo di cura. Del lavoro svolto ho potuto cogliere i primi risultati derivati dalla sua sperimentazione che va avanti tutt ora. Devo dire che per me è stata ed è una grande soddisfazione. Concludo ringraziando voi della vostra disponibilità e augurandovi buone feste. STEFANI Giorgio TESI DI LAUREA L operatività del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica nel cammino del pezzo operatorio mammario , L operatività del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica nel cammino del pezzo operatorio mammario , questo il titolo della mia tesi, nata durante un periodo di tirocinio che ho svolto presso l U.O. di Senologia Clinica e Screening Mammografico di Trento; nel corso del quale ho potuto constatare in prima persona quante siano al giorno d oggi, grazie al sempre maggiore impiego della Mammografia, le lesioni non palpabili della mammella identificate, le quali necessitano in primo luogo di rimozione chirurgica e, in sede di intervento, di una conferma radiologica circa la loro completa e corretta asportazione. Nella mia Tesi ho voluto dimostrare innanzitutto quanto l indagine radiografica del pezzo operatorio mammario si sia rivelata uno strumento fondamentale durante l intero percorso di una Paziente affetta da tumore al seno. Essa consente infatti al Medico Radiologo Senologo di verificare che l intervento abbia portato alla rimozione della lesione nella sua interezza; fornisce poi al Chirurgo importanti indicazioni circa la centralità della stessa nel pezzo asportato. Il radiogramma è inoltre utile guida per il Patologo che procede al campionamento e all analisi istologica del campione biologico. Fra queste tre figure professionali se ne interpone un altra, ovvero il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, con l importante compito di eseguire la radiografia del pezzo di mammella asportato in un lasso di tempo relativamente breve (inserendosi tale procedura nel contesto di un intervento chirurgico con la Paziente mantenuta in anestesia generale). Al fine di dare una risposta alle tante domande di natura tecnica ed organizzativa sorte proprio nel periodo della mia pratica in Senologia e rivelatesi poi spunto per la mia tesi, mi è stata data la possibilità di andare al di là di quello che solitamente, per ovvie ragioni organizzative, ad un Tecnico di Radiologia è permesso. Ho infatti seguito interamente il cammino di una Paziente di 56 anni affetta da tumore al seno. Ero presente alla sua prima indagine radiologica, durante la quale le è stato riscontrato un sospetto di lesione maligna; lo ero poi in sede di Commissione Interdisciplinare per la programmazione dell intervento considerato più opportuno. Ho inoltre assistito all intervento chirurgico, ho eseguito le radiografie del pezzo operatorio ed infine ero presente in Anatomia Patologica per l analisi istologica del materiale biologico asportato. Oltre agli aspetti teorici e pratici ho avuto modo di scoprire, e pertanto cercato di esporre nel mio elaborato, un altro lato di fondamentale importanza che contraddistingue questa indagine radiologica da molte altre, ovvero l aspetto emotivo. Dietro infatti ad un intervento, ad una radiografia, ad un analisi istologica, c è una Donna con le proprie ansie, sofferenze, aspettative di vita. Sono stata accompagnata nel gestire le mie emozioni, e i dubbi che mi ponevo hanno trovato risposta. Ritengo sia stato importante vivere questa esperienza così da avere in un futuro una maggior consapevolezza nell eseguire questo esame, dietro al quale si cela un vissuto individuale inevitabilmente complesso. SLAVIERO Cinzia MOSTRA 100 PRESEPI Nel calendario delle manifestazioni natalizie dell’Altopiano dei 7 comuni è ormai diventato un appuntamento fisso la “ Mostra dei 100 Presepi di Rotzo” , ospitata anche quest’anno presso la chiesetta di S. Margherita, la più antica dell’altopiano e giunta alla sua decima edizione. Per l’importante tappa della 10^ edizione il comitato parrocchiale che organizza la rassegna ha cercato di allestire la mostra rinnovando un po’ le scenografie d’arredo per donare al visitatore una calorosa accoglienza. All’interno della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe animato