risposte ai Lineamenta Sinodo 2015

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risposte ai Lineamenta Sinodo 2015
13 aprile 2015
Venerabili Padri,
siamo una giovane realtà che raccoglie numerose famiglie cristiane del nord e centro Italia.
L'Intercomunione delle Famiglie, o delle chiese domestiche, nasce dall'esperienza che molte coppie di fidanzati e di
sposi hanno fatto seguendo i corsi e gli insegnamenti di p. Raimondo Bardelli. Un religioso cappuccino missionario
ritornato alla casa del Padre nel 2008, profondamente appassionato delle tematiche inerenti l’amore coniugale e sorretto
da una decennale esperienza al servizio di giovani in fase di discernimento vocazionale, di giovani coppie e di famiglie
di sposi appartenenti a culture diverse (europea, africana e asiatica), nonché autore di diversi testi sul tema dell'amore
umano e del sacramento del matrimonio (per le edizioni Elledici: “Ecologia dell’Amore e del Sesso”- 2007, “L’Amore
Sponsale”- 2005, “Amore sorgente di Vita”- 2000, “La Vita è Amare”- 2003, “Il Volto dell’Amore”- 2000, “Amare per
Completarsi”- 2000; ed. Shalom: “Un Corpo per Amare”- 2005).
Attraverso la grazia di questi incontri siamo pervenuti ad una presa di coscienza della chiamata all'amore dell'essere
umano che trova la sua massima manifestazione nella vita coniugale. In particolare si è svelata in tutta la sua
concretezza e bellezza la verità sul sacramento del matrimonio già contenuta nei documenti del magistero della Chiesa
ed in specie negli insegnamenti di Giovanni Paolo II.
Grande impatto ha avuto per noi lo scoprire come alla base di questo sacramento ci sia la realtà dell'amore naturale che
mai come ora necessita di essere ben conosciuta, rivalutata e vissuta ecologicamente, in quella unità tra cuore e corpo
che si esprime sommamente nell'intimità coniugale.
Da questa esperienza sono sorti gruppi di famiglie in varie regioni d'Italia accomunate dal vivo desiderio di vivere,
approfondire e condividere la verità della propria vocazione sponsale. Una intercomunione tra famiglie dimoranti
ognuna nella propria casa, ma animate dalla stessa volontà di santità. Questo comune cammino suscita fra di noi una
amicizia particolare, perciò periodicamente viviamo insieme momenti di preghiera, di formazione, di condivisione,
aiutandoci anche nelle situazioni di bisogno. Tra noi alcune coppie sono anche impegnate in attività formative per
giovani, fidanzati e sposi, con la volontà di non disperdere la ricca eredità ricevuta, ma anzi di diffonderla sempre più.
Con questo documento vorremmo anche noi dare il nostro contributo in vista del Sinodo
Ordinario sulla Famiglia che si terrà dal 4 al 25 ottobre 2015, cogliendo l’occasione della
consultazione preliminare voluta dal Santo Padre, a mezzo della pubblicazione dei Lineamenta
(9/12/14) con le 46 domande annesse, rivolte a tutta la Chiesa.
Le risposte date, sono frutto della nostra esperienza sia di singole famiglie appartenenti a diocesi
diverse, che dell’Intercomunione tutta, in specie nella sua attività di formazione che ci vede a
contatto ogni anno, ormai quasi da un decennio, con numerosi fidanzati e famiglie, provenienti da
realtà anche molto diverse tra loro.
In calce i nominativi delle 73 famiglie, suddivise per diocesi, che hanno condiviso e
sottoscrivono questo documento.
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Domanda previa riferita a tutte le sezioni della Relatio Synodi
La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a
quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi? Quali aspetti mancanti si possono
integrare?
