Testo - Vittimologia
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doi: 10.14664/rcvs/622 La ricerca e il gruppo esperienziale nell’ambito del progetto “www…parliamonepure.it” realizzato nel carcere di Castelvetrano (TP) La recherche et le groupe expérientiel dans le projet « Venez nous en parler » (“www…parliamonepure.it”) développé dans la prison de Castelvetrano (TP) The research and the experiential group within the project “Come and talk to us” (“www…parliamonepure.it”) developed in Castelvetrano (TP) prison Angela Adragna, Maria Gallo, Sandra Fiorino• Riassunto Nel panorama nazionale si discute poco degli autori dei reati sessuali, infatti l’attenzione dell’opinione pubblica e dei diversi attori sociali è più rivolta alle vittime dei reati sessuali. Ancora poco si affronta il problema legato al trattamento dei pedofili e dei violentatori di donne, nonostante l’argomento meriti approfondimenti anche in ambito penitenziario. Appare necessario ed opportuno individuare, nell’ambito del lavoro trattamentale, un modello operativo finalizzato alla ricerca di strategie che orientino il condannato per reati sessuali verso un percorso di analisi degli agiti. Ciò assume una rilevanza particolare nel trattamento dei detenuti sex offenders, pur riconoscendo la valenza del percorso trattamentale rivolto a qualsiasi tipologia di detenuti. L’esperienza realizzata presso la Casa Circondariale di Castelvetrano, descritta nel presente articolo, ha consentito, attraverso l’uso di una metodologia di lavoro di gruppo, di rilevare a carico dei soggetti partecipanti un quadro di consistente difficoltà nei percorsi di approfondimento e di analisi personale. Résumé En Italie, le thème des délinquants sexuels a été peu discuté. En effet, le public et les acteurs sociaux ont accordé plus d’attention aux victimes des crimes sexuels qu’aux délinquants. Ainsi, les programmes de réinsertion sociale pour pédophiles et violeurs revêtent peu d’importance, même si ce sujet mérite d’être examiné, notamment dans les prisons. Dans la phase du traitement, il est estimé nécessaire et approprié d’identifier un modèle opérationnel visant à orienter les délinquants sexuels vers un processus d’analyse de leurs comportements déviants. Grâce à la méthodologie du groupe expérientiel, le projet développé dans la prison de Castelvetrano a montré les grandes difficultés rencontrées par les délinquants sexuels au cours de ce processus d’analyse. Abstract In Italy, there has been little discussion about sex offenders. In fact, public and social actors’ attention has focused more on the victims of sex crimes rather than on criminals, so little importance is given to resocialization programs for paedophiles and rapists, even if this topic is worth exploring particularly in prisons. In the treatment phase, it is necessary and considered appropriate to identify an operational model aimed to orientate the sex offenders towards a process of analysis of their deviant behaviours. Through the methodology of the experiential group, the project carried out at Castelvetrano prison has highlighted the severe difficulties in personal analysis encountered by the sex offenders involved. Key words: sex offenders; prison inmates; experiential group; probation services; resocialization programs. • Angela Adragna è funzionario della professionalità di servizio sociale presso l’Ufficio per l’Esecuzione Penitenziara Esterna (U.E.P.E.) di Trapani - Ministero della Giustizia; Maria Gallo è funzionario della professionalità di servizio sociale presso l’Ufficio per l’Esecuzione Penitenziara Esterna (U.E.P.E.) di Trapani Ministero della Giustizia; Sandra Fiorino è psicologa e psicoterapeuta nonché esperto ex art. 80 L. 354/1975 presso le Case Circondariali di Castelvetrano e Trapani. