pd mondo n_ 9 2014 - Partito Democratico

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pd mondo n_ 9 2014 - Partito Democratico
NOTIZIARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
Anno IV - N° 9 - 24 Settembre 2014
a cura dell’Ufficio PD Italiani nel mondo
email: [email protected]
Chiuso in redazione il 24 Settembre alle ore 12
SOMMARIO
SPECIALE ELEZIONI
COMITES
• Da pag. 4 a pag. 7
RASSEGNA STAMPA FESTA NAZIONALE DE
L’UNITA’ BOLOGNA
Il RINNOVO DEI COMITES SIA UN
SEGNALE DI DEMOCRAZIA E UN
ATTO DI DISPONIBILITA' PER L'ITALIA
• Da pag. 8 a pag. 22
DEMOCRATICI NEL MONDO
• Festa Europea de L’Unità - Lussemburgo
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• Walter Veltroni a Berna
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• Walter Veltroni a Parigi
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• Mogherini e De Blasio al Consolato di Park Avenue
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OLTRE IL BORDO DEL
PIATTO
• Comites. La voce di chi ci lavora
(Carla Ciarlantini—Krick)
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L'approvazione alla Camera del decreto sulle
missioni internazionali e sulle elezioni dei
COMITES è un passo decisivo, che sarà definitivo con l'imminente voto del Senato, per il
rinnovo di questi fondamentali organismi di
rappresentanza. Entro il prossimo mese di
dicembre, dopo tre consecutivi rinvii e cinque
anni di sospensione della democrazia, i cittadini italiani all'estero sceglieranno liberamente i rappresentanti che, a loro giudizio, potranno meglio tutelare gli interessi delle nostre comunità.
Il Governo Renzi, grazie soprattutto all'impegno dei Gruppi del PD, mantiene la parola
data e dimostra quella capacità d'ascolto delle
comunità e delle loro rappresentanze che era
mancata in precedenza.
Per farlo, in un momento così difficile, ha impegnato risorse importanti per rispettare finalmente una fondamentale regola di democrazia. La richiesta di andare a votare è stata
per anni ferma, costante e unanime.
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Per questo, a parte i giochi demagogici che non mancano mai, risultano incomprensibili i distinguo
e le dissonanze ascoltati in queste ultime settimane.
Si fa ricorso ancora una volta al voto per corrispondenza per non penalizzare la partecipazione, come inizialmente si temeva con il voto nei seggi, e viene introdotta, per ragioni di sicurezza del voto
e di risparmio, la preiscrizione nelle liste degli elettori, come da anni quasi tutte le forze parlamentari stanno chiedendo per il voto politico.
Il problema che si è obiettivamente posto, quello del tempo limitato per la prenotazione, ha indotto
a prendere in seria considerazione l'ipotesi di indire le elezioni subito e di farle svolgere nella primavera del 2015. Le verifiche tecniche fatte sono state purtroppo negative, nel senso di non avere garanzie sulla conservazione dei fondi stanziati per le elezioni anche nel 2015.
La concreta alternativa, dunque, è stata quella tra il votare entro l'anno, come prescrive una legge in
vigore, o avallare un altro rinvio sine die. Per quanto ci riguarda, non abbiamo avuto alcun dubbio:
la priorità va data alla legalità e al ripristino della democrazia.
Un ulteriore rinvio avrebbe avuto effetti devastanti per la credibilità della rappresentanza e per la
stessa immagine del Paese.
Gli snodi decisivi, allora, sono quelli dei tempi e dell'informazione degli elettori.
Per quanto riguarda i tempi, con un nostro emendamento, si è ottenuto di guadagnare altre tre settimane spostando il termine per le preiscrizioni da 50 a 30 giorni prima dalla data delle elezioni.
Per l'informazione, fin dal primo momento, il Governo ha accolto la richiesta di inviare una lettera
ai capifamiglia (a breve ne partiranno oltre due milioni e mezzo) per avvertire gli aventi diritto della
necessità di iscriversi negli elenchi degli elettori. In più, lo stesso Governo si è da tempo preparato
ad attivare la pubblicità istituzionale, coinvolgendo la RAI per l'Europa e RAI Italia per il resto del
mondo, nonché la stampa italiana all'estero e gli altri canali di comunicazione.
Il mondo associativo, inoltre, sta già svolgendo la sua preziosa opera di contatto e informazione.
Con un nostro ordine del giorno, accolto dal Governo, si è chiesto che l'iscrizione agli elenchi degli
elettori sia resa permanente, in modo che possa servire anche per le successive tornate elettorali.
Siamo contenti, infine, che con il voto determinante dei deputati del PD si sia eliminato il privilegio
dato ai partiti con l'esenzione dalla raccolta delle firme, che avrebbe creato un'odiosa disparità
nell'ambito comunitario. Poiché un'applicazione formale della legge sui COMITES può portare ad
una riduzione del numero degli organismi nelle realtà dove sono stati aboliti i consolati, ci stiamo
adoperando perché non si proceda in modo burocratico, ma si privilegi il servizio che i COMITES
possono dare alle comunità, proprio in conseguenza della contrazione della rete consolare.
A questo punto lasciamo le polemiche a chi non ha di meglio da fare.
E' importante concentrare tutti gli sforzi per favorire la maggiore partecipazione possibile da parte
degli elettori.
Nei siti di ogni consolato vi è il modulo da compilare e restituire al consolato di riferimento, per posta, per email, di persona, come si è in grado di fare.
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Adesso tocca a tutti noi. Dopo che per cinque anni è stata sospesa la democrazia, ci possiamo riprendere il diritto di scegliere i migliori rappresentanti, che dovranno tutelare le nostre comunità e promuoverne l'integrazione nei contesti di vita e di lavoro. In questo momento difficile per il Paese, diamo un segnale di disponibilità che farà bene all'Italia.
Deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta
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SPECIALE ELEZIONI COMITES
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ono state indette le elezioni per il rinnovo dei Comites e del CGIE, che si terranno il 19 dicembre 2014, con importanti novità sul sistema di voto.
Il voto avverrà per posta, ma il plico con le schede arriverà a casa esclusivamente a chi si sarà registrato nell’elenco degli elettori presso il proprio Consolato di riferimento entro il 19 novembre 2014.
Chi desidera votare ed è iscritto all’AIRE, dunque, deve registrarsi ANCHE all’elenco degli elettori
compilando un apposito modulo, con il quale esprime la volontà di partecipare alle elezioni e che
trova di seguito, insieme alla scheda informativa: stampatelo, compilatelo e inviatelo al vostro consolato di riferimento.
Sul sito di ogni consolato sarà possibile trovare i recapiti per l’invio del modulo, che potrà essere inviato per posta ordinaria, per posta elettronica, via fax o recandosi di persona nella sede di riferimento. Il modulo, che deve essere compilato, firmato e contenere la copia di un documento di identità, deve arrivare al Consolato di riferimento entro 30 giorni antecedenti la data delle elezioni, cioè
entro il 19 novembre 2014.
Per questi motivi rivolgiamo a tutti un caloroso invito a iscriversi da subito all’elenco degli elettori e
a esercitare il diritto di voto, cogliendo l’occasione di consolidare la rete di rapporti dell’Italia con le
comunità di origine italiana nel mondo.
Il nostro augurio è dunque quello che il voto per la rappresentanza di base dei Comites sia partecipato e possa rappresentare un’occasione di reale rilancio e rinnovamento dei rapporti tra l’Italia e le
sue numerose e attive comunità all’estero.
Anche per questo, dunque, è importante che tutti possano far circolare questa notizia e questo schema agli amici, parenti e conoscenti italiani all’estero, invitandoli a iscriversi all’elenco.
Scheda informativa
- Il voto avverrà per corrispondenza ma per la prima volta riceveranno a casa i plichi soltanto coloro
che si saranno espressamente registrati per potere votare
- Ci si può registrare da adesso presso il proprio Consolato consegnando il modulo apposito
(disponibile sui siti dei Consolati) e una copia del documento di identità. Va consegnato per posta,
via fax, via mail o di persona al proprio Consolato
- Per iscriversi bisogna essere già iscritti AIRE da almeno 6 mesi. Solo chi si registra per i Comites,
riceverà a casa il plico
- Ci si potrà iscrivere per partecipare al rinnovo Comites solo fino al 19 novembre 2014
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- I Comites sono l'organo di rappresentanza più vicino ai cittadini. Ecco perché è importante che anche il PD si mobiliti per presentare propri candidate/i brave/i, competenti, impegnati.
