progetto educativo di gruppo
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progetto educativo di gruppo
ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUTS D’EUROPA CATTOLICI Della FSE - Federazione dello scoutismo europeo GRUPPO ROMA 1° - MARTIN LUTHER KING PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO Anno 2002 – 2003 Perché un Progetto Educativo di Gruppo? Secondo passo Il perché risiede nella scelta effettuata dalla Direzione di Gruppo del Roma 1 di “concettualizzare” le attività da proporre ai ragazzi nel triennio 2003 – 2005, che si apre con la ricorrenza del Trentennale dalla fondazione del Gruppo. Da questa analisi abbiamo individuato l’obiettivo dell’anno (“uniti”) che abbiamo poi scomposto in alcuni temi. Ogni tema è stato affrontato da una pattuglia di capi che ha poi riferito a tutti gli RS. Dopo il dibattito tutto il materiale e le idee prodotte sono state riunite in un unico documento che è stato la base del successivo lavoro. Si è voluto fare un salto di qualità nella proposta educativa scout andando ad interrogarsi sulle esigenze dei ragazzi, sui problemi del gruppo, sugli errori e le mancanze, in maniera rigorosa senza lasciare tutto ciò alle considerazioni personali dei singoli capi. Come abbiamo operato Primo passo Siamo partiti con alcune riunioni informali in cui abbiamo analizzato la nostra situazione e ci siamo resi conto che molti dei problemi che venivano riscontrati potevano essere ricondotti ad un unico fattore negativo: la mancanza di unità del gruppo. Ci siamo resi conto che le sei branche andavano ognuna per la propria strada senza un effettivo percorso comune. Questo creava alcuni problemi. Innanzitutto la mancanza di unità tra le diverse branche minava uno dei cardini dello scoutismo: la “continuità del metodo”. Continuità del metodo scout significa che la vita di cerchio ha senso solo in quanto porta la coccinella a divenire guida e poi scolta, fino alla maturità completa dell’RS (discorso speculare per i ragazzi). Scopo del movimento scout è, infatti, “produrre” uomini e donne (che siano buoni cittadini e buoni cristiani) e quindi l’ottica con cui si guarda il bambino è quello di renderlo ragazzo e poi uomo. In questo sguardo complessivo alla educazione della persona consiste la continuità del metodo. Ci siamo resi conto che la mancanza di unità produceva anche altri problemi: la scarsa attenzione agli ambienti comuni, la mancanza di omogeneità di “linguaggio” (nello stile, nella puntualità, nelle cerimonie), la lontananza dalla parrocchia e lo “scollamento” con le famiglie e altro ancora. Terzo passo A questo punto titolare del processo è divenuta la Direzione di Gruppo. La Direzione si è incontrata in 2 occasioni per effettuare la scelta degli obiettivi e delle attività da realizzare tra tutte quelle proposte dalle pattuglie. Il risultato è il Progetto Educativo di Gruppo (PEG) che oggi viene presentato a tutte le famiglie. Tuttavia il lavoro non è concluso, occorre un ulteriore passo. Quarto passo Le famiglie, che vedono all’interno dello stesso progetto una parte che le riguarda direttamente, devono condividere con noi gli obiettivi del progetto stesso. Per farlo e per rendere i capi partecipi delle loro idee, dubbi e proposte hanno a disposizione il Consiglio di Gruppo a cui partecipano tramite il Rappresentante delle Famiglie. Infatti, è proprio il Consiglio di Gruppo l’organo di raccordo più alto tra le famiglie, i capi e la parrocchia e lì verrà ultimato e definitivamente approvato il PEG. Applicazione e verifica Una volta approvato, il PEG diventerà la griglia attraverso la quale le singole unità realizzeranno il proprio “Programma annuale”. La Direzione di Gruppo avrà il compito di vigilare mensilmente sull’effettiva realizzazione del PEG. Ulteriori momenti di verifica saranno le successive riunioni del Consiglio di Gruppo (ne sono previste una a metà anno e una all’uscita di giugno). 