con scenografie di notte e giorno , statuine in movimento, rappresentante alcuni luoghi caratteristici del nostro paese in miniatura attorniato da tutti i presepi realizzati per l’occasione che propongono una fantasia senza limiti e confini che non manca di sbalordire ed entusiasmare il visitatore per questa rassegna che probabilmente è una delle più vaste raccolte ed esposizioni della provincia di Vicenza. La Mostra sarà aperta dal giorno 25 dicembre e resterà aperta fino al 06 gennaio e domenica 11 e 19 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 18.00 ed offre senz’altro al visitatore, lo stupore per la visione di presepi, costruiti con sapienza e maestria, nell’utilizzo delle più semplici risorse che la natura ci offre, come pure nell’originalità di costruzione di opere che faranno apprezzare veramente l’abilità artistica nella realizzazione di personali rappresentazioni del presepio. Di contorno alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi all’aperto” una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con la quale le famiglie o gruppi di famiglie, nelle corti o in altri luoghi caratteristici (come le vecchie fontane), preparano dei presepi, di dimensioni e forme tra le più varie. Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli scaffali) si potranno gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche, indicanti l'itinerario. Questo darà al turista anche la possibilità di visitare il paese, uno tra quelli dell'Altopiano, che forse ha conservato meglio l'impronta tradizionale. Altro importante appuntamento di quest’anno sarà il Presepio Vivente in località Bostel, dove nei giorni 26 dicembre 2007 e 04 gennaio 2008 alle ore 16.30 si terrà una rappresentazione vivente della natività ambientata nell’area nella magica atmosfera del sito archeologico. Il giorno 28 dicembre e il giorno 03 gennaio alle ore 20.30 inoltre presso la chiesa parrocchiale si terranno due concerti natalizi: il primo con il Complesso Strumentale Città di Schio, il secondo di musica classica per voce e chitarra in collaborazione con il conservatorio di Castelfranco con l esibizione di Radmilla Visentin e Claudia Benasciutti. FERRARESI Massimo LA BRUSOLADA Nei racconti dei nostri vecchi abbiamo più volte sentito dire come, in epoca non ben precisata, gli Amministratori di Rotzo abbiano ceduto a “quelli di Levico” il bosco e la malga della Brusolada in cambio di una “brasolada”. Sembrava anche che il nome Brusolada fosse stato dato a quella montagna proprio a seguito della famosa “brasolada”. Il racconto di questa cessione è sempre stato riferito con un non celato senso critico, di non accettazione di un accordo ai danni degli abitanti di Rotzo, che hanno sempre espresso rammarico ed avversione verso gli autori di tale misfatto. Difatti è assurdo pensare che per una mangiata di carne ai ferri fosse stata ceduta una così grande porzione di territorio ai Lievegani. Analizzando però i documenti che la Storia ci mette a disposizione possiamo vedere che le cose sono andate ben diversamente da come ci è stato oralmente tramandato. Secondo il nostro giudizio i fatti potrebbero essere andati così: dal 1261, anno in cui caddero gli Ezzelini, le Montagne di Costa, Manazzo, Vezzena, Bisele e Camporosato sono di proprietà della città di Vicenza assieme alle altre montagne della zona alta dell’Altopiano conosciute poi come i territori della Reggenza dei Sette Comuni. La città di Vicenza non esercitava su tali sue proprietà un uso diretto ma le dava in affitto, infatti dai documenti storici risulta che il 29 settembre 1261 il comune di Vicenza per mezzo del suo rappresentante Guido Gastone per 470 lire, detti veneti grossi, e 100 libbre di formaggio pecorino affittò per 4 anni, pascoli e boschi di Manazzo, Costa, Vezzena, Camporosato, Portule e Verena a tali Alberto Pasero da Perlena, Giovanni Careta pecoraio da Sandrigo e Franco Grandonio da Poianella. Successivamente queste montagne vennero date in affitto da Vicenza agli uomini di Rotzo e di Roana i quali ne trassero di che vivere per secoli, ma furono sempre disturbati da quelli di Levico, che appoggiati dai conti Trapp di Beseno, avanzavano diritti e pretese sulle stesse montagne. A