- E’ un'ottima occasione per rafforzare i rapporti con associazioni territoriali e tra l’Italia e le sue comunità nel mondo
- Ma é vero che i partiti non devono raccogliere firme per presentare le liste? No. Grazie ai voti del
PD è stato bocciato in Aula questo provvedimento della destra
- Ha senso rinnovare i Comites? Certo. Questo Governo dimostra di rispettare la legge e gli italiani
all'estero. I tre governi precedenti (due Berlusconi e uno Monti) avevano forzato la legge rinviandoli
per ben tre volte, tant`è che sono in carica da 10 anni
- Non sarebbe meglio lasciare perdere e chiudere i Comites? Assolutamente no. Significherebbe
sprecare una straordinaria opportunità e gettare nel secchio una vittoria, dopo che ci sono state tante battaglie per conseguirla
- Proprio la carica troppo lunga è una delle cause dello sfilacciamento dei Comites uscenti? Verissimo
- Introdurre l'inversione dell'opzione (cioè il fatto che ci si debba iscrivere per potere votare) è un
errore? Assolutamente no. Anzi. Anche questa è una vittoria PD. Noi la chiediamo da due legislature, attraverso proposte di legge fatte firmare dai nostri capigruppo, proprio per segnalarne l'importanza. Noi stessi chiedevamo da anni di introdurre questo meccanismo per evitare brogli
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DOMANDA DI ISCRIZIONE NELL’ELENCO ELETTORALE
PER LE ELEZIONI DEI COMITES
AI SENSI DELL’ART. 10 COMMA 3, PUNTO B), DEL D.L. 1/8/2014 N.109
All’AMBASCIATA/CONSOLATO D’ITALIA IN ……………………….
La/Il sottoscritta/o.............................................................................................................................................
(Nome)
(Cognome)
(Cognome del coniuge)1
Sesso (F / M), Nata/o a ..................................................... Stato di nascita…………………….…………..
il ........./......./............................................
Residente in (indicare l’indirizzo e lo Stato estero)
(Stato)............................................................ Città .........................................................................................
CAP........................., Via......................................................................................................................................
Tel. n. ……………………, indirizzo e-mail: ……………………………………………………………
iscritta/o nelle liste elettorali del Comune di...............................................................................................
consapevole delle responsabilità, anche penali, in cui può incorrere in caso di false dichiarazioni,
come stabilito dall’art. 76 del D.P.R 28 dicembre 2000, n. 445, e ai sensi degli artt. 46 e 47 del medesimo DPR,
chiede di essere iscritta/o nell’elenco elettorale per l’ammissione al voto per
corrispondenza per l’elezione/rinnovo del Comitato degli Italiani all’Estero (COMITES) nella
circoscrizione consolare del Consolato …………………..
Luogo e data ..........................................
Firma ............................................................
DA COMPILARE IN OGNI SUA PARTE IN STAMPATELLO
La presente domanda può essere inviata per posta ordinaria a: Consolato Generale d’Italia in ………
Uff. AIRE/Elettorale – Elezioni Comites 2014 ……………………………………………………………
o per fax: ………………………………………
o per posta elettronica: ………………………………………
o per posta elettronica certificata a: ………………………………………
La sottoscrizione della domanda in presenza del dipendente consolare addetto non è soggetta ad
autenticazione ai sensi della normativa vigente – DPR 28.12.2000 n.445 – art. 38 comma 3. Nel caso la
richiesta sia inviata per posta ordinaria, fax o posta elettronica, essa dovrà essere corredata da copia
non autenticata di un documento di identità del sottoscrittore comprensiva della firma del titolare.
1) da inserire solo se il richiedente è di sesso femminile e coniugata o vedova
N.B.: l’effettiva iscrizione nell’elenco elettorale è subordinata alla verifica dei requisiti di legge
(art. 13 L.286/2003)
_______________________________________________________________________
SPAZIO RISERVATO AL CONSOLATO
(Timbro lineare della Sede)
VISTO: domanda pervenuta il ……………………………….
L’Autorità Consolare
……………………………………………………
1 da inserire solo se il richiedente è di sesso femminile e coniugata o vedova
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SPECIALE ELEZIONI COMITES
RINNOVO COMITES: LA MARCA INCONTRA COMUNITA’ DI MONTREAL E TORONTO
La Deputata Pd eletta in Nord America, Francesca La Marca parteciperà nei prossimi giorni agli eventi di informazione sul rinnovo dei Comites e di sostegno alla iscrizione nell’elenco degli elettori,
prevista dalla nuova normativa, promossi dall’Ambasciatore d’Italia Gian Lorenzo Cornado, dai
consoli di Toronto e Montreal Pastorelli e Padula, dai rappresentanti del CGIE e dai Presidenti dei
COMITES Cucchi e Giordano. Gli incontri, che si svolgeranno il 25 settembre a Montreal (ore 19,30,
Centro Leonardo da Vinci, Teatro “Mirella e Lino Saputo”, 8350 Boulevard Lacordaire, Saint Léonard) e il 26 a Toronto (ore 17:00, Columbus Centre – Lower Gallery, 901 Lawrence Avenue West)
serviranno a informare gli elettori iscritti all’AIRE delle novità introdotte dal decreto appena varato
dalla Camera e a raccogliere le preiscrizioni per il voto per corrispondenza, necessarie per ricevere a
casa il plico elettorale.
“Ho ritenuto mio dovere essere presente agli incontri con i cittadini italiani residenti a Montreal e
Toronto perché è giusto unire tutte le forze per assicurare il massimo di partecipazione al rinnovo
dei COMITES, un rinnovo che arriva dopo tre rinvii consecutivi e cinque anni di ritardo rispetto alla
scadenza prevista dalla legge”, ha commentato La Marca.
“In Canada abbiamo diversi motivi per cogliere con convinzione questa occasione. Sul piano generale, nonostante gli sforzi meritori compiuti da chi ha fatto parte dei COMITES in questi lunghi dieci
anni, ai quali deve andare la nostra gratitudine incondizionata, questi organismi vanno ormai rinnovati perché possano attingere nuova linfa e rispecchiare meglio la realtà che si è venuta a creare. In
quanto doppi cittadini italiani e canadesi, poi, è la prima volta che possiamo votare per istanze di
rappresentanza di pieno diritto, senza gli éscamotage che si sono dovuti adottare nel passato in passato per non urtare la sensibilità delle autorità locali”.
“Ci sono, dunque, tutti i presupposti – ha dichiarato ancora l’on. La Marca – per affrontare con impegno questo passaggio e per rispondere con generosità ad un’occasione di partecipazione democratica come quella che si presenta. So bene che vi sono anche motivi di delusione per le limitazioni
che l’Italia ha dovuto imporre ai suoi cittadini, compresi quelli che vivono all’estero, e che
l’immagine del nostro Paese in questo momento di difficoltà non è delle migliori. La nostra partecipazione, quindi, ha anche il sapore di un atto di solidarietà e di sostegno, come gli italiani hanno saputo sempre fare quando si è trattato di aiutare l’Italia a superare passaggi difficili”. (aise)
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RASSEGNA STAMPA — FESTA NAZIONALE DE L’UNITA’
COME SI CAMBIA PER RICOMINCIARE
PER VEDERE IL VIDEO INTEGRALE:
http://www.youdem.tv/doc/271467/come-si-cambia-per-ricominciare.htm
Nell’ambito della Festa nazionale de l’Unità di Bologna si è svolta la tavola rotonda dal titolo “Come
si cambia per ricominciare”, dedicata alle politiche per gli italiani all’estero.
Il dibattito è stato introdotto da Eugenio Marino, responsabile nazionale Pd italiani nel mondo, che
ha sottolineato come questo consueto incontro di fine estate, dopo i difficili anni dei governi Berlusconi caratterizzati da politiche non favorevoli alle nostre comunità all’estero, giunga in un momento di cambiamento molto positivo, caratterizzato dall’interesse e dall’attivismo su queste materie del
ministro degli Esteri Mogherini e del sottosegretario agli Esteri Giro.
Un cambiamento messo in atto dal nuovo governo di sinistra che, secondo Marino, “restituisce dignità alle rappresentanze degli italiani all’estero” facendo ripartire “un dialogo dignitoso” fra i vertici istituzionali, il Cgie e le rappresentanze parlamentari della circoscrizione Estero.
“Da oggi – ha affermato Marino – dovremo cominciare a capire, visto che a dicembre si va alle elezioni dei Comites, che tipo di ragionamento fare sul futuro cambiamento degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero. Questo ragionamento lo faremo il 27 e 28 settembre a Lussemburgo
nell’ambito della Festa Europea de l’Unità. Dovremo cioè capire, nel contesto del cambiamento in
atto dell’architettura costituzionale italiana, dove si dovranno inquadrare i Comites e l’insieme della
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rappresentanza degli italiani all’estero. In questo senso le prossime elezioni dei Comites saranno di
ispirazione per un confronto su questa tematica”. Marino ha concluso il suo intervento esprimendo
contrarietà all’emendamento al decreto legge sulle elezioni dei Comites che dà la possibilità ai partiti politici di non raccogliere le firme per la presentazione delle liste.
Secondo Marino infatti, che invita a non politicizzare la campagna elettorale, la lottizzazione diretta
di queste elezioni da parte dei partiti rappresenterebbe un errore, in quanto i Comites, oltre ad essere espressione diretta delle singole comunità, devono interloquire direttamente con il mondo diplomatico italiano e straniero.
