presentazione Cisl bis

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presentazione Cisl bis
RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA
E
CONTRATTAZIONE SINDACALE:
UNA REALTA' RICCA DI RISULTATI
Cisl Lombardia presenta 9 casi aziendali su 9 temi diversi
nei quali
la responsabilità sociale d'impresa
è il frutto della contrattazione sindacale
del dialogo costruttivo tra impresa e lavoratori
8° salone DAL DIRE AL FARE
30-31 maggio 2012
Milano
RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA
E
CONTRATTAZIONE SINDACALE:
UNA REALTA' RICCA DI RISULTATI
Per la Cisl Lombardia contribuire a diffondere e rafforzare forme di Responsabilità Sociale
d'Impresa (RSI) costituisce un impegno da tempo praticato, soprattutto attraverso il
principale strumento di azione del sindacato: la contrattazione.
“Contrattare è il mio mestiere” è il paradigma che sta nella testa di ogni sindacalista. Per la
Cisl la contrattazione moderna è più innovativa e forte se è partecipativa, ovvero se cerca
di realizzare il massimo vantaggio reciproco tra azienda e lavoratori, se supera
contrapposizioni e distanze e se sa mettere in atto strumenti per valorizzare il lavoro.
La contrattazione che pratichiamo non è corporativa, tesa solo a rispondere agli interessi
dei singoli lavoratori. La contrattazione si apre sempre di più ai temi del territorio, a bisogni
nuovi e ad una responsabilità collettiva verso tutti coloro che sono collegati con l'attività di
impresa.
La Cisl è convinta che la RSI si realizza in molte modalità. Ma la contrattazione di obiettivi
tra le parti è una delle azioni che meglio realizza i risultati, in quanto rende “socialmente
conosciuti e condivisi” obiettivi che non possono solo essere costruiti dalla sola impresa.
Siamo cioè convinti che gli “accordi specifici” hanno un valore aggiunto più alto rispetto
alle “buone prassi” (senza nulla togliere al valore delle stesse)
In questo Salone la Cisl vuole portare come contributo concreto e visibile di questa azione
alcuni accordi esemplificativi, che possono testimoniare direttamente le forme e i campi
con i quali si affrontano e si risolvono temi inerenti la RSI.
Legalità nel mondo del lavoro, contrasto alle infiltrazioni criminose, regole per le grandi
opere a partire dalla realizzazione di EXPO, prevenzione sulla salute e sicurezza sul
lavoro, qualificazione della formazione professionale, tutele e percorsi per la ricollocazione
dei lavoratori nei casi di crisi aziendale, creazione di un welfare integrativo mutualistico,
sostenibilità ambientale degli insediamenti industriali, regole per le multinazionali di
coinvolgimento preventivo dei lavoratori in casi di riorganizzazioni produttive transnazionali
sono alcuni dei principali temi che per la Cisl danno contenuto alla RSI e sono al centro
della contrattazione.
Per ognuno di questi temi presentiamo un caso di contrattazione recente svolta in aziende
collocare nella nostra regione, senza dimenticare che il numero di accordi aziendali che
assumono queste caratteristiche stanno aumentando e che anche la contrattazione
nazionale di categoria sta sempre più definendo regole e percorsi condivisi tra le parti in
materia di RSI.
Dobbiamo anche ricordare che anche la contrattazione nazionale di categoria sta
affrontando la materia. Recentemente infatti il contratto nazionale del settore chimico e
quello del settore edile hanno definito impegni validi per tutte le aziende aderenti al
contratto, e quindi non solo per quelle che autonomamente li promuovono, che si
riferiscono esplicitamente alla responsabilità sociale di impresa.
1. La legalità da affermare nel mondo del lavoro.
Nel tessuto economico lombardo non possiamo non affrontare il tema della legalità e del
contrasto alle infiltrazione criminose. Vi sono alcuni settori economici (edilizia,
infrastrutture, logistica) nei quali la logica degli appalti rischia di essere terreno fertile per
una penetrazione di attività d'impresa gestite ai margini della legalità, senza il rispetto delle
normative in tema di lavoro o ambiente.
