Come si e` ristretto il mondo
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Come si e` ristretto il mondo
Come si e’ ristretto il mondo Incontro tra popoli e culture “diverse” 1 Da un unico blocco ai continenti di oggi: un nuovo mappamondo • Un tempo, all’inizio della storia della terra, il globo terrestre era formato da un unico blocco di terra: la Pangea circondata dal mare(Panthalassa). • Col passare del tempo a causa dei movimenti della terra che causarono anche grandi terremoti, la Pangea si spezzò dando origine a grandi masse di terre che si spostarono sul mare. Territori che prima si trovavano sul fondo del mare, vennero in superficie, si formarono le montagne e colline ( molto più basse delle montagne). Grazie all’azione dell’acqua, del vento, del ghiaccio e di altri movimenti del terreno, si formarono le valli in cui iniziarono a scorrere i corsi d’acqua, fiumi. Molti fiumi riempirono “buche” enormi del terreno dando origine ai laghi, che raccolsero anche le acque piovane. Alcuni di questi laghi si formarono al posto di ghiacciai, che nello sciogliersi lasciarono al loro posto profonde conche, anch’esse riempite dalle acque piovane e dai molti fiumi che nel loro scorrere finivano proprio col gettare le loro acque in queste conche. • 2 Trasformazione della Pangea 3 Ad esempio l’Italia all’inizio dei tempi era sommersa dalle acque dell’oceano, lentamente le acque si ritirarono, il terreno si sollevò, si formarono: le catene montuose, le pianure, i percorsi dei fiumi, i laghi. 4 L’uomo e i suoi bisogni La scienza ci insegna, grazie alle ricerche degli archeologi, dei paleontologi, dei geologi, degli antropologi, che i primi uomini, gli uomini preistorici, quelli che vissero nel periodo che precede l’invenzione della scrittura chiamato Preistoria, vissero in zone dell’Africa. Essi si spostavano continuamente, alla ricerca di cibo, non vivevano fermi in uno stesso luogo per lungo tempo, erano nomadi. Con la scoperta dell’agricoltura l’uomo cominciò a stabilirsi in luoghi fissi, divenne sedentario. Costruì i primi villaggi, organizzò la vita del gruppo all’interno del quale ognuno, uomo o donna, aveva dei compiti ben precisi da svolgere. Col passare del tempo e con l’aumentare delle popolazioni, gli uomini furono costretti a “emigrare”, allontanandosi dai luoghi di origine, dove erano nati, perché il cibo non bastava per tutti e i territori non riuscivano a soddisfare più i bisogni di un numero sempre maggiore di persone. Ma quali erano e sono ancora oggi i bisogni fondamentali degli uomini? 5 Da sempre gli uomini hanno dei bisogni fondamentali che sono: 1) sfamarsi; 2) ricevere cure se malati; 3) avere una casa; 4) avere un lavoro 5) essere amati e rispettati; 6) istruirsi e allargare le conoscenze; 7) essere liberi; 8) essere liberi di professare una fede religiosa 6 Come soddisfare i bisogni di ognuno? • Anche oggi, purtroppo, accade che molti uomini non riescano a soddisfare i propri bisogni, restando fermi nei luoghi dove sono nati (patria). La ricerca di una vita sicura che permetta di avere ciò che è necessario per vivere in modo dignitoso, obbliga allora grandi masse di uomini ad abbandonare la propria patria, per cercare spazi di vita in terre straniere, così come milioni di anni fa, gli uomini lasciarono l’Africa per trasferirsi in Europa e in altri continenti. 7 Paesi ricchi e paesi poveri • • • • • Non è facile accettare di andarsene dalla propria terra, ma a volte è estremamente necessario. Ci sono paesi nel mondo ricchissimi ed altri che non hanno nulla. I territori non sono tutti uguali. Molte terre sono fertili e offrono agli uomini prodotti alimentari in quantità tali da soddisfare il bisogno di ognuno di alimentarsi. Inoltre offrono possibilità di lavoro. Pensa a quante persone occorrono per l’agricoltura: il terreno deve essere lavorato, seminato, le piante raccolte. I prodotti vengono poi venduti ai mercati, ai supermercati, ai piccoli negozi (come quello del fruttivendolo sotto casa). Altri