NONNO TARCISIO racconta

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NONNO TARCISIO racconta
Istituto Comprensivo G.Camozzi
scuola primaria Gabriele Rosa
anno scolastico 2015/2016
classi terze
NONNO TARCISIO RACCONTA
IL GIORNO 15 GENNAIO 2016 E’ VENUTO A
TROVARCI A SCUOLA IL SIGNOR TARCISIO , UN
SIMPATICO SIGNORE DI 92 ANNI.
CI HA RACCONTATO TANTI EPISODI DELLA SUA
INFANZIA E DI QUANDO ERA UNO SCOLARO COME
NOI.
HA RISPOSTO A MOLTE DOMANDE CHE CI
ERAVAMO POSTI DURANTE LA NOSTRA RICERCA
STORICA SULLA VITA PASSATA, SU COME ERA LA
SCUOLA TANTI ANNI FA E SULLE USANZE E
ABITUDINI DELLA VITA QUOTIDIANA DEI NOSTRI
NONNI.
ECCO ALCUNE PARTI DEL RACCONTO DI NONNO
TARCISIO:
“ NELLA MIA SCUOLA I MASCHI E LE FEMMINE
ERANO DIVISI, I BANCHI NON ERANO SINGOLI, MA A
DUE POSTI , DI LEGNO E FISSI.
AVEVO UN COMPAGNO DI BANCO CHE RIMANEVA
LO STESSO PER TUTTO L’ANNO.
I BANCHI AVEVANO DUE BUCHI DOVE CI STAVA IL
CALAMAIO, CHE IL BIDELLO ALLA MATTINA RIEMPIVA CON L’INCHIOSTRO NERO.
PER SCRIVERE USAVAMO UNA CANNUCCIA IN CIMA ALLA QUALE S’INFILAVA UN
PENNINO CHE VENIVA INTINTO NELL’INCHIOSTRO . ERA MOLTO DIFFICILE E
DOVEVAMO STARE ATTENTI A NON MACCHIARE IL QUADERNO.
INDOSSAVAMO TUTTI, MASCHI E FEMMINE,
UN GREMBIULE NERO PER NON
SPORCARSI DI INCHIOSTRO I VESTITI.
AVEVAMO SOLO DUE QUADERNI, UNO A RIGHE E UNO A QUADRETTI E, A QUEI
TEMPI NON SI SPRECAVA NESSUN ANGOLINO DI FOGLIO.
C’ERA UNA SOLA MAESTRA PER TUTTO L’ANNO ED ERA MOLTO SEVERA.
SE UN BAMBINO NON STUDIAVA O NON FACEVA I COMPITI, LA MAESTRA MANDAVA
A CHIAMARE I GENITORI E , SE QUESTO SUCCEDEVA, SI ERA MOLTO
PREOCCUPATI.
I COMPITI ERANO TANTI E NOI NON CI LAMENTAVAMO PERCHE’ PENSAVAMO CHE
FOSSE GIUSTO COSI’.
I GENITORI NON CI AIUTAVANO A FARE I COMPITI E SPESSO NON AVEVANO LE
CONOSCENZE PER FARLO.
VI DO UN CONSIGLIO: NON FATE COME PINOCCHIO, I COMPITI FATELI
SUBITO, APPENA POTETE; PRIMA FATE I COMPITI E POI GIOCATE!
UN BAMBINO CHE GIOCA SOLAMENTE E NON STUDIA NON DIVENTERA’ MAI UNA
PERSONA IMPORTANTE.”
“LA SCUOLA INIZIAVA IL 2 OTTOBRE, IL GIORNO DEDICATO AGLI ANGELI CUSTODI.
ANDAVAMO A SCUOLA DAL LUNEDI’ AL SABATO , MATTINA E POMERIGGIO, MA AL
GIOVEDÌ NON C’ERA LEZIONE.