La questione della rilevanza della dimensione affettivo/sessuale, che è alla base della
relazione d’amore della coppia umana uomo-donna e dunque della famiglia, ci sembra
non sufficientemente posta in luce. Per intenderci, facendo una semplice ricerca del
suffisso “sess”, in tutto il testo della Relatio Synodi questo compare in senso positivo
soltanto al numero 17, la dove si citano i documenti della Chiesa in riferimento alla
famiglia:
“Il <<vero amore tra marito e moglie>> (Gaudium et Spes, 49) implica la mutua donazione
di sé, include e integra la dimensione sessuale e l’affettività, corrispondendo al disegno
divino (cf. Gaudium et Spes, 48-49)”.
Crediamo invece che per la salute della famiglia, specie nel mondo occidentale, sia
urgente ripartire proprio dall’amore umano, nella sua dimensione naturale, attraverso una
“comprensione cristiana della sessualità come fonte di libertà autentica, di felicità e
di realizzazione della nostra vocazione fondamentale e innata all’amore. Non si tratta
solo di presentare argomenti, ma anche di fare appello a una visione integra, coerente
ed edificante della sessualità umana.” (Benedetto XVI, discorso ai vescovi degli Stati
Uniti, 9-03-12). La ragione è che mai come oggi si assiste al dilagare di una mentalità e di
ideologie che presentano la vita sessuale degli individui svincolata da qualsiasi valore,
regola, riferimento morale, o significato che non sia quello del godimento di un piacere fine
a se stesso e peggio ancora del dominio/abuso di una persona sull’altra. Uno
snaturamento radicale di quel gesto che più di ogni altro invece (come pensato dal
Creatore sin dal principio) dovrebbe essere l’espressione più alta, magnifica e profonda
della comunione d’amore che lega indissolubilmente gli sposi tra di loro, e che non a caso
è legato all’atto generativo di nuove vite, figli di Dio.
Alla base di questa deriva c’è sostanzialmente la cultura pornografica che purtroppo ha il
potere di andare ad intaccare ed intossicare quella sfera preziosa, intima e delicatissima di
ciascuno di noi, là dove si colloca la nostra stessa identità di persone come maschi e
come femmine, là dove l'amore umano trova la sua base naturale per crescere, svilupparsi
e maturare. Se l’ideologia gender, che vorrebbe sovvertire l’ecologia umana, sta
attecchendo è grazie in special modo a questo humus culturale che l’ha preceduta e che
continua ad alimentarla.
Nella Relatio Synodi, al numero 10, si dice che “preoccupa una certa diffusione della
pornografia e della commercializzazione del corpo, favorita anche da un uso distorto di
internet ”. Più realisticamente si dovrebbe parlare, almeno per quanto concerne i paesi più
tecnologicamente sviluppati, di una massiccia, aggressiva e capillare diffusione della
pornografia, veicolata e propinata con astuzia principalmente attraverso Internet,
visionabile a qualunque ora e da chiunque, anche giovanissimi e bambini. E’ facile capire
come dietro questa opera, per nulla contrastata da governi ed istituzioni, nonostante gli
incalcolabili danni a livello sociale che questa sta producendo, ci siano enormi interessi
commerciali, speculando su ciò che di più sacro è in ogni persona umana: la vocazione
all’amore.
Per la nostra esperienza di formatori possiamo affermare che quando affrontiamo
questa problematica con i giovani, o con gli sposi, di ogni età, risulta che praticamente
tutti, più o meno, ne sono negativamente segnati; ma la nota positiva, di speranza, è che
una volta smascherata loro la trappola pornografica (da cui inquietudine, tensioni, tormenti
e disordini) e rimessa in chiaro l'ecologia del sesso i loro volti semplicemente s'illuminano!
Non di rado ci dicono quel che anche noi a nostra volta ci trovammo a dire: “Come mai
queste cose non ce le ha mai dette nessuno?”.
4. Come l’azione pastorale della Chiesa reagisce alla diffusione del relativismo culturale
nella società secolarizzata e al conseguente rigetto da parte di molti del modello di famiglia
formato dall’uomo e dalla donna uniti nel vincolo matrimoniale e aperto alla
procreazione?
