1935. Contraddittorio del Gran Priore d`Italia Giovanni Ferrara

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1935. Contraddittorio del Gran Priore d`Italia Giovanni Ferrara
ORDO MILITARIS ET HOSPITALARIS SANCTI LAZARI HIEROSOLYMITANI
SUB ALTO PATROCINIO DOMUS REGIÆ FRANCIÆ
MAGNUS L MAGISTER, citra et ultra maria, PRÆCEPTOR BOIGNACI JAN COMES DOBRZENSKY Z DOBRZENICZ
EMINENTISSIMUS DOMINICE CARDINALIS DUKA O.P., CAPELLANUS GENERALIS
~
GIOVANNI FERRARA
GRAND PRIOR OF ITALY - GRAND HOSPITALEIR -
DALLA CANCELLERIA DEL G.P.I.
Milano 19/09/2014
A Cesare quello che è di Cesare: Riesame dell’articolo dell’Osservatore Romano del 15 -16aprile 1935 sull’Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme.
Quando si cercano su internet informazioni sull’Ordine Militare ed Ospitaliero di San Lazzaro di
Gerusalemme, si imbatte sempre nell’articolo che l’Osservatore Romano aveva pubblicato nel
1935, riguardante la soppressione dell’Ordine.
L’edizione del giornale del 15 – 16 aprile 1935 riportava, tra l’altro, la seguente nota: “Da tempo
viene svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare ed Ospedaliero di
San Lazzaro ramo di Boigny, sia con l’offerta di onorificenze dell’Ordine per cavalieri e signore, sia
con articoli diretti a sostenere l’esistenza dell’Ordine quale ramo francese dell’antico Ordine di San
Lazzaro di Gerusalemme, il cui ramo italiano venne fuso nel 1572 con l’Ordine di San Maurizio.
Poiché l’Ordine di San Lazzaro di Boigny, non soltanto non è riconosciuto in Italia, ma risulta, anzi,
definitivamente soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del re
Enrico IV, l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono state, pertanto, impartite le necessarie
istruzioni perché sia fatta cessare, procedendo, ove occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi
di legge”1.
Quanto riportato nella nota del giornale, relativamente al capoverso sopra trascritto, alla luce della
documentazione storica, non corrisponde a verità. Ritengo che l’opinione espressa dall’articolista,
per il prestigio che gode il giornale, si è costituita come fondamento di verità, quasi fosse stata
espressa negli Acta Apostolicae Sedis, ed ha creato una serie di incomprensioni, molte delle quali
anche dolorose.
A ottant’anni dalla sua apparizione e dopo un’accurata rilettura ed analisi dei fatti storici, oggetto
del citato articolo, mi permetto di contestare quanto in esso erroneamente affermato per i motivi
che mi appresto ad esplicitare.
Questa mia pubblicazione, vuole essere solo ciò che in realtà è: il tentativo di ripristinare la verità
storica circa un momento particolare della vita dell’Ordine di San Lazzaro e non ha nessuna
relazione con pretese di riconoscimento o legittimità dell’Ordine stesso ben sapendo quali sono le
1
Si veda la trascrizione completa dell’articolo in http://www.icocregister.org/premesse.htm - nota 6)
ADDRESS : VIA COMELICO N. 3 – 20135 MILANO – TEL. 02 55181136 – FAX 02 700 44 44 48 - E-MAIL [email protected]
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opinioni sugli ordini cavallereschi espresse in più riprese dall’Osservatore Romano e dalla
Segreteria di Stato Vaticana.
Nell’edizione del giornale del 15 – 16 aprile 1935 si afferma che l’Ordine di San Lazzaro “…risulta,
anzi, definitivamente soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del re
Enrico IV”.
Il riferimento all’anno 1608 è, senza dubbio, riferibile agli atti di Papa Paolo V che istituisce, su
richiesta del re di Francia Enrico IV, l’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo.
Infatti, Papa Paolo V con una prima bolla, Romanus Pontifex2, emessa il 16 febbraio 1608,
istituisce l’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo e con successiva Bolla, Militantium
Ordinum3, emessa il 26 febbraio 1608, ne detta le regole.
In ambedue queste Bolle non si trova alcun accenno all’Ordine Militare ed Ospedaliero di San
Lazzaro ramo di Boigny che, se fosse stato soppresso, come affermato nell’articolo del 1935,
avrebbe dovuto essere espressamente indicato almeno in una delle due bolle sempre che il Papa
avesse potuto sopprimere un ordine non di collazione pontificia. Paolo V si occupa esclusivamente
del nuovo ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo.