Ha preso poi la parola Silvia Bartolini, Coordinatrice delle Consulte regionali per l’emigrazione,
che, in qualità di moderatrice, ha letto il messaggio del sottosegretario agli Esteri Mario Giro
“Grazie all’impegno del Governo Renzi, dopo alcuni anni di allontanamento dalle nostre collettività, – scrive Giro – è in corso un dialogo franco e intenso con i nostri concittadini all’estero.
Dialogo che è stato istituzionalizzato con la decisione di indire le elezione dei Comites per il mese di
dicembre. Erano 10 anni che le aspettavamo e ora questo governo
mantiene una promessa più volte disattesa. Mi sono battuto di persona – ricorda il sottosegretario – affinché queste elezioni quasi dimenticate potessero avere luogo quest’anno come previsto dalla
legge.
Il mio impegno per la conclusione di questa annosa vicenda è stato
ancor più intenso a seguito delle mie visite a numerose collettività
nell’ultimo anno da Marcinelle a Caracas, da Montréal a San Paolo
da Buenos Aires a Londra. Ho cercato e cerco di mantenermi in
stretto contatto con i nostri connazionali, in questo sono molto agevolato dall’operato dei parlamentari eletti all’estero a cui va il mio
più vivo ringraziamento. Sono certo di poter contare su di loro per
le riforme che sappiamo tutti essere necessarie per un salto di qualità nei rapporti fra l’Italia e gli italo discendenti…
Dobbiamo ripensare insieme – ha aggiunto il sottosegretario – tutto lo schema della rappresentanza con i Comites e il Cgie, ma prima il Governo doveva fare il suo dovere. Le elezioni che si avvicinano sono il primo passo per un
aggiornamento di queste istituzioni che non vanno eliminate ma ripensate. Certamente la riforma
elettorale di cui il nostro paese ha urgente bisogno potrà essere un’altra occasione. Credo – ha concluso Giro – che avere tanti concittadini all’estero e tantissimi discendenti sia un valore per il nostro
paese. La politica deve avere una visuale per le nostre collettività che non possono essere considerate un peso , ma invece devono essere considerate pienamente coinvolte con il rinnovamento nazionale in corso”.
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Dopo la lettura del messaggio la Bartolini ha ricordato come in questi anni il Coordinamento delle
Consulte regionali dell’emigrazione abbia lavorato per migliorare le politiche in favore degli italiani
all’estero promuovendo anche importanti innovazioni. Dopo aver ricordato che molti sperano in un
fallimento delle prossime elezioni dei Comites, la Bartolini ha sottolineato la necessità, in vista del
rinnovo di questi organi di rappresentanza, di impegnare “il Partito democratico e le istituzioni in
una campagna straordinaria di informazione e sensibilizzazione delle nostre comunità all’estero”.
Una mobilitazione che tenda anche a mantenere le rappresentanze all’estero molto ampie, miste e
rappresentative, ovvero democratiche, associative e poco partitiche.
Nel corso del dibattito la Bartolini ha anche reso noto come, al fine di venire incontri ai bisogni della
nuova emigrazione che non è composta solo di ‘cervelli in fuga’, il Coordinamento delle consulte
regionali abbia realizzato una rete fra associazioni regionali all’estero al fine di creare specifici punti
informativi per questi connazionali.
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E’ poi intervenuto il consigliere del Cgie Michele Schiavone (Pd Svizzera) cha ha sottolineto
l’esigenza di rimettere al centro della politica estera italiana la questione dei milioni di italiani nel
mondo che giorno dopo giorno divengono sempre più numerosi a causa dall’arrivo di nuovi connazionali. Una diaspora, formata da ‘cervelli in fuga’ e non solo , causata dalla mancanza d’attenzione
dell’Italia per le politiche del lavoro. Per Schiavone inoltre il Governo “deve ridare una dignità completa agli italiani che vivono all’estero, fornendo strumenti di rappresentanza che favoriscano una
partecipazione più ampia e plurale possibile. Ma – precisa il consigliere del Cgie entrando nel merito del decreto legge sui Comites – deve essere una partecipazione di popolo e non basata su una raccolta firme preventiva di chi intende votare. Nei due mesi previsti –avvisa Schiavone – non ce la faremo a registrare tutti e quindi a far votare gli aventi diritto. Stiamo commettendo un errore”.
Schiavone ha anche auspicato sia la creazione di un Commissario europeo che si occupi direttamente dei milioni di cittadini migranti, sia un coinvolgimento diretto, al fine di favorire la ripresa e lo
sviluppo del Paese d’origine, delle comunità all’estero nell’acquisto dei titoli del Tesoro italiano.
“Per quanto ci riguarda – ha affermato Fabio Porta, presidente del Comitato per gli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese della Camera dei Deputati – noi abbiamo un Governo che ha
assunto un impegno e nel giro di pochi mesi lo sta rispettando, mi riferisco alle elezioni dei Comites.
Per la prima volta abbiamo poi affrontato la questione della tassa sulla cittadinanza.
Non possiamo infatti continuare a lamentarci della mancanza di fondi e poi non essere parte attiva,
anche per dimostrare che la comunità italiana all’estero è una fonte di risorse.
Ricordo che questo emendamento introduce, in una maniera anglosassone ed europea, un contributo per il riconoscimento della cittadinanza. Ora però dobbiamo lavorare per trasferire queste risorse
ai consolati”. Dopo aver ricordato la volontà espressa dal ministro Mogherini di promuovere accordi con le organizzazione del terzo settore e la società civile al fine di migliorare i servizi per gli italiani all’estero, Porta ha sottolineato come, in una comunità italiana all’estero profondamente diversa
rispetto a quella di 10 anni fa, le maggiori preoccupazioni sulle modalità, sui rischi e sui tempi e
sull’innovazione dovuta all’iscrizione preventiva nelle liste elettorali presso i consolati per il rinnovo dei Comites, provengano dalla cosi detta “vecchia emigrazione”, cioè “da chi è stato abituato ad
un tipo di organizzazione per gli italiani all’estero e ha paura di doversi confrontare con un nuovo
mondo”. “Oggi – ha continuato Porta – questo concerne le elezioni dei Comites, domani riguarderà
tutto il comparto dell’italianità e degli italiani all’estero. Noi siamo stati troppo abituati ad un mondo che non esiste più , perché oggi c’è una nuova emigrazione, e queste elezioni ci danno la possibilità di confrontarci con coraggio con un nuovo sistema.
Tanti affermano – ha proseguito il deputato del Pd eletto nella ripartizione America Meridionale –
che le elezioni dei Comites andranno male.
E’ chiaro che è la prima volta, ma noi stiamo chiedendo al ministero degli Esteri uno sforzo sovrumano, vogliamo utilizzare tutti i mezzi possibili per convincere i nostri connazionali ad iscriversi al
registro degli elettori, attraverso lettere, pubblicità e porta a porta.
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Tutto questo – ha concluso Porta – andrà incontro al nuovo volto dell’italianità all’estero, che sarà
valorizzata e avrà beneficio da un sistema che viene incontro ad una nuova emigrazione che fino ad
oggi stata poco rappresentata forse anche in Parlamento”.
E’ poi intervenuto Pino Tabbì (Pd Germania) che ha evidenziato come i continui rinvii delle elezioni dei Comites abbiano portato disaffezione nei confronti del lavoro dei Comitati nati per portare
avanti le esigenze della vecchia emigrazione. Anche Tabbì si è soffermato sui tempi stretti per
l’iscrizione nelle liste elettorali, sottolineando il rischio che una scarsa partecipazione alle urne dei
nostri connazionali possa dare una scusa per l’annullamento della rappresentanza degli italiani
all’estero. Tabi ha anche segnalato la necessità di aiutare in qualche modo la nuova emigrazione che
giunge in Germania e che spesso non ha alcuna qualificazione professionale.
Uomini e donne che il Pd Germania sta cercando di favorire attraverso la creazione di specifici centri di informazione e orientamento.
“Ancora oggi - ha affermato Claudio Micheloni, presidente del Comitato del Senato per le questioni
degli italiani all’estero – non abbiamo nessuna politica nei confronti dei nostri figli e nipoti nati
all’estero. Noi parliamo una lingua che loro non capiscono culturalmente e politicamente e continuiamo a dire che li rappresentiamo, rappresentando invece un pezzo di emigrazione che è in una
fase di esaurimento. Su queste cose dovremmo riflettere. Mi auguro che negli Stati Generali per le
associazioni si parli di questo, perché si tratta di una sfida forte per le associazioni che sono sul territorio che devono saper parlare in modo soddisfacente a questi giovani, altrimenti saremo condannati a sparire”. Un nuovo modo di rapportarsi con gli italiani all’estero che, per Micheloni, andrà a
vantaggio soprattutto del nostro Paese. “Io sono convinto – ha proseguito il senatore del Pd eletto
nella ripartizione Europa – della necessità di fare le riforme costituzionali in questo paese, ma c’è un
aspetto che non condivido. Io credo che sarebbe stato più importante avere una presenza delle comunità italiane all’estero nella Camera che non da la fiducia al Governo… in modo di rappresentare
questi grandi mondi all’estero fatti di realtà diverse e complesse. Sono però passate altre scelte”.
