La parola ai poveri - L`Osservatore Romano
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La parola ai poveri - L`Osservatore Romano
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLVI n. 241 (47.376) Città del Vaticano giovedì 20 ottobre 2016 . All’udienza generale il Papa ricorda che le esigenze dei poveri interpellano tutti Mentre riprendono i colloqui a Ginevra Cibo e acqua diritti universali Speranza dalla tregua su Aleppo La maturazione di «una coscienza solidale» per ribadire che il cibo e l’accesso all’acqua sono «diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni» è stata auspicata da Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 19 ottobre in piazza San Pietro. Riprendendo le parole contenute nella Caritas in veritate di Benedetto XVI, il Pontefice ha spiegato che «il diritto all’alimentazione, così come quello all’acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti» e ha definito «un imperativo etico per la Chiesa» la prima opera di misericordia corporale: «dar da mangiare agli affamati». In queste ultime settimane del giubileo straordinario Papa Francesco sta dedicando le proprie riflessioni proprio alle opere di misericordia e soffermandosi sulle prime due ha invitato a conside- rare come troppe volte i media informino «di popolazioni che soffrono la mancanza di cibo e di acqua, con gravi conseguenze specialmente per i bambini». Ma, ha fatto notare, il cosiddetto “benessere” conduce «le persone a chiudersi in sé stesse, rendendole insensibili alle esigenze degli altri». Invece, ha ammonito, «la realtà va accolta e affrontata per quello che è, e spesso ci fa incontrare situazioni di bisogno urgente». Certo, il Papa si è detto consapevole che «di fronte a certe notizie e immagini, l’opinione pubblica si sente toccata e partono campagne di aiuto» con «donazioni generose»; ma «questa forma di carità» seppure importante — ha osservato — «forse non ci coinvolge direttamente. Invece quando, andando per la strada, incrociamo una persona in necessità, oppure un povero viene a bussare alla porta di casa nostra, è molto diverso» in quanto «veniamo coinvolti in prima persona», ha chiarito il Pontefice. Da qui l’invito all’impegno personale, perché — ha concluso — «c’è sempre qualcuno che ha fame e sete e ha bisogno di me. Non posso delegare nessun altro». Invito rilanciato poi nei saluti ai diversi gruppi linguistici presenti all’udienza. Significativo, nelle parole rivolte ai polacchi, il riferimento al beato martire Jerzy Popiełuszko, il sacerdote ucciso il 19 ottobre 1984, del quale ricorreva la festa liturgica: egli, ha ricordato Francesco, pagò di persona il suo impegno «a favore degli operai e delle loro famiglie, chiedendo giustizia e degne condizioni di vita». PAGINA 8 DAMASCO, 19. Esperti militari di Russia e Stati Uniti tornano a incontrarsi oggi a Ginevra. È sempre vivo il tentativo di far ridecollare il negoziato sulla crisi siriana. Ieri mattina è iniziata una tregua di otto ore nei raid aerei di Mosca sulla zona della martoriata città siriana. Il viceministro degli esteri russo, Serghiei Riabkov, ha spiegato che la tregua è «direttamente legata» alla proposta dell’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, di far ritirare i miliziani dalla zona est di Aleppo. Tecnicamente, dunque, i raid si sono fermati e le truppe siriane sono state ritirate a una distanza che permettesse ai miliziani, con le loro armi, di lasciare senza ostacoli Aleppo est, attraverso due corridoi creati appositamente: sulla strada di Castello e vicino al mercato Souk el Khai. Nelle intenzioni espresse dalla parte russa, la cessazione dei raid doveva anche «permettere ai civili di uscire da Aleppo attraverso sei corridoi umanitari e di preparare l’evacuazione dei malati e dei feriti». Secondo varie organizzazioni umanitarie, a un mese dal fallimento del cessate il fuoco ad Aleppo, oltre 500 bambini sono rimasti uccisi o gravemente feriti. E sono stati registrati almeno 136 morti e circa 400 feriti gravi, ma si stima che il totale dei decessi possa essere di molto superiore. Di certo, l’intensificarsi dei bombardamenti nella città ha lasciato isolati circa 100.000 bambini che hanno urgente bisogno di cibo, acqua potabile e cure. L’ambasciatore russo all’O nu, Vitaly Churkin, ha sottolineato che «se i ribelli non hanno accettato l’offerta, dovranno essere sconfitti». E ha poi aggiunto che un cessate il fuoco più lungo potrà entrare in Per il presidente Obama la riconquista della roccaforte jihadista sarà una battaglia lunga e difficile y(7HA3J1*QSSKKM( +.!#!z!?!"! Rallenta l’avanzata su Mosul BAGHDAD, 19. Rallenta l’avanzata dell’offensiva internazionale su Mosul, la principale roccaforte del cosiddetto stato islamico (Is) in Iraq. Tanto che ieri lo stesso presidente statunitense, Barack Obama, ha ammesso che sarà «una battaglia difficile». Le truppe di Baghdad, supportate dagli Stati Uniti, stanno raggiungendo le prime aree popolate da civili rimasti intrappolati nei combattimenti: c’è il rischio concreto — come sottolinea anche il Pentangono — che i jihadisti possano usarli come scudi umani. Nelle zone da cui finora si è ritirato, l’Is ha lasciato terra bruciata e mine. Ricevendo alla Casa Bianca il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, Obama si è comunque detto certo che l’Is alla fine sarà sconfitto, e la vittoria a Mosul una tappa decisiva in questo difficile percorso. «Sono convinto che potremo avere successo anche se sarà una battaglia difficile, gli iracheni la stanno portando avanti e stanno avanzando, stanno combattendo coraggiosamente, sono convinto che alla fine riusciranno a conquistare Mosul e questo sarà una pietra miliare nella lotta contro l’Is» ha detto Obama. Mosul, città a maggioranza sunnita, è caduta in mano alle forze jihadiste nell’agosto 2014. L’offensiva militare per liberarla è scattata nella notte tra domenica e lunedì. All’operazione partecipano, oltre alle forze irachene, anche le formazioni dei peshmerga curdi, sostenuti dalla coalizione internazionale a guida statunitense. Finora l’avanzata si è svolta soprattutto a est di Mosul. Media curdi affermano che i peshmerga sono entrati a Qaraqosh, cittadina nota per esser stata nel 2014 teatro di un esodo di centomila persone, per lo più cristiani caldei, in fuga dall’arrivo dei jihadisti. Gli stessi media sottolineano che a sud di Mosul l’esercito di Baghdad procede con lentezza a causa delle mine e delle trappole esplosive seminate dall’Isis nei villaggi abbandonati alla periferia. Altri militari curdi nella zona di Sinjar, a ovest, riferiscono di aver visto convogli di mezzi dell’Is fuggire verso il confine siriano. E questa mattina due autobombe sono state fatte esplodere a ridosso delle linee delle forze governative irachene nei pressi del villaggio di Hamdaniya. Gli analisti militari — citati anche loro dalle agenzie internazionali — spiegano che «i jihadisti hanno avuto tutto il tempo di trasformare la città irachena in una enorme trappola a cielo aperto e la sua ri- Civili sfollati da un villaggio nei pressi di Mosul (Afp) conquista richiederà ai soldati governativi un grosso tributo di sangue». In questo contesto non si placa la polemica tra Ankara e Baghdad sul ruolo turco nell’offensiva di Mosul. Il premier turco Binali Yıldırım ha affermato che jet di Ankara hanno preso parte ai raid su Mosul. La Turchia da un anno mantiene un contingente di truppe a nord-est della città. Una presenza contestata dal governo iracheno. Il premier Haidar Al Abadi è tornato ieri a chiedere al governo turco di ritirare le truppe attorno a Mosul, affermando che «l’Iraq non è assoggettato ad Ankara». La situazione sul campo è dunque molto complessa. I civili sono il grande nodo della battaglia in corso. La loro presenza limita moltissimo gli attacchi aerei. A Mosul non potrà certo ripetersi quello che è successo a Sinjar, che era stata abbandonata dagli yazidi e dopo la conquista dell’Is era stata quasi rasa al suolo dalle bombe della coalizione per garantire il successo all’offensiva di terra dei peshmerga. «Nell’area di Mosul ci sono almeno un milione e mezzo di civili, che gli uomini dell’Is non lasciano partire. Sappiamo che chi tenta di fuggire viene giustiziato all'istante» ha dichiarato ai media Karwan Baban, colonnello dei peshmerga. L’ufficiale curdo non si fa illusioni: «L’avanzata per conquistare la città sarà dura e sanguinosa, per le forze che attaccano, ma soprattutto per la popolazione». Noi curdi «arriveremo fino alle porte della città, collaborando alla riconquista dei villaggi tutto intorno» aggiunge Baban, «lo stesso faranno gli sciiti. La parte finale dell’operazione sarà affidata ai militari e alla polizia». Anche da Mosca, intanto, è arrivato l’allarme per il rischio di «un disastro umanitario, con fino a no- vecentomila sfollati in fuga». E rimane altissima l’allerta delle organizzazioni internazionali per la sorte di più di un milione di civili rimasti a Mosul, in particolare si teme per i rischi che corrono i bambini. Secondo l’Unicef, l’offensiva esporrà a gravi rischi oltre mezzo milione di minori e le loro famiglie. «I bambini di Mosul hanno già sofferto enormemente negli ultimi due anni. Molti potrebbero essere costretti a fuggire, rimanere intrappolati tra le linee di combattimento, o catturati nel fuoco incrociato» ha sottolineato Peter Hawkins, rappresentante dell’Unicef in Iraq. Dal canto suo Amnesty International ha lanciato un altro appello al governo iracheno perché impedisca il ripetersi degli «spaventosi abusi» già commessi contro civili sunniti da parte di milizie sciite alleate del governo di Baghdad. E come detto, il Pentagono ha denunciato ieri che i jihadisti usano i civili come scudi umani. Il portavoce Jeff Davis ha detto che molti civili «sono trattenuti contro la loro volontà; non abbiamo constatato cambiamenti negli ultimi giorni riguardo alla gente che lascia o fugge dalla città». Sul fronte diplomatico, il presidente russo, Vladimir Putin, e il premier iracheno Al Abadi hanno avuto un colloquio telefonico sulle operazioni in corso. Putin ha espresso il sostegno della Russia alle forze irachene. Sulla Siria Putin ha informato Abadi degli ultimi passi decisi dal Cremlino per una de-escalation delle violenze ad Aleppo. E sempre ieri Putin ha avuto un colloquio con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Le due parti — recita l’agenzia Interfax — «hanno discusso dell’operazione per liberare la città di Mosul in Iraq». vigore solo con le «garanzie» di altre parti in causa. In questi giorni, in particolare il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha parlato di possibili sanzioni alla Russia per i raid che colpiscono una città in ginocchio. Il cancelliere ospita oggi a Berlino un summit sulla questione ucraina, che vede coinvolte Russia, Ucraina e Francia per tentare di attuare una volta per tutte gli accordi di Minsk. Secondo fonti di stampa, la crisi siriana entra a far parte della discussione. A Ginevra, gli esperti militari di Russia e Stati Uniti discutono della separazione delle sigle di opposizione al governo di Assad cosiddette moderate, sostenute da Washington, dai gruppi terroristici confluiti nell’ex sigla di Jabhat alNusra, legata ad Al Qaeda, che si ritiene rinata con il nome di Jabhat Fateh al-Sham. Finora Mosca ha considerato tutti terroristi. La distinzione è solo un esempio delle differenze