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 28 1. Introduzione. il processo di evoluzione della coscienza sociale. Il progetto “www…parliamonepure.it” nasce nel Ciò appare presupposto fondamentale per 2009 ricondurre la problematica relativa alla condotta presso la Casa Circondariale di Castelvetrano (TP) e si rivolge esclusivamente sessualmente alla popolazione dei detenuti accolti nella sezione coinvolgendo, in una logica sistemica, i diversi “protetti” che, sin dalla sua apertura nel 2008, attori sociali nella restituzione del reo alla accoglie soltanto soggetti che espiano condanne comunità. penali per reati di natura sessuale, commessi sia Molte figure, istituzionali e non, sono chiamate a nei confronti di minori che di donne. fronteggiare le situazioni inerenti le devianze in L’intendimento della Direzione dell’Istituto è interesse, anche attraverso il superamento di stato quello di accogliere esclusivamente sex proprie resistenze nei confronti dell’abusante. offenders allo scopo di operare tramite interventi D’altro canto, se da un lato sono gli operatori trattamentali differenziati rispetto ad altre stessi a sperimentare resistenze, contenendo le categorie del risonanze individuali tendenti alla riprovazione e particolare ambito di riferimento dei reati al bisogno di giustizia in favore della vittima, sessuali. dall’altro anche la gente comune esprime un E’ stato per questo ipotizzato il progetto di cui bisogno di protezione e di prevalente desiderio sopra, la cui descrizione è stata effettuata di isolamento sociale del reo e di contenimento nell’articolo pubblicato nel numero precedente del rischio. della presente Rivista1, cui si rimanda per una più Per quanto riguarda l’abusante, si rileva un precisa conoscenza della complessiva esperienza prevalente vissuto personale come “vittima di progettuale. ingiustizia” verosimilmente a causa di un La detenzione appare come momento, spesso meccanismo di negazione che gli impedisce il esclusivo, per entrare in contatto con gli autori riconoscimento e la consapevolezza del proprio dei reati sessuali e per questo si ritiene che gli agito, ovvero della percezione di un sé quale interventi “mostro di detenuti, trattamentali tenuto e conto preparatori alla deviante alla incontrollabile”, società come tutta, condizione successiva reintegrazione debbano porre in percepita ineluttabile. essere condizioni anticipatorie di scambio socio- Gli assetti rilevati, relativamente all’abusante e relazionale sulle quali fondare un graduale alla società comprensiva delle vittime, sono processo imprescindibili di costruzione di una identità per elaborare ipotesi di consapevole e/o sanata. trattamento che, avendo come destinatario Solo la realizzazione di interventi trattamentali l’autore del reato, agiscano come funzione di esclusivamente progettati e disposti per i sex aiuto sociale, riconsegnando alla società civile il offenders possono favorire la crescita personale ed reo con una percezione del sé deviante abbisognevole di aiuto. 1 Adragna A., “Il trattamento dei detenuti sex offenders nel Carcere di Castelvetrano (TP)”, Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, Vol. X, n. 1, Gennaio-Aprile 2016, pp. 26-39. Nel presente articolo si evidenzieranno i contenuti della ricerca condotta nell’ambito del progetto “www…parliamonepure.it”. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 29 2. La ricerca. Occorre innanzi tutto premettere che gli L’obiettivo della ricerca è stato quello di valutare operatori facenti parte del gruppo esperienziale in itinere l’azione progettuale rivolta ai detenuti hanno aderito liberamente e con motivazione, sia sex offenders penitenziario all’interno di (la Circondariale Casa un contesto di personale che professionale, alla proposta della Direzione della Casa Circondariale di Castelvetrano). La scelta della valutazione in Castelvetrano, itinere o di medio termine è stata utile per categoria di detenuti e per i risvolti psicologici analizzare i primi risultati dell’azione progettuale che tale esperienza di gruppo avrebbe potuto far e per verificare se essi fossero in linea con gli emergere. obiettivi originali del programma o se si fossero “www…parliamone pure” è stata sostenuta e verificate conseguenze, positive o negative, arricchita dalle diverse esperienze professionali inattese. acquisite L’approccio metodologico adottato è quello penitenziario sia dalle loro precedenti esperienze qualitativo attraverso