La crisi economica e finanziaria non fa altro che aprire le porte a queste infiltrazioni,
rischiando di consegnare intere attività in difficoltà a chi si propone, magari con l'obiettivo
di riciclare denaro, di fare affari.
Le parti sociali in Lombardia hanno deciso di non girare la testa dall'altra parte ma di
affrontare direttamente la questione. Al di là di quanto già si sta facendo in collaborazione
con le autorità competenti, con Confindustria Lombardia il sindacato lombardo ha siglato
nell'aprile di quest' anno un “avviso comune per la promozione di una cultura della legalità
in chiave di contrasto della criminalità organizzata”.
In questo protocollo si propone a tutto il tessuto economico e industriale lombardo di
adottare azioni comuni efficaci all'affermazione di una economia legale: più trasparenza
negli appalti favorendo l'offerta economicamente più vantaggiosa rispetto a quella con il
massimo ribasso, più formazione e informazione per imprenditori e lavoratori in materia,
maggior coordinamento con il lavoro delle istituzioni e delle autorità preposte.
2. La gestione delle grandi opere infrastrutturali
Zero infortuni sul lavoro, zero lavoro nero, zero infiltrazioni mafiose. E' su questi obiettivi
che la Cisl vuole qualificare le grandi opere infrastrutturali che stanno caratterizzando
alcune realtà della nostra regione (costruzione di autostrade, ferrovie, ospedali).
La costruzione di una grande opera è un cantiere che vede la compresenza di centinaia di
diverse imprese di tutte le dimensioni in un sistema di appalti spesso complesso, difficile
da controllare. E' in questo reticolo di attività concatenate che spesso si moltiplicano le
occasioni di lavoro irregolare o nero, e addirittura le possibili infiltrazioni malavitose. Per
non parlare degli infortuni sul lavoro, spesso elevati in queste attività che prevedono
diverse lavorazioni pericolose.
Il sindacato ha da tempo posto il tema di coordinare meglio e più efficacemente le attività
lavorative sulle grandi opere aumentando il ruolo e la responsabilità della stazione
appaltante e rafforzando, al di là di quanto già previsto dalle leggi, gli impegni di
prevenzione e controllo.
Dopo una stagione in cui queste pratiche sono state perseguite con l'avvio di alcuni
cantieri importanti (Pedemontana, Brebemi, Ospedale di Bergamo, Citylife) con la TEM
(Tangenziale Esterna Milanese), opera di prossima costruzione, il sindacato ha lo scorso
anno negoziato un protocollo complessivo che mette in campo impegni particolari e forti.
Viene organizzata una “contrattazione d'anticipo” che prima dell'avvio dei cantieri stessi si
prefigge il compito di verificare le modalità di applicazione delle regole di appalto, delle
norme sulla sicurezza e prevenzione (formazione rafforzata per i lavoratori, ruolo dei
rappresentati alla sicurezza). Viene favorita la tracciabilità dei pagamenti per contrastare
l'evasione e il lavoro nero. Viene regolata la gestione del mercato del lavoro e delle
assunzioni, favorendo in questa fase di crisi la rioccupazione di lavoratori licenziati.
Vengono rafforzate le richieste per le aziende che partecipano agli appalti in materia di
legalità (DURC e certificazione anti-mafia).
3. Le regole del lavoro in EXPO
EXPO costituisce il principale grande evento che in questi anni sta impegnando la realtà di
Milano in un importante sforzo di definizione, progettazione e realizzazione. Da tempo ci si
è posti l'obiettivo di fare in modo che la realizzazione dell'opera sia progettata
adeguatamente anche dal punto di vista sociale.