di posizione che rendono difficilissimo il negoziato tra Mosca e Washington per un’intesa sulla Siria, nonostante l’impegno del segretario di stato americano, John Kerry, e del suo omologo russo, Serghei Lavrov. Alla vigilia dell’incontro a Ginevra, la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha sottolineato come la sospensione dei raid su Aleppo fosse «l’unico prerequisito degli Stati Uniti», aggiungendo che dunque «ora non ci sono più ostacoli alla separazione dei terroristi dall’opposizione moderata». Il Cremlino ha fatto sapere che il presidente Vladimir Putin ha parlato in queste ore della crisi siriana con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, affrontando in una conversazione telefonica proprio la questione degli sforzi per una tregua umanitaria ad Aleppo. I due leader si sono incontrati la scorsa settimana a Istanbul, dove hanno firmato tra l’altro l’accordo per il gasdotto Turkish Stream. Per quanto riguarda il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ieri nell’incontro con il presidente del consiglio dei ministri italiano, Matteo Renzi, alla Casa Bianca, ha affermato che «la Russia è un paese importante» e deve essere «parte della soluzione sulla scena internazionale piuttosto che parte del problema». Il presidente Obama però ha anche dichiarato che Mosca ha violato il diritto internazionale con il suo comportamento». Intanto, l’esercito di Damasco ha pubblicato un comunicato in cui si legge che «ogni tentativo dei miliziani dell’Is in fuga dalla città irachena di Mosul di entrare nel territorio siriano sarà considerato come «un attacco alla sovranità della Siria e sarà contrastato con tutta la forza e i mezzi a disposizione». Dibattito in Russia Nidi di cicogna GIULIA MAZZA A PAGINA 4 NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Itapeva (Brasile), presentata da Sua Eccellenza Monsignor José Moreira de Melo. Gli succede Sua Eccellenza Monsignor Arnaldo Carvalheiro Neto, finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 20 ottobre 2016 Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump (Afp) Secondo uno studio dell’Oim sulle rotte del Mediterraneo I migranti non sfuggono alla tratta BRUXELLES, 19. Il 71 per cento dei migranti che partono dall’Africa alla volta dell’Europa, lungo la rotta del Mediterraneo centrale, è stato vittima di sfruttamento e tratta di esseri umani. È quanto denuncia l’O rganizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Lo studio dell’Oim, pubblicato ieri, è stato condotto nell’arco di dieci mesi lungo le rotte del Mediterraneo centrale e di quello orientale, raccogliendo i dati di oltre 9000 migranti. Lungo la rotta del Mediterraneo centrale, il 49 per cento delle persone interpellate ha dichiarato di essere stato trattenuto contro la propria volontà, di fatto rapito per ottenere un riscatto. E la Libia è il paese dove è avvenuta la maggioranza dei sequestri. Più è lungo il periodo di transito, più il migrante è vulnerabile rispetto a situazioni di sfruttamento e tratta di esseri umani. Infatti, il 79 per cento dei migranti che ha trascorso come minimo un anno in un paese diverso da quello di partenza ha vissuto almeno una delle situazioni di sfruttamento prese in considerazione dall’Oim. I migranti intervistati in Italia sono quelli che hanno passato più tempo in transito: il 35 per cento ha riferito di oltre sei mesi di viaggio verso l'Europa, contro l’11 per cento riferito da quanti hanno seguito la rotta del Mediterraneo orientale. Di migrazioni si occuperà il consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi. Per preparare l’incontro, che riunirà i capi di stato e di governo dei 27 paesi europei, si sono incontrati a Lussemburgo i ministri degli affari europei di tutti gli Stati membri dell’Ue. Secondo quanto emerso da fonti di stampa, ci saranno passi in avanti concreti, in particolare sul fronte dell’aiuto ai paesi africani da cui hanno origine i flussi. Nella bozza del documento conclusivo, alla quale si sta lavorando, sembra ci sia già l’esplicita menzione del lavoro da fare in Africa per prevenire l’immigrazione irregolare, per affrontare le cause originarie dell’immigrazione. Ma sembra ci siano anche un riferimento preciso all’impegno che i 27 devono assumersi per lavorare su una politica più efficace per la gestione delle frontiere esterne L’Ue chiede al Montenegro di accelerare sulle riforme POD GORICA, 19. Le elezioni politiche di domenica scorsa in Montenegro si sono tenute in un’atmosfera pacifica e ordinata e nel rispetto della legge. Lo hanno detto fonti dell’Ue, con riferimento al voto nel Paese balcanico, che ha visto il successo del partito democratico dei socialisti, guidato dal premier uscente, Milo Đukanović. In una dichiarazione, di cui danno notizia i media locali, il commissario all’allargamento, Johannes Hahn, ha affermano che la missione di osservatori dell’Osce ha ritenuto che il voto si sia tenuto in condizioni di concorrenza e rispetto delle libertà fondamentali. Gli organi competenti, tuttavia, dovranno esaminare tutti i casi di irregolarità segnalati. «Il Montenegro ha compiuto notevoli progressi nel processo di integrazione europea e i mesi futuri dovranno essere impiegati per una ulteriore accelerazione delle riforme politiche ed economiche, soprattutto nel campo dello stato di diritto», ha precisato Hahn. Il commissario ha poi auspicato una rapida formazione del nuovo governo e il prosieguo del Montenegro sulla strada dell’integrazione euroatlantica. L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va e parole chiare per ricordare a tutti i principi di solidarietà e di responsabilità per la gestione interna dei migranti e dei richiedenti asilo. Dunque, sarebbe un ridimensionamento della posizione di autonomia di scelte che rivendica il cosiddetto gruppo di Visegrad, composto da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Paesi che hanno rigettato il piano dei ricollocamenti di richiedenti asilo nei vari stati per venire incontro a Italia e Grecia, terre di approdo. Intanto, emerge l’ipotesi di conservare a Bruxelles il barcone del naufragio del 18 aprile 2015, uno dei tanti in cui hanno perso la vita migranti nel canale di Sicilia. È un’idea del presidente del consiglio dei ministri italiano, Matteo Renzi, secondo quanto ha riferito il sottosegretario Domenico Manzione. Il barcone si trova ancora sul pontile di Marina di Melilli, in Sicilia, ma nelle intenzioni di Renzi potrebbe rappresentare nella capitale europea un monito su quello che succede nel Mediterraneo. I migranti attraversano il deserto del Sahara (Reuters) Vertice a Berlino per rilanciare il dialogo sulla crisi ucraina BERLINO, 19. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, accoglie oggi a Berlino il presidente francese, François Hollande, quello russo, Vladimir Putin, e quello ucraino, Petro Poroshenko. L’agenda dei colloqui convocati per discutere della crisi ucraina include anche il tema Siria e la situazione ad Aleppo. La riunione che si terrà questa sera è stata voluta per fare una valutazione «dello stato di attuazione degli accordi di Minsk dall’ultimo incontro e per discutere dei prossimi passi da compiere», ha spiegato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, con riferimento alla tregua nelle regioni di Donetsk e Lugansk. L’ultimo incontro tra leader del quartetto formato Normandia (Germania, Francia, Ucraina e Russia) si è svolto a Parigi un anno fa. I leader cercheranno di fare passi avanti per risolvere una guerra che in due anni e mezzo ha ucciso finora quasi 10.000 persone. Eppure alla vigilia del summit sono gli stessi partecipanti a smorzare le speranze di una svolta nella crisi ucraina: a partire dal cancelliere tedesco che ha messo subito le mani avanti, invitando a non aspettarsi soluzioni definitive dal vertice berlinese. Anche Kiev non vede vicina la fine del conflitto contro i separatisti filorussi. GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio Gaetano Vallini WASHINGTON, 19. I candidati alla presidenza degli Stati Uniti, la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, si affronteranno stasera nel terzo e ultimo dibattito televisivo prima del voto dell’8 novembre. Un confronto mediatico — per il quale ci si attende un nuovo record di ascolti con oltre 80 milioni di persone incollate al piccolo schermo — che si svolgerà presso la university of Nevada di Las Vegas, Rinviate le amministrative in Venezuela CARACAS, 19. Le elezioni amministrative in Venezuela, che avrebbero dovuto tenersi a dicembre di quest’anno, sono state posticipate al 2017. Il voto porterà a eleggere i sindaci e i governatori degli stati e si svolgeranno alla fine del primo semestre le prime e durante il secondo trimestre le seconde. Lo ha annunciato la responsabile del Consiglio nazionale elettorale (Cne), in un breve messaggio tra- smesso a reti unificate, senza fornire ulteriori dettagli. La Costituzione venezuelana afferma che le elezioni devono essere convocate quattro anni dopo le precedenti votazioni, ossia al più tardi a gennaio del 2017. L’opposizione anti-chavista ha criticato duramente la decisione del Cne, denunciando che questo organismo indipendente risponde in realtà agli ordini del governo del presidente Nicolás Maduro. Dal canto suo, Maduro è dell’opinione che «se ci fossero nuove elezioni politiche oggi» il suo partito «recupererebbe l’Assemblea nazionale», ora in mano all’opposizione. «La priorità — ha detto — non sono le elezioni, ma piuttosto il rilancio dell’economia, dando risposte alle esigenze del popolo». della durata di 90 minuti (suddivisi in sei parti) e sarà moderato da Chris Wallace, giornalista dell’emittente televisiva Fox News. I temi in discussione nel dibattito sono quelli dell’immigrazione, del debito, della corte suprema, dell’economia, della politica estera e delle capacità di ciascuno di ricoprire l’incarico di presidente. A sostenere i due contendenti ci hanno pensato nelle ultime ore il presidente statunitense, Barack Obama, e, sul fronte opposto, la moglie di Trump, Melania. Obama ha attaccato il repubblicano: «Non ho mai visto nella mia vita o nella storia politica moderna alcun candidato presidenziale cercare di screditare le elezioni e il processo elettorale ancora prima del voto» ha lamentato, accusando Trump di «non avere il carattere» per fare il presidente degli Stati Uniti. Melania Trump si è invece schierata a fianco del marito sui criticati rapporti con le donne. «Credo in mio marito. È stato tutto organizzato. Lui fu istigato dal conduttore a dire quelle cose. Non ho mai sentito mio marito esprimersi in termini così grossolani» ha infatti dichiarato la moglie del tycoon. E a pochi giorni dal voto, Clinton mantiene un netto vantaggio su Trump, con un numero di “grandi elettori” ben superiore ai 270 necessari per conquistare l’8 novembre la Casa Bianca. È quanto emerge da un sondaggio commissionato dal «Washington Post» in quindici stati. Colloquio tra Obama e Renzi alla Casa Bianca Corteo dell’opposizione a Caracas (Epa) Il parlamento italiano vara una legge per combattere il caporalato Ascoli Piceno) e a tredici chilometri da Accumoli (provincia di Rieti). Poche ore dopo, alle 5.54 una nuova scossa di magnitudo 2.1 è stata rilevata dalla sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, a una profondità di 11 chilometri. L’epicentro — dicono gli esperti — si trovava a soli due chilometri da Amatrice e a sette da Accumoli. Molti i momenti di paura e di tensione, soprattutto nelle tendopoli. Non sono stati registrati né danni né vittime. Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore segretario di redazione Confronto finale tra Clinton e Trump Critiche dall’opposizione anti-chavista Trema ancora la terra nell’Italia centrale ROMA, 19. La terra trema ancora nelle aree già colpite dal terribile terremoto dello scorso 24 agosto. La prima scossa, di magnitudo 3, è stata registrata alle 2.52 di questa notte in provincia di Ascoli Piceno; è stata avvertita distintamente anche in molte località tra Marche, Umbria e Lazio. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il sisma ha avuto ipocentro a 9 chilometri di profondità. L’epicentro è stato localizzato a sette chilometri da Arquata del Tronto (provincia di Terzo e ultimo dibattito televisivo prima del voto Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va ROMA, 19. In Italia è stata approvata la legge sul cosiddetto caporalato, cioè lo sfruttamento dei lavoratori da parte di intermediari senza scrupolo, che prevede pene severe e aiuti concreti alle vittime. Da più parti si parla di un passo avanti in termini di civiltà. D’ora in poi saranno sanzionabili, anche con la confisca dei beni, non solo gli intermediari illegali ma anche i datori di lavoro consapevoli del meccanismo di sfruttamento. Ci sarà anche un aiuto per Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale le vittime, con l’estensione delle provvidenze del fondo anti-tratta. Il fenomeno registra da sempre la sua maggior rilevanza nei campi di coltivazioni. In particolare, lavoratori stranieri vengono impiegati nelle raccolte stagionali in condizioni inaccettabili. La nuova legge prevede tra l’altro che le amministrazioni statali siano direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro, anche con interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 WASHINGTON, 19. Un legame indissolubile, e mai così forte, quello che ora unisce gli Stati Uniti all’Italia. A sottolinearlo, ieri a Washington, davanti ai rappresentanti dei media, sono stati il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. I due leader si sono incontrati in occasione della cena di stato alla Casa Bianca, l’ultima di questa amministrazione. Renzi è stato accolto alla Casa Bianca insieme alla moglie Agnese e a una nutrita schiera di personalità italiane. Il presidente del Consiglio ha detto che Italia e Stati Uniti «cooperano a livello globale contro il terrorismo e per creare opportunità economiche». Obama, dal canto suo, ha sottolineato che «l’America è forte e grande grazie agli immigrati». Il presidente statunitense ha poi lodato le riforme attuate dal Governo Renzi, definendole «coraggiose». Non è mancato infine uno sguardo alla politica interna, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Obama ha detto di sostenere la scelta per il sì, in linea con Renzi, «il quale deve restare al timone qualunque sia il risultato del referendum». Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 20 ottobre 2016 pagina 3 Una famiglia di profughi yemeniti nei pressi della capitale Sana’a (Reuters) Polemiche per il testo dell’Unesco su Gerusalemme TEL AVIV, 19. Ha suscitato forti polemiche la risoluzione approvata ieri dal consiglio esecutivo dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura). Il documento — presentato da diversi paesi arabi (Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan) e approvato dal comitato esecutivo dell’Unesco lo scorso 13 ottobre — tratta della protezione del patrimonio archeologico di Gerusalemme e fa molto discutere per aver utilizzato solo i nomi arabi per i luoghi di culto, pur avendo, almeno a parole, affermato l’importanza della città vecchia di Gerusalemme e delle sue mura per tutte e tre le religioni monoteiste. Inoltre, la risoluzione deplora fermamente — si legge — «le continue irruzioni da parte di estremisti della destra israeliana e dell’esercito nella moschea di Al Aqsa e nell’Haram Al Sharif, e chiede a Israele, potenza occupante, di adottare misure per prevenire provocazioni». Si denunciano poi gli scavi e le infrastrutture costruite unilateralmente dalle autorità israeliane nel complesso della spianata delle Moschee e «il crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la libertà di preghiera dei musulmani nei loro luoghi santi». La risoluzione è fortemente contestata da Israele secondo cui il testo negherebbe il profondo legame storico dell’ebraismo con Gerusalemme e in particolare con il Monte del Tempio. La zona riunisce il Muro del pianto, parte del Muro occidentale del Tempio distrutto dai romani, il luogo più sacro al mondo per gli ebrei, e la Spianata delle moschee, il terzo luogo sacro musulmano. Proprio per questo, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha duramente criticato la decisione dell’Unesco, interrompendo la cooperazione con l’organismo delle Nazioni Unite. Parole di condanna sono giunte anche da diverse comunità ebraiche nel mondo. La scorsa settimana il testo era stato approvato da 24 paesi e respinto da altri sei (Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia e Olanda). In 26 si erano astenuti (Italia compresa), mentre i rappresentanti di due nazioni non erano presenti al momento del voto. Nessun paese europeo aveva votato a favore. Ieri, al termine dei dibattiti, la risoluzione è stata definitivamente adottata, senza bisogno di una seconda votazione. Nello Yemen devastato da un sanguinoso conflitto Attesa per la tregua SANA’A, 19. Un cessate il fuoco di 72 ore, rinnovabile, deve entrare in vigore oggi alla mezzanotte nello Yemen dove i belligeranti, sotto pressione, sembrano più disposti a compromessi. Questo per mettere fine a un conflitto che ha provocato 6900 morti, oltre 35.000 feriti, almeno tre milioni di sfollati e devastato un’economia di un paese considera- to prima dell’inizio delle ostilità il più povero della penisola arabica. L’Arabia Saudita è pronta ad acconsentire a una tregua in Yemen, se vi aderiranno i ribelli huthi. Lo ha affermato il ministro degli esteri saudita, Adel Al Jubeir, che si è detto tuttavia scettico sulla possibilità di arrivare alla pace, visto il fallimento dei precedenti tentativi di cessate il fuoco. «Avremmo voluto vedere un cessate il fuoco già ieri — ha detto Al Jubeir parlando ai giornalisti a Londra — Tutti vogliono il cessate il fuoco, nessuno più dell’Arabia Saudita e dei membri della coalizione» che appoggia il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Il ministro degli esteri saudita ha poi accusato i ribelli di aver fatto fallire i precedenti accordi. «Per questo — ha detto — arriviamo a questo punto con un certo scetticismo. Ma siamo pronti, il governo yemenita è pronto a concordare una cessazione delle ostilità se anche gli huthi sono d’accordo. I paesi della coalizione rispetteranno il volere del governo yemenita». Il segretario di stato americano, John Kerry, ha chiesto ieri sera non solo il rispetto della tregua, ma pure il suo prolungamento senza condizioni. Anche la Farnesina ha accolto ieri con favore l’annuncio dell’inviato speciale dell’Onu, Ismail Ould Cheikh Ahmed, sul raggiungimento di un’intesa per una cessazione delle ostilità tra le parti del conflitto. «L’Italia — si legge in una nota — segue con attenzione gli sviluppi della situazione sul terreno e intende favorire l’avvio della tregua e il suo consolidamento, con l’obiettivo di sostenere il negoziato promosso dalle Nazioni Unite». Intanto, un drone ha ucciso ieri otto miliziani di Al Qaeda nello Yemen meridionale (provincia di Shabwa). I terroristi colpiti da missili erano a bordo di due veicoli. Sono oltre 350.000 dall’inizio dell’anno A Niamey si cerca una soluzione alle divisioni tra Tripoli e Tobruk Rifugiati afghani tornano dal Pakistan Riunione sulla crisi libica KABUL, 19. Dall’inizio del 2016 più di 350.000 rifugiati afghani hanno lasciato il Pakistan per ritornare in patria nonostante il paese sia devastato dalla guerra e, secondo l’O nu, questo flusso dovrebbe aumentare prima della fine dell’anno. L’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sostiene che tali cifre lasciano supporre che peggiorerà la crisi umanitaria in Afghanistan, dove il governo di Kabul è già in difficoltà per le centinaia di migliaia di sfollati a seguito delle recenti vaste offensive dei talebani a Kunduz, nel nord, e nella provincia di Helmand, nel sud del paese. Nel frattempo, i talebani hanno smentito oggi le notizie stampa circolate ieri secondo cui si sarebbero impegnati in colloqui di pace in Qatar con il governo di Kabul, in presenza di un rappresentante di Washington. In un messaggio il portavoce del gruppo ha detto: «respingiamo le informazioni diffuse da “The Guardian” secondo cui i talebani hanno cominciato colloqui in Qatar. Non abbiamo avuto colloqui con nessuno». Ieri il giornale britannico aveva sostenuto che tali colloqui “segreti” si erano tenuti a due riprese, in settembre e ottobre, nell’emirato, in presenza di alti responsabili talebani e del governo afghano. Il quotidiano britannico aveva inoltre sostenuto che agli incontri fosse presente anche un diplomatico statunitense. I talebani hanno da tre anni un “ufficio” di rappresentanza in Qatar e ai colloqui ci sarebbe stato anche il mullah Abdul Manan Akhund, fratello del fondatore del movimento e storico leader del gruppo, il mullah Mohammad Omar, morto tre anni fa. Nessuna conferma uffi- Un gruppo di profughi afghani rientrati dal Pakistan in Afghanistan (Afp) Identificati i finanziatori della strage di Dacca DACCA, 19. Importante svolta nelle indagini sull’attacco terroristico del 2 luglio scorso in un ristorante di Dacca, capitale del Bangladesh, dove furono massacrate 22 persone, fra cui nove italiani. La polizia antiterrorismo del paese asiatico ha infatti identificato ieri tre estremisti che avrebbero finanziato l’attacco terroristico contro la Holey Artisan Bakery, nel quartiere diplomatico di Gulshan. Lo ha confermato durante una conferenza stampa il generale Monirul Islam, capo dell’Unità antiterrorismo e contro la criminalità transnazionale. Secondo l’ufficiale, uno degli estremisti sarebbe un noto pediatra, che in passato aveva diretto un ospedale pubblico e che insieme alla famiglia scomparve qualche mese prima dell’assalto al locale. «È andato in Siria per entrare nell’Is» ha spiegato il generale, ag- ciale della ripresa del dialogo è comunque arrivata dalle autorità di Kabul, né l’ambasciata degli Stati Uniti nella capitale afghana ha commentato la notizia, ma il «The Guardian» nel suo articolo citava fonti del governo afghano e dei talebani, in particolare un componente della Shura di Quetta, la leadership del gruppo fondamentalista. giungendo che l’uomo è risultato essere uno dei finanziatori di Jamaat-ul-Mujaheddin Bangladesh (Jmb), gruppo terroristico fondato nel 1998 e al bando dal 2005. Il Jmb è ritenuto responsabile di decine di omicidi di stranieri o esponenti delle minoranze religiose bengalesi. Il medico avrebbe donato per l’operazione l’equivalente di quasi 100.000 euro. Una fazione di recente costituzione dello stesso Jmb, e particolarmente feroce, è considerata dagli inquirenti bengalesi responsabile del terribile attacco al ristorante. Lo scorso agosto, al termine di un blitz a Dacca delle forze