Una riprova della non soppressione dell’Ordine San Lazzaro è contenuta nella Lettera Apostolica
(impropriamente chiamata Bolla, firmata, infatti, presso la Dataria Apostolica visto i contenuti che
riguardano i benefici ecclesiastici, n.d.r.) ) Militarium Ordinum Institutio4, datata il 4 delle Idi di
Dicembre 1772 con cui il Papa Clemente XIV emana le seguenti disposizioni: “…vogliamo e
ordiniamo che, secondo quanto stabilito dal santo Pio V circa l'Ordine di San Lazzaro, e da Paolo
V circa l'Ordine di Santa Maria del Monte Carmelo, ciascun Ordine, sia in sé, sia considerato
insieme con l'altro, nonché gli uffici, i priorati, i magisteri, le precettorìe e gli altri uffici con un
qualunque altro nome, sia finanziato per mezzo di beni esclusivamente laici (alcuni studiosi hanno
ritenuto che questa Lettera rappresenti lo strumento di laicizzazione dei due ordini, n.d.r.), non
derivanti da benefici o da rendite della Chiesa; vietiamo inoltre e proibiamo che a ciascuno dei due
Ordini e ai loro uffici, con qualunque nome questi siano definiti, siano uniti e incorporati in perpetuo
o provvisoriamente i benefici ecclesiastici con o senza obbligo di uffizio, secolari o regolari
2
Magnum Bullarium Romanum, a Clemente VIII usque ad Gregorium XV, Tomus Tertius, Lugdunis, MDCLXXXXII,
pagg. 228 - 229
3 idem, pagg. 229 - 230
4 Recueil des Edits, Declarations, Lettres-Patentes, ecc. enregistrés au Parlement de Flandres; des Arrets du
Conseil d’Etat , particuliers à son ressort; ensemble des Arrets de réglemens rendus par cette Cour. Douay,
MDCCLXXXVII, pagg 603 - 608
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provenienti da qualsivoglia Ordine, o anche esistenti grazie a fondazioni o a donativi derivanti dal
giuspatronato di laici che non prevedano alcun servizio o prescrizione annessa quale che sia, o
ancora, anche i beni in rovina o abbandonati, anche quelli offerti o donati spontaneamente dai
patroni”.
Risulta evidente, dalla documentazione richiamata, che da parte della Sede Apostolica, in
particolare da Papa Paolo V, nel 1608 non vi è stata alcuna azione di soppressione dell’ordine di
San Lazzaro.
L’articolista riportava anche l’opinione che oltre che da Papa Paolo V l’Ordine di San Lazzaro fosse
stato soppresso anche dal re Enrico IV. Ciò non corrisponde a verità.
Enrico IV , dopo l’approvazione da parte di Paolo V dell’Ordine di Nostra Signora del Monte
Carmelo, il 30 ottobre 1608 riunisce (non fonde, n.d.r.) l’Ordine di San Lazzaro e quello del Monte
Carmelo sotto la guida di un unico Grande Maestro5 Philbert de Nérestang. Con lettera patente6
del 29 maggio 1609 il re Enrico IV si rivolge a Nérestang come “…Grand Maitre des Ordres (notare
il plurale) de Notre Dame du Mont-Carmel et de Saint-Lazare (essendo stati riuniti e non fusi, o
soppresso quello di San Lazzaro, gli ordini rimangono distinti nella loro integrità, n.d.r.)” e contro i
tentativi di alcuni di impadronirsi dei beni dell’Ordine di San Lazzaro, nel ducato di Normandia,
conferisce al Gran Maestro, espressamente indicandolo come Gran Maestro dell’Ordine di San
Lazzaro, il potere di indagare su coloro che posseggono beni e rendite di questo Ordine per
verificare se ne hanno titolo.
Una conferma della non soppressione dell’Ordine di San Lazzaro la abbiamo anche da re Luigi
XIV che nell’aprile del 16647 dopo aver ricordato sia l’istituzione dell’Ordine del Monte Carmelo da
parte di Papa Paolo V e della riunione di esso con l’Ordine di San Lazzaro da parte di Enrico IV ,
riafferma la piena legittimità degli Ordini riuniti di Nostra Signora del Monte Carmelo e di San
Lazzaro e conferma i diritti, beni, privilegi ed esenzioni “…desdits Ordres”
Anche “Louis, Cardinal–Diacre du titre de Sainte-Marie in Portica, appelé de Vendome, Legat à
latere de Notre Saint Père le Pape Clément IX, et du Saint Siege Apostolique, etc. pour perpétuelle
mémoire de la chose. …) con proprio atto del 5 giugno 16688 conferma i privilegi agli “…Ordres
Royaux, Hospitaliers et Militaires de Notre Dame du Mont-Carmel et de Saint-Lazare de
Jerusalem...”
5
Code des Ordres de Chevalerie du royane, Dédié au roi. Paris, 1819, pagg. 388 - 389
Idem, pagg. 390 - 392
7 Idem, pagg. 393 - 395
8 Idem, pagg. 396 - 400
6
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Come scrivevo all’inizio di questa lunga lettera, sono ormai passati ottant’anni dalla pubblicazione
dell’articolo ed è giunto, secondo il mio modesto parere, il momento di rivedere le opinioni in esso
espresse considerato che la documentazione storica ci fornisce una visone completamente diversa
da quella che, purtroppo, si è sedimentata nella letteratura relativa agli ordini cavallereschi.
Questa mia “pubblicazione” non riguarda minimamente, e lo sottolineo di nuovo, alcun tentativo di
far legittimare, dalla Sede Apostolica, l’Ordine di San Lazzaro. Essa si è espressa chiaramente a
partire dagli anni ’50 e apprezzo la sua posizione. E’ solo la richiesta di ristabilire una verità storica
circoscritta ad alcuni eventi avvenuti nell’anno 1608.
In ultimo, mi astengo da ogni commento relativamente a quanto paventato dall’articolista: “Da
tempo viene svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare ed
Ospedaliero di San Lazzaro ramo di Boigny… l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono
state, pertanto, impartite le necessarie istruzioni perché sia fatta cessare, procedendo, ove
occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi di legge”9.
Non sono un esperto di diritto concordatario per poter valutare quanto sopra affermato.
Ringraziando tutti coloro che prenderanno visione di questo articolo, porgo i miei più distinti saluti.
Il Gran Priore d’Italia
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