seguito dei continui rapimenti di bestiame e di pastori Vicentini, ci furono due diverse azioni militari della città di Vicenza: nel 1381 il podestà di Vicenza Stefano Piccardi saccheggiò Caldonazzo nel 1385 il capitano scaligero Cortesia da Sarego e trattò col ferro e col fuoco per oltre un mese Borgo, Caldonazzo, Levico, Calceranica e villaggi dei Sicconi, e dopo avere razziato Folgaria tornò con onore a Vicenza Terminata la dominazione degli Scaligeri di Verona e dei Visconti di Milano, nel 1404 la Repubblica Veneta si prende in carico la situazione di queste montagne. Il Conte Francesco Caldogno, provveditore ai confini della Repubblica Veneta, parlando della montagna di Camporosato così la descrive: “ Confina a levante con Verena monte del comun di Roana, con Campolongo di Rozzo, verso ponente con la montagna di Liserna, a mezzodi con le regioni della montagna di Campolongo e a tramontana con Vezzena e caricavansi, comprese le sue montagne di Cercenato, del Brustolato e del Puselaro 250 vacche Quindi la montagna di Camporosato, proprietà della città di Vicenza, comprendeva le località dell’Enghelaita (Camporosà), del Brustolato (Brusolada), del Cercenato (località dove ora stà la sorgente di quel “Carbonaio che a Solagna naque…) e del Posellaro. L’uso di queste montagne continuò a non essere pacifico poiché i Lievigani continuano ad infastidire pastori e boscaioli di Rotzo per il possesso di Costa, Vezzena e Camporosato e in data imprecisata come riporta il conte Francesco Caldogno convincono quelli di Rotzo a metter mano alli confini. Il fatto più eclatante accadde nel 1556 come ce lo spiega il Caldogno “Poscia che quell Istrumento che i Lievegani dicono di havere è un istrumento eseguito l anno 1556 adì 8 di aprile tra il Commun di Lievego da una parte et il Commun di Rozzo dall altra di niuna autorità non essendo fatto con consenso né saputo dalla Serenità Vostra et della città di Vicenza né con l assemblea di tutti li Capi di Famiglia della comunità di Rozzo, come si osserva fare e per il quale lo stesso Comune alienava Costa et Vezena con parte di Camporosato ai Lievegani, con grande vantaggio loro Quindi i Decani (gli Amministratori) di Rotzo, con un atto a cui il Provveditore ai confini non conferisce alcuna autorità, sono riusciti a vendere delle terre non loro, ad un acquirente che già le diceva come sue e per di più contro la volontà di Vicenza proprietaria delle montagne. Il fatto ha dell’incredibile. Inoltre i Decani hanno fatto il tutto senza passare per l’approvazione della Vicinia del capi famiglia come di consuetudine per le decisioni importanti. L’instrumento dell’8 aprile 1556 provocò la protesta degli altri comuni dell’Altopiano e della città di Vicenza, ma non successe nulla, l’atto non fu ritirato, nessuno fu processato o condannato. Il fatto dimostrò anche che gli uomini di Rotzo non furono così sprovveduti, perché possedendo già un cospicuo patrimonio boschivo, cedettero la contrastata montagna di Costa, Vezzena e la Brusolada, considerando l’effettiva lontananza dal paese e della pericolosità di lavorarvi. Sulla vicenda si chiese il conte Caldogno : “ Come ha fatto Rotzo vendere una proprietà di Vicenza e perché i Lievegani che ritenevano di possedere già le montagne le comprarono da Rotzo ? “ In realtà la congiuntura internazionale vedeva Venezia bisognosa dell’alleanza Austriaca per fronteggiare i turchi in una lunga e dispendiosa guerra navale, fu quindi sacrificata una porzione di territorio del dominio Veneziano. A questo si aggiunga che gli uomini di Rotzo avevano in corso un’altra “grana” e cioè la lite con quelli di S. Pietro che pretendevano di tagliare, roncare e dissodare i boschi di Rotzo, e quindi chiudere la vertenza con Levico è stato certamente molto importante. La secolare lite con S. Pietro terminò con il lodo Piovene emesso il 30 giugno 1578 che sancì l’ingresso del nucleo abitato di S. Pietro nel comune di Rotzo. Non cessarono però liti e rappresaglie, tanto che nel 1583 tale Zanantonio del Grande di Levico, fu condannato con la confisca dei beni e la pena della forca per aver ucciso con una archibusata uno di Rotzo che tagliava legname nei boschi di Vezzena con altri boschiri