l’utilizzo di interviste semi- professionali, strutturate operatori, un valore aggiunto. rivolte rappresentative ad alcune per la L’adesione dagli particolare al operatori, costituendo, sia a progetto in ambito parere degli Penitenziario: La natura professionale degli operatori e delle direttore, comandante della Polizia penitenziario, figure apicali evidenzia un differente approccio educatore, psicologo (ex art. 80 O.P.). rispetto Inoltre, sono stati effettuati due focus group penitenziario. Si rileva come le figure apicali rivolti ai detenuti sex offenders al fine di rilevare dell’istituto percezioni ed opinioni sulla ricaduta del progetto nell’attivazione di percorsi terapeutici gruppali e nel suddetto contesto penitenziario ed accogliere non, nella convinzione che tali percorsi possano, proposte operative. laddove esiste la volontà del detenuto, far L’approccio qualitativo è apparso quello che più diminuire la recidiva; risponde all’esigenza di conoscere le motivazioni evidenza, al contempo, l’importanza delle risorse dell’azione deviante che ha visto coinvolti i economiche detenuti, facenti parte del gruppo esperienziale, trattamentali e come la carenza di tali risorse perché letture, renda la ratio della legge di riforma penitenziaria rappresentazioni che appartengono a chi vive vana e, quindi, la detenzione come luogo di mera l’esperienza detentiva ed in questo caso concorre custodia. alla costruzione della “condivisione”, ma che Infatti, anche l’esperienza progettuale in esame, può iniziata nel mese di ottobre 2009, è stata fondato consentire dell’Istituto figure proprio su opinioni, anche di evidenziare delle interviste struttura ed penitenziario da al trattamento concordino i suddetti mettono in destinare alle attività interrotta nel mese di dicembre 2012 per carenza contraddizioni ed ambiguità. Dall’analisi alla semi-strutturate di fondi. effettuate si evidenzia una situazione che Gli aspetti che presentano le maggiori criticità presenta, agli occhi di chi opera in ambito sono riscontrabili nell’esiguità di tempo a penitenziario, “dissonanze e assonanze” o “luci disposizione ed ombre”. confronti dei detenuti in generale e soprattutto per l’esperto Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 psicologo nei 30 per i soggetti sex offenders. Si evidenzia soprattutto I vissuti evidenziati dagli intervistati mettono in con riferimento alla figura dello psicologo che: 1) luce che il lavoro trattamentale con i detenuti sex il tempo a disposizione in detenzione non risulta offenders è tutto da incrementare all’interno congruo al bisogno di ascolto dei ristretti nella dell’Istituto Penitenziario preso in esame e che sezione protetti; 2) potrebbero essere attivati comunque interventi di gruppo di tipo terapeutico- penitenziaria del trapanese ad attuare un’attività riabilitativo, i cui esiti potenzierebbero il know- progettuale sperimentale in tale ambito (gli altri how dell’équipe al fine dell’osservazione e del tre Istituti Penitenziari nella provincia di Trapani trattamento penitenziario. sono: C.C. di Trapani, C.R. di Favignana e C.C. Gli operatori sottolineano come il ruolo della di Marsala – quest’ultimo è stato chiuso al polizia termine del 2012). penitenziaria rispetto alle attività pare sia stata L’analisi compartecipazione, consapevolezza dell’importanza che riveste la non ancora con competenze professionali specifiche per la tipologia dei detenuti sex offenders. Tutte le auspicano figure il sia interna altresì, che la esterna, riconducibile ad un mutato atteggiamento, di professionali prosieguo comunicazione, evidenzia, realtà trattamentali risulti essere talora “generico” o di ma qualitativa l’unica intervistate maggiore accettazione, del ruolo dell’équipe ed dell’esperienza ad una maggiore collaborazione a sostegno progettuale in quanto il carcere per questa dell’avvio tipologia di detenuti può fare da “aggancio” con penitenziaria. Emerge, inoltre, l’importanza che l’avvio di un lavoro intrapsichico, laddove esista detto la disponibilità del reo. Unica dissonanza emerge penitenziario rispetto alla visibilità esterna da un operatore e riguarda