ROMA — Le battaglie elettorali sportive si

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ROMA — Le battaglie elettorali sportive si
ROMA — Le battaglie elettorali sportive si scoprono dure e velenose come quelle
politiche. Chiusa l’estate olimpica, in questi giorni le 45 federazioni affiliate al Coni (e
finanziate con 408,7 milioni pubblici) sono in piena campagna elettorale per il rinnovo
delle cariche presidenziali. Dieci discipline si sono già espresse, le altre lo faranno entro
ottobre. Ci sono pressioni per il rinnovamento e anche qui, per contagio dalla politica,
s’alzano accuse di sprechi bulimici e utilizzi personali di organismi a valenza pubblica.
L’ultimo scontro si sta consumando attorno alla Federazione italiana nuoto, una delle
più ricche e contestate, dove lo storico presidente Paolo Barelli, senatore del Pdl,
domenica prossima sarà sfidato da Giorgio Quadri, fondista della nazionale anni
Ottanta, avvocato civilista. All’interno di un dossier che sta circolando in ambito
sportivo si dettaglia una vicenda da grande abbuffata. Secondo le carte conservate negli
uffici amministrativi, la federazione presieduta da Barelli ha stipulato una convenzione
con un ristorante di Ostia, “Al Pescatore”, per un “servizio mensa” nei confronti di atleti
e dirigenti che frequentano il Polo natatorio di Ostia. Bene, le spese della Federnuoto
per il ristorante ammontano a 228.380 euro in un arco di sedici mesi, dal 19 gennaio
2011 al 21 maggio 2012.
La cifra è notevole. La Federnuoto oggi sostiene di pagare 12 euro per ogni atleta che
frequenta il ristorante e 15 euro per i ragazzi della pallanuoto, considerati più voraci.
Queste indicazioni rivelano che, seguendo gli statini amministrativi della federazione, il
ristorante in sedici mesi avrebbe ospitato oltre 19 mila atleti, quasi milleduecento ogni
mese. Sono numeri considerevoli per uno dei cinque centri federali — quello di Ostia
— che il 10 luglio 2009 è stato inaugurato per i Mondiali di Roma senza foresterie, con
spogliatoi, docce e vani relax in costruzione e, appunto, senza mensa (tutt’ora è senza
mensa). Fino a giugno 2011 — parole del suo direttore Giuseppe Castellucci — il Polo
di Ostia non era stato collaudato, eppure la Federnuoto pagava pranzi da cinque mesi
prima.
Il ristorante “Al Pescatore” di Ostia, duecento metri dal Polo natatorio, in sedici mesi ha
staccato 110 fatture (110 conti) in favore della federazione. Solo il 2 febbraio 2012 la
Federnuoto ha pagato 17.680 euro per undici tavoli. Tenendo come buono il prezzo
indicato dalla federazione — 12 euro ad atleta — questo significa che il 2 febbraio
all’interno del pur spazioso “Pescatore” (400 posti) avrebbero fatto colazione, pranzato
e cenato 1.473 atleti. In un anonimo giovedì d’inverno. Non ci potevano stare neppure
tutti in piedi. E se anche tutti i nuotatori quel giorno avessero scelto la formula “mezza
pensione” (così la definisce il ristoratore, 25 euro per tre pasti) si tratterebbe comunque
di quasi 700 atleti. Ben oltre la capienza e ben oltre i numeri di tutte le nazionali
maggiori sotto l’egida della Federnuoto (nuoto, pallanuoto, tuffi e così via). Pochi mesi
prima, il 2 novembre 2011, la Federnuoto aveva invece pagato — fattura 266 — un
unico conto da 18.840 euro. Stando alle “convenzioni Pescatore”, farebbero 1.570 atleti
stipati fra le mura del ristorante sul mare. Quattro volte la sua capacità. Tra l’altro, i
comitati che da anni si oppongono al Polo federale segnalano che l’attività del centro
natatorio in ampi periodi della stagione è assai limitata.
Di fronte a questi numeri lo sfidante Giorgio Quadri attacca: «Chiederò copia delle
fatture rilasciate dal ristorante alla Federnuoto e se le cifre, oggettivamente esagerate,
dovessero essere confermate, porterò la questione al collegio dei revisori dei conti e al
Coni. Da troppi anni il nuoto italiano è in scacco di una gestione personalistica e
azzardata». Il titolare del ristorante “Al Pescatore”, Romano Felici, dice: «Posso fare
grandi numeri perché faccio prezzi stracciati. Sono venute cento persone del nuoto in un
solo giorno». Anche 1500? «Ora la devo salutare, c’è la Sagra della Tellina». Il senatore
Barelli spiega che altri ristoranti di zona «sono convenzionati», ma che il Pescatore è la
mensa del nuoto. «Sa, noi facciamo solo cose congrue e corrette».