Micheloni ha poi affrontato sia la questione dei servizi della rete consolare, su cui si è istaurato un
nuovo clima di collaborazione con il Governo, sia il problema del rinnovo dei Comites.
“ Il Comitato da me presieduto – ha ricordato Micheloni – aveva proposto al Comitato di presidenza
del Cgie di trovare una data certa per le elezioni, magari nella prossima primavera, per organizzare
nel migliore modo possibile l’elenco preventivo per l’iscrizione degli elettori, ma non credo che sia
possibile fare tutto questo nella tempistica prevista dall’attuale decreto legge sui Comites…
Chiudere le iscrizioni il 15 novembre di quest’anno comporterà infatti un’affluenza fra il 3 e il 5 %
degli aventi diritto, stendendo un tappeto rosso per chi, quando si tornerà a discutere in Parlamento
la riforma costituzionale, riproporrà la soppressione della circoscrizione Estero.
Io penso – ha concluso Micheloni – che la strada sia quella di utilizzare i fondi di quest’ anno per
inviare ad ogni elettore una lettera che lo informi sul cambiamento legislativo, chiudere le iscrizioni
dei connazionali a metà gennaio con un elenco elettorale credibile e trovare risorse per le elezioni,
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nell’ambito della prossima finanziaria , con una data certa per le consultazioni fissata sin da oggi”.
A seguire ha preso la parola il presidente del Comites di Zurigo Paolo Da Costa che ha evidenziato
l’esigenza di non mettere in contrapposizione la nuova e la vecchia emigrazione per non dimenticare la fetta più grande dei nostri connazionali e cioè la gente che è nata all’estero che vuole essere anche cittadino italiano. Una parte della collettività, quest’ultima, di cui il Comites deve assumersi la
responsabilità. “A dicembre – ha affermato Da Costa – si andrà a votare per il rinnovo dei Comites,
lo stato democratico deve però mettere i cittadini in condizione di poter votare… io spero che la politica faccia un momento di riflessione e si possa andare ad un rinnovo vero”.
“Noi oggi – ha dichiarato la deputata del Pd Laura Garavini, eletta nella ripartizione Europa – non
abbiamo solo l’occasione per guardare al futuro. Per fortuna infatti da sei mesi a questa parte sentiamo un’altra musica. Innanzitutto colloquiamo con il Governo che ci ascolta e ci fornisce fatti concreti. Dal 2015 i nostri pensionati all’estero non dovranno più pagare l’Imu.
Presto si andrà al rinnovo dei Comites. Ma riconosciamo il cambiamento delle politiche per gli italiani nel mondo anche da altri fattori come ad esempio l’abolizione della ritenuta del 20% sui bonifici dall’estero, una disposizione che avrebbe pesato sulle tasche dei nostri cittadini nel mondo, oppure il varo del nuovo regolamento per l’editoria all’estero”.
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La Garavini ha poi evidenziato come il rinnovo dei Comites e la stessa introduzione della registrazione preventiva degli elettori rappresentino dei successi nati dal lavoro unitario svolto dal Pd alla
Camera e al Senato. “ I soldi raccolti per le elezioni dei Comites – ha spiegato la deputata del Pd – ci
consentiranno non solo di mandare le buste elettorali per corrispondenza, ma anche di inviare una
lettera informativa a tutti i capi famiglia sulle nuove modalità di voto.
Noi del Pd – ha proseguito la Garavini – dobbiamo inoltre promuovere una campagna informativa
su questi temi a tappeto sul territorio. Il compito che ci aspetta è notevole ma non dobbiamo dimenticare che i Comites continuano ad avere un valore e un’attualità incredibile non soltanto nei confronti delle autorità italiane, ma anche delle autorità locali. I Comites hanno ancora l’opportunità di
incidere sul miglioramento delle condizioni dei vita dei nostri connazionali”.
La Garavini ha anche segnalato l’esigenza di dare ampio spazio alla società civile nelle prossime elezioni degli organi di rappresentanza.
Dal canto suo il deputato del Pd Gianni Farina , eletto nella ripartizione Europa, ha posto in evidenza come a tutt’oggi in Europa siano presenti lavoratori e cittadini che vivono un mondo globale.
Un insieme di popoli e lavoratori, con o senza alta specializzazione ,che vanno alla ricerca di lavoro
a causa della crisi. Fra questi vi sono tanti giovani connazionali, che forse un giorno potranno in parte tornare in Italia. Secondo Farina, in questo momento di trasformazione istituzionale del nostro
paese, l’attenzione del governo verso i cittadini italiani all’estero, è comunque rimasta costante .
“Il fatto di aver assicurato la presenza di 12 rappresentanti della circoscrizione Estero alla Camera –
puntualizza Farina - è infatti importante. Credo che bisognerà portare avanti una nuova riflessione
anche sulla presenza della rappresentanza degli italiani all’estero al Senato”.
Farina ha anche auspicato sia una trasformazione dei Comites, che consenta di modificare questi organi di rappresentanza in una struttura di vero coordinamento che abbia rapporti con le istituzioni
consolari, sia il proseguimento della registrazione degli elettori dei Comites anche dopo lo svolgimento delle prossime elezioni per arrivare ad un completo registro elettorale degli italiani all’estero.
Farina, dopo aver sollecitato la creazione di una bicamerale per le tematiche degli italiani nel mondo, si è detto infine contrario all’egemonia delle liste di partito nelle elezioni dei Comites.
Fra gli altri interventi segnaliamo le parole di Antonio Sutera (Pd Svizzera), che ha chiesto un serio
coinvolgimento dei giovani italiani all’estero fra i 20 e i 40 anni che vogliono scoprire le loro origini,
e di Sergio Gaudio (Pd Stati Uniti) che ha segnalato le difficoltà connesse al raggiungimento in alcune zone degli Stati Uniti , anche a semplice scopo informativo, dei nostri connazionali che sono chiamati a votare per i Comites: Gaudio ha inoltre parlato della realizzazione di un appello da parte del
Pd degli Stati uniti per il mantenimento della rappresentanza degli italiani all’estero in Senato.
Da Francesco Cerasani (Pd Bruxelles) sono state invece chieste garanzie per la registrazione degli
elettori dei Comites, una maggiore attenzione per la nuova emigrazione formata anche da cinquantenni e facilitazioni per l’iscrizione all’Aire dei giovani emigranti.
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Dal canto suo Salvino Testa (Pd Ginevra) ha sollecitato o un rinvio delle elezioni dei Comites, per
completare l’elenco elettorale, o l’invio entro il 15 dicembre del plico elettorale a tutti ma con specifiche garanzie, come ad esempio l’acquisizione della fotocopia della carta di identità.
Italo Stellon (Pd Parigi) ha invece segnalato le difficoltà a gestore i Comites nelle località dove sono
stati aboliti i consolati. Stellon ha anche ricordato sia il sacrificio dei tanti frontalieri italiani, sia
l’isolamento dei numerosi connazionali anziani che hanno difficoltà a raggiungere i lontani consolati di riferimento. Ricordiamo anche le indicazioni del direttore del quotidiano “Gente d’Italia” Mimmo Porpiglia che ha auspicato la pubblicazione gratuita sui giornali italiani all’estero delle informazioni per le elezioni dei Comites.
“Gli Italiani all’estero – ha spiegato nell’intervento conclusivo Giorgio Tonini , capogruppo Pd alla
Commissione Esteri del Senato – sono un grande gigante addormentato che il nostro paese non riesce a sfruttare a causa della capillarità di questo fenomeno in tutto il mondo e della sua varietà generazionale e di collocazione sociale nei diversi paesi. Un’opportunità non sfruttata che deve diventare
una priorità della nostra politica estera.. Noi dobbiamo provare a mettere in scia la questione degli
italiani nel mondo – ha proseguito Tonini – con questa grande prospettiva che si sta aprendo, con
questa idea di una politica italiana che finalmente, grazie al Partito democratico e alle sue scelte, non
è politica provinciale, ma aperta al mondo”. Tonini ha poi sottolineato l’esigenza di mettere in cantiere la riforma della promozione della lingua e cultura italiana all’estero cercando nuove soluzioni e
nuovi strumenti che consentano di dare risposte adeguate alla grande domanda proveniente in questo settore dall’estero. Il senatore del Pd ha anche segnalato la possibilità di intervenire, nel corso
della discussione alla Camera sulle riforme costituzionali, per ridare un qualche tipo di rappresentanza agli italiani all’estero nel nuovo Senato uscito dalla prima lettura a Palazzo Madama.
