E - CAI Modena

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E - CAI Modena
TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 3 - GIUGNO/LUGLIO/GOSTO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento
Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.
Nuovo Consiglio Direttivo
Inaugurata la sede
dei Soci del Frignano
È stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo Sezionale, per il triennio 2011-2013.
Nell’immagine, da sinistra i Consiglieri: Fabio Fulgeri, Giordano Chiodi, Enrico
Pinelli (Tesoriere), Andrea Trenti, Giuliano Cavazzuti (Presidente), Remo Dai
Prà (vice Presidente), Andrea Gasparini, Mauro Barbieri e Giancarlo Ranuzzini.
UNIONE SOCIETA’ CENTENARIE MODENESI
Premio “Fedeltà e Solidarietà”
alla nostra Sezione
Domenica 8 maggio, all’interno della 73°
Fiera campionaria di Modena, la nostra
Sezione è stata invitata a ritirare il premio
“Fedeltà e Solidarietà”, in occasione del
quindicesimo anniversario dalla
fondazione dell’Unione Società
Centenarie Modenesi (USCM), di cui la
nostra Associazione è stata co-fondatrice
insieme alle Società: Panaro, Fratellanza, Naturalisti e Matematici, del Sandrone,
Fiere e Cavalli, Tiro a segno, Colombofili, Corale Rossini e Mutuo Soccorso.
La Delegazione del Club Alpino era formata da Andrea Trenti, il più giovane (classe 1990)
tra i membri da poco eletti nel nostro Consiglio Direttivo e 4 ragazzi dell’Alpinismo Giovanile;
a consegnare loro la targa dell’anniversario è stato l’Assessore all’Urbanistica del Comune
di Modena Daniele Sitta che si è complimentato con i nostri ragazzi. Il nostro Alpinismo
Giovanile anche in questa occasione, ha saputo “distinguersi” ottenendo tra le varie
considerazioni, un notevole apprezzamento da parte del pubblico, specie per il distacco
anagrafico evidente tra la nostra Delegazione e quella delle altre Società formate per lo
più dai Soci fondatori dell’USCM. Alla consegna del riconoscimento, una bella targa che
riporta in cornice tutti i loghi delle attuali Società Centenarie, ora più di trenta, è stata posta
una domanda da parte della conduttrice Sig.ra Anna Rosa Ansaloni, sulle attività, gli scopi
ed i numeri della nostra Associazione, in particolare dell’Alpinismo Giovanile che tanta
curiosità ha suscitato, questa è stata la risposta dei nostri ragazzi che qui in breve riportiamo:
“La Sezione del CAI di Modena ha visto la nascita nel 1875, pochi anni dopo l’unità d’Italia,
da sempre i suoi soci con spirito di servizio si sono messi a disposizione della collettività
e della Sezione per attività divulgative e di tutela nei confronti della montagna, specie del
nostro Appennino Modenese.” [...] “L’Alpinismo Giovanile nasce a Modena nel 1987 è
diventato uno dei più attivi a livello nazionale, sia per numero di soci giovani, sia come
quantità e qualità delle attività che nei vari corsi, escursioni e soggiorni vengono portate
avanti da venticinque anni. La Scuola di Alpinismo Giovanile nella nostra Sezione
accompagna i giovani lungo tutto il loro cammino scolastico, dalla prima elementare,
quando il bambino comincia a muovere i primi passi in montagna, a conoscerne gli animali,
a prendere famigliarità con questo affascinante ambiente, fino all’uscita dalla scuola
superiore, quando il giovane ormai uomo ha ormai conoscenze approfondite ed un
esperienza tale da renderlo autonomo nelle attività e in grado di accompagnare altri ragazzi
o adulti, con sicurezza e competenza all’interno del territorio montano. [...] La nostra
Sezione in questi 136 anni ha fatto molta strada e non solo sui sentieri di montagna e
questo A.G. così numeroso e preparato è sicuramente un appiglio sicuro per il nostro
Sodalizio che pur venendo dal passato guarda ed investe accuratamente nel futuro.”
Al termine della cerimonia, accompagnata dagli applauditissimi giovani delle Voci
Bianche della Corale G. Rossini (corale che ha visto crescere al suo interno la figura
di Luciano Pavarotti), i nostri ragazzi sono stati avvicinati da diversi interessati alle
attività sezionali e da alcuni ex Soci, che ormai anziani, riportavano alla
mente i vecchi ricordi appassionati del loro passato sodalizio con la
nostra Sezione.
A.T.
Sabato 9 aprile, a Pavullo, alla presenza di una trentina di soci del Frignano, dei Consiglieri del Comune di
Pavullo Antonio Parenti e Giuliano
Ferrari, del Presidente del Consiglio
Comunale Gian Luca Vignali, del Sindaco Romano Canovi e del Presidente
della Comunità Montana del Frignano
Luciana Serri è stata inaugurata la Sede dei Soci del Frignano del CAI di
Modena.
Nelle foto il Presidente della nostra
Sezione Giuliano Cavazzuti, a fianco
del Sindaco e del Presidente della
Comunità Montana, nel ringraziare le
autorità del Comune di Pavullo, ha
illustrato a tutti i convenuti le attività
svolte dalla Sezione di Modena a
farore dell’Appennino Modenese. Al
Socio Ovilio Fontana, decano dei soci
del medio Frignano, l’onore del taglio
del nastro tricolore.
Via Ricchi, 3 (ex macello)
Pavullo nel Frignano
Orario di apertura il
mercoledì
dalle 20.30 alle 23.00
All’interno:
26° Corso di
Escursionismo
pag. 2
Chiusura estiva della sede pag. 3
I Soggiorni dell’Alpinismo
Giovanile
pag. 7
Il Soggiorno del Segnatore pag. 9
Risultati del Concorso
Fotografico
La Via Carla
pag. 9
pag. 10
26° Corso di Escursionismo
CAI
ES
CU
R SIONISMO
Dove migliorare la nostra
esperienza escursionistica?
...ovviamente partecipando ai corsi del C.A.I. - Modena
L’estate si avvicina ed è tempo di
riappropriarci del nostro zaino, di
spolverarlo e di togliere i vari rimasugli
rimasti dentro dalla passata stagione.
È anche tempo di progetti e di valutazioni
che si fanno guardandosi intorno e di
pensare a ciò che possiamo imparare
dai nostri errori e da quelli di altri, della
serie: cosa avrei fatto se mi fossi trovato
io in quel frangente, avrei saputo
superare quel tratto, avrei saputo rapportarmi meglio con i compagni di gita
ecc. E allora perché non superare ogni dubbio e ogni perplessità con un tocco
di bacchetta (pardon.. bastoncino magico)? Semplice dirlo ma semplice anche
farlo partecipando ai famosi corsi di escursionismo del C.A.I di Modena. Diciamo
corsi perché anche quest’anno si terranno sia a Modena e sia nell’appena
inaugurata sede di Pavullo ottenuta dalla collaborazione tra i volontari di
Modena, Pavullo e dell’intero comprensorio del Frignano. Il corso è stato
posticipato a fine estate (così abbiamo tempo di allenarci e di raccogliere in
un piccolo quaderno tutti i dubbi e la voglia di miglioramento e di conoscenza
che si nasconde sempre in ognuno di noi). A settembre allora si parte, belli
carichi e pronti a trovare tutte le risposte ai nostri quesiti. Dalla preparazione
dello zaino, alla cartografia e sentieristica; dalla meteorologia all’orientamento;
dalla preparazione di una escursione, al superamento dei tratti attrezzati in
tutta sicurezza. E se poi non ci basta, potremo cimentarci con una preparazione
di una escursione assieme a un gruppo di colleghi, e allora lì ognuna metterà
la sua esperienza, la sua saggezza o semplicemente la sua voglia di mettersi
alla prova sapendo che nessuno sarà bocciato perché semplicemente dobbiamo
solo divertirci e migliorare ciò che già sappiamo e imparare ciò che non
sappiamo avendo come obbiettivo: UNA FREQUENTAZIONE SICURA E
CONSAPEVOLE DELLA MONTAGNA. La presentazione del corso sarà fatta
il giorno 6 luglio a Modena e il giorno 5 luglio a Pavullo. In quella sede sarà
illustrato nel dettaglio il programma e saranno esposte le modalità di iscrizione.
E allora bando alle paure e tutti pronti, zaino in spalla, bussola e cartina in
mano! (P.S. spargete la voce perché più siamo e più ci divertiamo).
Giancarlo Ranuzzini
Modena
Pavullo
Programma
mer 6/7
Presentazione del corso
mar 5/7
mer 7/9
l.t. Abbigliamento, Equipaggiamento e
preparazione dello Zaino
mar 6/9
ven 9/9
l.t. Cartografia - Topografia - Sentieristica
ven 9/9
dom 11/9
Monte Purga (Lessini)
dom 11/9
gio 15/9
l.t. Orientamento - Comportamento in rifugio
mar 13/9
sab 17 e
dom 18/9
La Valle de La Mare (Alta Val di Sole)
sab 17 e
dom 18/9
gio 22/9
l.t. Pericoli in Montagna, Primo soccorso,
Soccorso Alpino
mar 20/9
gio 29/9
l.t. Meteorologia-Sentieri attrezzati
dom 2/10
Cima Rocca (Riva del Garda)
dom 2/10
gio 6/10
l.t. Programmazione di un’escursione e di un Trekking
mar 4/10
lun 10/10
l.t. Responsabilità civile e penale in Montagna
lun 10/10
gio 13/10
l.t. Revisione compiti
mar 11/10
sab 15 e
dom 16/10
Le Grigne (Lecco)
sab 15 e
dom 16/10
gio 20/10
l.t. Il CAI e le sue attività
gio 29/9
gio 20/10
COMMISSIONE ESCURSIONISMO
CAI
ES
CU
sabato 2 e domenica 3 luglio
Ferrata Mario Minonzio (EEA)
Ferrate nella Stubai Alpen (EEA) (Austria)
Eccoci anche quest’anno ad affrontare
le vie ferrate delle prealpi lecchesi.
L’obiettivo del 2011 è puntato sullo
Zuccone Campelli e la Ferrata Mario
Minonzio. Lo Zuccone Campelli si presenta, raggiunto i Piani di Bobbio, come
un maestoso anfiteatro di roccia calcarea.