Comunicato stampa
La grande balla
Non «una grande abbuffata», come racconta Zunino su «la Repubblica», ma una serie di
dati strumentalmente commentati che ledono l’immagine della FIN e di chi la presiede
lunedì 8 ottobre 2012
ROMA — «Le battaglie elettorali sportive si scoprono dure e velenose come quelle
politiche» scrive il giornalista Corrado Zunino sul quotidiano «la Repubblica», a pag.
12, quasi a voler giustificare i dati che di seguito riporta in maniera erronea, con
contenuti parziali e strumentalmente commentati che ledono l’immagine della
Federazione Italiana Nuoto e di chi la presiede.
Desta perplessità — soprattutto a sei giorni dalla XL Assemblea Elettiva della
Federazione Italiana Nuoto — la superficialità dei contenuti dell’articolo pubblicato dal
quotidiano «la Repubblica» che il giornalista avrebbe potuto approfondire con facilità
per garantire ai lettori un’informazione trasparente e corretta.
A mero titolo esemplificativo, si pone in evidenza il pagamento citato nell’articolo di
17.680,00 euro del 2 febbraio 2012 che ovviamente non si riferisce ad “undici tavoli”,
come maldestramente riportato, ma al saldo di ben 12 fatture emesse dal ristorante nel
periodo 2 novembre 2011 — 11 gennaio 2012, ovvero poco più di due mesi, per i
seguenti importi:
2.970,00 euro (fattura 333 del 2/11/2011)
150,00 euro (334 del 2/11/2011)
250,00 euro (349 del 1/12/2011)
1.944,00 euro (339 del 14/11/2011)
3.690,00 euro (350 del 1/12/2011)
150,00 euro (340 del 14/11/2011)
2.484,00 euro (342 del 14/11/2011)
3.132,00 euro (331 del 2/11/2011)
150,00 euro (332 del 2/11/2011)
345,00 euro (402 del 11/1/2012)
150,00 euro (403 del 11/1/2012)
2.265,00 (404 del 11/1/2012)
TOTALE 17.680,00 euro
Il giornalista Corrado Zunino, lavorando di fantasia, racconta di una «vicenda da grande
abbuffata», citando fatture emesse dal ristorante «Al Pescatore» di Ostia per un totale di
228.380 euro dal 19 gennaio 2011 al 21 maggio 2012 in relazione ai pasti effettuati dai
fruitori del Centro Federale di Ostia. Ma anziché legarle all’intensa attività di alto
livello di natura tecnica, agonistica, didattica e sociale che la Federnuoto promuove
presso il polo natatorio, sposta l’attenzione su presunte irregolarità prive di qualsiasi
fondamento.
Ecco svelato il mistero attraverso un quadro riepilogativo della sola attività agonistica
del 2011 (dodici mesi) svoltasi al Centro Federale di Ostia sulla base delle convenzioni
in atto: prezzo tra 25,00 e 30,00 euro per colazione, pranzo e cena a persona.
Pallanuoto 4.090 presenze per 12.270 pasti (colazione, pranzo e cena) = 122.700,00
euro
Nuoto 1.430 presenze per 4.290 pasti = 42.900,00 euro
Sincronizzato 38 presenze per 114 pasti = 1.140,00 euro
GUG 348 presenze per 1.044 pasti = 10.440,00 euro
Masters 160 presenze per 480 pasti = 4.800,00 euro
SIT 65 presenze per 195 pasti = 1.935,00 euro
Salvamento 276 presenze per 828 pasti = 8.280,00 euro
TOTALI 6.407 presenze — 19.221 pasti — 192.195,00 euro
E’ di facile intuizione quanto costi l’attività in un arco temporale di sedici mesi!
Per una più semplice interpretazione del quadro riepilogativo, basti considerare che una
Squadra Nazionale di pallanuoto in allenamento collegiale è composta da circa 25-30
persone tra atleti e staff. Il Centro Federale ha ospitato le Squadre Nazionali assolute
maschili e femminili e le Squadre Nazionali giovanili maschili e femminili in fase di
preparazione per l’appuntamento internazionale stagionale di riferimento. Pertanto i
4090 pernotti per un totale di 12.270 pasti registrati dalla pallanuoto equivalgono a
periodi di preparazione di circa 40 giorni per Squadra Nazionale.
