Presidenza del Consiglio dei Ministri
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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Piano di comunicazione 2013 1. premessa - contesto istituzionale e linee guida 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. analisi dello scenario e ascolto dei soggetti sociali interessati individuazione degli obiettivi strategici e operativi di comunicazione individuazione dei pubblici di riferimento definizione dei contenuti e delle aree tematiche budget individuazione delle azioni e degli strumenti di comunicazione criteri e strumenti di misurazione in itinere ed ex post e valutazione dei risultati 9. appendice - schede di dettaglio sulle campagne di carattere pubblicitario e tabella sinottica delle azioni di comunicazione Nota: Questa è l’VIII versione del Piano di comunicazione del Dipartimento, chiusa a marzo 2013. La prima versione è stata chiusa il 30 novembre 2012. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 1 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 1. premessa - contesto istituzionale e linee guida Nota Questo lavoro è frutto di una sperimentazione alla sua prima applicazione nel Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Alla peculiarità del Piano contribuiscono fattori organizzativi non secondari, ricordati nel piano stesso alla voce “scenario” e riconducibili ai successivi accorpamenti al Dipartimento, nel corso del 2012, di un Ufficio (sport) e di un altro intero Dipartimento che è stato ricondotto ad Ufficio (turismo), in linea con la triplice delega ricevuta a fine 2011 dal ministro. Oltre ad adeguarsi a questi aspetti organizzativi, il Piano è conforme alle linee guida delle attività di informazione e comunicazione del Governo e delle Amministrazioni per il 2013, fornite, per prassi e competenza, dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio di Ministri (Die). La metodologia è stata concordata all’interno del gruppo di lavoro che ha prodotto il piano e condivisa con i vertici del Dipartimento e i dipendenti coinvolti. Oltre alla necessità di integrare le fasi classiche di un piano di comunicazione con le linee guida e gli obiettivi indicati dal Dipartimento Informazione Editoria, un ulteriore problema metodologico è stato posto dall’oggettiva impossibilità di definire alcuni capitoli nel dettaglio ottimale. Si è quindi preferito mantenere una griglia ordinata logicamente, anche se necessariamente ancora scarna di dati, alla totale eliminazione di alcuni capitoli, quale ad esempio quello dedicato al budget, che non arriva al dettaglio dei progetti ma riporta semplicemente quanto è nella disponibilità di previsione di bilancio 2013 o riporto dall’anno precedente. Allo stesso modo si è proceduto con la derivazione delle azioni dagli obiettivi di comunicazione, a loro volta desunti dagli obiettivi del Dipartimento e del Governo, ricavata “a posteriori” organizzando informazioni ricavate da fonti diverse e validata poi dai vertici del Dipartimento. La necessaria approssimazione rende difficile, in questa prima fase, impostare un monitoraggio e una valutazione sistematici e oggettivi che tuttavia può essere considerata, se verrà proseguita, un’esperienza da perseguire, vincolando l’organizzazione a rimodulazioni della progettazione in base alle variazioni del contesto. Le linee guida delle attività di informazione e comunicazione del Governo e delle Amministrazioni per il 2013 portano l’attenzione sui contenuti e ribadiscono il ruolo di coordinamento e consulenza del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio di Ministri (Die). Quattro i temi strategici individuati: 1. Identità della comunità 2. Promozione di comportamenti cooperativi e responsabilità individuali e sociali 3. Diffusione della conoscenza 4. Campagne di servizio Altra indicazione strategica per il 2013 è che tutte le Amministrazioni si orientino sempre più verso strumenti alternativi alle tradizionali campagne televisive (Media sociali, Social network, Editoria digitale, Dispositivi mobili). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 2 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Infine, i programmi di comunicazione delle Amministrazioni e il Piano del Governo devono per il prossimo anno prevedere la fase della valutazione, integrata con le fasi di progettazione, di pianificazione e di attuazione. Il grado di raggiungimento degli obiettivi della comunicazione andrà messo in relazione con il livello delle risorse investite. Il piano di comunicazione 2013 è per il Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport il primo esperimento di documento programmatico relativo all’intera organizzazione e a un arco temporale annuale. Nelle prime versioni, piano si spinge necessariamente solo a definire le linee guida specifiche del Dipartimento sulla base delle direttive generali sopra richiamate e delineare gli obiettivi e i programmi. Altre versioni seguiranno in base all’evoluzione del contesto e della situazione istituzionale e saranno tempestivamente inviate al Die. Le azioni di dettaglio saranno realizzate anche in base a esigenze specifiche che potranno manifestarsi solo in corso d’opera. La prima redazione del piano viene a mano a mano integrata, nelle versioni successive del testo, con gli aggiornamenti di contesto e con la programmazione specifica delle fasi di attuazione, monitoraggio e valutazione ed il loro monitoraggio in itinere. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 3 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 2. analisi dello scenario Nota Per l’analisi di scenario sono state utilizzate fonti quali le pubblicazioni CONI, Banca d’Italia, ISTAT e le analisi contenute nel Conto Satellite del turismo e dei piani strategici per lo sport e per il turismo, in corso di elaborazione durante la stesura del piano. Per il settore affari regionali, il gruppo di lavoro ha ritenuto, in mancanza di dati numerici oggettivi, di svolgere un’analisi del contesto istituzionale nell’ambito della riforma del titolo V della Costituzione, in base a competenze e deleghe che ne derivano per lo Stato rispetto alle autonomie. La derivazione dei pubblici dallo scenario è un work in progress, e rispetto alle segmentazioni abbozzate nelle prime versioni del piano si sta procedendo di volta in volta a segmentazioni su progetto. Per la parte generale, soprattutto analisi di scenario e target, è stata chiesta la collaborazione dei funzionari dei settori affari regionali, turismo e sport che hanno partecipato alle due sessioni del corso di formazione in house sulla comunicazione tenuto dalla dirigente del servizio X. Se ne attendono i contributi. L’odierno contesto politico e gli ulteriori aspetti qui esposti rendono evidente il carattere contingente del Piano, così come formulato in queste prime versioni. a. Contesto istituzionale Il governo Monti si è insediato il 16 novembre 2011. Il programma di governo è stato aggiornato il 24 agosto 2012 per rafforzare e completare l’azione sino allora condotta, anche alla luce delle raccomandazioni rivolte all’Italia nel quadro del “Semestre europeo”. Le principali componenti della strategia, da svolgere nel rispetto delle compatibilità finanziarie e dei vincoli europei, sono: il recupero del gap infrastrutturale, anche attraverso l’attrazione di capitali privati; la spinta all’innovazione tecnologica e all’internazionalizzazione delle imprese; la creazione di un contesto favorevole alla nascita di start up, soprattutto da parte dei giovani; gli investimenti nel capitale umano promuovendo l’apprendimento permanente e valorizzando il merito; la riduzione degli oneri burocratici a favore di cittadini e imprese; l’attenzione a una crescita sostenibile ed eco-compatibile. In seguito alla costituzione del nuovo governo e alla revisione della spesa, l’organizzazione della PCM è stata modificata, con l’accorpamento o il riassetto di gran parte delle strutture, sia quelle affidate ai ministri senza portafoglio, sia quelle che dipendono da Segretario generale. Nel corso del 2012 la PCM ha recepito anche le recenti disposizioni (dlgs 150 del 2009 e legge 150 del 2009) su trasparenza, valutazione e merito, attraverso il DPCM 131 del 2011. Il processo di riassetto e adeguamento è tuttora in corso. Nel complesso, l’amministrazione è stata fortemente assorbita sia dalle attività di supporto alle riforme avviate dal nuovo governo sia dal contemporaneo riassetto organizzativo. Le strutture di comunicazione non sono cambiate rispetto al modello precedente, a parte il conferimento Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 4 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT al sottosegretario all’editoria della delega aggiuntiva al coordinamento amministrativo, che rispecchia questa situazione di riassetto legato ad una sempre maggiore esigenza di raccordo interno. Per la prima volta dall’emanazione della legge n. 150 del 2000 il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha fornito linee guida scritte sulla redazione dei piani di comunicazione delle amministrazioni e del Governo. Nota del 28 aprile 2013: Il Governo Monti è stato in fase di gestione degli affari correnti dal 22 dicembre 2012 fino alla nomina del Governo Letta, il 28 aprile 2013. Il Governo Letta ha affidato: - la delega per gli affari regionali e le autonomie al ministro Graziano Delrio - la delega allo sport, insieme a pari opportunità e giovani, alla Ministra Idem; - la delega al turismo, insieme ai beni culturali, al Ministro Bray. Per il Dipartimento seguiranno probabili nuovi assetti organizzativi. b. Contesto organizzativo interno del Dipartimento Situazione generale Nell’ambito del governo Monti, il ministro senza portafoglio per gli affari regionali, il turismo e lo sport ha ricevuto la deleghe il 13 dicembre 2011. A dicembre 2011, il supporto al ministro nei tre settori era assicurato da tre distinte strutture della PCM: Dipartimento per gli affari regionali, Dipartimento per le politiche del turismo, Ufficio per lo sport. Durante il 2012, un riassetto organizzativo in due fasi ha ricondotto al Dipartimento affari regionali prima l’ufficio dello sport (DPCM 15.2.2012 e DM 11.5.2012) e poi anche il Dipartimento per il turismo, riorganizzato come ufficio (DPCM 21.6.2012 e DM 10.8.2012). Le competenze del Dipartimento sono attualmente suddivise in tre settori: Affari regionali Cura lo sviluppo della collaborazione tra Stato, regioni e autonomie locali e la promozione delle iniziative per l'ordinato svolgimento dei rapporti istituzionali. Turismo Cura lo sviluppo, il sostegno e la valorizzazione del turismo, le relazioni istituzionali, la vigilanza sugli enti e ogni altra attività non di competenza esclusiva delle Regioni. Sport Cura lo sviluppo, il sostegno e la promozione della pratica sportiva, le relazioni istituzionali e la vigilanza sugli enti. Presso il Dipartimento è istituita anche la Struttura di missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia, creata nel 2008 e confermata con DPCM 15 dicembre 2012. La Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 5 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT struttura opera secondo le direttive del Ministro e svolge la propria attività fino alla scadenza del mandato del governo. Competenze della struttura sono il coordinamento e la realizzazione di iniziative di comunicazione e di promozione per il rilancio dell’immagine dell’Italia nel settore turistico e per il sostegno all’offerta turistica in Italia o in specifiche aree anche in relazione con Grandi eventi e in collaborazione con le Regioni. Servizi offerti Il Dipartimento rivolge “servizi” in prevalenza a un pubblico istituzionale: il sistema delle autonomie, gli enti e organismi con cui collabora, gli enti su cui vigila (potrebbero considerarsi servizi erogati: la ripartizione di fondi per le aree svantaggiate confinanti con regioni a statuto speciale, le piccole isole, le minoranze linguistiche). Eroga servizi ai cittadini per quanto riguarda il turismo e lo sport (ad esempio: riconoscimento di titoli esteri per l’esercizio delle professioni turistiche; istruttoria di domande