speciali del paese asiatico, era stato ucciso Tamin Chowdhury, un trentenne vissuto a lungo in Canada e munito della doppia nazionalità, considerato il mandante della carneficina nella Holey Artisan Bakery.. TRIPOLI, 19. È iniziata oggi a Niamey la nona riunione ministeriale dei paesi della regione vicini alla Libia che include i rappresentanti di Algeria, Ciad, Egitto, Libia, Niger, Tunisia e Sudan. La conferenza esaminerà gli ultimi recenti sviluppi a Tripoli e gli sforzi a livello nazionale, regionale e internazionale per trovare una soluzione alla crisi. Presenti anche il rappresentante speciale dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, l’inviato speciale dell’Unione africana in Libia ed ex presidente della Tanzania, Jakawa Kikwete, e il segretario generale della Lega araba, Ahmed Abu El Gheit. Le ultime due riunioni ministeriali si sono tenute a Tunisi nel marzo 2016 e ad Algeri nel dicembre 2015. Il ministro algerino per gli affari del Maghreb, dell’Unione africana e della Lega araba, Abdelkader Messahel, ha detto che questo incontro «si tiene in un contesto difficile» ed esaminerà diverse questioni: dal terrorismo al crimine organizzato, dal traffico di droga e armi all’immigrazione illegale. Anche il paese ospitante, oltre alla Libia, sta attraverso un periodo turbolento. Proprio lunedì le forze di sicurezza del Niger hanno respinto un attacco condotto da un gruppo armato in un carcere di massima sicurezza nel quale sono detenuti jihadisti di Boko Haram e di Al Accordi economici tra Cina e Filippine PECHINO, 19. La Cina punta sul commercio per inaugurare i rapporti diplomatici con il nuovo presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, in visita ufficiale a Pechino. Una visita che punta ad aumentare la fiducia reciproca tra Manila e Pechino dopo le aspre tensioni sulle dispute territoriali nel mar cinese meridionale. Oggi è previsto un incontro bilaterale tra le stesso Duterte e il presidente cinese, Xi Jinping, al termine del quale — indicano gli analisti — saranno firmati numerosi accordi e memorandum d’intesa nei settori dell’agricoltura, del commercio e degli investimenti infrastrutturali. In una nota, Duterte ha precisato che la Cina — già secondo partner commerciale di Manila — è una potente risorsa di capitali per lo sviluppo delle infrastrutture di cui necessitano le Filippine, aggiungendo che lavorerà al fine di «favorire un ponte» per gli investimenti da Pechino. Riguardo alle tensioni territoriali sulle isole contese, Duterte ha espresso il desiderio di sviluppo congiunto con la Cina nel mar cinese meridionale, in cambio di sostanziosi aiuti. «Non c’è senso nel fare la guerra, non c’è senso nel volere lottare su un pezzo di acqua: è meglio parlare — ha aggiunto il presidente filippino — che fare la guerra». A Manila, intanto, un mezzo della polizia ha investito stamane dei manifestanti che protestavano davanti all’ambasciata degli Stati Uniti contro la presenza delle truppe americane nelle Filippine. Tre giovani sono rimasti feriti. Successivamente, la polizia ha arrestato trenta studenti che avevano rotto il cordone di sicurezza davanti all’ambasciata e lanciato sassi e vernice rossa contro la sede diplomatica statunitense. Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Sabato scorso, 15 ottobre, un cittadino statunitense è stato rapito da un gruppo armato che ha ucciso due guardie durante il sequestro. Le autorità algerine hanno fortemente voluto questo incontro per arrivare a una decisione comune contro qualsiasi tipo di intervento militare in Libia e spingeranno i paesi confinanti ad affermare che «qualsiasi azione militare contro il terrorismo deve venire su richiesta del governo di accordo nazionale e in conformità con l’O nu». E intanto, resta profonda la divisione politica nella capitale libica con milizie che sostengono l’ex premier Khalifa Ghweil e altre che appoggiano il governo di accordo nazionale del premier Fayez Al Sarraj. Il presidente statunitense, Barack Obama, ha ribadito: «Continuiamo a sostenere il premier Al Sarraj». Il governo negozia con Boko Haram Possibile rilascio di studentesse nigeriane ABUJA, 19. Decine di studentesse rapite in Nigeria nell’aprile del 2014 dal gruppo estremista Boko Haram potrebbero essere liberate a breve. Lo ha annunciato una portavoce del presidente nigeriano Muhammadu Buhari. Dopo le ventuno ragazze rilasciate la settimana scorsa, il governo di Abuja sta ora negoziando con il gruppo integralista vicino ad Al Qaeda la liberazione di altre ottantatré studentesse della cittadina di Chibok rapite due anni e mezzo fa, mentre altre cento non sembrano intenzionate a tornare a casa. Lo ha riferito all’agenzia Ap un leader locale, il presidente dell’associazione per lo sviluppo di Chibok, Pogu Bitrus, secondo il quale queste ragazze potrebbero esser state radicalizzate durante la prigionia o potrebbero provar vergogna per essere state violentate e costrette a sposare gli estremisti, da cui hanno avuto dei figli. In effetti, i timori delle ragazze dopo la liberazione sono molteplici. Spesso hanno paura di essere colpevolizzate, additate e rifiutate dalla comunità di Chibok, riferisce ancora Bitrus, e molte sono costrette ad andare a studiare all’estero. Secondo le testimonianze delle giovani liberate, dopo il rapimento sono state separate in due gruppi a seguito della richiesta dei comandanti dei miliziani di scegliere se abbracciare l’islam o diventare schiave. Loro e le altre ottantatré, di cui si sta negoziando il rilascio, farebbero parte del gruppo che ha rifiutato di aderire all’islam e a Boko Haram. Le ragazze liberate dovrebbero incontrare nei prossimi giorni il presidente Buhari. Il governo si è detto pronto a parlare con Boko Haram a condizione che il gruppo sia d’accordo a coinvolgere organizzazioni come il comitato internazionale della Croce rossa, che tra l’altro ha già mediato il rilascio della settimana scorsa. Attacco jihadista causa morti e feriti Al Shabaab torna a colpire in Somalia MO GADISCIO, 19. In Somalia tornano a colpire i jihadisti di Al Shabaab. È di almeno sei morti e numerosi feriti tra terroristi, soldati e civili, il bilancio di un attacco del gruppo somalo legato ad Al Qaeda, contro una stazione di polizia nella città di Afgoye, a ovest di Mogadiscio. Lo rende noto la polizia somala. Secondo alcuni testimoni, i jihadisti avrebbero fatto esplodere un’autobomba, scontrandosi poi con le forze della polizia somala. Gli Al Shabaab affermano di avere preso il controllo della città, ma la notizia non è verificabile. Tuttavia, la missione di peacekeeping dell’Unione africana (Amisom) ha reso noto di essere riuscita a respingere, insieme ai soldati somali, l’attacco dei fondamentalisti. Afgoye è sotto il controllo delle forze armate somale e dell’Amisom. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 giovedì 20 ottobre 2016 Il sapore visivo della tradizione nell’immagine di un uomo che attraversa il Ghetto (Ferdinando Scianna/Magnum Photos) Dibattito in Russia sull’abbandono dei neonati Nidi di cicogna di GIULIA MAZZA a Russia è pronta a vietare una volta per tutte le baby box, strutture situate nei pressi di ospedali e centri sanitari dove lasciare i bambini non voluti. Noti come nidi della cicogna, questi impianti consentono a madri in difficoltà di lasciare i propri figli in forma anonima, senza incorrere in ripercussioni legali e — soprattutto — in piena sicurezza per la salute del bambino. L’iniziativa ricalca la ruota degli esposti di epoca medievale, una bussola girevole posta fuori da chiese e conventi nella quale venivano lasciati gli esposti, i neonati abbandonati. Nel paese il programma è partito per la prima volta nel 2011 e oggi conta diciannove baby box in dodici regioni diverse. Queste strutture consistono in una serie di incubatrici riscaldate, dotate di lenzuola e coperte pulite. Trenta secondi dopo aver depositato il bebè, lo staff dell’ospedale riceve un segnale sonoro, segno che è possibile andare a prendere il piccolo. I genitori hanno sei mesi di tempo per decidere di riprendere con sé il figlio, solo dopo essersi sottoposti a un test del DNA. Scaduto questo lasso di tempo, il bambino viene inserito negli elenchi per le adozioni. Come già accaduto altrove, l’iniziativa ha scatenato un acceso dibattito, culminato questa estate con la presentazione di un disegno di legge per bandire i nidi, cui il governo di Mosca, a fine settembre, ha dato il suo pieno sostegno. La promotrice dell’iniziativa parlamentare è la conservatrice Yelena Mizulina, secondo la quale le baby box rappresentano un incoraggiamento L fanzia. Nel documento, l’agenzia Onu esortava Mosca a «prendere tutte le misure necessarie per promuovere delle alternative alle baby box», e ad «affrontare le cause alla radice, anche fornendo servizi di pianificazione familiare, di counseling e di sostegno sociale per le gravidanze indesiderate». I sostenitori dei nidi sottolineano invece che sono proprio le baby box a risolvere il problema: il programma, notano, è l’estremo tentativo di salvare delle vite, quando ogni altra via ha fallito. In questi cinque anni di attività, il numero dei bambini lasciati nelle culle non è stato altissimo: solo quarantasette, di cui sette riuniti alle loro famiglie. Per Yeblena Kotova però, fondatrice di Cradle of Hope, la prima organizzazione ad aver installato le incubatrici, «se pure le baby box possono sal- Il ghetto di Venezia nelle fotografie di Ferdinando Scianna Nostalgia di un piccolo mondo di GAETANO VALLINI Di fatto per le donne in difficoltà il programma rappresenta un’efficace alternativa ad aborto e infanticidio Tema scottante nel paese vare una sola, piccola vita, allora sono utili». Di fatto, per le donne in difficoltà il programma rappresenta un’efficace alternativa ad aborto e infanticidio. Quello delle interruzioni di gravidanza, fra l’altro, è un tema molto sentito in Russia, dove è in corso una campagna per eliminare l’aborto dalle pratiche coperte dal sistema sanitario pubblico, sostenuta pure dal Patriarcato ortodosso di Mosca. Nel 1920 l’Unione sovietica è stato il primo paese a rendere legale l’aborto, successivamente bandito da Stalin — dal 1936 fino alla sua morte, nel 1954 — per incentivare le nascite. Fino alla fine degli anni ottanta, addirittura, le statistiche riguardanti l’aborto erano considerate segreto di stato, e proprio in quel periodo l’URSS ha registrato uno dei tassi d’aborto più alti al mondo, con il picco massimo raggiunto nel 1965 con 5,5 milioni di interruzioni di gravidanza praticate. Secondo dati ONU aggiornati al 2010, ancora oggi il paese detiene il primato. Basti pensare che, in termini di numeri totali, nel 2009 la Cina ha eseguito più di 13 milioni di interruzioni di gravidanza, su una popolazione di 1,3 miliardi di persone: la Russia ne ha eseguite 1,2 milioni, pur contando 143 milioni di Apertura di una “baby box” a Kirishi in Russia (2012) abitanti. Sempre al fine di incentivare le nascite, per ad abbandonare i bambini, espo- anni il Partito comunista ha dispennendoli al rischio di cadere vittime sato riconoscimenti e premi in dedel traffico di essere umani. Oltre naro alle coppie che facevano più al bando totale della pratica, il di- figli. Tuttavia, con il crollo segno di legge proposto dalla sena- dell’Unione sovietica il calo demotrice impone una multa fino a cin- grafico si è fatto