Certi, quindi, di aver illustrato semplicemente quanto il giornalista Corrado Zunino non
sia riuscito, la Federazione Italiana Nuoto si pone una domanda forse pleonastica, che
sia riflessione per lettori, amici e detrattori: qual è il motivo che spinge il giornalista
Corrado Zunino ad occuparsi di una questione, semplicemente verificabile, con così
tanta approssimazione a sei giorni dalla XL Assemblea Elettiva della Federazione
Italiana Nuoto?
Chiedo la pubblicazione integrale di questa rettifica sul sito della Federazione italiana
nuoto, con la stessa evidenza data al comunicato scritto dalla stessa federazione e dal
titolo “La grande balla”.
Nessun dato erroneo, nessuna strumentalizzazione: solo una notizia ampiamente
verificata e offerta ai lettori di “Repubblica”, che da tempo conoscono i metodi e i
modi della Federnuoto guidata da Paolo Barelli.
Allora, proviamo a rispondere alle cose scritte improvvidamente sul comunicato non
firmato e visibile dal 9 ottobre scorso sul sito della Federazione italiana nuoto a
proposito del mio articolo pubblicato l’8 ottobre su “Repubblica” e dal titolo “Il
senatore pdl e la grande abbuffata. Per i nuotatori un conto da 20 mila coperti”.
Innanzitutto è profondamente scorretto usare definizioni come “superficiale”,
“maldestro”, “un lavoro di fantasia”, “approssimazione” (valutazioni di cui l’autore,
chiunque sia, e i responsabili del sito dovranno rispondere) parlando di un articolo
senza averlo offerto ai propri lettori. Estrapolarne pochi passaggi interpretandoli
secondo le proprie convenienze è opera di mistificazione palese e persino puerile. Ed è
ancora fonte di confusione raffrontare i dati offerti da “Repubblica” (fatture emesse
per 16 mesi, dal 19 gennaio 2011 al 21 maggio 2012) con quelli della Federazione
nuoto che riguardano 12 mesi soltanto. Sarebbe stato più serio raffrontare gli stessi
numeri (quelli in possesso di “Repubblica”, tra l’altro, sono dati ufficiali nella potestà
dell’amministrazione della Federnuoto).
Partiamo dal fondo. Facendo un semplice esercizio matematico, ieri su “Repubblica”
abbiamo scritto che, secondo i dati presenti negli uffici amministrativi della
Federazione italiana nuoto, in sedici mesi il ristorante “Al Pescatore” di Ostia —
struttura sul mare eletta a mensa da una Federazione che non è in grado di offrire un
servizio mensa in un centro federale che, per definizione della stessa Federazione,
fornisce «un’intensa attività di alto livello di natura tecnica, agonistica, didattica e
sociale» — sono passati oltre 19 mila fra atleti e personale dello staff. I loro pasti
erano stati tutti pagati dalla Federnuoto. Bene, nel risentito comunicato di risposta la
Federazione dà le stesse notizie: «I pasti totali nel 2011 sono stati 19.921». Quindi,
seguendo le logiche del comunicato della Federnuoto in sedici mesi i pasti sarebbero in
verità superiori a quelli indicati dallo stesso articolo di “Repubblica”. E quindi
l’abbuffata risulterebbe ancora più grande.
Andiamo avanti, su “Repubblica” (e anche i lettori del sito della Fin avrebbero potuto
accorgersene se i responsabili del sito avessero avuto la decenza di pubblicare il pezzo
prima di attaccarlo) abbiamo scritto che il conto totale pagato dalla Federnuoto per 16
mesi di colazioni, pranzi e cene era pari a 228.380 euro. Confermiamo: i costi sono
stati pari a 228.380 euro. Qual è stata la risposta della Federnuoto? Ancora una volta
ha confuso le acque: ha offerto una cifra inferiore (e comunque vicina), ovvero 192.195
euro, ma spalmata su 12 mesi invece che 16.
Come si vede, sui due dati centrali dell’articolo (numero di pasti pagati dalla Fin al
“Pescatore” e spese totali affrontate dalla stessa Fin per saldare i pasti) non c’è
alcuna smentita a ciò che si è scritto. Non si capisce allora perché tanto livore, perché
gli insulti.