Numerosi sono coloro che possono testimoniare di come sia stato importante ritornare
all'ecologia dell'amore, nel suo aspetto naturale, per poter ricreare quelle condizioni
necessarie, quell'habitat adeguato a vivere pienamente, nella gioia e con verità la nostra
chiamata all'amore. L'opera dello Spirito, lo sappiamo, è quella di elevare la nostra
creaturalità umana alla dignità dei figli di Dio; ma se prima non gli permettiamo di rimettere
ordine alla nostra stessa natura, di bonificare le fondamenta, come potrà reggere la
dimora divina che ci chiama ad incarnare?
Siamo convinti della necessità che in seno alla Chiesa ci si desti su tale aspetto e
soprattutto ci si muova con audacia nel contrastare la mentalità pornografica e i
suoi derivati, proponendo ai giovani, ai fidanzati e agli sposi dei percorsi
educativi/rieducativi specifici. Questa è un opera di misericordia, nell'annuncio della
verità, che non può essere ulteriormente ritardata e che è presupposto per una
efficace evangelizzazione del mondo giovanile e delle famiglie, per mezzo delle
stesse famiglie.
Diversamente masse di giovani continueranno ad essere vittime di una tremenda bugia
che va a compromettere la loro stessa capacità di costituire e mantenere salde nuove
famiglie con danni incalcolabili per l'intera società umana. Il padre della menzogna sta
giocando con abilità la sua partita e la Chiesa, percepita erroneamente come sessuofoba
e arretrata, deve e può smarcarsi riappropriandosi con autorevolezza di un tema che le è
proprio, che rimanda all'atto primordiale creativo di Dio, all'ontologia dell'uomo, nella sua
unità di anima e corpo, e alla sua vocazione all'amore.
5. In che modo, con quali attività sono coinvolte le famiglie cristiane nel testimoniare alle
nuove generazioni il progresso nella maturazione affettiva? (cf. nn. 9-10). Come si potrebbe
aiutare la formazione dei ministri ordinati rispetto a questi temi? Quali figure di agenti di
pastorale specificamente qualificati si sentono come più urgenti?
9. Quale pedagogia umana occorre considerare - in sintonia con la pedagogia divina - per
comprendere meglio ciò che è richiesto alla pastorale della Chiesa di fronte alla
maturazione della vita di coppia, verso il futuro matrimonio? (cf. n. 13).
12. Come si potrebbe far comprendere che il matrimonio cristiano corrisponde alla
disposizione originaria di Dio e quindi è un'esperienza di pienezza, tutt’altro che di limite?
(cf. n. 13)

Trattare approfonditamente e con competenza nei corsi per giovani, fidanzati e
sposi l'aspetto naturale dell'amore umano: la sessualità, il corpo e i gesti di
tenerezza, fisiologia ed ecologia del rapporto fisico, la castità dei fidanzati e la
castità coniugale, la procreazione responsabile e i metodi naturali; l'inganno
pornografico, masturbazione, disordini e omosessualità. Per la nostra esperienza,
spesso si fa fatica ad affrontare questi argomenti in ambito ecclesiale ove si tende a privilegiare
altre dimensioni (quella spirituale, quella psicologica ecc.), snobbando ciò che riguarda il corpo e
non affrontando adeguatamente il tema della sessualità e dell’intimità coniugale (parte integrante
del rito del sacramento del matrimonio). Talvolta si giustifica tale omissione affermando che oggi
giorno tutti sono informati e competenti in materia sessuale. La verità invece è che gran parte
delle informazioni sulla sessualità umana che circolano nei media mancano di fondamenta
scientifiche e sono anti-ecologiche e disumane, con tutte le conseguenze negative che ne
derivano: attualmente l’intimità coniugale degli sposi cristiani è minata da disordini, insicurezze,
difficoltà e infelicità molto più frequentemente di quanto si tende ad ammettere. Sembra inoltre
mancare da parte di molti la capacità di cogliere la bellezza del disegno di Dio impresso nei corpi
dell’uomo e della donna. Se è errato considerare la persona umana come solo corpo, altrettanto
errato è negare o sminuire la dimensione corporea. La nostra impressione è che si tende a
rifiutare l’argomento del sesso per causa di una visione, talvolta subconscia, dell’intimità
sessuale come qualcosa di “sporco” e comunque per motivi che vanno oltre un giusto senso di
pudore e di prudenza. Si dà il paradosso del “dualismo morale” – si accetta di formarsi sulla
sessualità in qualsiasi termini e da qualsiasi parte salvo scandalizzarsi quando l’argomento viene
trattato in modo completo all’interno di un cammino di fede.