inarrestabile, comque milioni di rubli (circa 80.000 plice anche la scarsa aspettativa di dollari) per le organizzazioni che vita, dovuta a una dieta alimentare installano tali nidi, e la chiusura fi- povera, l’abuso di alcol, la diffusiono a tre mesi delle associazioni. ne di Hiv/Aids e l’alto numero di Se possibile, la proposta di Mi- morti violente. Dal 1992 al 2008, la zulina ha riacceso ulteriormente il popolazione russa è scesa di 12 midibattito, anche sui social media. I lioni di unità, toccando i 143 miliocritici come la senatrice insistono ni di individui e spingendo gli con il dire che i nidi della cicogna esperti a parlare di «coma demonon risolvono alla radice il proble- grafico». Da circa due anni la nama dell’abbandono dei bambini, zione sembra essere in ripresa, grama aprono invece a un ventaglio di zie a una serie di politiche per faconseguenze indesiderate. vorire la natalità, come il programA rafforzare tale posizione, un ma «capitale materno»: un sussidio rapporto sulla Russia stilato nel una tantum per la nascita del se2014 dal Comitato sui diritti dell’in- condo e dei successivi figli. er il quinto centenario del ghetto di Venezia si è deciso di avviare una ricognizione fotografica con l’intento di raccontare la dimensione contemporanea di questo luogo, per testimoniarne la totale integrazione nella vita cittadina. La Fondazione di Venezia ha incaricato del progetto Ferdinando Scianna, riconosciuto maestro del fotogionalismo, che ha accettato la sfida non senza timore. «E se non ce la faccio? Quel posto — spiega in una nota in cui confessa i dubbi prima di dire sì — è un teatro nel quale da mezzo millennio si sono svolte vicende straordinarie e terribili. So che i luoghi non smettono mai di raccontare, anche a distanza di secoli. Ma se io non riuscissi a sentire quelle voci, a vedere nella casuale complessità e contraddittorietà dell’oggi le immagini che contengono una qualche traccia di quella storia così densa?». I dubbi si sono via via sciolti nel corso del lavoro, nel percorrere in lungo e in largo il ghetto, incontrando le persone che li abitano e lavorano. Il risultato è un racconto in stile street photography: quarantotto foto in bianco e nero che sono diventate una mostra intitolata Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo, curata da Denis Curti e ospitata fino all’8 gennaio 2017 nelle sale della Casa dei Tre Oci, sull’isola della Giudecca. Sinagoghe, botteghe, ristoranti, campi, gondole sono i soggetti che animano un panorama visivo in cui si nota la compresenza di una dimensione simbolica, storica e rituale intrinsecamente connessa alla vita di oggi. Scianna ha scelto un registro narrativo delicato ma non malinconico. Le sue foto danno così forma a un racconto che lega la memoria anche P dolorosa del luogo all’evoluzione del tessuto urbano, sociale e culturale della città. Un confronto con la storia, ma anche con il presente, compiuto con sguardo curioso e fresco, attento alle architetture, certo, ma soprattutto agli uomini. Uno sguardo antropologico, dunque. «Ferdinando Scianna — osserva al riguardo il curatore Denis che compongono il complesso mosaico di questa esperienza: è il linguaggio degli affetti, è la grammatica dei corpi». Il ghetto è «un luogo dove ogni giorno le attività economiche, i giochi dei bambini in campo e la vita religiosa respirano il peso della storia» scrive Giampietro Brunello, presidente della Fondazione di Venezia, Cena di Shabbat nella sede del gruppo Chabad-Lubavitch Curti — ha dato forma a una memoria collettiva elevando e distinguendo singole storie: se ne avverte la bellezza e la solennità. Dentro queste fotografie ci si orienta. I punti cardinali si fanno abbraccio e segnano le linee di una confidenza visiva capace di entrare nei confini dell’intimità dei molti ritratti Donne vestite a festa per Shabbat riconoscendo che «la comunità ebraica è uno dei capisaldi della internazionalizzazione della città e contribuisce con continuità al suo ruolo di baricentro culturale, crocevia di conoscenze». «Scianna — gli fa eco Paolo Gnignati, presidente della Comunità ebraica di Venezia — ci mostra il ghetto come luogo che è al tempo stesso somma di particolari sedimentati nel tempo e di uno spirito del luogo generale e impalpabile, rifratto nelle innumerevoli memorie ed esperienze dei singoli, siano essi abituali frequentatori o turisti distratti». Con questo progetto il fotografo della prestigiosa agenzia Magnum conferma la sua capacità di raccontare, concretizzando nelle immagini «quella tensione del corpo, degli occhi, della mente e del cuore che ha bisogno di deambulare con una macchina fotografica in mano, cercando, aspettando gli istanti di senso e di forma che qualche rarissima volta rivelano il mondo e me stesso». L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 20 ottobre 2016 pagina 5 La chiesa ortodossa dalla cupola blu nell’isola di Santorini Voce coraggiosa e originale di LUIGI D’AYALA VALVA i tanto in tanto — e di recente sempre più spesso — l’attenzione dei media cattolici e talora di quelli laici è attirata da qualche avvenimento che riguarda o coinvolge le Chiese ortodosse. Al di là di questa attenzione estemporanea, è certamente vero che oggi l’ortodossia è più conosciuta, grazie anche ai crescenti contatti ecumenici e alla sempre maggiore consistenza della sua “diaspora” nel nostro paese, anche se bisogna ammettere che, davanti al sentire comune, essa fatica ancora a liberarsi dal cliché che la rappresenta come un fenomeno esotico venuto da lontano, come la Chiesa dei riti solenni e dei paramenti liturgici splendenti, degli incensi e delle icone... Sfide e tentazioni della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo Certo, si potrà dire, si tratta di semplici stereotipi popolari, e come tali di poco valore; ma è innegabile che assai spesso in ambito cattolico, anche a lila persona che pratica l’elemosina è la stessa che è sua avversione verso ogni tipo di tutela esercitata su vello teologico ed ecclesiale — pur con di PANTELIS KALAITZIDIS all’origine della povertà di molti e dell’ingiustizia di esso da parte di una qualunque autorità religiosa significative eccezioni — la conoscenza rimane alquanto superficiale, limitata a a radicalità della predicazione cristiana, sociale. Allo stesso modo, anche Giovanni Crisosto- o ecclesiastica. Personalmente non nutro alcuna illuun approccio assai convenzionale, che in linea di principio, dovrebbe impedire mo, Simeone il Nuovo Teologo e altri padri della sione sulla realtà postcristiana dell’Europa di oggi. Meglio, sono personalmente favorevole alla sepaper lo più assume come valida l’immaogni tentativo di installarsi nel e di iden- Chiesa non esitano a sostenere che il ricco che fa gine compatta e monolitica che l’ortotificarsi con il mondo e con lo spirito se- l’elemosina non solo non ha diritto di ricevere una razione della Chiesa e dello Stato e al carattere sedossia stessa (o forse meglio la sua parcolare, ogni sogno di società, di civiltà, ricompensa da parte di Dio, ma, al contrario, è col- colare e laico di quest’ultimo, e sostengo che è temte più influente) tende a offrire di sé. di Stato o di impero cristiani. Come sappiamo dalla pevole delle ingiustizie che ha perpetrato accumu- po per noi cristiani ortodossi di comprendere che la storia, è avvenuto giusto il contrario. “sinfonia dei poteri” bizantina, l’alleanza armoniosa Difficilmente però tutto questo è in lando la sua fortuna! Malgrado l’antinomia e il grado di rendere raIn questa stessa linea di pensiero, troviamo preparadosso perpetui determi- scrizioni canoniche molto significative a questo rigione della realtà connati dalla dialettica biblica guardo. Seguendo infatti l’adagio biblico che affercreta, multiforme e in dell’essere «nel mondo ma ma che «chiunque offre un sacrificio con il denaro continua evoluzione, non del mondo» e la tensione dei poveri è come se sacrificasse un bambino davansperimentata da una permanente tra storia ed esca- ti a suo padre» (Siracide 34, 20), le Costituzioni apogalassia varia e comtologia, tra il «già» e il «non stoliche (collezione canonica che risale al IV secolo) posita di Chiese che, ancora», malgrado gli espliciti chiedono ai vescovi di non accettare i doni dei ricchi mentre affrontano le Pubblichiamo la prefazione avvertimenti di Cristo riguar- che sfruttano i poveri. Questa stessa collezione canosfide e le tentazioni del monaco di Bose al libro do al fatto che il suo Regno nica insiste nel rifiutare questi doni anche se la Chiedella contemporaneità, Nel mondo ma non del non è di questo mondo (cfr. sa rischia di soffrire di mancanza di risorse. Non è cercano di restare femondo. Sfide e tentazioni deli alla tradizione Giovanni 18, 36), malgrado le della Chiesa ortodossa nel possibile infatti, dice — allineandosi in questo a san della fede ricevuta dai persecuzioni e i martiri subiti mondo contemporaneo Basilio — «fare di Dio un complice dei ladri». padri. Chi non abbia nei primi secoli del cristianesi(Magnano, Edizioni Vediamo così già annunciato e sviluppato nella conoscenze dirette o il mo, i cristiani, sia in oriente Qiqajon, 2016, pagine 249, privilegio di visitare i che in occidente, hanno cerca- letteratura patristica il tema del carattere sacro dei euro 22) e uno stralcio paesi di tradizione orto di associare la loro fede dell’autore. todossa, farà fatica a con uno Stato o un potere, e figurarsi, dietro ai didi imporre questa fede e la I cristiani ortodossi scorsi di maniera, dei sua morale come legge dello devono comprendere che l’alleanza volti di cristiani conStato obbligatoria per tutti. creti, con i loro penOggi conosciamo gli effetti tra Chiesa e Stato sieri, le loro speranze, le loro domande, nefasti di tale associazione “contro natura”: la sacranon è più un modello i loro dubbi, le loro angosce, i loro prolizzazione del potere imperiale e la statalizzazione blemi. della Chiesa, la trasformazione in religione del mesda seguire nei nostri paesi saggio cristiano e la sua istituzionalizzazione, il suo La pubblicazione di questo libro in confinamento all’ambito oggettivamente misurabile una certa misura vorrebbe contribuire a della morale sessuale o in quello definito dall’ossercolmare questa lacuna, offrendo la posvanza stretta del rituale liturgico e del digiuno, il poveri e della povertà, un tema che molti secoli dosibilità di ascoltare una delle voci più controllo della Chiesa sulla vita degli uomini e delle po sarà al centro delle preoccupazioni della teologia originali e coraggiose della nuova genedonne, come anche il suo zelo nel perseguire, con della liberazione. Infatti, secondo una lunga tradirazione della teologia greca, purtroppo l’aiuto del potere secolare, gli eretici e gli infedeli. zione che comincia fin dall’Antico Testamento, i ancora sconosciuta al pubblico italiano, In poche parole, il capovolgimento dei termini che poveri e i deboli, coloro cioè che non traggono la ma che, a nostro giudizio, merita attenGregorio di Nissa in un affresco nella chiesa di Chora a Istanbul definivano l’identità del cristianesimo primitivo, loro identità dalla potenza sociale e non ripongono zione da parte di chi desideri avere una l’oblio della sua voca- le loro speranze nelle ricchezze, sono gli amici di zione di comunità esca- D io. tologica ed eucaristica, Con la mia argomentazione non intendo in alcun tra Chiesa e Stato, non è