Ancora, abbiamo definito la spesa “Al Pescatore” «una grande abbuffata». Forzato?
Gratuito? Sbagliato? La spesa pari a 228.380 euro — che confermiamo, carte e
calcolatrice alla mano — corrisponde a quasi il doppio degli incassi realizzati dalla
Federazione per le “attività internazionali” (vedi il documento “Conto economico
2011” redatto e firmato dalla stessa Fin). Quindi, non bastano gli incassi internazionali
della federazione per coprire le mangiate fatte da atleti, dirigenti, accompagnatori in
un solo ristorante in Italia. La Fin, va ricordato, ha cinque centri federali attivi e,
s’immagina, anche qui organizzi collegiali, preparazioni, aggiornamenti e quindi abbia
bocche da sfamare. A quanto ammontano le spese per il vitto negli altri quattro centri
federali (Verona, Trieste, Avezzano e Roma Pietralata)? Lo stesso presidente Paolo
Barelli ieri ci ha detto che esistono altre convenzioni con altri ristoranti di Ostia. E’
possibile conoscere le cifre? Forse il lettore del sito della Federnuoto non sa che per il
2012 i contributi pubblici girati dal Coni alla Federnuoto ammonteranno a 4 milioni e
720 mila euro: la cifra della “grande abbuffata” (ribadiamo il termine ritenendolo
congruo) è pari quindi al 5 per cento dei contributi pubblici: soldi nostri. Si può
spendere il 5 per cento dei soldi pubblici di una federazione (a cui la crisi generale ha
già tagliato del 20 per cento i finanziamenti) per pagare i conti di 19 mila pasti di
atleti, dirigenti, accompagnatori in un solo ristorante? Ai lettori del sito federale la
risposta. Noi di “Repubblica”, in testata di pagina, l’abbiamo definito “uno spreco”, in
linea con molti sprechi delle rappresentanze politiche documentati in questi giorni.
Non è finita. Nel suo resoconto parzialissimo del mio articolo l’estensore della risposta
federale non dà conto del fatto che appare strano che le fatture del “Pescatore”
(secondo i dati in nostro possesso) inizino ad essere emesse e consegnate alla
Federazione italiana nuoto il 19 gennaio 2011. Già. Lo stesso direttore del Polo
natatorio di Ostia, Giuseppe Castellucci, lo scorso 16 febbraio 2012 davanti alle
telecamere della trasmissione “Piazza Pulita” di La7 aveva dichiarato: «L’impianto è
stato collaudato circa 8 mesi fa». Ovvero, intorno a giugno 2011. E allora perché sei
mesi di fatture senza la piscina pronta? Atleti e dirigenti della Federnuoto andavano a
mangiare dal “Pescatore” a prescindere dall’attività natatoria? Oppure gli atleti più
importanti del nuoto italiano (a questo serve un centro federale d’eccellenza, a rifinire
gli atleti più forti del paese) nuotavano in una piscina non collaudata? Su questo nulla
ha detto il presidente Paolo Barelli.
Vi offriamo una notizia in più, ora: la Federnuoto ha iniziato a pagare fatture al
ristorante “Il Pescatore” a partire, almeno, dal gennaio 2010. Per cifre simili a quelle
del 2011. Perché? La piscina non era collaudata, a che serviva la convenzione con il
ristorante? Ad oggi gli importi totali verso il locale privilegiato raggiungono i 430 mila
euro. Ma per cifre (pubbliche) di questa entità non si fa una gara d’appalto? Basta
l’affidamento su amicizia? E questo accordo contratto tra la Federnuoto e i titolari
della location al branzino si può forse vedere?
Bene. Oggi l’estensore del comunicato risentito, immaginiamo sotto la direzione del
presidente della Federnuoto Paolo Barelli che ha visto una lesione del suo buon nome
nell’articolo di “Repubblica”, scrive che gli accordi tra il ristorante e la Federnuoto
prevedevano una cifra fra i 25 e i 30 euro a persona per colazione, pranzo e cena. Ma
ieri al sottoscritto — che ha quindi fatto tutte le verifiche del caso — lo stesso
presidente Paolo Barelli aveva offerto altre cifre, esattamente quelle riportate
nell’articolo: 12 euro a pasto per tutti gli atleti, 15 euro per i pallanotisti. Moltiplicate
per tre pasti al giorno fanno da 36 a 45 euro, più di ciò che la federazione dichiara
oggi. Delle due l’una: o il presidente Barelli ha detto una bugia (o una cosa non
verificata) nel corso dell’intervista con il sottoscritto di domenica 7 ottobre o la
Federazione ha scritto una cosa non vera (o non verificata) nel comunicato risentito
pubblicato lunedì 8 ottobre. Non si scappa. Le parole dette da Barelli al sottoscritto
sono verificabili in ogni sede.
