il riccio e la talpa il riccio e la talpa
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il riccio e la talpa il riccio e la talpa
❤ LA FAUNA SCHEDA F15 il riccio e la talpa N Nei prati alluvionali che accompagnano il Po quando le sue acque scorrono più tranquille e il sottobosco è più umido, vivono mammiferi insettivori come la talpa ed il riccio. LA TALPA (Talpa europea) conduce, com’è noto, una vita sotterranea ed ha un continuo bisogno di cibo che si potrebbe anche definire voracità. Le sue zampe anteriori, larghe e armate di robusti artigli adunchi, le servono a scavare gallerie nel suolo con velocità pari a quella di un uomo che cammina. Avanzando, ingoia vermi, lombrichi, larve o qualsiasi piccolo animale come topi o toporagni; deve ingerire ogni giorno una quantità di cibo pari a due volte il proprio peso. Questo spiega la lotta senza quartiere che si accende quando due talpe si incontrano per caso, lotta cieca – tra l’altro - perché gli occhi di questo animale, grandi come una punta di spillo, sono coperti dalla pelliccia. E duello mortale per di più, perché il vinto viene divorato dal vincitore. La stessa cosa accade se due maschi ambiscono alla stessa femmina. E pensare che la pelliccia della talpa è nera e soffice come velluto, ma del resto anche molti feroci signorotti feudali preferivano l’ermellino alla corazza. Praticamente attiva giorno e notte, scava una rete di gallerie rimuovendo con forza la terra verso la superficie del suolo, formando così anche sul terreno del PARCO DEL PO CUNEESE i caratteristici monticelli. IL RICCIO, (Erinaceus europaeus) comune in campagna al margine dei boschi ma anche nei giardini domestici, ha abitudini prevalentemente notturne. Durante il giorno rimane infatti praticamente inattivo, in qualche riparo ben foderato di erba o di muschio. L’inverno lo trascorre in letargo completo nel senso che, come le marmotte, la sua temperatura corporea si abbassa fino a 6 gradi e il ritmo respiratorio cosÏ come le pulsazioni si riducono sensibilmente. Il suo “strano“ aspetto, che lo rende inconfondibile, è dovuto agli aculei appuntiti che gli ricoprono fianchi e dorso. Sottopelle, ha poi un particolare muscolo dorsale (cucullare) a forma di cupola che gli permette di appallottolarsi e di rizzare gli aculei quando si trova in pericolo. Dice un famoso aforisma di Archiloco “la volpe ne sa tante, una il riccio, importante”. Ed infatti la volpe se ne sta ben alla larga. Non altrettanto fa la vipera che se però non riesce a morderlo Con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo ❤ LA FAUNA il riccio e la talpa SCHEDA F15 SCHEDA N. 1 Talpa europea. La Talpa da sempre è considerata animale dannoso, odiato dagli agricoltori sia per i monticelli di terra di cui dissemina campi e prati, sia per il fatto che le gallerie sollevano le radici delle pianticelle facendole seccare, sia perché le gallerie permettono l’accesso agli ortaggi ad altri roditori, topolini, incapaci da soli di scavare, ed ancora perché durante le operazioni di irrigazione le gallerie inghiottono e deviano a sorpresa l’acqua destinata alle coltivazioni. La Talpa dunque è sempre stata oggetto di caccia spietata, con trappole e con pericolose esche avvelenate, queste ultime oggi vietate dalla legge. In tempi non lontani la Talpa era altresì cacciata per la morbida pelliccia: con molta pazienza e bravura, da decine di animali, si ricavavano belle e preziose pellicce per le signore più facoltose. Una moda fortunatamente tramontata. Riccio. sul muso al primo attacco e non rinuncia, finisce poi con l’esserne trafitta. La tipica forma a palla con gli aculei diretti radialmente è quindi un’ottima difesa contro i nemici naturali; non lo è purtroppo contro il pericolo rappresentato dalle nostre automobili. Ecco perché, sfortuna loro, è più frequente vederli schiacciati sull’asfalto piuttosto che intenti alla ricerca di insetti, il loro cibo preferito. Attività che, tra l’altro, risulta molto utile all’agricoltura. La fantasia popolare gli ha dato anche il nome di porcospino per via di quel suo aspetto grassoccio che ha in autunno, dopo essersi ingrassato nel corso dell’estate. Foto: Fulvio Beltrando - Testi: Samantha Rosso, naturalista e Renzo Ribetto - Disegni: Renzo Ribetto - © Parco del Po Cuneese - Mar. 02