La via ferrata percorre le creste, risale e
ridiscende le guglie e le pareti verticali
che collegano lo Zucco di Barbisino, il
Dente Campelli e lo Zuccone Campelli
con un percorso assai vario e sempre
ottimamente attrezzato fino alla croce di
vetta posta ai 2173 metri della cima da
cui, con sentiero dapprima su cresta
erbosa e poi attraverso un ripido canalone
detritico, di nuovo ai Piani di Bobbio.
D.G. Vito Tucci
sabato 9 e domenica 10 luglio
Croda del Becco (E)
(Dolomiti di Braies - Sennes)
Il Parco Naturale ”Fannes-SennesBraies”, situato fra la Valle di Marebbe,
la Val Badia e Ampezzo è luogo ricco
di storia e leggende. Una serie di vasti
e movimentati altipiani a 2000 metri di
quota, circondati da ripide vette che
superano i 3000, caratterizza questo
territorio che pur essendo circondato
da centri turistici di richiamo mantiene
un ambiente selvaggio e incontaminato.
Regno di aquile, stambecchi, camosci
e marmotte è una meta accessibile e
frequentatissima anche grazie alla
presenza di numerosi rifugi. Il nostro
percorso si sviluppa nel punto più a
nord- ovest del parco al confine con il
Parco naturale delle Dolomiti e più
precisamente sul Sas de la PortaCroda del Becco che si presenta come
uno splendido balcone sulle montagne
venete e altoatesine. L’itinerario prende
2
R SIONISMO
domenica 19 giugno
avvio dal notissimo lago di Braies (1489
m) per poi farvi ritorno dopo un lungo
e vario giro ad anello che raggiunge
la sua massima quota al Rifugio Biella
(2327 m). I nostri passi percorreranno
inizialmente l’Alta Via n. 1 delle Dolomiti
in un ambiente prima verde e boscoso,
e dopo un sentiero ricco di serpentine,
ed il superamento di un salto roccioso,
arido e pietroso. Per i più esperti, sarà
possibile la facoltativa salita in vetta
alla Croda del Becco (2810 m),
percorso attrezzato nei punti più esposti
con un breve tratto di corda fissa, dalla
cui Croce di Vetta improvvisamente
appare un panorama che letteralmente
toglie il fiato: come un flash 1440 metri
sotto di noi la cima si specchia nel
verdissimo lago di Braies; laggiù, ai
nostri piedi, meraviglioso.
D.G. Paola Miolato
Le Alpi dello Stubai, gruppo delle Alpi
Retiche Orientali, si collocano a sudovest di Innsbruck. Costituita principalmente da gneiss sono caratterizzate
da un gran numero di cime oltre i 3000
metri tra cui il monte Habicht (3277 m),
Schrankogel (3497 m), Wilder Freiger
(3418 m) ed il Pan di Zucchero che
con i suoi 3507 metri rappresenta la
cima più alta del gruppo. Gli estesi
ghiacciai costituiscono da sempre un
vero e proprio paradiso per alpinisti e
scialpinisti anche se nel corso degli
ultimi anni un grande sviluppo è stato
dato agli itinerari per le due ruote con
circa 230 km di percorsi dedicati da
Innsbuck verso le vallate limitrofe ed
ai percorsi escursionistici con itinerari
di varie difficoltà; la più famosa è l’alta
via “Stubaier Hohenweg”, sentiero
lungo quasi 120 chilometri che collega
ben otto rifugi.
Seguendo le orme del nostro Alpinismo
Giovanile che ci ha preceduto negli
scorsi anni, partendo da Neustift e
raggiunta la Karalm a quota 1747 per
sentiero raggiungiamo il Rifugio
Innsbrucker (2369 m) che sarà la nostra base per percorrere alcune delle
numerose vie ferrate presenti nella
zona. I percorsi, visto la recente costruzione, hanno come caratteristica l’abbondante utilizzo di attrezzatura artificiale (fittoni, pioli, scalette...) e
generalmente risalgono pareti e affilate
creste fino a raggiungere la cima. La
domenica sarà un po’ più impegnativa
in quanto dal rifugio riscenderemo alla
Karalm e risaliremo il versante opposto
fino a quota 2335 da dove, percorrendo la Elfer Klettersteig, raggiungeremo la Elferspitze (2505 m) per poi
ridiscendere per sentiero fino alla stazione a monte della funivia di Neustift
con la quale raggiungiamo il pullman
per il ritorno a casa.
La gita è abbinata al Corso di Ferrate
e pertanto i posti disponibili sono limitati. Le iscrizioni sono aperte a partire
dal 1 giugno in Sede fino al raggiungimento del numero massimo previsto.
A.E. Enrico Pinelli
sabato 16 e domenica 17 luglio
Valgrisanche (E)
(Val d’Aosta)
L’escursione si sviluppa nella alta Val
Grisanche, posta alla destra orografica
della Dora Baltea, al confine ovest con
la Francia. Inizieremo dalla frazione
di Bonne (1800 m) risaliremo il versante destro della Dora di Valgrisanche
(il primo tratto attraverso boschi) sino
ad incrociare l’alta via N°2, proseguiremo poi sino alla testata del vallone
che conduce a Col Fenetre e raggiungeremo il rifugio L’Epee (2373 m). Depositati i materiali per la notte, proseguiremo per Col Fenetre (2875 m) da
dove è possibile ammirare l’intero arco
alpino dal Gran Paradiso al gruppo
del Monte Bianco. Domenica partiremo
dal rifugio in direzione sud/ovest,
percorrendo il sentiero sino alle baite
di Mont Fortciaz poi scenderemo
rapidamente, attraverso un secolare
bosco di larici (numerati per diametro),
raggiungeremo il fondovalle a Surrier
(1800 m) da dove inizieremo a salire
il fianco sinistro della valle, poi il vallone
sino a raggiungere il Lago San Grato
(2461 m); dopo pranzo percorrendo
poi un panoramico sentiero, con vista
sui ghiacciai che chiudono la valle,
raggiungeremo prima le baite Arp Vielle
poi scenderemo verso frazione Bonne
dove ci attenderanno le auto.
D.G. Ivano Boni, Romano Ferraguti
sabato 23 e domenica 24 luglio
Adamello: via normale (A)
“Viste da vicino sono quasi degli scogli
di ghiaccio, ma da lontano appaiono
come nobilissime montagne che
precipitano con grandi pareti racchiuse
tra due ghiacciai sulle selvaggi valli
che salgono fino ai loro piedi...”. Così
descriveva Douglas William Freshfield
nel 1865 il gruppo Adamello con la
sua cima di 3539 metri e con le altre
cime importanti come il Carè Alto (3462
m), Crozzon di Lares (3354 m), Monte
Fumo (3418 m) e le tante altre che
superano i 3200 metri. Il primo a salire
l’Adamello fu il boemo Julius von Payer
con la guida Giordano Botteri il
16/9/1864 seguito da Freshfield con il
famoso Tuckett nel luglio del 1865.
Diverse sono le vie di salita a seconda
della valle da cui si parte. I primi salitori
scelsero la Val Genova, mentre un’altra
via molto seguita è quella che dal
rifugio Giuseppe Garibaldi (2550 m)
sale al Passo Brizio (3147 m) e che,
passando sotto la vetta del Monte
Falcone, raggiunge le Roccette sotto
la vetta e che sarà la via che noi
seguiremo. Da Temù si prende la Val
d’Avio fino a Malga Caldea (1584 m)
dove si parcheggia. E da dove per
sentiero si sale al rifugio Giuseppe
Garibaldi in 4 ore. Il secondo giorno
si raggiunge l’altro versante del Lago
del Venerocolo dove si prende il
sentiero 11 che conduce ai piedi di
una ferrata che in 20 minuti sale al
Passo Brizio (3149 m). Scesi sulla
Vedretta del Mandrone si sale lungo
il margine del ghiacciaio fino a raggiungere la cresta che porta al Passo
degli Italiani, dal quale si accede al
Pian di Neve. Stando sempre in quota
si passa sotto la vetta del Monte Falcone per arrivare ai piedi delle Roccette che conducono con passaggi di
I e II grado alla vetta. La discesa avviene lungo lo stesso percorso. Il dislivello totale dell’escursione è di 2000
metri suddivisi nei due giorni. Il secondo giorno si devono calcolare, oltre ai
1000 metri di salita, i 2000 di discesa
per raggiungere la macchina.
D.G. Enrico Pinelli
CHIUSO PER FERIE
La sede resterà chiusa per ferie,
dal 6 al 22 agosto compresi.
Consigliamo di affrettarsi ai soci che vogliono rinnovare
la quota sociale prima della partenza per le vacanze
estive in montagna. Anche per chi socio non lo è ancora,
è aperta l’iscrizione per poter godere dei benefici
dell’essere socio del C.A.I., come gli sconti presso
i rifugi del Sodalizio, il rimborso spese per
gli interventi del Soccorso Alpino e tanto altro.
Buone vacanze e buona montagna a tutti!!!
domenica 11 settembre
Ferrata Monte Contrario (EEA)
(Alpi Apuane)
È una nuova ferrata costruita nel 2002
nel comune di Massa e supera un
paretone di 700 metri di sviluppo. È
la più lunga e impegnativa delle Alpi
Apuane. Per gli abitanti di Forno, paese più vicino, è il Monte degli Albergni
ma per i pastori locali era il Monte
Contrario perchè si inserisce nella
linea spartiacque apuana con un andamento diverso da quello delle altre
montagne, appunto “contrario” perchè
perpendicolare alla linea del crestone
principale. La sua peculiarità sta nella
parete sud-ovest: un impressionante
salto di quasi 700m. Da Massa si va
al paese di Forno di Massa e da qui
in località Case di Biforco (376 m).