Preparare adeguatamente sacerdoti e coppie di sposi (almeno una per diocesi)
perché sappiano essere validi formatori e testimoni anche sui temi della
sessualità umana.
Se davvero poi si vuole investire sul ministero di evangelizzazione affidato alle famiglie
crediamo che la comunità cristiana dovrebbe sostenerle anche economicamente, dando
la possibilità ad alcune di esse di dedicarsi a questa missione a tempo pieno (sia per
formarsi che per poi essere formatori/testimoni). La validità della formazione, unita a
una credibile e coerente testimonianza di vita coniugale e familiare, è garante di una
evangelizzazione che raggiunge e conquista le nuove generazioni, facendo breccia nei
cuori per reali conversioni all’amore.
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Far scoprire agli sposi quale straordinario dono è il sacramento del matrimonio
che è chiamata all'Amore, sostenuta dalla grazia di Cristo, nell'unità dell'anima e
del corpo; dobbiamo constatare che purtroppo anche sull’aspetto sacramentale del
matrimonio cristiano, i sacerdoti appaiono spesso impreparati e a volte anche svogliati
se non addirittura sostenitori di tesi contrarie all’insegnamento della Chiesa. Il Magistero
è ricchissimo; Giovanni Paolo II in particolare ha indicato nuovi orizzonti e aperto nuove
strade che pochi però hanno avuto il coraggio di percorrere fino in fondo.

Si abbia cura allora di affidare la pastorale familiare, all’interno di ogni diocesi, a
presbiteri che in primis abbiano a cuore la famiglia e che dunque intendano
anche formarsi su questo fondamentale ambito in modo approfondito, alla luce
dei documenti del Magistero e delle scienze umane, dedicandoci tempo ed
energie.
23. Nella formazione dei presbiteri e degli altri operatori pastorali come viene coltivata la
dimensione familiare? vengono coinvolte le stesse famiglie?

E’ auspicabile che la formazione dei presbiteri preveda la possibilità si stare a contatto,
anche in maniera prolungata, con contesti familiari in cui possano fare esperienza
diretta e concreta del Vangelo della famiglia, inserito nel panorama culturale e sociale
attuale; questo dovrebbe valere specie per coloro che provengono da situazioni familiari
problematiche in cui non è stato possibile fare tesoro di questa insostituibile palestra di
relazioni umane e comprendere appieno la ricchezza di una chiesa domestica.
7. Lo sguardo rivolto a Cristo apre nuove possibilità. «Infatti, ogni volta che torniamo alla
fonte dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate» (n. 12).
Come è utilizzato l’insegnamento della Sacra Scrittura nell’azione pastorale verso le
famiglie? In quale misura tale sguardo alimenta una pastorale familiare coraggiosa e
fedele?
Riscoprire, anche nella liturgia, il dimenticato libro del Cantico dei Cantici,
attraverso una esegesi del suo significato letterale, quale scuola dell’amore sponsale
che si esprime con parole e gesti corporei di tenerezza, nel reciproco dono totale e
accoglienza.
Il sesso, in particolare, va spiegato bene e nei dettagli sia nella sua fisiologia maschile e
femminile che nel suo esercizio (con approfondimenti anche di carattere
medico/sessuologico). Peraltro qui si gioca anche la celebrazione di un sacramento. E' un
atto sacro, liturgico, che va ben compreso nella sua valenza umana e sacramentale e
dunque preparato con un'opera innanzitutto di disinquinamento riaffermando con forza la
sua propria ecologia: “Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare
dall'esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i
coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente
umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono
vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi” (GS 49). Nel Cantico dei
Cantici, con immagini di incomparabile bellezza, Dio stesso se ne fa maestro!
