Quando la tradizione incontra l`innovazione
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Quando la tradizione incontra l`innovazione
Anno 101 - n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Tomorrow needs commitment la Rivista Anno 101 - n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 La nuova Giulietta Quando la tradizione incontra l’innovazione Proteggere, far fruttare e trasmettere il suo patrimonio. Oggi come ieri, il nostro impegno è guidato dalla trasparenza e da una visione a lungo termine. È con questi valori dettati dal buon senso che intratteniamo con lei una relazione duratura, basata sulla fiducia. Affrontiamo il futuro con serenità. www.ca-suisse.com ABU DHABI - BAHRAIN - BASILEA - BEIRUT - DOHA - DUBAI - GINEVRA - HONG KONG - KARACHI - LOSANNA - LUGANO - MONTEVIDEO - NASSAU - SINGAPORE - TEL AVIV - ZURIGO E Editoriale di Giangi Cretti S caramantici come solo i popoli del Sud possono (devono? va da sé: loro malgrado) esserlo, oggi, potremmo dire che l’acronimo porta fortuna. A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) come F.I.A.T (Fabbrica Italiana Automobili Torino). Un marchio che si è fatto icona. Con una storia che, in queste settimane, diventa secolare. L’Alfa vede la luce nella periferia milanese il 24 giugno 1910. A completare il marchio, così come oggi lo conosciamo, il cognome di Nicola Romeo, verrà aggiunto 5 anni dopo, quando l’ingegnere napoletano ne assumerà la proprietà. Per pochi anni. Superata la prima guerra mondiale - durante la quale l’azienda si era convertita, giocoforza, alle produzioni belliche - negli Anni 20 l’ingegner Romeo esce dalla società, che, dopo varie vicissitudini, nel ‘33 diventerà statale con il passaggio all’Iri. Archiviato anche il secondo conflitto mondiale, con l’azienda che ancora una volta riconverte la propria attività a fini bellici, la produzione viene dirottata su cucine elettriche, mobili metallici, infissi e saracinesche: oggetti che servono a un Paese in ricostruzione. Quando, verso l fine degli anni ’40, ritorna al settore automobilistico, la Casa milanese mette sul mercato alcune vetture, che sono rimaste pezzi di storia e riescono ancora ad affascinare il pubblico. Si pensi, alla Giulietta, di certo la più desiderata dagli italiani, alla Spider o alla Giulia, auto assurte a simboli di un’intera epoca. La tecnologia e le competizioni hanno contribuito a consolidarne il mito: i bolidi Alfa Romeo hanno vissuto momenti esaltanti sulle piste di tutto il mondo, cogliendo trionfi indimenticabili, fra l’ammirazione e l’invidia internazionali. Come quando Henry Ford, al passaggio dell’Alfa Romeo 8c a Monza nel 1933, esclamò: “Signori giù il cappello”. O come quando, nel Gran Premio di Germania del 1935, Tazio Nuvolari con la P3 vinse, dopo una furibonda rimonta, a dispetto dello squadrone tedesco formato da Mercedes e Auto Union orgoglio dei massimi gerarchi nazisti. Gli anni Settanta, con l’inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d’Arco – oggi al centro di importanti trattative – sono segnati dallo sviluppo del motore “boxer” montato sull’Alfasud. Agli inizi degli anni Ottanta, la joint venture con Nissan, cui si deve l’Arna, segna l’inizio di una parabola discendente. Il 1986 è l’anno della svolta decisiva: il Gruppo Fiat acquista il marchio da Iri-Finmeccanica e lo rilancia, grazie alla 164 griffata Pininfarina. L’Alfa Romeo diventa così il marchio sportivo del Gruppo e, in sequenza, vengono prodotte: 156, 166, 147, 159. Il resto è storia recente: con il coupé Brera, la nuova Spider e la Mito. Il debutto della nuova Giulietta permette di spegnere senza nostalgia e con la fiducia aperta sul futuro, cento candeline di storia, cultura e costume italiano. Cento anni, complessi, in cui l’Alfa Romeo, è passata attraverso due guerre, ha conosciuto la gestione statale ed è diventata parte del nostro patrimonio nazionale grazie alle vittorie di Tazio Nuvolari e ad auto eccellenti, caratterizzate da un originale mix di competitività in pista e di velocità e piacevolezza di guida su strada. Che si ripongono ancora oggi come simbolo di esclusiva sportività e di eccellenza tecnologica italiana. Cento anni di storia e un futuro, che l’acquisizione di Chrysler da parte del gruppo Fiat apre su nuovi, entusiasmanti scenari. Anche per l’Alfa Romeo. Marchio glorioso del made in Italy, che, malgrado la crisi, conserva intatto il fascino e il prestigio assicurati da un passato di successo, in cui la sportività ha sempre avuto un ruolo preminente, attorno alla quale si è formata una categoria di appassionati, gli alfisti. L’ingegner Orazio Satta Puliga, capo della progettazione, definì così le sue automobili nel 1974: “L’Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono qualcosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale. Ci sono molte marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte. È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore”. Parole che non hanno età. Che forse bene si abbinerebbero anche la Ferrari. Con una differenza sostanziale: l’Alfa non è un prodotto di nicchia e per stare sul mercato ha bisogno di altri numeri. *** Al momento di andare in stampa ci è giunta la triste notizia della scomparsa del nostro collaboratore Luigi Cortese. Persona squisita e riservata, al contempo pieno di stimoli. Con lui perdiamo una risorsa preziosa sulla quale abbiamo potuto fare affidamento per numerosi anni. Ai suoi famigliari le nostre più vive condoglianze. Quella che appare in questa edizione della Rivista è l’ultima rubrica di “burocratiche” che porterà la sua firma. [email protected] la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 1 S Sommario Editoriale Straniero il 21,6% della popolazione Confederazione elvetica 15 Turismo del pieno Il 10% della benzina venduta in Svizzera è acquistata da automobilisti provenienti dall’estero 17 Simbolo di esclusiva sportività e di eccellenza tecnica L’Alfa Romeo compie cent’anni 21 Quando la tradizione incontra l’innovazione La nuova Alfa Giulietta 23 Il difficile ‘ritorno alle origini’ della Turchia cristiana 27 Armonizzazione con le norme europee Sicurezza dei prodotti 33 INCONTRI La rue en rose Donne in carriera: Nadia Nozzoli 45 CULTURA Le corrispondenze 51 I Padri Fondatori in mostra al Senato Unità d’Italia 52 Dal pensiero debole alle forti nostalgie Gianni Vattimo al Volkshaus di Zurigo 54 Locarno torna capitale mondiale del cinema d’autore Dal 4 al 14 agosto 56 Musica ad alta quota Il pianista jazz Nicola Sergio lancia un nuovo disco 60 BSI Engadin Festival 2010 Compie 70 anni 62 PRIMO PIANO 17 21 56 1 DOLCE VITA Tutto merito della nonna Carlo Bernasconi: giornalista e ristoratore 65 RUBRICHE 65 2 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 In breve Italiche Europee Internazionali Oltrefrontiera Benchmark Burocratiche Angolo Fiscale Angolo legale 4 7 9 11 13 31 36 38 41 Convenzioni Internazionali L’elefante invisibile Scaffale Sequenze Diapason Convivio Motori Starbene In copertina: Nell’anno del centenario, Alfa Romeo lancia la nuova Giulietta, disponibile da subito anche sul mercato svizzero. 42 47 49 59 63 73 77 80 Pasteggiare (o semplicemente sorseggiare) sopra Villa Borghese Inaugurata la nuova terrazza dell’Hotel Victoria Roma La Lombardia è vicina Incontro a Zurigo con gli operatori turistici e i giornalisti 69 I vini di Torrevento Presentati a Zurigo 70 Il Roero ospite a Berna Festa delle Repubblica 72 Bottarga: uova di pesce con intenso profumo di mare 73 Maserati a Pitti Immagine Uomo 78 Harley-Davidson: European H.O.G. Rally per la prima volta in Svizzera 79 IL MONDO Salone Internazionale del Florovivaismo e giardinaggio IN FIE RA Flormart: Padova, 9 - 11 settembre IL MONDO IN CAMERA 67 84 Appuntamento con gli operatori del turismo en plein air Salone del Camper: Parma Fiere, 11 - 19 settembre 85 25 anni d’arredamento e design di qualità Abitare il Tempo: Verona, 16 - 20 settembre 86 La bellezza a 360° InterCHARM: Fieramilanocity, 18 al 20 settembre 87 Salone internazionale della pelletteria Mipel: Fieramilano, 19 - 22 settembre 88 Incontro B2B a Verona 23 e 24 settembre 2010 90 A Roma l’XI Meeting dei Segretari Generali delle CCIE Dal 3 al 6 luglio 91 Nuovo appuntamento: 25 luglio 2010 Ducati Day Vini diversi… l’Italia in comune In Vino … Italia 67 72 84 92 Rafforzati i punti d’appoggio nei Paesi di lingua tedesca Sottoscritto un accordo fra EOS e CCIS Terre e sapori di Lombardia Contatti commercial 94 Servizi camerali 96 Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 - Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 - Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro - Gratuito per i soci CCIS 92 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. Progetto grafico, stampa e confezione Nastro & Nastro srl 21010 Germignaga (Va) - Italy Tel. +39 0332 531463 - Fax +39 0332 510715 www.nastroenastro.it la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 3 In breve Formula 1: Pirelli nuovo fornitore dal 2011 Un freno ai matrimoni illegali in Svizzera A partire dal 2011, gli pneumatici della Formula 1 porteranno il marchio Pirelli. In futuro i fidanzati stranieri dovranno provare la legalità del loro soggiorno in occasione della procedura preparatoria al matrimonio. Il Consiglio federale ha infatti posto in vigore al 1° gennaio 2011 le basi legali necessarie a impedire la celebrazione del matrimonio in caso di soggiorno illegale in Svizzera. Le nuove disposizioni prevedono altresì un accesso più esteso da parte delle autorità dello stato civile al SIMIC, il sistema d’informazione centrale sulla migrazione. Le autorità dello stato civile sono inoltre tenute a segnalare alle autorità migratorie competenti l’identità dei fidanzati che non forniscono la prova del loro soggiorno legale. Le novità normative si applicano anche a coloro che intendono contrarre un’unione domestica registrata. Queste misure permettono di uniformare le prassi divergenti dei Cantoni e di armonizzare meglio la cooperazione tra gli uffici dello stato civile e le autorità migratorie. Infatti, la casa italiana ha colto al volo l’opportunità di essere il fornitore unico e di continuare ad esserlo per i tre anni successivi all’entrata in vigore dell’accordo. L’ufficializzazione che toccherà al gruppo italiano subentrare alla Bridgestone, è stata diramata da un comunicato della Fia, diffuso a Londra. La Pirelli ha battuto la concorrenza della Michelin e ritorna così in Formula 1 dopo 20 anni. Infatti, se l’azienda italiana era presente in Formula 1 già a partire dagli anni Cinquanta, l’ultima apparizione in griglia è però datata 1991. In questo periodo,le vetture che montavano gli pneumatici della nota casa italiana hanno annoverato vittorie in 44 Gran Premi. Nel 2009 cresce il numero dei «paperoni» Il clima congiunturale sfavorevole su scala mondiale non impatta sul numero dei «paperoni» (in gergo Hnwi,cioè High Net Worth Individuals) che ha ripreso a salire, tornando nel 2009 globalmente a quota 10 milioni (+17,1% sul 2008), mentre la loro ricchezza raggiunge complessivamente quota 39.000 miliardi (+18,9% e +21,5% i super ricchi). In Svizzera il numero dei ricchi (patrimonio pari o superiore al milione di dollari, prima casa, beni di lusso e generi di consumo esclusi) nel 2009 era di 221.700, con un aumento del 19,7% rispetto al 2008. I dati mondiali evidenziano quindi che la ripresa del 2009 ha permesso di recuperare quasi interamente le perdite subite nel 2008, riconquistando livelli che non si vedevano dal 2007. Nel complesso sebbene la crescita degli individui con patrimonio pari o superiore al milione di dollari sia stata più marcata nei Paesi in via di sviluppo, la popolazione mondiale degli Hnwi e la ricchezza complessiva rimangono principalmente concentrati negli USA, in Giappone e in Germania. 4 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Sede consolari Nuovo orario a Zurigo e chiusura di Coira Il Consolato Generale di Zurigo, da lunedì 5 luglio 2010, ha un nuovo orario di apertura al pubblico: mercoledì, venerdì, sabato: 9:00 – 13:00 martedì e giovedì: 15:00 - 17:30 I connazionali sono invitati a consultare il sito del Consolato Generale www.conszurigo.esteri.it che è aggiornato regolarmente con tutte le novità. Il sito permette di scaricare i moduli necessari per richiedere per posta alcuni servizi consolari (cambio di indirizzo, iscrizione AIRE, trascrizione atti di nascita e di matrimonio, ecc.) e fornisce le informazioni sui documenti da presentare per richiedere il passaporto e la carta d’identità, per ottenere la dichiarazione di rimpatrio, far trascrivere in Italia il divorzio, ecc.. Inoltre, sul sito si trovano gli indirizzi e-mail ed i numeri di telefono dei vari Uffici, nonché la lista completa dei Corrispondenti consolari che collaborano con il Consolato Generale. Dal 1° luglio l’Agenzia Consolare di Coira ha cessato l’attività. Da quella data, infatti, l’agenzia è "soppressa" - così recita il comunicato ufficiale. Le competenze della stessa sono trasferite al Consolato di San Gallo. Déjeuner d’affaires italo-suisse Ospite d’onore Luigi Pedrazzini Si svolgerà il prossimo 8 luglio 2010, alle ore 12:00, il prossimo Déjeuner Italo-Svizzero organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) presso la «Zunfthaus zur Meisen», Münsterhof 20, a Zurigo. Ospite d'onore: l’Avv. Luigi Pedrazzini Presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino che terrà un intervento intitolato: «Ticino, un ponte fra due nazioni» L'aperitivo sarà gentilmente offerto da Helvetic Airways AG Luigi Pedrazzini Ticinese, di Locarno. Coniugato, è padre di quattro figli. Dopo la maturità federale, conseguita nel 1972 presso il Collegio Papio di Ascona, frequenta gli studi di diritto all’Università di Zurigo, con licenza nel 1977, prima di ottenere il brevetto di avvocato. Inizia la sua carriera professionale come direttore, fino al 1983, di Popolo & Libertà Direttore (1977-1983). Passa poi alla Società Elettrica Sopracenerina, di cui diventa direttore nel 1986 e Presidente di direzione dal 1991 all’aprile 1999, mese in cui viene eletto Consigliere di Stato nelle file del Partito popolare democratico (Ppd), di cui è stato presidente cantonale dal 1987 al 1991 e dal 1996 al 2000. Direttore del Dipartimento delle istituzioni (polizia, giustizia, interni, militare e protezione civile), è l’attuale Presidente del Governo ticinese, carica che ha già rivestito nel 2001 e nel 2006. Già deputato in Gran Consiglio dal 1979 al 1995, e consigliere comunale di Locarno (dal 1980 al 1984 e dal 1992 fino all’aprile 1999), è stato Presidente della Conferenza dei Governi cantonali (KdK) dal 2001 al 2005 compreso. È stato membro del Consiglio della Banca Nazionale (1999-2004), fa parte del Comitato della Conferenza dei Direttori di Giustizia e Polizia (KKJPD) ed è Vicepresidente del Comitato Esecutivo del Festival del Film di Locarno. Il Victoria Albergo Romano di primissima classe • costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a due passi dalle vie più famose per lo «shopping» • Rinomato per il suo ristorante italiano classico, il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24 ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue • R.H. Wirth - H. Hunold Amministratori delegati Via Campania 41 | oo187 Roma Tel. oo39 o6 42 37 o1 Fax oo39 o6 48 71 89o E-mail: [email protected] Internet: www.hotelvictoriaroma.com la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 5 www.maserati.com Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7) Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni di CO2 di tutte le vetture in vendita in Svizzera: 204 g/km THE NEW MASERATI QUATTROPORTE OPERA D’ARTE PER INTENDITORI. Maserati Quattroporte S 4,7 litri da 430 CV e Maserati Quattroporte 4,2 litri da 400 CV. Motore V8, design Pininfarina. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera Loris Kessel Auto SA, 'RANCIA,UGANOs Garage Foitek AG,5RDORF:àRICHsNiki Hasler AG, 4052 Basel, s Krähenmann Autocenter AG, -EILENs Sportgarage Leirer AG, 3TEINs Automobile Németh AG, (INTERKAPPELENs Auto Pierre Sudan, :UGs Modena Cars SA, 'ENÒVEs Garage Zénith SA, ,AUSANNEs Garage Zénith SA, 3IONs Maserati (Svizzera) SA , 8952 Schlieren, 044 556 25 00 ITALICHE di Corrado Bianchi Porro Coniugare cautela e opportunità Secondo Marco Fortis, presidente della fondazione Edison e docente alla Cattolica di Milano, si è creata negli anni 2000 una bolla speculativa immobiliare non solo negli Stati Uniti, ma in genere nell’area nordica e periferica dell’Europa, che è stata alimentata da un’autentica esplosione di debiti privati: secondo fonti autorevoli, tra il 2000 e il 2008, ha rilevato intervenendo al convegno di Confindustria a Como, sono passati da 71.000 miliardi di dollari a 111,5 mila miliardi. In otto anni nel mondo occidentale sono stati immessi 40.000 miliardi di debiti in più e ¾ sono venuti non dal settore pubblico, ma da quello privato (famiglie, banche e imprese). Una quantità incredibile è stata impiegata nelle costruzioni (Usa, Gran Bretagna, Spagna). Bisogna comunque considerare i debiti aggregati (il debito interno lordo), perché non si può più vivere pensando solo al Pil (il Prodotto interno lordo): oltre al conto economico va preso in esame anche il conto patrimoniale. Se uno ha il fatturato che negli anni passati è cresciuto del 4%, ma intanto lo stato patrimoniale si deteriora, alla fine si porta il bilancio in tribunale. L’Italia, dice Marco Fortis, non ha partecipato alla bolla, se non indirettamente attraverso un notevole boom del proprio export nel 2006-2008, ma i debiti delle famiglie italiane sono rimasti i più bassi del mondo. I Paesi che in questi anni sembravano dei fenomeni di crescita, si sono ritrovati con l’acqua alla gola. Quelli che crescevano poco è perché non hanno partecipato a questo gioco perverso. Il rapporto tra i debiti delle famiglie e Pil è salito dal 20% della Gran Bretagna fino ad oltre il 30-40% in questi anni: è chiaro che non si è trattato di una crescita sana. Noi come italiani ci confrontavamo con la crescita di questi Paesi e ci sembrava di essere perennemente in coda al plotone. Ma gli unici due Paesi che producono beni reali in Europa sono rimasti l’Italia e la Germania. La crescita eccessiva dei debiti, ha generato la crisi iniziando dai subprime. Poi si è trasferita all’economia reale, la gente ha smesso di acquistare e un terzo della filiera del commercio mondiale è rimasta congelata per quasi tre trimestri consecutivi. Infine, gli Stati sono dovuti intervenire a salvare le banche e i debiti delle famiglie (negli Usa) per evitare che i consumatori avessero pignorata la casa. Quindi, spese enormi degli Stati e spese enormi per sostenere l’economia; anche per questo la diminuzione del Pil negli Usa è stata minore, ma altrimenti la caduta darebbe stata al 5% esattamente come avvenuto per l’Italia o la Germania che hanno subito una crisi esterna (gli altri erano diventati poveri e noi abbiamo esportato di meno). In Italia, Germania e Giappone a sopportare la crisi sono state le imprese più che le famiglie, mentre in America e Spagna sono state direttamente anche le famiglie che erano piene di debiti (96% del Pil negli Usa e 85% in Spagna, mentre in Italia si è al 40%). Comunque, dice Fortis, in Gran Bretagna o in Giappone hanno speso molto per sostenere l’economia, ma il Pil è sceso esattamente del 5% come quello italiano al culmine della crisi. Una volta erano solo l’Italia e il Giappone ad avere il debito pubblico alto, però i giapponesi lo finanziavano tutti i cittadini nipponici, mentre per l’Italia il rapporto è equilibrato tra interno ed internazionale. Però ora tutti hanno debiti pubblici gravosi e devono andare alle aste, dove si vendono titoli di debito pubblico in un mondo più povero, molto più del 2006 quando la ricchezza apparente di tutto il mondo era grande e gli unici indebitati sembravano Italia e Giappone. È come aver lanciato una locomotiva su un binario morto e la soluzione è quella dell’austerità. Per avere un debito pubblico al 60% del Pil, tutti i Paesi dovranno fare una politica di austerità che implica tagli del 4% all’anno del Pil fino al 2030 per Germania e Italia (4,1%) fino all’8,3% per Francia, 9% per Gran Bretagna, 9,4% per Spagna, 12% negli Usa e 13,1% in Giappone (qui con l’obiettivo di un debito netto dell’80%). Come dire che sta iniziando un ventennio di austerità pubblica, a meno che non si allunghino le scadenze dei titoli pubblici. Tutte le economie che avevano troppi debiti hanno smesso di comperare. Anche i cinesi hanno avuto una botta terrificante con l’export e non hanno ancora risolto il problema perché oggi stanno crescendo con le costruzioni. A Como, l’export manifatturiero nel 2009 è calato del 22% (20% nei mobili e 26% nei tessuti). La crisi è stata forte anche negli investimenti, tanto più che molte vecchie macchine obsolete o di aziende fallite, sono state messe sul mercato. Al di là di questo quadro un po’ apocalittico, ci sono dei punti di forza. Iniziando dal turismo naturalmente. Secondo i dati del 2008 gli arrivi dei turisti stranieri nelle province italiane sono state superiore al milione in sette province. Il record appartiene naturalmente a Roma con 6,5 milioni. Al secondo posto si situa Venezia con 5,2 milioni, ma nessuno si immagina Bolzano al terzo con 3,3 milioni. Firenze, con 2,6 e Milano con 2,4 milioni sono ai piedi del podio. Verona è appena sotto ai 2 milioni (1,9), mentre sopra al milione troviamo ancora Napoli (1,3) e una sorprendente Trento (1,2). Como è al 14 posto con 536 mila. Per le prospettive dell’export, il nuovo scenario di crisi dei debiti sovrani e del persistente indebitamento delle famiglie condanna per alcuni anni ad una bassa crescita e l’industria italiana per l’export dovrà puntare sui mercati con una strategia mista capace di coniugare opportunità e cautela. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 7 EUROPEE di Philippe Bernasconi Visioni contrastanti Prima la Grecia, poi l’Ungheria e adesso il Belgio. Per l’Europa non c’è davvero pace. Ma che c’entra il Belgio con le crisi da default di Atene e Budapest? C’entra, eccome. Perché oltre ad essere la capitale dell’Unione europea, Bruxelles è anche il simbolo di unità federalistica del Vecchio continente. E se anche lo Stato di cui la capitale europea è capoluogo si sfalda, allora possono essere guai seri. Le urne lo hanno inconfutabilmente confermato. Il Belgio è un Paese spaccato in due. Da una parte i ricchi fiamminghi, sempre più determinati nel chiedere maggiore autonomia, o forse addirittura l’indipendenza. Dall’altra i meno benestanti valloni che, secondo i concittadini del Nord, da sempre approfittano della ricchezza fiamminga senza dare nulla in cambio. In mezzo la “cosmopolita” Bruxelles, capitale non solo belga ma anche europea, che ora rischia di sfaldarsi sotto gli occhi increduli di chi ad un’unione di popoli e culture da sempre crede e per questa causa lavora. Una crisi, quella belga, che si inserisce nel bel mezzo del marasma monetario e finanziario che da alcuni mesi sta sollevando non pochi dubbi sulla reale solidità e sostenibilità dell’idea stessa di Europa unita. E, se ciò non bastasse, ironia della sorte, il Belgio si appresta ad assumere la guida dell’Unione europea nei prossimi sei mesi. Con quale governo e con quale spirito nazionale non è dato sapere. Ma questa è un’altra storia. Resta il fatto che il perdurare della crisi da debito eccessivo, con un allargamento ai Paesi dell’Europa dell’Est, Ungheria in primis, non ha fatto altro che alimentare la speculazione, indebolire ulteriormente l’euro e far precipitare il clima di fiducia attorno alla moneta unica ai minimi di sempre. La situazione ungherese, del resto, assomiglia molto a quella ellenica. Il fatto di aver voluto, a tutti i costi e in tempi brevissimi, entrare a far parte del club europeo (adottando l’euro o non adottandolo, fa lo stesso) ha messo sotto pressione delle economie fragili e impreparate a uno sforzo di immani dimensioni come quello a cui si stavano sottoponendo. Si sono insomma volute bruciare le tappe. E questo è il risultato. Se poi a tutto ciò si aggiunge una crisi economico-finanziaria che l’Europa, pur non provocandola, ha subito pesantemente, ecco che la frittata è fatta. Che fare allora per salvare il salvabile? Beh, ragionando con logica bisognerebbe proseguire senza ripensamenti con le riforme abbozzate, con l’obiettivo di creare a medio termine un vero mercato unico europeo e fare dell’Europa non solo un’Unione monetaria, ma anche una vera Unione politica. Sull’esempio di quello che sono diventati gli Stati Uniti d’America. Ed è questa la via alla quale tendono molto autorevoli padri nobili del progetto europeo, come ad esempio l’ex commissario europeo Mario Monti. Ma per portare avanti questo disegno ci vorrebbero rigore e intransigenza nella gestione delle finanze pubbliche. L’unico modo per rendere l’Unione monetaria, e in futuro quella politica, sostenibile sul medio e lungo termine. Di questo, ne è consapevole soprattutto la Germania di Angela Merkel che punta, non senza sollevare critiche e dubbi, a un ripensamento del Patto di stabilità e a un inasprimento delle regole che lo sostengono. Ma ciò significherebbe che alcuni Paesi ed alcune economie non riuscirebbero a tenere il passo dei più virtuosi e, automaticamente, verrebbero escluse, perlomeno temporaneamente, dal club che conta. Ed è probabilmente questo il nodo principale che i 27 dovranno sciogliere. Prima che sia troppo tardi. Il futuro dell’Europa, e parallelamente dell’Unione europea, deve essere quello di una confederazione di Stati il più possibile allargata, dove ognuno fa essenzialmente i propri interessi, dove le politiche in comune si limitano all’essenziale e dove le crisi da default potrebbero ripetersi regolarmente? Oppure il futuro dell’Unione europea deve essere quello di una federazione di Stati in evoluzione, con un nocciolo duro di Paesi per così dire “ricchi” che hanno già molti compiti e competenze in comune (dalla questione monetaria a quella fiscale fino alla politica estera) e che fanno da traino agli altri? Questo il dilemma. A cui si aggiunge un ulteriore fatto preoccupante. Il rigore di bilancio, indispensabile per superare la crisi da sovra indebitamento, rischia di frenare la già timida ripresa economica in atto. E senza crescita si farebbero ancora più ardui i discorsi velleitari e idealistici di cui sopra. Di fronte alle difficoltà si privilegerebbero le soluzioni di corto termine. E allora addio (o nella migliore ipotesi arrivederci) alle visioni di lungo periodo. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 9 INTERNAZIONALI di Michele Caracciolo di Brienza Stati e multinazionali: un confronto tra graduatorie Ogni anno le prime cento multinazionali al mondo producono un quinto di tutta la ricchezza globale. Secondo l’ultima graduatoria stilata dalla rivista Fortune nel 2009, si tratta di un fatturato complessivo di oltre dodicimila miliardi di dollari. Se sovrapponiamo la graduatoria degli Stati secondo il PIL realizzata dalla Banca Mondiale e quella delle prime cento multinazionali per fatturato, si scopre che tra le prime cento economie mondiali ben quarantasette sono aziende. Ci si accorge inoltre che soltanto ventiquattro Stati su centonovanta producono ogni anno più ricchezza della compagnia petrolifera Royal Dutch Shell, in assoluto la multinazionale più grande. Al secondo posto c’è Exxon Mobil, un’altra compagnia petrolifera, e al terzo Wall Mart, colosso statunitense della grande distribuzione. Ma è davvero sensato paragonare le pere alle mele? Tanto per cominciare alcune brevi definizioni: il prodotto interno lordo (PIL) è il valore dei beni e servizi finali che un’economia nazionale produce in un anno mentre il fatturato consolidato di una multinazionale è la somma dei fatturati di tutte le filiali locali. I fatturati delle multinazionali rientrano quindi nel calcolo del PIL di un paese per la loro quota parte. In realtà, il confronto tra fatturato e PIL serve per capire l’ordine di grandezza e le sperequazioni nella distribuzione della ricchezza che esistono tra gli stessi Stati. Per scegliere un esempio a caso, British Petroleum ha avuto un fatturato nel 2009 di circa 360 miliardi di dollari equivalente a circa tre volte la ricchezza prodotta in un anno in tutto il Perù. BP è al quarto posto nella graduatoria delle prime cento multinazionali del pianeta. La prima in graduatoria, è la citata Royal Dutch Shell con oltre 460 miliardi di dollari di fatturato nel 2009. Soltanto due aziende italiane sono tra le prime cento multinazionali: ENI al diciassettesimo posto ed ENEL al sessantaduesimo con un fatturato rispettivamente di 160 e 90 miliardi di dollari. Le famose sette sorelle non esistono più, ma è un fatto che le prime sette aziende del pianeta siano delle compagnie petrolifere. Oltre a quelle già citate, possiamo trovare anche Chevron e Total. È difficile dunque pensare ad una riduzione consistente dell’uso del petrolio quale fonte di energia. La sua estrazione e la sua lavorazione continuerà ad essere un affare redditizio ancora per lungo tempo, nonostante i danni concreti per l’ambiente e per la salute. Sarà poi davvero così redditizio quando si cominceranno a conteggiare i costi ambientali nella bolletta? Un dato interessante riguarda il numero di dipendenti delle multinazionali. Wal Mart è di gran lunga la prima multinazionale per numero di lavoratori attestandosi a circa due milioni, mentre la China National Petroleum, sebbene sia al tredicesimo posto per fatturato, occupa quasi un milione e centomila addetti. Com’è possibile che Royal Dutch Shell, pur operando nello stesso settore, abbia un fatturato tre volte superiore alla China National Petroleum ma un decimo dei lavoratori? Arcani dell’economia cinese. La prima azienda automobilistica è la giapponese Toyota con oltre trecentomila dipendenti e un fatturato di circa 200 miliardi di dollari. Si consideri che gli Stati Uniti, prima economia al mondo, hanno un PIL di circa 14’000 miliardi di dollari all’anno e il Giappone al secondo posto arriva a quasi 5’000 miliardi di USD, seguito poco dopo dalla Cina. L’Italia è tra quei ventiquattro Stati che sono più ricchi di Royal Dutch Shell. Infatti, il nostro paese si è collocato al settimo posto con un PIL di 2’300 miliardi di dollari preceduto dalla Gran Bretagna e seguito dalla Russia. Ora, sarebbe interessante vedere una cartina del pianeta in cui la superficie di ogni Stato sia proporzionale alla ricchezza prodotta e si vedrebbero delle sperequazioni spaventose. Dei 60’000 miliardi di dollari del prodotto lordo mondiale, ben 40’000 provengono dai paesi industrializzati e soltanto 5’000 miliardi dai paesi in via di sviluppo, anche se questi ultimi rappresentando circa l’80% della popolazione mondiale. Le grandi multinazionali che producono buona parte della ricchezza mondiale sono vincolate dalle norme internazionali? Sì, e in ambiti che si stanno allargando sempre di più. Andrew Clapham, Professore di Diritto Internazionale presso l’Institut de Hautes Etudes Internationales di Ginevra, ha evidenziato nel suo libro dal titolo: “Human Rights Obligations of Non-State Actors” (Oxford University Press, 2007), che c’è una tendenza giurisprudenziale in corso, specialmente in Gran Bretagna, che pone in evidenza la responsabilità delle multinazionali nel rispetto dei diritti umani durante l’esercizio delle loro attività nei vari paesi. Si tratta di un settore in divenire, ma che permette di capire la rilevanza di certe questioni quali il divieto a trattamenti disumani e degradanti e il divieto di tortura da parti di entità non statali. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 11 Anni Comfort Designed&Made In Italy 50 ANNI DI COMFORT DESIGNED&MADE IN ITALY. Portate nella vostra casa un’atmosfera autenticamente italiana: i divani e le poltrone Natuzzi, rivestiti di pelli pregiate e tessuti innovativi, sono ideati e realizzati totalmente in Italia. Leader mondiale nel settore dell’arredamento, Natuzzi lavora da 50 anni al servizio del comfort più ergonomico ed evoluto, permettendovi di personalizzare ogni spazio secondo il vostro gusto e il vostro stile. 