L’avvicinamento alla ferrata dura circa
2 ore e si procede prima su strada
sterrata poi su sentiero ripido al di
sopra del Canale degli Alberghi fino
a un vecchio edificio, ricovero degli
operai che estraevano il marmo nelle
cave della zona e da dove ci appare
la maestosa parete sud-ovest del
Monte Contrario. L’attacco della
ferrata è a quota 1050 metri e si
svolge in prevalenza su placche
sempre più inclinate man mano che
si sale, anche se l’esposizione non è
mai eccessiva. Si deve quindi procedere molto in aderenza, sfruttando il
cavo (e le braccia) solo nel tratto
finale. La salita, di 600 metri, richiede
circa 2 ore e 30. La via termina a
quota 1645 metri per cui il dislivello
totale è di circa 1300/1400 m. Per la
discesa si prosegue verso ovest fino
al sentiero 186 e alla Finestra del
Grodilice (1750 m) e in discesa fino
alla Foce di Navola (1237 m) ed alle
Capanne di Navola. Si percorre una
vecchia via dilizza da seguire in
discesa (la via dilizza è un percorso
in discesa coperto di detriti sui quali
scorreva una slitta “Lizza” di legno
che, scivolando su assi insaponate,
trasportava a valle i blocchi di marmo)
fino alla strada asfaltata che conduce
alla strada percorsa all’andata.
L’escursione in totale dura 9 ore, il
dislivello è +/-1300 m e richiede un
impegno fisico da non sottovalutare.
A.E. Enrico Pinelli
3
domenica 11 settembre
Monte Purga (E)
(Lessinia)
La Lessinia, zona geografica delle
Prealpi Vicentine, è chiusa a nord dal
gruppo montuoso del Carega,
delimitata a sud dal fiume Adige e ad
est e ovest dalle valli Leongra e
Lagarina. La sua etimologia significa
(terra usata e preparata per i pascoli)
e nel nostro cammino vedremo come
siano ancora evidenti i segni di questa
attività che sopratutto in passato è
stata di vitale importanza per la
popolazione, ancora oggi insieme alla
lavorazione del marmo rosso e ad un
turismo proveniente da oltre confine,
è la principale forma di sostentamento
economico. In forte crescita è il turismo
legato alla natura e al Birdwatching.
Degni di nota sono sicuramente gli
importanti ritrovamenti fossili,
archeologici e le testimonianze rurali
ed etnografiche della cultura Cimbra.
Il monte Purga 925 m, meta della nostra
escursione, è di origine vulcanica e su
di esso già dal 1000 A.C. sembra
esistessero tracce di insediamenti
abitativi a fortificazione. Se il meteo lo
permetterà, dalla cima, potremo
ammirare le più famose vette del
monte Baldo e di Cima Carega.
D.G. Giordano Chiodi
GRUPPO SENIORES OVER 50
sabato 18 e domenica 19 giugno
sabato 3 e domenica 4 luglio
Valle del Lavazzè - Laghetti Grumi (EE)
Giro dei rifugi della Val Solda (EE)
(Val di Non)
La Val di Non è la più ampia valle del
Trentino, sorge nel cuore occidentale
della regione ed è ricca di boschi, corsi
d’acqua e soprattutto di meleti, grazie
ai quali il suo nome è famoso in tutta
Europa.
Alla vista si presenta come un
immenso altipiano verde e soleggiato
percorso da torrenti e ruscelli che
hanno scavato per millenni la roccia
formando quell’insieme di gole,
cascate e burroni grazie ai quali essa
è oggi conosciuta come “La Valle dei
Canyon”. Al centro, il lago di Santa
Giustina, cuore pulsante del territorio,
attira con la sua imponente superficie
lo sguardo del visitatore, mentre tutto
intorno il territorio è delimitato da dolci
rilievi mai troppo impervi: la catena
delle Maddalene a nord con i suoi
incantati panorami d’alpeggio e le
rocciose Dolomiti di Brenta nella parte
sud-ovest. Il comune di Rumo, tra il
bacino del Noce e la Val d’Ultimo, in
Alto Adige. Rumo è costituito da
numerose piccole località nell’alta Val
di Non a Ovest del Rio Pescara, il
territorio comunale è attraversato dal
Rio Lavazzè da cui prende il nome la
piccola valle Lavazzè, profondamente
incavato e pittoresca è attorniata dal
gruppo delle Maddalene, tra cui
spiccano la cima degli Olmi/Ilmenspitze
e il monte Ometto/Mandelspitze,
mentre le frazioni sono adagiate su
pendii pittoreschi ad un’altitudine
intorno ai mille metri. A pochi chilometri
da Rumo si trovano due percorsi
importanti, il “Canyon Rio Sass” e il
“Parco Fluviale Novella”, si possono
visitare accompagnati da esperte guide
che illustrano le bellezze e le
particolarità naturalistiche del territorio,
mentre altre escursioni possono
essere intraprese liberamente, come
i Laghetti di Grumi, o la via delle
Malghe.
D.G. Remo Dai Prà
Solda è un nome dall’origine misteriosa,
ma probabilmente deriva da un’espressione celtica con significato di “piccola
palude”: infatti, secondo studi naturalistici
in questa zona era effettivamente presente una palude. La località di Solda
occupa una delle valli più alte delle Alpi
Orientali essendo abitata dai 1880 ai
1920 metri di altitudine. La valle è circondata a Est, Sud e Ovest da ghiacciai
dell’Ortles che contribuiscono a rendere
piuttosto rigido l’Inverno, anche perché
il massiccio montuoso limita la durata
dell’irradiazione solare alle sole ore
mattutine nella stagione fredda.
L’Ortles è tra tutte le montagne del Tirolo,
la più imponente e affascinante tant’è che
chiunque scalatore ama e rimane
estasiato dalla sua magnificenza. Il primo
che toccò la cima dell’Ortles fu Josef
Pichler il 28 settembre 1804. Da quel
giorno s’intensificarono le ascensioni fino
a scoprire la via più facile per arrivare alla
vetta. Trovata e tracciata fu chiamata
Cresta Tabaretta su cui si costruì il Rif.
Payer nel 1875 a quota 3029. Da questa
prima costruzione di Rifugio in alta quota,
partì in seguito la costruzione di altri Rif.
Alpini che solo in minima parte vedremo
in questa proposta di escursione. Infatti,
noi il primo giorno arriveremo al Rif. Payer,
poi faremo pernottamento al Rif. Tabaretta.
Il secondo giorno, con una bellissima
escursione in alta quota andremo al Rif.
Coston, da cui sarà possibile ammirare
l’immensità del ghiacciaio, rifocillarsi con
le ottime specialità del posto cucinate dal
gestore del Rifugio e riscendere a valle
seguendo un percorso di particolare
fascino sulla valle di Solda.
D.G. Remo Dai Prà
sabato 3 e domenica 4 settembre
Cima Rosetta e Rifugio Pradidali (E) (Pale di San Martino)
Torri, campanili, guglie, spaccature,
ghiacciai, altipiani nell’area veneta e
trentina, nel territorio del Parco
4
Naturale Paneveggio, queste sono le
Pale di San Martino. Cime altissime
che formano un quadrilatero, ma la
parte più nota è la catena centrale con
Cima Vezzana (3192 m), Cimon della
Pala (3184 m), la Rosetta, la Pala di
San Martino, il Sass Maor, la Cima
Madonna e Cima Canali. Nel centro
della Catena si estende l’Altopiano
delle Pale, cinquanta chilometri
quadrati che culminano con il
ghiacciaio della Fradusta. Tre i laghi
presenti: Lago di Pradidali (2242 m),
il Lago di Castrozza (2170 m) e il Lago
di Manna (2595 m).
Questo altopiano di natura carsica fa
sì che le acque non siano filtrate lungo
il percorso: si può facilmente
comprendere come siano delicati gli
equilibri ambientali che spesso sono
sottoposti alla pressione del turismo
e ai relativi rischi d’inquinamento.
Alcune citazioni storiche descrivono
l’altipiano come ‘il più selvaggio dei
deserti’ (Leslie Stephen, 1869) ‘un
deserto sterminato all’apparenza,
roccioso, aspro, ineguale e pauroso
nel suo aspetto di completa
desolazione’.
Per fortuna in questo angolo di
paradiso naturale, c’è molto posto
anche per chi non cerca il brivido della
verticalità e preferisce delle ascensioni
più modeste. Il percorso proposto inizia
il primo giorno col prendere la Funivia
che porta al Ristorante Colverde (1965
m), poi con il secondo tronco di Funivia
si arriva al Ristorante Rosetta dove
inizia la nostra escursione verso il
Rifugio Rosetta per un sentiero
piuttosto ripido e con punti esposti, da
qui si attraversano le pale e ci si dirige
verso il rifugio Pradidali (2278 m), dove
faremo la cena e il pernottamento. Il
giorno successivo con un bellissimo
giro ad anello passando da vicino al
ghiacciaio della Fradusta e dal passo
Pradidali ritorneremo al Ristorante
Rosetta.
D.G. Remo Dai Prà
GRUPPO FRIGNANO
sabato 9 e domenica 10 luglio
sabato 10 e domenica 11 settembre
Val di Rabbi (EE)
Altopiano del Montasio - Jof Fuart (EEA)
Siamo nel mondo della pace.
Lasciati incantare da questa meravigliosa valle.
Ci troviamo in Val di Rabbi, laterale
della Val di Sole, senz’altro una tra le
più caratteristiche valli del Trentino per
il suo ambiente naturale gran parte incluso nel Parco Nazionale dello Stelvio.
Di straordinaria suggestione, sono le
infinite tonalità di verde che dominano
la vallata in primavera; le distese di
rododendri che ci accompagnano lungo tutto il percorso; le famose cascate
di Saent che raggiungeremo tra boschi,
ponti e schizzi d’acqua e ancora il
Lago Corvo e i suoi incantevoli laghetti
dove vive il raro salmerino Alpino.
Particolarmente interessante è l’avvistamento di animali selvatici dai camosci, pernici bianche, cervi e l’aquila.
Nei dintorni di Prà di Saent tra aree a
pascolo e zone umide torbose vedremo colonie di marmotte per niente
infastidite della nostra presenza.
Questo itinerario ci permette di godere
ancora oggi di un ambiente incontaminato dal fascino antico grazie alla
cura dell’uomo e lo sfruttamento silvopastorale.
Il nostro punto d’appoggio è il rifugio
Dorigoni, molto accogliente, situato in
una bella conca di origine glaciale
circondata da cime oltre i 3000 metri.
A dir poco grandiosa è la vista che
ammireremo dalla Cima Collecchio:
la Val d’Ultimo, il rifugio Dorigoni con
i laghi Sternai, tutta la vallata del Saent
col torrente Rabbies, le cime del Vioz,
Palon de la Mare e Cevedale.