10. Che cosa fare per mostrare la grandezza e bellezza del dono dell’indissolubilità, in
modo da suscitare il desiderio di viverla e di costruirla sempre di più? (cf. n. 14)
13. Come concepire la famiglia quale “Chiesa domestica” (cf. LG 11), soggetto e oggetto
dell’azione evangelizzatrice al servizio del Regno di Dio?
14. Come promuovere la coscienza dell’impegno missionario della famiglia?
25. Nell’annunciare il vangelo della famiglia come si possono creare le condizioni perché
ogni famiglia sia come Dio la vuole e venga socialmente riconosciuta nella sua dignità e
missione? Quale “conversione pastorale” e quali ulteriori approfondimenti vanno attuati
in tale direzione?
-
Aiutare gli sposi a vivere il loro matrimonio, con perseveranza e gioia, rendendoli
sempre più consapevoli di essere sacramento vivente, chiamati ad essere
profezia dell’amore stesso di Dio. La missione della famiglia corrisponde con la sua
vocazione ad essere intima comunità di vita e di amore e la Chiesa locale, nei confronti
di ogni singola chiesa domestica, ha il dovere di promuovere esattamente questa sua
costituzione nativa. L’appello di Giovanni Paolo II, “Famiglia diventa ciò che sei!” (FC
17), dovrebbe essere fatto proprio da ogni parroco, prima ancora di chiamare
all’appello chi dovrà svolgere il servizio catechistico, o altro. E la preoccupazione
primaria di ogni Vescovo dovrebbe essere che i parroci (ma anche le associazioni e i
movimenti) pongano a priorità proprio questo, tenendo sempre presente le parole
profetiche, ancora di Giovanni Paolo II: “L’avvenire dell’umanità [e dunque della
Chiesa] passa attraverso la famiglia” (FC 86). Siamo convinti che se questo accadrà,
se il Magistero verrà tradotto in prassi concreta, la Chiesa potrà contare, nei prossimi
decenni, su un esercito di famiglie che con la loro stessa vita annunceranno la bellezza
del Vangelo, lo splendore dell’Amore e questa testimonianza sarà causa di
innumerevoli conversioni!
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Un segnale di questa attenzione potrebbe essere quello di rendere la celebrazione
del sacramento del matrimonio, un evento di evangelizzazione. Quando viene
consacrato un sacerdote, o quando viene fatta la professione dei voti per la vita
consacrata, la liturgia viene giustamente curata nei minimi particolari e tutta la
comunità è invitata a presenziare. Parimenti crediamo che anche per chi si sposa in
Cristo, là dove un sacramento vivente sta nascendo, là dove una nuova chiesa
domestica sta ponendo le fondamenta, dovrebbe esserne data massima sottolineatura,
esaltandone con segni, canti, parole e testimonianze il valore e lo splendore. I tanti
convenuti, spesso persone lontane dalla fede, potrebbero allora ripensare alla
grandezza del matrimonio cristiano. In tal senso esperienze positive provengono dai
movimenti ecclesiali che spesso danno testimonianza di saper rendere le
celebrazioni del matrimonio autentici momenti di evangelizzazione, dove appare
chiaramente che gli sposi sono stati cresciuti e sono sostenuti da una comunità di fede.
Così pure, questa realtà magnifica, dovrebbe essere richiamata anche nei battesimi dei
bambini e nelle ricorrenze importanti.
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Dovrebbe essere potenziata o inserita ex novo in alcune parrocchie anche la catechesi
ai genitori in vista del battesimo dei figli, avendo cura di non proporre loro argomenti
troppo alti o troppo lontani dalla loro quotidianità in una delicata fase della vita come è
quella del riassetto familiare dopo l’arrivo di una nuova creatura, ma aiutandoli
innanzitutto a mantenere ben salda la consapevolezza della necessità della centralità
dell’amore tra i coniugi e in secondo luogo a gestire le nuove dinamiche relazionali
nell’ottica di una comunità di persone che genera continuamente amore.
