2016-11-21-Il Cittadino Monza e Brianza.it_ecosistema urbano Monza

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2016-11-21-Il Cittadino Monza e Brianza.it_ecosistema urbano Monza
Monza Smog
(Foto by Fabrizio Radaelli)
Lunedì 21 novembre 2016 ! (0)
Monza resta al palo tra le
città ecosostenibili: lo dice
Legambiente
Monza è al 91° posto (il peggiore in Lombardia) nel
rapporto Ecosistema urbano 2016 pubblicato da
Legambiente in collaborazione con l’istituto di ricerca
Ambiente Italia e il Sole 24 Ore. Non è che sia
peggiorata negli ultimi anni, è che le altre città sono
migliorate di più.
Basterà ancora una giornata con un livello di Pm10 superiore al
limite massimo (che è di 50 microgrammi per metro cubo) per
mettere fuori legge la città di Monza. Dall’inizio dell’anno è già
stato superato 34 volte, sulle 35 consentite per decreto
legislativo.
Anche alla luce di questi dati Monza non eccelle nel 23esimo
rapporto Ecosistema urbano 2016 pubblicato da Legambiente in
collaborazione con l’istituto di ricerca Ambiente Italia e il Sole 24
Ore.
LEGGI Smog, Regione Lombardia rimette in strada i diesel Euro
3: l’allarme di Legambiente
Uno studio articolato che prende in considerazione cinque
parametri di riferimento: aria, acqua, rifiuti, mobilità ed energia e
cinque anni di indagine, dal 2011 al 2015. Guardando al dato
complessivo Monza si piazza al preoccupante 91esimo posto su
scala nazionale. Un risultato pessimo, il peggiore tra le province
lombarde, e in calo rispetto al 2015 quando la nostra provincia si
era fermata al 78esimo posto.
A ben guardare l’andamento degli ultimi anni si scopre che la
città non è peggiorata in senso stretto: più semplicemente le altre
sono migliorate di più. Sul fronte dell’acqua ha ritrovato la terza
posizione nazionale persa lo scorso anno (era all’ottavo posto),
per i rifiuti ha recuperato dal 39esimo al 35esimo posto (era al
17esimo nel 2013), nei trasporti pubblici Monza è passata dal
74esimo al 61esimo (non era mai stata così in alto) e solo
sull’inquinamento ha continuato a perdere posizioni (dalla 79 alla
89). La traduzione è una: i piccoli passi compiuti dalla città
nell’ultimo anno non bastano per competere con i miglioramenti
che altri centri hanno evidentemente fatto.
Vale la pena di osservare nel dettaglio quali sono i voti dati da
Legambiente a ciascuna categoria di indagine, partendo dalle
note più dolenti. La qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno,
per esempio, non è certo salutare. Il dato del biossido di azoto
piazza Monza all’88esimo posto, meglio la situazione per quanto
riguarda il dato di emissione dell’ozono, con oltre 49 giorni di
superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 microgrammi
per metro cubo registrati dalle centraline urbane. Nessuna buona
notizia sul fronte dell’inquinamento da Pm10. I valori registrati
nel 2015 fanno precipitare Monza all’89esimo posto con 37.50
microgrammi per metro cubo, e pensare che nel cinque anni
prima la nostra città si era piazzata all’81esima posizione con un
valore di 47 microgrammi e meglio ancora aveva fatto nel 2012
con 42 microgrammi. Poi il dato si è incollato a 33 microgrammi
inchiodando Monza al 79esimo posto per due anni consecutivi,
fino a perdere ben 10 posizioni tra il 2014 e lo scorso anno.
Non va meglio sul fronte dei trasporti. Le isole pedonali sono un
miraggio: l’estensione pro capite della superficie stradale
pedonalizzata è di 0,002 metri quadrati per abitante. Un risultato
sconsolante che precipita Monza in fondo alla classifica nazionale
al 96esimo posto dopo Reggio Calabria (95 posto) Campobasso
(88) e Potenza (81). Preoccupante anche la situazione degli
incidenti stradali: 83esimo posto per Monza con quasi 8 incidenti
mortali o gravi ogni 1.000 abitanti nel 2015.
Il consumo domestico da fonti rinnovabili è talmente esiguo tra i
monzesi che si piazzano ancora una volta in fondo alla classifica
del 2015 (96esimo posto).
Qualche segnale positivo comunque c’è anche per Monza nel
rapporto Legambiente. È la terza provincia per la quantità di
dispersione idrica con solo il 12% di acqua perduta, e produce
ogni anno “solo” 420 chilogrammi di rifiuti a testa, conquistando
così il 10esimo posto nazionale. Dodicesima posizione per
quanto riguarda l’estensione pro capite di verde urbano: 68 metri
quadrati per abitante. Pensare che a Matera, al primo posto, ogni
abitante ha a disposizione ben 988 metri quadrati.
Sono i piccoli centri urbani, molto più delle grandi città e delle
metropoli ad aver compiuto i passi più significativi per quanto
riguarda gli obiettivi di eco sostenibilità. A uscirne meglio è
Macerata, ora sconvolta dai danni del terremoto, che si è piazzata
nel 2015 in alte posizioni in tutte le macro aree prese in
considerazione dallo studio: aria, acqua, rifiuti, energia
rinnovabile e mobilità. È proprio il piazzamento virtuoso del
capoluogo delle Marche a portare in alto in classifica il territorio
del Centro Italia. Con Macerata nella top ten svettano altri piccoli
capoluoghi con meno di 80.000 abitanti.
Nel complesso sono comunque le province del Nord a ottenere i
risultati migliori nella graduatoria nazionale. Ancora una volta a
prendere i voti migliori sono otto città medio piccole come
Verbania al secondo posto e Savona che si piazza al decimo.
Ottimo piazzamento per Oristano, unica città insulare a
conquistarsi una posizione nelle prime dieci più virtuose ed
ecosostenibili.
Grandi assenti sono le metropoli che non riescono a tenere il
passo non solo con il dinamismo dei piccoli capoluoghi italiani
ma nemmeno con le città europee, molto più avanzate in tutte le
categorie analizzate.
«Decongestionare le città dal traffico e attuare una
riqualificazione energetica degli edifici aumenterebbero il
benessere dei cittadini e ne tutelerebbero la salute - ha
commentato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente
Lombardia - Purtroppo da questi obiettivi siamo ancora lontani.
Serve un cambio di passo anche delle amministrazioni, anche per
intercettare nuove opportunità di finanziamento, al di là dei
sempre più scarsi trasferimenti statali».
Sarah Valtolina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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