Lontana ma inconfondibile scorgeremo
perfino la sagoma appuntita del Gran
Zebrù.
D.G. Boilini Graziano
dal 6 al 15 agosto
Le Alpi Giulie sono situate, in un
angolo, quasi in disparte, all’estremo
orientale della catena alpina, in parte
in territorio italiano e in parte in quello
sloveno. In questo scenario caratterizzato dall’imponenza delle pareti
calcareo-dolomitiche e dalla selvaggia
natura di un territorio ricco di varietà
morfologiche, fluviali, glaciali e carsiche, si svolgerà la nostra escursione.
Essa avrà inizio dall’altopiano del
Montasio nei pressi di Sella Nevea
(1162 m) per salire fino al rifugio Corsi
(1874 m) attraverso il passo degli
Scalini (2022 m). Il giorno successivo
partendo dal rifugio si raggiunge la
cima dello Jof Fuart (2666 m), una
poderosa montagna che si eleva tra
forcella Mosè e l’Alta Madre dei
Attività Gruppo Soci
di Lama Mocogno
a cura di Romano Bertugli e Ugo Marescotti
sab 11/6
Traversata dal Passo delle Radici a Lago Santo Baita
del Duca - Monte Cantiere - Piane di Mocogno
E
sab 18/6
Cento Croci - Alpesigola - S. Antonio - Cento Croci
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sab 25/6
Giro dei monti attorno ai laghi Baccio e Santo
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sab 2/7
Anello della Nuda: Santuario del Monticello - Monte Nuda
Passo della Boccaia - Monticello
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sab 9/7
Passo delle Radici - Passo delle Forbici - Monte Prado Rif. Battisti e Abetina Reale
E
sab 16/7
Giro della Val di Luce: Ca’ Coppi - Balzo Rose Alpe Tre Potenze - La Fariola - Gomito
E
sab 23/7
Sagra della Torre: Giro Montecenere - Pracanina Castello di Brandola - Ponte del Diavolo e ritorno
E
sab 30/7
Festa della Trebbiatura: percorsi intorno a Lama Mocogno
E
sab 5/8
Festa della Madonna della Neve: Traversata dall’Abetone
al Monte Cimone e al lago della Ninfa
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sab 13/8
Pellegrinaggio: La via Vandelli dalla Santona a
San Pellegrino in Alpe e ritorno
sab 21/8
La Camellata: dall’Abetone al passo delle Radici
Trekking in Islanda (EE)
Il trekking che propongo quest’anno,
si può veramente definire unico nel
suo genere e, non a caso, si svolge
in un ambiente tra i più belli ed ambìti
in Europa. L’Islanda, 300.000 abitanti
in 103.000 chilometri quadrati è
“tagliata” geologicamente in due dalle
piattaforme tettoniche Europea e Nord
Americana ed è un isola quasi per
metà ricoperta da deserti montagnosi
di lava, oltre a ghiacciai (tra cui il
Vatnajòkull di 8300 chilometri quadrati)
e un 20% di terre destinate a pascolo.
Anche se sono in corso ambiziosi progetti di riforestazione, nel nostro cammino, che si svolgerà all’interno del
Parco Nazionale di Landmannalaugar,
non incontreremo né boschi e niente
di tutto quello che siamo abituati a
vedere nei nostri bei paesaggi Alpini
o Appenninici, aggiungendo a questo,
il fatto che saremo al limite del Circolo
Polare Artico e che come al solito
viaggeremo in completa autonomia,
ci accompagneranno giorni senza notti
e notti senza stelle. Ci sembrerà
davvero di camminare facendo un bel
salto indietro nel tempo. Per motivi
logistici il numero dei partecipanti sarà
limitato e valutato in base ad esperienze ed attitudini.
D.G. Giordano Chiodi
Camosci: senz’altro una delle più belle
e imponenti vette delle Alpi Giulie, da
cui è possibile ammirare un panorama
superbo. Il percorso di salita si svolge
in parte su via ferrata, pertanto occorre
la relativa attrezzatura, compreso il
casco. Si tratta di una escursione su
terreno impegnativo, con dislivelli ragguardevoli: 850 metri il primo giorno e
900 il secondo, che presuppone un
passo sicuro e una buona preparazione
fisica. Alla gita non mancherà, l’aspetto
storico visto le numerose testimonianze
belliche che si incontreranno: caverne,
ruderi di ricoveri e trinceramenti, proprio
su queste creste, infatti, correva il fronte
presidiato dalle truppe austriache
durante la Grande Guerra.
D.G. Lorenzo Sorbelli
E
EE
il cimone
Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano
Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978
Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani
Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41123 Modena
Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977
Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,
ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio
Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.
Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI
MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)
E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).
5
CONVERSAZIONI IN MONTAGNA
di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto
domenica 26 giugno
a cura di Alberto Meschiari
domenica 17 luglio
Malga Casinotto - Bocca dell’Ussol (E) Lago Paduli - Rif. Città di Sarzana (E)
(Alpi Giudicarie - Trentino)
domenica 3 luglio
Lago di Tovel - Malga Flavona (E)
(Dolomiti di Brenta - Trentino)
Il Rifugio Città di Sarzana si trova nel
Parco Nazionale dell’Alto Appennino
Reggiano, poco sotto il crinale e nei
pressi del Laghetto di Monte Acuto.
Lasciata la macchina in prossimità del
Lago artificiale Paduli, prenderemo il
sentiero che a 1170 metri sale verso
il Monte Acuto (1755 m). Usciti dalla
splendida faggeta, saliremo il versante
domenica 7 agosto
Capanno Tassoni - Lago Scaffaiolo (T)
(Appennino modenese)
Camminata classica, molto tranquilla,
sul nostro Appennino. Saliremo da
Capanna Tassoni (1317 m) attraverso
il bosco fino al Passo della Croce
Arcana. Da qui, aggirando il Monte
Spigolino, raggiungeremo il Lago
Scaffaiolo e il Rifugio Duca degli
Ospitale - Via Romea - Monte
Spigolino (E) (Appennino modenese)
Da Ospitale (930 m), costeggiando il
torrente, percorreremo per un buon
tratto ciò che resta dell’antica Via
Romea, costruita dai monaci benedettini fra il VII e l’VIII secolo per congiungere l’Abbazia di Nonantola a Roma.
Per chi intendesse provare, un cartello
indica 25 ore di cammino fino a Nonantola e 9 giorni fino a Roma. Transiteremo fra enormi faggi contorti, secolari
muretti a secco e piccole maestà di
arenaria, davanti alle quali sostavano
a pregare i monaci medioevali. Lasciatici sulla destra il ponticello che porta
alla Scaffa, saliremo verso il Passo
ripartiti. Ogni gruppo per la sua escursione. Come gruppo Over 50, siamo
andati ad Albarese, al centro del Parco
del Parco dell’Uccellina, punto di partenza per l’escursione sino alla spiaggia di Cala Forno, accompagnati da
una guida del Parco ci siamo avviati
tra la macchia mediterranea; Lecci,
Corbezzolo, Lentisco, Mirto, querce di
sughero e tante altre. Siamo passati
all’interno di un oliveto secolare dove
il tempo sembra che si sia fermato.
Abbiamo avuto anche l’occasione di
incrociare una volpe e dei daini e di
ammirare dall’alto del sentiero che si
stava percorrendo centinaia di metri
CAI
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SCUOLA C.A.I.
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il Girasole di Legambiente in Località
Enaloi nel Comune di S. Maria
Ripescia. Come gruppo Over 50, abbiamo proseguito sino a Porto d’Ercole
dove si è fatto il giro delle fortezze
erette tra il XV e XVI secolo che sovrastano la località marinara: Forte Filippo, La Rocca Aldobrandesca e Forte
Stella. Nella visita alle fortezze ci siamo
dovuti accontentare di vederle solo
dall’esterno, perché uno è di fatto un
condominio privato (Forte Filippo) gli
altri due erano chiusi e aprono al pubblico solo in giugno. Alla sera ci siamo ritrovati con i ragazzi nella bella
struttura di Lega Ambiente. Un’ottima
cena con prodotti rigorosamente
biologici ci ha permesso di recuperare
le energie spese nella lunga camminata del giorno, oltre 12 chilometri.
Interessante dopo cena. Si è assistito
a una lezione di astronomia tenuta da
un bravo istruttore che ha saputo coinvolgere, in particolar modo, i ragazzi
nella conoscenza della volta celeste.
Alle 11 tutti a nanna.
Alla Domenica di buon mattino siamo
del Lupo e quindi sul crinale dello
Spigolino (1827 m), situato fra i passi
della Croce Arcana e della Calanca.
ES
Weekend in Maremma
6
Abruzzi (1787 metri). Inaugurato nel
settembre del 2001 su un vecchio
edificio del 1880, il Rifugio Duca degli
Abruzzi si trova sul crinale toscoemiliano, proprio sulle rive del lago
Scaffaiolo con vista sulle pendici del
Corno alle Scale.
domenica 4 settembre
La nostra camminata ha inizio al
Lago di Tovel (1178 m). Prenderemo
il sentiero per Malga Pozzol (1632
m), attraverseremo il ruscello su un
delizioso ponticello di legno e
saliremo attraverso il bosco fino a
Malga Flavona (1860 m). Ci troviamo
nel Brenta Orientale. La valle glaciale
di Santa Maria di Flavona dal Lago
di Tovel si addentra verso il massiccio
del Brenta con direzione Nord-Sud
alternando pianori ad alti gradoni,
ambiente dell’orso bruno e dell’aquila
reale. Malga Flavona, sicuramente
una delle più belle del Brenta, è
collocata su un grande spiazzo
aperto fra prati, boschi e picchi
dolomitici.
Sabato 7 maggio, all’alba delle 4,30 il
piazzale antistante la nostra sede si
è popolato di appassionati di
escursionismo, Over 50, di un nutrito
drappello di ragazzi e il gruppo di
partecipanti al corso di MTB. Con un
imponente schieramento di mezzi;
Pullman, Pulmino CAI, furgoni portabici, all’alba delle cinque siamo partiti
per la Maremma. Prima tappa:
Talamone dove sono scesi i ragazzi
che hanno fatto il giro in MTB da
Talamone, sino ad arrivare Il Centro
Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
fiorito di viole con veduta panoramica
sul lago e i monti circostanti, gireremo
a sinistra attorno alla cima, e attraverso
la sella a quota 1722 metri scenderemo al laghetto di Monte Acuto,
che ci accoglierà con il colore verde
smeraldo delle sue acque. A trenta
metri sorge il piccolo ma delizioso
Rifugio Città di Sarzana (1580 m).