Per quanto riguarda le elezione dei Comites Tonini ha precisato come qualsiasi modifica del decreto
legge possa avvenire, visti i tempi ristretti per l’approvazione, solo in questi giorni durante il passaggio alla Camera. “Adesso – ha puntualizzato Tonini – dobbiamo fare in modo che la vittoria
dell’inversione dell’opzione per il voto dei Comites non diventi un autogol e , a causa di una possibile scarsa partecipazione elettorale, porti all’eliminazione della circoscrizione Estero anche alla Camera . Bisogna quindi tentare una quadratura del cerchio, cercare di evitare l’ennesimo rinvio, ma al
tempo stesso valutare una scelta ragionevole sulla base delle indicazioni del governo”.
(Goffredo Morgia - Inform)
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RASSEGNA STAMPA — FESTA NAZIONALE DE L’UNITA’
IL GRANDE GIGANTE ADDORMENTATO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
NEL FUTURO DEL PD
"Il mondo degli italiani all’estero è un grande gigante addormentato" e quella di svegliare le coscienze per far sì che gli italiani nel mondo diventino una "prorità nella nostra agenda politica e in particolare della nostra politica estera" sarà una delle sfide che il Partito Democratico dovrà affrontare
nel futuro prossimo. Parola di Giorgio Tonini, capogruppo del PD in Commissione Esteri al Senato,
che ha chiuso ieri a Bologna la tavola rotonda "Come si cambia. Per ricominciare" organizzata dal
Pd mondo nell’ambito della Festa de l’Unità.
Ad introdurre gli ospiti il responsabile Eugenio Marino e a far da moderatrice la "padrona di casa"
Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo nonché coordinatrice delle Consulte regionali dell’emigrazione. Presenti a dare il loro contributo, fra gli altri, i parlamentari eletti all’estero Claudio Micheloni, Fabio Porta, Laura Garavini e Gianni Farina.
"Come si cambia. Per ricominciare" il titolo dell’incontro, scelto non a caso, ha spiegato Marino, in
un "periodo di cambiamenti importanti" per l’Europa e per l’Italia. Nel nostro Paese, in particolare,
dopo anni in cui di è tentato di "disintegrare" la realtà degli italiani all’estero, con il nuovo governo
Renzi si è aperto un dialogo che ha restituito "dignità" alle istituzioni e alla rappresentanza degli italiani all’estero, coinvolti ora in un nuovo "rapporto di interlocuzione". Il ministro Mogherini è stata
chiamata a ricoprire un altro importante ruolo in Europa – e Marino non ha mancato di ringraziarla
per quanto fatto sinora alla Farnesina, augurandole buon lavoro anche in quel di Bruxelles -, ma il
responsabile del Pd mondo è certo che "ci sarà continuità" grazie alla collaborazione sin qui avviata
con il sottosegretario Mario Giro.
Che avrebbe voluto essere presente ieri, ma, trattenuto in Belgio per altri impegni, ha inviato un
messaggio ai presenti. A leggerlo, alla presenza del capo della Segreteria di Giro, Luis Cavalieri, la
presidente Bartolini, che ha definito il sottosegretario "persona sensibile e attenta".
Mario Giro, che ha la delega per gli italiani nel mondo, nel suo messaggio ha inteso ringraziare il
governo Renzi per il "dialogo franco e intenso" avviato in questi mesi e che è stato
"istituzionalizzato" dal via libera alle elezioni per il rinnovo dei Comites. Adesso occorre "ripensare
la rappresentanza degli italiani all’estero": le elezioni di fine dicembre saranno un "primo passo" in
questa direzione e la riforma elettorale sarà la "prossima occasione". Da qui in poi, ha concluso Giro,
la collettività italiana all’estero andrà "coinvolta nel rinnovamento in corso".
Elezioni dei Comites che, come era facilmente immaginabile, hanno tenuto banco per tutta la durata
dell’incontro. Ne ha parlato Eugenio Marino, che ha rivolto un appello – condiviso da tutti i presenti
– alla "non politicizzazione" della campagna elettorale ed ha invitato piuttosto a sostenere liste
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radicate nella società civile. E ne ha parlato Silvia Bartolini, che, dando la propria disponibilità per
una quanto più diffusa campagna d’informazione, ha espresso il timore che "a livello di Amministrazione" vi sia "aria di sabotaggio" perché "queste elezioni non funzionino".
Sempre in tema di rinnovo dei Comites, in molti ieri hanno lamentato la scelta dell’opzione inversa,
ovvero la necessità di iscriversi alle liste elettorali per poter ricevere il plico e partecipare così al voto. Un "grave errore" per Michele Schiavone, segretario del Pd in Svizzera, che ha invocato
"elezioni di popolo" ed il "rispetto dei diritti costituzionali".
Giuseppe Tabbì del Pd Germania, che ha fatto le veci del segretario Cristina Rizzotti, ha invitato i
colleghi di partito ad uno "sforzo" comune per "invogliare" i connazionali ad iscriversi alle liste elettorali ed "evitare che la bassa partecipazione dia al governo la chance di dire: sono pochi, annulliamo tutto". Tabbì ha sollevato anche la questione della "nuova emigrazione" – in Germania sono stati
registrati 40mila nuovi giovani solo nel 2013, ha riferito -: "riuscire ad agganciare queste nuove forze
è un compito che ci spetta come partito per non lasciare i Comites nelle mani delle forze populiste".
Sì dunque all’appello di Marino a "non politicizzare la campagna elettorale", perchè "i Comites sono
espressione della società civile".
E di nuova emigrazione ha parlato anche Fabio Porta. Di ritorno dal Brasile, dove si è recato al seguito del vice presidente della Camera, Marina Sereni, il presidente del Comitato per gli italiani
all’estero e la promozione del Sistema Paese ha invitato a "confrontarci con coraggio con un nuovo
sistema", senza avere "paura delle novità" e pensando piuttosto alle prossime elezioni dei Comites
come ad un occasione per andare "incontro" alle nuove generazioni di emigrati ed italo-discendenti,
con "bisogni e consapevolezze ben diverse", ma sinora "poco sentiti e rappresentati" nei Comites come pure in Parlamento. "Noi continuiamo a ragionare come se tutti fossero nati in Italia": è andato
dritto al punto, come sempre, senza troppi giri di parole, Claudio Micheloni, a capo del Comitato
per le questioni degli italiani all’estero del Senato. Micheloni ha riconosciuto, anche all’interno del
partito, la mancanza negli anni scorsi di una politica rivolta a figli e nipoti dei primi emigrati, a chi è
nato all’estero. "Non li rappresentiamo" e la generazione di italiani all’estero "che rappresentiamo è
in via di esaurimento". Naturale dunque che "se non riusciremo a parlare a figli e nipoti saremo condatti a sparire" e, se le rappresentanze continueranno ad esistere, saranno legate alla sola emigrazione e "non saranno di collegamento con l’Italia", laddove invece "Comites e Cgie sono vitali per
l’Italia prima ancora che per gli italiani all’estero". Ma questo il Pd, al pari degli altri partiti italiani,
ancora non lo ha compreso, ha osservato il senatore: "occorre individuare un modo diverso per rapportarsi all’emigrazione".
Micheloni è "certo che molto deve cambiare e molto cambierà" e grande è la posta in gioco, a partire
dalla riforma di Camera e Senato, dove purtroppo, ha ricordato il senatore, non è passata la proposta di lasciare la rappresentanza degli italiani all’estero nell’aula cui non spetta dare la fiducia al
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governo. Meglio lo stato dell’arte sul fronte "servizi consolari", dove Micheloni ha riconosciuto il
"lavoro di collaborazione" instaurato con Mario Giro e Lapo Pistelli: "c’è ancora tanto da concretizzare, ma ora è un’altra storia". Quanto al rinnovo dei Comites, Micheloni ha rammentato che quella
dell’elenco degli elettori è "una battaglia di lungo tempo, che però fatta così, in due mesi, rischia di
distruggere tutto". Per questo il Comitato ha presentato la proposta elaborata dal Cgie per
"negoziare" con il governo una nuova data – "servirebbe almeno un anno", ma si ipotizza nella prossima estate - in modo da avere più tempo per iscriversi al registro. "Nessuno vuol sabotare le elezioni, ma se si va avanti così", ha denunciato Micheloni, "voterà il 3/5% degli aventi diritto", con il rischio di dare a chi già ci ha provato in passato una nuova occasione per proporre la soppressione
della circoscrizione estero.
"Se uno Stato è democratico deve mettere i propri cittadini in grado di votare", ha tuonato Paolo Da
Costa, presidente del Comites di Zurigo, per il quale le elezioni a dicembre escluderanno "metà degli italiani residenti all’estero", senza contare che "andremo al voto mentre è in fieri la costruzione
della nuova impalcatura dello Stato". Da Costa ha lamentato anche la "mancata informazione" sul
voto, perchè "la stampa raggiunge solo una parte marginale" della collettività, che è "complessa e
composita" e "sarebbe un errore metterne in contrapposizione le componenti".
