E - CAI Modena
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TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 3 - GIUGNO/LUGLIO/GOSTO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa. Nuovo Consiglio Direttivo Inaugurata la sede dei Soci del Frignano È stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo Sezionale, per il triennio 2011-2013. Nell’immagine, da sinistra i Consiglieri: Fabio Fulgeri, Giordano Chiodi, Enrico Pinelli (Tesoriere), Andrea Trenti, Giuliano Cavazzuti (Presidente), Remo Dai Prà (vice Presidente), Andrea Gasparini, Mauro Barbieri e Giancarlo Ranuzzini. UNIONE SOCIETA’ CENTENARIE MODENESI Premio “Fedeltà e Solidarietà” alla nostra Sezione Domenica 8 maggio, all’interno della 73° Fiera campionaria di Modena, la nostra Sezione è stata invitata a ritirare il premio “Fedeltà e Solidarietà”, in occasione del quindicesimo anniversario dalla fondazione dell’Unione Società Centenarie Modenesi (USCM), di cui la nostra Associazione è stata co-fondatrice insieme alle Società: Panaro, Fratellanza, Naturalisti e Matematici, del Sandrone, Fiere e Cavalli, Tiro a segno, Colombofili, Corale Rossini e Mutuo Soccorso. La Delegazione del Club Alpino era formata da Andrea Trenti, il più giovane (classe 1990) tra i membri da poco eletti nel nostro Consiglio Direttivo e 4 ragazzi dell’Alpinismo Giovanile; a consegnare loro la targa dell’anniversario è stato l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Modena Daniele Sitta che si è complimentato con i nostri ragazzi. Il nostro Alpinismo Giovanile anche in questa occasione, ha saputo “distinguersi” ottenendo tra le varie considerazioni, un notevole apprezzamento da parte del pubblico, specie per il distacco anagrafico evidente tra la nostra Delegazione e quella delle altre Società formate per lo più dai Soci fondatori dell’USCM. Alla consegna del riconoscimento, una bella targa che riporta in cornice tutti i loghi delle attuali Società Centenarie, ora più di trenta, è stata posta una domanda da parte della conduttrice Sig.ra Anna Rosa Ansaloni, sulle attività, gli scopi ed i numeri della nostra Associazione, in particolare dell’Alpinismo Giovanile che tanta curiosità ha suscitato, questa è stata la risposta dei nostri ragazzi che qui in breve riportiamo: “La Sezione del CAI di Modena ha visto la nascita nel 1875, pochi anni dopo l’unità d’Italia, da sempre i suoi soci con spirito di servizio si sono messi a disposizione della collettività e della Sezione per attività divulgative e di tutela nei confronti della montagna, specie del nostro Appennino Modenese.” [...] “L’Alpinismo Giovanile nasce a Modena nel 1987 è diventato uno dei più attivi a livello nazionale, sia per numero di soci giovani, sia come quantità e qualità delle attività che nei vari corsi, escursioni e soggiorni vengono portate avanti da venticinque anni. La Scuola di Alpinismo Giovanile nella nostra Sezione accompagna i giovani lungo tutto il loro cammino scolastico, dalla prima elementare, quando il bambino comincia a muovere i primi passi in montagna, a conoscerne gli animali, a prendere famigliarità con questo affascinante ambiente, fino all’uscita dalla scuola superiore, quando il giovane ormai uomo ha ormai conoscenze approfondite ed un esperienza tale da renderlo autonomo nelle attività e in grado di accompagnare altri ragazzi o adulti, con sicurezza e competenza all’interno del territorio montano. [...] La nostra Sezione in questi 136 anni ha fatto molta strada e non solo sui sentieri di montagna e questo A.G. così numeroso e preparato è sicuramente un appiglio sicuro per il nostro Sodalizio che pur venendo dal passato guarda ed investe accuratamente nel futuro.” Al termine della cerimonia, accompagnata dagli applauditissimi giovani delle Voci Bianche della Corale G. Rossini (corale che ha visto crescere al suo interno la figura di Luciano Pavarotti), i nostri ragazzi sono stati avvicinati da diversi interessati alle attività sezionali e da alcuni ex Soci, che ormai anziani, riportavano alla mente i vecchi ricordi appassionati del loro passato sodalizio con la nostra Sezione. A.T. Sabato 9 aprile, a Pavullo, alla presenza di una trentina di soci del Frignano, dei Consiglieri del Comune di Pavullo Antonio Parenti e Giuliano Ferrari, del Presidente del Consiglio Comunale Gian Luca Vignali, del Sindaco Romano Canovi e del Presidente della Comunità Montana del Frignano Luciana Serri è stata inaugurata la Sede dei Soci del Frignano del CAI di Modena. Nelle foto il Presidente della nostra Sezione Giuliano Cavazzuti, a fianco del Sindaco e del Presidente della Comunità Montana, nel ringraziare le autorità del Comune di Pavullo, ha illustrato a tutti i convenuti le attività svolte dalla Sezione di Modena a farore dell’Appennino Modenese. Al Socio Ovilio Fontana, decano dei soci del medio Frignano, l’onore del taglio del nastro tricolore. Via Ricchi, 3 (ex macello) Pavullo nel Frignano Orario di apertura il mercoledì dalle 20.30 alle 23.00 All’interno: 26° Corso di Escursionismo pag. 2 Chiusura estiva della sede pag. 3 I Soggiorni dell’Alpinismo Giovanile pag. 7 Il Soggiorno del Segnatore pag. 9 Risultati del Concorso Fotografico La Via Carla pag. 9 pag. 10 26° Corso di Escursionismo CAI ES CU R SIONISMO Dove migliorare la nostra esperienza escursionistica? ...ovviamente partecipando ai corsi del C.A.I. - Modena L’estate si avvicina ed è tempo di riappropriarci del nostro zaino, di spolverarlo e di togliere i vari rimasugli rimasti dentro dalla passata stagione. È anche tempo di progetti e di valutazioni che si fanno guardandosi intorno e di pensare a ciò che possiamo imparare dai nostri errori e da quelli di altri, della serie: cosa avrei fatto se mi fossi trovato io in quel frangente, avrei saputo superare quel tratto, avrei saputo rapportarmi meglio con i compagni di gita ecc. E allora perché non superare ogni dubbio e ogni perplessità con un tocco di bacchetta (pardon.. bastoncino magico)? Semplice dirlo ma semplice anche farlo partecipando ai famosi corsi di escursionismo del C.A.I di Modena. Diciamo corsi perché anche quest’anno si terranno sia a Modena e sia nell’appena inaugurata sede di Pavullo ottenuta dalla collaborazione tra i volontari di Modena, Pavullo e dell’intero comprensorio del Frignano. Il corso è stato posticipato a fine estate (così abbiamo tempo di allenarci e di raccogliere in un piccolo quaderno tutti i dubbi e la voglia di miglioramento e di conoscenza che si nasconde sempre in ognuno di noi). A settembre allora si parte, belli carichi e pronti a trovare tutte le risposte ai nostri quesiti. Dalla preparazione dello zaino, alla cartografia e sentieristica; dalla meteorologia all’orientamento; dalla preparazione di una escursione, al superamento dei tratti attrezzati in tutta sicurezza. E se poi non ci basta, potremo cimentarci con una preparazione di una escursione assieme a un gruppo di colleghi, e allora lì ognuna metterà la sua esperienza, la sua saggezza o semplicemente la sua voglia di mettersi alla prova sapendo che nessuno sarà bocciato perché semplicemente dobbiamo solo divertirci e migliorare ciò che già sappiamo e imparare ciò che non sappiamo avendo come obbiettivo: UNA FREQUENTAZIONE SICURA E CONSAPEVOLE DELLA MONTAGNA. La presentazione del corso sarà fatta il giorno 6 luglio a Modena e il giorno 5 luglio a Pavullo. In quella sede sarà illustrato nel dettaglio il programma e saranno esposte le modalità di iscrizione. E allora bando alle paure e tutti pronti, zaino in spalla, bussola e cartina in mano! (P.S. spargete la voce perché più siamo e più ci divertiamo). Giancarlo Ranuzzini Modena Pavullo Programma mer 6/7 Presentazione del corso mar 5/7 mer 7/9 l.t. Abbigliamento, Equipaggiamento e preparazione dello Zaino mar 6/9 ven 9/9 l.t. Cartografia - Topografia - Sentieristica ven 9/9 dom 11/9 Monte Purga (Lessini) dom 11/9 gio 15/9 l.t. Orientamento - Comportamento in rifugio mar 13/9 sab 17 e dom 18/9 La Valle de La Mare (Alta Val di Sole) sab 17 e dom 18/9 gio 22/9 l.t. Pericoli in Montagna, Primo soccorso, Soccorso Alpino mar 20/9 gio 29/9 l.t. Meteorologia-Sentieri attrezzati dom 2/10 Cima Rocca (Riva del Garda) dom 2/10 gio 6/10 l.t. Programmazione di un’escursione e di un Trekking mar 4/10 lun 10/10 l.t. Responsabilità civile e penale in Montagna lun 10/10 gio 13/10 l.t. Revisione compiti mar 11/10 sab 15 e dom 16/10 Le Grigne (Lecco) sab 15 e dom 16/10 gio 20/10 l.t. Il CAI e le sue attività gio 29/9 gio 20/10 COMMISSIONE ESCURSIONISMO CAI ES CU sabato 2 e domenica 3 luglio Ferrata Mario Minonzio (EEA) Ferrate nella Stubai Alpen (EEA) (Austria) Eccoci anche quest’anno ad affrontare le vie ferrate delle prealpi lecchesi. L’obiettivo del 2011 è puntato sullo Zuccone Campelli e la Ferrata Mario Minonzio. Lo Zuccone Campelli si presenta, raggiunto i Piani di Bobbio, come un maestoso anfiteatro di roccia calcarea. La via ferrata percorre le creste, risale e ridiscende le guglie e le pareti verticali che collegano lo Zucco di Barbisino, il Dente