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Cartolina dalla Georgia
Ebbene sì, è proprio una bella cartolina quella che Mariusz Kapczyński ha ricevuto per Vinisfera.pl da
Piotr Nowacki, un Polacco che si è comprato un terreno presso l’antica cattedrale di Alaverdi in Georgia,
ciao ciao a tutti e se n’è andato a vivere e lavorare definitivamente proprio ai piedi del Caucaso. Questa è
solo la sua prima cartolina, con le sue prime impressioni, ma ha già promesso che ne scriverà una
seconda e i lettori di Vinisfera.pl stanno aspettando che la scriva dopo aver dato fondo a tutte le buone
bottiglie che incontra laggiù. Il mondo è piccolo, no? Ci sono Georgiani scappati dal loro Paese, una vera
diaspora (il cui presidente, in Polonia, è l’amico David Gamtsedlidze, titolare del ristorante Gaumarjos) e
ci sono stranieri che fanno il percorso al contrario, investendo laggiù la loro esistenza e le loro energie.
Come i Baroncini (giova ricordarlo), che hanno comprato in Georgia una bella cantina e producono
il Chirsa, un vino georgiano, ma fatto con l’ingegno toscano. Vi lascio alla lettura di questo pezzo molto
simpatico (con foto dell’autore della cartolina) che vi ho tradotto con grande piacere, invitandovi a scrivere
anche voi ad Enotime o a Vinisfera, dove vi si accoglie molto volentieri.
Il traduttore: Mario Crosta
Cartolina dalla Georgia
Vinisfera ha ricevuto un messaggio dalla Georgia. Una singolare "cartolina" via e-mail da un Polacco che
ha deciso di vivere e lavorare laggiù. Ecco la sua personale relazione con le impressioni dopo il primo
periodo del suo soggiorno. Vale la pena di ricordare che l'autore può rivelarsi utile sia per organizzare
viaggi in Georgia che per investimenti da pianificare in quel Paese.
Poche parole per cominciare
Sei mesi fa ho comprato un terreno in prossimità della cattedrale di Alaverdi, che mi sembra un po’ la
versione georgiana di quella di Gniezno in Polonia. Ho già ricevuto il permesso di costruire. Qui non c'è
ancora affollamento, quindi si può trovare un luogo attraente in Georgia, in questo che è il Paese
turisticamente più beneaugurante. Mi occupo della preparazione di offerte turistiche individuali invernali e
frequento perciò necessariamente l’ambiente delle famiglie locali che offrono camere in affitto. Poiché la
lingua georgiana è estremamente difficile da padroneggiare, ogni acquirente ha bisogno di un appoggio
per poter concludere una transazione e il mio ufficio a Telavi può renderlo possibile in misura
ragionevole, non essendo un'agenzia immobiliare in senso stretto.
Il Saperavi, cioè la propria vigna in Georgia
Ed è stato così ... tutta colpa di un provvidenziale trattorista. Ha portato una dama da 5 litri di uno
"sciroppo" nero, dopo di che tutti gridavamo in un’antidiluviana lingua oscura, ispirati però dall’eterno
concetto dell’amicizia georgiano-polacca. In realtà, soltanto dopo l'arrivo in questo Paese, mi sono reso
pienamente conto del fatto di aver acquistato un terreno ad Alaverdi, un luogo in cui la parola "vernice"
(colorante) assume una particolare importanza, perché in georgiano “Saperavi” significa “tutto ciò che
colora”... Allo sguardo il Saperavi ha un colore che va dall’indaco scuro al nero, al sole è di colore rubino
scuro, a Natale è ancora dolce, ma per Pasqua è già pienamente maturo. Ottimizza il tempo della
digestione, ma allo stesso tempo alza anche la pressione sanguigna, quindi fate attenzione a non
esagerare. Nel complesso, in Georgia un bicchierino di Saperavi al giorno non è tanto un vino, quanto
una medicina.