per i contributi del cinque per mille alle associazioni sportive e i contributi per gli impianti sportivi, istruttoria per l’assegnazione del vitalizio “Onesti” agli sportivi indigenti). I servizi vengono erogati attraverso i canali istituzionali (corrispondenza ufficiale, sito istituzionale, cartelle condivise tra le commissioni). Sono per la maggior parte solo parzialmente informatizzati e non automatizzati, salvo le esperienze della gestione del “cinque per mille” e altre procedure a cura dell’Ufficio per lo sport, accessibili online da parte degli utenti e gestite informaticamente da parte degli operatori. Protocolli d’intesa e accordi di programma - Il Ministro ha firmato nel 2012 insieme al Ministro della salute un protocollo d’intesa per la promozione degli stili di vita attivi e della pratica sportiva - Il Ministro e il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico hanno firmato il 18 ottobre 2012 un protocollo di intesa per la promozione dell'attività fisica e sportiva tra le persone con disabilità. - Un accordo di programma per la diffusione della pratica sportiva nelle scuole è stato sottoscritto dal Ministro Gnudi, e dal Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo nel maggio 2012 Codice etico - Il 27 settembre 2012 (XXXIII giornata mondiale del turismo) il ministro Gnudi, il coordinatore nazionale degli Assessori regionali al turismo, il Capo Gabinetto del Ministro per i Beni e le Attività culturali hanno presentato il protocollo d'intesa per l'adozione del Codice Etico Universale per il Turismo, che è stato sottoscritto dai rappresentanti delle Associazioni di categoria del settore (ConfturismoUfficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 6 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Confcommercio; Federturismo - Confindustria; Assoturismo-Confesercenti; FITUS – forum italiano turismo sociale; AITR - associazione italiana turismo responsabile. Convenzioni Nel settore del turismo, la gestione dell’Osservatorio nazionale del turismo e del sito Italia.it sono affidate rispettivamente a - Promuovitalia (società inhouse del Dipartimento) - ACI. Le attività dell’ex EIM (Ente italiano della Montagna) affidate al Dipartimento sono svolte in collaborazione con - CNR - ISPRA - Università di Milano “Bicocca” - Università di Roma “Roma Tre”. Enti vigilati Sport: CONI - Comitato olimpico nazionale italiano; CIP - comitato italiano paralimpico; ICS - istituto per il credito sportivo Turismo: Enit - Agenzia nazionale del turismo, ACI – automobile club italia; CAI – club alpino italiano Organizzazione interna Il Dipartimento è organizzato in sei uffici di livello generale e sedici servizi. Alle dirette dipendenze del Capo Dipartimento operano alcune strutture di livello non dirigenziale (segreteria, segreteria tecnica e nucleo bilancio e contabilità) e una struttura di livello non generale (servizio gestione). Dei sei uffici, tre svolgono funzioni nel settore affari regionali, uno nel settore turismo, uno nel settore sport. L’ufficio per l’attuazione del federalismo amministrativo (affari regionali) svolge anche le funzioni di comunicazione e informazione istituzionale del Dipartimento. Alle dirette dipendenze del Ministro operano il Capo e i vice capo di Gabinetto, il capo e i vice capo Ufficio legislativo, il capo segreteria tecnica, il capo della segreteria particolare, il coordinatore del Programma E.L.I.S.A. (Enti locali innovazione di sistemi) e dei progetti delle unità di coordinamento delle reti territoriali, il capo ufficio stampa e portavoce, i consiglieri giuridici, un consigliere economico. La struttura di Missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia ha un coordinatore di livello generale, tre dirigenti e cinque esperti. La sede principale e sede del Ministro è in via della Stamperia, 8, nei pressi di Palazzo Chigi. Vi operano tutte le strutture del Dipartimento tranne quelle competenti per sport e turismo, che hanno sede in un altro quartiere, semicentrale (via della Ferratella in Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 7 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Laterano, 51). L’organizzazione gestionale è in parte condizionata dalla dislocazione su due sedi. L’unificazione organizzativa con l’Ufficio per lo sport e il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo è avvenuta per gradi nel corso del 2012, e nel 2013 diviene anche unificazione contabile, con l’identificazione del Dipartimento quale unico centro di spesa per i tre settori. Il Dipartimento non provvede in autonomia alle esigenze di funzionamento, in particolare dipende dall’Ufficio del segretario generale per il protocollo informatico e dall’Ufficio informatica e telematica per le risorse tecnologiche, le reti telefoniche e telematiche e i sistemi informativi. Comunicazione (tipologia e gestione della comunicazione, valutazione dell'identità e dell’immagine dell’ente, relazioni con pubblici influenti) Le stratificazioni nell’assetto organizzativo hanno portato a una situazione multicentrica nella gestione della comunicazione. Nel corso delle riorganizzazioni, l’ufficio per lo sport prima e l’ufficio del turismo poi hanno conservato specifiche competenze in questo campo (gestione dei siti internet dei due uffici, gestione di attività di promozione nei due settori, partnership con soggetti cui è affidata la gestione di iniziative di comunicazione). Inoltre, la mission della struttura per il rilancio dell’immagine dell’Italia consiste specificamente nella realizzazione di iniziative di comunicazione per promuovere il turismo in Italia e all’estero. Sono decisori ed hanno un ruolo chiave nella definizione delle linee strategiche e degli indirizzi operativi, oltre al Ministro e al Capo del dipartimento, il portavoce del Ministro, i capo segreteria, il consigliere economico. Anche i direttori degli uffici, in particolare quelli del turismo e dello sport, svolgono un ruolo primario. Nell’ufficio per il federalismo amministrativo, infine, opera un unico servizio, cui è affidato il doppio compito della gestione dell’attuazione del federalismo amministrativo e della comunicazione istituzionale del Dipartimento, oltre ad alcune attività di informazione istituzionale (rassegna stampa dipartimentale). L’ufficio ha avviato nel 2012 le attività di ricognizione necessarie alle prime azioni di coordinamento interno tra i vari soggetti responsabili o influenti a vario titolo nella materia della comunicazione, ed ha realizzato le prime azioni a supporto della comunicazione interna (realizzazione di una rete dei referenti, unificazione sul sito del Dipartimento delle informazioni di primo livello, coordinamento con il sito dell’ufficio per lo sport e il sito dell’ufficio del turismo, realizzazione del sito del ministro, progettazione di un unico spazio web per ministro e dipartimento sotto il dominio .gov). Interlocutori di comunicazione interni ed esterni all’Amministrazione All’interno della PCM, oltre che con il Dipartimento per l’Informazione e l’editoria, il Dipartimento si raccorda per le iniziative di comunicazione con l’Ufficio Stampa e del Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 8 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT portavoce del Presidente, in particolare la redazione di governo.it; con l’ufficio del segretario generale, per tutti gli aspetti organizzativi interno e il raccordo con il sito intranet; con l’ufficio per il controllo interno e la trasparenza per la sezione “trasparenza, valutazione e merito” sul sito del dipartimento e sul sito del governo; con l’ufficio informatica e telematica per tutti i progetti su piattaforme informatiche e web. Sono interlocutori istituzionali esterni del Dipartimento anche per la comunicazione le amministrazioni e gli enti con cui sono stati stipulati accordi di programma, protocolli d’intesa e convenzioni, e gli enti vigilati (vedi pag. 5). Per le attività relative agli affari regionali, sono interlocutori i ministeri, gli enti locali e territoriali e le relative associazioni (ANCI, l’UPI, l’UNCEM), le regioni a statuto speciale in particolare per le attività delle Commissioni paritetiche c. Analisi dello scenario esterno Affari regionali Per quanto riguarda i rapporti con il sistema delle autonomie, anche sulla scia dei necessari interventi per il contenimento della spesa pubblica il contesto attuale vede l’attuazione di nuove forme di decentramento, soprattutto in tema di federalismo fiscale. Le risorse disponibili per fondi da assegnare a progetti per le aree svantaggiate confinanti con le regioni autonome, le minoranze linguistiche, le piccole isole, saranno ridotte o annullate per il 2013, e l’attività del Dipartimento nel settore degli Affari regionali si prefigura prevalentemente orientata al supporto tecnico giuridico per l’esame di legittimità delle leggi regionali da parte del Consiglio dei Ministri, il coordinamento di progetti europei gestiti dalle Regioni, il supporto alle attività delle Commissioni paritetiche, l’istruttoria per l’emanazione di dpcm attuativi della legge 59/97 e simili. Le prime due azioni strategiche riportate al successivo punto 4 vengono condotte su tavoli interministeriali. Nella cittadinanza la percezione di queste attività, finché non incidono direttamente sulla vita delle persone, è piuttosto scarsa, mentre quando provvedimenti o riforme assumono un valore attuativo, molto spesso la conoscenza del contesto e la corretta interpretazione sono rese più difficili dalla scarsa mole di notizie provenienti da fonti istituzionali, a fronte del proliferare di commenti considerazioni e valutazioni affidate direttamente agli opinion leader attraverso il sistema dei media. La comunicazione sugli effetti delle politiche di decentramento viene spesso fatta direttamente dalle autorità politiche locali. Quella che segue non è tanto un’analisi di scenario esterno, quanto una riflessione su come le competenze del settore affari regionali si inquadrano nel contesto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del decentramento avviato con la riforma del Titolo V della Costituzione. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 9 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Per comprendere il ruolo e la funzione del Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport è necessario preliminarmente inquadrare il contesto amministrativo di riferimento, delineato con specifici atti normativi. La Presidenza del Consiglio dei Ministri è il complesso amministrativo che assiste il Presidente del Consiglio nello svolgimento delle sue funzioni. La struttura supporta il Presidente del Consiglio in particolare nella direzione del Governo, nei rapporti con il Parlamento e con gli altri organi costituzionali, nei rapporti con le istituzioni europee connessi alla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea e, ancora, nei rapporti con il sistema delle autonomie. Tale ruolo è stato riconosciuto dalla legge 23 agosto 1988, n. 400 “Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri” – emanata in attuazione dell’articolo 95, comma 3, della Costituzione che demanda alla legge il compito di “provvedere all'ordinamento della Presidenza” – che ha rappresentato il primo atto normativo fondamentale in tema di organizzazione della Presidenza. Il provvedimento, oltre a chiarire le attribuzioni costituzionali del Presidente del Consiglio, costituisce un passo importante verso la razionalizzazione del “sistema Presidenza” poiché fissa la parte tendenzialmente stabile della struttura organizzativa. Successivamente, con il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303 “Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”, si è proceduto ad una ulteriore razionalizzazione della struttura e, in particolare, a riconoscere alla Presidenza l’autonomia organizzativa – indispensabile allo svolgimento delle funzioni istituzionali – e l’autonomia contabile e di bilancio che consente di provvedere all'autonoma gestione degli stanziamenti assegnati per il funzionamento della PCM. Il decreto delegato, nel potenziare le autonome funzioni di impulso, indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio, ha trasferito ad altre amministrazioni alcuni compiti operativi o gestionali che gravavano sulla Presidenza, compiti che in linea generale non erano direttamente riconducibili alle predette funzioni di impulso, indirizzo e coordinamento. L’art. 4 del d.lgs. 303/1999 ha, inoltre, chiarito le competenze del Presidente in materia di affari regionali. La norma infatti attribuisce al Presidente la funzione di coordinamento dell'azione del Governo in materia di rapporti con il sistema delle autonomie, il compito di promuovere lo sviluppo della collaborazione tra Stato, regioni e autonomie locali, quello di avviare – anche in esito alle deliberazioni degli appositi organi a composizione mista – le iniziative necessarie per l'ordinato svolgimento dei rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali e di assicurare l'esercizio coerente e coordinato dei poteri e dei rimedi previsti per i casi di inerzia e inadempienza. Il decreto stabilisce che per l'esercizio dei predetti compiti il Presidente si avvalga di un apposito Dipartimento per gli affari regionali: tale previsione di rango primario fa sì che il Dipartimento costituisca una struttura stabile e indefettibile dell’Amministrazione, non sopprimibile con un decreto di organizzazione (DPCM). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 10 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Nel 2006 con il decreto legge n. 181 (convertito dalla legge 17 luglio 2006, n. 233) sono state riordinate le attribuzioni della Presidenza del Consiglio in relazione al nuovo assetto strutturale del Governo: alcune funzioni proprie dell’amministrazione attiva, precedentemente trasferite o comunque assegnate ai Ministeri, sono state attribuite al Presidente del Consiglio e allocate nell’ambito delle competenze della Presidenza. Tra queste si ricordano proprio il turismo e lo sport, funzioni amministrative che, ad oggi, per effetto di differenti provvedimenti di organizzazione dell’Amministrazione, sono confluite nell’ambito del Dipartimento per gli affari regionali. Attualmente il DPCM 1 ottobre 2012, con il quale è stato recentemente ridefinito l'ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, colloca il Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport nell’ambito delle strutture generali di cui il Presidente si avvale per le funzioni di indirizzo e coordinamento relative a specifiche aree politico-istituzionali. L’art. 13 del predetto DPCM disciplina i compiti del Dipartimento in materia di affari regionali. La norma riconosce alla struttura la funzione di supportare il Presidente, o il Ministro delegato, nei rapporti che intercorrono tra Governo e il sistema delle autonomie e di fatto replica il contenuto del citato art. 4 del d.lgs. 303/99. Specifica che il Dipartimento pone in essere adempimenti concernenti: la coordinata partecipazione dei rappresentanti dello Stato negli organi e nelle sedi a composizione mista, il rapporto di dipendenza funzionale tra Presidente e commissari del Governo nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome; il controllo successivo della legislazione regionale ed il contenzioso Stato-regioni; i rapporti inerenti all'attività delle regioni all'estero; l'attuazione degli statuti delle regioni e province ad autonomia speciale; le minoranze linguistiche e i problemi delle zone di confine; la promozione ed il coordinamento delle azioni governative per la salvaguardia delle zone montane, delle aree svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale nonché delle isole minori. Al Dipartimento infine sono assegnate tutte le attività che riguardano l'attuazione del federalismo amministrativo: un apposito Ufficio – originariamente istituito alle dipendenze funzionali del Ministro per gli affari regionali ed ora stabile struttura dipartimentale – coordina le attività connesse all'attuazione del conferimento delle funzioni amministrative di cui all'art. 118 della Costituzione, nonché il completamento delle procedure di trasferimento di cui alla legge 15 marzo 1997, n. 59. Per le competenze del Dipartimento in materia di turismo e sport occorre esaminare il contesto normativo dei rapporti Stato/Regioni nei predetti settori. Turismo (fonte: noi-italia.istat.it) Il nostro Paese è caratterizzato da una ricchezza, in termini di varietà e di estensione, di aree costiere e montane, sia alpine sia appenniniche. L’enorme varietà di risorse naturali, mete e luoghi culturali, pone l’Italia fra i primi posti a livello mondiale per il numero di siti Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 11 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT già dichiarati dall’Unesco “patrimonio dell’umanità” (oltre quaranta), oltre che per numero di località candidate a questo riconoscimento. Il turismo è una risorsa importante dell’economia nazionale rappresentata statisticamente come capacità di attrazione e di accoglienza. Può essere rappresentato attraverso le dimensioni dell’offerta ricettiva, della domanda (o fruizione) ricettiva e delle caratteristiche geo temporali di quest’ultima. Offerta ricettiva L’ultima indagine censuaria sulla capacità degli esercizi ricettivi indica che nel 2010, in Italia si contano oltre 116 mila Posti letto degli esercizi ricettivi nelle regioni italiane esercizi extra-alberghieri1 e Anno 2010 (per 1.000 abitanti) circa 34 mila alberghi; rispetto Italia 78 Bolzano 434 all’anno precedente, entrambe Valle d'Aosta 416 Trento 316 le tipologie sono aumentate, Veneto 141 Toscana 137 in modo più sostenuto gli Friuli‐Venezia Giulia 124 Marche 123 Sardegna 121 esercizi extra-alberghieri (+4,2 Liguria 100 Emilia‐Romagna 100 per cento). In Italia gli esercizi Umbria 97 Calabria 97 extra-alberghieri hanno una Abruzzo 81 Basilicata 66 capacità superiore rispetto a Puglia 58 Lazio 52 quella delle strutture Piemonte 41 Sicilia 39 Molise alberghiere vere e proprie: 37 Lombardia 35 Campania 34 mentre gli alberghi 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 garantiscono 2.253.342 posti letto, gli esercizi extra-alberghieri ne prevedono circa 200 mila in più (2.445.510 posti letto). Nel complesso il numero di posti letto Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi delle regioni italiane Anno 2010 (numero di notti) disponibili sul territorio ITALIA 3,8 italiano si è incrementato del Calabria 5,7 Sardegna 5,1 2,1% rispetto al 2009. Marche 5,0 Nell’ultimo decennio, l’Italia registra un aumento considerevole, +9 posti letto (+13%) ogni mille abitanti 1 Bolzano Abruzzo Trento Friuli‐Venezia Giulia Emilia‐Romagna Veneto Puglia Campania Basilicata Liguria Toscana Valle d'Aosta Sicilia Molise Piemonte Lazio Umbria Lombardia 5,0 4,9 4,8 4,3 4,3 4,2 4,2 4,1 3,8 3,8 3,7 3,4 3,4 3,1 3,0 3,0 La consistenza degli esercizi alberghieri e di quelli extra-alberghieri o complementari - che comprendono campeggi, 2,7 2,5 ostelli per la gioventù, case per ferie, villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, alloggi agro-turistici, 1 2 3 5 rifugi alpini, altri esercizi ricettivi e i bed & breakfast0 (B&B) - viene analizzata attraverso la4 rilevazione dell’Istat6 sulla Capacità degli esercizi ricettivi, condotta annualmente, in modo conforme alla Direttiva europea sulle statistiche del turismo. A livello di singolo comune vengono rilevati gli esercizi, i posti letto, le camere e i bagni per le strutture alberghiere, gli esercizi e i posti letto per le altre strutture. La capacità ricettiva è misurata in termini di posti letto disponibili che sono rapportati alla popolazione residente per un corretto confronto tra paesi e regioni. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 12 di 41 7 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT con un incremento percentuale, però, inferiore alla media europea (+9 posti letto ma in percentuale +18%). In Europa, nel 2010, Permanenza media dei clienti negli esercizi ricettivi nei Paesi UE Anno 2010 (a) (numero di notti) negli esercizi ricettivi si registrano in media ITALIA 3,8 Malta 6,0 Cipro 5,7 poco più di 56 posti Danimarca 4,7 Grecia (b) 4,1 Bulgaria 3,7 letto ogni mille Spagna 3,7 Austria 3,4 abitanti. Il Portogallo 3,1 Slovacchia 3,1 Repubblica Ceca 3,0 Lussemburgo, Regno Unito 3,0 Slovenia 3,0 l’Austria e Cipro Paesi Bassi 2,8 Polonia 2,7 Romania 2,6 superano di molto i Ungheria 2,6 Lussemburgo (b) 2,5 100 posti letto ogni Germania 2,4 Francia (b) 2,4 Belgio 2,3 mille abitanti, seguiti Lettonia 2,2 Lituania 2,1 Svezia da Malta (96,6), 2,0 Estonia 2,0 Finlandia 1,9 Francia (90,4 dati 0 1 2 3 4 5 6 7 2009), Svezia (84,4) e Italia (77,7). La Germania (40,2) insieme alla maggior parte dei paesi dell’Europa orientale, si attestano intorno o sotto i 40 posti letto ogni mille abitanti. Fo nte: Euro stat, To urism statistics (a) Il dato dell'Irlanda no n è dispo nibile (b) Ultimo dato dispo nibile 2009 Dal punto di vista regionale, Nord-est e Centro sono le ripartizioni con la maggiore capacità ricettiva (rispettivamente con 144,2 e 91,6 posti letto ogni mille abitanti), con tutte le regioni che presentano un numero di posti letto per mille abitanti molto superiore alla media italiana (77,7) con la sola eccezione del Lazio (52,1). Nel Nord-Est i livelli massimi si registrano nelle Province Autonome di Bolzano (434,2) e Trento (315,6) che, assieme alla Valle d’Aosta (416,0), rappresentano i valori più alti a livello nazionale. Il Nord-ovest, viceversa, registra il valore più basso tra le ripartizioni (46,2) vista la presenza di livelli molto al di sotto della media nazionale nelle regioni di maggiore dimensione demografica, Lombardia (34,7) e Piemonte (41,3). Nel Mezzogiorno solo Abruzzo (81,1), Calabria (97,1) e Sardegna (121,0) hanno valori superiori alla media nazionale. Considerando la variazione della capacità ricettiva in valore assoluto dal 2000 al 2010, su scala nazionale si rileva un aumento del numero di posti letto del 20,2 per cento, pari a quasi 800 mila unità. Gli incrementi più ampi hanno riguardato Sicilia, Basilicata e Umbria tutti con tassi di crescita prossimi al 50 per cento. Tutte le altre regioni italiane registrano aumenti nei posti letto ad eccezione di Molise (-1,2 per cento) e Marche (-5,5 per cento, diminuzione dovuta principalmente alle attività di revisione del metodo di rilevazione partite nel 2009). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 13 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT La fruizione (domanda) Posti letto degli esercizi ricettivi nei paesi Ue ricettivaIl turismo, Anni 2000 e 2010 (per 1.000 abitanti) inteso come fruizione 140 del patrimonio 120 materiale e immateriale 100 (paesaggistico, 80 culturale, artistico, Ue27 (c) = 56,4 60 Ue27 (c) = 47,7 ricreativo, ecc.), è 40 spesso associato 20 all’utilizzo delle 0 strutture ricettive di un territorio2. A seconda del diverso numero 2000 2010 medio di notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi possono essere individuate diverse definizioni di “turismo”. Valori elevati di fruizione Viaggi per regione di destinazione Viaggi di vacanza nel sono legati al turismo stagionale nelle regioni Viaggi periodo estivo costiere e nelle zone montane. Le permanenze Regioni di destinazione (composizione %) (composizione %) 5,3 2,4 brevi sono generalmente associate al turismo Piemonte Valle d'Aosta 1,8 1,0 culturale, nelle “città d’arte” e di “turismo per Lombardia 9,0 6,6 5,9 4,5 affari”. In Italia nel 2010 si sono registrati quasi Liguria Bolzano 3,2 2,6 99 milioni di arrivi con oltre 375 milioni di Trento 3,3 3,9 6,8 6,3 presenze. La durata media del soggiorno nelle Veneto Friuli‐Venezia Giulia 1,7 2,0 strutture ricettive è stata di 3,80 notti in leggero Emilia‐Romagna 9,8 13,5 9,1 8,3 calo rispetto all’anno precedente (-0,08 notti) con Toscana Umbria 2,1 1,4 valori in riduzione sia per i residenti in Italia (- Marche 3,4 3,6 10,2 5,9 0,07 notti) sia per i residenti all’estero (-0,11 Lazio Abruzzo 3,4 3,9 notti). Questo calo si pone in linea con Molise 0,4 0,3 5,4 5,2 l’andamento registrato nel decennio Campania Puglia 5,3 7,0 caratterizzato da una contrazione progressiva Basilicata 0,8 0,6 3,0 7,1 della permanenza media (-0,43 notti rispetto al Calabria Sicilia 6,3 8,1 2000). Nel contesto europeo, l’Italia si colloca in Sardegna 3,8 5,6 100,0 100,0 quinta posizione, con un valore intorno alle ITALIA quattro notti di permanenza media (3,80), valore non lontano da quello di Grecia (4,05 nel 2009) e Spagna (3,69), paesi anch’essi a forte vocazione turistica. Malta e Cipro si posizionano ai primi posti della classifica dei paesi dell’Ue, rispettivamente con 6,02 e 5,68 Fo nte: Euro stat, To urism statistics (a) Il dato di Francia e Regno Unito del 2010 no n è dispo nibile. I valo ri ripo rtati fanno riferimento all'anno 2009. (b) Il dato dell'Esto nia del 2000 no n è dispo nibile. Il valo re ripo rtato fa riferimento all'anno 2002. (c) Il 2000 è calco lato co n il dato dell'Esto nia del 2002; il 2010 co n i dati di Francia e Regno Unito del 2009. 