Sono tanti ancora i nodi da sciogliere, è vero, ma per Laura Garavini il rinnovo dei Comites dopo
tre rinvii "è una vittoria", perché vuol dire che "il governo ci dà ascolto" o, per usare le parole del
collega Micheloni, "da sei mesi a questa parte è davvero un’altra storia". Quanto alla preregistrazione, Garavini ha ricordato ai presenti che si è trattato del "frutto di un grande lavoro politico e unitario" portato avanti dal Pd in Parlamento già nella scorsa legislatura "per mettere in sicurezza il voto
per corrispondenza" in vista delle politiche. Si comincerà prima, dai Comites: per questo il Pd avrà
un compito "notevole", quello di "mettere in atto, a tutti i livelli e con il coinvolgimento di tutti i circoli e delle associazioni, una campagna informativa a tappeto" senza politicizzazione – è d’accordo
anche Garavini -, "che assicuri la maggiore affluenza al voto possibile".
"Indietro non si può andare". È in linea con i colleghi di Camera e Senato Gianni Farina, per il quale
i problemi emersi nel corso della discussione attorno al rinnovo dei Comites sono "evidenti e giusti",
a cominciare dai tempi ridotti per iscriversi al registro elettorale. Nella proposta originaria si parlava di "almeno due anni per informare tutta la comunità" e dare dunque a tutti la possibilità di iscriversi. Così non sarà, ma "la cosa è cominciata" e la "speranza" di Farina è che "lo sforzo continui per
arrivare in due anni all’istituzione di un registro che sia ad un livello accettabile". Contro i "pericoli"
che gravitano attorno al voto, il deputato del Pd ha chiamato i compagni di partito alla mobilitazione per evitare tanto il rischio che i Comites siano ridotti a "strumenti di partito" quanto che i
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"serpenti" tornino a lavorare per "cancellare la nostra rappresentanza".
La tavola rotonda è proseguita con un dibattito al quale hanno partecipato rappresentanti del Pd
dall’Europa come dagli Stati Uniti, ognuno portando la propria testimonianza sulle questioni emerse.
Infine le conclusioni sono state affidate al senatore Giorgio Tonini, per il quale è ora di dire basta ad
una "politica provinciale ripiegata su se stessa". Ora che, con "Federica Mogherini nuova Miss
PESC", l’Italia ha l’occasione di guidare i giochi della politica estera europea e di proiettarsi nel
mondo, "dobbiamo mettere in scia in questa prospettiva nuova la questione degli italiani nel mondo", difendendo in primo luogo la loro rappresentanza in Parlamento, ha detto Tonini. Quanto alle
"sfide future", sono quelle note: dalla "questione annosa della rete diplomatico-consolare" all’altra
faccenda irrisolta della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Le possibilità per
Tonini sono due: "o si prosegue con la politica dei tagli o con quella delle riforme". La scelta è comunque obbligata: "servono idee, strumenti e modalità nuove per potenziare la rete italiana nel
mondo", evitando "eurocentrismi" e "sfruttando le miniere inesplorate", come la forte domanda di
lingua e cultura italiana che arriva da tutto il mondo.
"Bisogna inventarsi nuove modalità" anche per difendere, in ambito di riforma costituzionale, l’idea
che il Senato sia "il luogo privilegiato della rappresentanza estera, perché luogo della rappresentanza territoriale". Sinora non ci si è riusciti e adesso "la palla passa alla Camera" ed ai colleghi deputati:
"i tempi stringono", ha avvertito Tonini. "Facciamoci venire idee e proposte".
Agli stessi deputati toccherà intervenire sul fronte Comites, cercando di emendare il testo. "Bisogna
scegliere il bene possibile, più che il male minore", è stato l’invito del senatore Tonini. "Finalmente
abbiamo un registro elettorale trasparente e pulito", ma "occorre fare in modo che una conquista storica non diventi un autogol storico" ed "evitare il rischio che la rappresentanza sia spazzata via dai
nemici stupidi degli italiani all’estero". Secondo Tonini un margine "ragionevole" di intervento c’è
ed "il governo è aperto al dialogo". Quindi il suo suggerimento: "se fosse possibile rinviare il voto di
due mesi sarebbe l’optimus". E se non lo fosse? "Ventre a terra", tutti impegnati a garantire il voto
del maggior numero di connazionali, nella consapevolezza che "questo sarà un primo elenco e sarà
aperto per le elezioni future".
Un ringraziamento ai presenti e al "lavoro invisibile, ma costante e concreto" di tutto il partito da
parte di Eugenio Marino e, via, tutti ad attendere Matteo Renzi. (Raffaella Aronica—Aise)
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RASSEGNA STAMPA — FESTA NAZIONALE DE L’UNITA’
MARINO SUL D.L. PER RINNOVO COMITES E RIFORMA COSTITUZIONALE SENATO
Il Governo ha affrontato la questione dei Comites per dare il senso del cambiamento, restituendo
agli italiani all’estero dignità di rappresentanza. Si sta cercando di preparare la consultazione elettorale nel miglior modo possibile, in ogni caso queste elezioni non potranno essere considerate come una cartina di tornasole della volontà degli italiani all’estero di partecipare al voto
Proprio in queste ore prosegue all’Aula della Camera il dibattito sul decreto-legge di proroga delle
Missioni internazionali che prevede nuove disposizioni per le elezioni dei Comites. Un passaggio
delicato per il dl poiché, a causa dei tempi ristretti per l’approvazione finale prevista per la fine settembre, il provvedimento potrebbe non essere emendabile al Senato. La discussione a Montecitorio,
al fine dell’introduzione nel testo di nuovi emendamenti migliorativi, assume quindi un carattere
centrale. Sempre alla Camera approderà inoltre in settimana, presso la I Commissione, la riforma
costituzionale con il nuovo Senato delle autonomi, già approvata in prima lettura da Palazzo Madama. Una riforma che, salvo ulteriori modifiche, di fatto esclude la presenza dei senatori della circoscrizione Estero, lasciando la rappresentanza dei nostri connazionali nel mondo alla Camera dei Deputati. Per approfondire le tematiche connesse a questi passaggi parlamentari, di sicura importanza
per il futuro della rappresentanza delle nostre comunità, abbiamo rivolto, al margine dell’incontro
che la Festa de l’Unità di Bologna ha dedicato alle politiche per i connazionali all’estero, alcune domande ad Eugenio Marino, responsabile Pd per gli italiani nel mondo.
Se i tempi parlamentari saranno rispettati gli italiani all’estero potranno votare per il rinnovo dei
Comites entro la metà di dicembre. Un risultato importante che però ha destato alcune perplessità
soprattutto per quanto riguarda la scarsità del tempo a disposizione dei nostri connazionali
all’estero per la preventiva iscrizione nelle liste di coloro che riceveranno il plico elettorale. Cosa ci
può dire in proposito?
I tempi per le elezioni dei Comites sono indubbiamente stretti, ma questa tempistica non è dovuta
alla politica del nostro partito o del nostro Governo. Siamo infatti di fronte ad un problema che
l’attuale esecutivo ha dovuto affrontare e risolvere, ma che è stato ereditato dai precedenti governi
che per tre volte hanno rinviato queste elezioni facendo logorare i nostri connazionali all’estero che
gratuitamente lavorano da dieci anni in questi organi di rappresentanza e per dì più senza risorse.
La legge prevedeva il termine del 2014 per l’indizione delle elezioni e per l’utilizzo delle relative risorse. Il Governo, la maggioranza e il Parlamento hanno lavorato con grandissimo sacrificio per raggiungere questo obiettivo, restituendo agli italiani all’estero la democrazia e quindi dignità di rappresentanza. Si sta cercando di fare tutto questo nel migliore modo possibile, anche portando avanti
un minimo di riforma per dare una risposta ai problemi che sono connessi al voto all’estero, come
ad esempio la dispersione delle schede che a volte finiscono in mani sbagliate.
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Ora è chiaro che questa novità dell’iscrizione preventiva dei connazionali alla lista elettorale comporterà delle difficoltà e probabilmente provocherà un abbassamento della percentuale delle persone che andranno al voto, ma sono tutti rischi che abbiamo calcolato. In ogni caso queste elezioni non
possono essere considerate come una cartina di tornasole della volontà degli italiani all’estero di
partecipare al voto, perché stiamo parlando di una realtà, quella all’estero, che non è raggiunta dai
media nazionali e a cui è difficile comunicare e far arrivare nuove informazioni rispetto ad un sistema elettorale che cambia e che per anni è stato utilizzato in un altro modo. Quindi è chiaro che nessuno può pensare che se si abbassa il livello di partecipazione al rinnovo dei Comites vuol dire che
non c’è un interesse degli italiani all’estero a votare. Sappiamo inoltre che una possibile riduzione
dei votanti potrebbe essere connessa al clima di disaffezione creato negli anni passati dal continuo
rinvio del voto. Questo Governo sta comunque affrontando la questione perché vuole dare il senso
del cambiamento e poi quelli che oggi saranno gli elettori dei Comites, andranno ad aumentare con
il passare del tempo.
Nell’ambito del dibattito alla Camera sul decreto Missioni potranno essere introdotti ulteriori miglioramenti atti a facilitare l’ampia partecipazione dei nostri connazionali all’estero alle elezioni
dei Comites?