-
Malga El Casinot o Casinotto si trova
a 1672 metri in Val Gavardina, nella
cornice delle Alpi Giudicarie. A quota
1150 metri lasceremo le auto e
proseguiremo a piedi per un tratto di
strada asfaltata. In circa mezz’ora
raggiungeremo il pianoro della Malga
Gavardina (1386 m). Seguendo poi la
strada forestale che s’inoltra nel bosco,
arriveremo a Malga Casinotto. Il prato
antistante è molto accogliente, e chi
non ha idea di cosa sia una malga,
questa è l’occasione per visitarne una
davvero bella, dotata di una lunga
tavolata con panche, camino, stufa e
legna. Dopo la sosta ci incammineremo verso la forcella che si
intravede sopra la malga: è la Bocca
dell’Ussol, a 1878 metri, con la
Chiesetta della Pace, da cui godremo
di uno splendido panorama sulle Alpi
Giudicarie.
(Appennino reggiano - parmense)
R SIONISMO
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DE N A
di spiaggia deserta e incontaminata.
Dopo un paio di ore di cammino siamo
arrivati alla spiaggia di Cala Forno
raggiungibile solo via mare o come
abbiamo fatto noi: camminando... camminando. Sosta panino, bagno di sole
e qualcuno di mare e dopo un’oretta
di sosta abbiamo ripreso il cammino
del ritorno. Rendezvous a Follonica
con i ragazzi in MTB e ritorno a casa.
Weekend molto bello che ci ha permesso di conoscere e apprezzare un
ambiente di notevole bellezza e di
particolare interesse storico/ambientalistico. Complimenti agli
Antonio Zucchi
organizzatori.
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SCUOLA C.A.I.
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ALPINISMO GIOVANILE
ÆI SOGGIORNI ESTIVI
DELLæALPINISMO GIOVANILEÆ
Aquilotti 2003 / 2004
• dall’11 al 12 giugno
Un weekend d’Aquilotto nel Parco del Frignano
Giochi nella natura ed escursione ai laghetti naturali dell’Alto Appennino,
alla scoperta delle fonti dove nasce il fiume Panaro...
Junior 2000 / 2002
• dall’11 al 14 giugno
Quattro giorni da curioso
escursionista
Geologia: Perché le montagne dell’Alto Appennino Emiliano sono
fatte così...?
Logistica: I sentieri del C.A.I. di Modena sono a numeri pari
o dispari? Bianco, rosso e nero quando, quanto, come e perché...?
Storia: Sui crinali tosco emiliani, alla ricerca delle tracce, delle trincee, dei ricoveri e dei bunker
della Linea Gotica, nell’inverno del 1944 - 1945...
Ambiente: Hai il “pollice verde”? Sei un futuro Ingegnere Forestale, un Architetto Ambientale, un
Appassionato Naturalista o uno Sozzone Inquinatore? Lo scopriremo insieme...
Senior ragazzi 1997 / 1999
• dal 3 al 14 luglio
Soggiorno in Trentino - Alto Adige
Traversata delle Dolomiti di Brenta: Da rifugio a rifugio.
Grande traversata tra cime, campanili e torri,
percorrendo i sentieri attrezzati delle
Bocchette centrali e alte nel “cuore” delle Dolomiti di Brenta
Ciclo escursioni nella Val di Sole:
pedalando tra meleti, passi, laghi e alpeggi
Sui sentieri di ghiaccio della Grande Guerra:
alla riscoperta dei Campi di Battaglia più alti d’Europa...
Senior giovani 1993 / 1996
• dal 27 al 31 agosto
Otztaler Alpen
Trekking in alta quota: da rifugio a rifugio sui ghiacciai
e cime dell’Uomo di Otzi - Wildespitze - Palla Bianca - Similaun
Junior 2000 / 2002
• al 5 al 11 settembre
Dolomiti del Cadore
Escursioni guidate di orienteering alla ricerca di luoghi ameni...
Visite alle malghe per apprendere la vita legata al pascolo
e alla trasformazione dei prodotti delle mandrie...
Lezioni di arrampicata in falesia...
Tanti giochi di socializzazione... e cammin facendo, incontri con
marmotte, camosci e stambecchi...
Per introdurre i ragazzi alla conoscenza dell’ambiente montano.
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PO
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CAI
SPELEOLOGICO
IL IA
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MODENA
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO
domenica 19 giugno
domenica 24 luglio
Abisso Vigant
Grotta Battisti
Il tratto delle Alpi Giulie che, lungo il
confine tra Italia e Slovenia, si estende
dal monte Canin fino al Carso, alle
spalle di Trieste, è una zona tra le più
ricche di cavità naturali del nostro
paese, con numerose grotte di dimensioni inimmaginabili per estensione e
profondità. Basta pensare che nei
pressi di Villanova, a nord-est di
Tarcento, si estendono quasi 20
chilometri di gallerie, con abissi che
hanno legato il loro nome alla storia
della speleologia italiana, quali grotta
Doviza, grotta di Taipana, grotta di
Torlano. Per gli appassionati è un
territorio che offre infinite possibilità di
esplorazioni e scoperte (il termine
“carsisimo” nasce proprio dal nome di
questa zona). Qui, preceduto da un
immenso portale di roccia, al termine
della piccola valle del rio Tanaloho, si
apre anche l’abisso Vigant, uno dei
complessi carsici (Vigant - Pre Oreak)
più interessanti, con un sistema
sotterraneo che si sviluppa nella roccia
calcarea del monte Bernadia; penetra
in profondità per oltre 300 metri ed è
caratterizzato da una sequenza di 10
pozzi, tra i quali uno profondo oltre 80
metri. Scendere è abbastanza facile,
la parte impegnativa, ovviamente, è
la risalita; si uscirebbe più agevolmente
se fosse praticabile il collegamento tra
il fondo del Vigant e la grotta Pre
Oreak, che ha un andamento orizzontale e sbuca all’esterno nella valle
del Cornappo. La galleria, di circa 30
metri e che unisce le due grotte, è
però completamente immersa
nell’acqua ed è percorribile solo con
tecniche speleo-subacquee.
L’abisso Vigant è una cavità molto
tecnica, adatta a persone dotate di
discreta esperienza e buona
dimestichezza speleologica; è una di
quelle grotte davanti al cui ingresso è
bene prepararsi tecnicamente,
psicologicamente e spiritualmente. Chi
vuole partecipare a quella che
comunque è un’avvincente ed
emozionante spedizione, può rivolgersi
in sede.
domenica 10 luglio
Punta degli Stretti
Tra i luoghi interessanti dell’Argentario
vi è anche una grotta di medie
dimensioni, Punta degli Stretti, che si
apre nella roccia calcarea, poco oltre
il bivio per il convento dei Passionisti.
Detta anche Grotta del Granduca, per
essere stata visitata da Leopoldo II
Granduca di Toscana, fu abitata in età
neolitica, come testimoniano resti di
ossa e di utensili, e fu riscoperta nel
1842 durante le operazioni per la
costruzione della strada che da Porto
Santo Stefano porta a Orbetello. Per
raggiungerla ci si deve fare largo tra
una fitta vegetazione di rovi e poco
dopo l’ingresso ci si trova in una
galleria ferroviaria abbandonata, tipo
quelle dell’incompiuta ferrovia Modena
- Pavullo, studiate e cartografate dal
G.S.E. Attraversata la galleria si
incontra lo spettacolare laghetto nella
sala del Granduca, di forma quasi
circolare e profondo circa due metri.
Aggirato il lago, la grotta si divide in
due rami, uno a sinistra, detto della
Galleria Vecchia, e uno a destra, detto
della Cortina Meravigliosa per le
numerose incrostazioni calcaree che
l’adornano e che spesso assumono
le forme più strane, specialmente nella
Sala dell’Obelisco. Al di là di questa
sala, dopo una cinquantina di metri,
si arriva al lago Egiziano, abbastanza
profondo e con sponde ripide,
attraversabile solo con un canotto. Si
prosegue poi nella Galleria Garibaldi,
con una bella stalagmite a forma di
busto umano, poi nella Sala delle
Frane e nella Galleria del Drago
Volante, al termine della quale il nostro
percorso è interrotto da un sifone. Chi
ha voglia di camminare, di strisciare
in brevi cunicoli che terminano in grandi
ambienti inaspettati, superare brevi
passaggi con l’aiuto di una corda,
vedere piccoli laghi nel cuore
sotterraneo della montagna, assistere
allo spettacolo che, anche in una grotta
calda al livello del mare, solo stalattiti,
stalagmiti e altre concrezioni possono
dare, è invitato a questa escursione.
Punta degli Stretti è una grotta di facile
percorribilità e con una temperatura
molto piacevole anche d’inverno.
Sulla Paganella, tra panorami d’incomparabile bellezza, si apre la grotta
Battisti, nella vertiginosa parete che
dà sulla Val Trementina. Dalla vetta,
si raggiunge l’ingresso della cavità
seguendo un sentiero che scende
sempre più ripido, fino a scomparire
quasi del tutto: gli ultimi metri si percorrono aggrappati a cespugli di
conifere cercando di non guardare sotto, verso la strapiombante parete verticale. La grotta è di origine carsica e
tra meandri, sale e gallerie, seguendo
i sentieri tracciati dall’acqua nel corso
dei millenni, avremo il privilegio di
esplorare dall’interno questa montagna, che di solito viene frequentata
solo nelle sue vie esterne. L’attraversata è abbastanza facile ma tecnica
e adatta solo a chi ha già esperienza
di manovre su corda. Al termine
dell’esplorazione, per arrivare all’uscita,
ci aspetta l’unico pozzo, di una trentina
di metri, da fare in risalita; fuori, un
colpo d’occhio mozzafiato sulla valle
dell’Adige e il tratto di via ferrata che,
sull’orlo di uno strapiombo di oltre 300
metri, ci riporta ai prati della Paganella.
Per informazioni e per partecipare alle
attività del Gruppo Speleologico giovedì sera in sede.