2 Gli arrivi corrispondono al numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari) nel periodo considerato. Le presenze, invece, corrispondono al numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi. La permanenza media è il rapporto tra il numero di notti trascorse (presenze) e il numero dei clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi). È escluso l’escursionismo, ossia i movimenti di meno di 24 ore e senza pernottamento. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 14 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT giorni, valori influenzati dalla modesta incidenza del turismo per affari. Nella maggior parte dei paesi dell’Ue si registra comunque una permanenza media compresa tra le 2,4 e le 3,8 notti (15 paesi sui 27 dell’Ue). Nel contesto italiano, sono tutte le regioni del Nord-est a collocarsi al di sopra della media nazionale. Anche le regioni del Mezzogiorno, a eccezione di Sicilia e Molise, presentano valori della permanenza media superiori alla media italiana. Ai primi posti si collocano Calabria e Sardegna, con un periodo medio di permanenza rispettivamente di 5,68 e 5,11 notti. Le regioni del Nord-ovest si collocano tutte al di sotto della media nazionale. La Lombardia è ultima tra le regioni italiane con 2,53 notti, valore in parte dovuto alla rilevante componente del turismo “per affari”. Anche Umbria, Lazio, Piemonte, Molise, Valle d’Aosta e Sicilia presentano valori della permanenza media sensibilmente inferiori alla media nazionale. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 15 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT A completamento del Persone di 15 anni e oltre che hanno fatto almeno un viaggio di 4 notti o più per quadro sulla domanda vacanza o per vacanza estiva nei paesi Ue Anno 2009 (a) (per 100 residenti con le stesse caratteristiche) di servizi turistici, sono 3 100 da considerare i viaggi 90 con pernottamento 80 70 effettuati dai residenti Ue27 (b) = 52,4 60 per motivi di vacanza e Ue27 (b) = 34,5 50 di lavoro, sia in Italia 40 30 sia all’estero, che nel 20 loro insieme forniscono 10 un quadro completo 0 della domanda turistica nazionale. Nel 2010, i viaggi hanno raggiunto Persone di 15 anni e oltre che hanno fatto almeno un viaggio lungo per vacanza la quota dei 100 milioni Persone di 15 anni e oltre che hanno fatto almeno un viaggio lungo per vacanza estiva e 40 mila, per un totale di 626 milioni e 990 mila notti. Rispetto all’anno precedente, è rilevabile una complessiva diminuzione dei viaggi (-12,3 per cento), soprattutto a carico di quelli con destinazioni italiane (-13,3). Gli spostamenti con destinazioni italiane rappresentano l’81,7 per cento dei viaggi complessivi: nell’88 per cento dei casi sono effettuati per motivi di vacanza e per il restante 12 per lavoro; in termini di pernottamenti, il 94,7 per cento delle notti riguarda i viaggi di vacanza e il 5,3 quelli di lavoro. Fo nte: Euro stat, To urism statistics (a) P er l'Irlanda e la Svezia i dati sui viaggiato ri per "vacanza" no n so no dispo nibili. P er il P o rto gallo i dati sui viaggiato ri per "vacanza estiva" no n so no dispo nibili. (b) Il dato è stimato . P er M alta dati no n dispo nibili. Per avere un’idea della potenzialità di domanda turistica, anche estera, sono d’aiuto i dati sulla partecipazione al turismo. Nel 2009, la percentuale media di persone che goduto di una vacanza lunga (4 notti o più) è pari al 52,4 per cento. Questa percentuale raggiunge il massimo livello dell’88,7% a Cipro (88,7) e quello minimo in Bulgaria (8,0). In Italia il valore è pari a 48,6, mentre nei paesi vicini è più alto in Francia (66,7), Germania (65,8), Regno Unito (57,3) e più basso in Spagna (41,6). I risultati presentano andamenti stagionali differenziati, legati anche alle condizioni climatiche. Ad esempio, Francia e Germania registrano quote elevate di turisti durante tutto l’anno, con valori costantemente sopra la media europea; in Italia la partecipazione si concentra nel periodo estivo (37,4 per 3 L’indagine multiscopo sulle famiglie “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”, conforme alla Direttiva europea in materia di turismo, dal 1997 raccoglie, con cadenza trimestrale, informazioni sui viaggi con pernottamento effettuati dai residenti (cittadini italiani e stranieri) nelle destinazioni italiane o estere, sulle tipologie e sui comportamenti di viaggio, sui viaggiatori e sulle notti trascorse in viaggio. Secondo gli standard internazionali, gli spostamenti turistici sono classificati distinguendo i viaggi per motivi di lavoro da quelli per motivi di vacanza. Le vacanze sono di breve (1-3 pernottamenti) o di lunga durata (4 pernottamenti o più) e comprendono i viaggi per svago, piacere, relax, visita a parenti o ad amici, trattamenti di salute e motivi religiosi. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 16 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT cento contro il 34,5 dell’Ue, tra luglio e settembre) mentre, in altri paesi, come il Regno Unito, la percentuale è più alta negli altri trimestri dell’anno. Per quanto riguarda il complesso dei viaggi, le regioni italiane più visitate dai residenti in Italia nel 2010 sono state Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto, che hanno ospitato il 45,3 per cento dei flussi turistici, con quote comprese rispettivamente tra 10,9 e 6,9. Considerando il periodo estivo (trimestre luglio-settembre), le regioni più visitate del Centro-Nord sono l’Emilia-Romagna (13,5 per cento dei viaggi per vacanze estive in Italia), la Toscana (8,3), la Lombardia (6,6), il Veneto (6,3) e il Lazio (5,9); nel Mezzogiorno emergono, invece, Sicilia (8,1), Calabria (7,1), Puglia (7,0) e Sardegna (5,6). Permangono forti differenze territoriali anche nella propensione a viaggiare: in tutti i periodi dell’anno e per tutte le tipologie di viaggio, la quota di viaggiatori provenienti dalle regioni del Mezzogiorno è costantemente più bassa rispetto a quella proveniente dalle altre regioni italiane. Aspetti economici A differenza di altre industrie, quella turistica trae le sue caratteristiche strutturali e la sua dimensione dalle dinamiche quantitative e qualitative della domanda che la attiva. Da questo punto di vista, il settore del turismo si definisce sulla base delle attività dei visitatori e, in particolare, dell’acquisto di beni e servizi a cui tali attività danno luogo. I flussi turistici generati dal movimento dei visitatori – siano essi turisti od escursionisti – si distinguono in tre tipologie di flusso: incoming (o inbound) quando provengono da un Paese diverso da CONTO SATELLITE DEL TURISMO: CONSUMO TURISTICO INTERNO PER PRODOTTO. Anno 2010, milioni di euro Altre Altre quello di riferimento; Spesa interna per turismo componenti componenti outgoing (o outbound) del consumo del consumo Incidenza % PRODOTTI turismo turismo totale turistico turistico domestico inbound se riguardano i (3)=(1)+(2) (5)=(3)+(4) (4) (2) (1) visitatori residenti del Prodotti turistici caratteristici 22.306 39.479 61.785 33.809 95.594 83,8% Paese di riferimento 1‐ Servizi ricettivi per i visitatori 12.064 15.893 27.957 22.288 50.245 44,1% 10.759 12.539 23.298 7.858 31.156 27,3% che si recano 1.a‐ Servizi ricettivi diversi dal punto 1.b 1.b‐ Servizi ricettivi relativi all'uso di seconde case di all’estero; domestici, proprietà 1.305 3.354 4.659 14.430 19.089 16,7% 2‐ Servizi di ristorazione 6.604 10.426 17.030 ‐ 17.030 14,9% cioè relativi al 3‐ Servizi di trasporto ferroviario passeggeri 216 1.639 1.855 677 2.532 2,2% 696 2.087 2.783 494 3.277 2,9% movimento turistico dei 4‐ Servizi di trasporto su strada passeggeri 1,6% visitatori residenti 5‐ Servizi di trasporto marittimo per vie d’acqua passeggeri 42 1.823 1.865 1 1.866 6,3% 6‐ Servizi di trasporto aereo passeggeri 1.138 2.507 3.645 3.593 7.238 all’interno del Paese di 7‐ Servizi di noleggio mezzi 204 340 544 339 883 0,8% 8‐ Servizi delle agenzie di viaggio e altri servizi di riferimento. prenotazione 188 2.837 3.025 3.817 6.842 6,0% 258 431 689 643 1.332 1,2% Combinando queste tre 9‐ Servizi culturali 896 1.496 2.392 1.957 4.349 3,8% componenti di flusso si 10‐ Servizi sportivi e ricreativi 7.033 10.886 17.919 504 18.423 16,2% Beni turistici specifici e non specifici del Paese giunge a due diverse 29.339 50.365 79.704 34.313 114.017 100,0 definizioni aggregate di TOTALE turismo: turismo interno (turismo inbound + turismo domestico) e turismo nazionale (turismo domestico + turismo outbound). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 17 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Dal punto di vista dei prodotti vengono considerati caratteristici del turismo quei beni e servizi che in assenza di visitatori tenderebbero a scomparire o il cui consumo verrebbe ridotto significativamente. In analogia, le attività economiche sono identificate come caratteristiche quando il loro output principale è rappresentato da beni e servizi caratteristici del turismo. Aggregando sia i prodotti sia le attività del turismo si ottiene il Conto Satellite del Turismo (CST) costruito4 sulla base del Quadro Metodologico Raccomandato (QMR 2008) dalla Commissione europea (Eurostat), dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e dall’Organizzazione mondiale del turismo (OMT). Attraverso le informazioni organizzate nel CST si riescono a valutare gli effetti direttamente attivati dal consumo turistico sull’economia, vale a dire quanta ricchezza interna viene originata dalla domanda di beni e servizi da parte dei visitatori, dove questi comprendono anche coloro che non alloggiano in strutture ricettive registrate, in particolare nelle seconde case e presso parenti e amici. Sulla base delle elaborazioni provenienti dal CST, si stima che nel 2010 il valore aggiunto prodotto in Italia dalle attività connesse al turismo è stato pari a 82.833 milioni di euro, ovvero il 6,0% del valore aggiunto totale economia. Il turismo internazionale, detto anche turismo inbound, rappresenta una parte rilevante della domanda turistica in Italia ed incide per il 36,8% sul totale della spesa interna per turismo. Nel 2010 i turisti stranieri hanno speso più di 29 miliardi di euro in Italia. Il 63,6% di questo importo è stato destinato all’alloggio e alla ristorazione, mentre circa un quarto ha riguardato l’acquisto di beni non tipicamente turistici come i souvenir, il carburante, i prodotti alimentari consumati in casa. Le spese di trasporto incidono per il 7,8%: il 3,9% è stato speso per il trasporto aereo con vettori italiani, il 2,4% per quello stradale e il restante 1,6% per quello marittimo, ferroviario e per veicoli noleggiati. Il turismo domestico, con i circa 50 miliardi di spesa del 2010, ricopre un ruolo di primo piano in Italia e rappresenta il 63,2% della spesa interna turistica. Anche per gli italiani la spesa maggiore è quella per l’alloggio e la ristorazione (52,3%), ma in questo caso l’incidenza del solo servizio ricettivo è inferiore di quasi 10 punti percentuali rispetto a quanto rilevato per il turismo inbound. Questo risultato dipende fortemente dalla ampia quota di italiani che trascorrono le proprie vacanze nella seconda casa di proprietàNel 4 L’attuazione del progetto è stata demandata ad un Gruppo di lavoro interistituzionale, di cui fanno parte, oltre al summenzionato Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, membri dell’ISTAT- che svolge anche il ruolo di coordinatore tecnico del progetto – Banca d’Italia, Università di Messina, CISET, Osservatorio Nazionale del Turismo – ONT. Il prototipo del conto satellite del turismo per l’Italia è stato compilato con riferimento al 2010, anno per il quale è disponibile la maggior parte delle fonti. In particolare, oltre alla fonte principale dei conti nazionali, le informazioni sono state ricavate rielaborando i dati provenienti dalla rilevazione mensile dell’Istat sul Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi (Istat Offerta), dall’indagine campionaria trimestrale dell’Istat Viaggi e vacanze (Istat Domanda) e dall’indagine campionaria mensile condotta dalla Banca d’Italia, denominata Indagine sul turismo internazionale dell’Italia. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 18 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 2010 circa 18 miliardi di euro sono stati spesi per viaggi all’estero dagli italiani, detto anche turismo outbound. Il 92,1% di questo importo è stato sostenuto per viaggi con pernottamento. Considerando il totale della spesa degli italiani, sia in Italia che all’estero, nel 2010 sono stati spesi quasi 69 miliardi di euro per vacanza (8,5% del totale del consumo nazionale delle famiglie). Sommando la spesa degli stranieri a quanto speso dagli italiani in Italia si giunge ad un totale di quasi 80 miliardi di euro. Nell’ambito del CST occorre, però, aggiungere a questo ammontare anche quanto non direttamente speso dai visitatori e che afferisce: al turismo per affari; ai servizi resi dall’utilizzo per vacanza delle seconde case di proprietà; ai consumi turistici collettivi sostenuti dalle amministrazioni pubbliche. Considerando anche queste componenti, si giunge a un totale del consumo turistico interno pari, nel 2010, a 114 miliardi di euro. La spesa per consumi turistici concorre per il 69,9% (25,7% quella inbound e 44,2% quella domestica), mentre il restante 30,1% è costituito, come appena osservato, da consumi che vengono sostenuti dalle aziende per i viaggi d’affari dei loro dipendenti, da servizi abitativi figurativi e da servizi forniti gratuitamente. Sul totale del consumo turistico interno, il prodotto che ha un peso maggiore è quello relativo agli esercizi ricettivi (27,3%), seguito dai servizi abitativi, effettivi e figurativi, per l’uso delle seconde case di proprietà (16,7%) e dalla ristorazione (14,9%). Dalla sintesi tra domanda e offerta turistica si determina l’indicatore più importante derivabile dal CST: il valore aggiunto del turismo (VAT). Esso costituisce il valore aggiunto attivato direttamente dai consumi turistici: rapportandolo al valore aggiunto del totale dell’economia si ottiene il peso del turismo sull’insieme delle attività economiche del Paese. Nel 2010 il turismo ha prodotto 82.833 milioni di euro, pari al 6,0% del valore aggiunto dell’Italia. Con un’incidenza del 6,0% sul totale del valore aggiunto nazionale il turismo si colloca tra i settori più rilevanti per l’economia italiana: a titolo di confronto si può considerare che nel 2010 tale incidenza è molto simile a quella del valore aggiunto prodotto dal settore delle costruzioni. Qualche confronto internazionale Sulla base di questa prima stima del CST per l’Italia il nostro Paese si confronta, in termini di rilevanza della domanda turistica sull’attività produttiva, piuttosto bene con la Spagna. Le statistiche disponibili per la Spagna, relative al 2010, mostrano che il turismo svolge un ruolo importante, con un impatto finale (che comprende cioè anche gli effetti indiretti) sul PIL del 10,2%, ma che si ridimensiona al 6,5% se si considera solo l’effetto diretto, confrontabile quindi con quello qui stimato per l’Italia. Inoltre, la Spagna trae un forte contributo dal turismo straniero, che incide per il 44% sul totale, rispetto al 25,7% dell’Italia. Relativamente ad altri importanti Paesi europei si registra che la rilevanza del comparto turistico, sempre misurata in termini di incidenza del VAT, si attesta al 4,0% per la Francia, 3,8% per il Regno Unito, 3,2% per la Germania e 5,4% per l’Austria. La quota turistica più alta in termini di valore aggiunto si osserva per Cipro con l’8,7%. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 19 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Viaggiatori stranieri Nel 2011 sono 76,4 milioni i viaggiatori stranieri venuti a far visita al nostro Paese, per un numero di pernottamenti pari a 327,3 milioni per quasi 31 mila milioni di spesa in euro. Tre quarti di questi viaggiatori proviene dai UE e oltre un quarto dal resto d’Europa. Queste proporzioni rimangono Viaggiatori stranieri per continente di provenienza sostanzialmente invariate se si scende Anno 2011 nel dettaglio di quasi tutte le motivazioni AFRICA AMERICA 0,6% di viaggio (motivi personali: di viaggio o 6,3% OCEANIA ASIA 1,1% altri motivi personali; motivi di 2,0% lavoro/affari). Solo nel caso di altri motivi personali le due quote quasi si equivalgono (UE: 52%; extra UE: 43%). Il numero medio di pernottamenti oscilla EUROPA ‐ EXTRA UE intorno alle 4 unità (4,3) e mostra 22,8% differenze sostanziali a seconda della ragione del viaggio. Particolarmente EUROPA ‐ UE 67,2% alto il numero medio di pernottamenti quando la ragione del viaggio è personale e soprattutto nel caso di viaggiatori asiatici. Più prolungate in Fo nte: B anca d'Italia proporzione le permanenze per lavoro di quelle per vacanza nel caso dei continenti geograficamente più distanti, mentre accade l’esatto contrario per i paesi europei. Altrettanto interessante il quadro che emerge dalla lettura in dettaglio delle provenienze dai paesi UE ed extra UE. I viaggiatori dell’area extra UE sono prevalentemente svizzeri, mentre quelli provenienti dal contesto UE sono per oltre il 40% tedeschi o francesi. Le mete privilegiate del turismo straniero sono in ordine la Lombardia (22,5%), Veneto (13,9%), Lazio (11,6%) e Toscana (8,8%). La Numero medio di pernottamenti per continente di provenienza Anno 2011 40 37,5 35 30 25 23,0 19,1 18,5 20 15 12,1 10,3 10 5 6,3 8,1 8,2 7,7 5,0 4,0 3,2 4,6 2,8 3,4 4,4 1,3 0 AFRICA AMERICA ASIA Vacanza EUROPA ‐ EXTRA UE Lavoro/affari EUROPA ‐ UE OCEANIA altri motivi pers. Fo nte: B anca d'Italia Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 20 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT durata delle permanenze straniere è particolarmente elevata nelle regioni del meridione come Calabria (16 pernottamenti), Puglia (10,5) e Sardegna (8,8) e va via via diminuendo risalendo lo stivale fino a ridursi ad un solo pernottamento nel caso del Friuli Venezia Giulia. Sport (fonte: noi-italia.istat.it - i dati sullo sport sono presentati insieme a quelli sulla cultura; CONI; Piano nazionale per la promozione dell’attività sportiva, adottato con DM 29 ottobre 2012) Uno sguardo generale Le fonti statistiche disponibili tracciano un quadro dello sport in termini di caratteristiche e di radicamento nella società sotto molteplici aspetti: capillarità, in termini di punti di offerta di società sportive e organizzazioni territoriali, numero di praticanti, disponibilità di spazi di attività; impatto economico, in termini di PIL, di investimenti, di posti di lavoro; valore sociale, educativo, formativo, salutistico. Il quadro che si delinea è una fondamentale chiave di lettura per impostare un uso ottimale delle scarse risorse economiche in politiche di promozione dell’attività sportiva e fisica rivolte a tutte le fasce d’età, con particolare attenzione alle persone con disabilità. Di seguito sono riportati in forma sintetica gli aspetti caratterizzanti lo sport: 1. la capillarità dello sport in Italia è un concetto misurabile attraverso i dati sulla pratica sportiva e sui punti di offerta. Solo i punti di offerta e i punti di organizzazione territoriali contano quasi 100.000 unità territoriali. Una rete dunque estremamente ramificata e ampia che si sostanzia in un punto sportivo ogni 604 abitanti, superando la rete delle tabaccherie e di gran lunga il sistema finanziario, scolastico, sanitario; Altri dati quantitativi esprimono la capillarità dello sport: la pratica di attività sportive (agonistiche, amatoriali) o fisiche coinvolge circa 35 milioni di italiani; la presenza di 1 spazio elementare sportivo ogni 379 abitanti; una tiratura media giornaliera di 1.120.000 copie di giornali sportivi (pari al 12-13% del totale della tiratura nazionale); 1.347 ore di trasmissione di programmi televisivi sportivi sulle prime tre reti nazionali della Rai, 753 sulle reti Mediaset e 150 su La7 (dati riferiti al 2010); 141.722 spettacoli sportivi dal vivo, ai quali hanno partecipato 27.539.049 spettatori paganti, per un volume di affari pari a 2.032 milioni di euro (Siae, 2010). nella sfera educativa e pedagogica: nell’ultimo ventennio lo sport ha rappresentato e rappresenta per le nuove generazioni dell’infanzia e dell’adolescenza, con la famiglia e la scuola, il terzo pilastro educativo. Il 66,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni pratica una disciplina sportiva (Istat 2011) e la capacità di trasmissione di principi e di etica rappresenta un valore aggiunto che nessuno può disconoscere; Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 21 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 2. l’impatto economico in termini di PIL e posti di lavoro: rappresenta 2,7-3,0 punti di PIL, come investimenti in opere pubbliche, turismo, trasporti, media tradizionali e media innovativi, occupati diretti ed indiretti, una moltitudine di piccole, medie e grandi imprese che operano nel manifatturiero, organizzazione di micro e macro eventi, innovazione tecnologica ed export. In termini occupazionali, le attività destinate alla produzione di beni e servizi del settore ricreativo, culturale e sportivo assorbono una quota pari all’1,5 per cento del numero complessivo di unità di lavoro presenti in Italia. Nel 2010, le unità di lavoro che partecipano al processo di produzione di beni e servizi a carattere culturale, ricreativo e sportivo sono 372 mila. 3. Nel settore dello sport gravita una consistente fetta di volontariato: infatti, la vera leva organizzatrice del mondo sportivo risiede nel lavoro prestato in modo volontario da centinaia di migliaia di persone. L’analisi condotta presso un campione di 11.000 associazioni sportive (Censis 2008) ci dice che in ciascuna di esse operano mediamente 10-12 volontari che prestano 5 ore di lavoro a settimana. In complesso, quindi, 225.000.000 ore di volontariato, per un valore complessivo annuo quantificabile in 3,4 miliardi di euro di lavoro equivalente (posta un’ora di lavoro pari a 15,00 euro). 4. Dal punto di vista culturale, l’analisi dei comportamenti dei cittadini nella sfera sportiva rappresenta un contributo essenziale per tentare una misura del benessere personale e della coesione sociale. E’ noto infatti che la dimensione culturale, fra cui lo sport, sia positivamente associata al reddito. Inoltre le scelte adottate dai cittadini per mantenere aggiornate ed efficienti le loro conoscenze, la fruizione delle diverse attività culturali nonché la pratica di attività fisica sono alcune delle dimensioni che contribuiscono alla determinazione del capitale sociale di un paese. Nel 2011 la frequentazione di spettacoli sportivi rappresenta il 28,4% delle attività culturali svolte fuori casa dalla popolazione di 6 anni e più, ultima per importanza dopo cinema (53,7%) e visite a musei e mostre (29,7%). Uomini e donne esprimono preferenze molto diverse: sono i primi ad essere maggiormente interessati agli spettacoli sportivi (39,8 contro il 17,7 per cento delle donne). Nel 2011 in particolare la spesa media annua per manifestazioni sportive sostenute da un italiano ammonta a circa 6 euro, contro i 12 euro per cinema e gli 11 per rappresentazioni teatrali e musicali. Complessivamente dal punto di vista economico, le famiglie italiane destinano alla spesa per ricreazione e cultura mediamente il 7,0 per cento della spesa complessiva per consumi finali (anno 2010). Oltre agli aspetti positivi è utile citare anche gli aspetti critici e le distorsioni che possono minare l’etica ed il portato valoriale dello sport: il doping; la violenza agita dentro/fuori gli stadi; la concentrazione di interessi economici che una parte distonica dello sport spettacolo genera; un sistema scolastico che ancora non ha pienamente compreso la valenza sociale e valoriale dello sport e che presenta lacune ed insufficienze nell’impiantistica (ancor oggi una scuola su quattro non ha uno spazio adeguato destinato all’attività motoria o sportiva) e nell’accoglienza sportiva della disabilità, visto che quasi una palestra su cinque non risulta accessibile ai portatori di handicap (anno 2005). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 22 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT La pratica dello sport e dell’attività fisica L’analisi dello scenario per il settore sport è basata sui dati statistici elaborati annualmente dall’ISTAT5 e dal CONI. Le informazioni tratte dalle due fonti consentono di delineare fenomeni e tendenze nelle abitudini e negli stili di vita dei cittadini, che rappresentano il riscontro oggettivo delle iniziative messe in campo per promuovere l’attività fisica e sportiva nel Paese. In particolare sono i i dati sulla pratica sportiva della popolazione che segnalano il grado di cultura sportiva del Paese. Il patrimonio di informazioni elaborato dall’Istat costituisce il punto di partenza per comprendere le evoluzioni del fenomeno sport e ragionare sui fattori ambientali, demografici, economici e sociali che possono interagire con la pratica sportiva. Grafico xx La pratica sportiva in Italia – anno 2011 La pratica sportiva in Italia ‐ anno 2011 Dati Istat segnalano che nel 2011 la 6 percentuale di sedentari presente mai qualche attività nella popolazione italiana è pari al 39,8% fisica 39.8% pari cioè a 23 milioni 291 27,7% persone che dichiarano di non praticare sport né attività fisica nel non indicato tempo libero. Sono invece oltre 18 0,5% milioni 785 mila le persone di oltre 3 anni, che dichiarano di praticare uno in modo in modo o più sport, di questi circa i due terzi continuativo saltuario pratica attività sportive con continuità 21,9% 10,2% e la restante parte in modo saltuario (meno di 1 volta a settimana). Negli ultimi dieci anni, il numero dei sedentari dei sedentari è sceso al di sotto della soglia del 40 per cento, nell’ultimo triennio in particolare con un decremento tra il 2009 e il 2010 di 2,3 punti percentuale (dal 40.6 al 38.3) e di quasi un punto tra il 2009 e il 2011(dal 40.6 al 39.8). La quota di sedentari registrata per il 2010 assume maggiore risalto in 5 Le statistiche ufficiali dell’Istat provengono da indagini campionarie multiscopo sulle famiglie e sui loro comportamenti durante il tempo libero. I principali atteggiamenti rilevati nella popolazione italiana di età superiore ai 3 anni (distinta per sesso, età e ripartizione territoriale) sono quattro: 1. persone che praticano con carattere di continuità uno o più sport 2. persone che praticano saltuariamente (meno di una volta a settimana) uno o più sport 3. persone che svolgono qualche attività fisica (fare passeggiate di almeno 2 km, nuotare, andare in bicicletta o altro) in più di una occasione nel corso dell’anno 4. persone che non svolgono alcuna attività fisica o sportiva e sono identificabili nella popolazione dei sedentari. 6 Le percentuali fanno riferimento ad una popolazione di circa 58 milioni 285 mila cittadini e comprendono gli individui di età maggiore di 3 anni, inclusi i cittadini stranieri residenti in Italia. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 23 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT considerazione del fatto che non si presentava così bassa da 10 anni, nonostante in Italia esistano alcuni fattori che comunque favoriscono l’adozione di stili di vita poco attivi, quali il processo di invecchiamento della popolazione italiana e il fenomeno dell’immigrazione. In linea con gli altri dati disponibili, l’analisi temporale mette in luce per il 2011 un aumento della propensione alla pratica sportiva (dal 26,8 per cento del 1997 al 32,1 per cento del 2011). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 24 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Tavola xx La pratica sportiva in Italia 2000-2011 (valori ass. espressi in migliaia) Grafico xx La pratica sportiva in Italia 2000-2010 (val. perc.) anno in modo continuativo in modo saltuario qualche attività fisica mai non indicato Popolazione residente di 3 anni e più 2000 2001 2002 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 10.029 10.715 11.055 11.625 11.796 11.640 11.748 12.431 12.458 13.289 12.816 5.794 5.916 5.583 5.701 5.813 5.849 5.475 5.582 5.563 5.945 5.969 18.497 16.352 15.968 15.314 15.916 15.501 16.881 15.942 16.051 16.436 16.210 20.893 22.491 22.892 22.915 22.463 23.337 22.526 23.136 23.526 22.323 23.291 501 335 335 335 452 454 399 460 348 291 293 55.715 55.808 55.833 55.891 56.440 56.782 57.029 57.551 57.946 58.285 58.519 La pratica sportiva in Italia (comp. %) ‐ anni 2000 2011 100% 90% 80% 37% 40% 41% 41% 40% 41% 39% 40% 41% 38% 40% 33% 29% 29% 27% 28% 27% 30% 28% 28% 28% 28% 11% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 18% 19% 20% 21% 21% 20% 21% 22% 21% 23% 22% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 2000 2001 2002 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 in modo continuativo in modo saltuario qualche attività fisica mai non indicato Parallelamente continua a crescere sia il numero di chi pratica attività sportiva in modo continuativo, giunto al 22 per cento, sia di chi comunque svolge qualche attività fisica (28 per cento), mentre è sostanzialmente stabile il dato sulla pratica sportiva saltuaria (10per cento). Le persone che nel 2011 pur non praticando uno sport hanno svolto attività fisiche (ad esempio fare passeggiate di almeno 2 km, nuotare, andare in bicicletta o altro) sono 16 milioni 210 mila. Grafico xx La pratica sportiva per fasce d’età – anno 2011 La differenziazione della partecipazione La pratica sportiva per età (comp. %) ‐ anno 2011 sportiva per le fasce d’età mette in 100% 17% 20% 23% 26% 27% evidenza l’elevata percentuale di 90% 32% 38% 40% 80% 43% 43% praticanti sportivi presente tra i giovani 48% 16% 49% 17% 70% 13% dai 6 ai 17 anni di età. Dagli 11 anni in 71% 24% 22% 10% 60% 8% 25% 15% poi, fino ad arrivare ai 14 anni, si 50% 28% 32% raggiungono livelli di pratica superiori al 40% 15% 16% 34% 36% 24% 15% 37% 66%, ovvero oltre i 2⁄3 dei ragazzi 30% 14% 54% 56% 47% 11% pratica uno o più sport. Dal periodo 20% 4% 9% 36% 35% 7% 24% 28% 5% adolescenziale in poi, fino alla terza età, 10% 20% 20% 17% 14% 14% 10% 2% 3% si profila una flessione della pratica 0% 3‐5 6‐10 11‐14 15‐17 18‐19 20‐24 25‐34 35‐44 45‐54 55‐59 60‐64 65‐74 75 e sportiva. Sono tanti i fattori che incidono oltre negativamente sulla possibilità e in modo continuativo in modo saltuario qualche attività fisica mai non indicato disponibilità di praticare sport. Tuttavia se si considerano complessivamente coloro che praticano attività sportive e fisiche, si può concludere che fino ai 34 anni d’età più dei 2⁄3 della popolazione giovanile pratica sport e che, fino al compimento dei 75 anni di età oltre la metà della popolazione resta attiva. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 25 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Dall’analisi congiunta per fasce di età e per sesso, qui non riportata, si evince che lo sport è un’attività tipicamente giovanile e maschile: le quote più alte di sportivi si riscontrano per i maschi nella fascia di età tra gli 11 e i 17 anni (circa il 70 per cento) e per le femmine in quella tra gli 11 e i 14 (62,5 per cento). Il confronto tra i sessi mostra una dedizione allo sport più accentuata tra i maschi (in media 38,6 per cento contro il 25,9 per cento delle femmine) in tutte le fasce di età ad eccezione dei giovanissimi (3-5 anni) quando le quote di praticanti si equivalgono tra bambine e bambini. Le differenze di genere sono successivamente a favore dei ragazzi con divario massimo tra i 20 e i 24 anni (circa 24 punti percentuali) e si attenuano successivamente al crescere dell’età. Con l’aumentare dell’età diminuisce anche l’impegno sportivo e aumenta l’interesse per le attività fisiche: le donne praticano sport meno degli uomini discrepanza da sempre nota a causa della limitata disponibilità di tempo libero che le donne hanno nella loro quotidianità. Per l’analisi degli enti e organismi sportivi, i dati utilizzati sono quelli raccolti dal Coni provenienti dagli archivi amministrativi centrali (registri di affiliazioni e tesseramento) delle Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e delle Discipline Sportive Associate (DSA) nell’ambito del quadro della statistica ufficiale del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale). Tavola xx Atleti tesserati, società e operatori sportivi in Italia suddivisi per FSN e DSA – anno 2009 (val ass. espressi in migliaia) categorie FSN DSA FS+DSA Nel 2009 il movimento sportivo federale, atleti tesserati 4.185.843 205.212 4.391.055 composto da 45 Federazioni e da 16 società sportive 63.265 4.105 67.370 Discipline Associate, vanta oltre 4 milioni e altri nuclei 5.843 230 6.073 391 mila atleti tesserati, più di 73 mila nuclei ot. Societa + altri nuclei 69.108 4.335 73.443 associativi, di cui 67 mila sono società dirigenti societari 408.413 18.381 426.794 sportive e 6 mila sono definibili “altri nuclei” tecnici 215.165 7.429 222.594 ufficiali di gara 103.985 3.827 107.812 (vale a dire società in attesa di regolare tot. Operatori sportivi 727.563 29.637 757.200 affiliazione o di gruppi organizzati che dirigenti federali 14.399 1.927 16.326 promuovono forme particolari di attività altre figure 87.483 ‐ 87.483 sportiva e ricreativa). Oltre 860 mila sono gli tot. Altri operatori 101.882 1.927 103.809 operatori che svolgono attività di supporto e sostegno alla pratica all’interno delle organizzazioni societarie e federali, ricoprendo le cariche di dirigenti, tecnici, ufficiali di gara e altre figure (prevalentemente si tratta di medici, personale parasanitario, collaboratori, ecc.). Nel panorama sportivo nazionale, le Federazioni coprono dei segmenti di attività fisico-sportiva che si caratterizzano maggiormente per impegno agonistico, presenza di strutture e personale di sostegno alla pratica attiva e all’articolazione strutturale ed organizzativa dell’attività svolta. Nel corso degli ultimi anni il trend degli atleti tesserati delle FSN ha mantenuto il segno positivo Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 26 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Tavola xx Persone con più di 3 anni che praticano sport con continuità per ripartizioni geografiche anni 2006-2010 (val. percentuali) 2006 2007 2008 2009 2010 2011 L’analisi territoriale infine nord 24% 24% 26% 25% 27% 27% mostra una differente centro 21% 21% 23% 22% 25% 23% attitudine alla pratica sportiva sud / isole 15% 16% 16% 16% 17% 15% 21% 21% 22% 22% 23% 22% tra le ripartizioni del Paese, ITALIA che riflette anche una diversa disponibilità di strutture organizzate. Lo sport, come tanti altri aspetti della vita sociale, risente anch’esso delle indubbie differenziazioni che sussistono tra il Nord ed il Sud del Paese. L’analisi territoriale mostra infatti differenti attitudini alla pratica sportiva: nel Nord (27%) si pratica maggiormente attività sportiva rispetto alle regioni del Centro (23%) e del Sud (15%). Il Nord-est è la ripartizione geografica con la quota più elevata di persone che praticano sport (40,4 per cento), con punte intorno al 58 per cento nella provincia di Bolzano e al 53 per cento in quella di Trento. Seguono il Nord-ovest con la punta del 45 per cento della Valle d’Aosta e il Centro con il 32,4 per cento. Il Mezzogiorno si caratterizza per la quota più bassa di persone che praticano sport nel tempo libero, con meno di un quarto della popolazione di 3 anni e più che dichiara di dedicasi a questa attività. Le regioni con la più bassa quota di praticanti