Campelli e lo Zuccone Campelli con un percorso assai vario e sempre ottimamente attrezzato fino alla croce di vetta posta ai 2173 metri della cima da cui, con sentiero dapprima su cresta erbosa e poi attraverso un ripido canalone detritico, di nuovo ai Piani di Bobbio. D.G. Vito Tucci sabato 9 e domenica 10 luglio Croda del Becco (E) (Dolomiti di Braies - Sennes) Il Parco Naturale ”Fannes-SennesBraies”, situato fra la Valle di Marebbe, la Val Badia e Ampezzo è luogo ricco di storia e leggende. Una serie di vasti e movimentati altipiani a 2000 metri di quota, circondati da ripide vette che superano i 3000, caratterizza questo territorio che pur essendo circondato da centri turistici di richiamo mantiene un ambiente selvaggio e incontaminato. Regno di aquile, stambecchi, camosci e marmotte è una meta accessibile e frequentatissima anche grazie alla presenza di numerosi rifugi. Il nostro percorso si sviluppa nel punto più a nord- ovest del parco al confine con il Parco naturale delle Dolomiti e più precisamente sul Sas de la PortaCroda del Becco che si presenta come uno splendido balcone sulle montagne venete e altoatesine. L’itinerario prende 2 R SIONISMO domenica 19 giugno avvio dal notissimo lago di Braies (1489 m) per poi farvi ritorno dopo un lungo e vario giro ad anello che raggiunge la sua massima quota al Rifugio Biella (2327 m). I nostri passi percorreranno inizialmente l’Alta Via n. 1 delle Dolomiti in un ambiente prima verde e boscoso, e dopo un sentiero ricco di serpentine, ed il superamento di un salto roccioso, arido e pietroso. Per i più esperti, sarà possibile la facoltativa salita in vetta alla Croda del Becco (2810 m), percorso attrezzato nei punti più esposti con un breve tratto di corda fissa, dalla cui Croce di Vetta improvvisamente appare un panorama che letteralmente toglie il fiato: come un flash 1440 metri sotto di noi la cima si specchia nel verdissimo lago di Braies; laggiù, ai nostri piedi, meraviglioso. D.G. Paola Miolato Le Alpi dello Stubai, gruppo delle Alpi Retiche Orientali, si collocano a sudovest di Innsbruck. Costituita principalmente da gneiss sono caratterizzate da un gran numero di cime oltre i 3000 metri tra cui il monte Habicht (3277 m), Schrankogel (3497 m), Wilder Freiger (3418 m) ed il Pan di Zucchero che con i suoi 3507 metri rappresenta la cima più alta del gruppo. Gli estesi ghiacciai costituiscono da sempre un vero e proprio paradiso per alpinisti e scialpinisti anche se nel corso degli ultimi anni un grande sviluppo è stato dato agli itinerari per le due ruote con circa 230 km di percorsi dedicati da Innsbuck verso le vallate limitrofe ed ai percorsi escursionistici con itinerari di varie difficoltà; la più famosa è l’alta via “Stubaier Hohenweg”, sentiero lungo quasi 120 chilometri che collega ben otto rifugi. Seguendo le orme del nostro Alpinismo Giovanile che ci ha preceduto negli scorsi anni, partendo da Neustift e raggiunta la Karalm a quota 1747 per sentiero raggiungiamo il Rifugio Innsbrucker (2369 m) che sarà la nostra base per percorrere alcune delle numerose vie ferrate presenti nella zona. I percorsi, visto la recente costruzione, hanno come caratteristica l’abbondante utilizzo di attrezzatura artificiale (fittoni, pioli, scalette...) e generalmente risalgono pareti e affilate creste fino a raggiungere la cima. La domenica sarà un po’ più impegnativa in quanto dal rifugio riscenderemo alla Karalm e risaliremo il versante opposto fino a quota 2335 da dove, percorrendo la Elfer Klettersteig, raggiungeremo la Elferspitze (2505 m) per poi ridiscendere per sentiero fino alla stazione a monte della funivia di Neustift con la quale raggiungiamo il pullman per il ritorno a casa. La gita è abbinata al Corso di Ferrate e pertanto i posti disponibili sono limitati. Le iscrizioni sono aperte a partire dal 1 giugno in Sede fino al raggiungimento del numero massimo previsto. A.E. Enrico Pinelli sabato 16 e domenica 17 luglio Valgrisanche (E) (Val d’Aosta) L’escursione si sviluppa nella alta Val Grisanche, posta alla destra orografica della Dora Baltea, al confine ovest con la Francia. Inizieremo dalla frazione di Bonne (1800 m) risaliremo il versante destro della Dora di Valgrisanche (il primo tratto attraverso boschi) sino ad incrociare l’alta via N°2, proseguiremo poi sino alla testata del vallone che conduce a Col Fenetre e raggiungeremo il rifugio L’Epee (2373 m). Depositati i materiali per la notte, proseguiremo per Col Fenetre (2875 m) da dove è possibile ammirare l’intero arco alpino dal Gran Paradiso al gruppo del Monte Bianco. Domenica partiremo dal rifugio in direzione sud/ovest, percorrendo il sentiero sino alle baite di Mont Fortciaz poi scenderemo rapidamente, attraverso un secolare bosco di larici (numerati per diametro), raggiungeremo il fondovalle a Surrier (1800 m) da dove inizieremo a salire il fianco sinistro della valle, poi il vallone sino a raggiungere il Lago San Grato (2461 m); dopo pranzo percorrendo poi un panoramico sentiero, con vista sui ghiacciai che chiudono la valle, raggiungeremo prima le baite Arp Vielle poi scenderemo verso frazione Bonne dove ci attenderanno le auto. D.G. Ivano Boni, Romano Ferraguti sabato 23 e domenica 24 luglio Adamello: via normale (A) “Viste da vicino sono quasi degli scogli di ghiaccio, ma da lontano appaiono come nobilissime montagne che precipitano con grandi pareti racchiuse tra due ghiacciai sulle selvaggi valli che salgono fino ai loro piedi...”. Così descriveva Douglas William Freshfield nel 1865 il gruppo Adamello con la sua cima di 3539 metri e con le altre cime importanti come il Carè Alto (3462 m), Crozzon di Lares (3354 m), Monte Fumo (3418 m) e le tante altre che superano i 3200 metri. Il primo a salire l’Adamello fu il boemo Julius von Payer con la guida Giordano Botteri il 16/9/1864 seguito da Freshfield con il famoso Tuckett nel luglio del 1865. Diverse sono le vie di salita a seconda della valle da cui si parte. I primi salitori scelsero la Val Genova, mentre un’altra via molto seguita è quella che dal rifugio Giuseppe Garibaldi (2550 m) sale al Passo Brizio (3147 m) e che, passando sotto la vetta del Monte Falcone, raggiunge le Roccette sotto la vetta e che sarà la via che noi seguiremo. Da Temù si prende la Val d’Avio fino a Malga Caldea (1584 m) dove si parcheggia. E da dove per sentiero si sale al rifugio Giuseppe Garibaldi in 4 ore. Il secondo giorno si raggiunge l’altro versante del Lago del Venerocolo dove si prende il sentiero 11 che conduce ai piedi di una ferrata che in 20 minuti sale al Passo Brizio (3149 m). Scesi sulla Vedretta del Mandrone si sale lungo il margine del ghiacciaio fino a raggiungere la cresta che porta al Passo degli Italiani, dal quale si accede al Pian di Neve. Stando sempre in quota si passa sotto la vetta del Monte Falcone per arrivare ai piedi delle Roccette che conducono con passaggi di I e II grado alla vetta. La discesa avviene lungo lo stesso percorso. Il dislivello totale dell’escursione è di 2000 metri suddivisi nei due giorni. Il secondo giorno si devono calcolare, oltre ai 1000 metri di salita, i 2000 di discesa per raggiungere la macchina. D.G. Enrico Pinelli CHIUSO PER FERIE La sede resterà chiusa per ferie, dal 6 al 22 agosto compresi. Consigliamo di affrettarsi ai soci che vogliono rinnovare la quota sociale prima della partenza per le vacanze estive in montagna. Anche per chi socio non lo è ancora, è aperta l’iscrizione per poter godere dei benefici dell’essere socio del C.A.I., come gli sconti presso i rifugi del Sodalizio, il rimborso spese per gli interventi del Soccorso Alpino e tanto altro. Buone vacanze e buona montagna a tutti!!! domenica 11 settembre Ferrata Monte Contrario (EEA) (Alpi Apuane) È una nuova ferrata costruita nel 2002 nel comune di Massa e supera un paretone di 700 metri di sviluppo. È la più lunga e impegnativa delle Alpi Apuane. Per gli abitanti di Forno, paese più vicino, è il Monte degli Albergni ma per i pastori locali era il Monte Contrario perchè si inserisce nella linea spartiacque apuana con un andamento diverso da quello delle altre montagne, appunto “contrario” perchè perpendicolare alla linea del crestone principale. La sua peculiarità sta nella parete sud-ovest: un impressionante salto di quasi 700m. Da Massa si va al paese di Forno di Massa e da qui in località Case di Biforco (376 m). L’avvicinamento alla ferrata dura circa 2 ore e si procede prima su strada sterrata poi su sentiero ripido al di sopra del Canale degli Alberghi fino a un vecchio edificio, ricovero degli operai che estraevano il marmo nelle cave della zona e da dove ci appare la maestosa parete sud-ovest del Monte Contrario. L’attacco della ferrata è a quota 1050 metri e si svolge in prevalenza su placche sempre più inclinate man mano che si sale, anche se l’esposizione non è mai eccessiva. Si deve quindi procedere molto in aderenza, sfruttando il cavo (e le braccia) solo nel tratto finale. La salita, di 600 metri, richiede circa 2 ore e 30. La via termina a quota 