Trasformata di Laplace
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Trasformata di Laplace
Trasformata di Laplace unilatera Teoria Definizione +∞ L[f(t)] = ¶ 0 − f(t) $ e −(s$t) dt = F(s) Dove: f(t) = funzione reale trasformabile. E’ nulla per t<0. t = variabile indipendente reale della funzione reale f(t) F(s) = trasformata di Laplace della funzione f(t) s = variabile indipendente complessa della trasformata di Laplace Di fatto, la trasformata di Laplace è un operatore che trasforma una funzione reale di t (ad esempio l’equazione di un’onda) in una funzione complessa di s (ad esempio l’equazione di una risposta in frequenza). f(t) c ‘ t F(s) c Š Esistenza e dominio della trasformata La trasformata è definita attraverso un integrale improprio. La sua La condizione di esistenza è quindi: Integrale improprio converge u Trasformata di Laplace esiste Integrale improprio diverge u Trasformata di Laplace non esiste Siccome l’integrale improprio ha un parametro complesso s, ogni volta che si calcola la trasformata di Laplace bisogna discutere per quali valori di s l’integrale converge, e per quali valori diverge. Si dimostra che (il paragrafo “Convergenza di e −st ” ne da una prova) ciò che conta per la convergenza dell’integrale di Laplace è la parte reale di s. In particolare, si troverà sempre che Re(s) > a 0 u Integrale di Laplace converge Questa condizione crea di fatto un “semipiano di convergenza”, nel quale la trasformata di Laplace esiste. Bisognerebbe sempre discutere l’esistenza di questo semipiano, che invece spesso è data, per semplicità, valida. Esistono anche funzioni che hanno , cioè per le quali non esiste trasformata di Laplace. Un esempio è la funzione: f(x) = e t 2 Verifica della convergenza Esistono tre modi per verificare che una funzione sia trasformabile secondo Laplace: 1) Calcolare direttamente la trasformata con l’integrale di definizione, e discutere il parametro s. 2) Dimostrare che l’integrale improprio non converge, senza calcolarlo. A questo scopo, è utile questa scomposizione: e − s$ t $ f(x) t e −(a + j $ b) $ f(x) t e −a $ f(x) $ [e − b $ j ] t e −a $ f(x) $ [cos(b) + j $ sen(b) ] Quindi: +∞ ¶ f(t) $ e −(s$t) dt 0− = +∞ +∞ 0− 0− ¶ e −a $ f(x) $ cos(b) + j $ ¶ e −a $ f(x) $ sen(b) Mediante questa scomposizione, abbiamo ottenuto due integrali a valori reali. Se si prova che questi integrali convergono, si dimostra che la trasformata di f(x) esiste. NOTA: anche in questo caso, si evidenzia come Re(s), cioè a, sia il valore che determina la convergenza o meno dell’integrale. Im(s), cioè b, compare solo nel seno e nel coseno, e determina solo un oscillamento dell’integrale tra 1 e -1. 3) Verificare che: F(x) [ M $ e n$ t con ≤ t > 0, n e m reali e positivi Convergenza di e −st Vogliamo determinare il comportamento della funzione: e −st con s c Š quando t tende a . Bisogna quindi studiare il comportamento della funzione in base al variare del parametro s. Siccome s è un numero complesso, la funzione può essere riscritta sotto forma di un numero complesso: e .st = e − (a + jb)$ t = e −a t $ e j $ (b t) Modulo: e −at / e −a t $e j $ (−b t) \ Fase: e j$ (−b t) Studio ora il comportamento di s al variare del suo modulo e della sua fase Fase b La fase del