Non è poi detto che non si trovino altre soluzioni, come ha ad esempio ricordato il senatore Tonini
nelle sue conclusioni alla tavola rotonda della Festa dell’Unità che si è appena conclusa.
Nei giorni in cui il provvedimento è in discussione nell’aula della Camera, cercheremo infatti di individuare quale possa essere la condizione migliore per garantire la partecipazione dei nostri connazionali alle elezioni dei Comites. Si potrebbe ad esempio prevedere, al fine di completare con più
calma le liste dei votanti, uno slittamento di qualche mese delle elezioni , dopo però aver stabilito
una nuova data certa per queste votazioni. Ma se risorse messe a disposizione dal Governo per le
elezioni andranno spese obbligatoriamente entro il 2014 questa ipotesi di slittamento non potrà esservi.
Durante l’incontro alla Festa dell’Unità di Bologna il senatore del Pd Tonini ha ventilato l’ipotesi
di un possibile recupero, nell’ambito della seconda lettura alla Camera della riforma costituzionale, della rappresentanza degli italiani all’estero anche al Senato. Si tratta di un semplice auspicio o vi sono reali possibilità?
E’ un auspicio e una possibilità perché questo argomento, che è stato oggetto di una discussione seria, non è stato in realtà mai cassato. Durante la fase di consultazione che avemmo con il ministro
per le Riforme Boschi chiedemmo infatti alla rappresentante del Governo di prevedere una presenza
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degli italiani all’estero anche al Senato, e non è che qualcuno escluse in maniera ideologica o aprioristica questa possibilità. Si è sempre ragionato sulla forma del nuovo Senato e sulle sue competenze. Se nel proseguo dell’iter parlamentare il Senato resterà, come è emerso dal primo passaggio
della riforma a Palazzo Madama, la Camera delle istituzioni territoriali che legiferano per il territorio è chiaro che la rappresentanza degli italiani all’estero in questo nuovo Senato non potrà essere
una presenza di competenza, perché non abbiamo delle istituzioni all’estero che legiferano su quel
territorio. In questo caso resterà solo la rappresentanza dei nostri connazionali alla Camera.
In un Senato non elettivo diventa infatti difficile trovare all’estero una formula di secondo livello
di rappresentanza. Se invece nel passaggio alla Camera della riforma costituzionale cambieranno,
rispetto alla discussione generale, alcune competenze del Senato e si introdurranno novità, in quel
caso si potrà ragionare anche sulla presenza di rappresentanti degli italiani all’estero.
Ma ripeto non è una esclusione a livello ideologico, riguarda le competenze che il nuovo Senato ha
rispetto ai territori.
(Goffredo Morgia—Inform)
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DEMOCRATICI NEL MONDO
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DEMOCRATICI NEL MONDO
MOGHERINI E DE BLASIO AL CONSOLATO DI PARK AVENUE, L’INTESA CONTINUA
di Barbara Gigante
Da La Voce di New York del 23 settembre 2014
Al ricevimento organizzato per la ministra degli
Esteri italiana, ospite speciale il sindaco di New
York Bill de Blasio, al suo
terzo incontro ravvicinato
con la futura responsabile
della politica Estera
dell'UE. Il primo cittadino elogia il Made in Italy
e promette che non mancherà all'Expo, Federica
Mogherini parla di elezione dei Comites e annuncia riforme per la scelta
dei direttori degli Istituti
di Cultura. Un’ottima intesa è ciò che lega la ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini a Bill De Blasio, sindaco di
New York dal cognome italiano ereditato dal ceppo materno. Bill si sente italiano e, arrivato per la
prima volta da sindaco al Consolato Generale d'Italia dove c'era un ricevimento per salutare la ministra, in città per la settimana della General Assembly alle Nazioni Unite, non manca di ribadirlo:
”Non posso ignorare da dove vengo, da dove vengono certe mie idee, una certa mentalità.
Dal profondo sud. Io sono un membro della comunità italoamericana a New York”.
Lo dice contento mentre mostra a tutti la cravatta Marinella, di manifattura napoletana, ricordando
l’alta moda come simbolo del made in Italy. Nei ringraziamenti complessivi la Mogherini aveva invece preferito il cibo, e ad un certo punto aveva sottratto il microfono alla Console, mentre tentava
di introdurre e passare la parola al sindaco, per parlare dell'Expò.
Del resto, De Blasio ha a sua volta promesso la partecipazione all’Expò di Milano, dedicato al cibo
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e perciò ben collocato su terreno italico.
Sempre in grado di dominare la lingua, la Mogherini ha tenuto il suo discorso quasi interamente in
inglese. Subito in quarta: "Mi rendo conto di aver visto negli ultimi mesi il sindaco di New York più
volte di quello della mia città". E comincia lo scambio di intensi sorrisi ricambiati da Bill.
Oltre ai canonici ringraziamenti rivolti alla comunità italiana in America e all’esportazione di certi
nostri valori, la ministra affronta due temi che le stanno particolarmente a cuore.
Per parlarne torna all’italiano. Il primo punto riguarda i COMITES ovvero l’elezione del Comitato
degli Italiani all’Estero. “Abbiamo mantenuto l’impegno di convocare le elezioni entro il 2014” - dichiara Mogherini - “Si terranno il 19 Dicembre, con un sistema nuovo che sappiamo richiederà uno
sforzo di comunicazione, ma credo che sia molto importante aver mantenuto quell’impegno".
Le elezioni si terranno, questo è certo, ma non sono mancate polemiche e messe in discussione della
procedura adottata.
La seconda questione, affrontata dalla ministra degli Esteri nella sua lingua madre, riguarda invece
la nomina del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura o meglio l’apologia della latenza nella sua
nomina: “Ho preso un po’ di tempo per decidere. Ho studiato la commissione e capito che bisognava includere anche altri Ministeri. Non so se sarò io a proclamare il nuovo direttore o chi mi succederà, ma credo sia importante ribadire che abbiamo formato un sistema basato sul merito e la trasparenza”. In sostanza, un direttore dopo mesi di vuoto ancora non c’è, ma se le riforme metodologiche sulla sua elezione lo impongono, per scopi di trasparenza, poco male.
Qualche momento un po’ goffo e tanti complimenti sono il riassunto dell’incontro, che stampa e ospiti selezionati della comunità italiana a New York hanno avuto l’opportunità di seguire.
De Blasio sembra avere sconfinata fiducia nella ministra Mogherini.
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Non manca di elogiarla a più riprese e in merito alla nomina di Alto Rappresentante per la Politica
Estera e la Difesa, ricevuta dall’UE non senza fatica, e quindi le dice sorridendo: “Sei vittima del tuo
stesso successo”. Intende, probabilmente, la proporzione tra la difficoltà dell’incarico quasi pari a
quella di riceverlo, dal momento in cui mettere d’accordo teste così diverse in Europa implica uno
sforzo di diplomazia non indifferente. Ci Crede Bill, che le ha portato fortuna, regalandole, al loro
primo incontro, un ciondolo Tiffany a forma di mela, ricordato affettuosamente dalla ministra.
“L’ho tenuto nel mio ufficio alla Farnesina e adesso me lo porto in Europa”.
De Blasio è a casa sua e si vede, sa quali corde far vibrare per lasciare a tutti un ricordo luminoso di
sé. “Sono pronto” - scherza in lingua italiana quando sta per riprendere la parola.
E prima che gli ospiti possano gustarsi un calice di prosecco, accompagnato da parmigiano doc, ricorda come la globalizzazione significhi non solo iperconnettività, ma anche condivisione di valori:
“Adesso le nostre connessioni sono più profonde”.
Di politico solo un augurio, quello di risolvere la difficile situazione migratoria.
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24 SETTEMBRE 2014. N° 9
OLTRE IL BORDO DEL PIATTO
COMITES.
LA VOCE DI CHI CI LAVORA
Vista l’imminenza delle elezioni per il rinnovo dei Comites, stavolta rinuncio a pontificare in prima
persona e lascio la parola alla vita reale. Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco di
Baviera ha gentilmente accettato di farsi intervistare sulla sua esperienza. Eccola!
L’annuncio del rinnovo dei Comites ha suscitato parecchi commenti negativi. Uno soprattutto:
sono inutili. Secondo te è vero?
