In tenda senza coperte e stufe - Polo Servizi Culturali Abruzzo

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In tenda senza coperte e stufe - Polo Servizi Culturali Abruzzo
In tenda senza coperte e stufe
il Centro — 10 aprile 2009 pagina 12 sezione: ALTRE
POGGIO PICENZE. L’amarezza. «Ecco le nostre nuove villette a schiera», affermano Paola e Marisa,
senzatetto ospiti nelle tende blu allineate nel campo sportivo di Poggio Picenze. E la disperazione.
«La notte fa freddo, mancano coperte e stufette»: ricorda Dante, 86 anni, rimasto con 50 euro e
senza poter ritirare la pensione. Le tendopoli nei paesi dell’Aquilano sono un brulicare di problemi
e proteste, a quattro giorni dal devastante terremoto. Tutto questo malgrado il generoso impegno
dei volontari accorsi da ogni parte d’Italia per consegnare viveri e dare conforto. Tanta solidarietà
- proprio ieri mattina, a Poggio Picenze , i Tir scaricavano abiti usati, calze da donna e palloni per
bambini - ma dalle tendopoli si levano grida d’aiuto. Il sindaco di Poggio, Nicola Menna , si fa
interprete dei problemi dei suoi 1062 concittadini sfollati (praticamente l’intero paese, che conta
anche una folta comunità moldava). Nel campo sportivo ci sono tende per settecento posti. Ma non
sono sufficienti. «Tanti dormono ancora nelle auto o accampati nei giardini delle abitazioni:
servirebbero altre tende e ne abbiamo fatto richiesta alla Protezione civile», spiega Menna, ex
preside ad Avezzano, «a Poggio Picenze è andato distrutto il novanta per cento del patrimonio
edilizio. Le case più recenti hanno retto ma hanno ugualmente subìto danni. Per questo siamo stati
costretti a fare sgomberare l’intero paese. I problemi non mancano. Perché di notte fa freddo nella
tendopoli. Servirebbero coperte e impianti di riscaldamento. Avremmo anche necessità di un
maggior numero di bagni chimici. Nonostante i tanti disagi, però, debbo dire grazie a tutti per la
vicinanza e la solidarietà dimostrata. I primi due, tre giorni, però, la grande gara di solidarietà ha
creato ingorghi e confusione. Speriamo di poterci sistemare in maniera più adeguata». Le
difficoltà legate al freddo - di notte le temperature scendono sempre in modo brusco, più anziani
sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche - riguardano anche Villa Sant’Angelo e
Castelnuovo , frazione di San Pio delle Camere . I borghi dei due paesi sono stati completamenti
distrutti dalla scossa di terremoto di lunedì e gli sfollati, in totale, sono quasi seicento. Anche in
questi centri le coperte sono poche e si aspettano le stufette per il riscaldamento. «Non ci
vergognamo a dire che siamo rimasti anche senza mutande», afferma un gruppo di residenti di
Castelnuovo, «abbiamo necessità di aiuti, soprattutto qui dove c’è un gran numero di anziani». Il
sindaco, però, vuol mettere da parte le polemiche post-terremoto: «Ci siamo attivati
immediatamente per risolvere le emergenze», afferma Giovannino Costantini , «siamo soddisfatti
del lavoro che si sta facendo avanti. I campi base sono stati allestiti in tempi rapidi, dando la
priorità a Castelnuovo. La soluzione è provvisoria. Invece di criticare, in questa difficile situazione
serve collaborare. In pochi giorni è stato fatto il massimo. I volontari sono veri e propri missionari
e vanno solo ringraziati». A Sant’Eusanio Forconese le polemiche sono esplose già qualche ora
dopo il terremoto di lunedì. «Abbiamo avuto il cibo solamente perché un ristoratore l’ha prelevato
dal proprio locale», afferma Luigi , pensionato, «siamo stati dimenticati per tre giorni, nonostante
il paese sia stato gravemente danneggiato. Poi sono arrivate le tende, ma sono rimasti i problemi.
Di notte fa freddo, c’è umidità. Molti preferiscono andare nelle auto, altri sono partiti per le
località di mare. Inoltre non ci sono docce, non è arrivata l’energia elettrica e i vestiti a
disposizione sono pochi. Dispiace dirlo, ma forse se avessimo avuto dei morti qualcuno si sarebbe
accorto di noi. Non possiamo essere dimenticati». Proprio ieri una ruspa era al lavoro per
completare l’installazione di una tendopoli anche nella vicina frazione di Cosentino . Il sindaco
Giovanni Berardinangelo coglie però l’occasione per ringraziare «associazioni regionali, provinciali
e comuanali e i cittadini di Sant’Eusanio e Cosentino per l’impegno civico dimostrato e la fattiva
collaborazione in questo delicato momento». Difficoltà sono state registrate sia a Bagno , frazione
dell’Aquila, che a Monticchio . Una trentina di sfollati si trova senza tende e bagni chimici e ha
chiesto l’intervento della Protezione civile. Sollecitato anche l’arrivo di un maggior quantitativo di
acqua potabile. A San Demetrio ne’ Vestini gli sfollati sono circa 1800. Il paese ha riportato danni
ingenti alle abitazioni (circa il 60% distrutto) e al patrimonio artistico. La chiesa Madonna dei
Raccomandati è seriamente danneggiata. «Abbiamo allestito tre tendopoli a San Demetrio e una a
Stiffe», dichiara Demetrio Placido , comandante della polizia municipale. Ma anche qui ci sono
problemi. I senzatetto sollecitano interventi perché vogliono recuperare i beni lasciati a casa dopo
la fuga precipitosa. A Stiffe sono state precauzionalmente chiuse le grotte. Non è chiaro se
abbiano subìto danni e nei prossimi giorni ci sarà un’ispezione. Un sopralluogo, invece, è stato
già fatto a Fossa da alcuni funzionari della Regione. Dove c’è la frana causata dal terremoto che
minaccia di precipitare sul paese. Gli abitanti di Fossa stanno pian piano recuperando i propri averi
nelle case diroccate. Per farlo debbono essere scortati dai vigili del fuoco. Come nel caso della
signora Lina , che ieri mattina è riuscita a riavere fra le mani i gioielli di famiglia e i quadri ricordo
di una vita.