1645 metri per cui il dislivello totale è di circa 1300/1400 m. Per la discesa si prosegue verso ovest fino al sentiero 186 e alla Finestra del Grodilice (1750 m) e in discesa fino alla Foce di Navola (1237 m) ed alle Capanne di Navola. Si percorre una vecchia via dilizza da seguire in discesa (la via dilizza è un percorso in discesa coperto di detriti sui quali scorreva una slitta “Lizza” di legno che, scivolando su assi insaponate, trasportava a valle i blocchi di marmo) fino alla strada asfaltata che conduce alla strada percorsa all’andata. L’escursione in totale dura 9 ore, il dislivello è +/-1300 m e richiede un impegno fisico da non sottovalutare. A.E. Enrico Pinelli 3 domenica 11 settembre Monte Purga (E) (Lessinia) La Lessinia, zona geografica delle Prealpi Vicentine, è chiusa a nord dal gruppo montuoso del Carega, delimitata a sud dal fiume Adige e ad est e ovest dalle valli Leongra e Lagarina. La sua etimologia significa (terra usata e preparata per i pascoli) e nel nostro cammino vedremo come siano ancora evidenti i segni di questa attività che sopratutto in passato è stata di vitale importanza per la popolazione, ancora oggi insieme alla lavorazione del marmo rosso e ad un turismo proveniente da oltre confine, è la principale forma di sostentamento economico. In forte crescita è il turismo legato alla natura e al Birdwatching. Degni di nota sono sicuramente gli importanti ritrovamenti fossili, archeologici e le testimonianze rurali ed etnografiche della cultura Cimbra. Il monte Purga 925 m, meta della nostra escursione, è di origine vulcanica e su di esso già dal 1000 A.C. sembra esistessero tracce di insediamenti abitativi a fortificazione. Se il meteo lo permetterà, dalla cima, potremo ammirare le più famose vette del monte Baldo e di Cima Carega. D.G. Giordano Chiodi GRUPPO SENIORES OVER 50 sabato 18 e domenica 19 giugno sabato 3 e domenica 4 luglio Valle del Lavazzè - Laghetti Grumi (EE) Giro dei rifugi della Val Solda (EE) (Val di Non) La Val di Non è la più ampia valle del Trentino, sorge nel cuore occidentale della regione ed è ricca di boschi, corsi d’acqua e soprattutto di meleti, grazie ai quali il suo nome è famoso in tutta Europa. Alla vista si presenta come un immenso altipiano verde e soleggiato percorso da torrenti e ruscelli che hanno scavato per millenni la roccia formando quell’insieme di gole, cascate e burroni grazie ai quali essa è oggi conosciuta come “La Valle dei Canyon”. Al centro, il lago di Santa Giustina, cuore pulsante del territorio, attira con la sua imponente superficie lo sguardo del visitatore, mentre tutto intorno il territorio è delimitato da dolci rilievi mai troppo impervi: la catena delle Maddalene a nord con i suoi incantati panorami d’alpeggio e le rocciose Dolomiti di Brenta nella parte sud-ovest. Il comune di Rumo, tra il bacino del Noce e la Val d’Ultimo, in Alto Adige. Rumo è costituito da numerose piccole località nell’alta Val di Non a Ovest del Rio Pescara, il territorio comunale è attraversato dal Rio Lavazzè da cui prende il nome la piccola valle Lavazzè, profondamente incavato e pittoresca è attorniata dal gruppo delle Maddalene, tra cui spiccano la cima degli Olmi/Ilmenspitze e il monte Ometto/Mandelspitze, mentre le frazioni sono adagiate su pendii pittoreschi ad un’altitudine intorno ai mille metri. A pochi chilometri da Rumo si trovano due percorsi importanti, il “Canyon Rio Sass” e il “Parco Fluviale Novella”, si possono visitare accompagnati da esperte guide che illustrano le bellezze e le particolarità naturalistiche del territorio, mentre altre escursioni possono essere intraprese liberamente, come i Laghetti di Grumi, o la via delle Malghe. D.G. Remo Dai Prà Solda è un nome dall’origine misteriosa, ma probabilmente deriva da un’espressione celtica con significato di “piccola palude”: infatti, secondo studi naturalistici in questa zona era effettivamente presente una palude. La località di Solda occupa una delle valli più alte delle Alpi Orientali essendo abitata dai 1880 ai 1920 metri di altitudine. La valle è circondata a Est, Sud e Ovest da ghiacciai dell’Ortles che contribuiscono a rendere piuttosto rigido l’Inverno, anche perché il massiccio montuoso limita la durata dell’irradiazione solare alle sole ore mattutine nella stagione fredda. L’Ortles è tra tutte le montagne del Tirolo, la più imponente e affascinante tant’è che chiunque scalatore ama e rimane estasiato dalla sua magnificenza. Il primo che toccò la cima dell’Ortles fu Josef Pichler il 28 settembre 1804. Da quel giorno s’intensificarono le ascensioni fino a scoprire la via più facile per arrivare alla vetta. Trovata e tracciata fu chiamata Cresta Tabaretta su cui si costruì il Rif. Payer nel 1875 a quota 3029. Da questa prima costruzione di Rifugio in alta quota, partì in seguito la costruzione di altri Rif. Alpini che solo in minima parte vedremo in questa proposta di escursione. Infatti, noi il primo giorno arriveremo al Rif. Payer, poi faremo pernottamento al Rif. Tabaretta. Il secondo giorno, con una bellissima escursione in alta quota andremo al Rif. Coston, da cui sarà possibile ammirare l’immensità del ghiacciaio, rifocillarsi con le ottime specialità del posto cucinate dal gestore del Rifugio e riscendere a valle seguendo un percorso di particolare fascino sulla valle di Solda. D.G. Remo Dai Prà sabato 3 e domenica 4 settembre Cima Rosetta e Rifugio Pradidali (E) (Pale di San Martino) Torri, campanili, guglie, spaccature, ghiacciai, altipiani nell’area veneta e trentina, nel territorio del Parco 4 Naturale Paneveggio, queste sono le Pale di San Martino. Cime altissime che formano un quadrilatero, ma la parte più nota è la catena centrale con Cima Vezzana (3192 m), Cimon della Pala (3184 m), la Rosetta, la Pala di San Martino, il Sass Maor, la Cima Madonna e Cima Canali. Nel centro della Catena si estende l’Altopiano delle Pale, cinquanta chilometri quadrati che culminano con il ghiacciaio della Fradusta. Tre i laghi presenti: Lago di Pradidali (2242 m), il Lago di Castrozza (2170 m) e il Lago di Manna (2595 m). Questo altopiano di natura carsica fa sì che le acque non siano filtrate lungo il percorso: si può facilmente comprendere come siano delicati gli equilibri ambientali che spesso sono sottoposti alla pressione del turismo e ai relativi rischi d’inquinamento. Alcune citazioni storiche descrivono l’altipiano come ‘il più selvaggio dei deserti’ (Leslie Stephen, 1869) ‘un deserto sterminato all’apparenza, roccioso, aspro, ineguale e pauroso nel suo aspetto di completa desolazione’. Per fortuna in questo angolo di paradiso naturale, c’è molto posto anche per chi non cerca il brivido della verticalità e preferisce delle ascensioni più modeste. Il percorso proposto inizia il primo giorno col prendere la Funivia che porta al Ristorante Colverde (1965 m), poi con il secondo tronco di Funivia si arriva al Ristorante Rosetta dove inizia la nostra escursione verso il Rifugio Rosetta per un sentiero piuttosto ripido e con punti esposti, da qui si attraversano le pale e ci si dirige verso il rifugio Pradidali (2278 m), dove faremo la cena e il pernottamento. Il giorno successivo con un bellissimo giro ad anello passando da vicino al ghiacciaio della Fradusta e dal passo Pradidali ritorneremo al Ristorante Rosetta. D.G. Remo Dai Prà GRUPPO FRIGNANO sabato 9 e domenica 10 luglio sabato 10 e domenica 11 settembre Val di Rabbi (EE) Altopiano del Montasio - Jof Fuart (EEA) Siamo nel mondo della pace. Lasciati incantare da questa meravigliosa valle. Ci troviamo in Val di Rabbi, laterale della Val di Sole, senz’altro una tra le più caratteristiche valli del Trentino per il suo ambiente naturale gran parte incluso nel Parco Nazionale dello Stelvio. Di straordinaria suggestione, sono le infinite tonalità di verde che dominano la vallata in primavera; le distese di rododendri che ci accompagnano lungo tutto il percorso; le famose cascate di Saent che raggiungeremo tra boschi, ponti e schizzi d’acqua e ancora il Lago Corvo e i suoi incantevoli laghetti dove vive il raro salmerino Alpino. Particolarmente interessante è l’avvistamento di animali selvatici dai camosci, pernici bianche, cervi e l’aquila. Nei dintorni di Prà di Saent tra aree a pascolo e zone umide torbose vedremo colonie di marmotte per niente infastidite della nostra presenza. Questo itinerario ci permette di godere ancora oggi di un ambiente incontaminato dal fascino antico grazie alla cura dell’uomo e lo sfruttamento silvopastorale. Il nostro punto d’appoggio è il rifugio Dorigoni, molto accogliente, situato in una bella conca di origine glaciale circondata da cime oltre i 3000 metri. A dir poco grandiosa è la vista che ammireremo dalla Cima Collecchio: la Val d’Ultimo, il rifugio Dorigoni con i laghi Sternai, tutta la vallata del Saent col torrente Rabbies, le cime del Vioz, Palon de la Mare e Cevedale. Lontana ma inconfondibile scorgeremo perfino la sagoma appuntita del Gran Zebrù. D.G. Boilini Graziano dal 6 al 15 agosto Le Alpi