A SCUOLA NON C’ERA LA MENSA E PORTAVAMO LA “SCHISCETA” , CIOE’ IL
PRANZO DA CASA.
IN PRIMA ELEMENTARE FACEVAMO PAGINE INTERE DI ASTE, POI DI A,A,A,B,C,…..
HO AVUTO LA FORTUNA DI AVERE DELLE MAESTRE CHE MI HANNO FATTO
INNAMORARE DELLA LETTURA, PRIMA LEGGENDOCI DELLE PAGINETTE.
OTTANT’ANNI FA IN TERZA ELEMENTARE LA MESTRA CI LESSE “MANINE NERE E
CUOR D’ORO”, LA STORIA DI ALCUNI RAGAZZI CHE SEGUIVANO GLI SPAZZACAMINI
DELLA VALLE D’AOSTA
PER AIUTARLI INFILANDOSI NELLA CANNA FUMARIA DEI
CAMINI PER SCROSTARE DALLA FULIGGINE L’INTERNO DEL CAMINO.
IN QUARTA LA MAESTRA CI LESSE “GRAN FIAMMA”; UN BELLISSIMO LIBRO SU UN
RAGAZZO DEL TRENTINO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
IN QUINTA ELEMENTARE HO AVUTO UNA MAESTRA CHE RICORDERO’ SEMPRE,
CHE COME PREMIO AL SABATO, SE AVEVAMO “RIGATO DRITTO” PER TUTTA LA
SETTIMANA, CI LEGGEVA LE PAGINE PIU’ BELLE DE “I PROMESSI SPOSI”!
QUESTO LIBRO MI PIACE COSì TANTO CHE L’HO RILETTO PER 26 VOLTE!
AVEVO TRE FRATELLI MASCHI, CON CUI CONDIVIDEVO UNA STANZA DOVE SI
STUDIAVA, SI GIOCAVA E SI FACEVANO I COMPITI. IN QUESTA STANZA C’ERA UN
TAVOLO CON DUE CASSETTI E IN UNO DI QUEI CASSETTI TENEVO I MIEI LIBRI.
DA QUEL CASSETTO, ADAGIO ADAGIO, OGGI SONO ARRIVATO AD AVERE DUE
STANZE PIENE DI LIBRI, ED ORA HO 6000 LIBRI.!!!!
OGNI LIBRO L’HO LETTO E SOTTOLINEATO E IN PIU’ HO
INSERITO AL SUO INTERNO DEI RITAGLI DI GIORNALI
E DI RIVISTE CHE PARLANO DI QUEL LIBRO.
GUARDATE QUESTO LIBRO CHE VI HO PORTATO: E’
STATO SCRITTO DA GABRIELE ROSA, UN IMPORTANTE
SCRITTORE E POETA DI CUI LA VOSTRA SCUOLA
PORTA IL NOME.
HO AVUTO LA FORTUNA DI ESSERE UN RAGAZZO
CURIOSO.
SIATE CURIOSI….SE SENTITE UNA PAROLA
NUOVA CHIEDETE SUBITO COSA SIGNIFICA.
SE IMPARATE UNA PAROLA NUOVA AL
GIORNO IMPARERETE PIU’ DI 300 PAROLE OGNI ANNO.
CONOSCERE TANTE PAROLE E’ UNA RICCHEZZA.
UN PROVERBIO SICILIANO DICE: “ CHI SA PARLARI, VARCA ‘U MARI”
NELLA MIA FAMIGLIA NESSUNO AVEVA L’AUTOMOBILE, IL TELEFONO, LA
TELEVISIONE E LA RADIO.
(UN BAMBINO CHIEDE:” COME HAI FATTO? E’ IMPOSSIBILE!”)
“MENTRE TU GUARDI PER UN’ ORA LA TELEVISIONE, IO FACCIO UNA
PASSEGGIATA, E MI INNAMORO MAGARI DI UNA MARGHERITA O DI
UNA VIOLETTA.E MI PERDO NELLA MERAVIGLIA DELLE PICCOLE
COSE.