2 Considerazioni sul lavoro svolto Obiettivi generali per il Triennio 2003 – 2005 Realizzare il Progetto Educativo è un processo molto complesso, che richiede maturità e padronanza degli strumenti che lo compongono (oltre che del metodo scout). “Uniti” – “In movimento” – “Per il mondo” _____________________________ Abbiamo la consapevolezza che con l’esperienza di questo primo tentativo riusciremo, già dal prossimo anno, a migliorare il nostro lavoro, al fine di rendere il miglior servizio ai vostri figli. Anno 2003 “Uniti” Alcuni punti del PEG potrebbero risultare di difficile comprensione per chi non fosse pratico del linguaggio scout, siamo comunque pronti a sciogliere gli eventuali dubbi. I temi in cui è stato scomposto il tema generale (uniti) e le pattuglie a cui è stato affidato il compito di approfondirli sono: … e per il futuro? 1. Il Progetto è su tre anni, in cui faremo un percorso che ci porterà ad essere UNITI tra di noi in una vera e propria comunità, per poter essere IN MOVIMENTO, fermento e “sale della terra”, interpretare i segni dei tempi e rispondere ad essi operando PER IL MONDO, imparando a portare agli altri il nostro “essere scout”, ottimo materiale per la costruzione di una società migliore… Ambiente comune: Marco Ippolito, Maurizio Marsili, Alessia Migliore, Giampiero Monti 2. Unità nella proposta educativa: Roberta Ippolito, Paola Olivanti, Francesca Fracasso 3. Unità del metodo: Andrea Zampetti, Flavia Nigri, Silvia Pugliese, Marco Baroncini, Marco Stomeo 4. Forma e sostanza: Alberto Belloni, Massimo Romeo, Antonella Minutolo, Matteo Diana 5. Unità del Gruppo: Rodolfo Fracasso, Piergiorgio Berardi, Luca Feliciani, Massimiliano Pietrantoni Dalle proposte presentate dalle pattuglie, la Direzione di Gruppo ha estratto il Progetto Educativo di Gruppo per il 2002/2003. 3 AMBIENTE COMUNE Obiettivi generali: Scoprire o riscoprire un reale attaccamento per le nostre sedi riflettendo sul fatto che, al contrario di molti altri gruppi, abbiamo sempre la possibilità di fruirne in maniera praticamente incondizionata. Trasformare questo, che attualmente è solo un modello di fruizione inconsapevole, in un forte elemento di stile e in comune valore di rispetto e cura per le cose. stesso curare anche le capacità tecniche ed organizzative lasciando, dopo i primi tempi, una relativa autonomia sulle cose da curare relativamente all'ordine e all'igiene. Seconde branche: servizi di squadriglia e Imprese di Riparto tutte tese a degli obiettivi concreti di miglioramento della funzionalità degli ambienti e al relativo incremento qualitativo delle attività. Fiducia nell'autonomia delle squadriglie per i turni di pulizia che, possono avere un risvolto in termini di punteggio sull'intera unità. Terze branche:approfondire il concetto di servizio inteso sia come uso del proprio tempo per "costruire", riqualificando gli ambienti comuni, qualcosa di concreto per gli altri sia come creazione delle condizioni per svolgere, in un momento distinto, un miglior servizio ai ragazzi in un ambiente più curato e funzionale Attività: 1. Curare le sedi delle unità. Obiettivo particolare del Fuoco è la ricostruzione della sede 2. Ogni unità avrà un incarico annuale di servizio per gli ambienti comuni: Lupetti: Sottoscala Coccinelle: Davanti alle sedi (dal cancello alle scale) Esploratori/Guide: Bagni e spazio tra le sedi di riparto e branco Obiettivi specifici per le singole unità: Prime branche: prendersi cura delle piccole cose con allegria senza trascurare l'opportunità di essere il più possibile precisi e ordinati Seconde branche: progettare realizzare e fruire correttamente di ambienti funzionali e ordinati Terze branche: pensare e realizzare i grandi interventi per restituire alle strutture solidità e funzionalità Strumenti metodologici: Prime branche: attraverso lo strumento della Famiglia Felice sviluppare come doti personali in primo luogo la manualità e la precisione. Al tempo Fuoco: Campetto davanti alla sede di Fuoco, scale del campetto (quelle che vanno direttamente in parrocchia) e lo spazio dietro i prefabbricati Clan: Campetto Saranno assegnati tre premi (in tre momenti diversi dell’anno) alle unità che avranno svolto il servizio nel modo migliore. Non sarà dato preavviso della premiazione. Le premiazioni avverranno durante i quadrati di gruppo 3. Il censimento dei lavori straordinari interni ed esterni alle sedi sarà compito della Pattuglia “Ambiente comune”. 