Giulie sono situate, in un angolo, quasi in disparte, all’estremo orientale della catena alpina, in parte in territorio italiano e in parte in quello sloveno. In questo scenario caratterizzato dall’imponenza delle pareti calcareo-dolomitiche e dalla selvaggia natura di un territorio ricco di varietà morfologiche, fluviali, glaciali e carsiche, si svolgerà la nostra escursione. Essa avrà inizio dall’altopiano del Montasio nei pressi di Sella Nevea (1162 m) per salire fino al rifugio Corsi (1874 m) attraverso il passo degli Scalini (2022 m). Il giorno successivo partendo dal rifugio si raggiunge la cima dello Jof Fuart (2666 m), una poderosa montagna che si eleva tra forcella Mosè e l’Alta Madre dei Attività Gruppo Soci di Lama Mocogno a cura di Romano Bertugli e Ugo Marescotti sab 11/6 Traversata dal Passo delle Radici a Lago Santo Baita del Duca - Monte Cantiere - Piane di Mocogno E sab 18/6 Cento Croci - Alpesigola - S. Antonio - Cento Croci E sab 25/6 Giro dei monti attorno ai laghi Baccio e Santo E sab 2/7 Anello della Nuda: Santuario del Monticello - Monte Nuda Passo della Boccaia - Monticello E sab 9/7 Passo delle Radici - Passo delle Forbici - Monte Prado Rif. Battisti e Abetina Reale E sab 16/7 Giro della Val di Luce: Ca’ Coppi - Balzo Rose Alpe Tre Potenze - La Fariola - Gomito E sab 23/7 Sagra della Torre: Giro Montecenere - Pracanina Castello di Brandola - Ponte del Diavolo e ritorno E sab 30/7 Festa della Trebbiatura: percorsi intorno a Lama Mocogno E sab 5/8 Festa della Madonna della Neve: Traversata dall’Abetone al Monte Cimone e al lago della Ninfa EE sab 13/8 Pellegrinaggio: La via Vandelli dalla Santona a San Pellegrino in Alpe e ritorno sab 21/8 La Camellata: dall’Abetone al passo delle Radici Trekking in Islanda (EE) Il trekking che propongo quest’anno, si può veramente definire unico nel suo genere e, non a caso, si svolge in un ambiente tra i più belli ed ambìti in Europa. L’Islanda, 300.000 abitanti in 103.000 chilometri quadrati è “tagliata” geologicamente in due dalle piattaforme tettoniche Europea e Nord Americana ed è un isola quasi per metà ricoperta da deserti montagnosi di lava, oltre a ghiacciai (tra cui il Vatnajòkull di 8300 chilometri quadrati) e un 20% di terre destinate a pascolo. Anche se sono in corso ambiziosi progetti di riforestazione, nel nostro cammino, che si svolgerà all’interno del Parco Nazionale di Landmannalaugar, non incontreremo né boschi e niente di tutto quello che siamo abituati a vedere nei nostri bei paesaggi Alpini o Appenninici, aggiungendo a questo, il fatto che saremo al limite del Circolo Polare Artico e che come al solito viaggeremo in completa autonomia, ci accompagneranno giorni senza notti e notti senza stelle. Ci sembrerà davvero di camminare facendo un bel salto indietro nel tempo. Per motivi logistici il numero dei partecipanti sarà limitato e valutato in base ad esperienze ed attitudini. D.G. Giordano Chiodi Camosci: senz’altro una delle più belle e imponenti vette delle Alpi Giulie, da cui è possibile ammirare un panorama superbo. Il percorso di salita si svolge in parte su via ferrata, pertanto occorre la relativa attrezzatura, compreso il casco. Si tratta di una escursione su terreno impegnativo, con dislivelli ragguardevoli: 850 metri il primo giorno e 900 il secondo, che presuppone un passo sicuro e una buona preparazione fisica. Alla gita non mancherà, l’aspetto storico visto le numerose testimonianze belliche che si incontreranno: caverne, ruderi di ricoveri e trinceramenti, proprio su queste creste, infatti, correva il fronte presidiato dalle truppe austriache durante la Grande Guerra. D.G. Lorenzo Sorbelli E EE il cimone Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978 Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41123 Modena Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977 Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti, ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale. Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti. LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30) E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00). 5 CONVERSAZIONI IN MONTAGNA di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto domenica 26 giugno a cura di Alberto Meschiari domenica 17 luglio Malga Casinotto - Bocca dell’Ussol (E) Lago Paduli - Rif. Città di Sarzana (E) (Alpi Giudicarie - Trentino) domenica 3 luglio Lago di Tovel - Malga Flavona (E) (Dolomiti di Brenta - Trentino) Il Rifugio Città di Sarzana si trova nel Parco Nazionale dell’Alto Appennino Reggiano, poco sotto il crinale e nei pressi del Laghetto di Monte Acuto. Lasciata la macchina in prossimità del Lago artificiale Paduli, prenderemo il sentiero che a 1170 metri sale verso il Monte Acuto (1755 m). Usciti dalla splendida faggeta, saliremo il versante domenica 7 agosto Capanno Tassoni - Lago Scaffaiolo (T) (Appennino modenese) Camminata classica, molto tranquilla, sul nostro Appennino. Saliremo da Capanna Tassoni (1317 m) attraverso il bosco fino al Passo della Croce Arcana. Da qui, aggirando il Monte Spigolino, raggiungeremo il Lago Scaffaiolo e il Rifugio Duca degli Ospitale - Via Romea - Monte Spigolino (E) (Appennino modenese) Da Ospitale (930 m), costeggiando il torrente, percorreremo per un buon tratto ciò che resta dell’antica Via Romea, costruita dai monaci benedettini fra il VII e l’VIII secolo per congiungere l’Abbazia di Nonantola a Roma. Per chi intendesse provare, un cartello indica 25 ore di cammino fino a Nonantola e 9 giorni fino a Roma. Transiteremo fra enormi faggi contorti, secolari muretti a secco e piccole maestà di arenaria, davanti alle quali sostavano a pregare i monaci medioevali. Lasciatici sulla destra il ponticello che porta alla Scaffa, saliremo verso il Passo ripartiti. Ogni gruppo per la sua escursione. Come gruppo Over 50, siamo andati ad Albarese, al centro del Parco del Parco dell’Uccellina, punto di partenza per l’escursione sino alla spiaggia di Cala Forno, accompagnati da una guida del Parco ci siamo avviati tra la macchia mediterranea; Lecci, Corbezzolo, Lentisco, Mirto, querce di sughero e tante altre. Siamo passati all’interno di un oliveto secolare dove il tempo sembra che si sia fermato. Abbiamo avuto anche l’occasione di incrociare una volpe e dei daini e di ammirare dall’alto del sentiero che si stava percorrendo centinaia di metri CAI CU SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E - il Girasole di Legambiente in Località Enaloi nel Comune di S. Maria Ripescia. Come gruppo Over 50, abbiamo proseguito sino a Porto d’Ercole dove si è fatto il giro delle fortezze erette tra il XV e XVI secolo che sovrastano la località marinara: Forte Filippo, La Rocca Aldobrandesca e Forte Stella. Nella visita alle fortezze ci siamo dovuti accontentare di vederle solo dall’esterno, perché uno è di fatto un condominio privato (Forte Filippo) gli altri due erano chiusi e aprono al pubblico solo in giugno. Alla sera ci siamo ritrovati con i ragazzi nella bella struttura di Lega Ambiente. Un’ottima cena con prodotti rigorosamente biologici ci ha permesso di recuperare le energie spese nella lunga camminata del giorno, oltre 12 chilometri. Interessante dopo cena. Si è assistito a una lezione di astronomia tenuta da un bravo istruttore che ha saputo coinvolgere, in particolar modo, i ragazzi nella conoscenza della volta celeste. Alle 11 tutti a nanna. Alla Domenica di buon mattino siamo del Lupo e quindi sul crinale dello Spigolino (1827 m), situato fra i passi della Croce Arcana e della Calanca. ES Weekend in Maremma 6 Abruzzi (1787 metri). Inaugurato nel settembre del 2001 su un vecchio edificio del 1880, il Rifugio Duca degli Abruzzi si trova sul crinale toscoemiliano, proprio sulle rive del lago Scaffaiolo con vista sulle pendici del Corno alle Scale. domenica 4 settembre La nostra camminata ha inizio al Lago di Tovel (1178 m). Prenderemo il sentiero per Malga Pozzol (1632 m), attraverseremo il ruscello su un delizioso ponticello di legno e saliremo attraverso il bosco fino a Malga Flavona (1860 m). Ci troviamo nel Brenta Orientale. La valle glaciale di Santa Maria di Flavona dal Lago di Tovel si addentra verso il massiccio del Brenta con direzione Nord-Sud alternando pianori ad alti gradoni, ambiente dell’orso bruno e dell’aquila reale. Malga Flavona, sicuramente una delle più belle del Brenta, è collocata su un grande spiazzo aperto fra prati, boschi e picchi dolomitici. Sabato 7 maggio, all’alba delle 4,30 il piazzale antistante la nostra sede si è popolato di appassionati di escursionismo, Over 50, di un nutrito drappello di ragazzi e il gruppo di partecipanti al corso di MTB. Con un imponente schieramento di mezzi; Pullman, Pulmino CAI, furgoni portabici, all’alba delle cinque siamo partiti per la Maremma. Prima tappa: Talamone dove sono scesi i ragazzi che hanno fatto il giro in MTB da Talamone, sino ad arrivare Il Centro Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile fiorito di viole con veduta panoramica