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In un momento di pessimismo diffuso, in una nazione in cui 1/3 dei giovani è senza lavoro ed in cui l’economia è ancora alle prese con gli effetti della recente crisi internazionale, per di più minacciata da attacchi speculative simili a quelli che hanno messo in ginocchio la Grecia, forse una goccia di positività potrà venire da una particolare attenzione allo sviluppo dei rapporti con le economie più solide e competitive al mondo, tra le quali la Svizzera. Una parte della nostra economia è rappresentata dalle medie imprese che esportano ed investono sui mercati esteri, che frequentano fiere internazionali e leggono il Financial Times o l’Economist oltre alla Repubblica ed al Corriere, che seguono i trend dei mercati internazionali e che, insieme all’indotto da loro creato, potranno forse tornare a crescere. Se, infatti, da loro particolare attenzione verrà dedicata alla congiuntura svizzera si accorgeranno che, nonostante l’inevitabile frenata alla crescita subita nel 2009 a seguito della profonda recessione che ci ha investito dalla fine del 2008, il fortino elvetico tiene. Elementi di solidità di questo mercato europeo, che può costituire un’importante opportunità per le nostre imprese proprio alle porte dell’Italia, sono, non soltanto lo stabile sistema bancario che rappresenta circa il 13% del PIL elvetico, ma anche la forte competitività del sistema produttivo svizzero, la stabilità politica e sociale, un efficiente sistema di trasporti ed un efficiente apparato burocratico amministrativo che si accompagna ad una bassa tassazione sull’impresa e sul lavoro. I dati della congiuntura svizzera nel primo quadrimestre 2010 del resto parlano chiaro e colpiscono per il loro contrasto con la deprimente catena di segni meno che ha caratterizzato l’economia italiana negli ultimi anni, al di fuori forse del nostro debito pubblico, sempre inesorabilmente in dinamica crescita. In Svizzera il PIL reale nel primo trimestre 2010 è cresciuto del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2009, trainato dall’export e dai consumi privati che, sommati, hanno compensato invece la frenata degli investimenti nell’edilizia e nell’Information Technology. La forza lavoro è aumentata dello 0,3% così come i salari e le remunerazioni da lavoro in crescita del 2,6% nel contesto di una dinamica dei prezzi molto moderata: il tasso di inflazione registrato nel mese di maggio a fronte del maggio 2010 è stato dell’1,1%. Sorprendono anche i dati sulla spesa pubblica che normalmente in una fase recessiva denotano una crescita dovuta ad un naturale maggiore interventismo del Governo: il surplus di bilancio è quasi raddoppiato dall’1 al 2% tra il 2009 ed il 2010 ed il debito pubblico si è attestato poco al di sopra del 40% del Prodotto Interno Lordo. Infine, incoraggianti i dati sul fronte degli scambi con l’estero che hanno visto un forte incremento delle importazioni di merci (+ 5,9%) nell’aprile 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009 e delle esportazioni (+ 1,6%). I dati mensili sfornati da Istat per il marzo 2010 confermano la Svizzera quale sesto mercato di sbocco al mondo per le esportazioni italiane: gli elvetici hanno importato, infatti, merci Made in Italy per un valore di 1,4 miliardi di Euro nel marzo 2010 con una crescita dell’8,5% sullo stesso mese del 2009. I dati trimestrali invece denotano una crescita complessiva delle esportazioni italiane del 3% rispetto al primo trimestre 2009: le voci più importanti dell’export italiano in Svizzera nel primo trimestre 2010, sempre secondo i dati Istat, sono stati i prodotti del comparto tessile ed abbigliamento, i metalli ed i prodotti da essi derivati, le macchine gli apparecchi industriali e i prodotti alimentari. Il mondo insomma non è solo “BRIC”, sigla con la quale si indicano i mercati di Brasile, Russia, India e Cina, diventata ormai la bussola delle strategie di internazionalizzazione del Sistema Italia; la piccola Svizzera, ridente paese alpino ai confine con la Lombardia e con una popolazione di 7,5 milioni di abitanti, ha importato infatti nel mese di Marzo merci dal Bel Paese per un valore di 1.326 Milioni di Euro, somma che quasi eguaglia il totale delle esportazioni italiane in Cina e Russia (1.374 Milioni di Euro), rispettivamente decimo e dodicesimo partner commerciale dell’Italia, giganti demografici con una popolazione totale di 1,5 miliardi di persone. Basti pensare che ogni svizzero consuma mensilmente ca. 180 euro di merci italiane a fronte dei 64 euro di ogni francese, dei 48 di ogni Tedesco, dei 34 di ogni britannico e dei 6 di ogni americano. Per alcune imprese, insomma, il primo passo fuori dalla crisi potrebbe essere mosso in direzione del Gottardo. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 13 G ET NOTICED. Bernie’s Donna & Uomo: Zürich Glattzentrum Sihlcity Zollikon Bern Locarno Lugano St. Gallen St. Moritz www.bernies.ch Confederazione elvetica Straniero il 21,6% della popolazione Il 60% proviene dall’Unione europea o dai Paesi dell’Associazione europea di libero scambio - La comunità più numerosa è quella italiana, seguita da quella tedesca e portoghese I l 21,6% della popolazione stabilmente residente in Svizzera, pari a 1,68 milioni di abitanti, è straniera. Di questi un milione, ossia oltre il 60%, proviene da un Paese membro dell’Unione europea o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). Il 25% delle persone professionalmente attive nella Confederazione non ha un passaporto con la croce bianca su sfondo rosso. Questi i dati salienti del Rapporto sulla migrazione 2009, pubblicato dall’Ufficio federale della migrazione. La cifra di 1.680.197 cittadini esteri residenti non comprende né i circa 27.000 funzionari stranieri, né i 48.000 beneficiari di un permesso di soggiorno inferiore ai dodici mesi e neppure le circa 40.000 persone in procedura d’asilo. Esclusi dal computo anche gli oltre 200mila connazionali che oltre a quella italiana hanno anche la cittadinanza svizzera. Lo scorso anno dai Paesi dell’UE e dell’AELS sono immigrate 90.215 persone, erano 113.135 nel 2008. Circa il 63% degli immigrati è giunto in Svizzera per esercitarvi un’attività lucrativa, nel 76% dei casi nel settore terziario e nel 22,2% nell’industria. La comunità straniera più numerosa è quella italiana, con 298.111 persone (17,7%) ma, come detto, da questa cifra sono esclusi gli oltre 200mila doppi cittadini, i quali, se per le statistiche della Penisola sono italiani, il che fa salire la loro presenza nella Confederazione ad oltre 500mila uni- NATURALIZZAZIONI: SVIZZERA AI VERTICI NELLA CLASSIFICA EUROPEA In termini generali, in Svizzera la percentuale di naturalizzazioni rispetto alla popolazione è fra le più alte d’Europa. Se però si tien conto della percentuale di cittadini stranieri, il dato elvetico è nella media. È quanto emerge da uno studio dell’Ufficio federale di statistica (UST) pubblicato nell’ultimo numero di demos. Nel 2008 in Svizzera sono state naturalizzate 44’000 persone: 0,6 nuovi svizzeri ogni cento abitanti. Nella classifica, che prende in considerazione dodici Paesi dell’Europa occidentale, seguono poi il Belgio e la Svezia con una percentuale di 0,3 naturalizzazioni ogni 100 abitanti. La Norvegia, la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna e l’Olanda hanno un tasso dello 0,2 e l’Austria, la Germania, la Danimarca e l’Italia dello 0,1. In generale, il tasso di naturalizzazioni è più alto nei Paesi con un’elevata proporzione di stranieri. La Svizzera ha una percentuale di stranieri di circa il 21%, nei Paesi limitrofi oscilla invece fra il 6 e il 10%. Valutando le naturalizzazioni in base alla popolazione straniera residente il quadro cambia. In Svizzera nel 2008 la tà, per le statistiche elvetiche sono ovviamente svizzeri. Seguono i tedeschi (250.471, 14,4%) e i portoghese (205.255, 12,2%). Rispetto all’anno precedente, il maggiore aumento numerico riguarda i cittadini del Kossovo (+27.181), della Germania (+17.119), del Portogallo (+9.087), della Francia (+4.955) e della Gran Bretagna (+2.222). L’aumento dei cittadini kosovari è da ricondursi in primo luogo al fatto che con l’indipendenza della provincia serba molti kosovari residenti in Svizzera hanno assunto la cittadinanza del loro Paese; di conseguenza è diminuito anche il numero di serbi (-31.093). Nel 2009 sono stati naturalizzati 44.948 stranieri, un numero costante negli ultimi anni. Si tratta soprattutto di cittadini di Kosovo, Italia, Germania e Turchia. Con una percentuale di oltre il 21%, la Svizzera ha una proporzione di stranieri tra le più alte d’Europa. La migrazione contribuisce alla crescita della popolazione svizzera più di quanto non faccia nei Paesi d’immigrazione classici come Stati Uniti, Canada e Australia. L’anno scorso hanno inoltrato una richiesta d’asilo 16.005 persone, il 3,6% in meno rispetto al 2008. I principali Paesi di provenienza sono stati Nigeria, Eritrea, Sri Lanka, Iraq, Somalia, Afghanistan, Kosovo, Georgia, Serbia e Turchia. Delle 17.326 domande d’asilo trattate in prima istanza nel 2009 ne sono state accettate 2.622, (16,3%). percentuale di stranieri residenti che è stata naturalizzata è del 2,8%. La classifica in questo caso è guidata dalla Svezia con il 5,8% di stranieri naturalizzati. In Gran Bretagna, Francia, Belgio, Norvegia e Olanda la proporzione si situa fra il 3 e il 4%. Anche se si paragona la situazione su un lasso di tempo più lungo, fra il 2001 e il 2008, la Svezia è in testa. La Svizzera si trova sempre nel mezzo della classifica, anche se negli ultimi 20 anni la percentuale di stranieri che ha ottenuto il passaporto rossocrociato è salita dall’uno a quasi il tre percento. Le ragioni, secondo gli autori dello studio, sono il periodo di tempo relativamente lungo che bisogna aver trascorso in Svizzera prima di richiedere la cittadinanza e la complessità della procedura che implica tre stadi: Comune, Cantone e Confederazione. In nessun altro Paese europeo il Comune ha un’influenza sulle naturalizzazioni. Un’altra ragione è il fatto che i due terzi degli stranieri residenti in Svizzera proviene dai Paesi dell’Unione europea o dell’Associazione europea di libero scambio. Grazie agli accordi bilaterali queste persone hanno meno necessità di ottenere la cittadinanza rispetto a chi proviene da Paesi terzi. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 15 Il 10% della benzina venduta in Svizzera è acquistata da automobilisti provenienti all’estero Turismo del pieno Nel 2008, in Svizzera, circa 390 milioni di litri di benzina, ovvero il 10% del volume delle vendite a livello nazionale, e 70 milioni di litri di diesel sono stati acquistati da “turisti del pieno” provenienti dai Paesi limitrofi; in tre quarti dei casi il rifornimento è stato effettuato a una distanza inferiore a 10 km dal confine. La Confederazione approfitta così di maggiori entrate per oltre 340 milioni di franchi. Un incremento del prezzo della benzina di circa 20 centesimi, ottenuto per esempio aumentando l’imposta sugli oli minerali, ridurrebbe questo fenomeno di quasi la metà. È quanto emerge da uno studio dell’Ufficio federale dell’energia e dell’Unione Petrolifera pubblicato lo scorso mese di giugno S ebbene il fenomeno del turismo del pieno sia da tempo noto, mancavano finora dati completi al riguardo. A questa lacuna sopperisce lo studio Tanktourismus pubblicato dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) e dell’Unione Petrolifera (UP). Gli autori sono l’ufficio INFRAS di Berna e il CEPE (Centre für Energy Policies and Economics) del Politecnico federale di Zurigo. Particolarmente interessanti sono gli effetti degli aumenti o delle riduzioni del prezzo sulla vendita di carburanti e, di conseguenza, sulle entrate fiscali di uno Stato. Il turismo del pieno ha inoltre conseguenze sugli inventari nazionali dei gas serra, che si basano sui dati di vendita nazionali dei vettori energetici. Il turismo del pieno comporta, per la Svizzera maggiori entrate fiscali (imposta sugli oli minerali e IVA), ma contemporaneamente anche maggiori emissioni di CO2, perché le vengono messe in conto le emissioni di CO2 derivanti dai carburanti acquistati dai turisti del pieno. Nel 2008, nell’ambito di questo fenomeno, sono stati venduti 386 milioni di litri di benzina (2,33 kg CO2/l) e circa 70 milioni di litri di diesel (2,66 kg CO2/l). Ciò corrisponde a una quantità di CO2 pari a oltre un milione di tonnellate. Generalmente, i turisti del pieno si riforniscono in occasione di viaggi effettuati per altri scopi, per esempio mentre si recano al lavoro (frontalieri), in vacanza o a fare acquisti oltre frontiera. È meno frequente il caso in cui si attraversa il confine esclusivamente per riempire il serbatoio. Il fenomeno del turismo del pieno si registra praticamente solo fino a una distanza di 30 km dal confine; tre quarti di esso si svolge addirittura in una fascia di soli 10 km dalla frontiera. Nei distributori di carburante situati nelle immediate vicinanze del confine la quota di clienti esteri arriva fino al 90%. In quelli Tanktourismus, rapporto finale del 6 maggio 2010, Mario Keller, Philipp Wüthrich (INFRAS), Massimo Filippini, Silvia Banfi, Fabian Heimsch (Center for Energy Policies and Economics CEPE) su mandato dell’Ufficio federale dell’energia UFE e dell’Unione Petrolifera Svizzera. situati a una distanza leggermente superiore (5-7 km) tale quota è pari circa al 60%. Gli elementi determinanti che influenzano questo fenomeno sono le differenze di prezzo fra la Svizzera e i Paesi limitrofi e la distanza dal confine. La benzina costa fino a 50 centesimi meno che all’estero Pur non essendo la Svizzera un Paese in cui il prezzo dei carburanti è particolarmente basso, come è invece il caso, per esempio, del Lussen- la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 17 ABARTH.CH RIO AB C 00 TO S H 5 ER ENSE T W R S O A o. AB RE P OUR turb e Y a O n te. M OST enz zio pot mpeti volan a BO r u o al SO R E TA V DA TES A TR E DI S A ION L I RIT OSIZ P A AP UN C ip o V d barth ambi rica. C c 0 A l 4 e l tt 1 e io mb ette d suto e tro a C vos rante lev n tes l n a u co ote i re d E d arti arth. istica p Cap Ab bil ta a ron nario utomo p Ora cessio erie a lom. are g la con stra s feo S delle m.ch o e lo o t n la rth Tr i e da feosla n o a r o t i Ab rmaz barth Info ww.a w su za ie n ffic /km. e ’ g d 20 4 or ia 08 teg zera: a 88 . C Sviz 8 2 m 3 g/k e in 00 32 l.: 0 38 39 151 nuov e : t , 2 3 O to 33 n ne 22 di C i au Bie tel.: 0 74 55 oni elli d 4 i 2 0 , s d is 25 eyrin 071 5 E m i mo 55 .: 90, eg 217 M n, tel 227 5 55 to). i tutti s : w i A d feld 26, 1 alle 061 5 77 1 lo m ER c ic d i C O 2 äng uits 4 St. G l, tel.: 44 40 6 77 1 81 8 ZZ ( I L / V P 01 m dio 0 0 6 6 e S k 9 : s 9 d . 5 0 Ba , tel 65 091 mp r a n 2 , 9 I IN me /10 cha du G se 10 , 4002 ürich l.: 033 , tel.: SIV , 5 l a lore g 6 U n : s n L Z e 9 i o o C mo : D. V em stra se 7 048 ler, t gan uL ES a ns u in d VE Ch nland stras 25, 8 iezwi a-Lu TH m Co r getic R s e e A h NE ürst ethen rasse 0 Sp Savo AB A C GE 0 F ene L S AGE E AG argar ihofst 5, 37 6942 ER E N I 3 , T L e B M r G 3 e L R VI 14 RA AG H F ass PA YLE ST OTOR T– GA AGE ÜRIC talstr ttardo – R Z U n o TO M AU LIAN DENG N – GA L AGE imme an G S E S L A N I IT A LI ETH R V AG A Via LIG RGAR OTO R AGE NI S O M MA LIAN USGA ASC ITA GHA BERN ZEUR AGE GA Il turismo del pieno ha raggiunto un’entità non trascurabile Poiché molti tedeschi fanno il pieno all’estero, la Germania “perde” il 5-8% delle vendite nazionali di carburanti e, di conseguenza, circa 2,4 miliardi di Euro (incl. le imposte sul fatturato) di entrate fiscali. In Austria accade il contrario: il turismo del pieno rappresenta circa il 23% delle vendite di benzina e il 32% di quelle di diesel, e porta introiti ragguardevoli alle casse statali austriache. In Svizzera, il turismo del pieno ha subito un forte incremento negli ultimi anni. Per la benzina si è passati dai 260 milioni di litri del 2001 ai 386 milioni di litri del 2008, corrispondenti a circa il 10% della quantità venduta complessivamente nel nostro Paese. Le maggiori entrate fiscali per la Svizzera sono state pari a 286 milioni di franchi per l’imposta sugli oli minerali e a 52 milioni di franchi per l’IVA. Nello stesso periodo, il turismo del pieno per il diesel è passato da -70 milioni di litri a circa +70 milioni di litri, corrispondenti al 4,2% della quantità venduta complessivamente in Svizzera nel 2008. nte burgo, della Polonia o della Repubblica Ceca, negli ultimi anni, nella Confederazione il prezzo della benzina è stato sempre inferiore a quello dei Paesi limitrofi. Per la benzina, il differenziale di prezzo fra la Svizzera e l’estero è passato dai 15-20 centesimi al litro (ct./l) nel 2001 ai circa 45-50 ct./l nel 2008. Per il diesel è diverso: prima del 2003 il diesel, in Svizzera, era più caro che all’estero (e gli Svizzeri andavano a fare il pieno oltre confine). A partire dal 2003, ha cominciato ad essere leggermente più conveniente, a seconda del Paese di riferimento. La causa del crescente differenziale di prezzo per la benzina e dell’inversione di tendenza per il diesel è stata soprattutto l’andamento del cambio fra il Franco svizzero e l’Euro: se il cambio fosse rimasto costante, il differenziale di prezzo non avrebbe praticamente subito variazioni dal 2003 ad oggi. Nell’aprile 2009, quando sono stati rilevati i dati per lo studio ora presentato, il livello dei prezzi della benzina e del diesel, in Svizzera, si situava in una fascia centrale rispetto ai Paesi europei. Il prezzo della benzina, in Austria, era analogo a quello svizzero, mentre in Germania, in Francia e in Italia era di 40-45 ct./l superiore. Nello stesso periodo, il diesel era sensibilmente più conveniente in Austria che in Svizzera e, in Svizzera, decisamente meno caro che in Italia e leggermente più conveniente che in Francia e in Germania. Effetti significativi di un aumento dei prezzi Lo studio mostra che un aumento del prezzo della benzina, in Svizzera, di circa 20 ct./l, determinato per esempio da un aumento dell’imposta sugli oli minerali, porterebbe a una riduzione del turismo del pieno del 45% (corrispondente a 174 milioni di litri benzina o a 400’000 tonnellate di CO2). Rispetto alla quantità complessiva di benzina venduta in Svizzera, la quota attribuibile al turismo del pieno passerebbe così dal 10% al 5,5%. Un aumento di 5 ct./l del prezzo del diesel porterebbe, per questo tipo di carburante, a una riduzione del turismo del pieno del 62% (corrispondente a 43 milioni di litri di diesel, ovvero a 115‘000 tonnellate di CO2) e rispetto alla quantità complessiva di diesel venduta in Svizzera, la quota attribuibile al turismo del pieno scenderebbe dall’attuale 4,2% all’1,6%. Combattere gli effetti negativi del turismo del pieno Misure per combattere gli effetti negativi del turismo del pieno vengono discusse o introdotte soprattutto nei Paesi in cui i prezzi dei carburanti sono più elevati, come la Germania, l’Italia o la Francia. In Italia, per esempio, gli abitanti dei Comuni della fascia di confine possono acquistare benzina a prezzo ridotto nei distributori italiani. Secondo l’ordinanza sull’imposizione degli oli minerali, gli autotrasportatori svizzeri, al loro rientro sul territorio svizzero, possono avere nei loro serbatoi al massimo 400 litri di carburante. A livello di UE vi è l’intenzione di armonizzare fra gli Stati membri i tassi di imposizione fiscale sui carburanti e di aumentare gradualmente i tassi minimi. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 19 L’alfa romeo compie cent’anni Simbolo di esclusiva sportività e di eccellenza tecnica S ono comunque un traguardo degno di nota. Quest’anno l’Alfa Romeo compie cent’anni. Sul suo certificato di nascita si legge che la storica Casa automobilistica ha visto la luce a Milano il 24 giugno 1910. È inrfatti proprio un secolo fa che un gruppo di imprenditori e uomini d’affari decide di rilevare l’attività della Società italiana automobili Darracq, filiale della Casa francese con officine al Portello, che aveva la propria sede in quella che all’epoca era la periferia cittadina, per fondare l’Anonima lombarda fabbrica automobili. A conferma che l’acronimo (vale infatti anche per la Fiat: Fabbrica italiana automobili Torino) ha fatto scuola nel mondo delle quattroruote targate Italia. Sfogliando la storia, apprendiamo che la nuova azienda entrò sul mercato con la 24 Hp, capace di farsi apprezzare per quelle caratteristiche che diventeranno il Dna del marchio: prestazioni e il piacere di guida. Costava:12mila lire. Due anni dopo toccò alla 15-20 Hp seguita nel 1913 dalla 40-60 Hp: con motore sei litri in grado di erogare 70 Cv di potenza. Lo scoppio della prima guerra e risorse finanziarie sempre più critiche minarono la sopravvivenza dell’azienda. Infatti, il 2 dicembre 1915, fu rilevata dall’ingegnere napoletano Nicola Romeo. Lo stabilimento del Portello, dove erano impiegate 2.500 persone, fu ampliato per adeguarsi alle commesse militari. Archiviato il conflitto, l’impianto fu riconvertito e nel 1920 debuttò la Torpedo 20-30 Hp. Era la prima automobile che portava il nome Alfa Romeo. Fin da quegli anni, è fuori di dubbio che i modelli più riusciti del’Alfa sono stati da sempre i modelli coupé. Vetture apprezzate per le linee disegnate dai grandi carrozzieri. Esempi da sogno sono certamente la 6C 2500 SS Touring del 1929 e la 6C 2300 Pescara del 1934. Consegnato tristemente alla storia anche il secondo conflitto mondiale, nel 1951 arrivò la 1900 Sprint, carrozzata Touring e il termine Sprint, da allora in poi, caratterizzerà i modelli più sportivi. Nel 1954, l’Alfa lancia la Giulietta Sprint che precede di un anno esatto l’uscita della versione Berlina. In seguito, giungeranno sul mercato la Sprint Veloce e la Super Sprint. Con i Coupé 2000 e 2600 l’Alfa Romeo ritorna nel segmento alto del granturismo, dando un impulso importante allo stile degli anni Sessanta. Con la Giulia 1600 Sprint Gt prima (1963) e con le numerose varianti realizzate poi (Gta), l’Alfa si garantisce una lunga egemonia nel segmento dei coupé di La Giulietta sprint del 1954: la ‘nonna’ della nuova versione presentata in questi giorni anche sul mercato svizzero. A sinistra: il 2 dicembre 1915, l’Alfa viene rilevata dall’ingegnere napoletano Nicola Romeo. fascia media. Forse fra tutti gli altri modelli, è proprio la Giulia Gt a diventare l’emblema dell’essere alfista, che in questi anni significava essere alla moda (trendy, con discutibile vezzo anglofilo, si direbbe oggi). Nel 1967, con un passo verso l’alto della gamma, è la volta della 1750 Gt Veloce, che si richiama alla vocazione sportiva delle 6C 1750 degli anni ‘30. Nel 1971, esce la 2000 Gt Veloce, versione con motore 2 litri, con differenze minime a livello di design. Agli inizi degli anni ‘70, con l’Alfetta Gt l’Alfa Romeo ripete il successo della Sprint Gt. Il nuovo coupé abbandona le linee morbide degli anni Sessanta e si presenta con una linea a cuneo molto sportiva. Nel 1995, poi, con la Gtv l’Alfa torna nel mercato dei coupé. Cento anni dopo, Alfa Romeo è ancora oggi un simbolo di esclusiva sportività e di eccellenza tecnica. l’intrigante MiTo dimostra che la creatività del marchio è viva: la nuova Giulietta ne è l’erede. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 21 ,OEHQHVVHUHLQWXWWDODVXDERQWj /DSDVWD%DULOOD,QWHJUDOHqIRQWHGLILEUHQDWXUDOLFRVuSXRL YLYHUHRJQLJLRUQRLOWXRHTXLOLEULRFRQLOPDVVLPRGHOJXVWR La nuova Alfa Giulietta Quando la tradizione incontra l’innovazione L’Alfa Giulietta è ora disponibile presso i concessionari Alfa Romeo svizzeri a partire da 28’900 CHF. Con cinque stelle Euro NCAP, è la vettura compatta più sicura in assoluto. Sono già 400 i clienti che hanno scelto questa vettura compatta sportiva ed elegante. L’hanno vista al Salone dell’auto di Ginevra di quest’anno, senza averla mai guidata A lfa Giulietta assicura performance e tecnologia ai massimi livelli in termini di tecnica, prestazioni e rispetto dell’ambiente. Al lancio sono disponibili 4 motori, tutti omologati Euro5 e dotati di serie del sistema Start&Stop (eccezione 1750 TBi) per la riduzione dei consumi e delle emissioni: due benzina (1.4TB da 120 CV a partire da 28'900 chf e 1.4TB MultiAir da 170 CV a partire da 33'200 chf) e un diesel (2.0 JTDM da 170 CV, MultiJet di seconda generazione, a partire da 36'200 chf). Infine, alla gamma si aggiunge il brillante 1750 TBi da 235 CV (a partire da 39'900 chf) con iniezione diretta e scavenging abbinato all’esclusivo allestimento Quadrifoglio Verde. Una nuova architettura La “Giulietta” porta al debutto un’architettura completamente nuova, denominata “Compact”, che è stata progettata per soddisfare le aspettative dei clienti più esigenti in termini di tenuta di strada, agilità e sicurezza. Garantisce infatti sia eccezionali performance dinamiche sia un elevato comfort. Questa nuova architettura permetterà alla Giulietta di coniugare il comfort a bordo, la fruibilità degli interni e del bagagliaio con le doti dinamiche proprie di ogni Alfa Romeo. Inoltre, il piacere di guida e il comfort possono essere adattati alle esigenze di ogni cliente grazie al selettore Alfa DNA, il dispositivo che personalizza il comportamento della vettura in base ai differenti stili di guida o alle diverse condizioni stradali. La nuova architettura dell’Alfa Giulietta è infatti progettata per integrare ed esaltare al massimo i diversi sistemi del veicolo enfatizzando così le tre funzioni di set-up (Dynamic, Normal e All Weather) rese disponibili dal selettore Alfa DNA. Questo dispositivo, di serie sull’intera gamma del nuovo modello, permette di modificare i parametri di funzionamento di motore, cambio, sistema sterzante, differenziale elettronico Q2, oltre alle la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 23 logiche di comportamento del sistema di controllo della stabilità (VDC). Sicurezza ai vertici del segmento L’Alfa Romeo Giulietta si aggiudica le prestigiose cinque stelle Euro NCAP con un punteggio globale di 87/100: un risultato straordinario che le consente di essere la compatta più sicura di sempre. Il giudizio è ancora più importante se si considera che dal 2009 Euro NCAP pubblica un nuovo rating che valuta contemporaneamente la protezione degli adulti, quella dei bambini, quella dei pedoni e la nuova area di prevenzione incidenti e riduzione delle lesioni attraverso la valutazione di seat belt reminder, ESP e limitatore di velocità. Inoltre, l’accesso alle 5 stelle è di severità crescente a secondo dell’anno in cui verranno pubblicati i risultati (2009, 2010-2011, 2012). In questo scenario il risultato conseguito dall’Alfa Romeo Giulietta (97% adulti, 85% bambini, 63% pedone e 86% sicurezza attiva) le permette di aggiudicarsi le 5 stelle anche nel 2012 quando il sistema di valutazione avrà raggiunto il massimo della severità. Si tratta dunque di un riconoscimento importante che ancora una volta conferma la particolare attenzione di Alfa Romeo per gli aspetti legati alla protezione di tutti gli utenti della strada. Del resto, l’Alfa Romeo Giulietta è un’auto progettata e costruita per ottenere la massima prestazione nella sicurezza passiva ed attiva. Come dimostra, per esempio, l’adozione dei più avanzati dispositivi elettronici per il controllo del comportamento dinamico (dalla frenata alla trazione): il Vehicle Dynamic Control che gestisce importanti funzioni quali l’Hill Holder, il con- 24 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 trollo di trazione, il panic braking assistito, l’MSR per la prevenzione del blocco ruote in rilascio, lo “sterzo elettronico attivo” DST (Dynamic Steering Torque), l’Electronic Q2 che “simula” elettronicamente la presenza di un differenziale autobloccante ed il nuovissimo sistema PREFILL che, al rilascio dell’acceleratore, mette in allerta il sistema frenante diminuendo il tempo di intervento e lo spazio di frenata. Simulazioni virtuali Migliaia di ore di simulazioni virtuali hanno permesso di sviluppare la nuova architettura “Compact” – che Giulietta per prima porta al debutto – e il veicolo con l’ausilio di soli 4 prototipi. Successivamente, la bontà della progettazione virtuale è stata verificata fisicamente sulle vetture prodotte nello stabilimento di Cassino con duecento prove su componenti e sottosistemi, più di cento simulazioni di impatto sulla slitta Hyge e oltre ottanta crash test (urti frontali, laterali, ribaltamento e tamponamento, tenendo conto delle diverse velocità alle quali possono avvenire gli urti, i differenti tipi di ostacolo e la tutela di occupanti con caratteristiche fisiche anche molto diversi tra loro). Questi i numeri che testimoniano l’impegno profuso dall’Azienda per fare di Alfa Romeo Giulietta una delle vetture più sicure dell’intero panorama automobilistico europeo, dal momento che il modello rappresenta il più avanzato stato dell’arte nel campo dei sistemi di sicurezza. Protezione totale Una protezione totale, insomma, come dimostrano 6 airbag di serie (due dei quali Multistage); cinture a tre punti con doppi pretensionatori e limitatori di carico; sistema S.A.H.R. (Self Aligning Head Restraint), un nuovo dispositivo di seconda generazione ed integrato nello schienale dei sedili anteriori che, in caso di urto, avvicina gli appoggiatesta alla nuca degli occupanti attenuando così il “colpo di frusta”. Senza contare il contributo alla tutela degli occupanti e dei pedoni dato dalla carrozzeria, dal cofano, dalle porte e dalla traversa della plancia, oltre che ai sedili e al piantone dello sterzo. L’efficacia di tutti questi dispositivi è massimizzata da una struttura frontale a tre linee di carico che garantisce una struttura frontale omogenea e quindi in grado di uniformare la risposta del veicolo in caso di urto frontale indipendentemente dal tipo di ostacolo/veicolo impattato. Ciò permette un breakthrough sia per la “partner protection” (in quanto la vettura è meno aggressiva in urti contro il frontale o la fiancata laterale di un altro veicolo) sia per la “self protection” in quanto l’omogeneizzazione della modalità di deformazione rende più efficace la protezione del sistema di ritenuta indipendentemente dal tipo di urto. Infine, nel campo della sicurezza preventiva, Alfa Romeo Giulietta adotta i proiettori anteriori con la funzione “luce diurna” (Daytime Running Light) che, alla messa in moto della vettura, automaticamente accende le luci di posizione - risponde ad una precisa normativa europea che entrerà in vigore nel 2012 – e i proiettori posteriori con LED che, rispetto alle lampade tradizionali, offrono una maggiore intensità luminosa per una maggiore sicurezza. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 25 SSSSSSssst! Il riposo fa bene al sapore. Stagionato da 9 a 15 mesi Stagionato oltre 16 mesi Stagionato oltre 20 mesi La sua pasta già granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. più giovane, il formaggio da pasto per eccellenza. Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante. Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori. Grana Padano, tre stagionature, tre sapori. Il difficile ‘ritorno alle origini’ della Turchia cristiana di Giovanni Sorge Il recente assassinio di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Conferenza episcopale di Turchia, riporta in auge la vexata quaestio della libertà dei siro-ortodossi o assiro-aramaici nell’unico paese islamico ‘laicizzato’ A Tur Abdin, alias ‘Montagna dei Servi di Dio’, un altopiano sito fra il Tigri e i confini con la Siria, che sin dal IV secolo vide un’eccezionale fioritura monastica, sono rimasti oggi 3000 aramei dei circa 130.000 presenti negli anni Sessanta: dopo gli eccidi durante la prima guerra mondiale, la costituzione dello stato turco sancita nel 1923 col trattato di Losanna, non riconoscendo loro lo status di minoranza (diversamente da greci e curdi), finì di spogliare dei propri diritti l’antichissima comunità cristiana, da allora disgregata tra Turchia, Siria, Iran e Irak. Negli anni Settanta-Ottanta la guerra civile tra la Turchia e i rivoluzionari curdi del PKK costrinse molti aramei a emigrare: un vero e proprio esodo verso l’Europa ove oggi sono in 250.000 a parlare l’aramaico o moderne versioni dell’idioma, che al tempo di Gesù era, per così dire, l’inglese del Medio Oriente. Da alcuni anni, per la prima volta nella travagliata storia degli aramei, l’emigrazione ha invertito il suo corso: grazie ai risparmi accumulati e al fervido desiderio di un ritorno nella terra degli avi, molte famiglie dell’Europa centrale e occidentale stanno dando seguito all’invito ufficiale rivolto nel 2001 dall’allora primo ministro Bülent Ecevit ai cristiani turchi in esilio di ritornare a Tur Abdin. La comunità aramaica svizzera, che conta circa milleduecento nuclei familiari, partecipa a questa ‘diaspora al contrario’, come la ha definita nel 2000 il periodico Voice of Tur Abdin, e contribuisce finanziariamente al restauro e al risanamento delle antiche vestigia. Gioca a favore la tendenza del governo di Ankara improntata a un maggiore rispetto per le minoranze (la riforma del governo di Erdogan consente ad esempio l’insegnamento Una veduta del monastero di Deir Az-Zafaran. (foto: Christoph Koch) scolastico in lingua neoaramaica) nell’auspicata prospettiva di un ingresso nell’EU. Prospettiva, questa, che è risuonata come un refrain nel corso di un viaggio organizzato lo scorso maggio dalla Toros Reisen di Zug per una delegazione di storici, teologi e giornalisti in luoghi di straordinario interesse fino a poco fa spesso interdetti agli stranieri. Un monastero incantevole Uno dei monasteri più incantevoli è quello di Deir Az-Zafaran, risalente al VI secolo e sede del patriarcato Siro-Ortodosso d’Antiochia dal 1034 al 1924, fino al trasferimento obbligato in Siria. Costruito sulle rovine un antico tempio pagano, è circondato da un immenso anfiteatro roccioso naturale in cui ancora si intravedono le grotte degli eremiti. Al suo interno si percepisce una quiete d’altri tempi. La frugalità propria della vita monastica si coniuga amabilmente alla tradizionale ospitalità (il complesso dispone peraltro di 70 stanze per gli ospiti) e il vescovo Samuel Saliba Özmen, dopo un pranzo a base di penne al pomodoro accompagnate dal caratteristico yogurt offertoci dai novizi, ci riceve per un’udienza in stile tutto medio-orientale, durante la quale tiene a sottolineare l’importanza la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 27 28 I campanili del monastero di Mor Gabriel. (foto: Christoph Koch) Il Metropolita Timotheos Samuel Aktas. di progetti culturali di respiro internazionale atti a valorizzare la tradizione culturale e liturgica che mantiene in questo avamposto cristiano. Traspare una fiducia nelle potenzialità del dialogo con l’Europa. Di altro tenore è l’incontro con il metropolita di Tur Abdin, Timotheos Samuel Aktas che ha luogo nel monastero di Mor Gabriel, il centro spirituale dei cristiani siro-ortodossi. Per raggiungerlo bisogna superare un posto di blocco, dove le foto non sono gradite e s’intravedono lavori di ampliamento. Samuel Aktas ispira un senso di autorevolezza e vigore, e appare visibilmente contrariato. Mentre ci viene servito il çay, il tipico thé turco, spiega in aramaico ad alcuni presenti i motivi delle sue apprensioni. Di recente è stato in Germania, dove si è visto respingere alcune richieste, e rileva ingerenze del governo a svantaggio della vita nel monastero, che ospita oltre a tre monaci e quattordici suore una trentina di giovani studenti. Il metropolita, che nel 1991 non esitò a dare ospitalità a centinaia di famiglie curde e musulmane in fuga dall’Irak, ben conosce le complicazioni create nella regione dalle frange estremiste. Dopo l’appello di Ecevit si adoperò per favorire, fra le comunità degli esuli aramei, quanti fossero intenzionati a tornare a Tur Abdin. Eppure le difficoltà sembrano non avere tregua: nel 2008 tre villaggi curdi limitrofi hanno accusato i monaci di possedere ‘troppo terreno’; ne è seguito un crescendo di pretese che andava dall’abbattimento del muro di cinta costruito durante il conflitto turco-curdo all’espropriazione, in quanto il monastero sorgerebbe al posto di una moschea (benché la fondazione di Mor Gabriel risalente al 397 preceda di quasi due secoli la nascita di Maometto). Un’ondata di proteste si è sollevata in tutta Europa, ma a tutt’oggi i diritti degli aramei, secondo il patriarca, continuano ad essere calpestati e l’area in cui è ubicato il monastero è stato posta sotto ‘protezione’ statale, con tutte le restrizioni che ciò comporta. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Progetto pilota della ‘diaspora al contrario’ All’udienza è presente Aziz Demir, il sindaco di Kafro, un paese nei pressi del monastero che funge da ‘esperimento’ pilota della ‘diaspora al contrario’ sopramenzionata. Nel 1994 i suoi genitori furono gli ultimi a lasciare Kafro, che al pari di altri villaggi si era progressivamente spopolato a causa dalle vessazioni di milizie curde e turche. Stabilitosi in Svizzera con la famiglia, Aziz non ha abbandonato l’idea di tornarvi e nel 2000 ha compiuto un sopralluogo con un gruppo esuli di Germania e Svizzera. Ne è sorto un comitato che ha predisposto un piano di ricostruzione, in base al convincimento che “se nessuno torna, quanto venne costruito dai progenitori andrà completamente perduto”. Nel 2006, dopo tre anni di lavori, una quindicina di famiglie provenienti da Germania, Svizzera e Svezia ha preso nuovamente possesso di Kafro, con la benedizione di Samuel Aktas e la volontà di costruire un futuro nella terra degli avi. Un manipolo di 37 persone, quasi la metà delle quali ha meno di vent’anni: i giovani frequentano la scuola a Sivrice, un paese distante otto chilometri, gli adulti sono impegnati in varie attività, chi lavora la terra, chi fa il tassista, chi vi ritorna per le vacanze; Le case di Kafro. (foto: Christoph Koch) è in progetto la costruzione di un hotel. Il gestore del piccolo (e per il momento unico) ristorante in cui ceniamo, al centro del paese, vi si è stabilito con moglie e figli dopo trent’anni a Göttingen. Dal 2007 esiste un allacciamento telefonico, e lo scorso anno è stato inaugurato il primo centro internet gestito da Ishok Demir, il figlio ventenne di Aziz, che ha deciso di seguire i genitori in questo ‘ritorno alle origini’. “Negli anni Ottanta-Novanta un viaggio a Midyat era impossibile per via dello Hezbollah e degli estremisti. Ora le cose sono cambiate” afferma Aziz Demir, ma per realizzare quello che sembra essere il sogno di tanta parte degli esuli aramei sparsi nel mondo (“in Germania sono in 10.000 a voler tornare a Tur Abdin”) è necessario, aggiunge, il sostegno dei cristiani europei come pure del mondo diplomatico. In altri villaggi (Sare, Sederi, Harabemishka, Badibe, Arbo, Ehwo), sono iniziati lavori di risanamento e ristrutturazione, da quando, tra il 2003 e il 2004, sono stati liberati dai militari turchi. Questo ritorno a Tur Abdin non è privo di connotazioni religiose e trova sostegno da comunità sia cattoliche sia evangeliche. Ad esempio, la chiesa riformata di Uitlikon promuove dal 2008 un progetto per la formazione professionale dei giovani in modo da favorirne l’integrazione nella nuova patria. Sempre nel 2008, dal Baden-Württenberg sono arrivate a Kafro dodici persone per aiutare alla ricostruzione, quasi ex novo, della chiesa. Ma “la prima costruzione di una chiesa a Tur Abdin dopo 400 anni” non è stata ancora ufficialmente riconosciuta dalle autorità turche. Gesù in un’immagine conservata nel monastero di Deir AzZafaran. (foto: Giovanni Sorge) San Giorgio che uccide il drago in un’immagine conservata nel monastero di Deir Az-Zafaran. (foto: Giovanni Sorge) la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 29 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch BENCHMARK di Nico Tanzi Nella guerra dell’e-book fra Apple e Amazon spunta la minaccia Google Raccontavamo, nell’ultimo numero, dei sudori freddi del libraio dietro l’angolo confrontato alla sempre più vicina resa dei conti con l’e-book. Il libro elettronico, dopo anni di tentativi a vuoto, ha fatto centro. Chi ha visitato nel maggio scorso il salone del libro di Torino ne avrà senz’altro percepito la presenza, incombente come una minaccia proveniente da un nemico di cui ancora non si riesce a valutare a pieno il volume di fuoco. Ma anche senza essere stati a Torino, il ritmo serrato con cui da mesi quotidiani e notiziari propongono notizie sull’argomento è segnale difficilmente equivocabile. Qualcosa sta per succedere, insomma. O meglio: qualcosa sta già succedendo. Ma le tendenze, e soprattutto quale scenario avremo davanti dopo la battaglia, non è ancora del tutto chiaro. Se è ormai certo che una battaglia ci sarà – forse una guerra all’ultimo sangue – non si conoscono fino in fondo le posizioni dei contendenti. Negli Stati Uniti (e dunque sul mercato globale di lingua inglese, quello in cui si decidono le sorti del resto dell’impero), Amazon si è imposta non solo con il suo Kindle, a tutt’oggi il più venduto dei lettori di e-book, ma anche con un modello di business tritatutto: prezzi bassi a costo di perderci, ma con l’obiettivo di diventare leader incontrastato sul mercato. Attenzione, quello del prezzo è un punto fondamentale in questa intricata questione. Per imporre la sua politica, Amazon ha tentato di imporre agli editori un prezzo di riferimento di 9.99 dollari per e-book. Un’operazione che ha alle spalle un precedente illuminante: iTunes. Il supermercato virtuale di Apple, diventando in pochi anni il principale punto vendita online di musica, ha acquisito un potere che non è solo finanziario. Per i consumatori di rock, pop, dance, rap e così via – o almeno per quelli che la musica non se la scaricano gratis – il valore commerciale di una canzone è quello fissato da iTunes: un dollaro e mezzo. Nessuno oggi si sognerebbe di mettere in discussione quella cifra. Ecco: se Amazon diventasse l’iTunes del mercato editoriale, e per i lettori il prezzo di riferimento per le novità di Stephen King o di Ken Follett o di Dan Brown fosse 9 dollari e 99 centesimi, per gli editori si materializzerebbe un incubo: perderebbero in partenza una quota importante di entrate, e dovrebbero completamente reinventare il loro ruolo e la loro funzione. Se non che, i piani di Amazon sono stati scompigliati dall’arrivo sul mercato di un nuovo attore. Guarda caso, la stessa Apple, che proprio quest’anno ha lanciato in grande stile la sua nuova tavoletta multifunzione, l’iPad, utilizzabile anche come lettore di e-books (e fantastica per consultare i giornali: non a caso Corriere della Sera e Repubblica sono stati velocissimi a proporre il giornale in formato scaricabile su iPad). Steve Jobs, patron e profeta di Apple, non ne vuol sapere del tetto di 9.99 dollari al prezzo dei libri elettronici. E si è mosso (con successo, pare) per schiodare gli editori dal diktat di Amazon. Ma non solo. In una dettagliata ricostruzione intitolata “Publish or perish” (pubblica o muori), uscita a firma di Ken Auletta su uno degli ultimi numeri del settimanale New Yorker, David Rosenthal della Simon & Schuster sostiene che l’iPad ha aperto la strada a una rivoluzione che potrebbe portare presto i lettori ad avere a che fare non più con semplici versioni virtuali dei libri “statici” (quelli con cui siamo cresciuti, insomma), ma con prodotti multimediali arricchiti da contenuti audio e video: “potrebbe essere un’intervista all’autore sul suo libro, o un estratto da un film che tratta lo stesso argomento”, e così via. Accadrebbe insomma con gli e-book ciò che accade già adesso con i dvd, che offrono “contenuti speciali” in abbinamento al film. I 5-7 milioni di iPad che (si stima) saranno venduti solo in questo primo anno potrebbero accelerare enormemente questo processo. Fra Amazon e Apple però c’è un terzo incomodo che potrebbe scompaginare ulteriormente le carte: Google. Dall’alto della sua indiscussa supremazia nel web, il gigante di Mountain View sta per lanciare una sua libreria online, Google editions. Una piattaforma che parte con vantaggi competitivi enormi: non solo va ad affiancare un servizio già esistente, Google Books, ricco di una libreria digitale di oltre dodici milioni di volumi (liberi da diritti); ma sarà utilizzabile con qualsiasi dispositivo: smartphone, iPad, Kindle, lettori di eBook di ogni genere. Sapremo fra qualche anno chi la spunterà. Forse alla fine sul mercato ci sarà posto per tutti, come qualcuno si azzarda a prevedere. E chissà, magari ci sarà posto anche per il nostro libraio dietro l’angolo, custode e sacerdote di quel “piacere del libro” che ogni frequentatore di librerie conosce bene ed ama appassionatamente. E cui non rinuncerebbe per niente al mondo: tantomeno per un qualsiasi ebook. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 31 32 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Sicurezza dei prodotti Armonizzazione con le norme europee di Barbara Klett* La nuova Legge federale sulla sicurezza dei prodotti (LSPro) mira all’armonizzazione delle norme relative alla sicurezza dei prodotti al consumo tra il mercato svizzero e quello europeo e si allinea alla direttiva dell’UE sulla sicurezza dei prodotti in generale (direttiva 2001/95/CEE) L a Legge sulla sicurezza dei prodotti (LSPro) - entrata in vigore il 1° luglio 2010 - sostituisce la Legge federale sulla sicurezza delle installazioni e degli apparecchi tecnici del 19 marzo 1976 (LSIT) e riprende sostanzialmente a livello contenutistico le norme della direttiva europea relativa alla sicurezza generale dei prodotti emanata nel 2001. Il suo scopo è quello di uniformare gli standard di sicurezza richiesti a produttori e importatori in Svizzera e in Europa. Armonizzazioni delle norme di sicurezza In considerazione della sempre crescente tecnologizzazione e dei sempre maggiori legami internazionali all’interno della società aumenta il bisogno di sicurezza e di standard unitari. Sotto l’aspetto della garanzia della sicurezza dei prodotti e della libera circolazione delle merci, l’adattamento alla direttiva dell’UE del 2001 sulla sicurezza dei prodotti in generale e alle esigenze tecniche di sicurezza della Legge federale sulla responsabilità per danno da prodotti del 18 giugno 1993 (LRDP) è da considerarsi un’evoluzione positiva. Con l’entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza dei prodotti si dovrebbe raggiungere in Svizzera uno standard di sicurezza compatibile con la legislazione europea in materia. Un tale adattamento delle normative svizzere sulla sicurezza dei prodotti è pure condizione per la partecipazione della Svizzera al sistema d’avvertimento rapido RAPEX. L’operatore in territorio svizzero si vede ora confrontato con diverse novità. La nuova normativa estende, infatti, l’ambito di applicazione della legge a tutti i prodotti, e non solamente alle installazioni tecniche e agli apparecchi. Non solo il produttore, ma anche l’importatore e il distributore dovranno garantire la sicurezza dei prodotti Sotto l’aspetto della garanzia della sicurezza dei prodotti e della libera circolazione delle merci, l’adattamento alla direttiva dell’UE del 2001 sulla sicurezza dei prodotti in generale e alle esigenze tecniche di sicurezza della Legge federale sulla responsabilità per danno da prodotti del 18 giugno 1993 (LRDP) è da considerarsi un’evoluzione positiva. anche dopo l’immissione sul mercato, attuando provvedimenti al fine di riconoscere i pericoli e informando tempestivamente le autorità competenti in materia. La nuova legge attribuisce inoltre alle autorità di controllo competenze maggiori per attuare i provvedimenti necessari a garantire la sicurezza e a preservare la salute. Condizioni per l’immissione in commercio In base alla legge, i prodotti possono essere immessi in commercio se il loro impiego normale o ragionevolmente prevedibile non espone a pericolo la sicurezza e la salute dei loro utenti e di terzi. La sicurezza di un prodotto è determinata sia da fattori interni, vale a dire intrinseci al prodotto (concezione, costruzione, fabbricazione), sia da fattori esterni che costituiscono la presentazione: l’imballaggio, la colorazione (per esempio di parti importanti per la sicurezza), le etichette e altre informazioni, l’impostazione grafica, le istruzioni per il montaggio e per l’uso, le indicazioni relative allo smaltimento, le avvertenze, ecc. Anche il modo in cui un prodotto è presentato al pubblico la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 33 tramite i media, oppure con azioni pubblicitarie, è costitutivo della sua sicurezza. La promozione di un prodotto può permettere di evitare pericoli, ma può anche generarli. Tutti questi elementi sono considerati dalla nuova normativa sulla sicurezza dei prodotti. Chi immette in commercio un prodotto è libero di scegliere come dimostrarne la conformità con i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute, salvo nei casi in cui una prescrizione svizzera o una direttiva specifica della CE recepita dalla Svizzera preveda determinati documenti o una procedura particolare. Per la prova della conformità la legge sulla sicurezza dei prodotti rinvia alla Legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio del 6 ottobre 1995 (LOTC; Cassis de Dijon). Le rispettive ordinanze definiscono le norme tecniche per quanto possibile armonizzate sul piano internazionale, in particolare con il Comité Européen de Normalisation (CEN), il Comité Européen de Normalisation Electrotechnique (CENELEC) e l’European Telecommunications Standards Institute (ETSI), e riconosciute dalla CE per la concretizzazione delle direttive interessate. Ambito d’applicazione L’ambito d’applicazione della nuova normativa è più esteso di quanto si possa ritenere dopo una sommaria lettura del testo legislativo. La legge sulla sicurezza dei prodotti non copre unicamente l’operazione di produzione, bensì anche quella d’immissione sul mercato in senso esteso. Le norme di sicurezza sono da applicarsi all’immissione sul mercato di prodotti a fini commerciali o professionali da parte di produttori, importatori, distributori o prestatori di servizi. La legge equipara inoltre all’immissione in commercio l’uso di un prodotto a scopo commerciale o professionale all’interno di un’azienda. Il criterio di sicurezza dei prodotti è dunque pure valido nel rapporto tra datore di lavoro e collaboratori per tutti i prodotti a disposizione di questi ultimi per le incombenze sul lavoro. Inoltre, il legislatore ha ritenuto opportuno equiparare l’impiego o l’applicazione di un prodotto nell’ambito di una prestazione di servizio all’immissione in commercio. La messa a disposizione di un apparecchio laser o di attrezzature per l’allenamento e lo sport deve offrire la stessa sicurezza come in caso di vendita di tali prodotti in un negozio. In altre parole, tutti gli operatori nell’ambito della commercializzazione di prodotti sono tenuti a garantire la sicurezza dell’utente e del consumatore. Codificazione degli “obblighi consecutivi all’immissione in commercio” Sino ad oggi la vigilanza dei prodotti dopo l’immissione in commercio era unicamente contenuta in maniera implicita nel presupposto che ogni prodotto immesso sul mercato deve essere sicuro. La nuova legge sulla sicurezza dei prodotti rego- 34 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 La sicurezza di un prodotto è determinata sia da fattori interni, vale a dire intrinseci al prodotto (concezione, costruzione, fabbricazione), sia da fattori esterni che costituiscono la presentazione: l’imballaggio, la colorazione (per esempio di parti importanti per la sicurezza), le etichette e altre informazioni, l’impostazione grafica, le istruzioni per il montaggio e per l’uso, le indicazioni relative allo smaltimento, le avvertenze, ecc. la invece esplicitamente gli “obblighi consecutivi all’immissione in commercio”. Tali obblighi riguardano la fase posteriore alla messa sul mercato di un determinato prodotto. Il produttore e l’importatore, ma anche il distributore, sono tenuti ad adottare misure idonee a individuare i pericoli che potrebbero derivare da un prodotto anche dopo l’immissione in commercio e intraprendere quanto necessario per ovviarvi. Tra questi provvedimenti si citi l’obbligo di informare gli organi d’esecuzione se il produttore o un altro responsabile dell’immissione in commercio constata che un prodotto pregiudica la sicurezza o la salute delle persone, ma anche il ritiro dei prodotti dal mercato e il richiamo dei prodotti. Termine di trasposizione Alle imprese che immettono prodotti sul mercato viene concesso un termine transitorio di due anni per adattarsi alle nuove norme sulla sicurezza. Secondo il progetto di legge passato in parlamento, entro il 31 dicembre 2011 ogni produttore, importatore o distributore deve creare i presupposti per attuare le misure previste dalla legge. I prodotti che soddisfano i requisiti del diritto anteriore, ma non le esigenze del nuovo diritto, possono essere immessi in commercio fino al 31 dicembre 2011. Questo termine dovrebbe essere sufficiente per effettuare le modifiche necessarie nella produzione e per l’eventuale riduzione delle scorte di prodotti secondo il diritto ancora vigente. Conseguenze per produttori e importatori La legge sulla sicurezza dei prodotti unifica e codifica lo standard che dovrebbe già valere sulla base di una produzione consapevole dei rischi e attenta alla sicurezza. Poiché già oggi la messa sul mercato di prodotti necessita di un sistema che assicuri la qualità comprendente una procedura di “guida di prodotti difettosi” e un management dei reclami, i produttori e le persone incaricate di immettere un prodotto sul mercato possono appoggiarsi a strutture già esistenti e, se del caso, completarle. Lo scopo della legge sulla sicurezza Anche il modo in cui un prodotto è presentato al pubblico tramite i media, oppure con azioni pubblicitarie, è costitutivo della sua sicurezza. La promozione di un prodotto può permettere di evitare pericoli, ma può anche generarli. dei prodotti è evitare i danni diretti scaturenti da prodotti difettosi e i danni indiretti a essi legati. La legge sulla sicurezza dei prodotti ha perciò scopo preventivo. Nel caso in cui un danno sia già avvenuto, un’eventuale responsabilità del produttore è da valutare secondo la Legge sulla responsabilità per danno da prodotti (LRDP). Altri attori? La legge non conferisce oneri unicamente al produttore e all’importatore. Anche il distributore è chiamato a contribuire al rispetto dei requisiti di sicurezza e a collaborare alla sorveglianza sulla sicurezza dei prodotti immessi in commercio. La legge gli attribuisce esplicitamente il compito di adottare misure che rendano possibili un’efficace collaborazione con il produttore o l’importatore e con gli organi di esecuzione competenti. Inoltre la nuova normativa assegna a colui che “ricondiziona il prodotto o esercita un’attività che influenza in altro modo le caratteristiche di sicurezza di un prodotto” obblighi atti a garantire la sicurezza al prestatore di servizi. Sono dunque chiamati in causa, ad esempio, le officine di riparazione, le imprese di logistica e tutti coloro che elaborano o adattano un prodotto. Sanzioni penali La legge sulla sicurezza dei prodotti, oltre a determinare gli obblighi e dunque – in senso negativo – definire l’illiceità di eventuali inadempienze, prevede sanzioni per coloro che immettono sul mercato un prodotto che non soddisfa i requisiti della legge o viola l’obbligo di collaborazione e informazione. La multa ammonta ad un importo sino a CHF 40'000.-- in caso di intenzionalità e sino a CHF 20'000.-- in caso di negligenza. Le insicurezze nell’ambito dell’applicazione delle norme di sicurezza del mercato La nuova legge è poco sistematica e contiene diverse formulazioni ambigue o poco trasparenti, lasciando aperti spazi di interpretazione che neces- sitano chiarimenti nella sua fase di applicazione. In particolare, la cerchia degli attori ai quali la normativa assegna oneri non è definita con la dovuta chiarezza e richiede una verifica accurata da parte di ogni operatore, onde identificare gli obblighi legati alle attività commerciali proposte. A titolo preventivo, tutti coloro che operano nella catena della commercializzazione di prodotti sono tenuti dunque a cautelarsi. Sarà compito delle autorità esecutive e dei tribunali “picchettare” il terreno e definirne concretamente i contorni. Conclusione La codificazione degli obblighi legati all’immissione sul mercato di soli prodotti sicuri e il dovere di intraprendere misure preventive atte al riconoscimento di pericoli estende le incombenze degli operatori. Una gestione dei rischi sistematica ed efficiente persegue lo scopo di limitare i rischi della responsabilità di chi immette i prodotti sul mercato. Dato che in particolare gli obblighi consecutivi all’immissione in commercio non rappresentano una novità per le aziende che esportano nell’UE, molti operatori possono rifarsi a strutture già esistenti e, se necessario, completarle con uno sforzo limitato. Malgrado tutti i provvedimenti rimane sempre un certo rischio, il quale può essere parzialmente o completamente contenuto attraverso la stipulazione di una polizza assicurativa adatta alla situazione specifica. Nell’ambito della stipulazione o dell’adattamento dell’assicurazione è essenziale controllare la corrispondenza tra i rischi specifici e la somma assicurativa, la validità territoriale così come l’estensione della copertura dei costi in caso di richiamo di prodotti difettosi. Determinante è comunque l’identificazione dei rischi e dunque degli obblighi che la legge attribuisce ai responsabili dei diversi anelli della catena di produzione e di immissione in commercio di prodotti. Essenziale è dunque l’istituzione di un processo aziendale di misurazione e gestione dei rischi, ivi compreso del rischio giuridico. Ciò avviene mediante regolamentazione e coordinazione contrattuale degli oneri e delle priorità della catena di commercializzazione, a partire dalla produzione sino alla distribuzione del prodotto. Con una coordinazione e regolamentazione tra i diversi attori (produttore, importatore, distributore, imprese logistiche, rappresentanti ecc.) è possibile evitare lacune – ma anche doppioni – nel sistema di riconoscimento dei rischi e nella definizione delle misure da prendere. Una gestione dei rischi globale rende inoltre attuabile un dispositivo efficace e coordinato – in osservanza dei requisiti previsti dalla legge ma anche a tutela dell’immagine dell’impresa – nel caso in cui ci sia necessità d’intervento. *LL.M Avvocato Avvocato specialista FSA responsabilità civile e diritto assicurativo [email protected] - www.krlaw.ch la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 35 BUROCRATICHE di Luigi Cortese Mandato d’arresto europeo Sanatoria per badanti e colf Cortesi per obbligo di legge I propri cittadini più tutelati dal mandato d’arresto europeo. È valida una legge nazionale che ne vieta la consegna a un altro Stato (per l’arresto, appunto); e che, contemporaneamente, invece, non vieta la consegna di un cittadino di altro Stato europeo, ma soggiornante nello Stato destinatario della richiesta di consegna da meno di cinque anni. La sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo, resa nella causa C-123/08, afferma che in questo caso non c’è disparità di trattamento e che la differenza è giustificata. Nel caso specifico un cittadino tedesco è stato condannato in Germania, ha lasciato il suo paese e si è stabilito in Olanda. L’autorità giudiziaria tedesca ha emesso un mandato di arresto europeo nei suoi confronti e ha chiesto all’autorità giudiziaria olandese la consegna del condannato per sottoporlo a esecuzione della pena. In Italia la decisione quadro è stata recepita con la legge 69 del 22 aprile 2005, il cui articolo 18 elenca i casi in cui la consegna deve essere rifiutata. Si tratta di casi che riguardano aspetti di diritto sostanziale (per esempio la sussistenza di una scriminante, come l’esercizio di un diritto), la minore età o altro stato della persona (donna incinta, madre con prole o persone che godono di una immunità) o situazioni incompatibili con le garanzie della persona (pena già eseguita, reato prescritto, provvedimenti di natura discriminatoria, reati politici) o per ragioni di garanzia processuale (condanna a seguito di ingiusto processo). Sanatoria anche per la badante espulsa per motivi diversi da ordine pubblico e terrorismo. Può aderire alla «sanatoria per badanti e colf», prevista dall’articolo 1-ter della legge n. 102/2009, la persona extracomunitaria espulsa per motivi diversi da quelli previsti al comma 13 della medesima legge. Questo il principio formulato dal Tar Campania, sede di Napoli, sezione VI, nella sentenza n. 4976. Nel caso specifico una donna extracomunitaria è entrata in Italia con visto turistico; successivamente, una volta scaduto il visto, la signora non ha richiesto il titolo di soggiorno nei termini pre- 36 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 scritti dalla legge. La signora è stata, quindi, espulsa nel 2000. Il decreto di espulsione impedisce il rientro in Italia «prima che siano decorsi cinque anni» dalla data dell’effettivo allontanamento della ricorrente. L’effettivo allontanamento si è verificato solo nel 2007 e di conseguenza nel 2009 le è stato negato il permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Contro questo diniego l’interessata ha presentato ricorso al Tar, che ha confermato il diniego. Il Tribunale amministrativo nel motivare la sentenza ha ricordato alla signora che ha ancora una chance e cioè la sanatoria per colf e badanti. Per accedere alla sanatoria occorre possedere i requisiti, tra i quali non essere stati espulsi per determinati motivi. Si è posto, quindi, il problema se l’espulsione subita dalla signora in questione sia causa ostativa alla sanatoria. Il Tribunale amministrativo ha risposto di No. Nella sentenza, infatti, si legge che non risulta impedita la possibilità da parte della ricorrente di aderire alla «sanatoria per badanti e colf» prevista dall’articolo 1-ter della legge 102/2009. L’espulsione subita dalla donna non rientra tra quelle previste al comma 13 del citato articolo 1-teer. La legge esclude dalla «sanatoria» solo gli stranieri espulsi, per motivi di ordine pubblico o, per finalità di prevenzione del terrorismo. All’inesistenza della causa ostativa ha fatto seguito la verifica della sussistenza degli altri requisiti. A tale proposito è emerso che la signora, alla data del 30 giugno 2009, termine previsto dal citato articolo 1-ter citato, risultava essere presente in Italia e impiegata, per finalità di collaborazione domestica e assistenza. Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche La cortesia degli statali, spesso una chimera per chiunque abbia messo piede in un ufficio della pubblica amministrazione, diventerà presto un obbligo di legge. Così come la tempestività nel rispondere alle istanze dei cittadini e l’uso di un linguaggio semplice e chiaro nei documenti e nelle informazioni fornite. Tutto questo troverà spazio nella Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, un corpus normativo composto da uno o più decreti legislativi, per il quale il governo ha chiesto la delega con un disegno di legge discusso dal Consiglio dei Ministri. I tempi che palazzo Chigi si pone sono stretti: sei mesi (dall’entrata in vigore del ddl) per i primi decreti e ulteriori dodici mesi per eventuali disposizioni integrative e correttive. Sarà, manco a dirlo, il Ministero della Funzione Pubblica a dettare le linee guida per i codici di comportamento a cui tutte le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi. Gli uffici pubblici dovranno rendere effettivo l’utilizzo di internet e delle nuove tecnologie nelle comunicazioni con gli utenti e assicurare che venga rispettato il principio, sancito dalla legge 241/90, ma molto spesso disatteso, che impedisce alle amministrazioni di richiedere a cittadini e imprese dati già in possesso della pubblica amministrazione. E ancora, dovrà essere facilitato l’accesso ai documenti amministrativi tramite gli strumenti informatici e garantito un indennizzo in caso di ritardo tutte le volte in cui il fisco (amministrazioni pubbliche e concessionari della riscossione) chieda di pagare tasse, tariffe e imposte già pagate. Ma a cosa andrà incontro chi snobberà il codice di con- dotta? «Il mancato adempimento degli obblighi», si legge nella bozza di ddl delega, «costituirà elemento rilevante ai fini della valutazione della performance organizzativa dell’amministrazione e della performance individuale dei pubblici dipendenti responsabili». I dirigenti andranno incontro a responsabilità disciplinare e l’inadempimento dovrà essere comunicato alla Corte dei Conti. I concessionari di servizi pubblici locali rischieranno la revoca della concessione. E si dovrà anche potenziare l’esercizio di poteri sostituitivi in caso di omissioni e ritardi, fino ad arrivare a un restyling della disciplina del commissario ad acta. Sull’attuazione del codice di condotta e sulla valutazione delle performance vigilerà la Funzione Pubblica che istituirà anche un premio per la pubblica amministrazione virtuosa. Lo schema di ddl contiene poi un’altra delega che il governo avrà due anni di tempo per attuare. Si tratta della semplificazione e riassetto delle norme generali sui procedimenti amministrativi che porteranno al restyling della legge 241, ma non solo. L’operazione di svecchiamento normativo riguarderà anche i Testi Unici sulla documentazione amministrativa (dr 445/2000) e sul pubblico impiego (dlgs 165/01) e il codice dell’amministrazione digitale (dlgs 82/05). la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 37 ANGOLO FISCALE di Tiziana Marenco Finanziamenti infragruppo Agevolazioni a partire dal 1° agosto 2010 Nuove disposizioni sull’imposta preventiva e le tasse di bollo In data 18 giugno 2010 il Consiglio federale ha varato due emendamenti dell’Ordinanza sull’imposta preventiva (OIPrev) e di quella concernente le tasse di bollo (OTB) volti ad alleviare gli oneri fiscali in costellazioni di finanziamenti infragruppo e quindi anche a favorire l’insediamento di queste funzioni in Svizzera Esempio pratico: Cash Pool Tradizionalmente gruppi industriali e finanziari concentrano le funzioni di tesoreria o Cash Pool in una società del gruppo (Pool Leader o Pool Master), solitamente controllata dalla Holding, la quale conclude con un istituto bancario un contratto globale di prestiti e finanziamenti a favore di tutte le società del gruppo. A questo scopo gli eccedenti di liquidità delle singole società vengono trasferiti giornalmente o settimanalmente su un conto intestato al Pool Leader o Pool Master presso la banca. Attraverso l’amministrazione centralizzata degli eccedenti di liquidità le società sono in grado di beneficiare di condizioni più vantaggiose ed inoltre evitare interessi passivi là dove un credito viene indirettamente coperto dagli eccedenti di liquidità di altre società del gruppo. I rapporti tra le società del gruppo sono regolati in forma di conto corrente o di contratti di prestito. Vecchio e nuovo diritto Secondo il diritto svizzero e la prassi sinora applicata dall’AFC, i finanziamenti infragruppo possono ricadere sotto il concetto di obbligazioni, averi di clienti e titoli del mercato monetario ai sensi della Legge federale sull’imposta preventiva e di quella sulle tasse di bollo, così come precisato nei promemoria dell’AFC, e quindi essere soggetti da una parte alle tasse di bollo in relazione al capitale e d’altra parte, riguardo agli interessi pagati da un Pool Leader svizzero alle società del gruppo, all’imposta preventiva. Secondo 38 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 l’attuale legislazione sono infatti assimilati alle classiche obbligazioni i prestiti concessi da una società con sede in Svizzera, o nel caso dell’imposta preventiva anche quelle gestite di fatto dalla Svizzera, se la somma totale del debito supera la somma di CHF 500’000 e la società conta più di venti creditori (banche escluse). Qualora le condizioni di prestito siano identiche per tutti i creditori e vengano emessi riconoscimenti di debito, è sufficiente che i creditori siano più di dieci (banche escluse). Ritornando quindi all’esempio del Cash Pool, sarà sufficiente per un Pool Leader svizzero essere alla presenza di più di dieci rispettivamente venti società di gruppo per ricadere potenzialmente sotto le disposizioni concernenti le obbligazioni in senso lato. Secondo una prassi più volte confermata dall’AFC, anche emissioni di società estere possono ricadere sotto il concetto di obbligazione svizzera qualora il prestito venga garantito da una società svizzera e il finanziamento venga utilizzato in Svizzera. Le conseguenze fiscali dell’applicazione della normativa Svizzera possono essere riassunte come segue: – imposta preventiva del 35% sugli interessi pagati dal Pool Leader svizzero alle società di gruppo che hanno versato eccedenti di liquidità nel Pool e hanno quindi diritto, non fosse altro che sulla base delle regole generale sul transfer pricing, ad interessi creditori. L’imposta preventiva può essere restituita a creditori domiciliati all’estero solo sulla base di una Convenzione sulla doppia imposizione. Qualora il creditore sia domiciliato in un paese UE, sulla base dell’accordo sulla fiscalità del risparmio sarà eventualmente possibile ottenere l’esenzione dall’imposta preventiva su previa autorizzazione. Se l’imposta è dovuta ma non è prelevata al momento del pagamento degli interessi e non è quindi ricaricata sul membro del Pool estero, l’AFC reclama l’imposta sull’ammontare brutto per netto del pagamento (cioè di fatto il 53.8% invece del 35%); – tasse di bollo: obbligazioni di prestito sono soggette a imposta dell’1,2 per mille, quelle di cassa ad un’imposta dello 0,6 per mille per ogni anno (passato o in corso) di durata del prestito; altri titoli del mercato monetario sono soggetti ad imposta dello 0,6 per mille all’anno rispettivamente di 1/360° al giorno. I nuovi articoli 16a OTB e 14a OIPrev statuiscono esplicitamente che averi infragruppo non costituiscono né obbligazioni né titoli del mercato monetario ai sensi della normativa sull’imposta preventiva e delle tasse di bollo e sono quindi esenti da tali imposte. Secondo l’alinea 2 delle disposizioni sopra citate, le società infragruppo che possono beneficiare della nuova regola sono quelle integralmente consolidate nei conti del gruppo conformemente a norme contabili riconosciute. Per le stesse si intende partecipazioni di almeno il 50% o dominate per voci di voto. La nuova eccezione non è tuttavia applicabile, giusta esplicito riferimento all’alinea 3, nel caso in cui una società di un gruppo svizzero abbia garantito un’obbligazione di una società straniera appartenente allo stesso gruppo. Mentre l’introduzione delle agevolazioni per finanziamenti infragruppo costituisce un notevole miglioramento delle condizioni quadro fiscali, la limitazione dell’esenzione a gruppi che non hanno sinora emesso obbligazioni all’estero garantite da una società svizzera esclude di fatto numerosi gruppi svizzeri dai benefici delle nuove regole. Questa limitazione è stata veemente criticata in sede di procedura di consultazione, dove era stato proposto tra l’altro di limitare la clausola di esclusione a casi di abuso, cioè quelli in cui l’emissione era stata fatta all’estero allo scopo di evitare conseguenze fiscali in Svizzera. Il Consiglio federale ha tuttavia deciso di decretare l’entrata in vigore delle nuove disposizioni il 1° agosto prossimo senza modificarne il tenore e rinviare eventuali discussioni alla prossima riforma del diritto della fiscalità delle imprese (III). Spetterà dunque al parlamento ridiscutere l’alinea 3 delle due nuove norme per trovare un compromesso più equilibrato e soprattutto rispettoso del principio di uguaglianza di trattamento. [email protected] Lo Sprachenzentrum organizza un corso intensivo sull’italiano commerciale. Questo corso si rivolge a tutte le persone che in poco tempo vogliono ottenere il massimo rendimento nello studio della lingua italiana. I contenuti del corso potranno essere adeguati alle esigenze dei partecipanti. Quando Venerdì (13.30-16.45): 5, 12, 19 novembre 2010 Sabato (8.45-12.00): 6, 13, 20 novembre 2010 Dove Sprachenzentrum dell’Università di San Gallo, Gatterstrasse 3, 9010 San Gallo Contenuti Corso multimediale per rispolverare, ampliare ed aggiornare le conoscenze della lingua italiana. Simulazione di situazioni reali. Verranno esercitate sia le competenze orali (telefonate, contrattazioni, presentazioni) sia quelle scritte attraverso l’apprendimento della terminologia giuridica e commerciale ed esercizi di grammatica. Il numero dei partecipanti è limitato a 12 corsisti. Certificati finali Attestato di frequenza dell’Università di San Gallo. Preparazione all’esame PLIDA COMMERCIALE (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri). Il certificato elaborato dalla Società Dante Alighieri è riconosciuto dal Ministero degli Esteri Italiano ed è rilasciato in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Docenti Dr. phil. I Tania Giudicetti Lovaldi Dr. iur. Rita Dellachà-Hilbers Costi CHF 456.