suoi paesani…. Questo dimostra quanto quelli di Rotzo fossero ancora legati ai boschi di Vezzena se vi andavano a far legname dopo 27 anni dall’accordo col quale detta montagna è stata ceduta. La definizione dei confini tra Rotzo e Levico avvenne mediante due sentenze dette Roveretane perché emesse a Rovereto: 1605 Prima sentenza Roveretana Viene stabilito il confine di stato tra Vicenza e Trento mediante la linea: Rio Torra, Camporosato, Val d’Assa, Val Sparvieri, Manderiolo. Questa sentenza fu decisiva perché sancì per Vicenza la perdita totale e definitiva delle montagne di Vezzena, Costa, Brusolada e Camporosato. Un aneddoto giunto sino ai giorni nostri spiega che alcuni Lievegani trassero del terriccio dal proprio paese e dopo essere saliti in Vezzena, lo misero nelle sgalmare, giurando qua e là ai commissari incaricati alla verifica dei confini, di trovarsi sempre sulla terra di Levico. Questo fatto dimostra che i Lievegani non fossero propriamente in buona fede e da timorosi cristiani abbiano usato questo stratagemma per non suscitare l’ira divina. 1750 Seconda sentenza Roveretana La commissione ha rivisitato il confine confermandone la validità, sui cippi venne apposta la scritta RIN ovvero rinnovato e la data 1780. Si concluse così una vicenda che attraversò tre secoli e spogliò Vicenza delle sue montagne nella parte occidentale dell’Altopiano che andarono in parte in proprietà di Levico (Vezzena, Costa e Brusolada) ed in parte in proprietà di Rotzo (Camporosà, Cercenatico e Posellaro). Lauro Tondello Don Sergio Stefani Bibliografia consultata: - Memorie istoriche dei Sette Comuni vicentini.Ab. Agostino Dal Pozzo - Relazione delle Alpi vicentine e de passi e popoli loro Conte Francesco Caldogno - Storie di confine Tarcisio Bellò PARLO SU DI ME Io sono un Ragazzo di una età di 40 anni pPassati insieme ai miei Genitori che si chiamano Costa Valtere Rita, i miei fratelli Alberto, Fiorella e io che mi chiamo Costa Tiberio e vivo nella Contrada Valle dove ci sono anche i miei Cugini, Parenti, Amici di quella famosa Contrà . Sono nato a Schio nell anno 1968. Quando ero bambino erano con me i miei Nonni e le mie Nonne che mi tenevano tra le loro braccia; e qualche volta però mi tenevano anche il mio Padre e la mia Madre mi tenevano in braccio e mi portavano a Roana perché proprio lì c era la mia zia con il mio zio; e lui mi faceva salire con la sua Altalena e mi faceva andare Su e Giu per il tempo libero che aveva lui per me. era anche una Altalena Nella Abitazione di questi miei Cugini e poi abbiamo già fatto insieme una fantastica fotografia che siamo stati ancora piccoli tra di noi e quella immagine io c è lo e ho messo nella mia camera e guardavo come eravamo tempo fa. IL mio Padre mi ha fatto dei bellissimi regali che avevo una volta da un tempo fa quando ero ancora Piccolo e mi comprava una Macchina a Rotelle, una bicicletta a rotelle con 4 ruote e un Trenino che andava da solo; mentre andavo qui nel mio cortile facevo Grandi cose. era una volta, tempo fa or sono, la Scuola Materna per le varie persone che facevano l Asilo con le Suore che erano venute qui nella nostra Comunità Cristiana e Parrocchiale di Rotzo è precisamente facevano ad un servizio di tendere i Bambini di questo Paese di Rotzo; e specialmente anche con quelli che ci sono fuori territorio nella nostra Parrocchia. Le prime volte che andavo in questo Asilo mi accompagnava sulla macchina della mia Madre e nel mio Padre; poi cominciai ad andare anche con il Pulmino per andare verso in questo . Andavo insieme a loro al Parco Giochi e ho cominciato andare su e in giù per lo scivolo e poi anche con una Altalena con questi miei Amici che io avevo una volta. Ho Frequentato la Scuola Materna di Rotzo fino al 1975 e fino ad un periodo di Estate del 1980 quando avevo Età di 12 Anni ho fatto La Scuola Elementare con dei Maestri e Maestre che tra di loro ci hanno fatto tantissime altre cose che ci sono ( Nelle varie Feste, Camminato parecchio sulle vie del nostro paese, ho fatto delle alcune e le varie Amicizie ed eventuali Esperienze, abbiamo Recitato con una Recital Natalizio durante il Tempo delle Vacanze di Natale, Alle Feste di 4 Novembre che si ricordano i tempi