sul lago e i monti circostanti, gireremo a sinistra attorno alla cima, e attraverso la sella a quota 1722 metri scenderemo al laghetto di Monte Acuto, che ci accoglierà con il colore verde smeraldo delle sue acque. A trenta metri sorge il piccolo ma delizioso Rifugio Città di Sarzana (1580 m). - Malga El Casinot o Casinotto si trova a 1672 metri in Val Gavardina, nella cornice delle Alpi Giudicarie. A quota 1150 metri lasceremo le auto e proseguiremo a piedi per un tratto di strada asfaltata. In circa mezz’ora raggiungeremo il pianoro della Malga Gavardina (1386 m). Seguendo poi la strada forestale che s’inoltra nel bosco, arriveremo a Malga Casinotto. Il prato antistante è molto accogliente, e chi non ha idea di cosa sia una malga, questa è l’occasione per visitarne una davvero bella, dotata di una lunga tavolata con panche, camino, stufa e legna. Dopo la sosta ci incammineremo verso la forcella che si intravede sopra la malga: è la Bocca dell’Ussol, a 1878 metri, con la Chiesetta della Pace, da cui godremo di uno splendido panorama sulle Alpi Giudicarie. (Appennino reggiano - parmense) R SIONISMO MO DE N A di spiaggia deserta e incontaminata. Dopo un paio di ore di cammino siamo arrivati alla spiaggia di Cala Forno raggiungibile solo via mare o come abbiamo fatto noi: camminando... camminando. Sosta panino, bagno di sole e qualcuno di mare e dopo un’oretta di sosta abbiamo ripreso il cammino del ritorno. Rendezvous a Follonica con i ragazzi in MTB e ritorno a casa. Weekend molto bello che ci ha permesso di conoscere e apprezzare un ambiente di notevole bellezza e di particolare interesse storico/ambientalistico. Complimenti agli Antonio Zucchi organizzatori. - - SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E MO DEN A ALPINISMO GIOVANILE ÆI SOGGIORNI ESTIVI DELLæALPINISMO GIOVANILEÆ Aquilotti 2003 / 2004 • dall’11 al 12 giugno Un weekend d’Aquilotto nel Parco del Frignano Giochi nella natura ed escursione ai laghetti naturali dell’Alto Appennino, alla scoperta delle fonti dove nasce il fiume Panaro... Junior 2000 / 2002 • dall’11 al 14 giugno Quattro giorni da curioso escursionista Geologia: Perché le montagne dell’Alto Appennino Emiliano sono fatte così...? Logistica: I sentieri del C.A.I. di Modena sono a numeri pari o dispari? Bianco, rosso e nero quando, quanto, come e perché...? Storia: Sui crinali tosco emiliani, alla ricerca delle tracce, delle trincee, dei ricoveri e dei bunker della Linea Gotica, nell’inverno del 1944 - 1945... Ambiente: Hai il “pollice verde”? Sei un futuro Ingegnere Forestale, un Architetto Ambientale, un Appassionato Naturalista o uno Sozzone Inquinatore? Lo scopriremo insieme... Senior ragazzi 1997 / 1999 • dal 3 al 14 luglio Soggiorno in Trentino - Alto Adige Traversata delle Dolomiti di Brenta: Da rifugio a rifugio. Grande traversata tra cime, campanili e torri, percorrendo i sentieri attrezzati delle Bocchette centrali e alte nel “cuore” delle Dolomiti di Brenta Ciclo escursioni nella Val di Sole: pedalando tra meleti, passi, laghi e alpeggi Sui sentieri di ghiaccio della Grande Guerra: alla riscoperta dei Campi di Battaglia più alti d’Europa... Senior giovani 1993 / 1996 • dal 27 al 31 agosto Otztaler Alpen Trekking in alta quota: da rifugio a rifugio sui ghiacciai e cime dell’Uomo di Otzi - Wildespitze - Palla Bianca - Similaun Junior 2000 / 2002 • al 5 al 11 settembre Dolomiti del Cadore Escursioni guidate di orienteering alla ricerca di luoghi ameni... Visite alle malghe per apprendere la vita legata al pascolo e alla trasformazione dei prodotti delle mandrie... Lezioni di arrampicata in falesia... Tanti giochi di socializzazione... e cammin facendo, incontri con marmotte, camosci e stambecchi... Per introdurre i ragazzi alla conoscenza dell’ambiente montano. 7 PO EM UP CAI SPELEOLOGICO IL IA GR NO MODENA GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO domenica 19 giugno domenica 24 luglio Abisso Vigant Grotta Battisti Il tratto delle Alpi Giulie che, lungo il confine tra Italia e Slovenia, si estende dal monte Canin fino al Carso, alle spalle di Trieste, è una zona tra le più ricche di cavità naturali del nostro paese, con numerose grotte di dimensioni inimmaginabili per estensione e profondità. Basta pensare che nei pressi di Villanova, a nord-est di Tarcento, si estendono quasi 20 chilometri di gallerie, con abissi che hanno legato il loro nome alla storia della speleologia italiana, quali grotta Doviza, grotta di Taipana, grotta di Torlano. Per gli appassionati è un territorio che offre infinite possibilità di esplorazioni e scoperte (il termine “carsisimo” nasce proprio dal nome di questa zona). Qui, preceduto da un immenso portale di roccia, al termine della piccola valle del rio Tanaloho, si apre anche l’abisso Vigant, uno dei complessi carsici (Vigant - Pre Oreak) più interessanti, con un sistema sotterraneo che si sviluppa nella roccia calcarea del monte Bernadia; penetra in profondità per oltre 300 metri ed è caratterizzato da una sequenza di 10 pozzi, tra i quali uno profondo oltre 80 metri. Scendere è abbastanza facile, la parte impegnativa, ovviamente, è la risalita; si uscirebbe più agevolmente se fosse praticabile il collegamento tra il fondo del Vigant e la grotta Pre Oreak, che ha un andamento orizzontale e sbuca all’esterno nella valle del Cornappo. La galleria, di circa 30 metri e che unisce le due grotte, è però completamente immersa nell’acqua ed è percorribile solo con tecniche speleo-subacquee. L’abisso Vigant è una cavità molto tecnica, adatta a persone dotate di discreta esperienza e buona dimestichezza speleologica; è una di quelle grotte davanti al cui ingresso è bene prepararsi tecnicamente, psicologicamente e spiritualmente. Chi vuole partecipare a quella che comunque è un’avvincente ed emozionante spedizione, può rivolgersi in sede. domenica 10 luglio Punta degli Stretti Tra i luoghi interessanti dell’Argentario vi è anche una grotta di medie dimensioni, Punta degli Stretti, che si apre nella roccia calcarea, poco oltre il bivio per il convento dei Passionisti. Detta anche Grotta del Granduca, per essere stata visitata da Leopoldo II Granduca di Toscana, fu abitata in età neolitica, come testimoniano resti di ossa e di utensili, e fu riscoperta nel 1842 durante le operazioni per la costruzione della strada che da Porto Santo Stefano porta a Orbetello. Per raggiungerla ci si deve fare largo tra una fitta vegetazione di rovi e poco dopo l’ingresso ci si trova in una galleria ferroviaria abbandonata, tipo quelle dell’incompiuta ferrovia Modena - Pavullo, studiate e cartografate dal G.S.E. Attraversata la galleria si incontra lo spettacolare laghetto nella sala del Granduca, di forma quasi circolare e profondo circa due metri. Aggirato il lago, la grotta si divide in due rami, uno a sinistra, detto della Galleria Vecchia, e uno a destra, detto della Cortina Meravigliosa per le numerose incrostazioni calcaree che l’adornano e che spesso assumono le forme più strane, specialmente nella Sala dell’Obelisco. Al di là di questa sala, dopo una cinquantina di metri, si arriva al lago Egiziano, abbastanza profondo e con sponde ripide, attraversabile solo con un canotto. Si prosegue poi nella Galleria Garibaldi, con una bella stalagmite a forma di busto umano, poi nella Sala delle Frane e nella Galleria del Drago Volante, al termine della quale il nostro percorso è interrotto da un sifone. Chi ha voglia di camminare, di strisciare in brevi cunicoli che terminano in grandi ambienti inaspettati, superare brevi passaggi con l’aiuto di una corda, vedere piccoli laghi nel cuore sotterraneo della montagna, assistere allo spettacolo che, anche in una grotta calda al livello del mare, solo stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni possono dare, è invitato a questa escursione. Punta degli Stretti è una grotta di facile percorribilità e con una temperatura molto piacevole anche d’inverno. Sulla Paganella, tra panorami d’incomparabile bellezza, si apre la grotta Battisti, nella vertiginosa parete che dà sulla Val Trementina. Dalla vetta, si raggiunge l’ingresso della cavità seguendo un sentiero che scende sempre più ripido, fino a scomparire quasi del tutto: gli ultimi metri si percorrono aggrappati a cespugli di conifere cercando di non guardare sotto, verso la strapiombante parete verticale. La grotta è di origine carsica e tra meandri, sale e gallerie, seguendo i sentieri tracciati dall’acqua nel corso dei millenni, avremo il privilegio di esplorare dall’interno questa montagna, che di solito viene frequentata solo nelle sue vie esterne. L’attraversata è abbastanza facile ma tecnica e adatta solo a chi ha già esperienza di manovre su corda. Al termine dell’esplorazione, per arrivare all’uscita, ci aspetta l’unico pozzo, di una trentina di metri, da fare in risalita; fuori, un colpo d’occhio mozzafiato sulla valle dell’Adige e il tratto di via ferrata che, sull’orlo di uno strapiombo di oltre 300 metri, ci riporta ai prati della Paganella. Per