Una canzone per

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Una canzone per
Una canzone per
Marion di Paul Andrew Williams
Usa, 2013 -- commedia -- 1h e 33'
cast Terence Stam p, Gem m a Arterton, Vanessa Redgrave
Marion (Vanessa Redgrave) è una donna sul finire dei suoi giorni. Assediata da una malattia che non le lascia più
ancora molto tempo da vivere, Marion possiede ancora però quella vitalità e quella freschezza condivisa da coloro
che hanno saputo (nel tempo) comprendere appieno il valore della vita. Attraverso la musica e le sessioni di canto
con un coro diretto dalla giovane e solare Elizabeth (Gemma Arterton) l'obiettivo di Marion sarà quello di
concedersi e concedere le ultime energie a una passione in grado di alleviare il suo triste commiato dalla vita.
Accanto a lei, però, suo marito Arthur (Terence Stamp) non riesce invece a fare i conti con quella che sarà la
perdita più importante della sua vita, quella della sua dolce Marion. Burbero e incapace di cogliere le sfumature
cromatiche dell'esistenza, Arthur è infatti (a differenza di sua moglie) totalmente chiuso in sé stesso e impreparato
ad affrontare la dolorosa separazione dalla sua storica compagna di vita, l'unica cui abbia mai concesso il dono del
proprio ascolto e amore. E sarà infatti proprio il percorso di Arthur (molto più di quello di sua moglie) a
rappresentare tutte le difficoltà di una stagione di vita che volge al termine senza dare spiegazioni o concedere una
proroga a quegli affetti più cari da cui non vorremmo mai doverci separare
Una canzone per M arion è un altro affresco toccante (soprattutto in alcune sue sfumature) di una vita di coppia
vissuta nel dolore della senilità e della solitudine ma anche nella profonda capacità di insegnamento che possiedono
gli anni ‘più maturi' della vita. Qui lo scontro tra accettazione e negazione è dato dal confronto nell'approccio tra la
musicalità di lei (ancora volenterosa di vivere appieno gli ultimi colori) e l'assordante silenzio emotivo di lui
(sempre più determinato a implodere in sé stesso con il passare dei giorni e l'appassire della propria compagna).
Due approcci diversi che il regista americano Paul Andrew Williams mette a confronto disegnando un
interessante ritratto sulla forza della senescenza. Un percorso immaginato per condurre il protagonista Arthur alla
scoperta dei veri, bellissimi colori della vita (True colours are beautiful) capaci di rimanere per sempre scolpiti nei
nostri cuori anche quando la superficie delle cose tende a farsi più grigia, spenta, difficile da apprezzare. Quei colori
così opacizzati dalle stagioni della vita e da un carattere per sua natura ostile e resistente, verranno così ravvivati a
poco a poco dalla straordinaria resilienza di Marion interpretata da una incredibilmente emozionale Vanessa
Redgrave. Un film che mostra quel passaggio tanto delicato verso la certezza della fine e che si ripropone di
insegnare come a volte sia necessario disfarsi della rude scorza che spesso gli uomini indossano nella falsa speranza
di non cedere (così) alle proprie fragilità. Williams costruisce dunque un film che centra in maniera onesta la crisi
di identità legata alle problematiche dell'età facendo affiorare nel contempo un realismo molto asciutto che si nutre
di silenzi e parole sospese, quel silenzio tipicamente presente nelle coppie oramai divenute (di fatto) una persona e
una voce sola. E se è vero che la parte ‘musicale' tende da un lato ad alleggerire e dall'altro (soprattutto in alcuni
frangenti) a distrarre un po' troppo lo spettatore dalla chiave narrativa del film, è anche vero che, equamente diviso
tra barriere emozionali e silenzi, musica e parole, Una canzone per Marion (Unfinished song il titolo originale) riesce in
ogni caso a tracciare una linea di colore tra le piaghe dolenti di due vite ugualmente destinate ad accettare il corso
degli eventi e diversamente preparate a farlo.
In conclusione, Paul Andrew Williams dirige Una canzone per M arion, coproduzione tra Germania e Gran
Bretagna che tocca (ancora una volta in una stagione che si è particolarmente distinta per i titoli sul tema senilità) il
discorso del commiato, difficile per chi va via ma soprattutto per chi resta. Il film alterna momenti leggeri
(stemperando con la musica) a momenti di grande tensione emotiva, attestandosi come una pellicola capace di
gettare una nuova luce sulla perdita e la riconquista dell’identità attraversando quel concentrato caotico di amore e
dolore tipico delle ultime fasi di una vita.
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