Tra il 1915,18, e il1940 e 45 e con tutti noi che abbiamo cantato delle varie ed alcune canzoni, Una Festa degli Alberi perché nel mese di Giugno si è concluso il Tempo del Anno Scolastico e dell Anno del Catechismo. Per tutto questo Frequentavo La 1° fino alla 5° Elementare insieme con i miei Amici e soprattutto anche delle mie Amiche per Stare nella loro compagnia e per fare le mie Storie. Qualche volta andavo in Bicicletta fino alle Scuole e ritornavo a casa con la mia Bicicletta; spese volte andavo con il Pulmino di Costa Terenzio e di Spagnolo Sandro. Oltre alle Scuole Elementari andavo a frequentare la Parrocchia perché c era il Catechismo con un Sacerdote e che si chiamava Don Angelo Baldan con i suoi vari catechisti; ed uno si chiama Cunico Carlo che era il mio Catechista ma anche altri i miei amici che tra di noi eravamo andati a frequentare il Catechismo, Le prove di alcuni Canti della chiesa fino . Prima di Don Valentino Miotto erano stati qui nella nostra Parrocchia di Rotzo due Sacerdoti: uno si chiamava con Don Giuseppe Miglioretto e Padre Alfredo Piero Bon che hanno fatto il loro Servizio tra il 1977 ed il 1978. Durante il tempo Natalizio e precisamente nel Mese di Gennaio del 1979 è arrivato il nostro Amico, Prete e Sacerdote che si chiama Don Valentino Miotto; e lui ci ha fatto delle sue Avventure durante il suo Servizio Sacerdotale Dal 1979 Al 1991. Fine della 1° Parte e la 2° Parte si farà in Primavera durante la Santa Pasqua del 2009 COSTA Tiberio NELLA STANZA DEI COLORI La stanza dei colori la chiamiamo così perché al posto del pavimento è un tappettino tutto colorato. In questa stanza facciamo tanti giochi che ci aiutano a conoscerci meglio e a rispettare le regole. Ci togliamo le scarpe e ci mettiamo i calzettoni e poi scegliamo un quadrato colorato e ci sediamo sopra. A questo punto il gioco inizia e volete sapere quale? Beh Venite a vedere con i vostri occhi .. Il divertimento è garantito. Un saluto e un augurio a tutti Voi da Cerato Vania LUMINARIE PER NATALE Perché non vengono posizionate le luminarie durante le Festività Natalizie? Questa domanda se la sono posta o se la stanno ponendo diverse persone di Rotzo e Villeggianti, per cui è opportuno fornire le motivazioni che hanno indirizzato la Giunta e l’Amministrazione Comunale su questa scelta. Verso al metà del mese di novembre si sono presentati in Comune la Sig.ra Eugenia Barbierato ed il Sig. Pierangelo Costa di Asiago, per presentare il progetto della realizzazione di una struttura per disabili a Cesuna di Roana. Progetto denominato “Dopo di noi”, vale a dire una struttura che accolga i disabili di tutto l’Altopiano una volta che vengono a mancare i loro genitori o i loro parenti che attualmente li accudiscono. E’ stato prospettato il costo elevatissimo della realizzazione della struttura che, nonostante aiuti regionali e di varie Fondazioni, necessita anche dell’aiuto economico degli Enti Locali Altopianesi oltre al contributo di privati cittadini. In quegli stessi giorni stavamo sistemando le luminarie per collocarle, come di consueto, lungo le vie del paese. E’ pertanto sorta spontanea l’idea di destinare le seppur modeste spese di allestimento delle luminarie per una iniziativa di tale importanza per tutto l’Altopiano ed anche per noi di Rotzo. Abbiamo quindi deciso di destinare per quest’anno un contributo alla Fondazione “Vicenza una città solidale” Onlus che sta realizzando, assieme all’Associazione Stella Alpina di Asiago, tale importante struttura. Invitiamo anche i nostri concittadini a concorrere con un contributo in base alle possibilità di ognuno per favorire la realizzazione dell’opera. A tale proposito nei prossimi giorni perverrà ad ogni famiglia di Rotzo un bollettino postale che potrà essere utilizzato allo scopo. I proventi di tali versamenti saranno interamente devoluti alla Fondazione responsabile della costruzione della struttura. Se siamo consapevoli dell’importanza di tale iniziativa, saremo ben felici di rinunciare ad un po’ di luminarie per accendere una luce ben più grande ed importante a beneficio delle persone con gravi handicaps che vedranno realizzato nel nostro territorio altopianese una struttura dove potranno