più un modello da seguire e della sua azione so- modo dare l’impressione di voler sostenere che i nei nostri paesi. ciale liberatrice, la ri- racconti biblici o il pensiero patristico offrano un Quanto alla secolarizzazione, non vedo in essa duzione del suo ethos modello già pronto per essere applicato nella socie- unicamente dei pericoli, ma anche delle sfide creatidi libertà a una morale tà e nell’ambito della politica che dipende dallo ve da raccogliere. Poiché inoltre, come sempre, soconservatrice e di tipo Stato, o ancora nelle relazioni tra i vari stati sovrani no un fautore della dimensione escatologica della casuistico. sviluppatisi con la modernità. Chiesa, sostengo fermamente la tesi secondo cui È però opportuno Non sono così ingenuo da credere che una para- non è possibile trasformare i testi biblici o i comannotare che ci sono state bola, un testo o un racconto sacro sul debito o sulla damenti del Discorso della montagna in principi non poche resistenze a sua remissione potrebbero da soli risolvere un pro- che governano uno Stato, poiché ciò implicherebbe questa identificazione blema contemporaneo così complesso. Sono piena- il rischio di una secolarizzazione del messaggio del cristianesimo con il mente cosciente del carattere secolare e pluralista evangelico e allo stesso tempo richiamerebbe alla potere imperiale e a dello Stato moderno, della sua insofferenza e della memoria la teocrazia e il totalitarismo religioso. questo compromesso con lo “spirito del mondo”. La nascita del monachesimo in oriente e la critica dell’ingiustizia sociale portata avanti dai padri della Chiesa ne sono gli esempi più significativi, Il filosofo russo Nikolaj Berdjaev come ricorda il grande filosofo religioso della Oltre novemila persone, provenienti da ogni parte il coro della diocesi di Roma, le rappresentanze di diaspora russa Nikolaj del mondo, parteciperanno al giubileo delle corali e corali diocesane e parrocchiali e un coro di voci conoscenza dell’ortodossia più compleBerdjaev, facendo diretto riferimento all’insegnadegli animatori liturgici che si tiene dal 21 al 23 bianche composto da centocinquanta bambini. ta e meno semplicistica. Senza contare mento di Basilio e di Giovanni Crisostomo. ottobre. L’evento, organizzato da Nova Opera La tre giorni si concluderà domenica 23 ottobre con che nessuna delle problematiche che Gregorio di Nissa, il grande teologo cappadoce Onlus e dal coro della diocesi di Roma, si aprirà il pellegrinaggio alla porta santa e con la messa vengono qui evocate e trattate in reladel IV secolo, per citare un solo esempio che è in venerdì 21 con un convegno, nell’aula Paolo VI, sul nella basilica di San Pietro celebrata zione alla Chiesa ortodossa possono esrapporto con la nostra discussione, criticava la pratema «Cantare la misericordia». Sabato 22 tutti i dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del sere considerate completamente senza tica dell’usura e lo sfruttamento dei poveri e dei partecipanti incontreranno Papa Francesco in Pontificio Consiglio per la promozione della nuova parallelo o prive di rilevanza per i cribisognosi da parte dei ricchi dietro l’apparenza di occasione dell’udienza giubilare e nel pomeriggio, evangelizzazione. Prima di tornare alle loro stiani e le Chiese di tradizione occidencarità. alle ore 18, andranno a formare un unico grande comunità parrocchiali e diocesane, i partecipanti al tale. Si tratta quindi di una testimoCiò che Gregorio di Nissa cerca di criticare è il coro per il concerto, sempre nell’aula Paolo VI, giubileo delle corali e degli animatori liturgici nianza che merita di essere ascoltata camuffamento dell’ingiustizia sociale, e peggio andedicato alla divina misericordia e a san Giovanni confluiranno in piazza San Pietro per seguire con attenzione, umiltà e profondo ricora la perversione dell’elemosina che finisce per Paolo II, nel giorno della sua memoria liturgica. spetto. servire come alibi all’ingiustizia, soprattutto quando Interverranno l’orchestra Fideles et Amati, la recita dell’Angelus. D Perversione dell’elemosina L Il libro Giubileo delle corali e degli animatori liturgici L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 20 ottobre 2016 L’arcidiocesi di México sul clima di violenza nel Paese Frutti amari della corruzione APARECIDA, 19. «Siamo capaci di stare con i bambini, di “perdere tempo” con essi? Sappiamo ascoltarli, difenderli, pregare per loro e con loro? O li trascuriamo occupandoci dei nostri interessi?». Se lo chiede Papa Francesco in una lettera inviata in occasione della Settimana nazionale dell’infanzia in Brasile e letta mercoledì 12 ottobre dal cardinale arcivescovo di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis, durante la celebrazione che, nel santuario dedicato alla patrona del Paese, ha aperto il giubileo per il trecentesimo anniversario del ritrovamento dell’immagine di Nostra Signora di Aparecida nelle acque del fiume Paraíba do Sul. Sottolineando il suo appoggio alla campagna nazionale per lo sradicamento del lavoro minorile che è si conclusa domenica scorsa, il Pontefice ricorda che la Settimana dell’infanzia, organizzata dal santuario in collaborazione con i tribunali regionali del lavoro e la procura generale del lavoro dello stato di São Paulo, «ha l’obiettivo di promuovere lo sra- Il Papa per la settimana dell’infanzia in Brasile Con la tutela dei bambini cresce l’intera società dicamento del lavoro infantile e di offrire ai bambini un’educazione di qualità che assicuri loro un futuro migliore». Francesco scrive di serbare ancora vivo nel cuore il ricordo dell’inaugurazione, il 3 settembre, della statua di Nostra Signora di Aparecida nei giardini vaticani e, tornando a parlare dell’iniziativa, invita a non dimenticare che «i bambini sono un segno di speranza e un segna- le indicatore per capire lo stato di salute di una famiglia, di una società e del mondo intero. Quando i bambini sono accolti, amati, protetti, tutelati da una famiglia saggia, la società migliora e il mondo è più umano», osserva il Papa, e, per questo, «dobbiamo rinnovare sempre il nostro auspicio di accogliere di più e meglio i bambini». La lettera si conclude con la speranza che la campagna per lo sradicamento del lavoro minorile possa essere «fruttuosa nei suoi propositi» e, per questo il Papa invoca «la luce dello Spirito santo affinché illumini tutti i partecipanti e, al tempo stesso, attraverso l’intercessione di Nostra Signora Aparecida, imparto loro la benedizione apostolica, chiedendo di continuare a pregare per me». CITTÀ DEL MESSICO, 19. L’insicurezza e la violenza sono un riflesso di corruzione, impoverimento, mancanza di opportunità per la popolazione. È quanto sostiene «Desde la Fe», settimanale dell’arcidiocesi di México, in un editoriale dedicato alla difficile situazione del paese nel quale, viene ricordato, continuano a moltiplicarsi gli episodi di violenza efferata, senza che le autorità — Seguridad en punto muerto, è il titolo dell’articolo — mostrino di essere in grado di reagire con efficacia. «In determinate zone del paese la violenza continua a crescere e sembra ormai incontenibile», viene sottolineato dal settimanale che critica «chi sembra non udire il grido evidente della cittadinanza, compromettendo non solo la sicurezza pubblica ma anche qualsiasi aspirazione politica che possa avere per il suo futuro». Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi che hanno causato sconcerto e commozione nell’opinione pubblica: il brutale omicidio di una studentessa ventunenne a Veracruz, l’esecuzione in pieno giorno di un magistrato noto per le inchieste sul narcotraffico, l’amputazione delle mani di sei presunti ladri nello stato di Jalisco a opera di una banda locale di narcotrafficanti. Per non dire dei tre sacerdoti e dei quattro catechisti sequestrati, torturati e uccisi nelle ultime settimane. Insomma, «il paese è in fiamme», sostiene la rivista che cita un’inchiesta dell’Instituto Nacional de Estadística y Geografía diffusa nel settembre scorso nella quale si evidenzia che il 72,3 per cento dei messicani convive con una «percezione quotidiana dell’insicurezza» (era il 66 per cento nel 2012) e almeno un terzo degli intervistati dichiara che un suo familiare diretto è stato vittima di un qualche delitto nell’anno precedente. Intervista all’arcivescovo di Fortaleza all’inizio dell’anno mariano per la Madonna di Aparecida Accoglienti come una madre da Fortaleza FEDERICO JORIO Santuario nazionale dal 1983, la basilica di Aparecida accoglie ogni anno milioni di pellegrini. Un anno mariano per il Brasile. L’occasione sono i trecento anni dal ritrovamento della statua di Nostra Signora Aparecida, avvenuto nel 1717. Di questo evento ecclesiale, vissuto come opportunità di rinnovamento per la Chiesa e la società brasiliana, parla l’arcivescovo di Fortaleza, José Antônio Aparecido Tosi Marques. È il segno che nell’essere umano c’è una grande necessità di avere una relazione filiale e affettiva con la propria madre. Dio stesso ci ha creato con questo bisogno. Perciò l’attrazione interiore verso la maternità di Maria è un fattore molto diffuso in tutto il mondo. Lo vediamo nei tanti luoghi di fede dove si va per pregarla. In Brasile la devozione a Nostra Signora Aparecida è dovuta al modo in cui la statua è stata ritrovata. Lo ha spiegato bene Papa Francesco quando è venuto nel santuario, per la prima volta come Pontefice, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, sottolineando che il ritrovamento di que- Da dove nasce la devozione mariana del popolo brasiliano? Dalla colonizzazione portoghese e dall’opera dei primi missionari. Sin dall’inizio, infatti, lungo la rotta percorsa dai coloni e dagli evangelizzatori, dal nord al sud del Brasile, figli e questa è una grande missione del popolo brasiliano: fare del Paese una vera famiglia. Significativo è anche il fatto che il ritrovamento della statua avvenne in un’epoca storica segnata dalla schiavitù. La Madonna appare sotto la forma di una statua di terracotta con la pelle scura, esprimendo. La lezione è molto chiara: Dio è padre, al di là di qualsiasi etnia e nazionalità, e la sua grazia è rivolta non solo ai poveri, ma anche ai governanti. La principessa Isabella d’O rléans-Braganza fu molto toccata dalla devozione mariana per esigenze personali e familiari e proprio per questo è stata la prima a donare il mantello e la corona alla Madonna, rinunciando alla carica di regnante. Ciò ha anche avviato l’abolizione della schiavitù, con l’emanazione di una legge che permettesse di fatto una convivenza fraterna. Tutto questo è un segnale che Dio ci ha dato e che attraversa la storia del Brasile, vincendo le disuguaglianze e curando i traumi con la figura della madre che si prende cura e accompagna. Nostra Signora Aparecida è di per sé un emblema di evangelizzazione costante. Il 12 ottobre si è aperto il giubileo. Cosa ci si aspetta da questo evento? vennero erette molte chiese dedicate alla Vergine. La devozione all’Immacolata, nonostante non fosse ancora stato proclamato il dogma, era molto sentita tra i portoghesi che la portarono anche qui. La storia di Nostra Signora Aparecida inizia nel 1717, quando tre pescatori trovarono in fondo al fiume Paraíba una statua della Madonna. Gli uomini dovevano procurare il pesce per un banchetto allestito in occasione dell’arrivo nel villaggio di un’importante autorità. Avevano