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Prevedere nei consigli parrocchiali la presenza di diritto di una coppia di sposi
che si occupi di famiglia a 360°, per coordinare e valutare le varie iniziative, mettere
in comunicazione le varie realtà che magari si occupano di progetti con
destinazione "famiglia", ma sotto ambiti diversi, sia interni alla realtà ecclesiale locale
che esterni ad essa. Inoltre questa figura potrebbe essere di supporto alla gestione
della liturgia dove sono presenti le famiglie e valutare le migliori condizioni per attuarla
in collaborazione col parroco, essere punto di riferimento per le nuove famiglie che
arrivano in parrocchia, mantenere i contatti in vicariato tra unità pastorali, far circolare le
proposte che arrivano dalla diocesi e mantenere i contatti con l'ufficio diocesano per la
pastorale familiare e con i formatori. Potrebbero diventare anche un riferimento per le
organizzazioni laiche del territorio. Per esempio se il comune vuole fare una proposta
rivolta alla famiglia potrebbe avvalersi del loro punto di vista, in modo da far comunicare
realtà fuori dall'ambito parrocchiale.
30. Sia nella preparazione che nell’accompagnamento dei primi anni di vita matrimoniale
viene adeguatamente valorizzato l’importante contributo di testimonianza e di sostegno che
possono dare famiglie, associazioni e movimenti familiari? Quali esperienze positive
possono essere riportate in questo campo?
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Formare le giovani coppie che si preparano al sacramento del matrimonio
attraverso un percorso, anche esperienziale, ben più articolato e prolungato nel
tempo rispetto a quanto attualmente avviene (al sacramento dell'ordine non ci si
arriva forse dopo anni e anni di formazione? E qui è in gioco qualcosa di meno
importante?). Nella nostra esperienza ad esempio, proponiamo un percorso formativo
dove i fidanzati hanno la possibilità di vivere una prima settimana di ritiro estivo,
quando ancora sono lontani dal matrimonio, e poi una seconda settimana, nell’anno
successivo o dopo qualche anno, in preparazione al matrimonio. Nel primo corso si
parte dalla trattazione della base naturale dell’amore umano, e nel secondo corso si
affrontano gli aspetti più propriamente sacramentali, spiegando nel dettaglio anche la
liturgia sacra dell’unione sessuale, ecologicamente vissuta, purificandola
dall’inquinamento pornografico. Per gli sposi ogni anno proponiamo, una settimana
specifica di ritiro/approfondimento/vacanza per tutta la famiglia (vedi volantino
allegato). Durante l’anno un giorno al mese, sia i fidanzati prossimi al matrimonio che
le famiglie si ritrovano in amicizia, per pregare, formarsi e condividere.
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Le parrocchie dovrebbero favorire maggiormente la formazione di gruppi fidanzati
e gruppi famiglie, incoraggiandone e sostenendone lo sviluppo in autentica
amicizia che è poi il vero collante che tiene uniti nel tempo. E’ in questa salda e
duratura unione che si crea il terreno fertile per coltivare e far crescere la conoscenza
del sacramento del matrimonio. Nella testimonianza reciproca, si fa esperienza di cosa
significa amare, imparando dal vissuto delle altre coppie l’arte di farsi dono e di
accogliere il coniuge che è a fondamento dell’amore sponsale. Le parrocchie
dovrebbero perciò tornare ad essere dei poli di attrazione, dove insieme alla
condivisione dei valori cristiani, si possa sperimentare il piacere dello stare insieme.
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Negli itinerari in preparazione al matrimonio, accade a volte che la figura del presbitero
rimane ancora prevalente sulle altre eventualmente presenti. E’ importante invece che
il mandato missionario dei coniugi, proprio dove le nuove realtà si affacciano al mistero
grande del matrimonio, sia pienamente valorizzato.
45. Svolgere la loro missione educatrice non è sempre agevole per i genitori: trovano
solidarietà e sostegno nella comunità cristiana? Quali percorsi formativi vanno suggeriti?