trovare accoglienza. Ogni famiglia poi potrà supplire alla mancanza delle luminarie allestendo all’esterno della propria abitazione un alberello di Natale illuminato. Dimostreremo in tal modo di essere una comunità attenta sia alle Festività Natalizie, sia alle necessità delle persone svantaggiate. Vivremo così un meraviglioso Natale all’insegna della solidarietà. DAL POZZO Matteo RIFUGIO CAMPOLONGO COMPLETATI I LAVORI A CAMPOLONGO Sono finalmente giunti a completamento i lavori di ristrutturazione della Malga di Campolongo. L’opera, i cui lavori di ristrutturazione sono iniziati nell’estate del 2007, è stata collaudata il 10 dicembre scorso e potrà avviare la sua attività nella prossima primavera. Mancano infatti ancora gli arredi della cucina, del Bar e delle sale Bar e Ristorante, arredi molto costosi e per i quali si sta attendendo un finanziamento grazie all’intesa Dellai/Galan che ha visto interessati il nostro Comune ed i Comuni di Lavarone, Levico Terme e Luserna per un progetto di miglioramento delle strutture turistiche e delle piste ciclo turistiche della zona da Campolongo a Luserna. Sono state avviate inoltre le procedure per la classificazione della struttura a rifugio per escursionisti e si sta provvedendo ad una gara di appalto per la gestione del Rifugio. La realizzazione dell’opera è costata oltre un milione di euro ed altri 250.000 euro sono necessari per completare gli arredamenti. Sono stati ricavati un grande Bar con tre sale per la consumazione, una bellissima cucina con tre sale Ristorante ed una decina di camere al primo piano, dotate ciascuna di un bagno indipendente, con una capienza di 20/30 posti letto. I lavori sono stati realizzati dalla Ditta Soimper di Carmignano di Brenta, che ha subappaltato i lavori ad alcune Ditte dell’Altopiano, mentre la progettazione e la Direzione lavori è stata eseguita dallo Studio Zovi di Asiago. I contributi ottenuti sono stati due: uno di 580.000 euro ottenuto dal Consorzio da parte della Regione grazie a fondi Cipe e con la compartecipazione di 200.000 euro del Consorzio ed uno ottenuto dal Comune di Rotzo da parte del Dipartimento Turismo della Regione su fondi Europei Docup di 210.000 mila euro con la compartecipazione di 90.000 euro del Consorzio. Grazie al presunto contributo di 250.000 euro sui fondi destinati ai Comuni di Confine, di cui 12.500 a carico del Consorzio, si arriverà ad un costo totale dell’opera pari ad 1.330.000 euro. Si conta molto su tale opera per il miglioramento turistico della nostra zona a beneficio delle comunità di Rotzo, di San Pietro e Pedescala. Un particolare ringraziamento al personale del Consorzio (Sergio Lucca e Matteo Slaviero) per la gestione del primo contributo ed al personale del Comune di Rotzo (Miriam Dal Pozzo, Christian Pozza, Federica Sartori e Stefania Slaviero) per la gestione del secondo e terzo contributo. Per la stagione invernale in corso si continuerà l’attività turistica nello stallone della Malga di Campolongo, adeguatamente ristrutturato lo scorso anno e dalla prossima estate entrerà in funzione il nuovo rifugio di Campolongo. DAL POZZO Matteo DON SANDRO PARROCO DON SANDRO STEFANI - PARROCO Il nostro compaesano don Sandro Stefani è stato ordinato sacerdote nel giugno del 1984 con grande gioia di tutta la comunità rotzese dal momento che erano diversi anni che nella nostra parrocchia non si assisteva ad un avvenimento così importante ed entusiasmante per la fede di chi lo vive. Iniziava così la vita pastorale di don Sandro. Dopo alcuni anni trascorsi come vicario parrocchiale prima a Lugo Vicentino e poi ad Asiago, gli sono stati affidati via via altri incarichi a livello diocesano, primo fra tutti quello di Direttore del Centro Padovano delle Comunicazioni Sociali, poi Vice Presidente Bluradioveneto, Delegato territoriale NOI Padova Associazione , Delegato diocesano A.C.E.C. , Presidente Associazione Amici di Telechiara, Responsabile Centri Parrocchiali, Responsabile Progetto Internet della Diocesi e Presidente Nazionale NOI Associazione . Oltre tutti questi impegni, don Sandro ha mantenuto il suo collegamento con altopiano svolgendo l incarico di Cooperatore festivo ad Asiago. Nel luglio di quest anno, proprio