l’attenzione alla nell’ottica di un dialogo continuo con la vittima del reato, espressa attraverso “l’ipotesi del comunità di cui fa parte e che dovrebbe sostegno alla vittima del reato e l’attivazione di un accogliere il detenuto sex offender al momento percorso di mediazione con il reo, finalizzata alla della scarcerazione, in continuità al percorso eventuale riconciliazione”. avviato all’interno. Relativamente alla Legge n. 38/2009 “Recante Altresì, tale progetto potrebbe essere proposto in misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e altre realtà penitenziarie. di contrasto alla violenza sessuale, nonché in Infine, gli intervistati hanno proposto le seguenti tema di atti persecutori”, prevale in tutti gli aree operatori una conoscenza non approfondita, ad penitenziaria: eccezione • dell’applicazione normativa che di una progetto di mutata potrebbe miglioramento organizzazione dare per dell’Istituto Penitenziario Emerge, altresì, che l’anzianità di servizio degli dell’U.E.P.E. (Ufficio operatori condiziona in alcuni casi lo spendersi Penale Esterna). burn out, a causa dello specifico contesto • la struttura Migliorare l’attività di raccordo tra le aree riguarda l’attività di osservazione e trattamento. nell’attività professionale con probabili esiti di all’istituto per e quelle l’Esecuzione Riorganizzazione interna della struttura penitenziaria per renderla “più flessibile ed penitenziario o per altre cause. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 31 aperta” a nuove proposte trattamentali al dimensione fine di favorire anche un fluido scambio penitenziario individualizzato. Il gruppo è uno professionale tra il Corpo di Polizia spazio aperto e, per questa ragione, è stato Penitenziaria ritenuto strumento per sollecitare il confronto e le diverse figure di professionisti. da affiancare al trattamento fra le storie personali, per lavorare sulle risonanze emotive e far emergere i tratti 3. Il Focus Group. psicopatologici accomunanti. Al fine di rilevare percezioni ed opinioni sulla Entrando nel merito del nostro lavoro, e ricaduta dell’azione progettuale, sono stati venendo effettuati due focus group rivolti ai detenuti sex qualitativa, crediamo sia importante sottolineare offenders facenti parte dei due gruppi, analizzando la partecipazione di tutti i presenti, avendo il le seguenti aree: conduttore e l’équipe motivato l’incontro con gli • area della situazione giuridica e penitenziaria; stessi. • area delle motivazioni e delle emozioni; Si evidenziano alcuni elementi comuni al gruppo • area esiti e progettualità. dei detenuti ovvero essi percepiscono di aver quindi alla nostra valutazione lavorato psichicamente sull’autocontrollo e di I focus group sono stati condotti dall’esperto aver beneficiato principalmente del lavoro in psicologo, alla presenza delle assistenti sociali del gruppo (e individuale dei singoli operatori). progetto, il quale aveva altresì il compito di Qualcuno afferma di voler proseguire all’esterno, registrare gli esiti degli incontri. terminata la pena, il percorso psicologico avviato Prima di entrare nel merito di quanto emerso nel all’interno corso dei focus group, si evidenzia brevemente hanno avuto l’opportunità di fruire di permessi l’atteggiamento dei detenuti o, se vogliamo, il premio, almeno dopo un anno di osservazione clima che ha caratterizzato gli incontri, durati scientifica della personalità, come recita la legge circa due ore ciascuno. n. Tale premessa valorizza il gruppo dei detenuti approfondimento come “risorsa” ed elemento utile per elaborare progettuale. Nell’esperienza esperita all’esterno, proposte, riflessioni e suggerimenti utilizzabili attraverso i benefici premiali e dopo diversi anni anche di carcerazione, i detenuti sottolineano la “paura all’interno del piano pedagogico dell’istituto 38/2009, grazie penitenziario. anche all’interno al Alcuni lavoro di dell’esperienza dell’Istituto Penitenziario di Castelvetrano. provata”, ognuno in forma diversa, nell’impatto I detenuti che hanno partecipato all’incontro con il mondo esterno rappresentato dalla sono stati circa 20 su un totale