informazioni e per partecipare alle attività del Gruppo Speleologico giovedì sera in sede. Il nostro indirizzo email è [email protected] domenica 11 settembre Abisso Peroni L’Abisso Peroni è una delle numerose grotte che si aprono nella vena del gesso romagnola. Il suo ingresso, non lontano dalla strada che da Brisighella porta a Casola Valsenio, è ben evidenziato da una grande dolina che si apre tra casolari e campi coltivati; era noto fin dagli anni ‘30, ma solo nel 1985 si è proceduto alla disostruzione del cunicolo, che permette l’accesso agli ambienti sotterranei. Ancora oggi, comunque, sono necessarie buone doti contorsionistiche per superare la strozzatura iniziale, perfettamente verticale, che si prolunga in un pozzo di 38 metri, tra cristalli di gesso che luccicano in strati d’argilla. È un pozzo a campana che si allarga progressivamente con la morfologia tipica dei cosiddetti pozzi a “cascata”, scavati dall’acqua che, raccolta dalla dolina esterna, si getta con violenza nella stretta apertura dell’ingresso. Dopo alcuni frazionamenti, al termine del pozzo si arriva nel letto del torrente, che si inoltra verso valle con una bella galleria percorribile senza difficoltà fino alla strettoia terminale, che sifona in caso di piena ed è adorna di bellissime concrezioni policrome. Verso monte, la galleria forma un lungo salone con crolli più o meno antichi e fenomeni di erosione di cui restano tracce anche ad una certa altezza. Tutta la grotta è comunque ricca di diramazioni, sale concrezionate e stretti passaggi, attualmente non percorribili, attraverso i quali si potrebbero raggiungere altre cavità della zona, come l’Abisso Morning o la risorgente di Rio Cavinale. Un mondo in gran parte ancora da esplorare si apre sotto i campi di questa zona della Romagna. L’Abisso Peroni è adatto a persone con una discreta preparazione speleologica, occorre essere ben assicurati alla corda per potersi contorcere liberamente e superare la strettoia d’ingresso, sia in discesa che - ancora di più - in salita (a parte il fatto che subito sotto si apre la verticale a “campana”). COMITATO SCIENTIFICO FERDINANDO MALAVOLTI da venerdì 22 a domenica 24 luglio Castello della Manta (Cuneo) Il castello della Manta sorge a meridione di Saluzzo, quasi a bilanciare la presenza dell’abbazia di Staffarda sul lato opposto, adagiato sulla sommità di un ameno colle, là dove la pianura subalpina s’incontra con le Alpi. L’origine del castello, come presidio militare, si perde nei secoli XI e XII, ma potrebbe essere ancora più antica. In seguito all’introduzione della 8 polvere da sparo, fu trasformato in dimora signorile e, nel XV secolo, assunse l’attuale aspetto. Questa trasformazione, da austera struttura spoglia e medioevale in una dimora più confortevole, è ottenuta inserendo tra l’altro un raffinato salone di rappresentanza al secondo piano, noto come il “salone baronale”. In questo salone sono rappresentati nove prodi e nove eroine. Tra gli eroi Ettore di Troia, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giosuè, Davide, Artù e Carlo Magno. Le eroine sono tutte tratte dalla mitologia e dalla storia antica. Tutti i personaggi comparivano nel romanzo autobiografico “Le Chevalier errant”, composto da Tommaso III di Saluzzo, proprietario del castello, e di fatto rappresentavano un’esaltazione del casato. Il ciclo pittorico è una rara testimonianza di pittura profana tardo-gotica con i personaggi raffigurati ad altezza quasi naturale. Di fronte alla parete con la parata degli eroi e delle eroine, è raffigurato un altro mito del tardo Medioevo, quello della “Fontana della Giovinezza”. D.G. Claudio Orlandi Gruppo sentieri Segnatori d’Estate Il tempo pazzerello continua! Dopo la neve, l’acqua, il caldo, la pioggia... chissà cosa ci aspetta per quest’estate! Vorrà dire che useremo l’altimetro più per vedere il tempo che cambia che per conoscere la quota. Nei mesi estivi il Gruppo Segnatori si incontra comunque per progettare le sue attività e per godersi le lunghe giornate sui monti svolgendo, allo stesso tempo, l’importante opera di manutenzione dei sentieri per gli amici escursionisti che si muovono in Appennino nel corso di quest’estate. Sarà un’estate calda, se non per il tempo, almeno per quel che riguarda le nostre attività. Ultimamente abbiamo avuto occasione di notare che sono presenti alcune situazioni critiche, alcuni sentieri che hanno necessità di una bella lucidata e l’estate è certo il momento migliore! Pur non essendo previsto per quest’anno un Corso, è possibile partecipare alle attività accompagnando i Segnatori nelle gite di Gruppo, prendendo così contatto con il mondo bianco e rosso. Il Gruppo di Modena si incontra il primo martedì del mese (7 giugno, 5 luglio, 6 settembre) e va in gita la domenica successiva (12 giugno, 10 luglio, 11 settembre). A Pavullo si possono incontrare i Segnatori il mercoledì (15 giugno, 21 settembre), mentre le gite sono in programma il 2 giugno, il 19 giugno e il 3 luglio. Per maggiori informazioni e per partecipare alle attività, la nostra mail è [email protected] Andrea Gasparini da mercoledì 17 a domenica 21 agosto 4° Soggiorno del Segnatore Anche quest’anno i nostri monti ci attendono! Accolti a braccia aperte dagli abitanti e dai commercianti dell’Appennino, che tributano a tutti i visitatori un caldo benvenuto, andremo a trascorrere qualche giorno in allegria e curare la manutenzione dei sentieri che ne hanno più bisogno... ma soprattutto ci andremo a godere una bella vacanza! È proprio questo il Soggiorno dei Segnatori: una vacanza. Una vacanza utile perchè oltre a goderci giornate sui monti, ci occuperemo della manutenzione dei sentieri che non vengono puliti spesso a causa della loro “lontananza”. Una vacanza alla portata di tutti, perchè cercheremo una sistemazione “da montanari”: comoda ma allo stesso tempo senza troppe pretese! In considerazione della distanza da Modena, è possibile raggiungerci anche solo per uno o due giorni, magari per il weekend, per una vacanza... mordi-e-fuggi. La meta di quest’anno è la zona Lago Santo - Lagacci della Porticciola, teatro di sentieri e luoghi bellissimi ma, allo stesso tempo, lontani da Modena. Chi è interessato e vuole aderire all’iniziativa o avere maggiori informazioni, può contattarci in occasione di uno degli incontri in calendario o via mail. A.G. 8° Concorso Fotografico L’ottava edizione del Concorso Fotografico Sezionale ha visto la partecipazione di 41 fotografie. Dal conteggio dei voti, il Concorso ha visto l’exploit del Socio Tomasz Turbiarz che si è aggiudicato tutti i premi in palio con le immagini: “Nel Rosso dipinto di blu”, scattata sull’Appennino Reggiano; “Guarda Papà”, scattata in Turchia e “Due dita di neve” scattata in Val Piana (Massa Marittima, Grosseto). La consegna dei premi è stata eseguita, come di consuetudine, a marzo, durante l’Assemblea Generale dei Soci. La foto vincitrice del Concorso è esposta in Sede, insieme alle foto vincitrici dei Concorsi precedenti. 1° classificato: Tomasz Turbiarz “Nel Rosso dipinto di blu” Alberto Papotti 3° classificato: Tomasz Turbiarz “Due dita di neve” 2° classificato: Tomasz Turbiarz “Guarda Papà” 9 La Via Carla, un 6° grado inedito, 71 anni dopo di Alessandro Marchiorri Da trentacinque giorni l’Italia era in guerra, quel 15 luglio 1940. Al confine d’Oriente, nell’Alta Valle dell’Isonzo, Alpi Giulie orientali, pilastro d’angolo meridionale del magnifico Jalovec e cerniera tra questo e l’arcigna e severa Parete di Bretto, allora in territorio italiano, s’innalza il Monte Ossenicco o Osebnig, secondo la toponomastica di allora: è il MALI OZEBNIK (2324 m) degli sloveni, oronimo facilmente individuabile nella cartografia odierna. Un nostro Socio di allora, il Sottotenente Franco Spagnoli, Istruttore Militare di Alpinismo, in forza al Battaglione Val Natisone, 8° Reggimento Alpini, Divisione Alpina Julia, in cordata con gli Alpieri Jussig e Dal Col affronta e supera in prima assoluta i 400 metri della parete nord del Mali Ozebnik. Purtroppo non disponiamo dello schizzo della Via ma essa è intuibile, nella fotografia che riproduciamo, sulla destra della verticale della vetta. È una “via” di 6° grado, come da relazione stesa dai primi ripetitori, la cordata Saffi-Mogliano ed è una “via” di 6° grado come riconosciuto e certificato dalla Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta. Franco Spagnoli la chiamò “Via Carla” dedicandola, con affettuoso pensiero, alla sorella Carla che proprio quel giorno compiva il suo esaltante diciassettesimo compleanno. Eccoli tutti e due, sorella e fratello, in una foto d’allora. Carla Spagnoli, vedova Messerotti - Benvenuti, è la carissima Socia Decana della nostra Sezione di Modena: il suo primo “bollino” sulla tessera CAI risale al 1938! Alcuni anni dopo la fine della guerra Franco Spagnoli si trasferì in Sud America, dove poi morì, ancor giovane, alla metà degli anni ‘50; il suo archivio personale andò purtroppo perduto. Di questa prima ascensione sulla nord