4. Clan: lavori straordinari nei bagni tra il Dhâk e il Deneb (la pulizia ordinaria spetterà ai Riparti) 4 UNITÀ NELLA PROPOSTA EDUCATIVA Attività: Obiettivi generali Coinvolgimento Famiglia-Gruppo-Parrocchia attraverso: • Integrazione Gruppo-Parrocchia Il gruppo scout, per peculiarità metodologiche, gode di maggiore autonomia rispetto alle realtà parrocchiali parallele: questo può risultare incomprensibile e scorretto ad occhi esterni per cui l'impegno per l'anno prossimo potrebbe essere quello di essere più aperti, o meglio di esserlo in modo più visibile (dato che aperti lo siamo già). • Integrazione Famiglia-Parrocchia Uno degli strumenti di cui ci possiamo servire è il Consiglio di Gruppo, la cui enorme potenzialità risiede nel coinvolgimento dei genitori rappresentanti, una risorsa sinora poco o male utilizzata. Questo permetterà alla proposta educativa tracciata di essere espressione corale di esigenze, aspettative e progetti verso cui camminare INSIEME. • • • 1. Famiglie: Riunione trimestrale con le famiglie dell'unità, non solo una all'inizio ed una alla fine, altrimenti le riunioni non sembreranno mai niente di più che un dispensario di notizie pratiche ed info logistiche. In ogni riunione sarà ritagliato uno spazio per il rappresentante. La riunione di metà anno sarà un evento (una ½ giornata o altro) in cui le famiglie parteciperanno ad una vera e propria attività con i ragazzi. L’attività dovrà essere il più possibile “ordinaria” (come ad esempio una gara di cucina tra le sq e i genitori). Educazione alla vita liturgica con la partecipazione dei genitori. 2. Parrocchia: • Accoglienza alla S. Messa della Domenica da parte dell’Unità di servizio alla celebrazione (con distribuzione del materiale necessario o anche simbolico). • L’attività viene proposta agli altri gruppi della parrocchia per creare una conoscenza reciproca. • 3. Parrocchia e Famiglie: Consiglio di Gruppo: le 3 riunioni del C. d. G. saranno coordinate con le tre riunioni delle Famiglie delle Unità. Obiettivi specifici • Valorizzazione della figura del rappresentante dei genitori, che è più bello chiamare delle "famiglie", accrescendone il ruolo di collaborazione con la pattuglia di Unità": ogni unità stabilirà autonomamente come. • “Contagiare” tutte le famiglie alla PARTECIPAZIONE alle attività, soprattutto a quelle liturgiche, ovvero quelle nelle quali i ragazzi hanno più bisogno di essere supportati. 5 UNITÀ DEL METODO Obiettivi generali per tutte le unità: 1. Renderci consapevoli che il metodo è unico, anche se differenziato quanto ai mezzi adottati dalle singole metodologie di Branca, che concorrono tutti, però, allo sviluppo unitario ed armonioso della persona lungo tutto il tempo della formazione scout. 2. Esaltare le specificità di ogni Branca e di ogni Unità (applicando l’Intereducazione intesa correttamente come educazione al sé e alla relazione con l’altro/a), promuovendo il senso di appartenenza e di comunità. Attività: 1. Uscita del Ricordo incentrata sulla figura di B.P. e sull’unità del metodo (per il gioco sviluppare l’idea del “mosaico”). 