di 33 ristretti nella famiglia di origine, dal nucleo acquisito, dai sezione protetti. figlio, da nessuno o nell’impatto con la comunità Il gruppo si è confrontato a lungo con serenità esterna in generale. ed apertura, facendo emergere il punto di vista di In realtà, la paura provata rimanda alla ognuno, comprese le dissonanze che sono state “vergogna di sé” e quindi alla consapevolezza in accolte come contributo utile. Il gruppo è stato alcuni casi del “danno causato alla vittima” ed alla considerato violazione intima nei confronti di questa ultima, imprescindibile come nuova Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 32 ma anche al fatto di aver violato il “patto Durante il focus group emerge anche la sociale” ossia gli aspetti giuridici ed etici che posizione di chi ha vissuto l’esperienza detentiva legano i membri di una comunità. come occasione di cambiamento favorevole ed Al contrario, emergono situazioni laddove tutto assolutamente necessaria per porre fine ad un ciò che rappresenta l’esterno significa percepirsi “percorso anomalo ed antigiuridico”. come “giudicati due volte”, in quanto la gravità del Alcuni, rispetto alla sezione “protetti” in cui si fatto-reato si moltiplica all’esterno nel confronto trovano, manifestano “la con gli altri. dislocati in Sezioni “comuni” o trasferiti ad altri Per altri rei si percepisce lo stato di delusione e istituti penitenziari, temendo, a causa dello di rabbia provato a fronte del rigetto dei benefici stigma che appartiene loro per la tipologia di premiali reati di cui si sono macchiati, la reazione violenta da parte della magistratura di paura” di essere sorveglianza. da parte degli altri detenuti. Nella sezione in cui In termini di dissonanza, qualcuno sposta si trovano, al contrario, si riconoscono, si l’oggetto della riflessione da sé (posizione accettano e si sentono “protetti”. egocentrica) (ad altro da sé) verso l’esterno Emerge, ancora, il vissuto nella maggior parte ovvero verso la vittima del reato, nel senso che dei detenuti, provenienti da contesti socio- “questa è la responsabile della sua condanna, perché ella ambientali a rischio, di aver appreso e agiva già un comportamento a rischio”. sperimentato soltanto “la legge del più forte”, Altri asseriscono: “Non ho paura perché so di aver attraverso questa hanno agito nel corso della sbagliato” e quindi “riconosco oggi che cosa non ha loro esistenza spesso con ricadute dannose sulla funzionato nel mio comportamento” e “che cosa dovrei loro personalità. evitare nel futuro” ossia evitare il comportamento a Attraverso il ricordo e il racconto del gruppo rischio. La loro riflessione, in alcuni casi, è emerge il “prima e dopo” l’esperienza: si rileva rivolta alla vittima del reato e al riconoscimento un atteggiamento iniziale, da parte di alcuni del danno provocato, “vorrei chiedere scusa, ma temo detenuti, che potrebbe definirsi di “diffidenza”, una qualche reazione”. In tale direzione, si meglio descritto dalle espressioni che vengono di evidenzia che potrebbero essere accompagnati seguito elencate e che esprimono il “percepire” all’esterno da un percorso di mediazione penale. di allora: Alcuni detenuti si percepiscono come “ri-nati” o • “un’opportunità per uscire dalla cella”; meglio rinnovati nel contatto con l’esterno, • “all’inizio mi ha creato disagio nel sapere che grazie all’esperienza progettuale, quando hanno l’esperto psicologo coincide con la stessa figura del potuto sperimentarsi nei permessi premio; gruppo di osservazione e trattamento”; certamente ciò è l’esito della loro volontà al • “mi sono sentito invaso nella sfera intima”; cambiamento e della riconquistata capacità di un • “non mi aspetto nulla dall’esperienza”; pensiero • “voi che ne sapete di me e della mia storia rinnovato e orientato ad una impostazione di vita basata sul rispetto dei canoni di civile convivenza. personale” (si tratta di un detenuto anziano che manifesta difficoltà a mettersi in Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 33 discussione probabilmente anche a causa indossata è cascata e da lì devono ricominciare: dell’avanzata età anagrafica). da