Oltre alla costruzione del sito e degli stand, su cui si stanno applicando le stesse modalità
di prevenzione e attenzione già citate per tutte le opere infrastrutturali, il sindacato ha da
tempo posto il tema delle regole del lavoro per un evento così straordinario. EXPO non è
un'industria o una attività economica “normale”. Organizzare e regolare il lavoro richiede
un surplus di attenzione e progettazione.
La Cisl di Milano ha fin dall'inizio lavorato con la società EXPO organizzatrice dell'evento
per contrattare alcune modalità particolarmente utili e socialmente valide in materia di
mercato del lavoro, gestione del volontariato e degli stages.
Con l'accordo sottoscritto nel 2010 EXPO si impegna a inserire nella gare d'appalto
l'impegno per le imprese vincitrici ad assumere una quota di lavoratori tra le figure oggi
deboli nel mercato del lavoro (licenziati, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione), tra
le figure svantaggiate e diversamente abili.
Si tratta di una modalità attiva con la quale la gestione dei grandi eventi può tenere in
considerazione e aiutare le problematiche oggi pesanti che in tema di occupazione la crisi
economica sta facendo sentire.
4. La prevenzione in tema di salute e sicurezza sul lavoro
Da anni si è diffusa al di là dei luoghi di lavoro la consapevolezza che gli infortuni sul
lavoro non sono una “tragica fatalità” ma un aspetto negativo e a volte drammatico del
lavoro che può essere contrastato e aggredito.
La logica non solo del rispetto delle norme, ma della prevenzione e della diffusione di una
“cultura della sicurezza” tra i lavoratori, i loro responsabili e le aziende sta guidando
graduali ma importanti cambiamenti ed è al centro di molta azione contrattuale da parte
del sindacato.
Nelle imprese più proattive si cerca di impegnarsi reciprocamente con più strumenti per
conoscere il fenomeno e mettere in pratica tutti gli interventi di prevenzione possibili.
E' il caso che qui riportiamo della Parmalat, azienda multinazionale presente anche in
Lombardia, con cui nell'ambito della normale contrattazione aziendale rinnovata nel marzo
di quest'anno e ispirata da diverso tempo da logiche partecipative valorizzate da entrambe
le parti, un'ampia parte viene dedicata allo sviluppo degli impegni in materia di
prevenzione.
L'aggiornamento del processo di valutazione dei rischi, l'adozione di sistemi di gestione e
controllo sulla sicurezza evoluti e inseriti nelle normali procedure di gestione aziendale, il
pieno coinvolgimento e valorizzazione del ruolo degli RLS (rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza), un investimento sostanzioso e non occasionale in formazione ai
lavoratori in materia sono gli impegni che possono moltiplicare risultati concreti e
dimostrare come dentro le imprese può diventare premiante una gestione non burocratica
o limitata agli adempimenti di legge sulla materia.
5. La formazione e qualificazione dei lavoratori
Il lavoro non è un costo da comprimere ma un investimento da valorizzare. E' sulla base di
questa “massima” che la Cisl pensa che la formazione e qualificazione dei lavoratori siano
una attività centrale nell'economia globalizzata e competitiva di oggi.
Non sempre nell'impresa viene data adeguato attenzione a questa leva. Rimane di fatto in
molti settori economici del nostro paese la convinzione che la produttività dell'impresa
dipenda solo dal grado di utilizzo degli impianti e dalla organizzazione degli orari dei
lavoratori. In realtà è il valore qualificato del lavoro il fattore che può sempre più fare la
differenza.
Il sindacato sta cercando di far rientrare i temi della formazione continua dei dipendenti
come uno dei punti prioritari e strategici della contrattazione sindacale.
E' quanto è stato realizzato alla Cobra Automotive, azienda di medie dimensioni della
provincia di Varese, dove le parti hanno contrattato un intero percorso di riconoscimento,
attuazione e valorizzazione della formazione continua dei dipedenti.