del Mali Ozebnik nulla si seppe, se non tra gli Enti militari preposti: perché mai? In fin dei conti non erano poi molti a quell’epoca a “passare” sul 6° da “primi”... le cause dell’oblio sceso su di essa sono di certo più d’una: prima di tutto lo stato di guerra che faceva passare in sottordine molti aspetti della vita non direttamente connessi alla difficoltà del momento: la certificazione della difficoltà della via e la sua relazione tecnica risalgono poi a ben tre anni dopo, il 27 luglio 1943, due giorni dopo la storica Seduta del Gran Consiglio del Fascismo che esautorò Mussolini, cui seguì poi il messaggio radiofonico di Badoglio che si concludeva con quella tragica frase: “La guerra continua.” alla quale non si dette la drammatica valenza che poi ebbe. La notizia della ascensione della “Via Carla”, inoltre, si avvitò, per così dire, su sé stessa, passando dal Comando dell’8° Reggimento Alpini alla Scuola Centrale Militare di Aosta e che si limitò a certificarne la difficoltà e la denominazione. Poi, come risulta dall’indirizzo dei destinatari, essa venne comunicata all’Ufficio Toponomastico dell’I.G.M. (Istituto Geografico Militare), al quale poteva interessare tutt’al più per la verifica dell’oronimo in un settore alpino nel quale si stava procedendo alla italianizzazione forzata della toponomastica originaria; infine la comunicazione venne inviata al C.A.A.I. (allora denominato Centro Alpinistico Accademico Italiano), che già dal 1938 non esisteva più come entità autonoma essendo stato d’imperio sciolto nel Centro Alpinistico Italiano, nuova denominazione dell’acronimo C.A.I. Se, viceversa, la notizia dell’apertura della “Via Carla” fosse stata fatta alla Redazione della Rivista del C.A.I. o a quella de “Lo Scarpone”, certamente essa sarebbe stata riportata nelle rispettive rubriche di Cronache alpinistiche. Grazie all’interessamento e ai consigli della S.A.G. (Società Alpina delle Giulie - Sezione CAI Trieste), al silenzioso ma determinante riscontro alle nostre informazioni da parte della PZS (Planinska Zveza Slovenije, cioè il Club Alpino Sloveno), e alla squisita disponibilità di Peter Podgornik, Editor del sito www.primorskestene.com che ci ha concesso di pubblicare la foto del Mali Ozebnik, ora la “Via Carla” è uscita dall’oblio e compare su Internet. C’è forse qualche ardita cordata disposta ad andare a ripeterla? È un bel 6° grado e sarebbe una prestigiosa seconda ripetizione... Con sorridente trepidazione, Carla esamina i documenti che le porgo: finalmente vede l’immagine della parete e della cima e può intuirne il percorso: le brillano quei bellissimi occhi celesti, quegli stessi occhi d’allora, quando, diciassettenne, diventò “Titolare” della sua “Via”. 10 Le nostre radici Per la pratica dello sci, tanto per farsi un po’ di corredo, nell’ottobre del ‘27 la Sezione decide di entrare in contatto con un Deposito dell’8° Reggimento Alpini, presso il quale si vocifera esistano buone condizioni di acquisto, ma la trattativa vien meno: si tratta poi con una ditta di Vicenza, i cui sci risultano “ottimi e convenienti”, mentre quelli di un’analoga ditta di Cuneo vengono definiti “pessimi e cari”... Intanto il Cav. Enea Carlotti, Reggente della Sottosezione di Lama Mocogno, su terreno di sua proprietà inizia la costruzione di una strada che, dalla località Fignola, sulla Via Giardini, dove il Carlotti possiede una bella villa, mena ai campi delle Piane (ecco l’inizio della strada in una foto di qualche anno dopo). Nel dicembre del ‘27 nel Verbale di Consiglio Direttivo viene riportata la notizia che tale strada “è atta al passaggio delle slitte e che nella primavera successiva sarà resa carrozzabile”. Intanto una baracca alle Piane, pur mancando della cucina, è già completa: “custode e vivandiere” della stessa è nominato il Socio Giuseppe Vignocchi, il quale procederà all’acquisto di stoviglie e di altro materiale “per uso di locanda”. La baracca servirà ovviamente anche per deposito degli sci. In un certo senso possiamo considerare questo manufatto come il primo rifugio della nostra Sezione. L’inaugurazione ufficiale del Campo sciatorio delle Piane viene fissata per il 5 febbraio 1928: il titolo ufficiale della manifestazione è “1° Convegno Invernale Emiliano”: si prevedono cerimonie di vario genere e la disputa di una gara di mezzofondo, al vincitore della quale verrà conferita la ‘Gran Coppa delle Piane di Mocogno’. L’organizzazione di questo evento è a carico della Sezione di Modena del C.A.I., d’intesa con la F.I.E. (Federazione Italiana Escursionisti) emanazione dell’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) e della F.I.S. (Federazione Italiana Sci) che in tempi più recenti diventerà F.I.S.I. (Federazione Italiana Sport Invernali). È il ‘battesimo del fuoco’, anche se su neve, della nostra Sezione: la prima occasione in cui, per dirla all’Alighieri, “qui si parrà la tua nobilitade”. All’interno della Sezione di Modena si costituisce un Comitato Organizzatore e grande è il fermento... viene stilato il Programma della giornata e si nomina una Giuria di 6 persone tra cui un cronometrista... Tra le modalità del Regolamento di gara è previsto il sorpasso a destra chiedendo via libera con la parola “Pistaaa!”. Quattro giorni prima della data fatidica il Carlotti, presente alla riunione del Comitato, comunica in 25 centimetri l’altezza della neve e dichiara che “provvederà con slitte trainate da buoi al trasporto dalla Fignola alle Piane per chi non riuscira a salire”. E venne il gran giorno... I partecipanti si ritrovano alla Fignola: i ‘peones’ se ne vanno alle Piane ‘pedibus calcantibus’, i Signori e le Autorità su slitte trainate da muli. A lato della baracca del CAI viene allestito un altare da campo per la Messa: ai lati prestano servizio due militi della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) e due Regi Carabinieri: celebra il Prof. don Corradi Cappellano della Milizia. C’è una gran folla, qualcuno a fine giornata ipotizza 5000 persone... ci sono comunque tutti quelli che contano: autorità civili, militari e dello sport, gerarchi del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) con relative mogli, fidanzate, compagne e... camerate. Al termine della Messa si procede al ‘Battesimo’ dei gagliardetti della Sezione di Modena e della Sottosezione di Lama Mocogno: madrina del ‘Battesimo’ è la Sig.ra Sandonnino, gentile consorte dell’Avv. Sandonnino, Podestà di Modena, il benedicente è ovviamente don Corradi. Viene poi conferita una Medaglia d’Oro e una pergamena al Carlotti, Direttore del Campo delle Piane e “dopo vibranti applausi tutti si portano all’Ufficio del Telegrafo dal quale si inviano telegrammi a varie Autorità tra cui il Presidente Generale del CAI”. (eh, sarebbe stato un bello sgarbo non farlo...). Poi tutti allo ‘sbaffo’... i ‘peones’ refezione al sacco sulla neve, i Signori alla trattoria di Mazzieri e “le Autorità a Casa Amorotti dove viene servita una sontuosa colazione” (alla faccia dei ‘peones’...). Con ben un’ora di ritardo sul Programma, alle ore 14 scatta la gara di mezzofondo sul percorso Piane-Monte Cantiere e ritorno (km.10,700-dislivello 450 m). I partecipanti sono 80: 1° classificato è Colò Ettore, della squadra ‘La Veloce’ di Fiumalbo in 39’42’’ e 4/5 (son decimi di secondo? mah?). Poi discesa alla Fignola e tutti a casa. Beh, allora, tutto riuscito, tutto andato per il meglio? Mica tanto... le previste gare di stile (discesa con arresto a gradimento) e la Gara ‘Primi passi’ per chi non aveva mai calzato gli sci (che gara era poi questa, a chi capitombolava in modo più divertente?) non ebbero luogo, ma oltre a ciò qualcosa o qualcuno (il cronometro o il cronometrista?) non funzionò a dovere, prova ne sia che quattro giorni dopo sul Verbale del Comitato Organizzatore si legge testualmente: “Il Comitato Organizzatore della gara per la Coppa delle Piane di Mocogno, preso in esame il referto del cronometrista e il verbale presentato dalla Giuria, delibera di dichiarare nulla la gara e di rinviarla al giorno di domenica 19 corrente.” A corollario di ciò si ribadisce l’impegno per una “migliore organizzazione della gara” e, guarda un po’, anziché un solo cronometrista, ne vengono nominati ben cinque! Intanto la neve fonde e la ripetizione sarà possibile solo il 18 marzo. Questa volta sembra andare tutto bene: nel Verbale Comitato gara è riportato soltanto, senza alcun altro dettaglio e commento, un tacitiano “esito brillantissimo.” Dal libro del Bellei “Le piane di Mocogno nel Frignano” apprendiamo che 1° arrivò Chierroni Everardo e 2° Colò Ettore, ambedue de “La Veloce” di Fiumalbo. La nostra Sezione non si occupò più di organizzare manifestazioni di tal fatta... (Continua) - ALESSANDRO MARCHIORRI 11 NOVITÀ IN BIBLIOTECA di Alessandro Marchiorri “Spegniamo il televisore e apriamo un libro!” M. Rigoni Stern Claudio Zanini “MONTAGNE DI BOSCHI E DI CACCIA” Ed. Mursia Son racconti di ambientazione prealpina: boschi, aerei crinali, cani, cacciatori e bambini ne