- (esclusi i materiali didattici) Materiali didattici ca. CHF 50.- Termine di iscrizione Iscrizione 22 ottobre 2010 www.sprachenzentrum.unisg.ch la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 39 ANGOLO LEGALE di Massimo Calderan Il contratto di garanzia in Svizzera (2a parte) Nell’ultimo numero della Rivista abbiamo trattato il tema dei contratti di garanzia in Svizzera, dando conto della loro enorme importanza e diffusione nei rapporti economici. Al fine di comprenderne la portata abbiamo sostanzialmente spiegato che il legame che unisce il contratto principale e la prestazione di garanzia nella fideiussione non è riscontrabile nel Garantievertrag, nel contratto di garanzia, comportando ciò delle conseguenze rilevanti dal punto di vista non solo della disciplina ma anche degli strumenti di tutela di cui il garante dispone. In sostanza è diversa la dinamica nel suo insieme ed è più forte l’interesse personale (o economico) che il garante ha nel fornire tale garanzia. Come detto nella prima parte i contratti di garanzia sono molto diffusi nell’ambito del commercio internazionale, ed anche in Svizzera, sotto forma di garanzie prestate mediante le banche. In Svizzera si parla da un lato di Bankgarantie e dall’altro di Letter of Credit. Qual è concretamente il contenuto di tali forme di intervento bancario? Un esempio tipico è dato dalla banca che garantisce di pagare una somma x ad una ditta beneficiaria della garanzia a seguito dell’inadempimento di una ditta terza (cliente della banca), in riferimento ad un contratto di fornitura. In altri casi la banca garantisce che presterà la somma x quale restituzione di un acconto in caso di inadempimento del cliente della banca. Si tratta di un servizio che ovviamente ha un costo, spesso elevato. Tenendo presente che non è richiesta alcuna formalità per il contratto di garanzia, contratti di questo tipo sono normalmente redatti per iscritto, viene tipicamente indicato il contratto cui la garanzia si riferisce, viene indicata la durata e ci si impegna in modo irrevocabile a pagare, subito, a prima richiesta, indipendentemente dalla validità e dagli effetti giuridici del contratto di riferimento, rinunciando a far valere ogni eccezione e obiezione risultante dal contratto medesimo. Spesso viene tuttavia inserita una clausola che richiede la presentazione di una precisa documentazione al fine di escutere il pagamento della somma garantita, soprattutto qualora sia coinvolta una banca, tale clausola può evidentemente svolgere un ruolo di grande rilievo. Questo è la cosiddetta Bankgarantie. Esistono diverse tipologie, che vengono poi modellate in riferimento al contratto richiamato. Nonostante quanto appena detto, ciò non significa che non esista una via per sottrarsi all’obbligo di pagare quanto escusso a “prima richiesta” e senza obiezioni, soprattutto nel caso in cui ciò sia palesemente ingiusto. In diversi casi i giudici hanno riconosciuto che l’escussione era fraudolenta e contro buona fede, ricorrendo un’ipotesi in tal caso di responsabilità per condotta contro buona fede. In un altro caso il contratto era stato considerato nullo in quanto mirava ad assicurare un risultato contrario alle norme di ordine pubblico e al buon costume, tale grave invalidità del contratto faceva sì che non si potesse pretendere l’escussione della garanzia. In altri casi si è registrata la tendenza a far rientrare, con interpretazioni talora forzate, i casi nell’ipotesi di fideiussione e non di garanzia, al fine di ottenere un maggior livello di tutela. La Letter of Credit condivide con la Bankgarantie alcune caratteristiche essenziali come il rilievo sul piano commerciale, l’astrattezza e l’indipendenza dal contratto che sta alla base dello scambio commerciale. Svolge la sua funzione principale nei rapporti di import-export e rientra nella categoria giuridica del mandato. La banca agisce per conto del cliente ed é incaricata di mettere a disposizione di un terzo una somma determinata. Il terzo o la banca incaricata può accedere a questa somma dietro presentazione della documentazione di trasporto delle merci, comprovante l’avvenuta consegna. All’atto della presentazione della documentazione richiesta la banca deve liberare la somma posta a credito in favore del terzo. In tal modo una parte ha la sicurezza che il pagamento avverrà solo dietro presentazione dei documenti stabiliti, l’altra parte avrà la certezza di ottenere rapidamente il pagamento che le è dovuto. Tale meccanismo agevola di molto lo scambio negli affari garantendo rapidità e sicurezza allo stesso tempo. Una nota particolare va data alla Standby Letter of Credit che si presenta nella forma della Letter of Credit, ma ha la natura di un contratto di garanzia prestato dalla banca, nell’ambito di un rapporto di import-export. Sulla base del contratto, verrà pagata, dietro presentazione di precisa documentazione, una somma a titolo di indennizzo in caso di mancata esecuzione della consegna della merce o di esecuzione dei servizi. Tale forma è nata negli USA, dove un tempo la normativa vietava alle banche statunitensi di assumere garanzia direttamente nei confronti di un terzo. [email protected] la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 41 CONVENZIONI INTERNAZIONALI di Paolo Comuzzi L’OCSE studia modifiche al commentario con riferimento all’articolo 15 del Modello di convenzione È in fase di studio presso la organizzazione OCSE uno studio per la revisione del modello di convenzione con riferimento all’articolo 15 del modello stesso ed in particolare viene integrato il commentario che è quello strumento che consente di addivenire ad una interpretazione, diciamo così, condivisa della convenzione stessa. La organizzazione OCSE ammette che: “ … Paragraph 1 [dell’articolo 15 citato] establishes the general rule as to the taxation of income from employment (other than pensions), namely, that such income is taxable in the State where the employment is actually exercised. The issue of whether or not services are provided in the exercise of an employment may sometimes give rise to difficulties which are discussed in paragraphs 8.1 ff. Employment is exercised in the place where the employee is physically present when performing the activities for which the employment income is paid. One consequence of this would be that a resident of a contracting State who derived remuneration, in respect of an employment, from sources in the other State could not be taxed in that other State in respect of that remuneration merely because the results of this work were exploited in that other State …”. Di fatto si afferma che l’attività di lavoro viene svolta nel luogo in cui fisicamente la stessa viene prestata ma in taluni casi può essere complesso determinare proprio questo luogo. In aggiunta non possiamo ignorare che “ …It may be difficult, in certain cases, to determine whether the services rendered in a State by an individual resident of another State, and provided to an enterprise of the first State (or that has a permanent establishment in that State), constitute employment services, to which Article 15 applies, or services rendered by a separate enterprise, to which Article 7 applies or, more generally, whether the exception applies. While the Commentary previously dealt with cases where arrangements were structured for the main purpose of obtaining the benefits of the exception of paragraph 2 of Article 15, it was found that similar issues could arise in many other cases that did not involve tax-motivated transactions and the Commentary was amended to provide a more comprehensive discussion of these questions. In some States, a formal contractual relationship would not be questioned for tax purposes un- 42 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 less there were some evidence of manipulation and these States, as a matter of domestic law, would consider that employment services are only rendered where there is a formal employment relationship …” In alcuni casi è complesso determinare se ci troviamo di fronte ad una situazione per cui abbiamo un impiego e / o abbiamo servizi resi da un’impresa estera con la conseguenza che nessuna tassazione sarebbe da applicare in assenza di una stabile organizzazione. Commenti La normativa Italiana in materia di lavoro dipendente (normativa interna) è chiara nell’affermare che si considerano prodotti in Italia i redditi di lavoro dipendente nascenti da lavoro “… prestato nel territorio dello Stato …”. A questo punto il meccanismo è chiaro che: • Il soggetto residente paga su questo reddito in quanto residente (principio di tassazione sul reddito globale) e usa del credito per imposte assolte all’estero se ha assolto imposte; • Il soggetto non residente paga imposte su questo reddito quando presta la sua opera nel territorio dello Stato (cosa questa che lascia intendere un concetto fisico di prestazione ovvero che lascia intendere che la sua attività deve svolgersi sotto la direzione di un imprenditore italiano ma questa interpretazione non è univoca in quanto la dottrina parla anche di “localizzazione in Italia della attività svolta”). Su questo elemento (localizzazione in Italia della attività svolta) si concentra appunto la modifica del commentario OCSE che prende in considerazione proprio questa problematica. Il commentario sembra volere legare la norma di cui all’articolo 15 con quella prevista nell’articolo 7 (tassazione delle imprese) e quindi sembra voler dire che in assenza di una stabile organizzazione della impresa anche i dipendenti, seppur inviati in Italia, non dovrebbero scontare imposta. Questo sembra potersi intendere quando lo stesso afferma che “ …Article 7 is based on the principle that an enterprise of a Contracting State should not be subjected to tax in the other State unless its business presence in that other State has reached a level sufficient to constitute a permanent establishment. The exception of paragraph 2 of Article 15 extends that principle to the taxation of the employees of such an enterprise where the activities of these employees are carried on in the other State for a relatively short period …”. A questo punto il meccanismo previsto dalla normative interna Italiana e che deve essere letto comunque in connubio con la eventuale convenzione contro le doppie imposizioni che risulti applicabile potrebbe anche essere interpretato legandosi nella sua affermazione a quella della tassazione in tema di reddito di impresa e secondo cui nessuna tassazione si applica quando non esiste una stabile organizzazione. La presenza dello straniero per un tempo limitato non sarebbe in alcun modo soggetta a imposizione anche quando egli presta un lavoro dipendente. Diciamo comunque che diventa rilevante fare una distinzione tra un contratto di servizi e quello che invece è un rapporto di lavoro dipendente e quindi possiamo guardare almeno ai seguenti elementi (previsti in modo specifico nel commentario): • who has the authority to instruct the individual regarding the manner in which the work has to be performed; • who controls and has responsibility for the place at which the work is performed; • the remuneration of the individual is directly charged by the formal employer to the enterprise to which the services are provided (see paragraph 8.15 below); • who puts the tools and materials necessary for the work at the individual’s disposal; • who determines the number and qualifications of the individuals performing the work. Non possiamo poi certamente ignorare gli accordi formali posti in essere e questo perchè (come indica sempre il commentario) dobbiamo considerare che “ …the financial arrangements made between the two enterprises will clearly be relevant, although not necessarily conclusive, for the purposes of determining whether the remuneration of the individual is directly charged by the formal employer to the enterprise to which the services are provided. For instance, if the fees charged by the enterprise that formally employs the individual represent the remuneration, employment benefits and other employment costs of that individual for the services that he provided to the other enterprise, with no profit element or with a profit element that is computed as a percentage of that remuneration, benefits and other employment costs, this would be indicative that the remuneration of the individual is directly charged by the formal employer to the enterprise to which the services are provided. That should not be considered to be the case, however, if the fee charged for the services bears no relationship to the remuneration of the individual or if that remuneration is only one of many factors taken into account in the fee charged for what is really a contract for services …”. Le situazioni sono certamente molto ampie e prima di sostenere che un soggetto non residente viene a percepire una remunerazione per reddito di lavoro dipendente da tassare in Italia “… in virtù della localizzazione in Italia della attività svolta …” (come indica la dottrina) si deve fare un esame molto ampio ed oggettivo delle determinanti contrattuali in essere e su questi elementi proprio il commenta- rio ha cura di dare precise indicazioni con alcuni esempi. Si pensi alla situazione di una impresa estera che svolge servizi di “training” riferiti alla implementazione di un software: in questa situazione pensare che i dipendenti della stessa inviati in Italia presso il cliente siano da considerare come dipendenti di questa società (i cui dipendenti beneficiano del training) appare del tutto incongruo e certamente non si possono chiedere alle persone (estero residenti) le imposte italiane per il reddito che il datore di lavoro estero abbia loro erogato per il periodo in cui sono rimaste in Italia. Diverso il caso nel quale si ha che “…it is clear that the work performed by the engineer on the construction site in State J is performed on behalf of Jco rather than Ico. The direct supervision and control exercised by Jco over the work of the engineer, the fact that Jco takes over the responsibility for that work and that it bears the cost of the remuneration of the engineer for the relevant period are factors that could support the conclusion that the engineer is in an employment relationship with Jco …”. In questa situazione è evidente che il soggetto estero viene inviato a lavorare alle dipendenze della società residente nell’altro Stato e quindi (ove tale stato fosse l’Italia) potrebbe applicarsi la norma in tema di tassazione dei redditi dei non residenti. È ovvio che la incertezza genera anche un importante problematica di carattere partico e che si riassume nel dire che “ …Where, in accordance with the above principles and examples, a State properly considers that the services rendered on its territory by an individual have been rendered in an employment relationship rather than under a contract for services concluded between two enterprises, there will be a risk that the enterprises would be required to withhold tax at source in two jurisdictions on the remuneration of that individual even though double taxation should ultimately be avoided (see paragraph 8.10 above). This compliance difficulty may be partly reduced by tax administrations making sure that their domestic rules and practices applicable to employment are clear and well understood by employers and are easily accessible. Also, the problem can be alleviated if the State of residence allows enterprises to quickly adjust the amount of tax to be withheld to take account of any relief for double taxation that will likely be available to the employee …” Conclusione È banale dire che non sempre è agevole concludere se la fattispecie in esame è quella del lavoro dipendente e / o quella di un servizio reso da una impresa estera ad una impresa residente. Nel primo caso abbiamo un problema di tassazione del lavoratore straniero (anche se questo lavorasse per un giorno solo) e nel secondo il problema non esiste. Diciamo che possono esserci indici importanti per operare una distinzione tra le due casistiche ma certamente sussiste uno spazio di discrezione che porta a dire che un chiarimento in sede OCSE assume la sua importanza (sempre che gli Stati si rimettano al commentario nella interpretazione della convenzione che sia eventualmente in essere e anche nella interpretazione della pura norma quando una convenzione non dovesse sussistere). In questo senso anche un chiarimento di legge interna (forse anche necessario per portare in Italia persone) potrebbe essere interessante. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 43 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa signica concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da più di 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. Per ulteriori informazioni > www.finter.ch Fair-Relationship-Banking Sede centrale: Finter Bank Zürich S.A. Claridenstrasse 35 CH-8002 Zurigo Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein di Ingeborg Wedel Donne in carriera: Nadia Nozzoli La rue en rose L’attività alla quale si dedica la nostra donna in carriera è certamente singolare: probabilmente è la prima in Italia, anche se – da come la vedo io – non resterà a lungo l’unica! L’intraprendente protagonista dell’intervista è nata a Firenze l’1.10.1971; è felicemente sposata con Stefano e non ha figli. Nadia si è laureata in Economia e Commercio all’Università del capoluogo toscano e avrebbe certamente potuto scegliere una carriera diversa, forse più prestigiosa, ma dopo aver provato e riprovato con diverse alternative, ha preferito condividere il lavoro di suo padre taxista, socio di una delle due cooperative esistenti a Firenze. In questo modo ha potuto conoscere la vita che si svolge sulle strade ed è maturata l’idea di partecipare al concorso per ottenere la licenza per una propria cooperativa di taxi, tutta al femminile. Vinto il concorso – da donna solare e ottimista – alla quale piace il contatto con la gente ed avere una certa libertà di movimento, ha creato INTAXI ROSA, coinvolgendo 8 donne taxiste, di cui è diventata presidente: ovviamente taxista anche lei! Questo accadeva nel 2007 e – da allora – i “taxi rosa” vengono scelti in prevalenza da donne, bambini ed anziani, che vengono accolti con un servizio eccellente, tanta cortesia dalle 9 donne autiste, sulle strade di Firenze dalle ore 5 alle ore 23. Possono accorrere se chiamate il nr. 055.2001326 e accettano prenotazioni anche online: www.intaxifirenze.it. Tutte le taxiste parlano fluidamente l’inglese; alcune anche il francese. Sono quindi pronte a dialogare con le straniere che – per turismo – visitano Firenze. In questo modo, le clienti si sentono subito a loro agio, riuscendo ad apprezzare maggiormente le bellezze della città, famosa in tutto il mondo, “raccontate” nella loro lingua. Abbiamo potuto intervistare Nadia, curiosi delle sue risposte, che si sono rivelate interessanti, anche senza eccessi sia in positivo che in negativo, per quanto riguarda la posizione della donna in carriera rispetto all’uomo. Alla nostra domanda di rito - “quanto tempo serve per farsi apprezzare come manager in un mondo di uomini” - Nadia ci ha precisato che, nel contesto in cui lei e le altre socie operano, non è stato ancora accettato il fatto che tutta l’organizzazione venga seguita e applicata da sole donne! Inoltre – fa rilevare Nadia – il servizio offerto da questa cooperativa tutta rosa è certamente speciale ed è sta- to invece molto apprezzato a livello generale da coloro che hanno fruito dei taxi guidati da sole donne! Le difficoltà da affrontare, da un punto di vista burocratico, sono praticamente irrilevanti: comunque, la cooperativa rosa viene spesso presa “sottogamba” e contemplata con un sorriso ironico, quasi di compatimento. La diffidenza cessa quando la gente vede “oltre” l’aspetto femminile dell’impresa ed apprezza le idee innovative ed il successo delle loro realizzazioni. Gli ostacoli non mancano di certo e questi vengono affrontati con pazienza, costanza e determinazione. Per superare gli svantaggi secondo Nadia è necessario impegnarsi al massimo, trascurando, al momento, altri obbiettivi, mentre i vantaggi sono chiaramente la soddisfazione di ottenere risultati apprezzabili. In linea di massima, per la nostra donna in carriera non esistono particolari privilegi, se non quello che, di fronte ad una donna, l’uomo – ancora oggi – si porge con maggiore gentilezza e cavalleria. Per quanto concerne le intuizioni femminili, ritenute superiori a quelle maschili, Nadia afferma che per lei, più che altro, si tratta di una maggiore sensibilità. “La soddisfazione più grande” precisa Nadia “è rilevare che la clientela dei taxi rosa, crede nei nostri progetti, ci sceglie una prima volta, poi ci richiama. Il “passaparola”, poi, ci ha permesso di ampliare sempre di più il numero dei passeggeri.” Inoltre, è di massima importanza instaurare e mantenere tra le socie un gruppo di lavoro attento alla sensibilità di ciascuna, una complicità e la volontà di fare sempre meglio nell’interesse di tutte. Le nostre taxiste sono in strada per 8-10 ore al giorno, ma non per questo rinunciano alla cura della loro famiglia, ai loro svaghi. Infatti, Nadia ci precisa che d’inverno va regolarmente in palestra, mentre nella bella stagione corre. Nei momenti di relax le piace leggere: specialmente i gialli. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 45 Scegliete chi sa scegliere. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Paradiso, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Berna, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Coira, Davos, MC-Monaco Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS(SUISSE). Anche in tempi difficili. Call Center 00800 800 767 76 www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te. L di Vittoria Cesari Lusso 1 L’ Elefante invisibile Cosa celano gli oroscopi? Mi colpisce il numero di giornali e riviste che dedicano una rubrica agli oroscopi! E non si tratta solo di stampa frivola che si nutre di pettegolezzi (o meglio gossip, come è di moda dire oggi. Ma cambia qualcosa nella sostanza se si cambia il termine?). Il fenomeno riguarda anche parecchie pubblicazioni considerate austere. Del resto mi stupisce altresì che gli autori di articoli concernenti personaggi della politica, dell’economia, della cultura citino spesso il segno zodiacale delle personalità in questione. Come se fosse un dato pertinente per dedurre informazioni sulle capacità e qualità politiche, scientifiche, culturali dei vip in questione. Come mai tanto spazio all’argomento? Evidentemente poiché si pensa che i lettori amino tale tipo di notizia, anche se non lo dichiarano espressamente. È probabile, infatti ,che i lettori che sbirciano l’oracolo astrale siano molti di più rispetto a quelli che ammettono di interessarsi alla materia. Un po’ come succede per i voti a certi partiti. A parole sembra che siano in pochi a far loro credito e a votarli, ma poi nei fatti vincono magari le elezioni. Da dove nasce il bisogno di far credito agli oroscopi? Quale elefante invisibile cela tale fenomeno? Ci sono ovviamente diversi modi di fare credito. Si va dalla fede assoluta alla lettura rituale, ma alquanto distaccata, fino all’uso divertito delle sole profezie che fanno comodo. Comunque sia, è plausibile che il bisogno di prestare fede agli oroscopi tragga origine dalla vulnerabilità della condizione umana. In altri termini, vivere comporta fare i conti con sentimenti di fragilità, paura, incertezza. E ciò vale per tutti: bambini e adulti, uomini e donne, padroni e servitori. Le profezie rappresentano uno dei mezzi a cui gli esseri umani fanno appello per calmare le proprie ansie, tentare di rendere più controllabile e prevedibile il prossimo, il proprio destino e per alimentare le proprie speranze. A questo livello si può dire che gli oroscopi servono a quattro scopi principali. In primo luogo forniscono spiegazioni semplici alla portata di tutti sui comportamenti del nostro prossimo. Una delle principali preoccupazioni umane è poter rispondere a domande quali: chi sono i nostri interlocutori? Cosa ci riservano? Come funzioneranno le nostre relazioni? Gli oroscopi ci forniscono la benefica illusione di avere a portata di mano delle risposte: Tizio si è comportato così poiché è uno scorpione; Con Caio bisogna andare cauti poiché è un Ariete; con Sempronio tutto funziona poiché è una Vergine; ecc. ecc… Secondariamente, gli oroscopi alimentano la nostra immagine del futuro. In che modo? In effetti, non tutto ciò che leggiamo viene memorizzato. La nostra mente di solito filtra e trattiene ciò che più corrisponde alle nostre speranze e a ciò che abbiamo bisogno di credere. È come se cercassimo costantemente delle conferme. Tra l’altro, un ottimista selezionerà soltanto ciò che alimenta le sue speranze. In caso di previsioni negative si limiterà a esclamare ”Tutte baggianate!”. Al contrario, invece, si comporterà qualcuno che ha tendenza a vedere tutto a tinte fosche. Da questo punto di vista gli oroscopi possono servire per cercare di conoscere meglio anche sé stessi. Come? Osservando appunto l’uso che facciamo delle previsioni. Cosa prendiamo per buono e cosa scartiamo? Quali risposte speriamo di trovare? Un modo insomma per capire cosa ci sta preoccupando in particolare, cosa ci piacerebbe che succedesse, cosa vorremmo evitare, ecc. Terzo punto, gli oroscopi sono un mezzo egregio per nutrire la comunicazione tra le persone. Nella vita sociale, con la scusa dell’oroscopo tutti finiscono per raccontare di più su sé stessi. Per non parlare poi se agli incontri è presente qualche improvvisato chiromante, che, oltre a commentare il vostro segno zodiacale, offre pure un servizio di lettura della mano. Tutti si precipitano “Adesso tocca a me…tocca me…”. Tutti cominciano a parlare di sentimenti, di amori felici o infelici, di delusioni e di speranze. Insomma, la comunicazione diventa meno inibita, più calda e aperta. Infine, gli oroscopi servono ad alimentare l’industria degli oroscopi, appunto! Fanno vendere più copie ai giornali, danno lavoro alla categoria dei veggenti, contribuiscono alla produzione e alla vendita di amuleti e portafortuna. Un giro di affari non indifferente, anche se è poco probabile che i professionisti del settore paghino tutte le tasse. Personalmente quando qualcuno mi chiede di che segno sono, mi piace rispondere dell’aquila! Al che la persona mi risponde “Ma non esiste!!”