Con una formazione adeguata si può non solo puntare a risultati aziendali maggiormente
ambiziosi, ma anche contribuire ad un miglior “benessere” dei lavoratori in azienda e ad
una loro partecipazione attiva e maggiormente responsabile e consapevole. Con la
formazione i lavoratori si rafforzano dentro l'impresa e, come tutti oggi ci dicono
necessario, nel mercato del lavoro dinamico di domani.
6. La ricollocazione dei lavoratori in caso di crisi aziendale
La rilevanza della crisi economica e finanziaria sta colpendo duramente l'occupazione nel
nostro paese. Le chiusure di stabilimenti sono un fatto dirompente, ma che pensiamo
possa essere gestito, quando inevitabile e non risolvibile con strade alternative, con
strumenti orientati alla RSI.
Per la Cisl Lombardia ricollocare i lavoratori espulsi da una riduzione di personale o da
una chiusura di stabilimento deve diventare il nuovo paradigma con cui affrontare e gestire
la contrattazione dei casi di crisi.
Questo nel nostro paese non viene quasi mai fatto con responsabilità. Alle chiusure non
corrispondono quasi mai azioni di sostegno forte ai lavoratori colpiti. I lavoratori non
devono essere abbandonati a sé stessi nella ricerca di una nuova opportunità o solamente
indennizzati economicamente.
Ricollocare chi perde un lavoro si può, occorre negoziare percorsi orientati a questo
risultato. E' quanto si sta realizzando da 2 anni alla Indesit di Brembate Sopra, azienda di
elettrodomestici di 440 dipedenti che ha chiuso l'attività. L'intesa realizzata con il sindacato
prevede un percorso nel quale ogni lavoratore può ricevere un servizio e proposte per una
propria ricollocazione, supportata con incentivi da parte dell'azienda, in altre aziende
medio-grandi situate nelle vicinanze. Priorità viene data con criteri socialmente validi ai
lavoratori monoreddito, con coniuge in azienda e alle categorie protette. I lavoratori
saranno interessati da un percorso di riqualificazione professionale, mentre una
reindustrializzazione viene prevista sull'area dello stabilimento che viene chiuso.
Sono accordi come questo che possono segnare una nuova stagione di politiche
responsabili in tema di occupazione nella gestione delle crisi aziendali.
7. Il welfare integrativo per il benessere dei lavoratori
Da molto tempo il sindacato ha compreso che il welfare che deve occuparsi della tutela
sociale dei lavoratori e delle loro famiglie non può solo essere pubblico (le cui risorse sono
calanti di fronte a bisogni crescenti) o privato (mettendo gli stessi di fronte ad un mercato
costoso e selettivo).
Dare ai lavoratori possibilità migliori per conciliare vita e lavoro e per accrescere le
risposte concrete ai loro bisogni individuali e familiari è sempre più una azione prioritaria e
che riscuote grande interesse tra i lavoratori.
E' per questo che Cisl Lombardia propone da tempo che nella contrattazione sia nazionale
che aziendale venga fatto ampio spazio a richieste che realizzino accordi di welfare
integrativo, meno tradizionali degli aumenti salariali, ma molto interessanti.
Sono centinaia gli accordi presenti in Lombardia ed è impossibile rappresentarli tutti.
Raccontiamo in questa sede dell'accordo rinnovato nel 2011 alla Nestlè, conosciuta
multinazionale del settore alimentare, nella quale da tempo azienda e sindacato dialogano
e progettano circa la costruzione di un welfare aziendale articolato ed evoluto.
Asili nido presso le principali sedi (aperti al territorio), possibilità di accudire i figli presso
l'azienda quando le scuole sono chiuse, flessibili modalità di conciliazione degli orari per i
lavoratori e le lavoratrici con figli piccoli, telelavoro come strumento di supporto e di
migliore conciliazione delle esigenze anche familiari hanno trovato in questa realtà
soluzioni innovative, diffuse, a riprova che è possibile (anzi ormai strategico) conciliare
competitività e risultati aziendali con un maggiore benessere personale e familiare dei
dipendenti.
