Premio Eno-Letterario Santa Margherita
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Premio Eno-Letterario Santa Margherita
La Storia in un bastone Vivere ai confini dell’Impero ha sempre avuto un fascino particolare e Trieste, involontaria sentinella della storia europea, ne è l’esempio. Anche il Carso che la circonda è stata terra contesa, dal fascino di intrighi e segreti internazionali. I venti impetuosi del secolo scorso hanno soffiato in quelle zone, lasciando governare per oltre un decennio la bandiera a stelle e strisce del Governo Militare Alleato. Fu proprio in quel magico periodo che arrivò il golf a Trieste; agli inizi degli anni ‘50 fu costruito un campo sul costone carsico per permettere ai militari americani di divertirsi con mazze e palline, osservando ad un paio chilometri di distanza il minaccioso confine della ‘cortina di ferro’, in piena guerra fredda. E’ qui che Giovanni, un gaudente balcanico dalla carnagione mediterranea, mi mise in mano in un caldo pomeriggio primaverile un oggetto particolare. Era seduto ad un tavolino davanti a due bicchieri di un’amabile borgogna del Collio. La penombra all’interno del deposito delle sacche da golf, confortava il corpo, ma rendeva difficile l’osservazione di questo strano manufatto, un po’ bastone, un po’ mazza. Sembrava legno pregiato, ma forse era solo rattan; lungo quasi un metro ma sottile come un dito mignolo della mano. Il fusto aveva un inserto di argento a mo’ di impugnatura a becco, ormai annerito dall’ossido. Mentre lo osservavo, Giovanni mi stava raccontando che lo aveva trovato abbandonato nel querceto che difende il green della buca 11. Sentivo che quel bastone aveva una sua storia. Il leggero manufatto di argento dell’impugnatura finiva con un cesello, che si apriva. Era un porta sigarette con ancora qualche ricciolo di tabacco antico. Mentre il borgogna gratificava il mio palato. Facevo scorrere nelle mani il bastone , quasi a supplicare di mandarmi dei messaggi della sua storia. Alla fine notai un particolare che mi stava per sfuggire: aveva incastonato un monogramma, sempre d’argento, in stile barocco. La C e la W si intrecciavano a formare una figura armoniosa. La ricerca del padrone fu il mio primo pensiero. Dopo uno studio, condizionato dal luogo del ritrovamento, mi illuminai: Winston Churchill. Sì, appassionato di golf, nobile e raffinato, gran fumatore, non poteva che essere lui. Ma come era arrivato lì, nel carso triestino? Da Downing Street, al conteso calcare carsico in zona di guerra. Però la pagina della mia curiosità si stava già colorando. Tra il 1954 ed il 1956 l’Istria ed il carso triestino erano oggetto di contenzioso, tra l’Italia, rappresentata dagli Alleati, e la nuova Yugoslavia, supportata dal fronte sovietico. Era proprio guerra fredda; si dovevano disegnare e definire i confini. Trieste, con il suo porto e la posizione strategica era il sogno di conquista dei generali dell’Est. Ogni dolina, ogni prato del carso veniva conteso. Sicuramente tracciare oltre 100 km di confine non doveva essere stata una cosa semplice e gli interessi di parte avevano sicuramente peggiorato il clima di collaborazione. Sir Winston Churchill era sceso in gran segreto a Trieste per una riunione straordinaria con il generale Wintertorn, comandante di zona. Per Sir Churchill l’autonomia di Trieste era strategica. La riunione si tenne proprio nella club-house del circolo del golf di Trieste. Era stata scelta come miglior luogo per non dare sospetti e per eludere le ragnatele dello spionaggio sovietico: una sana e rilassante partita di golf, mentre tra un 'putt e un driver' si stavano definendo le sorti della nuova Europa. Sir Winston Churchill, nel cercare una pallina nel querceto della buca 11, doveva aver dimenticato lì questo magico bastone tabacchiera da passeggio. Sì, era un pezzo d’antiquariato, aveva un valore storico. Ma in quel momento il tintinnio dei bicchieri del violaceo borgogna mi svegliarono dal torpore fisico e Giovanni gelò impietosamente la mia fantasia: ‘Mauro, ma mi stai ascoltando? Per me è di Willy Cobau, un vecchio socio che amava passeggiare in campo sempre con il bastone!’