prodotti vengono inviati alle industrie che li trasformano e così via. Tutto ciò ha bisogno di persone che si occupino di tutta la catena, dalla produzione alla vendita. In questi paesi c’è possibilità di lavoro per molti. Molte terre invece non sono fertili e l’uomo riesce ad ottenere poco o quasi nulla. Manca il cibo, non c’è acqua. In questi paesi manca oltre al cibo anche il lavoro. Ci sono paesi in cui manca tutto! Non ci si può curare, non ci sono case per tutti, scuole, strade. La povertà è l’unica ricchezza! Che dire poi dei molti paesi in guerra? Ci sono luoghi in cui la gente vive con la paura ogni giorno che possa scoppiare una bomba. Molti bambini crescono in territori sconvolti dalla povertà e dalla guerra, per loro la parola “pace” è come se non esistesse. 8 Una nuova vita • Moltissime persone per poter vivere in modo tranquillo, avere un lavoro, assicurare a se stessi e ai propri cari la soddisfazione dei bisogni principali, lasciano la propria patria ed emigrano (partono), diretti in nuovi territori con la speranza di trovare migliori possibilità di vita. • Certamente lasciare la propria terra non è così facile. Chi parte, porta con sé la paura di non sapere cosa lo aspetta, il timore di non essere accettato. Molti non conoscono la lingua del paese che li ospiterà, non ne conoscono gli usi, il modo di vivere. Se da una parte c’è la speranza di un futuro migliore, dall’altra c’è anche il dubbio: andrà tutto bene? Riusciranno ad integrarsi (inserirsi) nella nuova terra? Saranno accettati serenamente? Riusciranno a vivere senza problemi? 9 Un mondo a colori • Così succede che nella nostra, come in tantissime città ormai, si vedono persone che riconosciamo come “non appartenenti al nostro paese”, l’Italia. Sono uomini donne e bambini con caratteristiche fisiche diverse dalle nostre. Vestono, a volte, con vestiti tipici dei loro paesi, mangiano cibi diversi, parlano lingue diverse, usano comportamenti diversi. Eppure sono sempre persone. Appartengono all’Umanità, hanno i nostri stessi diritti e i nostri stessi doveri. 10 11 Accogliere • • • • • • Col passare degli anni la presenza degli stranieri immigrati (coloro che entrano nel nostro paese), è sempre più qualcosa di naturale. Molti tra loro si sono sposati con cittadini dei paesi in cui sono immigrati e da queste unioni sono nati figli con caratteristiche fisiche miste (meticci). Una mescolanza meravigliosa che ci fa capire come i confini tra le terre servano solo a indicare dove finisce un territorio e ne inizia un altro. Non esistono, o almeno non dovrebbero esistere confini tra gli uomini. Il compagno di banco che viene da un altro paese non deve spaventarci, anzi dobbiamo imparare a conoscerlo e a farci conoscere; non dobbiamo sedergli accanto disprezzando il colore della sua pelle o ridendo del modo in cui parla la nostra lingua. Dobbiamo ricordare sempre che se è tra di noi, è perché non gli è stato possibile restare a vivere nella sua terra. Poniamoci sempre questa domanda: io lascerei la mia città per andare in un paese dove nessuno mi conosce e dove non conosco nessuno? Come mi sentirei se chi mi ospita mi maltrattasse o ridesse del mio essere “straniero”? L’altro, quel bambino o adulto, di pelle, lingua, abitudini diverse dalle nostre ha affrontato l’avventura dell’emigrazione per cercare una vita migliore; per salvarsi dalla guerra o dalla povertà. Ha già dovuto affrontare un passo importante e noi non possiamo permettere che si trovi a dover vivere ancora situazioni difficili. Accoglienza, deve essere la parola chiave perché queste persone possano sentirsi come a casa loro 12 • L’accoglienza deve essere reciproca. Dobbiamo imparare a venirci incontro con simpatia, disponibilità e rispetto; dobbiamo imparare a stare insieme. • Se mi reco in un paese “straniero” dovrò rispettarne le leggi e il modo di vivere che troverò. Accettare questo non vuol dire rinunciare a se stessi e al proprio modo di essere e di pensare, ma semplicemente imparare a conoscersi e apprezzarsi per come siamo, con le nostre diversità che sono delle ricchezze per tutti. 