sono gli interpreti; son storie brevi, semplici, ma ricche di armonia e poesia. È una buona lettura anche per chi è assolutamente avverso alla caccia perché tanto, solo in due casi su dodici, la storia termina con un abbattimento... Particolarmente felici, almeno a nostro parere, sono i due racconti dove protagonisti sono due bambini: “Quando i bambini facevano i cani da caccia” e “La cima X Puntata Come schivare un temporale... o no? Milly e Matteo, distesi sul prato, guardavano alcuni altocumuli che si sembravano veleggiare pigramente in cielo. “Come si chiamano queste nuvolette?” “Eddai, non ricordi? Cognome: altocumulus, nome: floccus! E tu come fai di cognome?” “Bar” Matteo scoppiò a ridere. “Che ttti ridi?!” “Dai, Milly Bar ahahah era destino che t’interessassi alla meteorologia!” “Eh già, fa imPRESSIONE! Vabbè, torniamo alle nubi... guarda quella là, sembra un cavolfiore!” “Buono, molto buono...” “Si? A me fan schifo i cavolfiori... Solo l’odore... bleah!” “A me piacciono invece, ma non è questo il punto...” “Ah, sì... i cumuli... le correnti ascensionali e...” “... i temporali!” “Ma... non abbiamo già parlato dei temporali?” “Ah, già, è vero... Beh, allora questa volta parliamo di qualcosa di ancora più grosso!” del mondo”, acutissimi nella introspezione psicologica infantile. L’ultimo racconto lo si può anche saltare a pie’ pari: la “view of life” dell’Autore ci pare troppo autoreferenziale e celebrativa con eccessi di brontolamento di stampo pensionistico sui tempi presenti sospirando “i bei tempi passati”... RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il Socio Gianni Sozzi per aver donato alla Biblioteca sezionale 13 guide di alpinismo ed escursionismo, più 2 numeri della “Rivista della Montagna” degli anni 2005 e 2006. Ringraziamo il Socio Vittorio Pazienza per averci donato la magnifica Enciclopedia in 6 volumi “Conoscere le Alpi - Natura - Luoghi - Sport Turismo” edito da De Agostini e a corredo di questi altri 2 raccoglitori a schede con le notizie tecniche in merito all’ospitalità e ai servizi alberghieri. In “Tornado?” “Esagerata... Beh, resta a guardare...” “Se ho capito bene devo guardare le nubi, ma anche... in orizzontale, per cercare un riparo!” “Giusto! Però intanto guarda come si evolve la nube, guarda come ribolle... Quei globuli coi confini netti indicano che la nube è composta da particelle d’acqua e che è ancora in piena espansione”. “Eh, certo, di cosa son fatte le nubi se non di acqua: di panna montata?” “No, ma di ghiaccio! E t’ho fregato!” “Eh no caro, anche il ghiaccio è acqua, solo allo stato solido! Ecco, guarda che si forma il cappello... Com’è che si chiamava?” “Incudine, ma non è quella l’incudine! Quando una nube si espande e s’innalza molto rapidamente spinge in alto anche l’aria sopra di sé, non solo quella dentro di sé. Ne consegue che, essendo l’aria abbastanza umida anche oltre la nube, questo rapido sollevamento la fa espandere adiabaticamente, raffreddare e condensare formando un velo, un piccolo altocumulo, che evolve rapidamente. Ecco, guarda, il cumulo l’ha raggiunto, lo sta sfondando, ora l’altocumulo sembra una successiva ‘tranche’, lo stesso Socio ci ha regalato anche il volume “Parchi e Riserve Naturali in Italia”, edito dal Touring Club Italiano. Francesca Maria Toffanetti ci ha regalato il recentissimo libro di R. Messner “La montagna a modo mio” edito da Corbaccio. Moltissime grazie alla gentile donatrice. Un augurio di cuore di “Buon Lavoro!” per la sua nuova carica di Revisore dei conti della nostra Sezione. Grazie per la terza volta (e non sarà certamente l’ultima...) alla Prof.ssa Diana Guerzoni ved.Polacci che non manca mai di farci doni preziosi... questa volta tra i cimeli e documenti appartenuti al marito possiamo annoverare a mo’ di esempio (l’elenco completo sarebbe troppo lungo): un bellissimo ritratto dell’Avv.Giuseppe Polacci; un paio di ramponi a 8 punte anni ‘30, un delizioso “Diario dell’Alpinista” di 180 pagine edito dal un anello...” “E sopra se n’è già formato un altro!” “Quando fa il cappello così si chiama cumulonembus pileus , altrimenti calvus... ma... cos’hai da guardare? E da ridere soprattutto!?” Milly arruffò i capelli di Matteo ridendo. “Ma dai che non sono calvo! Sì, perdo qualche capello, ma non si vede niente...” “Non si vede? Non si vedono! I capelli! Dai che scherzo, però mi torna in mente un nome di cumulonembo che ha a che fare coi capelli...” “Certo! Capillatus! Quando presenta striature verticali, leggermente divergenti verso l’alto...” “Manca solo il Cumulonembo incus, quello ad incudine... Speriamo arrivi! Ma intanto cerchiamoci un riparo...” “Aspetta, guarda. Vedi, la parte alta non è più dai contorni netti, però continua a salire ed espandersi, sono i...” “Cristalli di ghiaccio!” “Altina eh?” “Quanto?” “Quanto basta, corri!” “Aspetta, mah... quanto sarà lontana quella nube?” “Nube? È come se chiamassi un tuo amico così: «Ragazzo, vieni qua!»” “Ok, quel pileus” “Cumulonembus pileus” “Eh no, io ti chiamo solo col nome, mica ti chiamo «Ehi Matteo...» Matteo e...?” “...rologo!” Milly “Ahahah! Matteorologo, sembra meteorologo!” “Anche con me il destino si è espresso...” “Ma con me è stato più chiaro! Però non hai ancora risposto. Distanza nube ehm pileus?” “Non è più pileus ...” “Vabbè, distanza di quel coso?” “Incus! Guarda, si sta formando l’incudine!” “Non tergiversare, non hai ancora risposto” “Occhio e croce... 7-8 km, ma ce ne son degli altri in formazione qua e là... Inoltre, proprio nella nostra direzione, si sta innalzando una nuova torre del cumulonembo” “Mmh... occhio e croce... ma non c’è un metodo più... più... scientifico?” “Sì... mmh... Eccolo: x = h/tg a” “Eeeehhhh? Ma parla come mangi...” “Daaaiii... x è la distanza tra te e la base della nube, incognita; h è l’altezza, che poniamo, se c’è l’incudine... 10 km, e tg a è...” “Un telegiornale locale?” “Noooo! a è l’angolo tra l’orizzonte e la cima della nube, tu sei il vertice...” “Vertice sarai poi te!” “tg a è la tangente dell’angolo, seno/coseno” “Porco!” “Ahia! Non è come sembra... Comunque ho capito che di matematica ne mastichi poca, proviamo allora così: considera due triangoli, uno quello che ti ho già detto, C.A.I. nel 1932, 9 distintivi tra cui uno del Rifugio Romualdi e 2 della S.U.C.A.I. di assoluta rarità, numerose lettere con cartoline o fotografie all’interno inviate all’Avvocato Polacci dal grande Guido Rey!! FELICITAZIONI Il nostro Socio Andrea Gasparini il 18 Aprile si è brillantemente laureato in Ingegneria Informatica con una tesi dal titolo: “Un sistema informativo per l’attività sentieristica”. Felicitazioni vivissime! A lui tributiamo un triplice “Hip, hip, hurrà!” SALUTI Il nostro Prof. Antonio Rossi, attualmente occupatissimo in una impegnativa ‘esplorazione’, manda i suoi saluti ai Soci e alla Sezione di Modena. Forza ‘Prof’! Ti aspettiamo al più presto tra noi! di vertici A = base nube, B = tu e C = cima nube, l’altro è quello che forma il tuo braccio teso orizzontalmente (BB’) verso la nube, questo bastoncino col quale copri completamente l’altezza della nube (B’C’) e la congiungente tra la cima del bastoncino e la tua spalla (C’B). L’angolo a è l’angolo al vertice C. I due triangoli sono retti in A e simili, ovvero hanno gli angoli corrispondentemente uguali e i lati corrispondenti in proporzione. In pratica sono uguali, ma uno è enorme, l’altro è piccolo”. “Non c’ho capito molto, ma tu vorresti dire che il mio braccio, orizzontale, è paragonabile alla distanza orizzontale x dalla base della nube; il bastoncino è paragonabile all’altezza h della nube e l’angolo a è proprio lo stesso?” “Sì” “E ora?” “Ora s’imposta la proporzione: distanza nube : tuo braccio = altezza nube : altezza bastoncino” “La distanza dalla nube è tanto più grande del mio braccio quanto l’altezza della nube è tanto più grande del bastoncino!” “Sì! Ma cambia bastoncino, che la nube s’è alzata!” “Nube? Vorrai dire l’incus!” “Fancus...” “Cosa?!” “No, niente...” “Facciamo un po’ di calcoli... Altezza bastone 120 cm. Lunghezza del tuo braccio... te lo misura a spanne partendo dalla mano... 20 cm, 40, 60... 80...” “Porco!” “Ahia!” “Dovevi fermarti a 70...” “Che colpa ne ho io se le spanne non hanno sottomultipli...” “Altezza nube 10 km, distanza nube x. Allora x : 70 cm = 10 km : 120 cm” “Senti, dimmi una formuletta facile da applicare oggi così come ogni volta che sono in giro e rischio il fulmine...” “Ci stavo arrivando: x = 70 cm x 10 km / 120 cm, dunque x = 70/12 km = quasi 6 km”. In pratica devi fare 10 volte il tuo braccio diviso l’altezza del bastone, e trovi la distanza in km” “Ho visto un fulmine!” “1-2-3-4-5-6-7-8-910-11-12-13-14-15-16-17... Ecco il tuono!” “Un km ogni 3 secondi” “Sì, circa” “Questa mi sembra più facile...” “Diciamo che questa è la formula notturna, le altre son quelle diurne, ma ora DOBBIAMO SCAPPARE!” “Ahia!!! E questo cos’è?” “Un chicco di grandine!” “E come si forma la grandine?” “Ne parliamo la prossima volta, ora coooorrrrrrrrrriiiii!!!”