Microregione, forse non per caso
Tutto intorno, fin dove arriva lo sguardo, si possono
vedere i vigneti della cantina Badagoni, ma ci sono anche i piccoli proprietari che producono e
conservano l’essenza del succo dell’uva in anfore sepolte in terra, i kvevri, secondo un arcaico metodo di
produzione. Qui non fanno parte del gioco né la chimica né le bottiglie di marca. Mettiamoci anche il
“creatore” Adamiani, cioè l’uomo della conca post-glaciale del fiume Alazani, quella in cui per tutto l’anno
il sole si affaccia dall’unico varco a sud-est dalla parte dell'Azerbaigian delle aride steppe dell’Asia, il
quale sapeva che il nostro sistema digestivo doveva far fronte a molteplici sfide. Quella moltitudine di 500
tipi di vitigni di cui può ben vantarsi la Georgia orientale (Kachetia) è la prova più evidente del patrimonio
di questo paradiso biblico in cui è nato quell'elisir della salute che anticamente chiamavano ghvino.
Nei kvevri, ad una temperatura costante di 10 gradi, la polpa degli acini rilascia lentamente quel cocktail
di ingredienti con i quali la natura corregge gli effetti dell’eccesso di cibo, della mancanza di appetito o
degli abbinamenti culinari scriteriati. Chi scrive queste parole, fino all’età di 50 anni ha sofferto di un
terribile mal di schiena, non riusciva a dormire e, per giunta, gemeva di tanto in tanto per un sovraccarico
del metatarso. Beh, dopo un bagno in questa Lourdes, cioè nell’acqua gelida dello stagno di San Nino a
Bodbe, vicino a Sighnaghi, e il salvataggio con quella "zuppa di vino” già citata prima, “sono stato salvato
per miracolo".
Anche l'aceto è importante
Dato il famigerato inquinamento del nostro intestino, bisogna esorcizzare il male con qualcos’altro di
ancora più fermentato. Un po’ d’aceto di vino diventerà l’insostituibile condimento delle insalate con l’olio.
In Georgia non è necessario comprarlo, è sufficiente che la buona maga Medea difenda pazientemente
gli avanzi dei calici di vino per versarli in quell’unica caraffa in cui tutti i batteri d’aceto del mondo si
precipitano a turno in una corsa forsennata. Di conseguenza, il nostro Giasone tornerà in salute e in
seguito se ne potrà ricavare ancora qualche residuo di energia vitale...
In viaggio verso la Colchide
la ristrutturazione con la bandiera polacca
Alla fine di marzo la nostalgia ha avuto il sopravvento. Son salito sulla mia vecchia Audi (20 anni) e per
sette indimenticabili giorni mi sono precipitato da Dukla in Slovacchia, Ungheria, Romania (Oradea, ClujNapoca, Turgu Mures, Brasov, Ploesti, Bucarest, Giurgiu, Ruse), Bulgaria (Varna, Burgas e Malko
Tarnovo), Turchia (Istanbul, Ankara, Erzurum, Kars) fino ad Akhaltsikhe, giù nell’amata Georgia. Sono
arrivato quasi morto nel mio paradiso, perché un funzionario del confine turco mi aveva detto scherzando
che se la mia Audi avesse avuto un anno di più non mi avrebbe lasciato passare. Andavo a GPL; l’intera
Europa, comprese due notti in Bulgaria, mi è costata solo 200 dollari, ma i 1500 km della Turchia me ne
sono costati 300, ma senza alloggio e con il cibo comprato in precedenza al Polo Market Nessebar in
Bulgaria... All'arrivo mi sono dedicato energicamente a ristrutturare il mio ufficio di Telavi, che è un po’ la
Zakopane locale. Accessori: una botte di rovere da 500 litri (100 euro), una botticella da 25 litri (50 euro)
e una da 10 litri (per la vodka locale, la chacha, 25 euro).