E' una strada che va percorso con più coraggio, inventando soluzioni mutualistiche e di
carattere territoriale anche per la stragrande maggioranza dei lavoratori che sono in Italia
occupati in piccole e medie aziende dove questi investimenti non sono sempre possibili.
8. La sostenibilità ambientale delle industrie ci riguarda
Da troppo tempo lavoro e ambiente appaiono in contrasto tra loro, a volte in modo
inconciliabile. Questo lungo contrasto deve essere gestito in modo diverso nel futuro.
Coniugare attività produttive e loro sostenibilità ambientale non deve diventare una
battaglia per pochi, ma deve vedere le stesse organizzazioni dei lavoratori,
tradizionalmente impegnate a difendere il lavoro, impegnate per realizzare nuovi equilibri.
Solo una economia ambientalmente sostenibile ha chances durature di sviluppo e può
garantire stabilità occupazionale.
Essere consapevoli dell'impatto ambientale di alcune lavorazioni particolari, contribuire a
definire nuovi impegni per la mitigazione degli effetti negativi è un punto su cui la Cisl
Lombardia vuole impegnarsi con costanza. Nel perimetro delle relazioni industriali il tema
ambientale non diventa quindi un “tema estraneo” ma costituisce un punto su cui definire
impegni per investimenti e sviluppo.
E' quanto si è provato a fare alla Holcim, nel caso del cementificio di Merone (provincia di
Como). La gestione delle cave per la estrazione del materiale che serve per la produzione
di cemento è una delle questioni spesso maggiormente spinose nel rapporto tra ragioni
produttive e territorio. Con l'accordo del gennaio di quest'anno le parti in azienda
affrontano direttamente la questione del futuro dell'unità produttiva, assumendosi
l'obiettivo di coniugare al meglio i problemi di sostenibilità ambientale che la stessa pone.
9. Le regole sul lavoro in una multinazionale valide per tutti i dipendenti europei
Da diverso tempo il sindacato cerca di affrontare e rispondere alla globalizzazione
attraverso una azione coordinata in campo europeo e internazionale. Da questo sforzo
sono nati in molte multinazionali i CAE (comitati aziendali europei), organismi di dialogo e
di confronto che affrontano le problematiche del lavoro sul piano sovranazionale, ovvero
dove spesso le decisioni vengono prese.
Ma le crescenti ristrutturazioni e delocalizzazioni hanno portato il sindacato a maturare
una nuova e più forte consapevolezza: servono ormai regole per gestire preventivamente
questi processi, non più risolvibili efficacemente stando solo dentro i propri confini
nazionali.
Per questo al di là dello strumento dei CAE, supportato anche da una direttiva europea
che li regola e favorisce, ci si è posti l'obiettivo di definire in alcuni casi veri e propri
contratti sindacali di tipo europeo. Non ancora per avere gli stessi salari o orari di lavoro,
ma almeno per dare a tutti i dipendenti della stessa multinazionale, che lavorino in Italia,
Irlanda o Estonia, stessi diritti di base in tema di difesa dell'occupazione e valorizzazione
del lavoro.
E' il caso della Alstom, multinazionale a casa madre francese presente nei settori della
elettromeccanica, trasporto ferroviario, energia e cantieristica navale, con la quale la FEM
(il sindacato europeo dei metalmeccanici) ha stipulato un accordo nel quale l'azienda
assume regole e impegni per mantenere l'occupazione in caso di ristrutturazioni, per lo
sviluppo professionale degli stessi, per il supporto in caso di esubero al reimpiego, per la
mobilità professionale e lavorativa. Alstom si impegna anche in un rapporto partecipativo
con i rappresentanti sindacali, impegnandosi ad anticipare agli stessi l'evoluzione della
gestione industriale e a consultarli in casi di scelte che hanno impatto sull'occupazione.