vegliato tutta la notte, ma non erano riusciti a prendere nulla. Poi il ritrovamento della statua in terracotta dell’Immacolata Concezione e l’inizio di una pesca “miracolosa”. Il fatto venne interpretato come un segno della presenza di Dio in una circostanza di necessità e di povertà. sta statua è una lezione che né la Chiesa locale né lo stesso Brasile devono mai dimenticare. E qual è questa lezione? È l’incontro che Dio ha segnato con il popolo brasiliano, attraverso la propria madre: ha mostrato non solo l’affetto per Maria come “mamma”, ma anche il suo proprio modo di essere. Questo fatto deve portare il popolo brasiliano al proprio incontro con Dio e a una vita cristiana che esprima questo suo volto, ossia di un Dio che va incontro ai poveri, ai bisognosi, che va incontro con un gesto materno e scioglie i momenti di angoscia proprio come fece Maria nelle nozze di Cana. Dio viene con modalità che non ci aspettiamo e i pescatori seppero accogliere questa forma insperata. E questa è una lezione che vale per sempre. Dio poi, come fa una madre di famiglia, riunisce i propri Sarà un anno mariano nazionale come è stato anche indicato dalla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani. E ci aspettiamo che da parte di tutti venga accolto quello che il Papa ha detto, ossia una missione di Dio per aiutare non solo la Chiesa ma tutto il Brasile a incontrare la propria identità. Per questo l’apertura dell’anno giubilare è segnata dalla peregrinazione in tutte le diocesi di una copia dell’immagine di Nostra Signora Aparecida, intorno alla quale riunire non solo i cattolici. La celebrazione commemorativa sarà sicuramente un grande evento di ringraziamento a Dio e simboleggerà un momento di accoglienza di questo dono divino, una straordinaria occasione di fratellanza nazionale. Il Brasile ha attraversato fasi storiche con grandi sfide e difficoltà, come quella che stiamo vivendo ora, a tutti i livelli, sia politico che culturale, e che tocca soprattutto le famiglie. Perciò il giubileo mariano sarà un momento di grazia accompagnato da un grande rinnovamento del Brasile. Qual è il posto di Maria nei suoi venticinque anni di episcopato? La relazione di un figlio con la mamma non si può esprimere con poche parole. Penso che questo rap- porto fosse presente nel cuore di Dio prima della mia nascita. Sono il primo figlio di una coppia che si è sposata in tarda età e che per i primi cinque anni non riusciva ad avere figli. Fu mia madre a chiedere alla Madonna questo grande regalo al Signore. Dopo di me sono nati altri cinque fratelli. Non è un caso che sia stato chiamato José Antônio Aparecido. Sin da piccolo la mia educazione è stata caratterizzata da un sentimento cattolico e la devozione alla Madonna era vissuta come una cosa naturale. Sono nato il 13 maggio, festa della Madonna di Fátima, e il matrimonio dei miei genitori è avvenuto l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione. Come si può vedere tutto è collegato con Maria. Pertanto posso dire senza mezzi termini che è stata Maria a guidare i miei passi fino al momento in cui, a 13-14 anni di età, ho sentito la chiamata al sacerdozio. Mai e poi mai avevo pensato di arrivare all’episcopato. Adesso sono già venticinque anni, ma sin dal primo momento ho creduto che fosse Dio a portarmi avanti con l’affetto molto prossimo di Maria. Dapprima sono stato chiamato a Salvador e successivamente a Fortaleza e qui la patrona è la Madonna dell’Assunzione, festeggiata il 15 agosto. Era una festa un po’ dimenticata, non riconosciuta civilmente e anche nella Chiesa era poco valorizzata. Nel 2002 Papa Giovanni Paolo II ha scritto la lettera apostolica Rosarium virginis Mariae e chiamato tutta la Chiesa e i vescovi a valorizzare questa devozione mariana attraverso la celebrazione di un evento religioso. Si stavano celebrando i centocinquant’anni dell’arcidiocesi di Fortaleza e quindi abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso, dal momento che Fortaleza è una città che nasce consacrata alla Madonna anche se poi nel corso degli anni l’originale devozione mariana è stata abbandonata. Il popolo fu chiamato a fare una grande processione, ricordando i pescatori che avevano portato qui l’immagine di Maria ritrovata nel fiume. La processione, che chiamammo “camminata con Maria”, prevedeva anche la recita dei misteri del rosario come era stato proposto da Giovanni Paolo II. Mai ci saremmo aspettati tanta gente: più di ottantamila persone. Da quel momento, la processione si svolge ogni anno il 15 agosto, ricordando il carisma mariano della città. Vi partecipano quasi due milioni di persone. Nei cuori di questa gente c’è una tensione verso la propria madre. E quando viene risvegliata, educa e lavora. Assemblea generale d’autunno dei vescovi statunitensi Pace sociale e sacralità della vita BALTIMORA, 19. Si svolgerà dal 14 al 16 novembre prossimo, a Baltimora, l’assemblea generale di autunno della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). I presuli dovranno discutere e deliberare sul piano strategico 20172020, considerando le cinque priorità approvate lo scorso novembre e cioè: «Evangelizzazione»: spalancare le porte a Cristo attraverso il discepolato missionario e l’incontro personale; «La famiglia e il matrimonio»: incoraggiare e guarire le famiglie, incoraggiare i cattolici ad abbracciare il sacramento del matrimonio; «La vita umana e la dignità»: sostenere la sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, con particolare attenzione per i poveri e i vulnerabili; «Le vocazioni e la formazione permanente»: incoraggiare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, curare la formazione permanente per clero, religiosi e ministri laici; «La libertà religiosa»: promuovere e difendere la libertà di servizio, di testimonianza e di culto, negli Stati Uniti e all’estero. Inoltre saranno presentati diversi rapporti, tra cui un aggiornamento della task-force messa in piedi dall’episcopato statunitense per promuovere la pace nelle comunità. I violenti episodi accaduti in diverse città degli Stati Uniti hanno provocato accese reazioni nei settori intellettuali, politici e religiosi. Si tratta, infatti, non solo di violenza come reazione all’abuso di potere delle forze dell’ordine, ma pure di violenza gratuita, perpetrata da gruppi di persone anche molto giovani. Il fenomeno fa riflettere sulla realtà sociale, politica e religiosa del Paese, e i vescovi sono consapevoli della necessità dei fedeli di ricevere una parola di orientamento per assicurare la pace sociale nelle proprie città. Durante i lavori si procederà anche al rinnovo delle cariche, fra le quali quella di presidente della Conferenza episcopale, fino a ora ricoperto dall’arcivescovo di Louisville Joseph Edward Kurtz. † Il Presidente del Fondo Pensioni vaticano, Prof. Nino Savelli, unitamente ai membri del Consiglio d’Amministrazione, al Direttore, Avv. Stefano Di Pinto, e al personale dell’Ufficio del Fondo si uniscono nella preghiera al dolore di S.E.R. Mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, per la perdita del padre ANTONIO MARIA L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 20 ottobre 2016 pagina 7 Attualità di don Mazzolari La parola ai poveri di LEONARD O SAPIENZA «Non possiedo niente. La roba non mi ha fatto gola e tanto meno occupato. Non ho risparmi, se non quel poco che potrà sì o no bastare alle spese dei funerali che desidero semplicissimi, secondo il mio gusto e l’abitudine della mia casa e della mia chiesa. Non ho niente e sono contento di non avere niente da darvi. Intorno al mio altare come intorno alla mia casa e al mio lavoro non ci fu mai “suon di denaro”: il poco che è passato nelle mie mani — avrebbe potuto essere molto se ci avessi fatto caso — è andato dove doveva andare. Se potessi avere un rammarico su questo punto, ri- Dov’è la vera ricchezza Ci farà bene leggere e meditare queste pagine molto attuali di Don Primo Mazzolari, sacerdote coraggioso. Lui ci ricorda che i poveri sono la vera ricchezza della Chiesa, i poveri sono l’unica salvezza del mondo! Chiediamo al Signore la grazia di vedere i poveri che bussano al cuore, e di uscire da noi stessi con generosità, con atteggiamento di misericordia, perché la misericordia di Dio possa entrare nel nostro cuore. Vaticano, 21 aprile 2016 FRANCESCO guarderebbe i miei poveri e le opere della parrocchia che avrei potuto aiutare largamente: ma siccome ovunque ci sono poveri e tutti i poveri sono del Signore...». Così scriveva don Primo Mazzolari nel suo Testamento. Era nato in una famiglia povera e vissuto sempre tra poveri, a cominciare dagli scopai di Cicognara, dove aveva iniziato il suo ministero sacerdotale. Poveri e «lontani» divennero le due passioni umane e cristiane di tutta la sua vita. E il suo non fu solo un sentimento, diventò azione, per i poveri, per i sofferenti, per gli «ultimi», per i reduci delle due guerre mondiali, per i contadini. Per lui, Dio non era un pretesto per amare i poveri, ma erano piuttosto i poveri una possibilità per amare Dio. Scrive Enzo Bianchi: «So bene che è più facile pensare ad una “cattedra dei non credenti” che a una “cattedra dei poveri”». Ma è proprio quello che fa don Mazzolari, testimone di tanta miseria materiale, morale e spirituale. Dà «la parola ai poveri». Su Adesso, il quindicinale da lui fondato, tiene una rubrica proprio con questo titolo: «La parola ai poveri». Era cosciente che parlare dei poveri è un discorso poco interessante. Parlare ai poveri era assai comodo. Parlare in nome dei poveri è un discorso ambìto da molti. Dare la parola ai poveri è un’altra cosa. E così presenta pagine semplici e vive, rapide e audaci: non retoriche, non idilliche, non patetiche, non pacifiche. Un mese prima di morire consegnò all’editrice La Locusta una raccolta di quegli scritti, che fu pubblicata nel 1960 con il titolo La parola ai poveri. Quei testi vengono riportati in questo volume, insieme ad altri non presenti nelle prime edizioni. Nella presentazione della prima edizione l’editore annotava: «Sono pagine che non piaceranno a molti cattolici d’oggi». E certamente anche oggi più di qualcuno troverà da ridire davanti ad alcune affermazioni di don Primo. Sorprendentemente si nota una convergenza di vedute tra quanto scriveva ieri don Mazzolari e quanto annuncia oggi Papa Francesco. Un solo esempio, tra i tanti che i lettori attenti potranno rilevare: «I destini del mondo si maturano in periferia», scriveva don Mazzolari; «La realtà insieme si capisce non dal centro, ma dalle periferie. Si capisce meglio», diceva Papa Francesco visitando una parrocchia della periferia romana, poco dopo la sua elezione. Per quanto riguarda la povertà e i poveri, sembra che nulla sia cambiato dai tempi di don Mazzolari ai nostri. Vari Rapporti della Caritas informano che «esplode la povertà e il welfare arranca». «Italiani sempre più poveri: otto milioni i poveri nel nostro Paese». E oggi, poi, si aggiunge il dramma dei profughi che sbarcano sulle nostre coste. È per questo che, ancora recentemente, Papa Francesco ha affermato: «I poveri sono la proposta forte che Dio fa alla Chiesa affinché cresca nell’amore e nella fedeltà». L’ostinata parola di Mazzolari, la sua essenziale verità, il suo inalienabile amore sono i poveri. I poveri visti di fronte agli uomini, di fronte a Cristo, di fronte ai cristiani. Per l’amore ai suoi