Quali passi compiere perché il compito educativo dei genitori venga riconosciuto anche a
livello socio-politico?
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Integrare i cammini di preparazione alla prima Comunione e alla Cresima, con
percorsi di crescita e sostegno per i genitori, coinvolgendoli attivamente in
qualità di primi educatori e testimoni di fede per i loro figli. E’ questa una
occasione propizia anche per avviare gruppi famiglie, sorrette da famiglie con più
esperienza, che possano poi proseguire in un cammino insieme anche dopo la
celebrazione del sacramento per il quale sono sorti. Anche in questo movimenti e
associazioni, inseriti nella vita parrocchiale, possono dare un validissimo contributo.
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Non di rado bambini e ragazzi percepiscono la messa domenicale come “noiosa”. Il
motivo può essere duplice: assenza di una comunità cristiana, in cui ci si possa sentire
a casa, o anche liturgie spente e anonime, se non addirittura ostili alla presenza di
bambini che possono infastidire. In queste situazioni il modello proposto va
evidentemente ribaltato cominciando dal mettere i bambini e le famiglie al primo
posto, rendendoli partecipi, e non più spettatori, di un rito che deve ritrovare la
gioia umana di stare insieme, grandi e piccoli, e di professare, anche con
semplicità, la nostra fede cristiana. Insomma crediamo che la celebrazione
eucaristica, che ha al centro Gesù, il figlio di Dio fatto uomo, debba essere appunto a
misura dell’uomo, e per essere a misura di ogni uomo lo debba essere anche per i
bambini.
-
Aiutare i genitori, attraverso anche esperienze come detto nella risposta alla
domanda n. 5, ad essere testimoni ed educatori per i figli circa una sana
comprensione della sessualità (questo compito, inserito nel più ampio campo
dell’educazione, spetta per diritto naturale a loro, come anche riconosciuto dalla nostra
Costituzione Italiana, art. 26 - e dalla Dichiarazione Universale sui diritti dell’Uomo, art.
30). In qualità di primi educatori, in particolare, i genitori vanno innanzitutto
coscientizzati circa questo loro insostituibile ruolo, ma poi anche guidati e
opportunamente formati sia sui contenuti da trasmettere sia sulle modalità
comunicative perché spesso si sentono imbarazzati o in difficoltà nel trattare certi temi
con i propri figli, bambini e adolescenti, oppure si affidano a conoscenze parziali od
erronee o, ancora, rinunciano a questo altissimo compito sperando che altre agenzie
formative colmino in qualche modo tale lacuna. Di certo, se questo compito non
viene svolto dai genitori, sarà la pornografia a fare scuola, vista l’estrema facilità
con cui i giovanissimi possono venirne a contatto. Si consideri poi che il contesto
sociale attuale, in cui le nuove generazioni si trovano a crescere e confrontarsi, è
permeato alla base proprio da questa cultura materialistica che ha scisso il corpo
dall’anima, il sesso dall’amore, il piacere dalla gioia, producendo infelicità, disordini e
malattie. Prevenire si può ed è meglio che curare!
RingraziandoVi per il servizio che offrite a favore delle famiglie e della Chiesa tutta e sperando che
questo nostro documento possa aiutare alla riflessione, auspichiamo che la grazia dello Spirito
Santo illumini e sostenga il Vostro prezioso lavoro in preparazione al Sinodo 2015.
Vi salutano tutte le famiglie dell’Intercomunione, di seguito elencate e che sottoscrivono
questo documento.