. Ciò mi dà la possibilità di replicare “Già perché gli altri esistono?!” È un po’ altezzoso e saccente, lo ammetto. Ma poi per farmi perdonare magari aggiungo “Dai, diamo una sbirciatina agli oroscopi della settimana! Questo contributo stimola la vostra voglia di reagire? Allora non esitate a condividere i vostri commenti con l’autrice: [email protected] 1 Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 47 Scaffale di Liber Loretta Napoleoni Pino Aprile Eugenio Scalfari Maonomics Terroni Per l’alto mare aperto Rizzoli pp.308 € 19,50 Piemme pp. 308 € 17,50 Einaudi pp.290 € 19,50 La coppia democrazia-capitalismo è in crisi, vittima di una depressione che non è solo finanziaria. Trionfa invece il capicomunismo visto che mentre la nostra economia va in pezzi, la Cina cresce a ritmi vertiginosi. Più 9% del Pil nel 2009 e un piano di investimenti grandioso: strade, scuole, ospedali, ferrovie, colossali impianti per la produzione di energie rinnovabili. Si può ancora dire che il comunismo è stato sconfitto dalla storia? O è tempo di cominciare a guardare alla società con occhi un po’ più a mandorla? Per esempio, le misure anticrisi attuate dai nostri governi sono servite ad arricchire gli stessi speculatori responsabili del collasso, mentre l’intervento statale cinese ha permesso di limitare i danni e ricominciare a crescere. La nostra vita politica è scossa da continui scandali e violazioni del diritto, mentre in Cina stanno nascendo nuove forme di partecipazione, pur all’interno del partito unico. E tra i grattacieli di Shanghai e Pechino si avverte uno slancio verso la modernità che il vecchio Occidente non riesce più nemmeno a immaginare. Da Margaret Thatcher a Berlusconi, da Wall Street al Cile di Pinochet, passando sempre per Pechino, questo libro racconta una deriva che abbagliandoci con la promessa del benessere ci sta privando della libertà. E grazie a esempi e testimonianze di imprenditori, studiosi, giornalisti, attivisti dei diritti umani spiega invece come la Cina sta lavorando per migliorarsi. Un modello da imitare? Almeno una lezione da apprendere: il nostro capitalismo si salverà solo se sapremo cambiare radicalmente i capitalisti. Loretta Napoleoni, economista, scrittrice, consulente di governi e di organizzazioni internazionali, collabora con la CNN, El País, Internazionale, L’Espresso, Il Venerdì di Repubblica. I suoi ultimi libri pubblicati in Italia sono Economia canaglia (Il Saggiatore 2008) e La morsa (Chiarelettere 2009). Fratelli d’Italia... ma sarà poi vero? Perché, nel momento in cui ci si prepara a festeggiare i centocinquant’anni dall’Unità d’Italia, il conflitto tra Nord e Sud, fomentato da forze politiche che lo utilizzano spesso come una leva per catturare voti, pare aver superato il livello di guardia. Pino Aprile, pugliese doc, interviene con grande verve polemica in un dibattito dai toni sempre più accesi, per fare il punto su una situazione che si trascina da anni, ma che di recente sembra essersi radicata in uno scontro di difficile composizione. Percorrendo la storia di quella che per alcuni è conquista, per altri liberazione, l’autore porta alla luce una serie di fatti che, nella retorica dell’unificazione, sono stati volutamente rimossi e che aprono una nuova, interessante, a volte sconvolgente finestra sulla facciata del trionfalismo nazionalistico. Terroni è un libro sul Sud e per il Sud, la cui conclusione è che, se centocinquant’anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema, vuol dire che non si è voluto risolverlo. Come dice l’autore, le due Germanie, pur divise da una diversa visione del futuro, dalla Guerra Fredda e da un muro, in vent’anni sono tornate una. Perché da noi non è successo? Giornalista e scrittore, pugliese, residente ai Castelli Romani, anni di lavoro a Milano. Pino Aprile è stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente; per la Tv ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud” e al settimanale di approfondimento del Tg1, Tv7. Per Piemme ha scritto Il trionfo dell’Apparenza, sul deludente esordio del terzo millennio, Elogio dell’imbecille, Elogio dell’errore. Ha una “malattia”: la vela (ha anche diretto il mensile Fare Vela e scritto libri di mare e vela per Magenes, Il mare minore, A mari estremi, e per ElectaMondadori, Mare, uomini, passioni). E non intende smettere... «Io so perché ho deciso di scrivere questo libro. Pensavo di aver chiuso con le pagine bianche da riempire con tremolante scrittura che non parla di fatti ma di pensieri. Invece ho dovuto. Questo libro non è una libera scelta, ma una necessità. Ho sentito d’esser chiamato a testimoniare una nascita, un viaggio, un declino. E poi un finale, un gran finale». Quattro secoli di modernità, nel racconto appassionato di un lettore instancabile, con i piedi ben saldi sulla terra e gli occhi rivolti al mondo fuori della scrittura. Il breviario civile, metafisico e morale di uno dei grandi protagonisti del tempo in cui viviamo. «Questo libro è la rivisitazione della modernità, da Montaigne e Cervantes fino a Leopardi e a Nietzsche, Descartes, Kant e Hegel, e ancora Tolstoj, Proust, Kafka e Joyce. Un’epoca durata quattro secoli, mai simile a se stessa, sempre in cerca di sperimentare il nuovo, di allargare il respiro delle generazioni, di modificare l’identità senza smarrire la memoria». Cosí Eugenio Scalfari riassume il suo viaggio attraverso la modernità, che tocca le varie fasi dei tempi moderni, dall’Illuminismo al Romanticismo, dalle avanguardie al nichilismo, dalla razionalità allo scatenarsi delle emozioni e degli istinti. «La modernità - scrive Scalfari - è stata sconfitta da una sorta di invasione barbarica, ma la storia non finisce, un’altra epoca nascerà come è sempre avvenuto finché l’Homo sapiens riuscirà a guardare il cielo stellato e a cercare dentro di sé la legge morale. A me questo viaggio dentro l’epoca è sembrato un sabba, non di diavoli e di streghe, ma di anime e di stelle danzanti». Eugenio Scalfari (1924), dopo aver collaborato al Mondo di Pannunzio, è stato, nel 1955, tra i fondatori dell’Espresso che ha diretto dal 1963 al 1968. Nel 1976 ha fondato il quotidiano la Repubblica, che ha diretto fino al 1996 e di cui oggi è editorialista. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 49 “Ogni attività di Private Banking richiede un elevato livello di confidenzialità e fiducia. Crediamo fermamente nelle potenzialità del sistema di gestione bancario Ambit Apsys di SunGard per assicuralo “ con la massima efficienza. Christine Ehrat, lic.oec.publ. Membro della direzione MediBank AG Zug Ambit Apsys – per banche con più di 500 utenti AMBIT APSYS The Well Managed Bank Helping Banks better manage their customers SunGard ha progettato il sistema Ambit Private banking facendo leva sui suoi principali punti di forza: compliance ed efficienza. Inoltre, il sistema Ambit è stato integrato con funzionalità CRM che facilitano una più efficace interazione tra consulenti e clienti. Ad oggi, più di 70 banche private utilizzano questo software, che si è rivelato essere molto flessibile ed affidabile, riuscendo a soddisfare un sempre crescente numero e una complessità di richieste da parte dei loro clienti. Migrate su Ambit Apsys entro pochi mesi. Parliamone insieme. Telefono 022 929 83 00. www.sungard.com/apsys © 2010 SunGard Trademark information: SunGard, the SunGard logo, and Ambit Apsys are trademarks or registered trademarks of SunGard Data Systems Inc. or its subsidiaries in the U.S. and other countries. All other trade names are trademarks or registered trademarks of their respective holders. Le corrispondenze di Paolo Gir D al balcone del mio soggiorno vedo nel giardino di una casa vicina, un prugno giapponese in piena fioritura. E c'è il vento. Al suo impeto piu' o meno spavaldo i rami dell'albero si incurvano, si alzano, si piegano gravi sotto il sole, si contorcono e si impennano come tante braccia in un'aria di spasimo e di convulsione. È un alternarsi chiaro di rosa pallido, di bianco appena venato di rosso e di un vaniglia tenue. Fa pensare, tra l'altro, a una fantastica altalena pressoché irreale. Sto dei momenti a contemplare quel gioco e cerco di allinearlo su qualche altro piano o su qualche altro oggetto sepolto nel fondo della mente. Emerge allora, a poco a poco e simile a un incanto quasi dimenticato, una poesia di Charles Baudelaire chiamata Corrispondenze. Già, mi dico, nella natura tutto corrisponde; i gesti del prugno fiorito corrispondono al sollevarsi dei cavalloni sul mare, all'ondeggiare di una distesa di grano maturo allo scirocco, al balzo della pioggia sul granito e all'uragano sulla sabbia arsa dal sole. Dice il poeta francese: "La natura è un tempio dove incerte parole mormorano pilastri che sono vivi, una foresta di simboli che l'uomo attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari come echi che a lungo e da tempo lontano tendono a un'unità profonda e buia grande come le tenebre e la luce i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi. Profumi freschi come la pelle di un bambino, vellutati come l'oboe e verdi come i prati, altri d'una corrotta, trionfante ricchezza che tende a propagarsi senza fine così l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi." (Si veda Per conoscere Baudelaire, a cura di Giovanni Roboni, Mondadori 1977). Non mi pare ora fuori posto vedere corrispondenze tra il gesticolare e il tremare dei rami e delle fronde del prugno giapponese a me di fronte e lo sbilanciarsi della nostra mente al sibilo dell'angoscia, della desolazione e della solitudine. Alla voce del poeta ogni cosa si sposta dal proprio angolo e dalla sua posizione per unirsi a una forma piu' ampia che la accoglie e che dà la misura dell'universo. E non si dimentichi che su un ramo o su una chioma del nostro tronco sventola, spesse volte, una primaverile e invisibile ghirlanda di fiori. Ma c'è di più: la corrispondenza nostra, quella del nostro io, con i fenomeni dell'universo ci fa certi di essere accolti e custoditi (nonostante tutto) da un ambiente o concavo o incavo, il quale ci porta e ci guida. E ancora: le scosse della natura, per gravi che siano, ci incitano e ci invitano ad orientarci, a riflettere e a sentire; a essere scolpiti dagli elementi e dal caso. Nella foto:“Dal balcone del mio soggiorno vedo nel giardino di una casa vicina, un prugno giapponese in piena fioritura”. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 51 Unità d’Italia I Padri Fondatori in mostra al Senato “I Padri Fondatori”: al Senato ha aperto i battenti una grande mostra che vuole ripercorrere la costruzione dello stato unitario attraverso i suoi protagonisti, uomini che cercarono di realizzare i loro convincimenti ideali. La mostra rientra nel ciclo delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Vuole celebrare i “Grandi Italiani” - Cattaneo, Gioberti, Mazzini, d’Azeglio, Manin, Tommaseo, Spaventa, Garibaldi, Pisacane, Cavour - che hanno contribuito in misura determinante a realizzare una importante pagina della storia patria. L’attività dei “Padri Fondatori” si esplicò in vari modi: attraverso le azioni - partecipando a tentativi insurrezionali, combattendo durante le guerra d’indipendenza o all’interno dell’impegno politico - o mediante la scrittura e la diffusione degli ideali di patriottismo e di libertà. Ecco dunque in mostra un centinaio di opere tra documenti, libri, lettere, manoscritti, cimeli, fotografie, dipinti a olio, che documentano i ritratti di questi protagonisti mettendo in luce anche altre figure che si mossero all’interno di idealità comuni pur mostrando singole fisionomie: da Cesare Beccaria a Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni; da Carlo Cattaneo a, tra gli altri, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Mazzini, Massimo D’Azeglio, Giuseppe Garibaldi, fino ad arrivare a Camillo Cavour. Promossa dal Senato e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, la mostra è a cura del prof. Giuseppe Talamo, presidente dell’Istituto, che è scomparso il 25 maggio scorso. La mostra si articola in varie sezioni: Storie d’Italia; Verso la Costituzione; I Precursori; I Padri fondatori; Il Pantheon Ideale. Ogni singola sezione della mostra è illustrata da un ritratto del protagonista, da una selezione di citazioni e da una serie di cimeli originali quali manoscritti e documenti volti ad illustrare la vita della figura. La presenza di piante e mappe originali dell’Italia tra XVIII e XIX secolo consente di contestualizzare la vita di questi singoli protagonisti. I preziosi materiali esposti provengono prevalentemente dalla Biblioteca del Senato e dal Museo 52 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Giordana e Salussolia (litografia): I propugnatori dell’Unione Italiana (1860 ca): Cavour, Fanti, Garibaldi, Cialdini, Vittorio Emanuele II, Farini, il principe di Carignano, Ricasoli. Centrale del Risorgimento e cercano di far affiorare lo stretto legame che si venne a creare, durante l’Ottocento, tra l’attività teorica e la prassi politica. La generazione risorgimentale utilizzò infatti la diffusione della stampa, e in modo particolare, la stampa periodica, per far circolare i nuovi ideali di libertà e di nazione. Dalla metà del secolo XVIII, l’impetuosa spinta del pensiero illuminista produsse un forte movimento riformatore anche da parte dei governi monarchici assolutisti del tempo. L’attività riformatrice in Italia, dunque, si configurò come parte del più generale moto di rinnovamento politico, giuridico, amministrativo e culturale di cui l’”assolutismo illuminato” si fece promotore in Europa. In particolare, nella Lombardia austriaca, l’attività riformatrice viene proposta da Maria Teresa e Giuseppe II, con il concorso di intellettuali progressisti come il conte Pietro Verri e il marchese Cesare Beccaria, incarnando una saldatura tra politica dei sovrani e iniziative di rinnovamento culturale. Tra I Precursori: Cesare Beccaria, Pietro e Alessandro Verri; Ugo Foscolo; Alessandro Manzoni. A partire dal 1860 iniziarono a circolare una serie di immagini legate agli avvenimenti contemporanei. Dalla raffigurazione delle battaglie del 1859 ai fatti occorsi durante la spedizione dei Mille; dalle mappe con le annotazioni dei luoghi degli avvenimenti bellici alle fotografie con i ritratti dei singoli protagonisti. Ma allo stesso tempo presero a circolare delle tavole litografate con ritratti di “gruppo”. Attraverso le moderne tecniche di riproduzione meccanica si riusciva infatti a realizzare quello che con la pittura e con la fotografia non si riusciva a creare: una sorta di ritratto collettivo dei “protagonisti” delle vicende risorgimentali. In questo modo, sulle tavole litografate, potevano trovar posto Garibaldi e Ricasoli accanto a Cavour e Napoleone III o Vittorio Emanuele II, cercando di produrre opere che, mediante l’inclusione o l’esclusione di questo o di quel personaggio potessero avere la più ampia condivisione e diffusione. Ogni ritratto di gruppo rispondeva perciò ad una esigenza politica e culturale, spesso legata anche alla committenza. Si creava così un Pantheon Ideale, in cui le figure dei Padri della Patria, si mostravano ai patrioti risorgimentali. Ma allo stesso tempo questa necessità di trovare dei Padri Fondatori, consentiva di recuperare suggestioni culturali molto più lontane. @kYk]-+,+5 DkYdaY-,mgda ]kkaeYfYda Ecco quindi I Padri Fondatori: un “Pantheon” ideale: Carlo Cattaneo; Vincenzo Gioberti; Giuseppe Mazzini; Massimo d’Azeglio; Daniele Manin; Nicolò Tommaseo; Silvio Spaventa; Giuseppe Garibaldi; Carlo Pisacane; Camillo Cavour. La mostra, inaugurata dal presidente del Senato Renato Schifani, rimarrà aperta fino al 1° agosto. (http://www.senato.it/documenti/repository/notizie/2010/brochure%20Padri%20Fondatori.pdf ) INFORMAZIONI Palazzo Madama Piazza Madama, 2 - Roma Orario di apertura Venerdì 15.00 - 20.00 Sabato 10.00 - 13.00 • 15.00 - 20.00 Domenica 10.00 - 13.00 • 14.00 - 18.00 Lunedì 10.00 - 13.00 Tali orari potranno subire eventuali modifiche in relazione a esigenze legate all’attività parlamentare Ingresso gratuito Basilea Zurigo Rimini Olbia Napoli Bari Lamezia Palermo Terme Catania CH_274_CHLR_210x145_0103.indd 1 10.02.2010 10:41:05 Uhr la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 53 Gianni Vattimo al Volkshaus di Zurigo Dal pensiero debole alle forti nostalgie di Mattia Lento Giovedì 3 giugno a Zurigo spazio al dibattito filosofico. Il locale Istituto Italiano di Cultura e la Buchhandlung im Volkshaus hanno organizzato un incontro in presenza dell’illustre filosofo Gianni Vattimo. L’occasione è stata propiziata dalla traduzione in lingua tedesca di uno degli ultimi libri del pensatore italiano: Ecce comu. Come si ridiventa ciò che si era (Fazi, 2007). L’opera, che nella versione tradotta s’intitola più eloquentemente Wie werde ich Kommunist (Rotbuch, 2008), non ha mancato di suscitare interesse e polemiche nel nostro paese e ha segnato l’inizio di una nuova fase del pensiero politico e filosofico dell’intellettuale torinese V attimo, allievo di Luigi Pareyson all’Università di Torino, dopo la laurea conseguita nel 1959 nel capoluogo piemontese prosegue gli studi di filosofia a Heidelberg, dove incontra due figure fondamentali per la sua formazione: Karl Löwith e, soprattutto, Hans Georg Gadamer, di cui in seguito introdurrà il pensiero nel contesto accademico italiano. Tornato all’Università di Torino, è promosso nel 1969 Professore Ordinario di Estetica e, soltanto pochi anni dopo, di Teoretica. In breve tempo diviene una delle voci più influenti nel panorama filosofico contemporaneo e contribuisce a riattualizzare e riportare in auge il sistema filosofico di Nietzsche e quello di Heidegger. I suoi interessi sono molteplici e travalicano la sola dimensione accademica; il filosofo si è sempre interessato di politica e si è dimostrato assai sensibile ai temi religiosi. Inoltre, cosa non da poco in un contesto come quello italiano, Vattimo non ha mai fatto mistero della propria omosessualità, attirandosi le simpatie dei movimenti queer del nostro paese. È certamente una figura poliedrica, restia al confinamento nella torre d’avorio accademica: filosofo-politico, agitatore culturale, movimentista e divulgatore. Tuttavia, è proprio all’università che egli elabora, insieme a Pier Aldo Rovatti, un tipo di 54 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 pensiero, definito “debole”, che tuttora alimenta il dibattito filosofico. Siamo nel 1983 e Feltrinelli pubblica una curatela dei due accademici, con una serie di saggi di diversi studiosi che, con metodi diversi, si prefiggono il duplice scopo di decostruire i capisaldi delle metafisiche cosiddette “forti” e, nel contempo, di non abbandonarsi a tentazioni irrazionalistiche: comincia così la Storia ufficiale del pensiero debole. Vattimo e Rovatti partono proprio dalle riflessioni di Nietzsche e di Heidegger e le attualizzano per giungere a una critica di tutti i sistemi dell’età moderna che da Cartesio in poi hanno forgiato l’ontologia occidentale. In altre parole, a partire da un nichilismo filosofico scevro da connotazioni negative, pessimistiche o, peggio, catastrofiste, il pensiero debole si configura come capace di costruire una Metafisica flessibile e non dogmatica, un Essere non più stabile ma fluido, capace di aderire alle mutazioni del divenire storico e alla molteplicità di senso del Reale. In un solo colpo decadono o si svalutano intere colonne del nostro filosofare: il kantismo, l’idealismo, il positivismo, lo storicismo, il pragmatismo, la filosofia analitica, lo strutturalismo e, non ultimo, il marxismo. Proprio quest’ultima corrente, tanto importante per comprendere il Novecento, veniva considerata dai “debolisti” come una di quelle meritevoli di aver decostruito “il vecchio” ma, altresì, colpevole di aver restaurato nuove forme di pensiero forte, nuove sovrastrutture incapaci di quella flessibilità che il nuovo corso si proponeva di promuovere. Nel momento in cui il pensiero debole sembra ottenere sempre più larghi consensi (contrastato, però, dal nuovo fermento conservatore della Chiesa Cattolica che sotto il papato di Ratzinger si propone di restaurare categorie quali l’Assoluto), Vattimo rivede le proprie posizioni e, pur non rinnegandole, decide di conciliarle con quel marxismo che aveva contribuito a superare. Come tutto ciò sia potuto accedere egli lo ha raccontato davanti ai giornalisti e al pubblico di Zurigo, nonché nel libro oggetto della conferenza. Secondo il filosofo, la svolta è il risultato di un vis- suto politico che lo ha condotto a riconsiderare alcune idee: l’esperienza da parlamentare nelle file dei Democratici di Sinistra. Un’avventura, quella politico-istituzionale, che ha fatto scricchiolare alcune certezze del filosofo. Inizialmente, nei confronti della Sinistra di governo italiana, secondo Vattimo incapace d’imprimere un nuovo corso realmente alternativo alle politiche delle destre, e, in seguito, anche rispetto all’Europa e al suo assetto politico, che, invece di costituirsi come “terza via”, si è sempre di più allineato all’occidentalismo e ai dogmi statunitensi. L’avventura con i Democratici di Sinistra è durata per queste ragioni soltanto cinque anni, periodo in cui Vattimo è stato parlamentare europeo a Strasburgo. A fine legislatura, il filosofo esce dal maggior partito di sinistra del paese e compie la svolta marxista, che prende il via ufficialmente durante un congresso del Partito dei Comunisti Italiani a Rimini, nei primi mesi del 2004. Questa svolta politica, appunto, la trasferirà anche nel suo sistema filosofico, che lui ha definito proprio come “marxismo indebolito”. Una versione personale dell’ideale comunista, in parte ancorata alle tradizioni anarPER CONOSCERE IL PENSIERO DI VATTIMO Per comprendere più a fondo il pensiero di Vattimo consigliamo di leggere alcune delle sue opere fondamentali. L’interpretazione del pensiero di Heidegger è contenuta in Essere, storia, linguaggio in Heidegger, mentre quella di Nietzsche nel fondamentale Il soggetto e la maschera e in Ipotesi su Nietzsche. Il suo contributo all’estetica lo ha dato in particolare in Poesia e Ontologia. Per comprendere la proposta religiosa di Vattimo consigliamo invece di leggere Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso. chiche, libertarie e antitotalitarie, allineata alle nuove istanze dell’ecologismo e, soprattutto, intrisa di fede cristiano-evangelica. Un comunismo che non dovrebbe aderire a nessun modello forte e precostituito ma che, al contrario, si costituisca a partire dalla sperimentazione e dalla ricerca. È proprio su questo punto, cha a parer nostro appare il più fragile, ci sentiamo di rivolgere delle critiche a Vattimo; ci chiediamo, infatti, perché rispolverare una categoria come quello di comunismo, che storicamente si è troppo spesso costituita come modello sociale rigido. Le intenzioni di Vattimo sono certamente positive, non lo mettiamo in dubbio, ma ci chiediamo anche perché egli non abbia considerato, nonostante l’esperienza europea, la poca spendibilità del termine al fine di costruire un progetto politico alternativo che coinvolga formazioni provenienti da molti dei Paesi del Vecchio Continente. Insomma, c’è forse dell’ingenuità nel credere che nel mondo globalizzato si possa imbastire un progetto politico veramente alternativo rimanendo confinati nel solo territorio nazionale. Con una categoria come quella comunista non si dà certo l’avvio a un nuovo corso della politica europea, ma si rischia di allontanare ulteriormente forze progressiste provenienti, ad esempio, dai paesi dell’Est, che non hanno certo un rapporto idilliaco con l’epoca precedente al 1989. Resta intatta comunque l’ammirazione nei confronti di un pensatore che a settantaquattro anni, non pago dei grandi onori ricevuti in passato, ha deciso ancora una volta di mettersi in gioco e di andare controcorrente rispetto al vuoto di pensiero che a volte sembra circondarci e affliggerci. La proposta di Vattimo è radicale, provocatoria, a tratti discutibile, ma di certo è sintomo di un intelletto ancora vivo e di una passione, quella politica, ancora forte. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 55 Dal 4 al 14 agosto Locarno torna capitale mondiale del cinema d’autore In attesa che a metà luglio venga svelato il cartellone definitivo del Concorso internazionale e si conosca l’impalcatura del programma di Piazza Grande, passiamo in rapida rassegna quelle che allo stato attuale sono gli appuntamenti già confermati della 63° edizione del Festival Internazionale del Film di Locarno Retrospettiva Ernst Lubitsch La 63a edizione del Festival internazionale del film di Locarno, in collaborazione con la Cinémathèque française, dedicherà una retrospettiva integrale all’opera del regista americano di origine tedesca Ernst Lubitsch. Nato a Berlino nel 1892 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1922, Lubitsch ha realizzato oltre 70 film, di cui una ventina sono oggi considerati irreperibili. Fra i titoli più celebri, Trouble in Paradise (Mancia competente, 1932), Ninotchka (1939) e To Be or Not to Be (Vogliamo vivere!, 1942). Attore e poi sceneggiatore, Lubitsch sale alla ribalta del grande schermo grazie a una serie di commedie molto popolari in Germania. Come regista, realizza il suo primo film di successo nel 1918, Die Augen der Mumie Ma (Gli occhi della mummia), un dramma con i due grandi divi del cinema tedesco dell’epoca, Pola Negri ed Emil Jannings. Tuttavia, sono i film in costume e le commedie a decretarne il trionfo cinematografico sulla scena internazionale. Viene invitato a Hollywood dove perfeziona l’arte della commedia sofisticata. Passa con estrema disinvoltura dal muto al sonoro e firma un capolavoro dopo l’altro. Negli anni Trenta e Quaranta, lavora con le più grandi star di Hollywood, fra cui Maurice Chevalier, Gary Cooper, Marlene Dietrich, James Stewart e Greta Garbo. Nel 1947, Lubitsch riceve l’Oscar alla carriera e poco dopo muore di infarto durante le riprese del suo ultimo film, That Lady in Ermine (La signora in ermellino), che sarà terminato da Otto Preminger. Open Doors 2010: Asia centrale La sezione Open Doors, organizzata grazie al patrocinio della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale degli affari esteri, mira ad aiutare i registi e i produttori dei progetti selezionati a trovare partner di copro- 56 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Il manifesto della 63a edizione è ideato dall’agenzia Jannuzzi Smith di Londra, diretta dal grigionese Michele Jannuzzi e dal britannico Richard Smith. duzione, in particolare europei, e a realizzare il loro film. L’edizione 2010 di Open Doors è riservate ai paesi dell’Asia centrale fornirà la possibilità anche al pubblico del Festival di conoscere la cinematografia centroasiatica mostrando le opere già realizzate dagli autori invitati al workshop e una rassegna di film rappresentativi della produzione recente di questa area geografica. Una tavola rotonda riunirà inoltre per l’occasione cineasti e produttori provenienti dall’Asia centrale. Pardo d’onore Swisscom ad Alain Tanner e al cinese JIA Zhang-ke Dopo Jean-Luc Godard (1995) e Daniel Schmid (1999), Alain Tanner è il terzo regista svizzero a Ad Alain Tanner verrà attribuito uno dei due pardi d’onore. La retrospettiva del Festival è dedicata al regista americano di origine tedesca Ernst Lubitsch. ricevere questo premio. Nato a Ginevra nel 1929, Alain Tanner realizza il suo primo lungometraggio per il cinema nel 1969, Charles mort ou vif, premiato con il Pardo d’oro al Festival di Locarno. Due anni dopo, La salamandra (1971) è visto nella sola Parigi da 200mila spettatori. Alain Tanner emerge come uno dei principali esponenti del «nuovo cinema svizzero» portando una ventata di giovinezza e di libertà ben oltre le frontiere nazionali. Oltre a numerosi documentari per la televisione e per il cinema, Alain Tanner ha firmato 19 lungometraggi di finzione, selezionati dai più importanti festival internazionali, tra cui Jonas che avrà vent'anni nel 2000 (1976), Dans la ville blanche (1983), Gli anni luce (1981, Grand Prix speciale della Giuria a Cannes), Une flamme dans mon cœur (1987), Fourbi (1996), e infine Paul s’en va (2004), film che segna il suo addio al mondo del cinema. Oltre ad Alain Tanner, quest’anno il pardo d’onore verrà attributo ad una figura di spicco della «sesta generazione» di cineasti cinesi, JIA Zhang-ke (nato nel 1970) di cui il Festival proietterà uno dei suoi capolavori, Platform (2000), e il suo ultimo documentario I Wish I Knew (2010), presentato nella sezione “Un certain regard” all’ultimo Festival di Cannes. Venerdì 6 agosto è inoltre prevista al Forum una masterclass con il regista aperta al pubblico. un omaggio all’attore americano John C. Reilly che ha dato prova del suo talento nei film di Paul Thomas Anderson (Boogie Nights – L’altra Hollywood, Magnolia), Martin Scorsese (The Aviator, Gangs of New York), e nelle produzioni di Judd Apatow (Walk Hard: La storia di Dewey Cox, Fratellastri a 40 anni). Il programma della Piazza Grande prevede inoltre in anteprima mondiale la presentazione delle prime immagini di The Invisible Boy, un progetto di lungometraggio dell’artista francese Philippe Parreno. Per l’occasione il Festival proporrà una selezione di cortometraggi del cineasta e la proiezione di Zidane, un portrait du 21ème siècle, lungometraggio realizzato con Douglas Gordon (2006). Anticipazioni sul cartellone di Piazza Grande Sabato 7 agosto la Piazza Grande di Locarno accoglierà la prima europea di Cyrus di Jay e Mark Duplass (The Puffy Chair, Baghead), commedia romantica americana ambientata a Los Angeles. Il film, interpretato da John C. Reilly, Jonah Hill, Marisa Tomei e Catherine Keener, è prodotto da Michael Costigan e vede Tony e Ridley Scott in veste di produttori esecutivi. Alla proiezione saranno presenti il protagonista del film, John C. Reilly, e i due cineasti. La 63esima edizione del Festival dedicherà Daniele Gaglianone nel Concorso internazionale Il regista italiano Daniele Gaglianone (I nostri anni, Nemmeno il destino) presenterà in prima mondiale il suo terzo lungometraggio di finzione dal titolo Pietro. Nel 2008, Gaglianone aveva già partecipato al Festival con la proiezione fuori concorso del documentario Rata Nece Biti (Non ci sarà la guerra), vincitore nel 2009 del David di Donatello come Migliore documentario italiano. Il Concorso internazionale accoglierà inoltre per la prima volta a Locarno il regista canadese Bruce LaBruce (Hustler White, The Raspberry Reich) che presenterà la prima internazionale di L.A. Zombie (Germania/Stati Uniti/Francia). Saranno una ventina i film in lizza per il prestigioso Pardo d’oro da 90mila franchi svizzeri. La giuria del Concorso internazionale, presieduta dal regista Eric Khoo (Singapore), sarà composta dall’attrice Golshifteh Farahani (Iran), dall’attore Melvil Poupaud (Francia) e dai registi Lionel Baier (Svizzera) e Joshua Safdie (Stati Uniti). È stata inoltre resa nota la partecipazione dell’attrice italiana Anita Caprioli (Non pensarci, Good Morning, Aman) nella giuria del Concorso Cineasti del presente. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 57 s m l xl, Bäckerstrasse 51, 8004 Zürich, Telefon 044 240 11 11 WWW.SMLXL-FASHIONSTORE.CH Sequenze di Jean de la Mulière JAFFA di Karen Yedaya WOMEN WITHOUT MEN di Shirin Neshat A Jaffa, non lontano da Tel Aviv, il padre di Mali, una giovane ebrea, è proprietario di un garage in cui lavorano Hassan e suo figlio Toufik appartenenti ad una famiglia araba. I rapporti sono amichevoli solo in apparenza. Da alcuni anni Mali e Toufik vivono un’appassionata storia d’amore di nascosto dalle loro famiglie. Ma quando Mali rimane incinta, i due giovani progettano di fuggire insieme. Jaffa e’ uno di quei piccoli film che costituiscono la prova che non sono necessari budget sovradimensionati o molteplici revisioni di sceneggiatura per fare del buon cinema. La vicenda del microcosmo familiare che conduce la propria vita quotidana in una città lontana dagli epicentri della violenza del terrorismo o della repressione è un pretesto per una lettura situazione israelo|palestinese. Le ferite sono e restano aperte, e le giovani generazioni che tentano di sottrarsi al dolore che esse provocano sono destinate a pagare un prezzo decisamente alto. L’amore può ancora nascere, nonostante tutto. Forse può addirittura illudersi di poter trovare la strada di una libera scelta. Ma basta poco innalzare barriere che si pensavano parzialmente abbassate. Tehran, 1953. Durante il conflitto per emancipare la Persia dalle potenze europee e ottenere la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, quattro donne di diversa estrazione sociale cercano di sopravvivere ai loro destini tragici e determinati (da padri e fratelli). Munis possiede un’appassionata coscienza politica che resiste all’isolamento impostole dal fratello, Faezeh sogna di sposare l’uomo che ama, Fakhiri, sposata senza amore, lascia il marito e riaccende la fiamma di un sentimento trascorso, Zarin è una prostituta abusata dagli uomini di cui non distingue più i volti. A un passo dalla democrazia, sfumata con un golpe militare organizzato dalla CIA, Munis, Faezeh, Fakhiri e Zarin lasceranno la città per la terra, uno spazio prodigioso e bucolico dove dimenticare i soprusi, la sopraffazione, la violenza, il suicidio, lo stupro. Ma fuori dalle mura la Storia avanza, assediandone le vite e le speranze. L’opera prima di Shirin Neshat, senza dubbio originale e affascinante, apre e chiude lo sguardo su un mondo cristallizzato dove l’uomo occupa fisicamente e politicamente ogni spazio e dove le donne hanno solo gli sguardi per narrare le loro (non) vite. CELDA 211 di Juan Monzon Juan deve incominciare a lavorare in un carcere come secondino. Per tale ragione, un giorno prima di iniziare il servizio effettivo, si reca sul luogo di lavoro per poter tastare l’ambiente. A causa di alcuni calcinacci che cadono dal soffitto malconcio, si procura una ferita alla testa; gli altri secondini pensano di lasciarlo momentaneamente in una cella vuota in quanto il recluso che la occupava si era suicidato, ma proprio in quel momento nel carcere scoppia la rivolta e Juan rimane isolato in mezzo agli altri detenuti. Per salvarsi la vita dovrà fingere di essere il prigioniero della cella 211. Quarto film del regista Daniel Monzón, Cedla 211 è un ‘prison-movie’ spagnolo che ha trionfato in patria, portando a casa ben 8 premi Goya, tra cui quello per il miglior film. La pellicola è una lunga e tragica odissea dietro le sbarre che ha il solo difetto di non dire nulla di nuovo. Il solo elemento innovativo è legato alla politica e, in particolare, alla difficile convivenza tra le istituzioni spagnole e l’organizzazione terroristica dell’Eta. Nonostante non brilli per originalità, non ha momenti morti ed è onesto e godibile. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 59 © 2009 Challenge Records International Photo by: Marcel van den Broek Il pianista jazz Nicola Sergio lancia un nuovo disco Musica ad alta quota Intervista: Luca D’Alessandro «Symbols», questo il titolo dell’ultimo album di Nicola Sergio. Il compositore e pianista jazz di origine calabrese oggi vive a Parigi, dove la sua carriera è realmente decollata. Certamente non solo per il fatto che il brano «Il labirinto delle fate» ha veramente spiccato il volo: infatti, Air France ha acquistato i diritti del pezzo per proporlo in esclusiva come musica di sottofondo durante i voli transatlantici Nicola Sergio, che impressione le fa, sapere che il primo brano del suo CD viene ascoltato a diecimila metri di altezza? Mi fa sentire libero, come se fossi io stesso a volare. Sulla stampa specialistica lei viene definito un musicista d'avanguardia. Si serve di generi e stili diversi, mescolandoli con interpretazioni diacroniche. In «Violino Gitano», ad esempio, si ha l'impressione di essere di passaggio in un paese orientale, ma con un salto a ritroso nel medioevo. 