Di più. Avendo fatte altre verifiche sulle carte in nostro possesso, nel pomeriggio di
domenica 8 abbiamo contattato anche il titolare del ristorante di via dei Pescatori 43,
ad Ostia, Romano Felici. Bene, balbettando cifre successive e conflittuali alla fine il
signor Romano Felici ci ha parlato di accordi fatti in alcuni casi sul singolo pasto, in
altri casi sui tre pasti di giornata, «non superando mai i trenta euro di spesa al
giorno». Ci sono chiare contraddizioni — che emergevano già nel corso della
domenica 8 — tra quanto sostenuto dal ristoratore Felici e quanto dal presidente
Barelli. Oggi il comunicato federale non chiarisce neppure su questo. Le cifre delle
mangiate della Federnuoto continuano a ballare.
Come si vede fin qui non c’è stato il minimo errore, né una mancanza di verifica da
parte di “Repubblica”. Entriamo sulla questione “tavoli” o “fatture”, ragione di tanta
ironia da parte della Federnuoto. Nell’articolo di “Repubblica” abbiamo fatto
un’ipotesi a fronte di una fattura che corrispondesse a un’unica giornata di pasti. E
anche qui abbiamo cercato le verifiche. Abbiamo infatti chiesto a Paolo Barelli a quale
periodo corrispondessero quelle fatture: Barelli non ha voluto rispondere. L’abbiamo
chiesto al ristoratore, che ha denunciato amnesie. Tutto certificabile, in ogni sede. E’
molto scorretto accusare il giorno dopo un giornalista di non aver verificato i fatti
raccontati quando il giorno prima, a domanda precisa, si è detto: non rispondo oppure
non ricordo.
Questa lunga precisazione è necessaria per fare chiarezza nei confronti di una
Federnuoto che attraverso le sue smentite aiuta a mettere la verità in un angolo buio. Il
caso del Polo natatorio di Ostia e il suo essere uno scandalo — ci sono quattro indagati
sulla lievitazione dei costi per la costruzione della struttura — affonda negli scandalosi
Mondiali di nuoto del luglio 2009 di cui Paolo Barelli fu pessimo protagonista e cocreatore di deficit e brutte figure seriali. Non sto qui a ricordare le piscine (private e
pubbliche) non finite, gli allenamenti con le sincronette che davano testate in impianti
poco profondi, le speculazioni dei futuri centri relax, le comiche della gara di fondo in
un mare di Ostia voluto a tutti i costi dal senatore del Pdl e dove gli atleti potevano
camminare piuttosto che nuotare. L’eredità di quell’impresa — i Mondiali di Roma del
2009 — si può avvistare in due processi in corso a Roma (vasche costruite senza
permessi) e a Perugia (lo scandalo della Protezione civile). L’eredità dei Mondiali di
Roma 2009 si può vedere nitidamente a Valco San Paolo, dove una struttura federale
da oltre 30 milioni di euro giace chiusa e crollante. L’eredità dei Mondiali di nuoto di
Roma 2009 si osserva tutta nella piscina di Ostia e nel suo utilizzo ora commerciale,
ora federale, nell’albergo-foresteria sempre vuoto e pure pronto ad ospitare nazionali
di pallavolo e singoli clienti.
L’ultimo scandalo di quel ciclo iniziato nel 2009 è stata la grande abbuffata lunga tre
stagioni dal “Pescatore”. “Repubblica” ne ha dato conto nel momento in cui è entrata
in possesso della notizia e ha potuto verificarla. A noi le elezioni federali di Paolo
Barelli interessano nulla. Gli sprechi pubblici (tutt’oggi non spiegati) un po’ di più.
Abbia il coraggio il presidente federale, invece di vistare smentite acide che nulla
smentiscono, di dare le carte, i conti, le fatture al suo avversario elettorale, che già le
ha chieste. E non tema le richieste d’intervento della Corte dei conti (c’è già un esposto
su questa vicenda). Se i conti della Federazione italiana nuoto sono «congrui e
corretti» non avrà nulla da temere.
Corrado Zunino (la Repubblica)