smascherati. A dimostrazione del mutato atteggiamento, dopo qualche incontro, si manifesta non solo il riconoscimento dell’utilità dell’esperienza, ma anche il valore che essa ha rappresentato e che ha, inoltre, consentito l’emergere di una effettiva adesione nella maggior parte dei partecipanti, ossia l’essere coinvolti e il coinvolgersi nell’attività esperienziale. il prosieguo dell’esperienza progettuale sono stati esplicitati nei seguenti fattori: tempo; risorse economiche; avvicendamento di direzione. perché questo agevola nel parlare di sé. Inoltre, il gruppo ha dato l’opportunità ai detenuti di giungere ad una conoscenza personale, facendo scaturire manifestazioni di vicinanza e di solidarietà all’interno della sezione e condivisioni al momento “dell’ora d’aria”, al fine di una comunicazione più fluida fra gli stessi detenuti. La funzione principale dell’équipe ha riguardato rispetto e l’accoglienza popolazione carceraria, per la particolarità del reato commesso e del funzionamento deviato della sfera psico-sessuale, difficilmente afferisce ad altri servizi di carattere socio-sanitario. L’istituzione carceraria rappresenta, pertanto, il “l’aggancio” e l’offerta di opportunità riabilitative. La valenza trattamentale del progetto risiede quindi nel fatto che, a partire da condizioni psicologiche, culturali, storiche diverse tra i Il punto di forza evidenziato è il gruppo stesso il La tipologia di detenuti, differente dal resto della luogo preferenziale (e spesso unico) per I nodi critici che il gruppo ritiene possano condizionare 4. Conclusioni. viste come fondamentali per la decodifica del bisogno e per l’orientamento del detenuto. Altresì, è stato messo in luce come, in assenza di opportunità trattamentali, “chi li aiuterebbe a riflettere… quello del carcere è un tempo che scorre in modo nevrotico”. Infine, si rileva come per alcuni emerga la paura orientata verso il futuro; qualcuno ha perso le relazioni significative e il lavoro stabile e percepisce già l’angoscia data dal prossimo fine pena; per altri la maschera sino ad allora membri dei gruppi, il confronto programmato e guidato, nonché il contenimento e le restituzioni, hanno consentito di costruire una matrice del gruppo solida ed accogliente. Tanto ha permesso ai singoli di osservarsi, di ascoltarsi, di confrontarsi, di ripensare ai propri vissuti e alla propria storia deviante individuando cause remote del proprio agire patologico. In tal senso, l’esperienza progettuale ha consentito ai detenuti sex offenders di cominciare ad individuare quegli aspetti devianti del sé che li hanno indotti a mettere in atto degli abusi, riconoscendo anche la sofferenza causata a terzi, a partire dal saggiare un sentimento di colpa personale. In questi ultimi anni, la cronaca ha rilevato impressionanti fatti scaturiti da reati sessuali sia verso minori che donne; ciò ha inevitabilmente indotto gli operatori del sociale, nonché quelli penitenziari, a porre particolare attenzione al progettare in tale direzione interventi specifici trattamentali, integrati, psico-socio-educativi. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. X – N. 2 – Maggio-Agosto 2016 34 L’individuazione dello strumento del gruppo è apparso agli operatori del contesto carcerario il più idoneo per l’ascolto, il confronto, il dibattito e la programmazione di un • trattamento individuale che andrebbe ad accompagnare il lavoro di gruppo come momento di sintesi e di elaborazione dei vissuti emersi nel gruppo stesso. • L’esperienza descritta, nonostante abbia rilevato elementi di criticità, a parere dell’équipe, è da • considerarsi un punto di partenza per il prosieguo delle attività del progetto e per il consolidamento dei risultati finora conseguiti. • Bibliografia di riferimento. • • Adragna A., “Il trattamento dei detenuti sex offenders nel Carcere di Castelvetrano (TP)”, Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, Vol. X, n. 1, Gennaio-Aprile 2016, pp. 26-39. Barzanò G., Ferrari E., Ginesi V., Stagi L. (a cura di), Comprendere e valutare l’innovazione e il • cambiamento. 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