13 Uguali rimanendo se stessi • Ognuno di noi è diverso dagli altri. Anche tra fratelli gemelli esistono numerose differenze. Ogni essere umano è UNICO e IRRIPETIBILE! • Essere “diverso” non significa non poter far parte del gruppo. La diversità, che è in ognuno di noi, arricchisce il gruppo. Sarebbe assai noioso avere intorno a noi persone esattamente uguali a noi. • Nel mondo così ricco di diversità è necessario allora imparare a convivere (vivere con) entrando in relazione con gli altri. • Anche discutere con i compagni serve a creare una relazione, ma alla base di ogni relazione deve esserci sempre la disponibilità ad accettare gli altri come sono. Vivere insieme non è facile, ma si può fare. L’uomo è un essere creato per stare con gli altri! • E’ importante sempre ricordarsi che chi ci è accanto, straniero, disabile, antipatico o simpatico è pur sempre una persona, fa parte dell’Umanità. 14 Una parola da cancellare: egoismo • • • • • Accogliere gli altri significa capire che chi ci vive accanto ha bisogno del nostro sorriso, del nostro sostegno, del nostro aiuto. Ognuno di noi è parte del mondo e lo completa con quello che manca agli altri. Imparare a vivere con gli altri e camminare insieme costruendo un mondo ricco di diversità, restando noi stessi, mantenendo le nostre radici, non è impossibile, basta volerlo. Bisogna cercare di essere meno egoisti. L’egoismo ci abitua a pensare a noi stessi come padroni del mondo, un mondo dove nessun altro ha il diritto di entrare. Ci porta a credere che tutto giri intorno a noi, che tutto sia al nostro servizio, uomini e natura. Non è così! E’ l’egoismo che ci allontana dai nostri simili e ci fa dimenticare che vivere insieme è meraviglioso. L’egoismo e il poco rispetto per gli altri ci fa chiudere in noi stessi, ci fa allontanare dai nostri compagni di banco stranieri o con abilità diverse dalle nostre. Quante volte l’avere in classe un compagno con difficoltà ci porta a prenderlo in giro, allontanandolo, escludendolo dal gruppo senza pensare al male che possiamo procurare a coloro che dalla vita hanno già avuto così poco! E se succedesse a noi? 15 Diverso DIVERSO Parola che scotta la lingua: egoismo. Parola che brucia la bocca: razzismo. Tra tante parole simpatiche e belle, razzismo e egoismo son certo sorelle. Due brevi parole, due squallidi mali: voler che i diversi diventino uguali. “Diversa cultura, diverso colore, diversa la razza, diverso l’odore… Mi danno fastidio, cacciateli via: la terra che pestano, in fondo, è la mia e se c’è qualcuno che stare qui osa deve essere uguale!” – ma uguale a che cosa? 16 Diverso è ricchezza, non certo un delitto: la terra è di tutti, l’ho detto e l’ho scritto. “Non ho mai sentito una cosa più sciocca: non dire scemenze e chiudi la bocca!” L’assurda pretesa che tutto sia uguale vi rende la vita noiosa e banale. Aprite le porte, aprite la mente: diverso è più allegro, è più divertente! Volete che il mondo sia senza colori, sia grigio di dentro e grigio di fuori, perciò io concludo con l’ultimo verso: evviva i colori, evviva il diverso! 17 Conclusioni • Abbiamo imparato cosa vuol dire “emigrare”, quali sono le cause che spingono a lasciare il proprio paese, quali problemi e conseguenze deve affrontare chi emigra. • Abbiamo imparato cosa significa “accoglienza”. • Abbiamo imparato cosa significa “diversità”, “differenza” e abbiamo anche riflettuto su come l’essere diversi sia importante e arricchente. • Ora poniamoci una domanda: cosa ci deve spingere a saper accogliere gli altri? • La risposta è una sola : rispetto per la dignità umana. 18 Dignità umana • Tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore", la "Razza", o la "Società", può imporsi. Ogni uomo è prezioso e possiede un valore in sé e tutti gli uomini, comunque siano, hanno il diritto a veder rispettato questo valore e,allo stesso momento, il dovere di rispettare quello degli altri. 19