Dipende da come il presidente ed i consiglieri di ciascun Comites vogliono far funzionare il proprio
Comitato. Possono essere inutili, ma possono essere anche molto, molto utili ed importanti. Faccio
un esempio dalla storia del nostro Comites. Quando la Germania modificò nel 2000 la propria legge
sulla cittadinanza, ammettendo in alcuni casi la doppia cittadinanza, la Baviera dette della legge
un’interpretazione restrittiva e per qualche anno rifiutò di riconoscere questo diritto ai cittadini di
alcune comunità - fra queste gli italiani - ai quali la cittadinanza tedesca veniva concessa solo se rinunciavano a quella di origine. Fummo noi del Comites a presentare nel 2004 il problema al Consolato e ad ottenere il loro aiuto per portare la questione a livello governativo, muovendoci parallelamente nei confronti del mondo politico tedesco, con contatti diretti ad ogni livello. Il ministero degli
Interni italiano modificò un vecchio decreto del 1994 per superare alcune osservazioni critiche del
governo bavarese, il quale alla fine si disse disposto a rivedere la sua decisione se l’Italia avesse fornito esempi di cittadini tedeschi residenti in Italia che avessero ottenuto la cittadinanza italiana senza dover rinunciare a quella tedesca. Di nuovo il Comites ed il Consolato si misero in moto, gli esempi furono trovati e la Baviera riconobbe anche agli italiani il diritto alla doppia cittadinanza.
Ma il consolato non avrebbe dovuto attivarsi di sua iniziativa?
Consideri che la presa di posizione del governo regionale bavarese era la decisione interna di una
regione - un Land - della Germania, addirittura in contrasto con la prassi adottata dagli altri Länder:
come avrebbe potuto muoversi il Consolato, se qualcuno non avesse segnalato il caso, rendendo nota questa decisione politica discriminatoria? Il Consolato si è mosso a livello ministeriale e diplomatico, ma solo il Comites aveva la rappresentatività ed il ruolo adatto per fare pressione anche attraverso i politici tedeschi più sensibili, ai vari livelli.
Come mai invece il Comites lo sapeva?
Per la natura stessa del Comites. I suoi membri vengono dalla comunità italiana locale della quale
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conoscono le persone, le loro attività ed esigenze. Il contatto è diretto e le informazioni girano alla
svelta. In particolare in questo caso fu un patronato a segnalarmi il caso.
Quindi i Comites non sono, come si sente spesso dire, dei doppioni di altre istituzioni come Consolati e Istituti Italiani di Cultura.
No, perché i ruoli sono diversi.
I Comites rappresentano la comunità, sono (cito la legge) “l’organo di rappresentanza degli italiani
all'estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari” e “cooperano con l'autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani”. Se vogliamo fare un paragone,
per quanto improprio, sono una sorta di Consigli comunali o regionali.
I Consolati rappresentano lo Stato italiano, soprattutto dal punto di vita amministrativo. Se vogliamo proseguire nel paragone improprio, sono una specie di Prefettura.
Gli Istituti Italiani di Cultura devono promuovere “la diffusione all'estero della cultura e della lingua italiane, per contribuire allo sviluppo della reciproca conoscenza e della cooperazione culturale
fra i popoli” e le loro attività sono quindi prevalentemente indirizzate alle istituzioni, alle organizzazioni ed ai cittadini dei Paesi stranieri in cui operano.
Tornando all’esempio dell’azione condotta per garantire la doppia cittadinanza agli italiani in
Baviera, ci sono stati altri effetti legati alla vostra iniziativa?
Sì, uno molto importante: si è avviato un contatto diretto sia con le autorità tedesche sia con i partiti
del paese, che si è molto sviluppato negli anni. Segnalo con piacere che Beate Merk (Ministro per gli
Affari Europei del governo bavarese) e Joachim Herrmann (Ministro agli Interni, Edilizia e Trasporti
nello stesso governo) mi hanno scritto quest’anno affermando di aver trovato nel Comites un interlocutore nella comunità italiana che finora era mancato. Non a caso fra il 2007 ed il 2009 il Governo
Federale mi ha chiesto di partecipare alla stesura del suo programma per l’integrazione (Nationaler
Integrationsplan), dal 2009 partecipo al "Runder Tisch für Integration" del Ministero bavarese della
Pubblica Istruzione e la consigliera Miranda Alberti – responsabile della Commissione Scuola del
Comites – fa parte del gruppo di lavoro "Bayerischer Integrationsrat" promosso dal sottosegretario bavarese per l’integrazione.
A parte la soddisfazione per l’apprezzamento dimostratovi, perché il contatto con partiti e istituzioni locali è da considerare importante?
Semplice: perché quando si vive in un paese, le decisioni delle istituzioni di quel paese – governo,
regioni, comuni – toccano tutti quelli che ci vivono, indipendentemente dalla loro nazionalità. Chi si
autoesclude non può lamentarsi se poi le sue esigenze non arrivano alle istituzioni.
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I Comites possono e debbono essere i portavoce delle comunità italiane presso le amministrazioni
dei paesi nei quali queste vivono.
Meglio ancora sarebbe se a questo si aggiungesse un impegno diretto dei nostri connazionali nella
vita politica dei luoghi dove risiedono. A partire dalla partecipazione alle elezioni amministrative
locali, fino all’ingresso nei partiti tedeschi, in tutti i partiti (purchè fedeli alla Costituzione ed
all’Europa): ed anche questa è una campagna di sensibilizzazione che il nostro Comites porta regolarmente avanti da anni.
Questo ci porta ad un’altra critica che molti rivolgono ai Comites: quella di essere dei trampolini
di lancio per persone che vogliono fare carriera politica
Questo in certi casi è vero, ma non si capisce perché debba essere considerato un fattore negativo.
Chi vuole impegnarsi in politica deve comunque scegliere un campo d’azione dal quale iniziare.
Può trattarsi delle organizzazioni di partito, del sindacato, dell’associazionismo sociale o culturale.
Perché non fare lo stesso partendo dai Comites?
Di fatto noi incoraggiamo apertamente la partecipazione alla vita politica del paese in cui viviamo.
L’importante è che l’impegno nel Comites e nella politica sia serio e svolto a vantaggio dell’intera
comunità e non solo della propria ambizione o del proprio interesse personale.
Ma allora, visti questi aspetti positivi, perché i Comites ricevono tanti commenti così poco lusinghieri?
Difficile dare una risposta esauriente. Probabilmente un motivo è che esistono anche membri di Comites che vedono questa istituzione non come un luogo di confronto costruttivo e propositivo, ma
un’arena per protagonismi, polemiche e litigi personali. E si sa, gli esempi negativi fanno notizia, il
lavoro fatto bene invece tende ad essere invisibile. Un altro possibile motivo è che la composizione
delle comunità italiane all’estero è cambiata rispetto a com’era negli anni ’60, quando nacquero i primi Comites.
Vale a dire?
Beh, a quel tempo anzitutto si emigrava solo per necessità e con l’intenzione di tornare prima o poi a
casa. L’integrazione nel paese ospitante non era una priorità. In secondo luogo, l’assistenza che gli
italiani all’estero richiedevano era soprattutto in campi come la protezione nei rapporti di lavoro o
la gestione di situazioni di discriminazione.
Oggi invece vanno all’estero anche laureati che lavorano per le multinazionali, studenti che fanno
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l’Erasmus e finiscono col rimanere, liberi professionisti che fondano attività imprenditoriali.
Non che i problemi di chi emigra per necessità siano scomparsi, ma a questi si è aggiunto un nuovo
pubblico per il quale i Comites dovranno sviluppare una nuova offerta.
Sviluppare nuove proposte e mandare avanti le attività correnti: non è chiedere un po’ troppo a
chi dopotutto per il lavoro nei Comites non viene retribuito?
In effetti è un’attività che richiede un bel po’ d’impegno, ma il vero problema non è la questione retributiva: è meglio che l’impegno nei Comites resti volontario. Tra le cose che servirebbero c’è un
maggiore supporto esplicito da parte della nostra Amministrazione affinchè i Comitati siano sempre
più riconosciuti dalle autorità locali come i rappresentanti degli italiani. E poi occorre un regolare e
puntuale rinnovo dei Comitati (ricordo che gli attuali operano in regime di proroga dal 2009!). Le
elezioni a regolare scadenza consentirebbero di dare all’impegno personale una durata ragionevole
e quindi gestibile, mentre un sostegno ufficiale da parte governativa ci darebbe maggiore visibilità e
autorevolezza nei rapporti con la politica e le istituzioni dei paesi nei quali operiamo.
Allora, visto il bilancio senz’altro positivo del tuo lavoro, ti ricandidi, no?
Mi vuoi morto? No, scherzo: non mi ricandido un po’ perché 10 anni (quasi 11) sono tanti, ma soprattutto perché ora vorrei concentrarmi sull’attività negli organismi tedeschi di cui faccio parte
(oltre al "Runder Tisch für Integration" del Ministero bavarese della Pubblica Istruzione, anche il Consiglio per l’Integrazione del comune in cui vivo, Garching) e nella SPD. Ma anche perché è ora che i
Comites si rinnovino anche nel personale. Abbiamo già detto che un adeguamento ai tempi è diventato necessario, quindi cominciamo con il far entrare gente nuova ed idee fresche.
Ora che il rinnovo è alle porte, spero che la partecipazione alle elezioni sia la più ampia possibile
a auguro ai futuri membri in bocca al lupo e buon lavoro!
INTERVISTA DI CARLA CIARLANTINI-KRICK
PD CITTADINI NEL MONDO
Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero
a cura dell’Ufficio PD Italiani nel mondo
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