FINO A QUANDO AVEVO QUATTRO ANNI MIO NONNO VIVEVA CON NOI IN CASA E A
VOTE MI PORTAVA CON LUI A GIOCARE A BOCCE.
CON I MIEI AMICI GIOCAVO A CICCHE E BIGLIE.
LE CICCHE ERANO DELLE PALLOTTOLINE DI ARGILLA.
FACEVAMO DELLE BUCHE NELLA TERRA E TIRAVAMO LA CICCA CON LE DITA
CERCANDO DI FARLA ENTRARE NELLA BUCA; SE ENTRAVA ERA “CICCA VINTA”, SE
NON ENTRAVA ERA “CICCA PERSA”.
CI PIACEVA ANCHE IL GIOCO DELLA “SGARELA”, NASCONDINO, GUARDIE E LADRI,
CAVALLINA.
A CASA MANGIAVAMO MINESTRA, POI MINESTRA E POI… ANCORA MINESTRA.
OPPURE ZUPPA, ZUPPA… E POI ANCORA ZUPPA.
LA CARNE LA MANGIAVAMO UNA VOLTA ALLA SETTIMANA, ALLA DOMENICA.
LA PASTASCIUTTA E’ ARRIVATA SOLO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE.
C’ERANO POCHI DOLCI E ARRIVAVANO IL GIORNO DI SANTA LUCIA, A PASQUA LA
“COLOMBINA” E A NATALE IL PANETTONE. (IO PREFERISCO IL PANDORO).”
NEL SALUTARE BIBMBI E BIMBE CHE GLI SI SONO STRETTI ATTORNO, NONNO
TARCISIO HA RACCOMANDATO:
“LEGGETE, LEGGETE, ………E ANCORA LEGGETE!”
Il racconto e i pensieri dei bambini:
Ieri abbiamo fatto un incontro interessante
Ieri, qui a scuola, è venuto il signor Tarcisio a raccontarci la sua
infanzia.
Ci ha raccontato che lui, a scuola, aveva una sola insegnante per
tutte le materie; i banchi erano tutti attaccati; gli alunni avevano tutti
il grembiulino nero, perché le macchie dell’inchiostro erano nere e
se cadevano sul grembiulino si confondevano e non si vedevano.
Da piccoli giocavano a cavallina, cicche, guardie e ladri e a
bastoncini.
A cicche si giocava così: si facevano due buchi e si dava un colpetto
alla cicca e se la cicca cadeva dentro un buco era una cicca
fortunata, se non cadeva dentro un buco era una cicca sfortunata.
Un giorno, il signor Tarcisio era andato al parco e si era sbucciato
una gamba. Dovette andare dal dottore, che disse a sua mamma di
scaldare il ferro che le aveva dato e di metterglielo sulla
sbucciatura.
All’epoca si mangiava molta zuppa, minestra e polenta.
A scuola non c’era la mensa, ma si portavano il pranzo loro da casa.
A scuola non si andava il giovedì e neanche la domenica.
In casa lavorava solo il papà; la mamma andava al mercato, puliva
e non aiutava i figli a fare i compiti.
Non c’erano i telefoni, non c’era televisione e non c’era la macchina.
Nel tempo libero il signor Tarcisio faceva una passeggiata, coltivava
e guardava una semplice margherita e se innamorava.
Quando pioveva gli piaceva molto sentire la pioggia che cadeva: gli
sembrava di ascoltare tanti tamburi che suonavano tutti
contemporaneamente.
Non si mangiavano tanti dolci come adesso, si mangiavano a
Natale e a Santa Lucia il pandoro e a Pasqua la colombina, ma
pochi.
Se un bambino o una bambina non faceva i compiti, il giorno dopo
la maestra chiamava i genitori, che parlavano con la preside e i
bambini tremavano.
I maestri infatti erano molto severi.