2. Intereducazione: Le attività devono essere preparate con un percorso ben progettato e finalizzate a un obiettivo comune. Non si possono fare attività comuni “a caso”. Non è un problema di quantità, ma di qualità. Occorre, inoltre, avere presenti le possibili diverse condizioni di maturità e le specifiche esigenze delle unità. CONSIGLIO DELL’ARCOBALENO – RIPARTO G: individuare forme di contatto (maggiormente nella parte finale dell’anno, in vista dei passaggi) utilizzando i mezzi del Gioco, della Famiglia Felice e privilegiando la tecnica dell’Espressione. BRANCO – RIPARTO E: solo “contatto visivo” o partecipazione alla Messa o altri occasioni comunitaria (la finalità è solo quella di far vedere l’Unità maggiore, ma senza avere contatti metodologici: Esempio: visita al Campo) CONSIGLIO DI AKELA - RIPARTO E: individuare forme di contatto (maggiormente nella parte finale dell’anno, in vista dei passaggi) utilizzando i mezzi del Gioco, della Famiglia Felice e sperimentando attività comuni su semplici tecniche di campismo (fuoco, cucina trapper) SECONDE E TERZE BRANCHE: utilizzare lo schema previsto per le prime e seconde branche. 5. Clan, Fuoco: Sessioni tematiche, incontri/uscite di conoscenza teorico pratica delle metodologie delle branche. 6. Direzione di Gruppo: verifica mensile della coerenza delle attività realizzate ed in corso con i principi pratici di Unità del metodo. 3. Approfondire la vita di BP (entro l’uscita del Ricordo) 4. Sperimentare una modalità di contatto “verticale” finalizzato a conoscersi e a stimolare una sana curiosità per la continuità del metodo tra unità della stessa sezione. In particolare si farà un’attività forte nel secondo quadrimestre: CERCHIO – RIPARTO G: solo “contatto visivo” o partecipazione alla Messa o altri occasioni comunitaria (la finalità è solo quella di far vedere l’Unità maggiore, ma senza avere contatti metodologici. Esempio: visita al Campo) 6 FORMA E SOSTANZA Obiettivi generali per tutte le unità: Recuperare la nostra carta di identità “Scout d’Europa Cattolici – Roma 1°”. Rilanciare il senso di appartenenza al gruppo attraverso momenti di: verifica dello stile e della puntualità (vissuti sempre in stile giocoso); strumenti di confronto con genitori e ente promotore (Consiglio di gruppo); affiancamento nella crescita spirituale (per una scelta vera e consapevole). Strumenti metodologici: Quadrato generale Consiglio di Gruppo Riscoperta Cerimonie Impegno spirituale Attività: 1. Consiglio di Gruppo: da coordinare con le riunioni delle Famiglie delle Unità (3 all’anno). 2. Quadrato generale di Gruppo: nelle ½ di Gruppo dopo la S. Messa. 3. Cerimonie: alla prime Promesse delle 1 e delle 2 branche partecipa il C.G. e/o la V.C.G. e il Parroco. 4. Spiritualità: ogni Branca prepara un’attività per rendere più forte il periodo liturgico assegnato. Se possibile l’attività dovrà coinvolgere il resto del Gruppo nella sua fase conclusiva. I Branche: Natale; II Branche: Pasqua; III Branche: Pentecoste UNITÀ DEL GRUPPO Obiettivo generale: Individuare attività di Gruppo che siano un’esperienza comune di vita scout e che consentano ai ragazzi e ai capi di sperimentare la vicinanza con gli altri e riconoscersi, nelle differenze e nelle reciproche peculiarità, come parti di una unica realtà vitale. Attività: 1. Trentennale del Gruppo (1973-2003): • Le attività cominceranno a Gennaio 2003 e si concluderanno all’Uscita di Gruppo di giugno o al concerto di benvenuta estate. (L’uscita di Gruppo di giugno sarà una vera uscita scout, di due giorni “fuori Roma”). • Ritrovare le tradizioni del gruppo attraverso un’attività da fare divisa per branche: • Riscoprire ad esempio i capi che ci sono stati, i gruppi "cugini", mostre fotografiche... • Il Clan fornirà la manovalanza per realizzare le attività. 2. Ipotesi di Campo estivo “di gruppo”: • Il luogo deve permettere la normale vita di unità in maniera che non ci siano intralci e ognuno sia autonomo, sia organizzativamente che metodologicamente. I campi dovranno essere però sufficientemente vicini da permettere le attività comuni programmate. • Ipotesi logistica: o la prima settimana campo dei soli riparti o la seconda settimana arrivano le prime branche e gli RS o novizi e scolte semplici fanno i cambusieri/e o terminato il campo delle prime e seconde branche, il clan e il fuoco partono direttamente per i Campi mobili. 7