chi è john schellnhuber, il fisico per cui l`equilibrio

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chi è john schellnhuber, il fisico per cui l`equilibrio
CHI È JOHN SCHELLNHUBER, IL FISICO PER CUI L'EQUILIBRIO ECOLOGICO
SI AVREBBE CON UN MILIARDO DI PERSONE
di Matteo Matzuzzi
Oltre al cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio giustizia
e pace, al metropolita di Pergamo, John Zizioulas (in rappresentanza di
Bartolomeo I di Costantinopoli) e alla dottoressa Carolyn Woo, ceo e
presidente del Catholic Relief Services, a presentare l'enciclica sulla cura
della casa comune, domani (oggi ndr) nell'Aula Nuova del Sinodo, ci sarà
anche il chiarissimo professor John Schellnhuber (nominato ieri membro
ordinario della Pontificia accademia delle scienze ndr). Questi è un'autorità
mondiale in tema di ghiacci che si sciolgono, di anticicloni delle Azzorre e
di buchi nell'ozono che fanno scomparire gli iceberg dell'Artico. Fondatore e
direttore del Postdam Institute for Climate impact research, è considerato
uno degli scienziati più determinati e combattivi sulla questione del
riscaldamento globale causato dall'uomo.
Salì all'onore delle cronache nel 2009, a margine della conferenza (fallita)
di Copenaghen sul clima, quando osservò che "il riscaldamento globale, in maniera davvero cinica, è un trionfo per la scienza, perché almeno
abbiamo potuto stabilire qualcosa, ovvero che le stime affinché il pianeta si possa mantenere in equilibrio richiedono una popolazione inferiore
al miliardo di persone". Cosa pensi Schellnhuber degli altri sei miliardi, non è dato sapere, ma da quel momento, ogni volta che prendeva parte
a una conferenza, l'accoglienza era garantita da un manifesto su cui campeggiava la scritta "la vita è sacra". Un concetto, quello perorato dall'
augusto professore, che fu immediatamente rilevato dal New York Times, che alle tesi di Schellnhuber dedicò un ampio servizio in cui si dava
conto delle sue proposte, che portava all'attenzione della cancelliera Angela Merkel, di cui era consigliere.
Fautore delle teorie più catastrofiste in materia ambientale (...) è sua la teoria chiamata "obiettivo due gradi". In sostanza, osservava il
fondatore del Postdam Institute, i governi non devono permettere che la temperatura sia più alta di due gradi rispetto a quella che c'era
all'inizio della rivoluzione industriale. Se ciò accadrà, sarà il disastro: "Molte vite sulla terra potrebbero perire o rimanere gravemente
infortunate". Schellnhuber è un gran cultore del catastrofismo in materia climatica: già undici anni fa, alcuni suoi studi predicevano entro mezzo
secolo piogge monsoniche su Londra, la trasformazione del Tamigi in una fogna ricolma di circa seicentomila tonnellate di rifiuti organici, la
trasformazione di mezzo Yorkshire in una sorta d'Olanda d' oltremanica. Un po' come si vedeva nei film "Alta tensione" che Canale 5
trasmetteva qualche anno fa ogni martedì sera, tra luglio e agosto, con New York sommersa dall'acqua o ibernata nei ghiacci, con le praterie
del Midwest stuprate da uragani da Armageddon e terremoti devastanti.
Da tempo la sua equipe lavora di concerto con la Pontificia accademia delle Scienze, con la quale, nel 2011, presentò un denso rapporto sul
"destino dei ghiacciai di montagna nell'Antropocene". Visto il tenore dello scritto (firmato tra gli altri da Carlo Rubbia, unico italiano), il
portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi fu costretto a intervenire: pur sottolineando l'importanza del documento, sottolineò come
esso riflettesse "solo le conclusioni degli scienziati indipendenti che l'hanno stilato".
Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, auspicava la "presenza di una vera autorità politica mondiale ordinata alla realizzazione del bene
comune e impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità nella verità". Schellnhuber
recepisce il concetto ma va oltre, invocando una "Costituzione della terra" chiamata ad "andare oltre la Carta delle Nazioni Unite" al fine di
"creare un consiglio globale eletto da tutti i popoli della terra e una corte planetaria, un corpo legale transnazionale aperto al ricorso di
ciascuno, specialmente riguardo le violazioni della Costituzione della terra".
da «Il
Foglio»