Il signor Tarcisio ci ha riferito che uno dei suoi libri preferiti che
aveva letto la sua maestra era “I promessi sposi”.
Ora a casa sua possiede due stanze piene di libri, in tutto seimila,
che ha letto tutti e, alcuno, ha riletto anche più volte.
Il signor Tarcisio era nato settimino; lo avevano chiamato tre volte
per andare alla scuola dei militari, ma siccome era settimino era
“non abile” alla scuola dei militari e per lui era una grande fortuna.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata sentire che il signor Tarcisio
ha letto tutti i seimila libri.
(Giada)
…..ci ha detto che quando erano piccoli c’erano i banchi tutti
attaccati e fatti di legno. Noi abbiamo ascoltato molto bene e, per
me, visto che avevano i banchi attaccati, facevano poche verifiche.
…………..A quel tempo c’era l’obbligo del servizio militare, ma a lui
hanno detto “non abile al servizio militare” e per lui era una fortuna
perché in guerra ne sono andati trenta e ne sono tornati quindici.
(Paolo)
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……Gli alunni avevano solo due quaderni, uno a righe e uno a
quadretti, e dovevano stare attenti a non sciuparli…….
…Nella sua casa c’era un cassetto vuoto, allora chiese alla mamma
se poteva mettere dei libri in quel cassetto e la mamma rispose di
sì. Quando è cresciuto, il signor Tarcisio ha continuato a collezionarli
e adesso possiede seimila libri.
(Sofia)
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……….ci ha raccontato come erano le classi che per me è stata la
cosa più bella che ha raccontato. Gli alunni tenevano i grembiuli neri
così non si sporcavano. Non sciupavano i quaderni, non facevano
neanche le linguette…..
(Giulia)
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…..ha avuto la fortuna di avere delle maestre che l’hanno fatto
innamorare della lettura…….Le maestre erano molto più severe…
(Nicolò L.)
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Ci ha detto che la sua scuola era molto diversa dalla nostra e che i
banchi erano di legno.
Non avevano il piano di evacuazione.
(Caterina P.)
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….a scuola c’erano classi che non erano miste ma era solo di
femmine e una di maschi.
(Vittoria)
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A diciotto anni il signor Tarcisio è andato a fare il maestro; aveva
due classi: una di 44 maschi e l’altra di 42 femmine.
(Filippo M.)
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Lui ha fatto il preside della scuola e i suoi colleghi, visto che era
stato bravo, gli hanno regalato un orologio da taschino.
(Martino)
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Non c’era la mensa e i dolci non si mangiavano sempre come ora,
ma solo il giorno di Santa Lucia si mangiavano poche caramelle…..
(Federica)
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A quei tempi non si andava a scuola il giovedì e la domenica ma ,
tutti i giorni, tranne il sabato, facevano il pomeriggio.
(Filippo G.)
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A scuola non mangiava in mensa, ma si portava il pranzo al sacco.
(Aurora)
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……Mi è piaciuto quando ci ha detto di quando giocava con i suoi
compagni.
(Emanuele)
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E ci ha raccontato quando giocava da piccolo; giocava alla
cavallina, a cicca vinta cicca persa e a scuola le maestre erano
molto severe.
(Andrea)
I giochi che facevano erano tipo nascondino e un gioco pericoloso
era la cavalletta…………
La cosa che mi è piaciuta di più è stato il racconto del gioco della
cicca salva cicca persa.
(Luca)
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Il racconto del signor Tarcisio che mi è piaciuto di più è stato quello
di quando giocavano al gioco dei legnetti; prendevano un legno e
con la mano lo facevano saltare in aria.
Vinceva chi lo faceva saltare più in alto.
(Ruggero)
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La cosa che mi è piaciuta di più è quando ci ha raccontato di avere
seimila libri in casa in due stanze.
(Simone)
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Poi ha cominciato a raccontarci che lui aveva quattro fratelli e che
nella stanza c’era una l u n g a scrivania dove si giocava,
studiava, leggeva dove trascorreva la maggior parte del suo tempo.