Abruzzo
Diocesi di Pescara-Penne
Mirko Spezialetti & Sandra Migliaccio, Giuseppe La Torre & Loredana Alessi,
Andrea Trappolini & Erika Alessi, Gianpiero D'Alanno & Adele Laviola,
Diocesi di Chieti-Vasto
Maurizio D'angelo & Fiorella Manzini, Marco Botta & Francesca Como
Diocesi di L’Aquila
Roberto Abruzzese & Simona Porfirio
Emilia Romagna
Diocesi di Bologna
Marcello Cavazza & Laura Ferrarini, Massimiliano Malavasi & Claudia Castagnoli
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Antonio Frigieri & Giovanna Santini, Fabio Nerucci & Giuseppina Molini,
Giuseppe Russo & Antonella Nardella, Roberto Vandelli & Elena Venturelli
Lombardia
Diocesi di Bergamo
Antonio De Rosa & Luisa Leveni, Angelo Arici & Monica Lanza,
Giancarlo Castelli & Bonati Maria, Danilo Paris & Maria Bodei
Diocesi di Brescia
Cristiano Peri & Ebe Zani, Emanuele Bocchi & Luisa Scalvi,
Marco Bonsi & Michela Doninelli, Giorgio Guizzi & Valentina Acampora,
Giovanni Lazzaroni & Caterina Barillà
Diocesi di Milano
Roberto Aresi & Maddalena Borghi, Francesco Boselli & Daniela,
Claudio Casciaro & Paola Gezzi, Pierpaolo Puma & Elena Paruolo,
Marco Puma & Olivia Nasti, Gaetano Ortenzo & Grazia Chiara Puma,
Marcello Migliaccio & Giovanna Cozzolino, Diego Ferrari & Cecilia Borgatti,
Francesco Vergari & Maria Micaela Martinelli,
Massimo Cogliati & Matilde Perego, Simone Incani & Gilda Tufano,
Massimo Mazzucchi & Clare O’sullivan, Massimiliano Piazza & Mara Rossi,
Gabriele Pirola & Suzanne Miele, Luigi Santonocito & Stefania Sicurella
Diocesi di Piacenza
Alessandro Cantoni & Emmanuelle Terienne
Marche
Diocesi di Fabriano-Matelica
Andrea Guerriero & Lorena Caporali, Leonardo Guerriero & Cristina Moreci,
Maurizio Passari & Barbara Mammoli, Alessandro Olivi & Moira Dolciotti
Diocesi di Senigallia
Alessandro Pianelli & Paola Allegrezza, Gianluca Rocchetti & Mancinelli Valeria,
Paolo Cicetti & Daniela Capaldo, Marco Berluti & Katia Mazzarini
Piemonte
Diocesi di Saluzzo
Emanuele Rovati & Maura Curetti
Diocesi di Torino
Massimo Brenna & Donatella Pittaro, Michele Ciavarelli & Mariangela Carofano,
Ernesto De Nunzio & Maria Rosa Di Chiara, Nicola Cascio & Anna Cirignotta,
Gabriele Lusco & Elisabetta Casu, Samuel Ferraro & Silvia Parisi,
Santo Accurso & Mara Guerrieri
Svizzera
Diocesi di Lugano
Rocco Cipriano & Anna, Gabriele Cascone & Agnese Caffi
Toscana
Diocesi di Pisa
Riccardo Riffaldi & Daniela Pistoia
Diocesi di Pistoia
Saulo Amidei & Romina Innella
Diocesi di San Miniato
Davide Pupeschi & Daniela Martini, Gianmarco Pinori & Elisabetta Montanelli
Diocesi di Volterra
Michele Russo & Agnese Bettini, Paolo Danti & Roberta Carmignani,
Daniele Borghesi & Giulia Lessi, Salvatore Raia & Eleonora Lecci,
Ranieri Gracci & Valeria Bertodo
Veneto
Diocesi di Padova
Andrea Gobbato & Lucia Danieli, Giuseppe Voltan & Deborah Lazzaroni
Diocesi di Vicenza
Filiberto Rosa & Eleonora Padovan, Mirko Sperotto & Elena Carboniero,
Fabio Corato & Monica Moras, Lorenzo Zamboni & Silvia Pozza,
Igino Pedergnana & Natalia Povola, Filippo Nardello & Cinzia Marini Celadon
Contatti:
prof. Andrea Guerriero e Lorena Caporali (coordinatori nazionali dell’Intercomunione delle Famiglie)
via Bizzarri, 1 – 60041 Sassoferrato (AN)
cell: 328 2811785 – tel: 0732 95380 – email: [email protected]
Sito: www.intercomunione.it