Il nostro indirizzo email è
[email protected]
domenica 11 settembre
Abisso Peroni
L’Abisso Peroni è una delle numerose
grotte che si aprono nella vena del
gesso romagnola. Il suo ingresso, non
lontano dalla strada che da Brisighella
porta a Casola Valsenio, è ben
evidenziato da una grande dolina che
si apre tra casolari e campi coltivati;
era noto fin dagli anni ‘30, ma solo nel
1985 si è proceduto alla disostruzione
del cunicolo, che permette l’accesso
agli ambienti sotterranei. Ancora oggi,
comunque, sono necessarie buone
doti contorsionistiche per superare la
strozzatura iniziale, perfettamente
verticale, che si prolunga in un pozzo
di 38 metri, tra cristalli di gesso che
luccicano in strati d’argilla. È un pozzo
a campana che si allarga
progressivamente con la morfologia
tipica dei cosiddetti pozzi a “cascata”,
scavati dall’acqua che, raccolta dalla
dolina esterna, si getta con violenza
nella stretta apertura dell’ingresso.
Dopo alcuni frazionamenti, al termine
del pozzo si arriva nel letto del torrente,
che si inoltra verso valle con una bella
galleria percorribile senza difficoltà
fino alla strettoia terminale, che sifona
in caso di piena ed è adorna di
bellissime concrezioni policrome.
Verso monte, la galleria forma un lungo
salone con crolli più o meno antichi e
fenomeni di erosione di cui restano
tracce anche ad una certa altezza.
Tutta la grotta è comunque ricca di
diramazioni, sale concrezionate e
stretti passaggi, attualmente non
percorribili, attraverso i quali si
potrebbero raggiungere altre cavità
della zona, come l’Abisso Morning o
la risorgente di Rio Cavinale. Un
mondo in gran parte ancora da
esplorare si apre sotto i campi di
questa zona della Romagna. L’Abisso
Peroni è adatto a persone con una
discreta preparazione speleologica,
occorre essere ben assicurati alla
corda per potersi contorcere
liberamente e superare la strettoia
d’ingresso, sia in discesa che - ancora
di più - in salita (a parte il fatto che
subito sotto si apre la verticale a
“campana”).
COMITATO SCIENTIFICO FERDINANDO MALAVOLTI
da venerdì 22 a domenica 24 luglio
Castello della Manta (Cuneo)
Il castello della Manta sorge a
meridione di Saluzzo, quasi a
bilanciare la presenza dell’abbazia di
Staffarda sul lato opposto, adagiato
sulla sommità di un ameno colle, là
dove la pianura subalpina s’incontra
con le Alpi. L’origine del castello, come
presidio militare, si perde nei secoli XI
e XII, ma potrebbe essere ancora più
antica. In seguito all’introduzione della
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polvere da sparo, fu trasformato in
dimora signorile e, nel XV secolo,
assunse l’attuale aspetto. Questa
trasformazione, da austera struttura
spoglia e medioevale in una dimora
più confortevole, è ottenuta inserendo
tra l’altro un raffinato salone di
rappresentanza al secondo piano, noto
come il “salone baronale”.
In questo salone sono rappresentati
nove prodi e nove eroine. Tra gli eroi
Ettore di Troia, Alessandro Magno,
Giulio Cesare, Giosuè, Davide, Artù e
Carlo Magno. Le eroine sono tutte
tratte dalla mitologia e dalla storia
antica. Tutti i personaggi comparivano
nel romanzo autobiografico “Le
Chevalier errant”, composto da
Tommaso III di Saluzzo, proprietario
del castello, e di fatto rappresentavano
un’esaltazione del casato. Il ciclo
pittorico è una rara testimonianza di
pittura profana tardo-gotica con i
personaggi raffigurati ad altezza quasi
naturale. Di fronte alla parete con la
parata degli eroi e delle eroine, è
raffigurato un altro mito del tardo
Medioevo, quello della “Fontana della
Giovinezza”.
D.G. Claudio Orlandi
Gruppo
sentieri
Segnatori d’Estate
Il tempo pazzerello continua! Dopo la
neve, l’acqua, il caldo, la pioggia... chissà
cosa ci aspetta per quest’estate! Vorrà
dire che useremo l’altimetro più per
vedere il tempo che cambia che per
conoscere la quota. Nei mesi estivi il
Gruppo Segnatori si incontra comunque
per progettare le sue attività e per godersi
le lunghe giornate sui monti svolgendo,
allo stesso tempo, l’importante opera di
manutenzione dei sentieri per gli amici
escursionisti che si muovono in Appennino nel corso di quest’estate. Sarà
un’estate calda, se non per il tempo,
almeno per quel che riguarda le nostre
attività. Ultimamente abbiamo avuto
occasione di notare che sono presenti
alcune situazioni critiche, alcuni sentieri
che hanno necessità di una bella lucidata
e l’estate è certo il momento migliore!
Pur non essendo previsto per quest’anno
un Corso, è possibile partecipare alle
attività accompagnando i Segnatori nelle
gite di Gruppo, prendendo così contatto
con il mondo bianco e rosso. Il Gruppo
di Modena si incontra il primo martedì
del mese (7 giugno, 5 luglio, 6 settembre)
e va in gita la domenica successiva (12
giugno, 10 luglio, 11 settembre). A Pavullo
si possono incontrare i Segnatori il
mercoledì (15 giugno, 21 settembre),
mentre le gite sono in programma il 2
giugno, il 19 giugno e il 3 luglio.
Per maggiori informazioni e per partecipare alle attività, la nostra mail è
[email protected]
Andrea Gasparini
da mercoledì 17 a domenica 21 agosto
4° Soggiorno del Segnatore
Anche quest’anno i nostri monti ci attendono! Accolti a braccia aperte
dagli abitanti e dai commercianti dell’Appennino, che tributano a tutti
i visitatori un caldo benvenuto, andremo a trascorrere qualche giorno
in allegria e curare la manutenzione dei sentieri che ne hanno più
bisogno... ma soprattutto ci andremo a godere una bella vacanza! È
proprio questo il Soggiorno dei Segnatori: una vacanza. Una vacanza
utile perchè oltre a goderci giornate sui monti, ci occuperemo della
manutenzione dei sentieri che non vengono puliti spesso a causa
della loro “lontananza”. Una vacanza alla portata di tutti, perchè
cercheremo una sistemazione “da montanari”: comoda ma allo stesso
tempo senza troppe pretese! In considerazione della distanza da
Modena, è possibile raggiungerci anche solo per uno o due giorni,
magari per il weekend, per una vacanza... mordi-e-fuggi. La meta di
quest’anno è la zona Lago Santo - Lagacci della Porticciola, teatro
di sentieri e luoghi bellissimi ma, allo stesso tempo, lontani da
Modena. Chi è interessato e vuole aderire all’iniziativa o avere maggiori
informazioni, può contattarci in occasione di uno degli incontri in
calendario o via mail.
A.G.
8° Concorso Fotografico
L’ottava edizione del Concorso
Fotografico Sezionale ha visto la
partecipazione di 41 fotografie. Dal
conteggio dei voti, il Concorso ha visto
l’exploit del Socio Tomasz Turbiarz
che si è aggiudicato tutti i premi in
palio con le immagini: “Nel Rosso
dipinto di blu”, scattata sull’Appennino
Reggiano; “Guarda Papà”, scattata in
Turchia e “Due dita di neve” scattata
in Val Piana (Massa Marittima,
Grosseto).
La consegna dei premi è stata
eseguita, come di consuetudine, a
marzo, durante l’Assemblea Generale
dei Soci. La foto vincitrice del Concorso
è esposta in Sede, insieme alle foto
vincitrici dei Concorsi precedenti.
1° classificato: Tomasz Turbiarz
“Nel Rosso dipinto di blu”
Alberto Papotti
3° classificato: Tomasz Turbiarz
“Due dita di neve”
2° classificato: Tomasz Turbiarz
“Guarda Papà”
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La Via Carla, un 6° grado inedito, 71 anni dopo
di Alessandro Marchiorri
Da trentacinque giorni l’Italia era in guerra, quel 15 luglio 1940. Al confine
d’Oriente, nell’Alta Valle dell’Isonzo, Alpi Giulie orientali, pilastro d’angolo
meridionale del magnifico Jalovec e cerniera tra questo e l’arcigna e severa
Parete di Bretto, allora in territorio italiano, s’innalza il Monte Ossenicco o
Osebnig, secondo la toponomastica di allora: è il MALI OZEBNIK (2324 m)
degli sloveni, oronimo facilmente individuabile nella cartografia odierna. Un
nostro Socio di allora, il Sottotenente Franco Spagnoli, Istruttore Militare di
Alpinismo, in forza al Battaglione Val Natisone, 8° Reggimento Alpini, Divisione
Alpina Julia, in cordata con gli Alpieri Jussig e Dal Col affronta e supera in
prima assoluta i 400 metri della parete nord del Mali Ozebnik. Purtroppo non
disponiamo dello schizzo della Via ma essa è intuibile, nella fotografia che
riproduciamo, sulla destra della verticale della vetta.
È una “via” di 6° grado, come da relazione stesa dai primi ripetitori, la cordata
Saffi-Mogliano ed è una “via” di 6° grado come riconosciuto e certificato dalla
Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta.
Franco Spagnoli la chiamò “Via Carla” dedicandola, con affettuoso pensiero,
alla sorella Carla che proprio quel giorno compiva il suo esaltante diciassettesimo
compleanno. Eccoli tutti e due, sorella e fratello, in una foto d’allora.
Carla Spagnoli, vedova Messerotti - Benvenuti, è la carissima Socia Decana della
nostra Sezione di Modena: il suo primo “bollino” sulla tessera CAI risale al 1938!
Alcuni anni dopo la fine della guerra Franco Spagnoli si trasferì in Sud America,
dove poi morì, ancor giovane, alla metà degli anni ‘50; il suo archivio personale
andò purtroppo perduto.
Di questa prima ascensione sulla nord del Mali Ozebnik nulla si seppe, se non
tra gli Enti militari preposti: perché mai?