L'autore del testo con la sua Volga del '67
Ho comprato una Volga del ’67 e una botte ancora molto più attraente, tanto grossa che se ne poteva
fare perfino un pallone. Ho costruito una doccia e dei servizi igienici umanamente così decorosi che qui
sembrano addirittura esotici. Alla fine ho issato la bandiera biancorossa sull’impalcatura per celebrare
degnamente a spiedini (insieme con il gruppo del vicinato) l’anniversario della Costituzione del 3 Maggio.
Tutt’intorno ferve un sodo lavoro (basta vedere la foto), perché tutta l'area diventerà presto una Mecca
turistica. Tornando al tema, il vino è qualcosa di vivo. Ama la botte e questa è sempre in attesa di
viandanti assetati, perché l’acqua, fin dall’antichità, nonostante i rubinetti cromati, fa male. Il problema è
che la botte dev’essere sempre piena, altrimenti il vino diventa aceto. Ai Kacheti hanno cucito addosso un
delizioso soprannome: Histawi, cioè teste di legno, (perciò… “forti in sbronze”).
All'Olimpo al prezzo più basso
Mamma Georgia, questa regina delle località balneari degli zar, questo
sogno delle vacanze di tutti i Russi, non fa male nemmeno ai Polacchi. A Telavi è stata infatti messa
sottosopra mezza città, sono in corso dei lavori febbrili; i lavoratori devono riuscire a finire entro agosto la
ristrutturazione del centro storico e se ne stanno incaricando dai loro scranni i pezzi grossi dei partiti. Se
tutto va bene, si prepareranno inevitabilmente a festeggiare. Qui vale la pena di investire. Nei villaggi ci
sono talmente tante case abbandonate che si possono comprare veramente per pochi soldi. Non importa
dove e come prendere casa: da Dedoplistskaro a Lagodekhi, da Akhmeta a Gurdżaani, non c'è niente di
meglio al mondo che una propria vigna sotto l'Olimpo caucasico. Questa terra richiede un po' di coraggio
come un viaggio verso la terra degli Argonauti, ma l'oro che scintillerà nella coppa del nettare del tuo
stesso torchio, caro pellegrino affaticato, sarà un sogno che ti si avvera e per questa fortuna puoi perfino
spendere anche 10.000 dollari. Anche se a Telavi è più caro. Per stabilirsi qui c’è bisogno di almeno
25.000 dollari. Gli amici georgiani mi chiedono spesso proprio di aiutarli a vendere o ad affittare una casa
o un terreno ai Polacchi. Gli piacciamo. Ci integriamo culturalmente e la conoscenza della lingua russa
aiuta a superare gli ostacoli linguistici. La strada per il petrolio di Baku passa proprio di qui e Internet,
come le banche e gli uffici, si occupano di noi meglio che da me nella regione Podlaskie. Qui c’è un
continuo via vai di minibus per la capitale, che è il punto di partenza per le frontiere con l'Azerbaigian e
l'Armenia, quindi le proprietà cresceranno di valore. Io stesso ho potuto acquistare un terreno edificabile
presso la Cattedrale di Alaverdi e fare da mediatore, nel complesso di tutte le formalità, con le persone
responsabili (notaio, traduttore, avvocato, trasporto, alloggio, vitto, ecc.), ma qualsiasi potenziale
acquirente dovrebbe, per esempio, affrontare due settimane di maratone olimpiche (alzarsi alle 6 di
mattina, correre in giro per le varie amministrazioni, rifiutare a oltranza tutte le proposte di pseudo
ospitalità (che di solito finiscono per rivelarsi dei bidoni) oppure, se proprio lo vuole, pagare più del
dovuto. Solo al sabato si può fare ciao ciao ai costi e almeno una volta nella vita si può andare in jeep sul
monte Tusheti fino a 4.500 metri s.l.m. oppure nelle terre dei Kistini di Pankisi per vedere lo splendente
Caucaso al quale una volta i gelosi onnipotenti dei incatenarono l’onesto Prometeo per non pagare (come
si dice da queste parti) l’accisa sulla produzione delle gocce cardiotoniche...