ognUno pUò essere leader a modo sUo

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ognUno pUò essere leader a modo sUo
50°
1959/60 • 2009/10
Maria Grazia Gualandi,
Viscontea
Mi sono laureata in Scienze della
formazione presso l’Università
Cattolica di Milano. Ho vissuto in
Viscontea dal 2001 al 2005. Dopo
la laurea ho iniziato un dottorato in
Educazione presso l’Università
di Navarra, in Spagna.
D
Come è stato l’impatto con il collegio?
Siccome il primo anno di Università ho alloggiato presso
una persona anziana che mi affittava una camera, il primo impatto quando sono entrata in collegio è stata la forte sensazione
di non sentirmi più sola e persa nella grande Milano.
Ricordo il mio ultimo anno a cavallo della riforma universitaria
che, per noi malcapitati, ha significato un surplus di esami e
lavoro. Ero arrivata ad un
punto che, dopo essere arrivata alla fine della triennale,
volevo mollare tutto per un
anno. Poi forse riprendere.
La direttrice di allora, Paola
Postogna, mi convinse che
valeva la pena fare l’ultimo
sforzo, finire in tempo, mettermi quanto prima nel mercato del lavoro. Solo dopo mi sarei
resa conto che la decisione di continuare mi ha permesso di poter
arrivare nel momento giusto dove volevo. Non parlo solo del dottorato ma anche dei miei progetti futuri di matrimonio e famiglia.
Ognuno può
essere leader
a modo suo
Penso che nessun luogo possa essere così completo dal punto
di vista della crescita nelle “competenze sociali”.
Per quello che riguarda i corsi interni, sono tre i corsi che
hanno segnato la mia vita professionale lasciando una traccia visibile. Il primo sulla comunicazione verbale e non verbale. Corso
completissimo e pratico che mi ha aiutata non solo a saper comunicare meglio, ma anche a conoscere me stessa. Il secondo è stato
un corso sulla leadership.
Essendo una persona tendenzialmente introversa, ho
imparato che ci sono diversi
tipi di leader ed ognuno può
esserlo con il proprio stile. Il
terzo corso riguarda la metodologia di studio. Posso
dire che questo corso è stato
per me di importanza fondamentale, mi ha cambiata molto, mi
ha appassionata verso lo studio tanto da decidere di proseguire
ulteriormente il mio percorso con il dottorato.
In definitiva sono stati tre corsi che mi hanno aiutata a
scoprire le mie reali potenzialità, ad avere più sicurezza in me
stessa, a coltivare l’autostima. Tutto questo con il fine di dare il
meglio nel lavoro e fuori, per me stessa e per gli altri.
penso che nessun luogo possa
essere così completo dal punto
di vista della crescita nelle
“competenze sociali”.
D
Un ospite in collegio che ti ha colpito?
Una delle tante ospiti invitate presso il collegio è stata Alessandra Borghese, poco dopo la pubblicazione del suo libro “Con
occhi nuovi”. Mi ha colpito la sua semplicità nel vestire, nei modi, nel parlare. Mi ero aspettata una persona diversa per il fatto
che fosse importante e avesse un livello culturale molto alto. La
testimonianza della sua conversione è stata davvero arricchente.
D
Gli aspetti della vita di residenza che maggiormente ti
hanno aiutato, poi, nella vita professionale?
È difficile descrivere compiutamente la ricchezza che si può
ricevere in un collegio nel quale vivono ragazze provenienti da
luoghi e culture diversissime (non parlo solo dell’Italia, il collegio è internazionale) e che frequentano i più disparati corsi di
laurea. Nella tertulia si condividevano esperienze e tradizioni.
D
Oggi vivi in Spagna. Nel futuro di molti giovani c’è o
ci sarà un’esperienza anche lunga all’estero: come il
collegio a tuo avviso prepara ad affrontare il cambiamento?
Il fatto di dover vivere in un collegio suppone uno spostamento
“fuori sede”. Questa esperienza di vita è già un bagaglio necessario per il futuro: saper lasciare ed essere disposti a trovare vincendo le paure. Il collegio per me è stato il “ponte” – indispensabile in quel momento della vita – che mi ha permesso di vivere
lontano dalla mia famiglia rimanendo però in un clima familiare.
Sembra banale, ma i pasti pronti, i luoghi puliti e ordinati, gli
spazi adatti allo studio, mi hanno permesso di concentrarmi
prima di tutto sullo studio e sulla vita sociale (dentro e fuori
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a tu per tu
i n t e r v i st e
dal collegio), imparando a organizzare i miei tempi. Ho capito
che solo dopo aver respirato quell’aria ero veramente pronta
per una vita in autonomia: il saper organizzare il mio studio mi
ha permesso poter vivere – nella vita in appartamento con altre
ragazze prima e nel matrimonio poi – un equilibrio
fatto di gestione della casa,
relazioni e lavoro, dove
l’importanza e il benessere
che danno l’ordine e la pulizia mi è stato trasmesso
negli anni del collegio.
D
Perché una matricola dovrebbe a tuo avviso scegliere
il collegio per vivere i suoi anni universitari?
La vita universitaria rappresenta un autentico “salto nel buio”.
Un’esperienza totalmente nuova. Per di più in un’altra città,
lontano dalla propria famiglia e dagli amici di sempre. I rischi del giovane
universitario sono tanti,
primo fra tutti non riuscire a terminare gli studi
o non finire in tempo o
credere di aver sbagliato
scelta universitaria. La
condivisione con persone che vivono questa esperienza,
l’orientamento pratico e personalizzato con persone specializzate, un clima accogliente e un ambiente di studio aiutano
moltissimo. Un altro rischio del giovane universitario è quello
di buttarsi completamente sullo studio tralasciando le relazioni, l’ordine, la cura di se stesso, oppure di perdersi nella
“giungla” di Milano: tra burocrazie e nuovi amici a volte è
difficile trovare la dimensione giusta per dedicare allo studio
il suo tempo. Per me Viscontea è stato l’ambiente che mi ha
permesso di coltivare simultanemente e con grande profitto
tutte le dimensioni fondamentali della mia persona in una
fase chiave della vita.
la vita universitaria è un salto
nel buio, la condivisione
con chi vive la stessa esperienza
aiuta moltissimo.
D
Il network fra ex residenti: quali ne sono i valori
aggiunti, al di là delle difficoltà dovute alla distanza e
ai percorsi davvero diversissimi seguiti da ciascuno?
I nuovi e meno nuovi network di comunicazione non lasciano proprio scuse per non rimanere in contatto con le
persone che hai conosciuto nel cammino. Con molte ex residenti, nonostante la distanza, ho una relazione abbastanza
assidua. è bello “raccontarsi” le proprie vite, quello che è
stato “dopo”, ricordare. Ma la cosa più bella è scoprire che le
nostre grandi aspirazioni sono state coltivate in quegli anni,
tra l’università e il collegio, e per la maggior parte di noi sono
sbocciate poco dopo. Così come le avevamo immaginate.
Ai tempi di Viscontea,
alla chitarra
in mezzo ad altre
residenti
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