In fin dei conti non erano poi molti a quell’epoca a “passare” sul 6° da “primi”...
le cause dell’oblio sceso su di essa sono di certo più d’una: prima di tutto lo
stato di guerra che faceva passare in sottordine molti aspetti della vita non
direttamente connessi alla difficoltà del momento: la certificazione della difficoltà
della via e la sua relazione tecnica risalgono poi a ben tre anni dopo, il 27 luglio
1943, due giorni dopo la storica Seduta del Gran Consiglio del Fascismo che
esautorò Mussolini, cui seguì poi il messaggio radiofonico di Badoglio che si
concludeva con quella tragica frase: “La guerra continua.” alla quale non si
dette la drammatica valenza che poi ebbe. La notizia della ascensione della
“Via Carla”, inoltre, si avvitò, per così dire, su sé stessa, passando dal Comando
dell’8° Reggimento Alpini alla Scuola Centrale Militare di Aosta e che si limitò
a certificarne la difficoltà e la denominazione. Poi, come risulta dall’indirizzo
dei destinatari, essa venne comunicata all’Ufficio Toponomastico dell’I.G.M.
(Istituto Geografico Militare), al quale poteva interessare tutt’al più per la verifica
dell’oronimo in un settore alpino nel quale si stava procedendo alla italianizzazione
forzata della toponomastica originaria; infine la comunicazione venne inviata
al C.A.A.I. (allora denominato Centro Alpinistico Accademico Italiano), che già
dal 1938 non esisteva più come entità autonoma essendo stato d’imperio
sciolto nel Centro Alpinistico Italiano, nuova denominazione dell’acronimo C.A.I.
Se, viceversa, la notizia dell’apertura della “Via Carla” fosse stata fatta alla
Redazione della Rivista del C.A.I. o a quella de “Lo Scarpone”, certamente
essa sarebbe stata riportata nelle rispettive rubriche di Cronache alpinistiche.
Grazie all’interessamento e ai consigli della S.A.G. (Società Alpina delle Giulie
- Sezione CAI Trieste), al silenzioso ma determinante riscontro alle nostre
informazioni da parte della PZS (Planinska Zveza Slovenije, cioè il Club Alpino
Sloveno), e alla squisita disponibilità di Peter Podgornik, Editor del sito
www.primorskestene.com che ci ha concesso di pubblicare la foto del Mali
Ozebnik, ora la “Via Carla” è uscita dall’oblio e compare su Internet. C’è forse
qualche ardita cordata disposta ad andare a ripeterla? È un bel 6° grado e
sarebbe una prestigiosa seconda ripetizione...
Con sorridente trepidazione, Carla esamina i documenti che le porgo: finalmente
vede l’immagine della parete e della cima e può intuirne il percorso: le brillano
quei bellissimi occhi celesti, quegli stessi occhi d’allora, quando, diciassettenne,
diventò “Titolare” della sua “Via”.
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Le nostre radici
Per la pratica dello sci, tanto per farsi un po’
di corredo, nell’ottobre del ‘27 la Sezione decide
di entrare in contatto con un Deposito dell’8°
Reggimento Alpini, presso il quale si vocifera
esistano buone condizioni di acquisto, ma la
trattativa vien meno: si tratta poi con una ditta
di Vicenza, i cui sci risultano “ottimi e convenienti”, mentre quelli di un’analoga ditta di
Cuneo vengono definiti “pessimi e cari”... Intanto
il Cav. Enea Carlotti, Reggente della Sottosezione
di Lama Mocogno, su terreno di sua proprietà
inizia la costruzione di una strada che, dalla
località Fignola, sulla Via Giardini, dove il
Carlotti possiede una bella villa, mena ai campi
delle Piane (ecco l’inizio della strada in una foto
di qualche anno dopo). Nel dicembre del ‘27 nel
Verbale di Consiglio Direttivo viene riportata la
notizia che tale strada “è atta al passaggio delle
slitte e che nella primavera successiva sarà resa
carrozzabile”. Intanto una baracca alle Piane,
pur mancando della cucina, è già completa:
“custode e vivandiere” della stessa è nominato
il Socio Giuseppe Vignocchi, il quale procederà
all’acquisto di stoviglie e di altro materiale “per
uso di locanda”. La baracca servirà ovviamente
anche per deposito degli sci. In un certo senso
possiamo considerare questo manufatto come
il primo rifugio della nostra Sezione.
L’inaugurazione ufficiale del Campo sciatorio
delle Piane viene fissata per il 5 febbraio 1928:
il titolo ufficiale della manifestazione è “1°
Convegno Invernale Emiliano”: si prevedono cerimonie di vario genere e la disputa di una
gara di mezzofondo, al vincitore della quale verrà
conferita la ‘Gran Coppa delle Piane di Mocogno’. L’organizzazione di questo evento è a carico della Sezione di Modena del C.A.I., d’intesa con la F.I.E.
(Federazione Italiana Escursionisti) emanazione dell’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) e della F.I.S. (Federazione Italiana Sci) che in tempi più recenti
diventerà F.I.S.I. (Federazione Italiana Sport Invernali). È il ‘battesimo del fuoco’, anche se su neve, della nostra Sezione: la prima occasione in cui, per dirla
all’Alighieri, “qui si parrà la tua nobilitade”. All’interno della Sezione di Modena si costituisce un Comitato Organizzatore e grande è il fermento... viene stilato
il Programma della giornata e si nomina una Giuria di 6 persone tra cui un cronometrista... Tra le modalità del Regolamento di gara è previsto il sorpasso a
destra chiedendo via libera con la parola “Pistaaa!”. Quattro giorni prima della data fatidica il Carlotti, presente alla riunione del Comitato, comunica in 25
centimetri l’altezza della neve e dichiara che “provvederà con slitte trainate da buoi al trasporto dalla Fignola alle Piane per chi non riuscira a salire”.
E venne il gran giorno... I partecipanti si ritrovano alla Fignola: i ‘peones’ se ne vanno alle Piane ‘pedibus calcantibus’, i Signori e le Autorità su slitte
trainate da muli. A lato della baracca del CAI viene allestito un altare da campo per la Messa: ai lati prestano servizio due militi della M.V.S.N. (Milizia
Volontaria Sicurezza Nazionale) e due Regi Carabinieri: celebra il Prof. don Corradi Cappellano della Milizia. C’è una gran folla, qualcuno a fine giornata
ipotizza 5000 persone... ci sono comunque tutti quelli che contano: autorità civili, militari e dello sport, gerarchi del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista)
con relative mogli, fidanzate, compagne e... camerate. Al termine della Messa si procede al ‘Battesimo’ dei gagliardetti della Sezione di Modena e della
Sottosezione di Lama Mocogno: madrina del ‘Battesimo’ è la Sig.ra Sandonnino, gentile consorte dell’Avv. Sandonnino, Podestà di Modena, il benedicente
è ovviamente don Corradi. Viene poi conferita una Medaglia d’Oro e una pergamena al Carlotti, Direttore del Campo delle Piane e “dopo vibranti applausi
tutti si portano all’Ufficio del Telegrafo dal quale si inviano telegrammi a varie Autorità tra cui il Presidente Generale del CAI”. (eh, sarebbe stato un bello
sgarbo non farlo...). Poi tutti allo ‘sbaffo’... i ‘peones’ refezione al sacco sulla neve, i Signori alla trattoria di Mazzieri e “le Autorità a Casa Amorotti dove
viene servita una sontuosa colazione” (alla faccia dei ‘peones’...). Con ben un’ora di ritardo sul Programma, alle ore 14 scatta la gara di mezzofondo sul
percorso Piane-Monte Cantiere e ritorno (km.10,700-dislivello 450 m). I partecipanti sono 80: 1° classificato è Colò Ettore, della squadra ‘La Veloce’ di
Fiumalbo in 39’42’’ e 4/5 (son decimi di secondo? mah?). Poi discesa alla Fignola e tutti a casa.
Beh, allora, tutto riuscito, tutto andato per il meglio? Mica tanto... le previste gare di stile (discesa con arresto a gradimento) e la Gara ‘Primi passi’ per
chi non aveva mai calzato gli sci (che gara era poi questa, a chi capitombolava in modo più divertente?) non ebbero luogo, ma oltre a ciò qualcosa o qualcuno
(il cronometro o il cronometrista?) non funzionò a dovere, prova ne sia che quattro giorni dopo sul Verbale del Comitato Organizzatore si legge testualmente:
“Il Comitato Organizzatore della gara per la Coppa delle Piane di Mocogno, preso in esame il referto del cronometrista e il verbale presentato dalla Giuria,
delibera di dichiarare nulla la gara e di rinviarla al giorno di domenica 19 corrente.” A corollario di ciò si ribadisce l’impegno per una “migliore organizzazione
della gara” e, guarda un po’, anziché un solo cronometrista, ne vengono nominati ben cinque! Intanto la neve fonde e la ripetizione sarà possibile solo il
18 marzo. Questa volta sembra andare tutto bene: nel Verbale Comitato gara è riportato soltanto, senza alcun altro dettaglio e commento, un tacitiano “esito
brillantissimo.” Dal libro del Bellei “Le piane di Mocogno nel Frignano” apprendiamo che 1° arrivò Chierroni Everardo e 2° Colò Ettore, ambedue de
“La Veloce” di Fiumalbo.
La nostra Sezione non si occupò più di organizzare manifestazioni di tal fatta...
(Continua) - ALESSANDRO MARCHIORRI
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NOVITÀ IN BIBLIOTECA
di Alessandro Marchiorri
“Spegniamo
il televisore
e apriamo
un libro!”
M. Rigoni Stern
Claudio Zanini
“MONTAGNE DI BOSCHI E DI
CACCIA” Ed. Mursia
Son racconti di ambientazione prealpina: boschi, aerei crinali, cani, cacciatori e bambini ne sono gli interpreti;
son storie brevi, semplici, ma ricche
di armonia e poesia. È una buona
lettura anche per chi è assolutamente
avverso alla caccia perché tanto, solo
in due casi su dodici, la storia termina
con un abbattimento... Particolarmente
felici, almeno a nostro parere, sono i
due racconti dove protagonisti sono
due bambini: “Quando i bambini
facevano i cani da caccia” e “La cima
X Puntata
Come schivare
un temporale... o no?
Milly e Matteo, distesi sul prato,
guardavano alcuni altocumuli che si
sembravano veleggiare pigramente in
cielo.
“Come si chiamano queste nuvolette?”
