La piccola Melina

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La piccola Melina
La Piccola Melina
C'era una volta una piccola Melina che viveva su un
grande albero di mele.
La piccola Melina subiva continuamente le prepotenze
delle mele più grandi che si accaparravano i posti migliori sui
migliori rami dell'albero e non le permettevano quasi mai di
prendere il sole.
La Melina quindi non poteva crescere e diventare una
grande mela rossa e succosa.
Ogni giorno cercava di salire su, verso i rami alti, dove
il sole era più forte ma c'era sempre qualche grossa mela che
glielo impediva, sorpassandola e prendendo il posto prima di lei.
Un giorno la piccola Melina non ne poteva proprio più,
era veramente amareggiata e infuriata.
Decise allora che, se non c'era sole per lei su
quell'albero, sarebbe andata a cercarselo altrove.
E così fece. Scese dall'albero decisa a non tornarci mai
più e si allontanò velocemente.
Cammina, cammina, dopo un po', si ritrovò in un
grande prato dove c'erano tanti alberi da frutta.
Si guardò intorno e vide un bell’albero di albicocche.
In un attimo le venne l'idea: - Se, come mela, sono
talmente piccola che nessuno mi prende sul serio, io dirò di
essere un'albicocca così sarò grande e tutti mi rispetteranno -.
Si avviò allora verso l'albero di albicocche e
incominciò a salire e, a tutte le albicocche che incontrava,
diceva:
- Ciao, come va? Piacere di conoscerti io sono
Albicocca-.
Le albicocche la guardavano stupite e si davano di
gomito l'un l'altra:
- Hai visto quella?
- Mamma mia quanto è grossa!
- Quella sì che è una signora albicocca.
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E tutte quante si spostavano per farla passare, così che,
in breve tempo, la piccola Melina si ritrovò in cima all'albero,
dove stavano le albicocche più grosse. E siccome lei era la più
grossa di tutte, occupò il posto migliore, quello meglio esposto e
più riscaldato dal sole.
Era molto soddisfatta:
- Meno male, - pensava - finalmente anch'io potrò
crescere e maturare! –
La piccola Melina si trovava proprio bene sull'albero di
albicocche: tutte le mattine si avviava, in compagnia delle
albicocche più grosse, verso la cima dell'albero e, tutte le sere,
scendeva verso i rami più bassi, quelli più riparati e protetti,
dove passava la notte.
Le albicocche piccole, invece, facevano esattamente il
contrario: di giorno occupavano i rami bassi, quelli più
ombreggiati e freddi e di sera si dirigevano verso i più alti, più
esposti alle intemperie e all'umidità della notte.
Un giorno, mentre si verificava questo scambio di
posti, la piccola Melina sentì, non vista, ciò che si dicevano due
albicocchine piccole piccole e pallide pallide:
- Attenta, spostati. Hai visto chi sta arrivando?
- Si, quelle grosse prepotenti!
- Antipatiche e ingorde, si prendono tutto il sole e noi
non potremo mai crescere.
- La vita è proprio ingiusta!
Quando le due albicocchine se ne andarono, la piccola
Melina uscì dal suo riparo.
Era rimasta sconvolta da ciò che aveva sentito e
inorridita per ciò che aveva fatto, perché, senza rendersene
conto, si era comportata esattamente come le mele grosse
avevano fatto con lei!
Decise quindi di porre rimedio a tutto questo e, forte
del suo potere, pensò di usarlo a fin di bene.
Convocò immediatamente un'assemblea e quando tutte
furono presenti annunciò che ogni albicocca aveva diritto alla
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stessa quantità di sole delle altre e, per ottenere questo, ogni
giorno avrebbero scalato di un posto sull'albero: quindi chi era la
prima sarebbe stata l'ultima, la seconda sarebbe stata la prima, la
terza la seconda e così via. E così ogni giorno per sempre.
Le albicocche piccole erano felicissime e acclamarono
a lungo ma le grosse non erano soddisfatte per niente. Tuttavia
non dissero nulla, rispettose del potere di quella che ritenevano
essere un'albicocca enorme, al di sopra della media.
Il tempo passava, la comunità delle albicocche viveva
apparentemente felice, anche se, fra le grosse, serpeggiava il
malcontento e c'era chi meditava vendetta.
La piccola Melina intanto, ben riscaldata dal sole, era
cresciuta molto ed era diventata una bella mela rossa.
Un giorno una delle albicocche grandi chiamò le sue
compagne e fece loro notare che, quella grossa albicocca che
aveva stravolto tutta la loro vita, era diventata veramente
enorme e che, da quel colorito giallo pallido che aveva, era
passata, prima ad un rosa che poteva ancora essere
albicocchesco, poi ad un rosso che di albicocchesco non aveva
proprio un bel niente.
- Amiche - diceva l'albicocca - quella ci ha imbrogliato,
si è spacciata per una di noi ma, in realtà, è una MELA!
- E' vero, hai ragione è proprio una mela! - convennero
le altre.
- Tradimento! Bisogna mandarla via e ritornare alla vita
di prima!
Così dicendo le grosse albicocche convocarono
un'assemblea e denunciarono davanti a tutti la piccola Melina.
Lo stupore fu generale e, prima che le albicocche
potessero riprendersi, la Melina venne cacciata via con disonore
ed ignominia.
Lei, triste, spiegò perché l’aveva fatto, chiese perdono e
se ne andò. Così le grosse, trionfanti, tornarono sui rami alti
dell'albero.
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Le albicocchine, sconsolate, stavano avviandosi a
riprendere i loro scomodi posti, quando una piccolina si alzò e
parlò:
- Fermatevi - disse - è vero, la Melina ci ha mentito.
Tuttavia dobbiamo pensare che lo ha fatto perché, come noi,
aveva dovuto subire le prepotenze dei più grossi. Inoltre
sappiamo bene che non ha approfittato della situazione, al
contrario, ci ha aiutato ad avere ciò che ci spettava. Quindi vi
dico: richiamiamo la Melina e scacciamo le prepotenti che ci
rendono la vita impossibile!
- Ma non possiamo farlo - dissero le altre - lo sai bene
che quelle sono grosse e noi siamo piccole. - E' vero - riprese la prima albicocchina - ma noi siamo
in tante e loro sono poche e, se ci uniremo, potremo farcela! –
Così fecero, andarono a chiamare la Melina e, ritornate
all'albero, fecero quella che passò alla storia, come la
Rivoluzione delle Albicocche.
Scacciarono le grosse prepotenti e continuarono a
vivere rispettando il sistema stabilito dalla Melina.
La Melina, dal canto suo, decise che era giusto fare
ritorno al suo albero.
Raggiunse quindi l'albero di mele e, forte
dell'esperienza, insegnò anche alle sue compagne il sistema per
vivere bene e le grosse che non vollero accettarlo vennero
scacciate durante la Rivoluzione delle Mele.
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