C’erano anche due cassetti l u n g h i circa mezzo metro. Lui
chiese ai suoi genitori s bene poteva usare uno.
Allora aveva sette anni e ora che ne ha no - van - ta - due ha
seimila libri!
(Matteo C.)
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A me è piaciuto di più quando ha detto che ha seimila libri in casa.
(Alessandro T.)
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Io mi sono impressionata quando ci ha detto che ha seimila libri e li
ha letti tutti e li ha sottolineati tutti.
(Gaia)
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Non c’è una cosa che mi è piaciuta di più perché tutto quello che ha
detto è stato molto interessante.
(Aicha)
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Un’altra cosa interessante è stata quando ci ha detto di essere stato
un’ora alla televisione e non ha imparato niente; ha imparato di più
a piantare una margherita.
(Alessandro P.)
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Il signor Tarcisio aveva tre fratelli e abitavano insieme.
In una stanza giocavano, dormivano e studiavano.
Un giorno il signor Tarcisio chiese a suo papà di tenere libero un
cassetto per mettere dentro i libri e iniziò a collezionarli.
(Martina)
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Ci ha anche detto che dentro tutti i suoi seimila libri ci sono dei pezzi
di giornali con scritto articoli che riguardano il libro in cui si trovano.
Il racconto che mi è piaciuto di più è stato quello in cui ha spiegato
perché non era potuto andare in guerra.
(Francesca)
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…..da piccolo andava a vedere con suo nonno le persone che
giocavano a bocce.
……Tarcisio ha urlato, strillato, ma il dottore ha detto:”Meglio un
asino vivo che un dottore morto!”
(Emma)
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…………quando si faceva male……..prendeva un pezzo di ferro, lo
metteva vicino alla stufa e dopo incideva la ferita.
(Nicolò B.)
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Per cominciare ci ha chiesto se conoscevamo Gabriele Rosa . …
Allora ci ha spiegato che era un poeta e uno scrittore e ci ha riferito
che possiede un libro di Gabriele Rosa.
…………….A quei tempi si parlava anche di barzellette sul
fascismo: ognuno raccontava la sua sperando che non lo
sentissero.
……….Devo dire che è un bravo signore e che sono fiero di averlo
incontrato e, per ultimo, devo ancora dire che nella sua vita è stato
molto coraggioso ed è simpatico e gentile.
(Elyas)
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…………in una piccola foresta si accampavano vicino al fuoco e
raccontavano cosa pensavano del fascismo.
Il signor Tarcisio ci ha detto di dire sempre cosa pensiamo, ed ha
ragione.
(Nir)
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…..I suoi amici sono andati in guerra in quaranta e ne sono tornati
solo dodici…..
(Alessandro S.)
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…….invece di stare nella pancia della sua mamma nove mesi, è
stato sette mesi; infatti è settimino.
(Laura)
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…………ha avuto una maestra che lo ha fatto innamorare della
lettura e questo spiega i ben seimila libri che ha in casa che ci ha
detto, somigliano a dei sandwiches.
…………..E’ stata una giornata che non dimenticherò mai, perché
ho imparato molte cose e non mi aspettavo un racconto così della
sua infanzia.
(Tommaso)
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Eravamo tutti eccitatissimi…………..
Alla fine sei bambini sono rimasti a salutarlo e lui disse:” Sapete
perché la biro si chiama biro?” Nessuno lo sapeva e allora lui disse:
“ Perché il signore che l’ha inventata si chiamava Biro!”
(Rachele)
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Venerdì ero a casa da scuola perché ero ammalata
….Mi è molto dispiaciuto non essere venuta a scuola e non vedere
questa persona molto importante.
(Eleonora)
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…Quando è entrato dalla porta eravamo tutti emozionati……
Questa mattina è stata bellissima.
(Giovanni)