numero complesso è ininfluente per determinare il suo comportamento a +∞. Infatti e j$ (−bt) t numero complesso di modulo 1 e fase (-bt). Al tendere all’infinito dell’angolo di fase, cioè di (-bt), il numero complesso continua a ruotare sulla circonferenza di raggio unitario. u Il termine b è ininfluente per determinare la convergenza dell’esponenziale a +∞ Modulo a Il modulo dell’esponenziale complesso è determinante per deciderne la convergenza. Possiamo distinguere tre casi: a>0u a=0u a<0u lim e −a t $ e j $ (−b t) = 0 $ e j $ (−b t) t Num. complesso di fase variabile e modulo nullo tt+∞ lim e −a t $ e j $ (−b t) = e j $ (−b t) tt+∞ lim e −a t tt+∞ $e j $ (−b t) =∞$e L’esponenziale converge t Num.complesso di fase variabile e modulo unitario j $ (−b t) L’esponenziale oscilla su una circonferenza unitaria t Num. complesso di fase variabile e modulo infinito L’esponenziale diverge Principali trasformate Funzione f(t) Trasformata F(s) (t) 1 scŠ 1 u(t) - Gradino 1 s Re(s) > 0 tn con n c Œ n! s n+1 Re(s) > 0 e a$t acŠ 1 s−a Re(s) > Re(a) sen(* $ t) *>0 * s2 + *2 Re(s) > 0 s s2 + *2 Re(s) > 0 Delta di Dirac cos(* $ t) *>0 sen(* $ t + ) cos(* $ t + ) s$sen()+*$cos() s 2 +* 2 s$cos()−*$sen() s 2 +* 2 Ascissa di convergenza Proprietà della trasformata di Laplace Proprietà Formula Unicità f 1 (t) = f 2 (t) k $ f(t) F 1 (t) = F 2 (t) k $ F(s) f 1 (t) + f 2 (t) u(t − a) $ f(t − a) a c ‘+ e a$t $ f(t) acŠ f(t) (n) F 1 (s) + F 2 (s) e −s$a $ F(s) Moltiplicazione per costante Somma Traslazione nel campo t Traslazione nel campo s Derivazione rispetto a t Integrazione Prodotto di convoluzione Ascissa k di convergenza k k max(k 1 , k 2 ) k F(s − a) s n $ F(s) − ¶ 0t f(t)dt x f(t) & g(t) = ¶ f(x) $ g(x − t)dt k+Re(a) n s n−k $ f(0) (k−1) max(k n , 0) k=1 Esempio: s 3 $ F(x) − s 2 $ f(0) − s $ f ∏ (0) − f ∏∏ (0) F(s) s F(s) $ G(s) max(k,0) max(k 1 , k 2 ) 0 x f(t) & g(t) = ¶ f(x − t) $ g(t)dt 0 Derivata della trasformata Integrazione Funzioni periodiche F(s) (1) F(s) (n) −t $ f(t) = (−1) n $ x n $ f(x) = f(x) x k +∞ ¶ F(u)du s F(s) periodica F 0 (s) $ f(x) x k di 1 1 − e −s$T 0 F 0 = Trasformata della funzione base periodica T = periodo della funzione Teorema del valore iniziale lim f(t) td0+ lim f(t) lim s $ F(s) lim s $ F(s) sd−∞ \ sd+∞ td0− Il teorema del valore iniziale vale se e solo se esiste il limite di f(x). Teorema del valore finale lim f(t) td∞ lim s $ F(s) \ sd0 Il teorema del valore finale esiste se e solo se esiste il limite di f(x). Scalamento 1 $ F( s ) a a f(a $ t) a>0 c$k Nota: il k specificato nella colonna delle ascisse di convergenza è il k che si avrebbe se si facesse la trasformata della sola funzione in esame f(x). Unità di misura Se si applica la trasformata di Laplace nel campo dei segnali, bisogna considerare anche la dimensione fisica delle variabili: Funzione primitiva f(t) Dominio tempo Unità di misura trasformata F(s) frequenza s t hertz t tsecondi AntiTrasformata di Laplace Poichè le trasformate sono univoche, per antitrasformare è sufficiente applicare le leggi di trasformazione al contrario. Se le funzioni sono particlarmente complesse, si puo applicare la formula generale, che però è molto complessa, oppure ricorrere a metodi particolari, come nel caso delle funzioni razionali fratte. Formula generale La formula di Riemann-Fourier permette di antitrasformare qualunque F(x), ma implica l’esecuzione di un integrale complicato: 1 $ v.p.¶ + ∞$ j e s t $ F(s)ds − ∞$ j 2j Ipotesi: f(x) regolare a tratti F(s) = L[f(x)] k ascissa di convergenza fi F(s) >k Funzioni razionali fratte Le funzioni razionali fratte sono l’unico tipo trasformata di Laplace che può comparire nei circuiti elettronici. Per questo è necessario imparare questo il processo di antitrasformazione. Il procedimento è questo: 1) Si scompone la funzione razionale fratta in fratti semplici 2) Si antitrasfroma, utilizzando di volta in volta il metodo più approriato: a) Regole di trasformazione al contrario r b) Formule: Poli semplici: s − a t r $ e at Poli multipli: r r t $ t k−1 $ e at (k − 1)! (s − a) k Poli complessi coniugati: vedi di seguito Antitrasformazione di poli complessi Se antitrasformati con i metodi normali, i poli complessi danno origine a antitrasformate con esponenziali complessi. In realtà, semplificando con le formule trigonometriche di Eulero, si ottengono sempre antitrasformate reali. Si possono seguire due vie per avere una antitrasformata reale: a) Si antitrasforma con le regole normali, e poi si applicano le formule di Eulero b) Si applica una formula, ricordando che, scomponendo in fattori il denominatore, i poli complessi ottenuti sono sempre coniugati tra loro: F(s) = A $ e j$ A $ e −j$ + s − (a + b $ j) s − (a − b $ j) t f(t) = 2 A $ e a$t $ u(t) $ cos(b $ t + ) Nota pratica: analizzando i circuiti elettronici, la parte reale del polo deve esser positiva per aver stabilità. In tal caso per applicare la precedente formula parte reale, parte immaginaria, fase e modulo sono riferiti al polo che, con davanti il meno raccolto, è positivo: 2$ Modulo ! del residuo $ e t$Re(polo) $ cos Im(polo) + s − (a + b $ j) d Fase del residuo Considerato / s − (a ! b $ j) \ s − (a − b $ j) d Non considetato Esempio di applicazione delle formule di Eulero Per chiarire come si applicano le formule di Eulero per semplificare antitrasformate complesse si riporta la dimostrazione della formula di antitrasformazione di poli complessi semplici. Applicando la formula dei residui, si ottiene anche al numeratore una coppia di zeri complessi coniugati: F(s) = x+y$j x−y$j + s − (a + b $ j) s − (a − b $ j) Dove:x ! y $ j = coppia di zeri complessi coniugati a ! b $ j = coppia di poli complessi coniugati Esprimendo gli zeri complessi in forma polare, si ottiene: F(s) = A $ e j$ A $ e −j$ + s − (a + b $ j) s − (a − b $ j) Antitrasformando, il numeratore resta invariato, perchè è un coefficiente, mentre il denominatore risulta essere una traslazione: f(t) = [ A $ e j$ ] $ [u(t) $ e (a+b$j)$t ] + [ A $ e −j$ ] $ [u(t) $ e (a−b$j)$t ] Raccogliendo u(t) $ e a$t , si ha che: f(t) = A $ e a$t $ u(t) $ [e j$(b$t+ ) + e −j$(b$t+) ] Ricordando la formula di Eulero: Si può scrivere che: e j$ = cos + j $ sen A $ e a$t $ u(t) $ [cos(bt + ) + sen(bt + ) $ i + cos(−bt − ) + i $ sen(−bt − ) ] Ricordando che: Si può scrivere che: sen(−x) = −sen(x) cos(−x) = cos(x) A $ e a$t $ u(t) $ [cos(bt + ) + sen(bt + ) $ i + cos(+bt + ) − i $ sen(bt + ) ] E quindi alla fine si ottiene: f(t) = 2 A $ e a$t $ u(t) $ cos(b $ t + )