in occasione della partecipazione di don Sandro alla Celebrazione eucaristica nella chiesetta di Santa Margherita che vede riuniti ogni anno i preti del vicariato e quelli nativi dell altopiano, è trapelata la notizia che don Sandro è stato nominato da Sua Eccellenza Mons. Antonio Mattiazzo ,vescovo di Padova, Parroco della Parrocchia di Sant Andrea apostolo in Cadoneghe, comune che si trova alla periferia est di Padova. ingresso nella suddetta parrocchia è stato programmato per sabato 11 ottobre alle ore 16.00. Pertanto la nostra parrocchia ha organizzato un pullman per dare la possibilità a quanti lo desideravano di partecipare e di condividere con don Sandro questo momento importante e delicato del suo ministero sacerdotale. Hanno aderito all iniziativa circa 35 persone che sono partite da Rotzo alle ore 13.30. Arrivati a Cadoneghe i partecipanti hanno avuto la gradita sorpresa di scoprire che la chiesa di sant Andrea è separata dalla parrocchia di Torre, dove è parroco don Giuseppe Tommasin, solo dal fiume Brenta. La comitiva è poi entrata in chiesa per prendere posto e partecipare meglio alla celebrazione. Il rito è stato presieduto da mons. Paolo Doni, Vicario Generale della Diocesi di Padova, ma erano presenti, oltre i familiari di don Sandro, molti sacerdoti di quel vicariato, il nostro don Pierangelo, don Sergio Stefani, il parroco di Asiago e tanti amici di don Sandro. La celebrazione ha avuto inizio con la presentazione del nuovo parroco da parte del Vicario Generale, con la lettura del Decreto di Nomina, con invocazione allo Spirito Santo e con i riti dell aspersione e dell incensazione ai quali è seguito il ringraziamento del rappresentante del Consiglio Pastorale. Quindi mons. Doni ha invitato il nuovo parroco a presiedere alla celebrazione e la S. Messa dopo un canto introduttivo è proseguita con il Gloria, la Liturgia della Parola e il brano del Vangelo (Mt 22, 1-14 ) che narra la parabola della festa di nozze del figlio di un re alla quale gli invitati non vollero partecipare e allora il re diede ordine ai suoi servitori di chiamare tutti quelli che si trovavano per le strade, cattivi e buoni, e di farli entrare nella sala delle nozze. Quando il re entrò nella sala si accorse che un uomo non portava l abito nuziale e lo fece cacciare. Il Vangelo concludeva con la frase Perché molti sono chiamati, ma pochi gli eletti. Don Sandro nell omelia ha commentato la parabola ben adattandola ai nostri giorni e mettendo in evidenza il cammino che ogni parroco deve fare con la propria comunità nell accogliere invito di Dio per poter entrare nel regno dei cieli. intera celebrazione è stata animata dal coro parrocchiale formato da una sessantina di bambini e ragazzi che sia con la voce che con i gesti hanno reso più gioiosa tutta la cerimonia. Alla fine siamo tutti stati invitati nelle attigue sale parrocchiali dove era stato preparato un fornitissimo rinfresco. Qui finalmente abbiamo potuto intrattenerci con don Sandro ed esprimergli la nostra gioia per l accoglienza che la parrocchia di Cadoneghe gli aveva riservato, il nostro apprezzamento per i profondi concetti espressi nell omelia e naturalmente il nostro augurio di un proficuo ministero pastorale in questo tempo in cui nel mondo sembra imperversare l indifferenza e l egoismo. La comitiva verso le ore 19.00 è partita per tornare a Rotzo. Tutti siamo stati contenti di aver partecipato a questo ingresso e ora non ci resta che pregare Dio per don Sandro perché in questo suo nuovo servizio trovi collaborazione e aiuto da parte di tutta la comunità. Costa Paolina ANNO XVII ° - N°69 A questo numero hanno collaborato: Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Paolina, Costa Suor Itala, Costa Tiberio, Dal Pozzo Lidio, Dal Pozzo Matteo, Ferraresi Massimo, Panozzo Don Pierangelo, Slaviero Cinzia, Stefani Don Sergio, Stefani Giorgio, Todello Lauro Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo; Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza ITALIA Tel. e fax 0424 – 691004 Foto: In copertina: La chisetta di S. Margherita sede della Mostra 100 Presepi. Sul retro: Alcuni presepi della Mostra 100 Presepi ALTABURG LA VOCE E TUTTO SU ROTZO SU: www.rotzo.net