60 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Diciamo che l'intero disco è un progetto in cui il jazz viene sfruttato per far sì che musiche di origini diverse possano avere una linfa vitale nuova. Il mio obiettivo era quello di trasformare in una visione personale le influenze musicali che ho percorso durante i miei 15 anni di studi a Perugia. Può spiegare queste influenze? A Perugia ho studiato musica classica. A diciassette anni poi ho cominciato a suonare nei gruppi pop e rock. Nel contempo mi sono interessato alle percussioni e alla musica etnica dell'Est Europa e alla musica dei tamburi africani. Ho avuto un retroterra abbastanza ricco, perché mi sono dedicato anche al teatro, dove ho potuto raccogliere delle esperienze nell'animazione. Tutto quello che ho assorbito in quegli anni, oggi viene fuori in modo naturale. Quando scrivo non mi pongo dei limiti: faccio uscire da me tutto ciò che mi viene spontaneamente. Quello che poi m'interessa è cercare e trovare dei nessi in comune tra i vari pezzi all'interno di un'ottica progettuale. È questo il metodo utilizzato per l'arrangiamento di «Symbols»? Si. Il mio interesse per «Symbols» era quello che ogni pezzo fosse legato all'altro, in maniera che tutto il disco raccontasse una storia – anche se i pezzi si distinguono l'uno con l'altro. Ascoltando il disco si percorrono diverse atmosfere e caratteristiche. Ogni pezzo è scritto da me. Si sente la penna dalla quale deriva. Anche ritmicamente ci sono diverse variazioni. «Violino Gitano», per riprendere l'esempio di prima, ha un ritmo che ad un primo ascolto non è decifrabile. È un pezzo che a livello del ritmo fa più sensazione, perché è esattamente un tempo dispari, un quindici ottavi. © 2009 Challenge Records International Photo by: Marcel van den Broek A proposito di trasformazione. Sono previsti altri dischi? C'è stata un'intesa con la casa discografica olandese, Challenge Records, per la pubblicazione di tre dischi; e «Symbols» è il primo dei tre. È orgoglioso di questo? Ma certo. Sapere che posso pubblicare altri dischi mi fa stare tranquillo. Info: www.challenge.nl Un ritmo complicatissimo. Sì, ma è venuto spontaneo. Mettendo su carta il brano non ho nemmeno notato l'aspetto del tempo. Me ne sono accorto dopo (ride). Durante la composizione quindi gli aspetti tecnici sono secondari? Per me sì. Prima vengono la spontaneità e il discorso musicale, poi gli elementi tecnico-formali. «Violino Gitano» ha una prevalenza tecnico-ritmica, mentre nel «labirinto delle fate» prevale l’aspetto armonico, «Scilla» e «Beatrice» invece sono caratterizzati da un'impronta melodica tipicamente italiana. Sono dei brani caldi e solari tipici della scrittura italiana. Si sa che noi italiani, rispetto ad altre culture musicali, siamo molto più melodici, perché siamo vicini al mondo dell'opera. Accanto ai brani melodici ci sono anche dei pezzi più cupi sul disco. Sì, «Un Quadro» e «Mr Hyde» sono dei brani un po' dark – se mi permette di utilizzare il termine inglese. È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it A proposito di «Mr Hyde»: pare che Lei si sia ispirato ai film polizieschi degli anni Settanta. Esatto. Ho scritto questo pezzo ispirandomi al romanzo Dr Jekyll and Mr Hyde. Leggendo il libro ho proprio sentito i brividi. E ho deciso di trasformare questi brividi in musica. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 61 Compie 70 anni BSI Engadin Festival 2010 Il BSI Engadin Festival, di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario, si svolge dal 9 luglio al 15 agosto 2010. Il Direttore artistico Jan Schultsz ha allestito il programma della 70esima edizione nel segno delle specificità dell’Alta Engadina, con esecuzioni distribuite tra luoghi noti e meno noti, estendendo il mix di musica classica tradizionale e folk moderno alle sonorità dei fiati e delle brass band. Per il 2° anno consecutivo BSI è il principale sponsor del festival a cui dà il nome. Per la prima volta parteciperanno anche due borsisti BSI, Laura Zarina (violino) e Denis Kozhukin (pianoforte) I l BSI Engadin Festival, tra le rassegne musicali più longeve della Svizzera, festeggia la ricorrenza del suo 70esimo anniversario con diversi importanti eventi, tra cui il concerto nella chiesetta in Val di Fex, che ha tenuto a battesimo la prima edizione nel 1941. In questa cornice unica, il liutista Hopkinson Smith eseguirà brani scritti da Johann Sebastian Bach e dai contemporanei del grande compositore, gettando un ponte dagli esordi della rassegna fino al presente. Partner Come nella precedente edizione, BSI si riconferma lo sponsor principale della rassegna anche nel 2010. Con questa sponsorizzazione l’Istituto dimostra il proprio impegno verso la musica ed il proprio legame con un territorio che la vede presente da 27 anni con la propria succursale di St. Moritz. BSI è da sempre fortemente legata al mondo della musica classica sia sostenendo la formazione e lo sviluppo artistico di giovani musicisti, sia quale partner di numerose manifestazioni di rilievo internazionale. Per la prima volta partecipano anche i galleristi Gian Enzo Sperone (Sent/ New York) e Marco Voena (Milano/Londra) in veste di sponsor privati. Nuove sedi dei concerti Otto nuove sedi dei concerti, dall’hangar dell’Engadin Airport alla Marienkapelle Regina Pacis di St. Moritz fino alla chiesetta in Val di Fex, testimoniano la varietà di chiese, sale e palcoscenici presenti nell’Alta Engadina, le cui specificità vengono messe in risalto dai programmi musicali concepiti a loro misura. 62 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Settant’anni dopo il Festival torna con un concerto in Val di Fex, che ha tenuto a battesimo la prima edizione nel 1941. Appuntamenti da non perdere I momenti clou dell’edizione 2010 del Festival includono i concerti della soprano Noëmi Nadelmann e di Jordi Saval, sensazionale gambista del repertorio barocco, che si esibiranno nella chiesa San Andrea a La Punt, il concerto della cultband La regina del clarinetto austriaca MNOZIL, Sabine Meyer si esibirà che si terrà nell’hangar nella Chiesa San Gian. dell’Engadin Airport a Samedan, e l’esibizione della regina del clarinetto Sabine Meyer nella Chiesa San Gian. Eppur si muove… “Eppur si muove…”, questa la celebre frase di Galileo Galilei scelta per suggellare la 70esima edizione del BSI Engadin Festival e che incarna perfettamente lo spirito unico della rassegna. Musiche note suonate in luoghi meno noti, sonorità insolite in scenari convenzionali sono il mix che contraddistingue i concerti e che attira conoscitori ed estimatori allo stesso modo in cui si rivolge ai turisti e ai valligiani amanti della musica. www.engadinfestival.ch - www.bsibank.com Diapason di Luca D’Alessandro Artisti vari: Motown Around The World (Motown Records) Sì, la presente è una compilation internazionale: vi figurano i Supremes, Edwin Starr, Stevie Wonder e i Temptations, ovvero i classici del soul americano. Però: non molte persone sanno che questi artisti nei loro anni di gloria scavalcarono regolarmente i propri confini per frugare nel patrimonio artistico dei paesi europei. Il risultato: un repertorio di canzoni interpretate in lingua tedesca, spagnola, francese e italiana. Stevie Wonder, ad esempio, nel 1968 pubblicò una versione italofona della hit «Travelin’ man», che in italiano diventò: «Dove vai?» I Supremes modificarono il loro brano «You can’t hurry love» in «L’amore verrà». Questi e tanti altri brani in versione «non anglofona» sono raccolti su questo doppio cd – un disco affascinante che incuriosisce e fa divertire, soprattutto per il forte accento inglese che rende incomprensibile oltre la metà delle canzoni. Vasco Rossi: London Instant Live (EMI) La maggior parte dei lettori ricorderà il concerto di Vasco Rossi dell’8 maggio scorso all’Hallenstadion di Zurigo. Un momento indimenticabile, proposto da un artista che ha coniato la musica rock italiana. E Vasco continua a coniarla: prima di giungere a Zurigo, Vasco ha inciso il suo repertorio acustico il 4 maggio scorso nel tempio del rock, all’Hammersmith Apollo di Londra davanti a ottomila fan – in veste di cantante rimasto giovane, semplice, con scarpe da ginnastica e berretto. London Instant Live è, come suggerisce il titolo, un’edizione registrata spontaneamente, senza l’impegno di un’infrastruttura astronomica. I fischi e le urla della gente, le irregolarità del concerto e i disagi tecnici sono elementi che assieme alla sua voce e alla sua band rendono autentico l’album, che secondo i promotori sarà disponibile limitatamente. Per il mercato svizzero sono previste soltanto 5000 copie. Marco Carta: Il Cuore Muove (Warner) Ecco un altro rappresentante del talent show «Amici» condotto da Maria De Filippi: Marco Carta. Il giovane cantante sardo ha raggiunto la vetta della sua carriera nel 2009 aggiudicandosi il primo posto al 59° Festival di Sanremo nella categoria «Artisti» con il brano La forza mia, scritto e arrangiato da lui stesso. Carta continua a servirsi della sua penna, proponendo adesso un intero album con 11 tracce inedite. Non è un album duro, come magari potrebbe suggerire la copertina. È invece un album molto sentimentale, con testi che toccano il cuore. Proprio come lo si può aspettare da un cantautore autentico che sta per lanciare un tour estivo. «Il Cuore Muove» lo ritroveremo sicuramente tra i primi posti nelle classifiche radiofoniche. Sound Advice: The Round About (Scherma Rearward) Genuino nella sua forma, reale nell’espressione, armonioso e non eccessivamente sperimentale. Il jazz degli Sound Advice, un quintetto schierato intorno al pianista Luca Mannutza e il trombettista Andy Gravish, è adatto per tutti coloro che seguono ed amano la musica jazz nella sua forma originale. The Round About, quindi, non è un album dedicato unicamente agli esperti. Luca Mannutza rende visibile ogni singolo tratto di quest’odissea acustica, un viaggio che in un certo modo gira intorno a dei temi fissi e ben evidenti. Il quintetto accelera e riduce i passi come una giostra che sta per avviarsi per seguire un tragitto circolare, intorno ad un punto di riferimento fisso, per poi spegnersi dopo una decina di giri. Inutile spendere altre parole: un album da ascoltare per capire meglio. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 63 Carlo Bernasconi: giornalista e ristoratore Tutto merito della nonna H a una formazione come traduttore. È giornalista (dirige lo Schweizer Buchhandel, organo ufficiale della Società svizzera degli editori), è (stato) critico gastronomico: di lui si ricordano, tra l’altro, le guide ai ristoranti di Zurigo. È cuoco e ristoratore: da cinque anni gestisce a Zurigo il suo Cucina e libri. Ha un cognome che suona italofono. Gli svizzeri direbbero senza esitazioni: è ticinese. “Le mie radici sono al 100% italiane: in parte lombarde, quelle del nonno, e in parte, quelle per le quali batte il mio cuore, venete. Trevigiane, quelle della nonna”. Nato a Zurigo, cinquantotto anni fa, è una terza generazione. Deve alla sua formazione di traduttore (“e al cuore che, nonostante tutto, batte per l’Italia”) l’aver mantenuto, fatto questo tutt’altro che scontato, un’ottima conoscenza dell’italiano. Anche due, dei suoi quattro figli (uno non ha ancora 2 anni e quindi da questo punto di vista non conta) lo parlano. Portano la sua firma numerosi i volumi dedicati alla cucina rigorosamente italiana, pubblicati in tedesco (“non mi pare ci sia interesse nel mondo dell’editoria in lingua italiana per questo genere di pubblicazione, anche perché il mercato è saturo”) nel corso degli anni. Sono il frutto di un’esigenza interiore: “era scritto nei miei genomi che avrei dovuto occuparmi di cucina”. Una passione ereditata dalla nonna, “che è la più grande cuoca che io abbia conosciuto”, affinata nel corso degli anni: prima come osservatore e narratore, poi, dal 2005, come diretto protagonista. È, infatti, alla soglia dei 53 anni che Carlo Bernasconi, ritiene di essere in grado di sperimentare direttamente la sua grande passione. Ritira un vecchio locale nel quartiere di Seefeld e lo chiama Cucina e Libri (www.cucinalibri.ch) e lo trasforma in quello che oggi è un piccolo tempio, al massimo 25 posti, dove si celebra il rito della buona cucina, va da sé declinata all’Italiana. Carlo Bernasconi ne è convito: la cucina italiana è la migliore al mondo. “Perché è semplice, con pochi prodotti di base, che si trovano in tutto il mondo, si ottengono dei risultati straordinari. Determinanti, però, la passione e l’abilità necessarie a trasformare questi prodotti in piatti gustosi”. La sua pubblicazione più recente (febbraio 2010) si chiama La Cucina Verde (188 pagine, con le illustrazioni di Larissa Bertonasco, edito da Jacoby & Stuart) rende omaggio alla nonna, alla semplicità della cucina italiana e adotta una chiara scel- ta di campo: esclude la carne. Non è una scelta ideologica. Piuttosto un omaggio ala tradizione di una cucina quotidiana, nella quale la carne faceva capolino nelle feste comandate. Qualche decina d’anni fa era l’orto a dettare la lista della spesa. Oggi, superata la fase in cui riappropriarsi del diritto di mangiare la carne coincideva con una sorta di affrancamento sociale, si sta tornando, per scelta e non più per necessità, alla cucina della tradizione: “senza per questo essere tradizionalisti”. Il libro non nasce con l’intento di reinventare la cucina vegetariana (“mi manca la necessaria esperienza e anche la capacità”), semplicemente vuole riportare la verdura, gli ortaggi, le loro splendide potenzialità al centro del pasto. Un desiderio che realizza quotidianamente (4 sere alla settimana in realtà: “perché un lavoro ce l’ho già”) nel suo ristorante, che è diventato un luogo di riscoperta di una cucina italiana, che per troppi anni, complice il turismo di massa sulla riviera romagnola, è stata associata pressoché esclusivamente alla quella emiliana. “Sorprendere i miei clienti, mostrando quanto sia ricca, varia e leggera la cucina della tradizione italiana è quasi un compito educativo che vale la pena di portare avanti”. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 65 Inaugurata la nuova terrazza dell’Hotel Victoria Roma Pasteggiare (o semplicemente sorseggiare) sopra Villa Borghese Dalla splendida terrazza, oltre le Mura Aureliane, il magnifico colpo d’occhio si allunga ben oltre i pini marittimi di Villa Borghese. Fra le numerose personalità intervenute, professionisti di chiara fama e amici di nobile lignaggio, anche l’Ambasciatore svizzero a Roma Bernardino Regazzoni, che s’intrattiene con un Rolf H. Wirth, visibilmente soddisfatto. È da coloro che hanno goduto del privilegio di un invito, la nuova terrazza sui tetti dell’Hotel Victoria è stata felicemente inaugurata. Ovviamente le tappe di avvicinamento sono state complesse e talvolta la voglia di mollare tutto ha fatto capolino. “Abbiamo dovuto superare non poche difficoltà e affrontare lavori di consolidamento che all’inizio non avevamo considerato”, confida Rolf H. Wirth. In ogni caso, ciò che più conta, è che quello che fino allo scorso anno era pur sempre un apprezzato angolo di refrigerio (“qui talvolta si sente ancora soffiare il ponentino” ricorda con un pizzico di nostalgia), oggi sostanzialmente raddoppia: sulla rinnovata terrazza (“oltre all’ascensore, abbiamo riaperto anche la rampa di scale” precisa il soddisfatto proprietario) il ristorante e il bar, naturalmente complementari, si distinguono, offrendo due zone differenziate, godibili e assolutamente compatibili. Luoghi del ristoro: per il corpo e di conseguenza per lo spirito. stato un investimento. Con le complicazioni tecnico burocratiche, che, va da sé, per quanto (im)previste, si preferirebbero evitare. Ma, visto il risultato (che davvero si vede), si può dire che ne valeva la pena. I lettori più attenti e dotati di buona memoria forse ricordano che, nel settembre 2008, raccontando un nostro precedente incontro con Rolf H. Wirth, svizzero ormai, sempre più, albergatore a Roma, concludevamo scrivendo che (dopo quelli derivati da una curata ristrutturazione dell’hotel) altri motivi di soddisfazione gli avrebbe riservato il futuro, “se, con alcuni azzeccati ritocchi, l’albergo riuscirà a definire una sua netta personalità e se riuscirà ad aprire anche un’altra parte della terrazza, creando gli spazi per un giardino pensile, dove, il corpo verrà indotto a ritrovare l’armonia dello spirito”. A distanza di un paio d’anni, quello che all’epoca era evocato come un progetto, accarezzato con luccicante desiderio, è ora realtà. Infatti, complice una splendida serata di fine maggio, fra l’ammirazione e la soddisfazione espressi spontaneamente la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 67 Incontro a Zurigo con gli operatori turistici e i giornalisti La Lombardia è vicina Nelle sale dell’Hotel Mariott, nei pressi della Stazione Centrale di Zurigo, 46 esponenti a vario titolo del settore turistico lombardo hanno incontrato i loro omologhi attivi sul territorio elvetico, illustrando le opportunità che offre, quella che oltre ad essere la più ricca è anche una delle regioni italiane di confine con la Confederazione. Sotto la regia del direttore Enit di Zurigo, Chiara Cigolini, e del suo collaboratore Vito D’Elia, coordinata con l’Unioncamere Lombardia, la manifestazione si è conclusa con una cena a base di piatti lombardi, preparata dallo chef Enrico Bartolini. Preceduta da una conferenza stampa alla quale è intervenuta una delegazione composta da Enzo Galbiati, in rappresentanza dell’Assessorato al Turismo della Regione Lombardia, Renata Crotti, Assessore al turismo della provincia di Pavia e da Mauro D’Errico della CCIAA di Varese È la regione più ricca, più sviluppata, più popolosa d’Italia. Forse, complice magari la crisi, che impone di ridimensionare progetti di espansione commerciale su mercati lontani, sta maturando una nuova consapevolezza e rivedendo la propria strategia promozionale: in fin dei conti la Svizzera è vicina, ricca e culturalmente affine. I dati forniti dal direttore di Enit Zurigo, Chiara Cigolini, conferma che oggi per i turisti svizzeri la Lombardia rappresenta la terza destinazione (dopo Veneto e Trentino-Altoadige) per numero di arrivi (204’888) e la quinta (dopo Veneto e Trentino-Altoadige, Toscana ed Emilia-Romagna) per numero di pernottamenti (503’183). E queste cifre, è lecito pensare, non comprendono il turismo pendolare. Con la sua varietà di paesaggi: dalla pianura Padana alle Alpi, sulle quali svetta, con i suoi 4050 metri, il Bernina, transitando per le Prealpi percorse da valli verdeggianti. Con le testimonianze di un passato preistorico (le pitture rupestri della Val Camonica) e della floridezza signorile rinascimentale e barocca, che fanno da contraltare ai segni tangibili della propulsione che alimenta le sue città: sedi di industrie e di commerci, disseminate attorno al capoluogo, ancora oggi centro di tutto quanto che “fa tendenza”, dalla moda all’innovazione tecnologica, dalla pubblicità al design, ai modelli di vita. Con i suoi parchi naturali e i suoi laghi maggiori (Garda, Como, Maggiore, Iseo) e minori (Varese, d’Idro ed altre decine fra naturali ed artificiali). Con l’isola lacustre più grande d’Europa: Monte Isola. Con i suoi fiumi, le sue colline, le Chiara Cigolini, direttore di Enit Zurigo, Maria Claudia Marini del Consolato Generale d’Italia in Zurigo, Enzo Galbiati, in rappresentanza dell’Assessorato al Turismo della Regione Lombardia, Renata Crotti, Assessore al turismo della provincia di Pavia e Mauro D’Errico della CCIAA di Varese, durante la conferenza stampa zurighese sue terme, le sue piste ciclabili (2000 km segnalati). Con la sua proposta culturale, i suoi musei e i centri storici (Bergamo alta, qui citata a mo’ d’esempio). Con i siti consacrati patrimonio dell’Unesco. Con i suoi vini (dall’Oltrepo pavese alla Valtellina, con tappa obbligatoria in Franciacorta). Con la sua cucina che, per quanto raffinata ed elegante, non smette (et pour cause) le sua impronta ruralcontadina. È vero, qualcosa manca: il mare. Ma anche così non è azzardato supporre che ci si possa accontentare. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 69 Presentati a Zurigo I vini di Torrevento L’8 giugno scorso, presso il ristorante Cucina e libri «Heimelig» da Bernasconi, Francesco Liantonio, proprietario dell’azienda vitivinicola Torrevento, ha presentato alla stampa svizzera i suoi vini L a degustazione è stata aperta dal Maremosso Puglia IGT Bianco 2009 vino frizzante dell’ultima linea nata in casa Torrevento presentata all’ultimo Vinitaly. Dal colore giallo paglierino con lievi riflessi verdolini è composto da Bombino bianco in purezza. Da notare la particolarità della bottiglia bordolese inconsueta per un vino vivace. Con l’antipasto sono stati serviti due vini: il Pezzapiana Castel del Monte DOC Bianco 2009 Bombino bianco (70%), Pampanuto (30%) dal colore giallo paglierino scarico, leggeri riflessi verdognoli, bouquet fine, con sentori di fiori di campo e il Primaronda Castel del Monte DOC Rosato 2009 Bombino nero (80%), Montepulciano (20%) dal colore rosa con riflessi violacei appena accennati, bouquet fruttato e gusto pieno con sentore di frutta esotica. Con il primo piatto è stato servito il Torre del Falco Murgia IGT Nero di Troia Rosso 2007 un Nero di Troia in purezza dal colore rosso rubino intenso e bouquet erbaceo con sentori di lampone e mirtillo. Altri due vini sono stati serviti con il secondo piatto: il Vigna Pedale Castel del Monte DOC Rosso Riserva 2006 e il Ghenos Primitivo di Manduria DOC 2007. Il primo, Uva di Troia in purezza, dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati, bouquet intenso ed elegante, di grande corpo, fragrante, con sentori di lampone, mora e mirtillo. Il secondo, composto da uve Primitivo al 100% è un vino dal colore rosso rubino intenso che si arricchisce di riflessi arancio con l’invecchiamento. In chiusura, è stata la volta del Dulcis In Fundo Moscato di Trani DOC 2007, vino passito ottenuto da uve Moscato Reale Bianco che si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati che si accentuano anch’essi con l'invecchiamento. 70 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 I vini di Torrevente degustati a Zurigo. (foto: Roland P. Poschung) L’azienda Il territorio collinare, che ospita i 400 ettari di vigneti, 200 di proprietà e altrettanti in gestione, è caratterizzato da un terreno prevalentemente roccioso dove i vitigni Bombino (nero e bianco), uva di Troia e Pampanuto hanno trovato l'habitat ideale per la loro coltivazione, ed un microclima che consente loro di conservare tutti i delicati componenti delle uve, quelli che poi si riscontrano nelle 2.500.000 bottiglie annuali firmate Torrevento. Era il 1920 quando, a Palo del Colle, la Famiglia Liantonio muove i primi passi nel mondo del vino, anzi, a dire il vero, nel mondo del vino e dell’olio. Gli albori di una passione, quella per il vino, che nel 1948 portò i F.lli Liantonio a fare il grande passo: al centro della Murgia barese, nella zona contrassegnata dal maestoso maniero federiciano di Castel del Monte e precisamente in una allora sconosciuta Contrada, “Torre del vento”, decisero di acquistare una splendida struttura masserizia interamente in pietra, un ex-monastero del Seicento di cui conservava intatte la vecchia cantina, le stalle e le grandi mura, ma, soprattutto, i 57 ettari di vigneto collocati intorno alla Tenuta. Fu con Gaetano Liantonio che, all’inizio degli anni ’50, ebbe inizio l’attività di trasformazione delle Sopra: Imponenti mura di pietra lavorata a secco, dello spessore di mt. 1,50, cingono la grande e moderna cantina; gli antichi sotterranei a 8 mt. di profondità, costituiscono i perfetti locali per la conservazione dei vini ottenuti da pregiati vitigni autoctoni tipici del territorio e per l’affinamento in legno. A Sinistra: Francesco Liantonio nell’antica stalla completamente ristrutturata che è divenuta una splendida sala interamente in pietra, dove gli appassionati possono degustare i prodotti dell’azienda. uve e nel contempo le prime opere di ristrutturazione della struttura già esistente. Così, in quella contrada, a Torre del Vento nasceva una Vinicola a carattere rurale in cui le uve raccolte venivano lavorate, trasformate e da dove prendevano strada per terre lontane. Nuova generazione La svolta: accanto al padre, il giovane Francesco, fra studi universitari e vendemmie, ben presto fece sua quella stessa grande passione per il vino, ma, prima ancora, passione per quella terra, la Murgia, troppo spesso considerata arida e improduttiva e che invece ai suoi occhi apparve feconda di pregiati frutti, ricca di uve con una identità ben precisa e che potevano permettere a quello stesso territorio di essere rivalutato e apprezzato ovunque. È con tale obiettivo e sulla scia di quella passione che, abbandonata l’idea di una carriera universitaria a dire il vero già ben avviata, Francesco Liantonio nel 1989 fonda, dal nome della stessa contrada, Torrevento S.R.L. Da quella data in poi, anni di investimenti per l’impianto produttivo, ristrutturazioni strutturali, ampliamento delle superfici vitate di proprietà hanno portato a ciò che oggi Torrevento racchiu- de: non è solo un’azienda vitivinicola, con i suoi vini una finestra sul mondo di profumi, colori e sapori di quel lembo di Puglia. Oggi imponenti mura di pietra lavorata a secco, dello spessore di mt. 1,50, cingono la grande e moderna cantina; gli antichi sotterranei a 8 mt. di profondità, costituiscono i perfetti locali per la conservazione dei vini ottenuti da pregiati vitigni autoctoni tipici del territorio e per l’affinamento in legno del Vigna Pedale e del Kebir. L’antica stalla, completamente ristrutturata, è divenuta una splendida sala interamente in pietra, a disposizione di clienti, turisti o semplici appassionati del mondo del vino che, percorrendo la Strada dei Vini DOC Castel del Monte, volessero fermarsi a sorseggiare un buon vino. In poche battute così si riassume la filosofia e l’azione di Torrevento: antichi vitigni e valorizzazione di quelli autoctoni quali: nero di troia, bombino bianco, pampanuto, bombino nero; moderne tecnologie; manualità e imprenditorialità; sintesi perfetta di tradizione e innovazione. I vini di Torrevento sono distribuiti in Svizzera da Archetti Vini d’Italia - Bassersdorf (www.archetti.ch) PASTA PER SOLI CUOCHI La pasta Altigrani nasce per soddisfare le più importanti esigenza dei cuochi professionisti della ristorazione italiana: cotture brevi ed uniformi, assenza di collosità grazie all’elevata qualità del glutine, buona tenuta dopo la cottura, consistenza e buona elasticità alla masticazione, elevate rese secca/cotta ed elevata capacità di ritenzione dei condimenti in superfici giustamente ruvide. La selezione “scientifica” delle migliori varietà di grano duro pugliesi ed estere ad elevato tenore proteico, la loro corretta molitura ed una esperienza centenaria nella pastificazione con impasto ed essiccazione lenti ed a basse temperature e trafilatura con l’impiego di tecniche miste al bronzo o al teflon, conferiscono al prodotto una inimitabile qualità superiore. Altigrani: un marchio di proprietà e distribuito da Torrevento. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 71 Festa delle Repubblica Il Roero ospite a Berna L’Enoteca regionale del Roero e la Cantina Bel Colle di Verduno, ospiti, con i loro vini, dell’Ambasciata d’Italia in Berna, in occasione della festa della Repubblica. Un’opportunità - coordinata in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera - prima per una selezionata schiera di operatori, e poi, per i numerosi intervenuti, fra i quali esponenti delle istituzioni elvetiche e del corpo diplomatico, di gustare i prodotti di una delle zone che tradizionalmente offre vini che contribuiscono al prestigio del panorama enologico italiano I l Roero è un territorio che negli ultimi anni ha rafforzato la sua immagine puntando su un rapporto sinergico tra la bellezza del paesaggio e la bontà dei suoi prodotti, tra questi ovviamente i vini. Con sede a Canale, nell’ex Asilo Infantile Regina Margherita, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato, l’Enoteca Regionale rappresenta l’intera produzione dei vini del Roero ed in essa sono presenti le aziende che hanno titolo ad effettuare le operazioni di vinificazione, produzione e imbottigliamento dei vini D.O.C. e D.O.C.G. della zona medesima ed anche i vini diversi dai precedenti purché derivanti da uve prodotte nel territorio del Roero. La vite e il vino, sulle colline del Roero, sono cultura, passione ed orgoglio contadini. Da sempre. Come dimostrano gli archivi, l’arte, il paesaggio, l’architettura delle case contadine, la cultura materiale e la quotidianità di queste colline. Al 1303 risalgono le più antiche citazioni di nebbioli e di moscatelli. L’arneis forma toponimo già nel ‘400 e la favorita compare con segnalazioni di vinificazione in purezza nel 1676. Ma la civiltà del vino del Roero annovera anche pregiate produzioni di barbera, di bonarda, di croatina e di brachetto (della varietà locale definita “dal grappolo lungo” e commercializzata come Birbèt). Non manca una piccola ”isola” di moscato (nel territorio di Santa Vittoria d’Alba). Particolarmente suggestivo risulta il paesaggio viticolo: tanti piccoli vigneti, rigorosamente di collina, come tessere di un mosaico disegnano di regolari geometrie i versanti collinare rivolti al sole. Umilissimi ciabòt, interessanti esempi di architettura spontanea contadina, donano al paesaggio viticolo un alone fiabesco. Sui bricchi, superbi castelli e svettanti torri raccontano di un medioevo vivace. 72 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 L’Ambasciatore d’Italia in Berna, Giuseppe Deodato, il Segretario generale della CCIS, Andrea G. Lotti, il dr Luca Attanasio responsabile del’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata e il Signor Franco Bertone dell’Enoteca regionale del Roero, introducono la degustazione destinata agli operatori. Come il Barolo e il Barbaresco, il vino Roero è figlio del nebbiolo e porta il nome della terra d’elezione. Un vino, dunque, nobilissimo: nel lignaggio e nel nome. La d.o.c. “Roero” è del 1985. La vendemmia 2005 è stata la prima a fregiarsi della DOCG.. Sul fronte dei bianchi l’Arneis viene identificato con le colline del Roero, in virtù di attestazioni toponomastiche che risalgono al ‘400 nelle forme “renexij” e “ornesio”. La cultura popolare, attraverso vari passaggi linguistici, ha affermato il musicale nome Arneis, termine con cui si indica anche un individuo estroverso e un po’ ribelle, originale e simpatico. Carattere che si riconosce nel vino. La d.o.c. “Roero Arneis” è del 1989. La vendemmia 2005 è stata la prima a fregiarsi della DOCG. Il Roero Arneis è vino aristocratico e con una complessità di sentori tale da giustificare l’antica definizione di “nebbiolo bianco”. Entrambi ben si posano con la cultura della tavola del Roero si colloca nel solco della più tipica cucina albese. Una cucina che sa di vino e che frequenta filari e cantine. C di Domenico Consentino Convivio Bottarga: uova di pesce con l’intenso profumo di mare D al 10 al 23 maggio scorso, la città di Parma ha ospitato la 15esima edizione di Cibus, salone internazionale dell’alimentazione che quest’anno più che mai ha guardato con interesse ai mercati esteri presenti in fiera con delegazioni provenienti da oltre cento paesi. Tra le novità di quest’anno, esposizioni e degustazioni dei prodotti tipici Dop e Igp, convegni medico scientifici sulla sana nutrizione, incontri e seminari che hanno toccato tematiche d’attualità: dal mondo del fuori casa alla sicurezza e sostenibilità nella filiera agroalimentare. Quattro giorni di festa in città, tra arte, spettacoli e cibo che hanno riempito strade, vie e piazze, dove a farla da padrone, la più visitata è stata certamente la “La Piazza dei prodotti Dop e Igp”: una novità di Cibus. Per la prima volta, infatti, sono stati esposti i principali prodotti Dop e Igp italiani insieme ai Dop europei. E se è vero che il paniere dei prodotti Dop Igp e Stg riconosciuti e certificati dall’Unione Europea ( tutti presenti a Parma) sono 921, bisogna aggiungere che ben 205 sono italiani. Tutti di Alta qualità e dal sapore garantito, ai quali va riconosciuta la forza evocativa del made in Italy della tavola su tutti i mercati del mondo. La Top 15 di questi, che possono essere considerati dei veri ed propri portabandiera dei prodotti agroalimentarti italiani, a Cibus era guidata dall’olio extravergine d’oliva, seguito dallo Speck dell’Alto Adige, dal Parmigiano reggiano e dal Prosciutto di Parma, dal Grana padano, dalla Mortadella di Bologna, dalla Mela Alto Adige, dalle Bresaola della Valtellina, dal Pecorino sardo, dalla Fontina e tanti altri. Accanto a questi, gli ultimi dieci nuovi registrati da gennaio ad oggi. Anche questi, prodotti preziosi ed eccellenti, spesso di nicchia, ma non solo: il Prosciutto di Sauris, il provolone di monaco, il pistacchio verde di Bronte e soprattutto la pizza napoletana. Per la quale il riconoscimento, sancito il 2 febbraio 2010, della tanto ambita qualifica di STG, Specialità Tradizionale Garantita, può rappresentare una svolta epocale, a condizione che ci si attenga scrupolosamente al disciplinare che fissa tutto il processo di lavorazione: dalle materie prime impiegate al prodotto finito. Le Specialità garantite sono ottenute secondo un metodo di produzione tipico di una particolare zona geografica, con specialità proprie che si vogliono tutelare. Quali esempio, a Cibus, oltre alla mozzarella, erano presenti, provenienti dalla Sardegna, dalla Sicilia, dalla Toscana e dalla Calabria, quelle uova di pesce che profumano di mare conosciute con il nome di Bottarga. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 73 Bottarga di tonno grattugiata o da affettare. Impareggiabile il profumo di mare degli spaghetti alla bottarga. Uova di Mare di Muggine… I miei ricordi con “Le uova del mare, risalgono a quando, ancora ragazzo, andavo a pesca di cefali (Muggine) con mio padre. E a quando, tra l’estate e l’autunno (è questo il periodo della stagione degli amori) si ripeteva il rito lento, lungo, sapiente della raccolta e dell’essiccazione delle sacche ovariche delle diverse specie di pesci pescati. (Tonni, Muggine, Spigola, Molva ma anche Pesce Spada). Con grande professionalità, facendo molta attenzione a non romperla, mio padre estraeva la sacca ovarica del pesce femmina e la consegnava a mia nonna che, con altrettanta cura la lavorava immediatamente, seguendo metodi e tempi che variavano da specie a specie. La bottarga di muggine, ad esempio, dal colore aranciato e dall’odore marino, che mia nonna preferiva, piazzandole in testa alla sua personale hit parade, per il suo gusto morbido e soave, la lavava solo con acqua di mare per eliminare le impurità e la sottoponeva a salatura (ricopriva con sale marino, avendo cura di rivoltare quotidianamente le sacche e di sostituire periodicamente il sale) solo per pochissimo tempo e fatte essiccare per una decina di giorni: senza pressare, semplicemente le compattava prima confezionarla e metterla via, quale provvista, per l’inverno. vano bottarghe con uova di spigola, di pesce spada o di molva. Quest’ultimo, è un pesce di grandi profondità (anche 300 metri) che veniva pescato nello Jonio e dalle sue sacche ovariche, che di solito pesavano anche un chilo, si otteneva una bottarga dal sapore delicatissimo, che, oggi, è difficilissimo trovare. …ma anche di Tonno e non solo. Di tutta un‘altra forza la ricetta della bottarga di tonno, che di solito mia nonna da sola non riusciva a preparare, perché nasce da sacche grandi fino a sei chili. Quindi era mio padre che,una volta estratte e lavate per bene, metteva le uova di tonno prima in salamoia e poi le “seppelliva” sotto “mazzere”, enormi pietre pesanti che si procurava lungo la spiaggia. E ancora, giorno per giorno, mattina e sera, per un paio di settimane, facendosi aiutare da altri pescatori grandi e forti come lui, trasportavano e sezionavano con abilità simili a chirurghi tonni anche di due, trecento chili (magnifici animali dai trenta ai sessant’anni di età oggi del tutto scomparsi!), trasformandosi anche in abili e docili massaggiatori. Toccava a loro, infatti, liberare le bottarghe dai fieri, dai cumuli di pietre e reimprigionarle dopo averle manipolate delicatamente con il sale, per liberarle dai liquidi di pressatura. La maturazione durava dai due ai tre mesi, a seconda delle dimensioni. Piccola o grande che fosse, il colore della bottarga del tonno era intenso, originale, caratteristico, proprio come il profumo e il sapore del mare. E quando arrivava il tempo della passata del Manzo del mare, (Il tonno alla fine di ottobre lascia il Mediterraneo), in casa di mio padre, si prepara- 74 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Buttarikh (“uova di pesce salate”) Da sempre presente lungo le coste del Mediterraneo, a trasformare per primi le sacche ovariche dei pesci in prelibatezza gastronomica furono i fenici, gli egizi (nelle piramidi sono state trovate delle bottarghe esternamente ancora integre conservate nella paraffina naturale ) e gli arabi che la battezzarono, in seguito, “buttarikh”, ovvero uova di pesce salate. Conosciuta, dunque, fin dall’antichità anche come pasto dei semplici pescatori costretti a trascorrere lunghe giornate in alto mare, le bottarghe, col tempo, non solo sono state apprezzate da cuochi importanti come Bartolomeo Scappi, che le proponeva persino al Papa Pio V, ma sono diventate le migliori amiche di molti buongustai che le ritengono, a torto o a ragione, insieme ai cento altri frutti di mare, afrodisiache. Da allora ad oggi, nulla è cambiato nella preparazione, almeno per quanto riguarda l’artigianato di qualità, e la bottarga, la più pregiata, viene preparata di Muggine o di Tonno e offerta agli appassionati, almeno in quattro regioni italiane che l’ hanno resa famosa: Sardegna, Calabria, Sicilia e Toscana. Innamorata degli Spaghetti, ma buona anche con il baccalà Tagliata a fettine sottilissime, grattugiata, polverizzata, emulsionata, marinata o solo tritata. Su crostini di pane, grattugiata o a lamelle, con olio extravergine e polpa fresca di pomodoro privata dei semi; con pomodori e mozzarella, tagliata a fette e sovrapposta ad un pesto di basilico; sulle uova, si realizza facendo colorare il burro fino a che schiuma. Rassodato il bianco, si appoggia il rosso senza farlo cuocere e lo si copre di lamelle di bottarga, che sostituisce il sale o sul filetto di manzo: sopra la carne cotta alla griglia si appoggia una farcia di burro e bottarga, ottenuta lavorando il burro ammorbidito con bottarga grattugiata. Sono queste alcune delle leccornie a base di bottarga che il viaggiatore goloso, girando per posti di mare italiani: Cabras, Orbetello, Favignana, Carloforte e Pizzo Calabro, ha mangiato di gusto. Ma degli Spaghetti alla bottarga, non ci sono parole per descrivere il profumo di mare di questo piatto! La ricetta più facile e LA RICETTA CAPPUCCINO DI BACCALÀ CON BOTTARGA DI TONNO Ingredienti per quattro persone 150 g di baccalà (spugnato), 150 g di patate, 50 g di latte, 150 g olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di bottarga di tonno. Come lo preparo Lavo bene le patate e le metto a lessare con la buccia in un litro di acqua salata. Quindi le scolo, le pelo e le metto in una casseruola, al fuoco, e vi aggiungo il latte. Porto il tutto a ebollizione e quindi frullo amalgamando con il mixer a immersione fino ad ottenere una crema di patate. Spino e spello accuratamente il baccalà. Lo peso e lo immergo in una casseruola contenente una quantità di acqua pari al suo peso. Porto a ebollizione e lascio cuocere 5 minuti circa. Scolo il baccalà e lo colloco in un contenitore, aggiungo una quantità di olio extravergine di oliva pari al peso del baccalà e, sempre con il frullatore a immersione, manteco bene il tutto. In un bicchiere trasparente adagio sul fondo un primo strato di baccalà mantecato, quindi creo uno strato intermedio di olio extravergine e uno strato finale di crema di patate. Termino la preparazione grattugiando la bottarga di tonno sulla superficie del “cappuccino”. Il Vino: Un Sauvignon friulano LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA più appetitosa che al viaggiatore goloso potessero servire. Secondo lo chef del “Caminetto” di Cabras, che è la patria della bottarga di muggine pescato nel grande stagno di Cabras, nel golfo di Oristano, la ricetta può essere realizzata in bianco o con salsa di pomodoro. Tra le varianti, l’aglio scaldato nell’extravergine per aromatizzarlo e un pizzico di peperoncino. Ma ottima anche la bottarga grattugiata sul “Cappuccino di Baccalà” che Luigi Bigio, persona simpaticissima ,“rais” e responsabile della tonnara e di una piccola trattoria di Carloforte, ha preparato per il viaggiatore goloso, l’estate scorsa, in occasione della “Bottarga Festival”, che si tiene tutti gli anni, nell’ultimo weekend di fine agosto. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 17 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Vevey Rue du Simplon 45 1800 Vevey Telefono 021/ 925 95 45 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022 / 307 99 88 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 MOLINO Ginevra Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 / 307 84 44 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 FRASCATI Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 SEILERHAUS MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027 / 966 81 81 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 MOLINO Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 www.molino.ch 75 M di Graziano Guerra Motori Aprilia Mana GT 850 ABS La Gran Turismo automatica clettica, innovativa e confortevole. Con una guida unica grazie al cambio sportgear. È facile innamorarsi di questa moto. Lo conferma il fatto che dopo qualche chilometro in città non hai più voglia di staccartene. Il concetto rivela coraggio e intelligenza. Tutto questo si scopre, superando un certo scetticismo iniziale, dopo che la GT 850cc avrà svelato la sua grinta e al contempo l’estrema facilità di guida, nello stop and go, in ripresa sui curvoni di montagna e ai semafori. E Propensione alla modernità Il cambio sequenziale/automatico Sportgear è a gestione elettronica con due tipologie di cambiata: meccanica a sette marce o autodrive con tre differenti mappature Sport/ Touring/Rain. Sport, per ottenere le massime prestazioni e uno scatto bruciante; Touring, per chi cerca un motore morbido nell’erogazione e consumi contenuti; Rain, con asfalto bagnato o fondi scivolosi, per la massima sicurezza. La modalità Semi-Autodrive consente solo di scalare marcia. Utile per effettuare un sorpasso ad un regime di coppia ottimale o per la guida in discesa, quando è necessario il ricorso al freno motore. Il passaggio fra le due modalità, Autodrive e Sequenziale, può avvenire in qualsiasi momento e condizione di marcia. Il cambio a manubrio è disattivabile dal cruscotto. Mana porta in dote (di serie) anche un nuovo impianto ABS a due canali di ultima generazione, pinze freno radiali, e forcella a steli rovesciati, ammortizzatore laterale, facilmente regolabile in precarico ed estensione, tramite una manopola esterna dalla presa buona. Vocazione turistica La versione GT MY 2010 si distingue per l’elegante semicarenatura, che protegge pilota e passeggero nei lunghi trasferimenti. Il parabrezza regolabile (Peccato non sia a comando elettrico) permette di adattare la protezione alle varie corporature. Altre funzionalità aumentano la flessibilità di utilizzo: Il vano porta casco - dove solitamente le moto grosse hanno il serbatoio - con tappetino antigraffio, un ripostiglio porta cellulare, vano attrezzi/documenti e presa 12V; con apertura a comando elettrico assistita da un ammortizzatore idropneumatico che evita aperture accidentali in corsa (Se manca la corrente si può aprire meccanicamente). Il motore bicilindrico è un 4 valvole per cilindro omologato Euro 3, in grado di erogare 76 CV. Grazie alla curva di coppia lineare e regolare, ha prestazioni eccellenti già ai bassi regimi e asseconda sia l’indole turistica, sia esigenze sportive. Inconfondibile design italiano, ma anche funzionalità, per esempio l’originale cupolino con parabrezza regolabile che racchiude il caratteristico fanale tondo. Il serbatoio da 16 litri è sotto la sella, per il rifornimento bisogna scendere, ma la posizione più bassa va a vantaggio della centralizzazione delle masse e all’abbassamento del baricentro, che si traduce in una sensazione di guida leggera e maneggevole. SCHEDA TECNICA Motore: Aprilia, bicilindrico a V longitudinale di 90°, 4 tempi, raffreddamento a liquido, distribuzione monoalbero in testa comandato da catena, Euro 3 Cilindrata: 839,3 cc. Alimentazione: Sistema integrato di gestione elettronica del motore. Iniezione elettronica Weber Marelli con un corpo farfallato da 38 mm Avviamento: Elettrico Scarico: 2 in 1 di acciaio inox, con catalizzatore a tre vie e sonda lambda Cambio: Sequenziale; 7 rapporti in modalità manuale; 3 mappature, possibilità di cambiata con comando a pedale o al manubrio Frizione: Automatica Trasmissione primaria/secondaria: cinghia/catena Telaio: A traliccio di acciaio ad alta resistenza Sospensioni (Ant. /Post.): Forcella upside-down/Forcellone in lega di alluminio. Ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico molla. Escursione 125 mm. Freni: Ant. a doppio disco flottante, acciaio inox, 320 mm. Pinze radiali a 4 pistoncini. Post.: disco acciaio inox, 260 mm. Pinza a singolo pistoncino. Sistema ABS a 2 canali. Cerchi: Lega alluminio, ant.: 3,50 X 17», post.: 6,00 X 17» Pneumatici: Radiali tubeless; ant.: 120/70 ZR 17 - post.: 180/55 ZR 17 Dimensioni (mm - max): Lung. 2080, larg. 800 (al manubrio), h 1130, h sella 800, interasse 1463. Serbatoio: 16 litri, benzina senza piombo Prezzo: CHF 16‘410 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 77 Maserati a Pitti Immagine Uomo O spite d’eccezione a Pitti Immagine Uomo 2010 è stata la Maserati GranCabrio, la prima scoperta a quattro posti nella storia del Tridente. Elegante, con le sue linee senza tempo disegnate da Pininfarina, è un’automobile da godere all’aria aperta, in grado di evocare la joie de vivre e i profumi della primavera e dell’estate, che hanno caratterizzato le collezioni per la stagione Spring-Summer 2011. Apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo per il suo stile elegante e raffinato, la Casa del Tridente ha anche esposto una selezione delle sue creazioni realizzate con Vuarnet, Suprem e Pellemoda, nel campo dell’abbigliamento da yacht e golf, delle calzature sportive, delle borse e degli accessori di pelle. Quest’anno Pitti Uomo è stata dedicata al Design Watching, tra spirito artigianale e contemporaneità, all’insegna dell’identità e dell’innovazione per le grandi firme della moda maschile. Radici storiche e modernità, italianità e spirito internazionale, tutti valori perfettamente rappresentati da Maserati e che ora si possono anche indossare, oltre che guidare. Nuovo Doblò 1.4 T-jet Natural Power È la nuova versione a minimo impatto ambientale, adotta un 1.4 16v T-jet da 120 CV Euro 5, progettato e realizzato da Fiat Powertrain Tecnologies per la massima integrazione dei due impianti, uno a benzina e l’altro a metano (gas naturale CNG), indipendenti fra loro. Le dotazioni della versione Natural Power restano invariate ad eccezione di alcuni contenuti che non possono essere richiesti per motivi tecnici: tetto alto, 7 posti, configurazione Family, sistema Start&Stop e ruota di scorta di dimensioni normali. Doblò Natural Power offre un ottimo compromesso tra prestazioni e consumi. Senza contare che la nuova vettura a minimo impatto ambientale consente al cliente di circolare in tutte le aree urbane soggette a blocchi o a limitazioni del traffico. È la risposta ideale per un impiego misto e conferma l’indiscussa leadership mondiale di Fiat nel campo delle vetture di primo impianto a doppia alimentazione benzina/metano (OEM). La motorizzazione 1.4 16v T-Jet è più potente del 1.6 16v benzina che equipaggiava il precedente Doblò. MV Agusta “Cool Brand 2010” I l Marchio è stato proclamato “Cool Brand 2010” nell’ambito del programma ideato dal gruppo inglese Superbrands. L’obiettivo? Individuare i marchi di tendenza, secondo la percezione di consumatori e opinion leader. Nel concorso, giunto alla quarta edizione, MV Agusta è stata giudicata come il marchio più trendy del mercato delle 2 ruote. Firma esclusiva per eccellenza, consacrata dai più ambiti riconoscimenti e dalla conquista di 75 titoli iridati, non rappresenta solo una grande azienda, ma un mito che viaggia su due ruote, in direzione del futuro, dando 78 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 vita ai sogni dei centauri più esigenti con motociclette dalle prestazioni straordinarie, vere e proprie opere d’arte del design e della tecnologia. Partendo da una lista iniziale di 1.000 marchi, i brand più “cool” sono sottoposti al voto popolare attraverso il sito web e vari circuiti media. I più riconosciuti sono selezionati dall’autorevole Cool Brands Council, la commissione composta da personaggi di spicco del marketing, della comunicazione, dei media e dell’arte. MV Agusta vuol dire desiderio, esclusività, innovazione, tecnica e tendenza. Harley-Davidson European H.O.G. Rally per la prima volta in Svizzera S l E ING ,EAS ENTI M A I Z NAN I momenti clou La sfilata, con diverse migliaia di motociclette, inizierà alle 17:00 di sabato 17 luglio mentre e alle 22:45 circa, il cielo sopra il Lago di Lugano sarà illuminato dai colori di uno spettacolo pirotecnico. Seguito dal concerto dei “Gotthard”. Durante l’intero weekend, i visitatori potranno rivolgersi a degli Info Point degli Swiss Anche il famoso gruppo dei Harley Days, dove troveran- Gotthard ha un debole per l’Harley. no informazioni dettagliate sugli orari delle corse dei bus navetta e dei collegamenti via lago tra Campione d’Italia e Lugano, gli orari di apertura degli stand gastronomici e la mappa dell’evento. La manifestazione si chiuderà domenica 16 luglio 2010 alle ore 17:00. A AND DOM AGG VANT I ZIOD ,gINI IONE SS A P UNA I i svolgeranno a Lugano e a Campione d’Italia, dal 16 al 18 luglio prossimo, gli Swiss Harley Days 2010, in concomitanza con l'European H.O.G. (Harley Owner’s Group) Rally, che è giunto alla sua 19ma edizione e che arriva per la prima volta in Svizzera. Un evento che attirerà decine di migliaia di visitatori e appassionati del Marchio da tutta Europa. A Campione d’Italia si svolgerà l’esclusivo Welcome Party, giovedì 15 luglio dalle 17.00, presso il casinò di Campione, mentre piazza Maestri Campionesi ospiterà l’AMD Custom Bike Show, diversi Biker Games ed un Poker Run. Sempre a Campione d’Italia sarà allestito il campeggio ufficiale. A Lugano sono previsti concerti in piazza della Riforma, un Harley-Davidson Village in piazza Manzoni e stand di diversi espositori da tutta Europa sul lungolago. L’ingresso agli eventi è gratuito. Un centinaio di espositori, provenienti da tutta Europa porteranno un tocco di internazionalità in Ticino e nell’enclave italiana. Tutti i 18 Chapter H.O.G. della Svizzera si sono già registrati e non mancheranno i 20 rivenditori ufficiali svizzeri, con le ultime novità Harley Davidson e Buell. )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 79 Starbene Come far fronte all’improvvisa ondata di calore Il peperoncino brucia i grassi e dà energia Anche se ormai accade da alcuni anni a questa parte non ci siamo ancora abituati, quanto meno, anche se ne non abbiamo piena consapevolezza non abituato è il nostro corpo: perse le tracce della primavera, si passa direttamente dall’inverno all’estate. Il giorno prima c’erano 11 gradi, il giorno dopo 30 o più e il corpo non è preparato. Ci si sente abbattuti, stanchi, più stressati e si tende a rimediare magari bevendo bevande zuccherate, gassate. Niente di più sbagliato, sostengono gli esperti. Meglio la normale acqua, non fredda. Disseta e non aumenta lo stress organico in un corpo già messo duramente a prova dall’improvviso cambio di temperatura. Bere quindi acqua, liscia, è il modo migliore per combattere il caldo ed evitare una pericolosa situazione di disidratazione. Se poi accompagniamo il tutto magari con un buon frutto, il gioco è fatto: ci assicuriamo anche un’integrazione dei Sali minerali eventualmente persi con la sudorazione. Dai colpi di calore devono difendersi in particolare le persone più a rischio come i bambini, gli anziani e gli infermi. Mangiare leggero, bere molto e assumere cibi vegetali. Allo stesso modo prediligere abiti ampi e in fibra naturale in modo da permettere alla pelle di respirare. Evitare le bevande zuccherate e gassate che aumentano la sete e infliggono colpi letali ai livelli di glicemia nel sangue causando un senso maggiore di debolezza dopo poco tempo dalla loro assunzione. Insomma, e il sospetto era nell’aria da tempo, l’acqua, la semplice normale acqua rimane il rimedio tuttofare in caso di emergenza caldo. Ancora conferme sulla capsaicina, la sostanza contenuta in peperoni e peperoncini che aiuta a bruciare i grassi e favorisce la produzione di energia. Il nuovo studio, pubblicato sul Journal of Proteome Research, è stato eseguito su modello animale da un team di ricercatori della Daegu University in Corea. Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di topi a una dieta ricca di grassi per favorire l’obesità. Metà di questi, per 5 settimane, hanno ricevuto insieme al cibo una dose di capsaicina pari a 10 mg per chilo di peso corporeo. Gli altri topi hanno ricevuto per 9 settimane un’integrazione alla dieta con della sola soluzione salina (placebo). Al termine del test, le analisi hanno permesso di scoprire che i topi a cui era stata data la capsaicina avevano perso circa l’8% del peso corporeo rispetto ai topi del gruppo di controllo a cui era stata data la soluzione salina. In più, i topi che avevano ricevuto la capsaicina mostravano positivi cambiamenti a livello proteinico. Nella fattispecie, l’espressione delle proteine nel tessuto adiposo indicava un incremento nella regolazione di 10 proteine chiave e, allo stesso tempo, un decremento nella regolazione di altre 10. Tutto questo si traduce in un migliore funzionamento e regolazione del metabolismo lipidico (ossia, dei grassi) e una riduzione dell’ossidazione. Le proteine identificate qui sono coinvolte in funzioni cellulari che includono il metabolismo lipidico, i processi di ossidoriduzione e la trasduzione di segnali ed energia. Alcune di queste sono già state collegate all’obesità umana, e la loro funzione merita di essere ulteriormente approfondite. Nella bella stagione esposti al sole una ventina di minuti al giorno Non tutto il sole è da demonizzare. Anzi quindici, venti minuti di esposizione al sole ogni giorno sono cruciali per assicurarci la giusta dose di vitamina D, sono un antidepressivo naturale - e già questo è un bel risultato e riducono il rischio e la mortalità per melanoma del 16%, che invece cresce del 70% se ci si espone in maniera occasionale e senza precauzioni. A ricordarlo sono stati gli esperti del Congresso Nazionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). Il sole senza eccessi, inoltre, ha una dimostrata azione anticancro anche sui tumori viscerali più frequenti, come quello del colon-retto o il cancro alla pro- 80 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 stata, grazie proprio all’azione di sintesi della vitamina D. Aumentando quindi la sintesi di vitamina D fino a 40 microgrammi, prendendo il sole per 20 minuti al giorno, si riducono del 17% l’incidenza e del 19% la mortalità dei tumori cutanei. «Ciò sembra accadere anche nel caso del melanoma - afferma Torello Lotti, presidente della Sidemast -. Sono ben noti a tutti i danni cutanei acuti e cronici dell’esposizione al sole. Si dimentica però sempre più spesso quali siano i benefici di una corretta esposizione solare». Ben il 90% di della vitamina D - la cui funzione è essenziale per garantire ossa forti e sane - è sintetizzata proprio esponendosi alla luce solare, mentre il restante 10 per cento viene introdotta attraverso gli alimenti. Tra questi il più ricco è l’olio di fegato di merluzzo; ci sono poi i pesci, specialmente quelli grassi come salmone e aringa; tra le carni solo il fegato ne contiene un po’. Idem per uova, latte e suoi derivati. Il tè riduce il rischio di cancro alle ovaie Falso Viagra nocivo venduto online Qualche tazza di tè al giorno riduce significativamente il rischio di contrarre un cancro alle ovaie. Lo dimostra uno studio dell’Istituto di ricerca medica del Queensland, in Australia, che ha esaminato l’alimentazione e le abitudini di vita di circa 2700 donne, metà delle quali avevano precedenti di cancro alle ovaie. Nello studio, pubblicato dalla rivista Cancer Causes Control, la quantità totale di tè bevuto è emersa come la differenza chiave fra i due gruppi. “La principale conclusione dello studio è che il rischio di cancro alle ovaie è ridotto del 30% nelle donne che bevono quattro o cinque tazze di tè al giorno, di qualsiasi tipo: nero, verde o di erbe”, si legge nello studio. E non emergono benefici aggiuntivi dal tè verde, nonostante sia promosso come il migliore per la salute. Non è tuttavia ancora chiaro in che maniera il tè operi nel ridurre il rischio di cancro, e sono in corso diverse sperimentazioni cliniche negli Usa per accertarlo. È comunque noto che ogni tipo di tè è ricco di antiossidanti, che offrono protezione dai tumori. Cialis, Viagra e Levitra «taroccati», prodotti in cantine dell’est Europa e dell’India e comunque in laboratori clandestini, acquistati attraverso «farmacie online» ma pericolosi per la salute. È quanto è emerso dall’inchiesta condotta dal Pm di Catania Angelo Busacca e dal reparto analisi del comando tutela salute dei Carabinieri, con l’ausilio di vari Nas sul territorio. Sottoposti ad analisi scientifiche i prodotti sequestrati hanno mostrato pericolosità per chi li assume. In particolare per quanto riguarda sostanze spacciate come il Cialis, Viagra e Levitra, è stata accertata nelle pseudo composizioni chimiche la presenza anche di Solfato di calcio, cioè gesso. Dall’inchiesta è emerso che anche attraverso le cosiddette amicizie dei social network, si riescono a camuffare cessioni di prodotti illeciti. In molti casi gli acquirenti erano giovani e anche adolescenti, una fascia d’età che non giustifica l’uso di certi prodotti, nonché donne. Le Regioni in cui sono risultati - dall’indagine - i maggiori acquisti online sono l’Emilia-Romagna e la Lombardia. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 81 Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza ideale, per ogni incarico di trasporto. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73 Il programma completo di Iveco: conveniente su tutta la linea. www.iveco.ch Il Mondo in fiera Flormart: Padova, 9 - 11 settembre Salone Internazionale del Florovivaismo e giardinaggio Salone del Camper: Parma Fiere, 11 - 19 settembre Appuntamento con gli operatori del turismo en plein air Abitare il Tempo: Verona, 16 - 20 settembre 25 anni d’arredamento e design di qualità InterCHARM: Fieramilanocity, 18 al 20 settembre La bellezza a 360° Mipel: Fieramilano, 19 - 22 settembre Salone internazionale della pelletteria FIERE Flormart: Padova, 9 - 11 settembre Salone Internazionale del Florovivaismo e giardinaggio In Italia il florovivaismo, che con il 23% della produzione europea rappresenta una delle espressioni più qualificate dell’agricoltura italiana, trova la sua identità commerciale nel Flormart, il Salone Internazionale del Florovivaismo e giardinaggio, rassegna di riferimento dell’Europa Mediterranea. Dal 9 all’11 settembre 2010, in Fiera a Padova, nel cuore del Nord Est, che nel settore florovivaistico conta circa 1.800 aziende attive e rimane l’area di riferimento del consumo, Flormart è lo strumento di mercato che coniuga le esigenze commerciali degli espositori con le proposte di innovazione attese dal mercato: nella stessa sede, per tre giorni, espositori italiani ed esteri e operatori provenienti da tutta Europa sviluppano ed incrementano il loro business attraverso l’incontro di una vasta offerta di prodotti e le richieste e le aspettative di novità e tendenza. Salone del verde tecnologico Oggi, Architettura sostenibile e Green economy concepiscono i centri urbani nel rispetto dei valori della qualità della vita e dell’ambiente, dell’eco-sostenibilità e dell’eco-compatibilità: la risposta di Flormart è T-Verde, il Salone del Verde Tecnologico, che riunisce i diversi “percorsi” della filiera di qualità, volta a supportare, in termini di competenze e di soluzioni tecniche, progettisti, paesaggisti, responsabili del verde urbano e utilizzatori professionali. T-Verde permette di conoscere da vicino tutte le fasi di produzione dei sistemi proposti: dalla progettazione all’implementazione del progetto, dall’integrazione delle componenti tecnologiche e florovivaistiche, alla rappresentazione esecutiva. 84 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Il Salone, che nella scorsa edizione si è sviluppato su 15.000 metri quadri, oltre a concrete, efficaci ed evolute soluzioni di verde tecnologico e urbano, organizza convegni, workshop, visite guidate e presentazione di case history, permettendo così a tutti i visitatori di confrontarsi sulle migliori e più innovative risposte del verde tecnologico. Tra le iniziative collaterali grande successo ha riscosso il convegno, organizzato in collaborazione con la rivista Paysage, che ha visto la partecipazione di 31 relatori, 358 soggetti che, tra Architetti, Paesaggisti, Studi Internazionali. Il tema del convegno per l’edizione 2010 di TVerde, sempre in collaborazione con la rivista Paysage, sarà “Tecnologie Verdi per la mitigazione ambientale del paesaggio antropizzato”. Flormart: lo strumento di promozione del tuo business e dei tuoi prodotti. La piattaforma on-line di Flormart inaugura quest’anno la sezione Novità. Tutti gli espositori avranno a disposizione una pagina web per promuovere i prodotti novità che verranno presentati in fiera: la vetrina di Flormart verrà anticipata da una vera e propria vetrina multimediale, uno strumento di programmazione della visita in fiera per gli operatori, un ulteriore strumento di visibilità per le aziende espositrici. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Salone del Camper: Parma Fiere, 11 - 19 settembre Appuntamento con gli operatori del turismo en plein air I principali operatori del settore, attraverso le associazioni di categoria APC– Associazione Produttori Caravan e Camper, Promocamp, Assocamp e Confederazione Italiana Campeggiatori, hanno deciso di mettere a disposizione del nuovo Salone le loro competenze e di fare networking con tutti gli attori del sistema. Grazie alla presenza di istituzioni nazionali e locali e all’inserimento del Salone come unica manifestazione italiana riconosciuta nel calendario ufficiale dell’ECF, l’European Caravan Federation, la manifestazione dedicata ai camperisti e agli appassionati del turismo itinerante sarà in continuità con le tradizionali kermesse internazionali del turismo all’aria aperta, come il “Caravan Salon” di Dusseldorf e “Le Salon des Vehicules de Loisirs” di Parigi. Il Salone del Camper 2010 si propone come uno spettacolare contenitore di prodotti, idee e suggestioni di un mondo in continua evoluzione. Nei 40.000 mq che saranno allestiti all’interno dell’ampio quartiere fieristico parmigiano si presenteranno al pubblico costruttori, concessionari, produttori di accessori, strutture turistiche. L’impegno promozionale delle associazioni del settore, la varietà di contenuti e la novità delle proposte fanno di questo evento un’occasione irrinunciabile sia per gli addetti ai lavori che per gli appassionati e i semplici curiosi del camper style. Sarà una finestra aperta dove confrontarsi e dialogare sul plein air di qualità, con una capacità di accoglienza e proposte di attività collaterali senza uguali nel settore. Elemento distintivo della nuova manifestazione sarà la capacità di soddisfare in primo luogo l’appassionato che vuole vedere, provare e magari acquistare l’ultimo modello di camper o caravan, alla ricerca di un mezzo che esprima il meglio del Made in Italy e della produzione europea. Punto di forza del Salone sarà anche l’Osservatorio permanente sul turismo en plein air, che sarà istituito presso il Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (CISET) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e sarà finanziato da Fiere di Parma, APC e Promocamp. Gli analisti metteranno sotto la loro lente di ingrandimento un settore i cui numeri danno un importante contributo all’economia turistica e industriale del Paese: quasi un milione di italiani scelgono infatti il camper o la caravan per il proprio tempo libero e il settore ha un fatturato complessivo di 700 milioni di euro e oltre 5.000 addetti, soddisfacendo così il 70% della domanda nazionale di autocaravan e circa un quarto di quella europea. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 85 Abitare il Tempo: Verona, 16 - 20 settembre 25 anni d’arredamento e design di qualità Abitare il Tempo compie venticinque anni. Un traguardo importante, se pensiamo ai mutamenti avvenuti in questa cruciale fase storica: la globalizzazione, l’avvento di internet e delle tecnologie digitali, l’emergenza eco-ambientale, la recente crisi economica i cui effetti si fanno ancora sentire. Viviamo in un’era di profondi cambiamenti che si riflettono nella vita di tutti i giorni e in ogni attività umana. Anche nella sfera dell’abitare, ambito nel quale l’Italia svolge tuttora un ruolo guida e in cui la manifestazione veronese ha saputo conquistarsi una posizione di primo piano nel panorama internazionale. Un intreccio virtuoso Tutto ha avuto inizio nel maggio del 1986, quando Veronafiere e Carlo Amadori, ideatore del progetto di Abitare il Tempo, ha dato il via, a Verona, alla prima edizione delle ‘Giornate internazionali dell’arredo’, inaugurando una formula del tutto inedita, basata sul rilancio della grande tradizione dell’artigianato classico italiano sapientemente messa a confronto con la ricerca e la sperimentazione svolta da autorevoli esponenti del mondo dell’architettura e del design. Un intreccio carico di implicazioni per il futuro che ha aperto la strada alla rivalutazione dell’ornamento e della decorazione nel contesto di un più ampio rinnovamento stilistico dell’arredamento ‘made in Italy’, nel segno di una ricchezza tecnica e creativa capace di testimoniare il “tentativo di costruire un linguaggio plurale”, come sottolineava l’architetto Paolo Portoghesi nel convegno ‘Virtuosi decori’, svoltosi durante la seconda edizione. Maestri di ieri e di domani Dal 2002 viene istituito il Premio Abitare il Tempo, assegnato ogni anno ad un importante esponente del mondo del design. Nella prima edizione, il prescelto è Ettore Sottsass, seguiranno poi Maddalena De Padova, Pierluigi Cerri, Vico Magistretti e Michele De Lucchi, Ingo Maurer, Alessandro Mendini, Rolf Felhbaum e Gillo Dorfles. Sempre nel 2002 nasce Abitare il XXI secolo, un’indagine sulla trasformazione degli spazi dell’abitazione contemporanea: si amplia così di fatto il raggio di azione da una selezione di mobili di eccellenza alla questione più complessa delle architetture d’interni segnando una vera e propria svolta epocale nel mondo dell’arredo e della sua comunicazione. L’iniziativa si è protratta fino al 2004 e ha visto la partecipazione di moltissimi architetti e realtà. Nel 2005 si celebrano i vent’anni della manifestazione, che nel frattempo ha raggiunto la ragguardevole quota di 600 espositori, accuratamente selezionati e raggruppati in 7 padiglioni commerciali (dedicati a classico e contem- 86 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 poraneo, mobili e imbottiti, illuminazione, tessile, cucina, bagno, arte della tavola, complementi d’arredo). Nuovi percorsi, nuovi traguardi Lo scorso anno, l’allestimento dei padiglioni commerciali si presenta rinnovato, nel segno di una sobrietà e di una funzionalità miranti a valorizzare ulteriormente l’offerta degli espositori e ad agevolare la visita degli operatori. William Sawaya e Paolo Moroni festeggiano 25 anni di attività in una grande e suggestiva mostra antologica, ospitata nel padiglione 9, e viene avviato, dopo 11 anni, un nuovo percorso di ricerca e sperimentazione dedicato all’evoluzione dei negozi d’arredamento e della distribuzione. Abitare il Tempo, anche con la collaborazione dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) propone 4 concept: “arredamento – arte – design”, “showroom tecnologicovirtuale”, “negozio futuro” e “Shopping Lab”, esclusivo ed avveniristico concept di spazio vendita progettato dallo studio Bestetti Associati. Il vincitore del Premio Abitare il Tempo 2009 è un critico d’arte e design che tutto il mondo ci invidia, il centenario Gillo Dorfles. Durante la cerimonia di consegna, egli spende parole d’elogio per la manifestazione, sottolineandone la capacità di evolvere negli anni senza smarrire la propria identità d’origine. Un punto di vista autorevole che costituisce il miglior preambolo per avvicinarsi all’ambito traguardo del quarto di secolo: 25 anni dedicati a promuovere la creatività e la qualità del made in Italy nella sfera dell’arredamento, fra cultura, arte, design e decorazione. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch InterCHARM: Fieramilanocity, 18 al 20 settembre La bellezza a 360° Lavori in corso per InterCHARM Milano, la nuovissima fiera dedicata alla bellezza a 360° che, sta catalizzando l’attenzione dell’intera Beauty Industry. La prima edizione, in programma dal 18 al 20 settembre 2010 in Fieramilanocity, proporrà un evento B2B, studiato per rispondere alle esigenze delle aziende del settore e per far incontrare, in un contesto altamente qualificato, la domanda e l’offerta internazionale nel campo della bellezza. InterCHARM Milano, in virtù dell’accordo raggiunto tra Gruppo Reed Exhibitions e Fiera Milano, raccoglie il testimone di Wellness Spa&Beauty Exhibition per organizzare a Milano un evento focalizzato sulla bellezza a tutto tondo. A partire da quest’anno, infatti, le due anime della manifestazione Wellness si ricontestualizzeranno in realtà ancora più ricche e complete: da un lato il settore Spa sarà accolto all’interno della biennale Hotel Emotion, dall’altro l’eredità della parte estetica e nail verrà accolta e ottimizzata in InterCHARM Milano, che arricchirà l’offerta con i settori hair, perfumery&cosmetics e packaging. Nel centro di Milano Trendsetter italiana della moda e del design, oltre che vibrante meta turistica conosciuta a livello mondiale per lo shopping e la cultura, Milano è la città ideale per accogliere un nuovo evento dal respiro internazionale. Proprio nel cuore della città si svolgerà InterCHARM Milano, nella centralissima Fieramilanocity, che ospita anche le sfilate di Milano Moda Donna e Mi Milano prêtà-porter. I padiglioni 1, 2 e 4 accoglieranno profumi, cosmetici, creme, prodotti professionali, apparecchiature, arredi e accessori per un salone incentrato sulla bellezza in tutte le sue forme. Durante l’intenso periodo del prêt-à-porter, con un calendario fieristico altrettanto denso di appuntamenti “fashion”, i talenti si ritrovano in città per presentare le loro creazioni e le ultime tendenze del mercato. L’intuizione di InterCHARM MILANO è nel volersi porre come link tra bellezza e moda ed esplorare le sinergie tra questi due concetti, per permettere ai visitatori di avere una visione allargata dei futuri trend. InterCHARM MILANO Beauty Congress Due interi giorni di conferenze in chiave moderna che offriranno ai partecipanti l’opportunità di incontrare i maggiori esperti nel settore dell’estetica e della cosmetica, di trovare spunti per rinnovare il loro centro e diversificare la loro attività. Le sessioni proporranno un insieme di soluzioni concrete per i professionisti del benessere e della bellezza senza tralasciare le dimostrazioni tecnicopratiche e le ultime novità. Grande attenzione ai professionisti di domani e alle scuole che si occupano della loro formazione. Con Campus il focus si sposta sugli istituti di formazione estetica e sull’aggiornamento professionale. Gli studenti avranno l’opportunità di partecipare a momenti ad hoc per imparare, specializzarsi e anche per affrontare temi di grande attualità legati al futuro della figura dell’estetista. InterCHARM MILANO ospiterà il 4° Campionato Italiano Nail Design e 2° Italian NailArt Trophy, in collaborazione con la rivista Nailpro, edita in Italia da ZeroVenti in stretta cooperazione con la tedesca Health and Beauty Holding. Hair Per rispondere alle richieste del settore in modo mirato, all’interno di InterCHARM MILANO, un grande palco in una struttura attrezzata ospiterà gli show delle maggiori aziende di acconciatura che, con i propri hair stylist, creeranno presentazioni ad effetto per mostrare le tendenze della nuova stagione al proprio pubblico. Accanto agli show, i workshop tematici per offrire approfondimenti e favorire l’interazione e lo scambio di informazioni tra i professionisti del settore. Per la Profumeria e il Packaging sono allo studio seminari, workshop, eventi e iniziative specifichecon partner e associazioni di primaria importanza. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 87 Mipel: Fieramilano, 19 - 22 settembre Salone internazionale della pelletteria La mostra, che prenderà il via per la prima volta di domenica, presenterà le nuove collezioni e le tendenze che caratterizzeranno borse, cinture, valigie, portafogli e accessori della primavera/estate 2011. È una precisa scelta strategica la posticipazione dell’apertura: Mipel, sensibile ad assecondare le esigenze di buyers ed espositori per favorire un più proficuo posizionamento della fiera, ha ritenuto opportuno andare loro incontro attraverso l’apertura domenicale. Per gli operatori, specie quelli del BelPaese, poter visitare la rassegna approfittando della chiusura dei punti vendita rappresenta una apprezzata comodità. I buyers esteri potranno inoltre beneficiare della vicinanza delle date dei saloni fieristici con quelli delle sfilate di Milano Moda Donna, in programma proprio dal 22 settembre. Più buyers in fiera, quindi, ma anche maggior coinvolgimento della capitale della moda durante i giorni di manifestazione. Mipel scenderà infatti tra le strade della metropoli, in una decina tra i locali più esclusivi, moltiplicando i momenti piacevoli già sperimentati dai milanesi nella scorsa edizione. Verranno organizzati degli happy-hour e parte del ricavato andrà devoluto a Care & Share Onlus nata a Venezia – di cui è testimonial Alviero Martini - e che opera in India, nello stato poverissimo dell’Andhra Pradesh. Il “Fuori Salone Mipel” conferma quindi la sua originaria vocazione: rendere fruibile a tutti la fiera, divulgare correttamente i valori peculiari delle produzioni Made in Italy, sostenere gli artigiani e le aziende alle prese con la concorrenza sleale dei falsari, promuovere serate dove la spensieratezza si sposa con la solidarietà. Un messaggio chiaro e forte fatto di mondanità, impegno sociale e responsabilità civile, le stesse anime che si trovano in tutti i prodotti della pelletteria prodotta nel nostro Paese, e che Aimpes (Associazione Pellettieri Italiani) difende. Il 98esimo Mipel si svolgerà, come di consueto nei padiglioni 8, 12 e 16: in vetrina il meglio delle produzioni di borse, valigie e borse da viaggio, ombrelli, accessori e articoli in pelle come portafogli, agende e piccola pelletteria, presentati, nell’ultima edizione di marzo, da oltre 420 espositori ed apprezzati da oltre 16.000 buyers (il 50% proveniente dall’estero). Nelle stesse date di Mipel fieramilano sarà palcoscenico anche per Micam, il concomitante salone della calzatura PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax 0041 44 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Il Mondo in Camera 23 e 24 settembre 2010 Incontro B2B a Verona Dal 3 al 6 luglio A Roma l’XI Meeting dei Segretari Generali delle CCIE Ducati Day Nuovo appuntamento: 25 luglio 2010 In Vino … Italia Vini diversi… l’Italia in comune Sottoscritto un accordo fra EOS e CCIS Rafforzati i punti d’appoggio nei Paesi di lingua tedesca Terre e sapori di Lombardia Il mondo in camera Incontro B2B a Verona 23 e 24 settembre 2010 Chambre de Commerce Suisse en Italie Camera di Commercio Svizzera in Italia Swiss Chamber of Commerce in Italy Schweizensche Handelskammer in Italien Il 24, 25 e 26 settembre 2010 avrà luogo a Verona la 8° edizione del «Festival internazionale dei Giochi di Strada Tocatì» (www. tocati.it), dove la Svizzera sarà presente in qualità di ospite d’onore. Un’occasione interessante che consente di approfittare della partecipazione della Svizzera a questa manifestazione per approfondire le relazioni fra La confederazione e l’Italia, che rappresenta il secondo partner commerciale dopo la Germania. In quest’ottica, e in collaborazione con la Camera di Commercio di Verona, l’Ambasciata svizzera in Roma intende organizzare un incontro B2B che avrà luogo giovedì 23 settembre 2010 ed eventualmente anche venerdì 24. Lo scopo di questa iniziativa è di trovare nuove fonti di approvvigionamento, nonché verificare la possibilità di stabilire per le aziende elvetiche nuovi partenariati con le imprese italiane. Immortalata dal tragico destino di Romeo e Giulietta nel dramma di Shakespeare, Verona, oltre ad essere luogo di attrazione turistica, è la capitale di una regione del Nord Italia estremamente dinamica e con una fitta rete di piccole e medie imprese specializzate in vari settori industriali e dell’artigianato. A livello manifatturiero, la regione si è sviluppata nel settore del marmo, del mobile e della moda (soprattutto calzature). In questa regione anche il settore dell’industria dei macchinari è notevolmente sviluppato, non solo in riferimento ai prodotti sopra citati, ma anche macchinari per utensili, strumenti di precisione, macchinari per la grafica e per la termomeccanica. Terra di tradizione agricola, patria di importanti vigneti italiani e prodotti agroalimentari, come la pasta, prodotti lattieri, olio d’oliva, senza dimenticare, la pasticceria ed il famosissimo «pandoro». Consultando il sito della Camera di Commercio di Verona (http://www.vr.camcom.it/page. jsp?id_ menu=4365&show=view&tipo_content=GENERICO&label_ content=Verona+Promo+Clip), si possono trovare delle indica- zioni riguardo ai diversi settori di attività presenti nella regione. Questa manifestazione, oltre ad essere sostenuta dall’Ambasciata di Roma e dal Consolato Generale svizzero di Milano, è pure appoggiata dalla Camera di Commercio Svizzera in Italia, dalla Camera di Commercio italiana per la Svizzera e dall’OSEC, nel quadro del programma di stabilizzazione della Confederazione volto ad assicurare un sostegno rapido ed efficace all’economia svizzera d’esportazione. Il programma di massima è così articolato: Giovedì 23 settembre 2010 Mattino 11h00 – 12h30 Tavola rotonda «Svizzera – Italia : Doing business together». Interverranno: rappresentanti di autorità locali e svizzere, della Camera di Commercio per la Svizzera in Italia, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e la CCIAA di Verona. 13h00 – 14h30 Buffet (offerto dagli organizzatori). 14h30 – 18h30 Incontri B2B Sera Cena/ buffet (da definire) Venerdì 24 settembre 2010 Mattino Proseguimento incontri B2B o visite alle imprese 15h00 Inizio delle attività del Festival «Tocatì» 18h00 Cerimonia d’apertura del Festival «Tocatì» seguita da un buffet offerto da Svizzera Turismo Facoltativo Sabato e domenica 25, 26.09.2010 - Proseguimento del programma «Tocatì» L’iscrizione a questo incontro è gratuita, mentre, i costi di viaggio e di pernottamento saranno a carico dei singoli partecipanti, il cui numero è limitato. Per i dettagli e ulteriori informazioni, tutti gli interessati possono rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera - Tel. 044 289 23 23; [email protected] TOCATÌ, FESTIVAL INTERNAZIONALE DEI GIOCHI IN STRADA ottava Edizione – 24, 25, 26 settembre 2010 - Verona, Centro Storico Tocatì è un evento unico per le sue caratteristiche in Italia e in Europa. Il Festival è il frutto dell’attività che l’Associazione Giochi Antichi (AGA), svolge dal 2002 battendosi per la salvaguardia e la valorizzazione del gioco tradizionale. L’evento si svolge da sei anni a Verona alla fine di Settembre in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, e quest’anno si terrà il 24, 25, 26 Settembre. Nello storico scenario del centro scaligero, in un’area di 200.000 metri quadrati, vie e piazze tornano ad essere luoghi di incontro e di festa. Per tre giorni le comunità ludiche tradizionali propongono oltre 50 giochi, tra quelli italiani e quelli di un paese ospite, che quest’anno sarà la Svizzera. Nell’ambito della riflessione sul valore culturale del gioco e del recupero del territorio, il Festival promuove esposizioni, istallazioni urbane e d’arte, incontri e convegni, laboratori didattici, concerti di musica tradizionale e degustazioni di prodotti tipici. La manifestazione gode del patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto. 90 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 A Roma l’XI Meeting dei Segretari Generali delle CCIE In programma dal 3 al 6 luglio il tradizionale appuntamento che vede riunita la dirigenza delle 75 Camere di Commercio Italiane all’Estero presenti in 49 Paesi Dal 3 al 6 luglio, si terrà a Roma l’XI edizione del Meeting dei Segretari Generali delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. L’iniziativa, organizzata da Assocamerestero e Unioncamere in collaborazione con Simest, rappresenta un appuntamento tradizionale che vede riunita la dirigenza delle 75 Camere di Commercio Italiane all’Estero presenti in 49 Paesi del mondo. I lavori si apriranno al pubblico nella mattinata di lunedì 5 luglio con il Seminario “Ve(n)dere oltre la crisi: nuove leve per la crescita del Made in Italy sui mercati esteri”, che si terrà presso la sede di Unioncamere (piazza Sallustio, 21). L’incontro vuole rappresentare un momento di riflessione sui cambiamenti nuovi modelli di consumo che la crisi ha fatto emergere e sulle opportunità che questi cambiamenti possono aprire ai prodotti italiani. La crisi internazionale ha fatto emergere nuovi modelli di consumo, caratterizzati da una maggiore attenzione per le produzioni a basso impatto ambientale, per un consumo responsabile, attento alla salute e ad un design human friendly. Come si colloca il Made in Italy in questo mutato scenario? Quali sono le modalità di promozione più appropriate per aiutare le imprese ad intercettare questa nuova domanda? Quale ruolo possono giocare soggetti privati a vocazione istituzionale quali le CCIE? Questi i principali punti di approfondimento e di dibattito che si svilupperanno. I lavori del 5 luglio proseguiranno, nel pomeriggio, presso l’Hotel NH Villa Carpegna con la realizzazione di incontri one-to-one tra i delegati delle CCIE e i rappresentanti delle istituzioni, del sistema camerale italiano, degli enti e delle associazioni impegnati nelle attività di promozione del Made in Italy all’estero. Scopo degli incontri è favorire lo sviluppo di future collaborazioni e l’avvio di iniziative progettuali comuni attraverso la condivisione di idee, esperienze e best practice. Le restanti giornate del Meeting saranno dedicate allo svolgimento di lavori interni rivolti alla discussione dell’attività progettuale 2010 e all’attività formativa della dirigenza delle CCIE. DUCATI DAY NUVO APPUNTAMENTO: 25 LUGLIO 2010 Anche quest’anno la Mohag-Gruppe e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) ripetono l’avventura in sella alle nuove Ducati, però quest’anno SI VA IN MONTAGNA! Percorso abbastanza impegnativo, in ogni caso senza grandi difficoltà: Da Zurigo ci sposteremo velocemente sull’autostrada per uscire dall’agglomerato zurighese, quindi saliremo lungo strade cantonali e secondarie verso il passo del Ricken, da lì scenderemo nel Toggenburg, visita breve a un sito, forse due, interessante e quindi ripartenza. Destinazione Hemberg dove Angelo al Ristorante Krone ci aspetterà per un pranzetto all’italiana (CHF 50.- circa). Poi viaggeremo nel Cantone Appenzello in direzione di Schwägalp (se ci sarà il tempo, chi vorrà potrà salire in teleferica sulla cima del Säntis). Ripartenza verso Zurigo con una tappa intermedia, “da qualche parte”, per un caffè o un gelato. Roadbook approssimativo: 09.15 Partenza da Zurigo – Mohag-Gruppe, Bernerstrasse Nord 202, 8048 Zürich 10.30 Arrivo nel Toggenburg 12.00 Ristorante Krone da Angelo Arconzo e consorte 14.30 Arrivo a Schwägalp 15.30 Partenza per il ritorno da Schwägalp (Decideremo sul posto la via del rientro con le varianti “veloce” o “turistica”) 17.00 / 18.00 Arrivo a Zurigo – Mohag-Gruppe Per informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera - Lara Francesca Cucinotta - Tel. 044 289 23 23 - Mail [email protected] la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 91 In Vino … Italia Province diverse Vini diversi… l’Italia in comune 29 settembre – 02 ottobre 2010 – Potenza 20 – 23 novembre 2010 – Faenza – “Fiera Enologica” 01 ottobre: incontri e/o visite aziendali 02 ottobre 2010: ritorno in Svizzera Nell’autunno del 2010, la CCIS organizzerà in collaborazione con il sistema camerale italiano, una promozione a tutto campo dei vini di due aree d’Italia ancora poco valorizzate ma legate da una comune storia romana e mediterranea e ricche di eccellenze vitivinicole ed alimentari. I costi di viaggio e pernottamento sono interamente a carico dell’organizzazione Programma Faenza: 20 novembre 2010: partenza per Faenza 21 novembre: degustazione guidata e visita di Enologica 22 novembre: incontri b2b con le aziende romagnole 23 novembre: visite aziendali 24 novembre 2010: ritorno in Svizzera Programma Potenza: 29 settembre 2010: partenza per Potenza 30 settembre: degustazioni e incontri Info: Fabrizio Macrì Tel. +41 44 289 23 23 - Fax: 044 201 53 57 E-Mail: [email protected] Sottoscritto un accordo fra EOS e CCIS Rafforzati i punti d’appoggio nei paesi di lingua tedesca Martedì, 25 maggio 2010 l’EOS – Organizzazione export Alto Adige della Camera di commercio di Bolzano ha firmato presso l’Hotel Laurin il contratto di cooperazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Lo scopo della cooperazione è sostenere le imprese altoatesine in questo importante mercato fornendo informazioni, consulenza e contatti. “L’Alto Adige ha esportato nel 2009 beni per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro, di cui parte della metà erano destinati al mercato Svizzero”, sottolinea così l’importanza del mercato per le esportazioni altoatesine il Direttore dell’EOS Hansjörg Prast. Il contratto di cooperazione è stato sottoscritto dal Segretario Generale della Camera di commercio italiana per la Svizzera di Zurigo Andrea G. Lotti e dal Direttore dell’EOS Hansjörg Prast. L’accordo di cooperazione è il presupposto per garantire agli esportatori altoatesini già attivi all’estero un ulteriore supporto tramite informazioni e reti di contatto e per facilitare alle nuove imprese l’accesso sul mercato offrendo loro il sostegno necessario. “Le aziende altoatesine potranno ora rivolgersi al ‘punto d’appoggio dell’EOS’ a Zurigo, informa Prast. In occasione della firma del contratto, l’EOS ha organizzato anche una giornata di consulenza presso la Camera di Commercio, dedicata al mercato in Svizzera. Le imprese altoatesine hanno potuto svolgere così colloqui individuali con gli esperti della Camera di Commercio Italiane di Zurigo e raccogliere informazioni di prima mano. Lo stesso contratto di cooperazione è stato stipulato anche con altre due Camere di Commercio Italiane all’Estero: La Camera di Commercio di Vienna (Austria) e Monaco di Baviera (Germania). Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’EOS – Organizzazione export Alto Adige della Camera di commercio, persona di riferimento Christian Schweigkofler, tel. 0471 945 765, e-mail: [email protected]. 101a assemblea generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Si svolgerà il prossimo 8 luglio a Zurigo, nei saloni della “Zunfthaus zur Meisen” (Münsterhof, 20), la 101. assemblea generale della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (Ccis). L’incontro, con inizio fissato per le ore 10.30, è riservato 92 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 a tutti i soci della CCIS e sarà seguito, alle ore 12, da un déjeuner italo - svizzero al quale è stato invitato Luigi Pedrazzini, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, che farà un intervento intitolato “Ticino, un ponte fra due nazioni”. Bip Forum a Cernobbio Imprese ed atenei verso nuove sinergie La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera figura fra i patrocinatori della quarta edizione del BIP Forum in programma dal 23 al 24 settembre a Cernobbio (CO) garantendo formule di adesione scontata per le sue aziende associate. Il BIP Forum è l’unico evento al mondo che favorisce l’incontro tra responsabili degli uffici placement degli atenei italiani ed esteri ed HR managers aziendali attraverso l’organizzazione di incontri one-to-one in cui imprese ed atenei possono confrontarsi ed individuare sinergie da sviluppare durante l’anno successivo. Il network di realtà che partecipano al Forum è di oltre 100 grandi aziende ed altrettante università italiane ed estere. Il successo che sta riscuotendo l’iniziativa, ormai giunta alla sua quarta edizione, deriva dal fatto che non esistono altre occasioni così favorevoli di incontro e BIP si delinea sempre di più come appuntamento annuale in cui i diversi “mondi” coinvolti possono confrontarsi su modalità concrete di collaborazione. È ormai fondamentale creare un momento di dialogo tra il sistema degli Enti Locali, le Università e le Aziende in particolare partendo da un approccio non solamente istituzionale e programmatico ma anche di carattere pratico e operativo. La Segreteria Organizzativa riconosce a tutti gli associati alla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera uno sconto del 20% sulla quota di partecipazione al BIP Forum (www.biponline.it ) Per informazioni e adesioni contattare la segreteria organizzativa Emblema srl Rita Costa tel. +39 051 27 12 00 - [email protected] oppure la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera: Lara Francesca Cucinotta Tel. 044 289 23 23 - [email protected] TERRE E SAPORI DI LOMBARDIA La Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia in collaborazione con l’ENIT di Zurigo e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha organizzato lo scorso 21 giugno presso il Marriott Hotel un workshop per un gruppo selezionato di importatori svizzeri. Presenti con i loro prodotti le seguenti aziende CONSORZIO TUTTITALIAFOOD www.tuttitaliafood.it: ANTAARES Produzione di specialità tipiche della cucina regionale italiana e del mondo, tra cui risotti, paste asciutte, zuppe, minestre e creme pronti da cuocere con ingredienti disidratati, confezionati in busta. Risotti e zuppe pronti, cottura nel microonde, confezionati in vaschette monoporzione. I prodotti sono tutti senza glutammato monosodico. www.antaares.it AZIENDA AGRICOLA LA GALLINELLA Produzione di riso di tutte le qualità sia proveniente da agricoltura convenzionale che da agricoltura biologica. Riso, risotti, gallette e mini gallette, merende e snack, farina di mais, olio di riso. www.lagallinella.eu BROCCHETTA Produzione di ravioli, gnocchi e tortellini, insalata russa, merluzzo fritto e altre specialità gastronomiche. www.brocchetta.com CANTINA SOCIALE LA VERSA Vini spumanti a fermentazione naturale prodotti in Metodo classico e Metodo Martinotti; vini classici D.O.C. Oltrepò Pavese, bianchi e rossi; vini frizzanti naturali rossi, rosati e bianchi della Valle Versa; “Le Cresule” grappe di monovitigno ottenute dalla distillazione a vapore esclusivamente dalle proprie vinacce. www.laversa.it COLLIVASONE Biscotti tipici artigianali; Offelle (dolci al burro); dolce Lesa; biscotto integrale zucchero di canna; linea naturale integrale senza zuccheri. Biscotti al cioccolato, biscotti al riso, mais, kamut, limone, farro, Baci di Dama, prodotti da forno in genere. www.collivasone.it OFFICINA AGRICOLA Conserve di frutta biologiche, mostarde bio, passate e sughi bio. www.officina-agricola.com PANIFICIO MATTEO Settore panificazione e pasticceria. Produzione di prodotti da forno semilavorati surgelati, crudi, cotti, parzialmente cotti. I prodotti di punta sono: pane crudo, pani speciali farciti parzialmente cotti, focacceria, basi per pizza, torte salate, salatini, torte dolci, biscotteria, monoporzioni ecc. www.panificiomatteo.com VECCHIO VARZI Produzione di Salame di Varzi D.O.P e altre specialità per alta gastronomia. www.vecchiovarzi.it CONSORZIO DI TUTELA DEL SALAME DI VARZI Tutela e valorizzazione del Salame di Varzi DOP. www.consorziodituteladelsalamedivarzi.it la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 93 Contatti Commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Sistemi per termoidraulica Hold Pipe srl Via Torricelli 28 Z. I. I – 33080 Porcia PN Tel. 0039/0434 593935 Fax 0039/0434 593930 E-mail: [email protected] www.holdpipe.net Acqua minerale Monteforte srl Via Lazzari,110 I - 41050 Montese (MO) Tel. 0039 059-980056 Fax 0039 059-980057 E-mail: [email protected] www.monteforte.it Piante e vivai Vivai Masetti Sabino Via Bassa della Vergine, 214/C I - 51100 Pistoia Tel: 0039/0573/380404 Fax 0039/0573/985028 E-mail: [email protected] www.vivaimasettisabino.it Lavorazione legno Zanuso Legno S.r.l. Via Nobel 18 I - 20035 Lissone (MI) Tel: +39 039 482151 Fax: +39 039 483468 E-mail: [email protected] www.zanusolegno.com Pasta Pasta Rossini srl Via Via Modena, 340 I - 34034 Cassana FE Tel. 0039/0532824477 Fax 0039/0532824476 E-mail: [email protected] www.pastarossini.it Vino Costa Olmo Via S. Michele 18, Vinchio I – 14100 Asti Tel. +39 0141 950423 Fax +39 0141 950423 E-mail: [email protected] www.costaolmo.com 94 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Prodotti da forno ORO.PAN C/da San Giuliano-zona P.I.P. I - 85050 Brienza PZ Tel. 0039/3297113688 Fax: 0039/0975381158 E-mail:fragranze [email protected] Detergenti AEB Spa Via V. Arici 104 - S.Polo I - 25134 BRESCIA Tel. +39.030.23071 Fax. +39.030.2307281 E-mail: [email protected] www.aeb-group.com Dispositivi per Medicina Estetica Impulse Technology Via dei Lamponi 8/D I – 40137 Bologna Tel: +39.051.6238596 E-mail: [email protected] www. Impulsetechnology.it Componentistica per mobili e cucine Bertoni f.lli snc Via Tagliamento 8 I - 37051 Bovolone VR Tel. 0039/0457100539 Fax 0039/0456908231 E-mail: [email protected] Stampi per materie plastiche Giasini Spa via Bergamo 19 I – 24050 Grassobbio Tel. 0039/035 525066 Fax 0039/035 526764 E-mail: [email protected] www.giasini.it Pasta Pasta Julia Spa Via Piemonte snc loc. S. Luciola I - 06038 Spello PG Tel. 0039/0742301761 Fax 0039/0742304301 [email protected] - www.pastajulia.it Produzione e trasformazione carruba Ilcar Srl Piazza della Repubblica, 31 I – 95131 Catania Tel. 0039/0931 858388 [email protected] www.ilcarsrl.it Profumi ed essenze Herbsardinia srl Via Lungo Saline 27/A I – 09126 Cagliari Tel. 0039/070383070 Fax 0039/01782225689 [email protected] www.herbsardinia.com Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La ditta ArtigianPiada di Rimini è una affermata realtà attiva nel settore della produzione di piadine, prodotto tipico romagnolo. Grazie alla sua profonda esperienza e conoscenza nella produzione artigianale della piadina romagnola, l’azienda ha assunto una posizione di leadership nel mercato italiano e fornitore di punta della GDO in Italia. ArtigianPiada è alla ricerca in Svizzera di aziende interessate alla distribuzione dei propri prodotti sia all’ingrosso che al dettaglio. • La ditta Togni di Ancona è una affermata realtà attiva da oltre 50 anni nel settore della produzione di vini e spumanti. Grazie alla sua profonda esperienza e conoscenza nella lavorazione delle uve, l’azienda ha assunto una posizione di leadership nel mercato italiano e soprattutto per ciò che riguarda lo spumante è fornitore di punta della GDO in Italia. La ditta Togni è alla ricerca in Svizzera di aziende interessate alla distribuzione dei propri prodotti all’ingrosso con cui avviare una collaborazione di lungo termine. • Società Chimica offre gestione in un proprio capannone 400 - 700 m2 deposito solo per merci europee Via Casilina San Cesareo Roma prezzo legato a volume e movimenti. Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente: Ing. Corrado Carboni Via A.Gallonio 18 I - 00161 Roma Tel. +39 0644232172 Fax +39 0644290941 E-mail: [email protected]. Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57, [email protected], www.ccis.ch • Società leader da oltre 30 anni nella produzione e commercializzazione di apparecchi elettronici che rispettano totalmente l’igiene e consentono un risparmio di acqua fino all’80%. Il Gruppo DMP Electronics desidera oggi arricchire il suo staff commerciale per affrontare nuove sfide. Uomo o donna che abbia un’esperienza commerciale di minimo 3 anni, età 25/40 anni, che sappia comunicare in tedesco, francese e italiano, persona dinamica, autonoma e perseverante, disponibile a spostamenti in tutto il territorio svizzero. Ricerca di merci e servizi • Ing. Luca Pala, inventore e ricercatore in possesso di proprietà industriale e di brevetto internazionale “Impianto di sfruttamento contemporaneo di energia eolica e solare con produzione di energia elettrica in proprio ricerca soci collaboratori e finanziatori per acquisto e sfruttamento del diritto di priorità del brevetto succitato. 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MA IMPORT – EXPORT GmbH Olsbergerstrasse 6 CH - 4310 Rheinfelden Tel: +41 61 831 44 59 Fax +41 61 831 02 82 E-mail: [email protected] Per ulteriori info rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57, [email protected], www.ccis.ch Tagliando d’abbonamento Nome ............................................................................................ Cognome ....................................................................................... Indirizzo ........................................................................................ Tel. .................................... e-mail ............................................. Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo (11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro) Data e firma .................................................................................. la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 95 ATTIVITÀ E SERVIZI Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: - Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera - Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. (disponibili on-line in giornata) - Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti - Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri - Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato - Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali PUBBLICAZIONI - La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) Calendario delle Fiere italiane Annuario Soci Indicatori utili Italia-Svizzera Agevolazioni speciali per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 - Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche - Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale - Assistenza e consulenza in materia doganale - Informazioni statistiche ed import/esport - Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere - Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti - Azioni promozionali e di direct marketing - Arbitrato internazionale - Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia - Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità - Traduzioni - Viaggi di Studio - Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma - Swiss Desk Porti italiani - La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere - Recupero crediti in Svizzera - Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS - Compra-vendita di beni immobili in Italia - Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia - Il nuovo diritto societario italiano - Servizi camerali Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 RECUPERO IVA ITALIANA RECUPERO IVA SVIZZERA Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani il rimborso dell’IVA svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS: •ä fornisce la necessaria documentazione; • äesamina la documentazione compilata; ä recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara; • fornisce assistenza legale La CCIS: • fornisce un servizio di informazione e prima consulenza; • diventa il Vostro rappresentate fiscale; • esamina la completezza della Vostra documentazione; • invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter della vostra pratica. Informazioni più dettagliate contattare la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera +41 (0)44 289 23 23 RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI 96 la Rivista n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010 Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected]