LE ORE DELLA PASQUA - Dal buio alla luce
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LE ORE DELLA PASQUA - Dal buio alla luce
LE ORE DELLA PASQUA - Dal buio alla luce INTRODUZIONE Questa sera, abbiamo lasciato la nostra casa e siamo venuti qui tutti insieme, per fermarci, per disporci a vivere la settimana Santa e per preparare il nostro cuore ad entrare nel Triduo Pasquale. Abbiamo tante suggestioni nel cuore, tanti pensieri, tanti desideri, tante preoccupazioni. Ma non possiamo non chiederci il perché della nostra presenza qui. Siamo qui perché amiamo il Signore Gesù Cristo e desideriamo dare un senso alla nostra vita, anzi desideriamo trovare in Lui il senso della nostra vita. Siamo qui perché vogliamo seguirlo sempre, anche nella sua passione e morte, per giungere con Lui alla resurrezione. Alcuni testi e meditazioni che sentiremo, traggono spunto da riflessioni di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta; sarà lui l'interlocutore che ci aiuterà a ripercorrere il tempo che scandisce il Triduo Pasquale. Ora dopo ora siamo condotti alla contemplazione del volto di Gesù che si è donato a noi. Giorno dopo giorno, con i nostri dubbi, le nostre domande, le nostre paure siamo condotti alla salvezza. "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Quelle riduzioni di orario stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra, e allora: il buio cederà il posto alla luce. Lasciamoci trascinare dalle parole dense di fede, che sentiremo pronunciare in questa rappresentazione, e per sentirci ancor più coinvolti e partecipi in prima persona, recitiamo insieme le preghiere proiettate sullo schermo al termine di ogni momento di riflessione; solo così la preghiera di ciascuno potrà diventare la preghiera della Comunità in attesa della Luce. "Concedici, Signore, di accogliere l’invito che Tu hai da farci e di ascoltare le parole di vita che hai per ognuno di noi. Fai che questo momento di preghiera non ci lasci uguali ma sia un piccolo passo verso la conversione dell’anima". 1 PRIMO MOMENTO: la lavanda dei piedi Dal Vangelo di Giovanni Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque, da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me ". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". "Io non sono né straniero, né malato, né sfrattato. Temo, perciò, di non aver udienza presso di te. Perché ho l’impressione che oggi, se non si appartiene a quel campionario di umanità lesa nei diritti, violentata, misera di etica e di economia, non si è in possesso dei titoli giusti per entrare nel cuore di Dio. Ma è colpa mia se la casa io ce l’ho, e il lavoro anche? Debbo farmi uno scrupolo se non ho mai rubato, e in tribunale non ci sono entrato neppure come testimone? Mi devo affliggere se non ho grossi problemi di salute, né soffro di solitudine? quando ti sento parlare degli ultimi e affermi che la chiesa , a imitazione di gesu’ , deve esprimere un amore preferenziale verso coloro che sono precipitati nell’avvilimento, angoscia…mi sento quasi un escluso. e sarei l’uomo piu’ felice della terra se, da un po’ di tempo a questa parte, a seguito di certi discorsi che ascolto in chiesa non mi fosse venuto il dubbio che senza certificato di emarginazione mi sarà difficile l’ingresso nel regno di Dio". Ma un po’ d’acqua nel tuo catino, Gesù, ce l’avresti anche per me? Don Tonino Bello Per rispondere a questa domanda, che mi sembra una domanda comune a molti di noi … mi viene in aiuto la figura evangelica di Natanaele, identificato dagli studiosi come figlio di Tolomeo e detto perciò Bartolomeo. Uomo pulito e trasparente tanto che Gesù, quando lo vide per la prima volta, esclamò:” Ecco un israelita in cui non c’è falsità”. Ebbene il giovedì santo Gesù si è curvato a lavare i piedi anche a Bartolomeo uomo onesto, dagli occhi azzurro cielo, ma anche quel cielo aveva una piccola nube, infatti quando Filippo gli disse che Gesù di Nazareth era il Messia, lui l’isdraelita galantuomo aveva replicato:” Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?”. Non abbiate quindi paura di essere discriminati dal Signore. Egli, nel suo catino, l’acqua ce l’ha pure per i vostri piedi. Vi lava e vi asciuga con la stessa tenerezza. Perché vi vuole bene da morire. Anzi, vorrei aggiungere che egli, sulle vostre estremità, indugia di più, anche perché, forse, tra gli alluci, si nasconde una macchia difficile a scomparire: quella della riluttanza a ricevere. Si perché questo è il vostro peccato, piccolo quanto volete, ma che colloca tra gli ultimi pure voi. Vi siete mostrati bravi: ma solo a dare. A ricevere, no. Da un drogato può mai venire qualcosa di buono? Da una prostituta? Da un avanzo di galera? Che cosa può mai dare un straniero? Forse questa è l’unica colpa che obbliga Gesù a inginocchiarsi dinanzi a voi. Non abbiate paura, fratelli irreprensibili e buoni. Gesù Cristo vi dice che non serve a nulla svuotare la casa per gli infelici, se poi non sapete introdurre qualcosa che essi possano offrirvi, sia pure un souvenir. A me e a tutti voi il Signore conceda di comprendere che metterci sulla pelle la camicia dei poveri vale di più di tutte le nostre elemosine. PREGHIERA 1- Per riconoscerti nel fratello che bussa alla nostra porta, fratello che ci chiede attenzione, ascolto, il dono di noi stessi nel tempo, nell’affetto, nel sentirsi amato Signore insegnaci a lasciarci amare da te 2- Per trovarti veramente nella Parola che ascoltiamo ogni domenica; parola che ci parla dell’amore del Padre e ci invita e insegna a viverlo verso i fratelli Signore insegnaci a lasciarci amare da te 2 3- Per incontrarti nel Pane dell’Eucaristia, dove tu sei presente e vivo, e ci doni la forza di seguire le tue parole Signore insegnaci a lasciarci amare da te 4- Per scoprire la tua presenza nella comunità dei tuoi discepoli; comunità che a volte fatica a seguirti, e che tu non abbandoni mai, anche quando non è la Chiesa del grembiule, non imita il tuo stile Signore insegnaci a lasciarci amare da te 5- Per vederti presente nella nostra storia; una storia anche difficile, ma piena di speranze e possibilità per annunciare il Vangelo, una storia che è una sfida impegnativa a questa nostra Chiesa; Chiesa che siamo anche noi Signore insegnaci a lasciarci amare da te 3 SECONDO MOMENTO: il Calvario Dal Vangelo di Giovanni Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, venne al luogo del Cranio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme a due altri, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo. "Ma è troppo difficile stare sulla strada del Calvario! Si soffre troppo! La croce rimane al centro delle nostre prospettive ma spesso le giriamo al largo. Per noi che corriamo distratti sulle corsie preferenziali di un cristianesimo poco coerente, cosa dobbiamo fare per imboccare l’unica carreggiata credibile, quella che conduce sulla vetta del Golgota?" Anche io devo seguirti fino alla vetta del Golgota? Don Tonino Bello Tre Vie ci aiutano a rallentare! Ma bisogna fare attenzione perché si vedono appena. La Via dell’accoglienza. È una deviazione difficile, ma che porta diritto al cuore del Crocifisso. Accogliere il fratello come un dono. Non come un rivale. Un pretenzioso che vuole scavalcarmi. Un possibile concorrente da tenere sotto controllo perché non mi faccia le scarpe. Accogliere il fratello con tutti i suoi bagagli. Si, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, o senza contorni, o senza fisionomia. Ma occorre una gran fatica per accettare quello che abita di fronte a casa mia. Coraggio! Il Cristianesimo è la religione dei nomi propri, dei volti concreti, del prossimo in carne ed ossa con cui confrontarsi. La Via della riconciliazione. Su questa via noi dobbiamo assolutamente frenare, fermarci. Per stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo. Per porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. E' su questa strada in salita che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo ed a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce. La Via della comunione. Al Golgota si va in corteo, come ci andò Gesù. Non da soli. Pregando, lottando, soffrendo con gli altri. Non con arrampicate solitarie, ma solidarizzando con gli altri che, proprio per avanzare insieme, si danno delle norme, dei progetti, delle regole precise, a cui bisogna sottostare da parte di tutti. Se no, si rompe qualcosa. Il tessuto di una comunione che, una volta lacerata, richiederà tempi lunghi per pazienti ricuciture. Il Signore ci conceda la grazia di discernere, al momento giusto, sulla via del Calvario, le direzioni che segnalano il percorso della Via Crucis. Che è l’unico percorso di salvezza. PREGHIERA Signore Gesù, nel momento della prova Ti sei affidato al Padre. Apri i nostri occhi e il nostro cuore all’unica legge vera della vita: quella dell’Amore. Attraverso la Croce, Gesù, ci hai mostrato il mistero di Dio, mistero di Amore e di comunione. Aiutaci ad essere come Te, esempio di vita fatta di amore, perdono, solidarietà. Spesso parliamo troppo Signore e le nostre parole rischiano di essere vuote. Donaci di scoprire che solo la Tua croce è la parola più forte e più vera. 4 Dal Vangelo di Luca Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio”. "Ho paura. C'è troppo buio. Non vedo più nulla intorno a me, mi hanno lasciato solo! Qualcuno mi sente? Qualcuno mi vede? A volte mi sembra di essere invisibile...Non sono un Santo, ho commesso tanti errori...Sto soffrendo, è un momento difficile.... " Dopo il buio tornerà la luce? Don Tonino Bello Il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. - Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra -. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. In realtà è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Dopo tre ore ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. Per me (Gen Rosso) Pensarti lì solo su quel legno e sapere che il mio peso è lì sopra di te. Sapere che adesso il debito è pagato: Tu l'hai cancellato e hai fatto questo per me, solo per me! Pensarti lì, nella morte viva e sapere che la mia pace è lì dentro di te. Sapere che hai preso la disperazione, ogni lotta e divisione e hai fatto questo per me, solo per me! Per me hai fatto questa pazzia, per me, per me! È troppo forte, è troppo grande e io devo cantare, gridare che sei Tu la mia pace, Tu che hai dato la vita per me. Sei Tu la mia pace, voglio dare la vita per Te, solo per Te. 5 Vederti lì, Re dell'universo e sapere che ora niente sei nel Tuo “Perché?”. Sapere che il dolore che ho rifiutato ora Tu l'hai trasformato e hai fatto questo per me, solo per me! Pensare che hai sete d'amore e sapere che la sorgente è lì: nasce da Te. Vedere che sgorga dalle spine, dal deserto del Tuo cuore e hai fatto questo per me, solo per me! PREGHIERA Signore, disegna la Tua croce nel nostro corpo, perché ci lasciamo totalmente abbracciare da te e anche noi non esitiamo a soffrire per amore. Disegna la tua croce nella nostra storia, perché non ci sia nulla che in te non trovi senso e redenzione. Disegna la tua croce nelle nostre attività, perché collaboriamo con te per la salvezza di ogni uomo. Disegna la tua croce nel servizio che offriamo alla nostra comunità, perché esprima la gratuità e umiltà del tuo amore. Disegna la tua croce nella nostra Comunità, perché tu sia il centro a cui tutti convergano Disegna la tua croce in ogni nostra decisione, perché con te compiamo la volontà del padre. 6 Terzo momento: la Madonna del Sabato Santo Dal Vangelo di Luca Il giorno del sabato osservarono il riposo come era prescritto. Può apparire paradossale parlare del sabato santo perché per i cristiani è un giorno contrassegnato dal silenzio, un giorno che potrebbe apparire “tempo morto”, svuotato di senso. Anche i vangeli tacciono su questo “grande sabato”. Giorno vuoto, dunque? Maria straziata da dolore per il figlio ucciso e sepolto, per l’ingratitudine e l’infedeltà del popolo eletto, per il tradimento e l’abbandono dei più intimi discepoli, per l’ottusità di tutti nel credere che egli sarebbe risorto come aveva predetto, anch’essa è provata dalla tentazione del dubbio, al quale eroicamente resiste, aggrappandosi alle parole del figlio e alla fedeltà del padre onnipotente. E’ la madre della nostra fede. Credette contro ogni evidenza , sperò contro ogni speranza. Per questo il sabato santo è la sua ora. In quel giorno tutta la chiesa si raccolse nel suo cuore di madre, e con la chiesa si raccolsero e fiorirono in lei le speranze e le attese del mondo intero. "Silenzio?! Come si fa a fare silenzio? Macchine, rumori, musica...critiche, giudizi, condanne...impossibile stare in silenzio! E in attesa di cosa poi? A questo punto azzardo un'ultima domanda... COME TE (MADRE DI DIO) Dicono di te cose incredibili parlano di te ormai da secoli quando il cuore ha un po' di nostalgia è solo di te. Dritta tra le lacrime che scendono lì davanti a un legno dove uccidono sei rimasta ferma a dire ancora una volta il tuo sì. Dimmi, come hai fatto a stare, dimmi, come hai fatto a stare lì, davanti al figlio tuo che muore? Dimmi, come hai fatto a stare, dimmi, come hai fatto a stare lì, Madre di Dio? Per noi una follia d'amore. Signore, chiedi anche a me di stare lì silenzio? Don Tonino Bello Il Sabato Santo: un abisso di silenzio, quasi schiacciante. E' il giorno del mistero del dolore e della morte, il mistero più delicato, che lascia senza parole. Giorno di silenzio e di domande estreme. Ma c'è una "donna forte" che irrompe in questo sabato: Maria, la madre di Gesù, che sa stare ritta ai piedi della croce, che non ha bisogno di vedere per credere, che resiste, persevera nella fede anche quando sembra tutto finito, tutto perduto; donna che attende, che sa vedere oltre il buio. Nelle feste c’è Lui. Nelle vigilie, al centro, c’è Lei. Il vento del Golgota ha spento tutte le lampade, ma ha lasciato accesa la sua lucerna. Solo la sua. Per tutta la durata del sabato, Maria resta l'unico punto di luce. Quel giorno essa va errando per le strade della terra, con la lucerna tra le mani. 7 PREGHIERA Tu nel sabato del silenzio di Dio sei e rimani la “Virgo fidelis” e ci ottieni la “consolazione della mente”. Intercedi per noi, o madre, perché non ci manchi mai quella consolazione della mente che sostiene la nostra fede e fa sì che da un granello di senapa spunti un albero capace di offrire rifugio agli uccelli del cielo. Tu nel sabato della delusione sei la Madre della speranza e ci ottieni la “consolazione del cuore". Chiedi al tuo Figlio che abbia misericordia di noi e ci venga a cercare sulla strada delle nostre fughe e impazienze, come ha fatto con i discepoli di Emmaus. Chiedi che ancora una volta la sua parola riscaldi il nostro cuore. Intercedi per noi affinché viviamo nel tempo con la speranza dell’eternità, con la certezza che il disegno di Dio sul mondo si compirà a suo tempo e noi potremo contemplare con gioia la gloria del Risorto, gloria che già è presente, pur se in maniera velata, nel mistero della storia. Tu, nel sabato dell’assenza e della solitudine, sei e rimani la madre dell’amore e ci ottieni la “consolazione della vita”. Tu, o Maria, sei madre del dolore, tu sei colei che non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente assenza, e in Lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli nel silenzio dell’attesa. Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l’icona della Chiesa dell’amore, sostenuta dalla fede più forte della morte e viva nella carità che supera ogni abbandono. O Maria, ottienici quella consolazione profonda che ci permette di amare anche nella notte della fede e della speranza e quando ci sembra di non vedere neppure più il volto del fratello!. Solo con la grande fede di Maria potremo gustare la gioia della Resurrezione... 8 Conclusione: la Luce Don Tonino Bello Coraggio, fratello! Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. 9