“Eddai, non ricordi? Cognome:
altocumulus, nome: floccus! E tu come
fai di cognome?” “Bar” Matteo scoppiò
a ridere. “Che ttti ridi?!” “Dai, Milly Bar
ahahah era destino che t’interessassi
alla meteorologia!” “Eh già, fa
imPRESSIONE! Vabbè, torniamo alle
nubi... guarda quella là, sembra un
cavolfiore!” “Buono, molto buono...”
“Si? A me fan schifo i cavolfiori... Solo
l’odore... bleah!” “A me piacciono
invece, ma non è questo il punto...”
“Ah, sì... i cumuli... le correnti
ascensionali e...” “... i temporali!” “Ma...
non abbiamo già parlato dei
temporali?” “Ah, già, è vero... Beh,
allora questa volta parliamo di
qualcosa di ancora più grosso!”
del mondo”, acutissimi nella introspezione psicologica infantile. L’ultimo
racconto lo si può anche saltare a pie’
pari: la “view of life” dell’Autore ci pare
troppo autoreferenziale e celebrativa
con eccessi di brontolamento di
stampo pensionistico sui tempi
presenti sospirando “i bei tempi
passati”...
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il Socio Gianni Sozzi per
aver donato alla Biblioteca sezionale
13 guide di alpinismo ed escursionismo, più 2 numeri della “Rivista della
Montagna” degli anni 2005 e 2006.
Ringraziamo il Socio Vittorio Pazienza
per averci donato la magnifica
Enciclopedia in 6 volumi “Conoscere
le Alpi - Natura - Luoghi - Sport Turismo” edito da De Agostini e a
corredo di questi altri 2 raccoglitori a
schede con le notizie tecniche in merito
all’ospitalità e ai servizi alberghieri. In
“Tornado?” “Esagerata... Beh, resta a
guardare...” “Se ho capito bene devo
guardare le nubi, ma anche... in
orizzontale, per cercare un riparo!”
“Giusto! Però intanto guarda come si
evolve la nube, guarda come ribolle...
Quei globuli coi confini netti indicano
che la nube è composta da particelle
d’acqua e che è ancora in piena
espansione”. “Eh, certo, di cosa son
fatte le nubi se non di acqua: di panna
montata?” “No, ma di ghiaccio! E t’ho
fregato!” “Eh no caro, anche il ghiaccio
è acqua, solo allo stato solido! Ecco,
guarda che si forma il cappello...
Com’è che si chiamava?” “Incudine,
ma non è quella l’incudine! Quando
una nube si espande e s’innalza molto
rapidamente spinge in alto anche l’aria
sopra di sé, non solo quella dentro di
sé. Ne consegue che, essendo l’aria
abbastanza umida anche oltre la nube,
questo rapido sollevamento la fa
espandere adiabaticamente,
raffreddare e condensare formando
un velo, un piccolo altocumulo, che
evolve rapidamente. Ecco, guarda, il
cumulo l’ha raggiunto, lo sta
sfondando, ora l’altocumulo sembra
una successiva ‘tranche’, lo stesso
Socio ci ha regalato anche il volume
“Parchi e Riserve Naturali in Italia”,
edito dal Touring Club Italiano.
Francesca Maria Toffanetti ci ha
regalato il recentissimo libro di R.
Messner “La montagna a modo mio”
edito da Corbaccio. Moltissime grazie
alla gentile donatrice. Un augurio di
cuore di “Buon Lavoro!” per la sua
nuova carica di Revisore dei conti della
nostra Sezione.
Grazie per la terza volta (e non sarà
certamente l’ultima...) alla Prof.ssa
Diana Guerzoni ved.Polacci che non
manca mai di farci doni preziosi...
questa volta tra i cimeli e documenti
appartenuti al marito possiamo
annoverare a mo’ di esempio (l’elenco
completo sarebbe troppo lungo): un
bellissimo ritratto dell’Avv.Giuseppe
Polacci; un paio di ramponi a 8 punte
anni ‘30, un delizioso “Diario
dell’Alpinista” di 180 pagine edito dal
un anello...” “E sopra se n’è già formato
un altro!” “Quando fa il cappello così
si chiama cumulonembus pileus ,
altrimenti calvus... ma... cos’hai da
guardare? E da ridere soprattutto!?”
Milly arruffò i capelli di Matteo ridendo.
“Ma dai che non sono calvo! Sì, perdo
qualche capello, ma non si vede
niente...” “Non si vede? Non si vedono!
I capelli! Dai che scherzo, però mi
torna in mente un nome di
cumulonembo che ha a che fare coi
capelli...” “Certo! Capillatus! Quando
presenta striature verticali,
leggermente divergenti verso l’alto...”
“Manca solo il Cumulonembo incus,
quello ad incudine... Speriamo arrivi!
Ma intanto cerchiamoci un riparo...”
“Aspetta, guarda. Vedi, la parte alta
non è più dai contorni netti, però
continua a salire ed espandersi, sono
i...” “Cristalli di ghiaccio!” “Altina eh?”
“Quanto?” “Quanto basta, corri!”
“Aspetta, mah... quanto sarà lontana
quella nube?” “Nube? È come se
chiamassi un tuo amico così:
«Ragazzo, vieni qua!»” “Ok, quel
pileus” “Cumulonembus pileus” “Eh
no, io ti chiamo solo col nome, mica ti
chiamo «Ehi Matteo...» Matteo e...?”
“...rologo!” Milly “Ahahah! Matteorologo, sembra meteorologo!” “Anche
con me il destino si è espresso...” “Ma
con me è stato più chiaro! Però non
hai ancora risposto. Distanza nube
ehm pileus?” “Non è più pileus ...”
“Vabbè, distanza di quel coso?” “Incus!
Guarda, si sta formando l’incudine!”
“Non tergiversare, non hai ancora
risposto” “Occhio e croce... 7-8 km,
ma ce ne son degli altri in formazione
qua e là... Inoltre, proprio nella nostra
direzione, si sta innalzando una nuova
torre del cumulonembo” “Mmh... occhio
e croce... ma non c’è un metodo più...
più... scientifico?” “Sì... mmh... Eccolo:
x = h/tg a” “Eeeehhhh? Ma parla come
mangi...” “Daaaiii... x è la distanza tra
te e la base della nube, incognita; h è
l’altezza, che poniamo, se c’è
l’incudine... 10 km, e tg a è...” “Un
telegiornale locale?” “Noooo! a è
l’angolo tra l’orizzonte e la cima della
nube, tu sei il vertice...” “Vertice sarai
poi te!” “tg a è la tangente dell’angolo,
seno/coseno” “Porco!” “Ahia! Non è
come sembra... Comunque ho capito
che di matematica ne mastichi poca,
proviamo allora così: considera due
triangoli, uno quello che ti ho già detto,
C.A.I. nel 1932, 9 distintivi tra cui uno
del Rifugio Romualdi e 2 della S.U.C.A.I. di assoluta rarità, numerose lettere con cartoline o fotografie all’interno inviate all’Avvocato
Polacci dal grande Guido Rey!!
FELICITAZIONI
Il nostro Socio Andrea Gasparini il
18 Aprile si è brillantemente laureato
in Ingegneria Informatica con una tesi
dal titolo: “Un sistema informativo per
l’attività sentieristica”.
Felicitazioni vivissime! A lui tributiamo
un triplice “Hip, hip, hurrà!”
SALUTI
Il nostro Prof. Antonio Rossi, attualmente occupatissimo in una impegnativa ‘esplorazione’, manda i suoi
saluti ai Soci e alla Sezione di Modena.
Forza ‘Prof’! Ti aspettiamo al più presto
tra noi!
di vertici A = base nube, B = tu e
C = cima nube, l’altro è quello che forma il tuo braccio teso orizzontalmente
(BB’) verso la nube, questo bastoncino
col quale copri completamente l’altezza
della nube (B’C’) e la congiungente
tra la cima del bastoncino e la tua
spalla (C’B). L’angolo a è l’angolo al
vertice C. I due triangoli sono retti in
A e simili, ovvero hanno gli angoli
corrispondentemente uguali e i lati
corrispondenti in proporzione. In
pratica sono uguali, ma uno è enorme,
l’altro è piccolo”.
“Non c’ho capito molto, ma tu vorresti
dire che il mio braccio, orizzontale,
è paragonabile alla distanza
orizzontale x dalla base della nube;
il bastoncino è paragonabile
all’altezza h della nube e l’angolo a
è proprio lo stesso?” “Sì” “E ora?” “Ora
s’imposta la proporzione: distanza
nube : tuo braccio = altezza nube :
altezza bastoncino” “La distanza dalla
nube è tanto più grande del mio
braccio quanto l’altezza della nube è
tanto più grande del bastoncino!” “Sì!
Ma cambia bastoncino, che la nube
s’è alzata!” “Nube? Vorrai dire l’incus!”
“Fancus...” “Cosa?!” “No, niente...”
“Facciamo un po’ di calcoli... Altezza
bastone 120 cm. Lunghezza del tuo
braccio... te lo misura a spanne
partendo dalla mano... 20 cm, 40, 60...
80...” “Porco!” “Ahia!” “Dovevi fermarti
a 70...” “Che colpa ne ho io se le
spanne non hanno sottomultipli...”
“Altezza nube 10 km, distanza nube x.
Allora x : 70 cm = 10 km : 120 cm”
“Senti, dimmi una formuletta facile da
applicare oggi così come ogni volta
che sono in giro e rischio il fulmine...”
“Ci stavo arrivando: x = 70 cm x 10
km / 120 cm, dunque x = 70/12 km =
quasi 6 km”. In pratica devi fare 10
volte il tuo braccio diviso l’altezza del
bastone, e trovi la distanza in km” “Ho
visto un fulmine!” “1-2-3-4-5-6-7-8-910-11-12-13-14-15-16-17... Ecco il
tuono!” “Un km ogni 3 secondi” “Sì,
circa” “Questa mi sembra più facile...”
“Diciamo che questa è la formula
notturna, le altre son quelle diurne,
ma ora DOBBIAMO SCAPPARE!”
“Ahia!!! E questo cos’è?” “Un chicco
di grandine!” “E come si forma la
grandine?” “Ne parliamo la
prossima volta, ora
coooorrrrrrrrrriiiii!!!”