sportivi sono la Campania e la Puglia (rispettivamente 19,4 e 20,7 per cento), mentre Sardegna e Abruzzo mostrano livelli di pratica decisamente superiori rispetto alla ripartizione di appartenenza (32,2 e 30,3 per cento). Anche per quanto riguarda l’attività fisica le quote maggiori di praticanti si riscontrano nel Centro-Nord con il 29,8 per cento, mentre nel Mezzogiorno il valore scende al 23,6 per cento. Grafico xx Piramidi della pratica sportiva anni 2008 e-2010 40.000.000 Infine, osservandone l’andamento nel tempo, la pratica sportiva legata alle società, affiliate alle Federazioni riconosciute dal Coni, è in costante crescita e il peso degli atleti tesserati alle FSN e DSA è pari al 7,6% della popolazione italiana. Questo è un buon risultato ma potrebbe essere migliore allargando l’offerta di sport e coinvolgendo gli altri 3 milioni di italiani, dei complessivi 13 milioni (22,8%) che praticano sport con continuità al di fuori del movimento sportivo nazionale. Le proiezioni per il 2010, sotto l’ipotesi di una eguale velocità di diffusione dell’anno precedente, danno il numero di atleti in aumento e prevedono il superamento dei 4,5 milioni di tesserati delle FSN e DSA. 35.000.000 4.501.000 Atleti tesserati delle FSN DSA 4.187.000 Atleti tesserati delle FSN DSA 30.000.000 8.788.000 8.244.000 25.000.000 20.000.000 Praticano con continuità Praticano con continuità 5.582.000 Praticano saltuariamente 5.945.000 Praticano saltuariamente 15.000.000 10.000.000 15.942.000 16.436.000 Svolgono qualche attività fisica Svolgono qualche attività fisica 5.000.000 0 2008 2010 Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 27 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Usando queste proiezioni CONI e i dati rilevati con le indagini multiscopo ISTAT, è possibile rappresentare in modo più completo, attraverso la piramide della pratica sportiva, le informazioni attualmente disponibili dalle due fonti. Con riferimento in particolare al 2010, considerando i tesserati a FSN e DSA alla stregua di persone che praticano continuativamente attività sportiva, il numero di persone non iscritte ad alcuna associazione che comunque pratica sport assiduamente ammonta a 8,8 milioni. Questo valore sommato alle stime ISTAT di persone che pratica sport in modo saltuario o comunque qualche attività il numero di italiani che ha a che fare con lo sport raggiunge al quota del 61% della popolazione, pari a 35,6 milioni. A completamento dell’analisi svolta è utile approfondire la pratica dell’attività sportiva in persone con disabilità e a livello europeo. Sull’attività fisica e sportiva praticata dalle persone con disabilità, le indagini più recenti svolte dall’Istat risalgono al 2004-2005Il fenomeno della sedentarietà risulta, come immaginabile, ancora più accentuato tra le persone disabili, con percentuali superiori al 58% nella fascia di età 6-44 anni, superiori al 76% nella fascia 45-55 e quasi al 90% per la fascia degli over 65. L’unico riferimento ufficiale utile per una comparazione internazionale è la ricerca europea condotta da Eurobarometer7 per il 2010. In termini generali, si evince come l’Italia sconti un grave ritardo rispetto agli altri Paesi: l’Italia, con una percentuale cumulativa pari al 29% per la pratica sportiva (regolare e con qualche regolarità), risulta distanziata di molti punti percentuali anche da Paesi culturalmente affini, quali la Spagna (39%) e la Francia (48%). Sensibile è il distacco anche rispetto alla media europea che si attesta al 40%. Il dato italiano risulta ancora più sconfortante alla luce del fatto che anche per la pratica sportiva svolta saltuariamente, l’Italia si attesta a 5 punti percentuali di distanza rispetto alla media europea, primeggiando per l’assenza di pratica dell’attività sportiva. In media, l’Italia mostra inoltre una carenza di spazi d’attività sportiva in confronto di altri Paesi europei. Ad esempio, i cittadini spagnoli dispongono (dati 2005) di circa 400 spazi di attività sportiva ogni 100 000 abitanti; lo stesso vale per i francesi (dati 2010) con punte di eccellenza in alcune Regioni (ad esempio la Lorena e la Piccardia) con oltre 570 spazi per 100 000 abitanti. Il dato medio nazionale italiano, in base all’ultima proiezione stimata dal CNEL è di circa 264 spazi di attività (dati 2003) per ogni 100 000 abitanti, pari a circa i due terzi della analoga disponibilità in Francia e Spagna. Anche le zone del nostro Paese maggiormente dotate in termini di impiantistica sportiva (come i casi del Nord Ovest e del Nord Est con oltre 350 spazi sportivi ogni 100 000 abitanti) non raggiungono i valori medi della Spagna e della Francia. 7 I confronti con i dati nazionali richiedono una certa cautela in quanto l’indagine Eurobarometer e quella Istat presentano sostanziali differenze metodologiche quali la numerosità del campione (più ristretto quello europeo) e l’età della popolazione. Su quest’ultimo aspetto, Eurobarometer considera età superiori ai 15 anni, l’indagine nazionale Istat invece età superiori ai 3 anni. Ciò è particolarmente rilevante, in considerazione degli alti tassi di pratica sportiva e fisica nell’età infantile ed adolescenziale rilevati sulla base delle statistiche nazionali. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 28 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 4. individuazione comunicazione degli obiettivi strategici e operativi di a. Obiettivi strategici del Ministro e del Dipartimento Il Dipartimento supporta l’azione del Ministro su varie azioni strategiche inserite nell’agenda programmatica del governo (fonte: “Obiettivo crescita – l’agenda del governo, cdm 24 agosto 2012): - Razionalizzazione del Sistema delle Autonomie territoriali - Ridefinizione di un quadro normativo coerente e integralmente attuativo del diritto Comunitario per i Servizi pubblici locali - Elaborazione e presentazione del Piano Strategico del Turismo - Sviluppo di iniziative di attrattività turistica legate ad EXPO 2015 - Promozione della cultura e della lingua italiana all’estero - Prosecuzione di progetti sui grandi attrattori culturali (es. Pompei) Inoltre, lo scorso settembre il TANGOS -Tavolo Nazionale per la Governance nello Sport, presieduto dal Ministro, ha approvato la prima edizione del Piano Nazionale per la promozione dell’attività sportiva. Il documento illustra le azioni strategiche per avvicinare alla pratica sportiva tutti i cittadini, in particolare i giovani, gli studenti e gli anziani. b. Obiettivi strategici di comunicazione Migliorare la comunicazione interna del Dipartimento e rafforzarne l’identità istituzionale restano, dato il contesto istituzionale sopra delineato, obiettivi strategici prioritari da perseguire (proseguimento obiettivo 2012). Altro obiettivo strategico è realizzare un supporto comunicativo durevole ed efficace alle azioni per lo sviluppo del turismo italiano in particolare all’estero, e della pratica sportiva in particolare tra i giovani, gli anziani, i disabili. Le iniziative di comunicazione esterna e pubblicitaria, per il prossimo anno saranno quindi focalizzate: sul proseguimento dei progetti in corso; sull’attivazione di nuovi progetti per: promuovere il Paese nell’ambito del turismo sia all’interno sia all’Estero; Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 29 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT promuovere i valori ed i corretti comportamenti sulle materie di pertinenza del Dipartimento. c. Obiettivi operativi di comunicazione 1. migliorare le procedure di raccordo e coordinamento tra i tre settori del Dipartimento 2. armonizzare e razionalizzare gli spazi web afferenti a vario titolo al Dipartimento 3. creare sul web nuovi spazi di informazione ed approfondimento sui temi di competenza e le attività istituzionali del Dipartimento, in particolare quelli di maggiore attualità e con maggiore incidenza sulla vita dei cittadini 4. promuovere e migliorare i servizi on line già sperimentati sui temi di competenza delle varie strutture e realizzarne di nuovi 5. realizzare campagne di comunicazione sul tema del turismo il più possibile integrate tra loro quanto a contenuti, tempi, strumenti, coordinando quelle già in progettazione e razionalizzando la programmazione di quelle future. 6. realizzare con i mezzi di comunicazione di massa (in particolare il servizio radiotelevisivo pubblico) azioni di comunicazione diffuse nel tempo e di carattere non pubblicitario 7. realizzare specifiche azioni di comunicazione per la promozione dell’Italia all’Estero sotto il profilo turistico Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 30 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 3. individuazione dei pubblici di riferimento Nota La derivazione dei pubblici dallo scenario è un work in progress, e rispetto alle segmentazioni abbozzate nelle prime versioni del piano si sta procedendo di volta in volta a segmentazioni su progetto. Per la parte generale, soprattutto analisi di scenario e target, è stata chiesta la collaborazione dei funzionari dei settori affari regionali, turismo e sport che hanno partecipato alle due sessioni del corso di formazione in house sulla comunicazione tenuto dalla dirigente del servizio X. Se ne attendono i contributi. L’odierno contesto politico e gli ulteriori aspetti qui esposti rendono evidente il carattere contingente del Piano. a. Pubblico interno al Dipartimento Area politica: Ministro, portavoce, consulenti e dirigenti dello staff del ministro Area amministrativa: Direttori generali: direttori degli uffici, dello staff del ministro, della struttura di missione Dirigenti di II fascia: degli uffici, del servizio gestione, dello staff del ministro, della struttura di missione Responsabili: della segreteria e della segreteria tecnica del capo Dipartimento, del nucleo bilancio e contabilità Funzionari referenti di comunicazione dei vari uffici Funzionari referenti di comunicazione e operatori di comunicazione (web, campagne ecc); altri funzionari, senza competenze o ruoli assegnati di comunicazione b. pubblico interno alla PCM personale utente del sito intranet c. pubblico esterno Generalista (trasversale ai tre settori): cittadini utenti degli spazi web istituzionali del Governo e del Dipartimento media (quotidiani, periodici, stampa specialistica e locale, Tv nazionali e locali, radio nazionali e locali, internet) influenti e stakeholder Settore affari regionali Regioni Regioni a statuto speciale Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 31 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Enti locali/Anci, Uncem, Upi Enti locali beneficiari di fondi (aree svantaggiate, minoranze linguistiche…) Ministeri Conferenza unificata, stato-regioni, stato-città Settore turismo Istituzioni (vedi settore affari regionali) Turisti italiani Turisti stranieri Categorie professionali (ex guide per riconoscimento titoli) Operatori di settore Associazioni di categoria Enti vigilati Influenti e stakeholder: Settore sport Istituzioni (vedi settore affari regionali) Studenti (adolescenti e giovani) Ragazze e donne Anziani e disabili Persone che praticano sport saltuariamente Persone che pur non praticando uno sport, svolgono un’attività fisica Sedentari Spettatori di spettacoli sportivi Categorie professionali (ex maestri di sci) Operatori di settore Associazioni Enti vigilati Influenti e stakeholder: Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 32 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT definizione dei contenuti e delle aree tematiche Per quanto riguarda la comunicazione esterna, è possibile ricondurre gli obiettivi strategici e operativi definiti sopra ai punti 1 e 2 delle linee guida per il piano di comunicazione del Governo e delle amministrazioni, secondo lo schema riportato alla pagina 38. Nota Per la definizione degli obiettivi di comunicazione il naturale punto di partenza sono stati, come si è detto sopra, gli obiettivi del Governo, che collegati con le priorità dell’Editoria e limitate dai vincoli di budget e istituzionali (linee guida Die), hanno generato una tavola sinottica di raccordo tra gli obiettivi strategici istituzionali, gli obiettivi operativi di comunicazione, le azioni e gli strumenti di comunicazione, riportata in calce al Piano. La tavola rappresenta dunque in una forma estremamente sintetica lo svolgimento logico del Piano di comunicazione, a cui mancano il dettaglio del budget suddiviso per progetto, e l’ultima parte di valutazione e misurazione dei risultati di comunicazione. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 33 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 6. budget Il Dipartimento dispone di alcune somme residue del budget 2012, da impiegare per azioni da realizzare nel 2013. In linea con le strategie sopra delineate, e con le disponibilità finanziarie, le azioni sono individuate prevalentemente nell’ambito del settore turismo. Le attività di promozione del turismo fanno parte della missione istituzionale del Dipartimento (ufficio per le politiche del turismo) e della struttura per il rilancio dell’immagine dell’Italia, e, al netto dei tagli comunque previsti dalla politica generale di contenimento della spesa non sono soggette al ridimensionamento previsto dal dl 78/2010. Non sarà perciò necessario attivare per il 2013 piani gestionali presso il Dipartimento per l’informazione e l’Editoria. Dal gennaio 2013, il Dipartimento è unico centro di spesa per i tre settori. E’ quindi previsto un unico capitolo “spese per l'attività di comunicazione istituzionale” su cui figurano 578.340 euro di residui presunti 2012 da utilizzare nel 2013. Ci sono tuttavia altri capitoli con varie disponibilità, nei quali potrebbero rientrare alcune spese di comunicazione inserite in progetti di settore, ma su questo andrà fatta una valutazione caso per caso. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 34 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 7. individuazione delle azioni e degli strumenti di comunicazione Nota La scelta delle azioni di comunicazione è stata, come si è visto sopra, indirizzata dalle Linee guida del Die e le schede di dettaglio richieste dal DIE per le campagne di comunicazione a carattere pubblicitario sono state inserite in appendice. Le azioni di comunicazione sono state piuttosto inquadrate in una prospettiva organica che desunte dall’analisi dei dati, dei pubblici e del budget. Si è quindi deciso non solo per scelta di metodo, ma anche per vincoli tecnico-redazionali di numerare le versioni successive del Piano nel corso dell’anno, integrandolo di volta in volta con i nuovi elementi disponibili o le variazioni in corso d’opera. In sintonia con le linee guida del piano di comunicazione del Governo, si considera strumento privilegiato la comunicazione attraverso internet, sia per il contenimento della spesa sia per la possibilità di raggiungere fasce di cittadini sempre più estese e segmentate e attivare processi interattivi. a. Azioni e strumenti di comunicazione interna Linee guida redazionali condivise siti gestiti dal dipartimento e manuali di stile. Consolidamento e ampliamento della rete di referenti interni e prosecuzione delle iniziative di formazione in house Prosecuzione e standardizzazione delle attività di coordinamento e raccordo con governo.it e pcm.it b. Azioni e strumenti di comunicazione esterna I. Azioni e strumenti trasversali ai tre settori di attività (comunicazione su mandato, servizi e temi istituzionali del Dipartimento) Realizzazione nuovo sito internet del Dipartimento - integrazione con siti ufficio turismo e ufficio sport e con gli altri siti collegati istituzionalmente o gestiti da settori del Dipartimento, (italia.it, ontit.it ecc). - proseguimento attività di coordinamento e razionalizzazione della presenza del dipartimento sul web Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 35 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT collaborazioni istituzionali e azioni integrate (partecipazione all’Anno della cultura italiana in USA 2013; preparazione contributo a Expo 2015) collaborazioni istituzionali (partecipazione al progetto “Italiaitalie” (capofila il Dip. per lo sviluppo delle economie territoriali) II. Affari regionali (funzionamento dei rapporti tra Stato e autonomie) Nuovo sito internet del Dipartimento/pagine dedicate III. Turismo (promozione del settore turistico e dell’immagine dell’Italia) Integrazione nuovo sito ufficio turismo con nuovo sito dipartimento Restyling e utilizzo multicanale del Marchio Italia (con Enit) Convenzione redazionale con la RAI Azioni integrate di Promozione del piano strategico turismo e conferenza nazionale del turismo (con Regioni, UPI, ANCI) Campagne pubblicitarie “Scopri l’Italia” Campagna integrata (web, video virale e concorso) per il rilancio dell’immagine dell’Italia all’estero Azioni integrate (comprese campagne pubblicitarie) per la promozione delle zone terremotate Azioni integrate (comprese campagne pubblicitarie) di promozione del progetto “Gioielli d’Italia” Azioni integrate di promozione di Percorsi Enogastronomici (Le cattedrali del vino, ecc) IV. Sport (promozione valori competizione sportiva sana e stile di vita attivo) Integrazione nuovo sito ufficio sport con nuovo sito dipartimento Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 36 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Promozione e sviluppo servizi web cinque per mille ecc. Azioni integrate promozione stile di vita attivo Azioni integrate (comprese campagne pubblicitarie) promozione valori Sport senza doping Le azioni e gli strumenti individuati, possono essere raggruppati con coerenza sotto le linee strategiche e gli obiettivi individuati sopra, secondo lo schema riportato in appendice. 8. criteri e strumenti di misurazione e valutazione dei risultati Nota La necessaria approssimazione rende difficile, in questa prima fase, impostare un monitoraggio e una valutazione sistematici e oggettivi che tuttavia può essere considerata, se verrà proseguita, un’esperienza sfidante, obbligando l’organizzazione a rimodulazioni della progettazione secondo l’approccio del PDCA in base ad eventuali variazioni del contesto. La struttura organizzativa del Dipartimento, suddivisa tra gli affari regionali, lo sport e il turismo, impone distinzioni per materia per ciascuno dei 9 punti in cui il Piano si declina. Ad esempio in termini di budget la disponibilità finanziaria, fortemente eterogenea nei tre diversi settori, determina una necessaria distinzione anche tra gli strumenti di monitoraggio delle azioni di comunicazione. In particolare: - per gli affari regionali non sono previsti stanziamenti per attività di comunicazione, pertanto le azioni di monitoraggio successive dovranno basarsi su risorse internamente disponibili e fare riferimento a riscontri amministrativi (es. aumento nel numero di relazioni tra Stato e regioni, ecc. ); - per il turismo sono invece previsti stanziamenti finanziari anche consistenti, che permettono di progettare campagne pubblicitarie ad hoc o altre iniziative comunicative. In questo caso, disponendo di risorse economiche, è di rigore prevedere azioni di monitoraggio affidate anche a soggetti valutatori esterni; - per lo sport non sono previsti stanziamenti, anche se questo settore eroga servizi ad associazioni sportive e a cittadini: la comunicazione dovrà quindi avvenire prevalentemente su internet, anche se il vertice politico-ammnistrativo ha espresso l’esigenza di realizzare comunque alcune forme di comunicazione pubblicitaria, che è stata recepita nelle schede di dettaglio allegate al Piano. La misurazione del raggiungimento degli obiettivi di comunicazione e dunque la valutazione complessiva dell’attività sarà effettuata in itinere sui singoli progetti con risorse interne al Dipartimento, utilizzando gli strumenti a disposizione della PCM (statistiche degli accessi ai siti internet e ai servizi web, analisi delle segnalazioni esterne, istituzionali o di provati cittadini, questionari di soddisfazione), ed ex post sull’attività nel suo complesso, individuando un soggetto valutatore esterno. In linea con le direttive per il piano di comunicazione del Governo, il soggetto valutatore misurerà gli effetti generati nel pubblico in termini cognitivi (ricordo e comprensione del messaggio), emotivi (emozioni, opinioni, atteggiamenti positivi nei confronti dell’istituzione) e di adozione da parte dei cittadini dei comportamenti desiderati. Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 37 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT Sarà richiesta: 1. La definizione di indicatori qualitativi misurabili (attraverso sondaggi di opinione, focus group, interviste…) 2. La definizione di indicatori quantitativi (es: indice GRP - gross rating point per le campagne pubblicitarie, pianificate su carta stampata, televisione, radio; indice CTR - click through rate per le attività sviluppate online o su mezzi digitali). Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 38 di 41 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT 9. appendice – schede di dettaglio sulle campagne di carattere pubblicitario e tabella sinottica delle azioni di comunicazione Schede: - “Italia much more” Convenzione Rai Piano strategico per il turismo “Scopri l’Italia” Promozione del turismo nelle zone terremotate Promozione dell’attività sportiva Ufficio federalismo amministrativo - Servizio comunicazione del Dipartimento Via della Stamperia 8 • 00100 Roma Tel. 06 6779 6601 • Fax 06 903 [email protected] Versione VIII - marzo 2013 Pagina 39 di 41 Tavola sinottica: Obiettivi strategici 1. diffusione conoscenza mandato, servizi e temi istituzionali del Dipartimento Obiettivi operativi Azioni e strumenti Settore di competenza Linee guida redazionali condivise siti gestiti dal dipartimento e manuali di stile trasversale 1. migliorare le procedure di raccordo e coordinamento Consolidamento e ampliamento della rete di referenti interni e prosecuzione delle iniziative di formazione in tra i tre settori del Dipartimento house Prosecuzione e standardizzazione delle attività di coordinamento e raccordo con governo.it e pcm.it Integrazione nuovo sito ufficio turismo con nuovo sito 2. armonizzare e razionalizzare gli spazi web afferenti a dipartimento vario titolo al Dipartimento Integrazione nuovo sito ufficio sport con nuovo sito dipartimento 3. creare sul web nuovi spazi di informazione ed approfondimento sui temi di competenza e le attività 2. diffusione conoscenze su funzionamento dei rapporti Nuovo sito internet del Dipartimento/pagine dedicate istituzionali del Dipartimento, in particolare quelli di tra Stato e autonomie maggiore attualità e con maggiore incidenza sulla vita dei cittadini Azioni integrate di Promozione del piano strategico turismo e conferenza nazionale del turismo (con Regioni, UPI, ANCI) Restyling e utilizzo multicanale del Marchio Italia (con Enit) 5. realizzare campagne di comunicazione sul tema del Campagne pubblicitarie “Scopri l’Italia” turismo il più possibile integrate tra loro quanto a contenuti, tempi, strumenti, coordinando quelle già in Azioni integrate (comprese campagne pubblicitarie) per progettazione e razionalizzando la programmazione di la promozione delle zone terremotate quelle future Azioni integrate (comprese campagne pubblicitarie) di promozione del progetto “Gioielli d’Italia” 3. promozione del settore turistico e dell’immagine dell’Italia 6. realizzare con i mezzi di comunicazione di massa (in particolare il servizio radiotelevisivo pubblico) azioni di comunicazione diffuse nel tempo e di carattere non pubblicitario trasversale trasversale turismo sport affari regionali turismo turismo turismo turismo turismo Azioni integrate di promozione di Percorsi Enogastronomici (Le cattedrali del vino, ecc) turismo Convenzione redazionale con la RAI turismo Campagna integrata (web, video virale e concorso) per il rilancio dell’immagine dell’Italia all’estero Partecipazione all’Anno della cultura italiana in USA 7. realizzare specifiche azioni di comunicazione per la 2013 promozione dell’Italia all’Estero sotto il profilo turistico Preparazione contributo a Expo 2015 Partecipazione al progetto “Italiaitalie” (capofila il Dip. per lo sviluppo delle economie territoriali) turismo turismo turismo trasversale