poveri, don Primo combatte la sua battaglia per una Chiesa povera e per i poveri. Nei suoi scritti, da La più bella avventura, a Il samaritano, a I lon- tani, a Dietro la Croce, a Il Compa- tenzione, di interesse, di ascolto, gno Cristo, a La pieve sull’argine, di rispetto, di affetto da parte di per finire con La Via Crucis del po- quanti la guardano, la giudicano, vero, don Mazzolari ci stimola a la interrogano, le chiedono di essequella «rivoluzione cristiana» che re accolti nel suo grembo per divede nel povero il fratello: «Chi ventare partecipi della sua vita e conosce il povero conosce il fratel- della sua missione. lo; chi vede il fratello vede Cristo; Riascoltiamo la parola di don chi vede Cristo vede la vita e la Primo: «Il povero è Gesù. sua vera poesia, perché la carità è la poesia del cielo portata sulla terra». Fin dal primo numero della sua rubrica, don Mazzolari afferma: «Non chiedetemi subito perché sia tanto difficile dare la Si apre con un autografo di Papa parola ai poveri. La riFrancesco — che pubblichiamo in questa sposta verrà fuori da pagina insieme con la presentazione del sola, alla fine». curatore, reggente della Prefettura della E, al termine della Casa Pontificia — il libro La parola ai lettura di queste pagipoveri (Bologna, Edizioni Dehoniane, ne, il lettore troverà 2016, pagine 189, euro 15), che raccoglie facilmente la risposta. alcuni testi di don Primo Mazzolari Quella che ha fatto usciti sul quindicinale Adesso tra il 1949 e dire a qualcuno: «Ceril 1957. Il volume è stato presentato al chiamo di diventare Pontefice lo scorso mercoledì 12 ottobre, Chiesa dei poveri, perdurante l’udienza generale. ché i ricchi possono trovare posto in una Chiesa povera e di poveri, mentre i poveri Se non ci sono più poveri, non non possono trovare posto in una Chiesa ricca e di ricchi». La Chie- c’è neanche Gesù. Chi ha poca carità vede pochi sa è veramente di tutti se è verapoveri; mente la Chiesa dei poveri. chi ha molta carità vede molti La povertà è la condizione indispensabile della Chiesa per dare poveri; chi non ha nessuna carità non credito alla propria missione, per apparire «credibile», degna di at- vede nessuno». Con un autografo del Papa Gruppi di fedeli all’udienza generale All’udienza generale di mercoledì 19 ottobre, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti all’Assemblea Generale della “Catholica Unio Internationalis”; Fratelli Maristi; Fratelli delle Scuole Cristiane; Suore della Presentazione di Maria; Suore della Società del Sacro Cuore; Suore di San Giovanni Battista; Partecipanti all’Incontro «Donne - Medio Oriente - Mediterranea»; Partecipanti al Seminario promosso dall’Università della Santa Croce, di Roma. Dall’Italia: Pellegrinaggio della Diocesi di Caltagirone, con il. Vescovo Calogero Peri; Cresimati della Diocesi di Faenza-Modigliana, con il Vescovo Mario Toso; Giovani dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni; Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: Santo Stefano, in Vermiglio; San Leonardo, in Castelnuovo; Sant’Andrea, in Suisio; San Pietro, in Tagliuno; San Martino, in Milano; San Giorgio, in Molteno; Sant’Antonino, in Borgo Val di Taro; San Bartolomeo, in Torino; San Giuseppe, in Termo; Santa Teresa del Bambin Gesù, in Limone; Santa Barbara e San Nicola de Flue, in Fossamastra; Natività della Beata Vergine Maria, in Vigarano Mainarda; San Lorenzo, in Montese; San Vicinio, in Sacramora; Santa Maria a Mare, in Viserba di Rimini; Madonna dei sette dolori, in Pescara; San Giuseppe, in Capanne e Marti; Sant’Antonio, in Ripa di Seravezza; San Cristoforo, in Barga; San Pietro, in Figline di Prato; San Pietro, in Zagarolo; San Michele, in Ausonia; San Nicandro, in Calvi Risorta; Sant’Egidio, in Montefusco; San Rocco, in Aversa; San Filippo Neri, in Frattamaggiore; Santa Maria delle Grazie, in Napoli; Santa Maria del Piano, in Maierà; Santa Maria Annunziata e Assunta, in Forza d’Agrò; Santa Maria delle grazie, in Sant’Alessio Siculo; Santa Lucia, in Mistretta; Maria Santissima di Lourdes, in Gliaca di Piraino; Natività di Maria Vergine, in Bonorva; Cuore Immacolato di Maria, in Sassari; Gruppi di fedeli dalle Parrocchie di Lainate, Concordia Sagittaria, Casalecchio di Reno; Partecipanti al Festival della Diplomazia; Ufficiali dell’Accademia Militare di Modena; Associazione europea operatori di Polizia, di Aci Castello; Associazione nazionale privi di vista, di Bari; Associazione Bettina, di Campi Bisenzio; Associazione Diversamente disabili; Associazione Arcobaleno, di Lainate; Associazione gruppo giovani, di San Mango Piemonte; Associazione nazionale Vigili del fuoco, di Brindisi; Associazione Pubblica assistenza, di Massa; Associazione AVIS, di Medio Verbano, e Cogliate; Fondazione Mantovani, di Arconate; Obbligazionisti e Azionisti delle Banche in liquidazione; gruppo Caritas, di Imola; gruppo Finmeccanica, di Nola; gruppo di preghiera dell’Immacolata, di Pellaro; gruppo Lavoratori Stampi Group, di Loiano; gruppo dell’Unitalsi; gruppo Unitre, di Macomer; gruppo Vicini ai Santi, di Verona; gruppo Gli amici degli ulivi Salentini, di Brindisi; gruppo ex-Alunni del Liceo Morelli, di Vibo Valentia; gruppo Dopolavoro ferroviario, di Cuneo; gruppo Camper club Etruria; gruppo folkloristico «I picétt del Grenta», di Valgreghentino; gruppo Adozioni dalle Filippine; Movimento domenicano del Rosario; Collegio dei Geometri, di Catanzaro; Ciclopellegrinaggio della Misericordia, di Varese; Centro diurno, di Campi Salentina; Circolo anziani, di Pimonte; Liceo «Ricci-Curbastro», di Lugo; Istituto Medi, di San Marco dei Cavoti; Istituto Volta, di Pescara; Istituto Le streghe, di Benevento; Istituto Fusinato, di Schio; Istituto comprensivo, di Piegaro; Scuola Ariosto, di Albinea; gruppi di fedeli da Angolo Terme, Adrano, Milano, Rovato, Pordenone, Valli Cuneesi, Monteriggioni, Torre Boldone, Clusone, Vallà di Riese, Cerignola, Latiano, Giaveno, Arezzo, Camerana Saliceto. Dalla Svizzera: Parrocchia San Francesco, di Winterthur. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Slovacchia; Ungheria; Slovenia; Repubblica Ceca; Lituania. I polacchi: Pielgrzymi z parafii: Trójcy Przenajświętszej z Grajewa, Matki Bożej Różańcowej z Luzina, św. Jana Apostoła z Warszawy, Ducha Świętego i Miłosierdzia Bożego z Tych, św. Wojciecha z Radzionkowa, Najświętszego Serca Pana Jezusa z Rybnika-Boguszowic, św. Mateusza Apostoła i Ewangelisty z Mielca, św. Ojca Pio z Wrocławia; członkowie Klubu Inteligencji Katolickiej z Płocka; laureaci Ogólnopolskiej Olimpiady Teologii Katolickiej; członkowie Stowarzyszenia Matki Bożej Królowej Pokoju i Pojednania z Białegostoku; grupy turystyczno-pielgrzymkowe z Opola i Łowicza; pielgrzymi indywidualni. De France: Groupe de prêtres, du diocèse d’Orléans, avec Mgr Jacques Blaquart; groupes de pèlerins des diocèses de Rennes et de Vannes; paroisses de Sanary, de Royan et de Revin; Troisième régiment de parachutistes d’infanterie de Marine; Lieutenance de France de l’Ordre du Saint-Sépulcre; lycée Sainte-Marie, de Lyon; école Saint-Joseph, de Perchamps. De Suisse: Ecole catholique du Chablais. De Belgique: Groupe de pèlerins. From various Countries: Delegates attending the General Chapter of the Congregation of the Missionaries of Mariannhill; NATO personnel participating in the VII Festival of Diplomacy. From England: Pilgrims from the Diocese of Shrewsbury, accompanied by Bishop Mark Davies; Pilgrims from the following parishes: St Ann, Kingston Hill, Kingston upon Thames; St Mary, Ormskirk, Liverpool; St Saviour, Lewisham, London; St Peter the Apostle, Greenwich Deanery, London; St Anselm, Tooting Bec, London; St Joseph, Harrogate, North Yorkshire; St Michael, Knottingley, West Yorkshire; A pilgrim group of teachers from the Archdiocese of Liverpool; Pupils and teachers from St Helen’s Catholic Primary School, Brentwood, Essex. From Scotland: Pilgrims from the Diocese of Motherwell, accompanied by Bishop Toal; Pilgrims from the following parishes: St Bartholomew, Glasgow; St Vincent De Paul, East Kilbride, Lanarkshire; Singers from the “Schola Benedicti”, Diocese of Paisley. From Ireland: Pilgrims from St An- Saints, Littleton, Colorado; St Sylvester, Gulf Breeze, Florida; St Benedict, Johns Creek, Georgia; St Ignatius, Baltimore, Maryland; Our Lady of La Vang, Wyoming, Michigan; St Rose of Lima, East Hanover, New Jersey; Our Lady Queen of Peace, Pitman, New Jersey; Mary, Mother of Mercy, Pitman, New Jersey; St Leo the Great, Amherst, New York; Our Lady of the Assumption, Baldwinsville, New York; St Mary Help of Christians, Shelby, North Carolina; Our Lady of Fatima, Fort Worth, Texas; St Leo, Inwood, West Virginia; Students and faculty from: St John’s University, Queens, New York, Rome Campus; Xavier University, Cincinnati, Ohio; Pilgrim groups from: China, Singapore and South Africa. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrge- brock; St. Clemens, Kaldenkirchen; Hl. Papst Johannes XXIII., Köln; St. Barbara, Lahnstein; St. Quirinus, Langenfeld; St. Jakob, Lenggries; St. Aldegundis, Leverkusen; St. Wolfgang, St. Pankratius, St. Peter u. Paul, Mudau; St. Anna, Neuenkirchen; St. Franziskus, Rennerod; St. Gallus, Scheidegg; St. Peter und Paul, Straelen; Liebfrauen, Trier; St. Remigius, Viersen; St. Elisabeth, Weißenfels; St. Johann Baptist, Wessobrunn; St. Andreas, Wonfurt; Pilgergruppen aus dem Bistum Erfurt; Erzbistum Freiburg; Erzbistum München und Freising; Bistum Münster; Erzbistum Paderborn; Bistum Passau; Pilgergruppen aus Beilngries; Georgsmarienhütte; Michelstadt; Neustrelitz; Oberkirchen; Radolfzell; Regensburg; Stuttgart; Trier; Malteserwallfahrt für kranke und behinderte Kinder; Kolpingfamilie St. Cyriakus, thony’s Church and St MacNissi’s Church, Larne, County Antrim. From Denmark: Pilgrims from the Diocese of Copenhagen; Pilgrims from St Paul’s Parish, Copenhagen. From Finland: Pilgrims from the Evangelical Lutheran Church. From The Netherlands: Pilgrims from the “Council of Churches”; Members of the Indonesian Catholic Community. From Ghana: A delegation from the Forum of Papal Knights and Dames of St Gregory the Great and St Sylvester, Pope. From Uganda: A delegation from the Ministry of Youth and Children Affairs. From Indonesia: Pilgrims from the Archdiocese of Semarang; Pilgrims from the following Catholic Churches: St Peter, Negara, Bali; St Paul, Pringgolayan, Bantul; St Theresa, Jakarta; St Gabriel, Pulo Gebang; St James, Surabaya. From The Philippines: Pilgrims from: Diocese of Marbel, accompanied by Bishop Dinualdo Gutierrez; St Isidore the Farmer Church, Diocese of Iligan; A group of Manila University alumni. From the United States of America: Pilgrims from: Archdiocese of Washington, D C; Archdiocese of Baltimore, Maryland; Diocese of Sacramento, California; Diocese of Scranton, Pennsylvania; Diocese of Laredo, Texas; Pilgrims from the following parishes:; St Joseph, Modesto, California; St Bede the Venerable, La Cañada Flintridge, California; St John the Baptist, Oakland, California; St Francis of Assisi, San Jose, California; Vietnamese Martyrs, Sacramento, California; Our Lady of Guadalupe, Denver, Colorado; All Aus der Republik Österreich: Pilger aus folgenden Pfarren: Militärpfarre beim Militärkommando Burgenland; St. Martinus, Eisenstadt; St. Othmar, Kirchberg ob der Donau; St. Martin, Klosterneuburg; Katholische Studentenverbindung Rhenania, Wien im MKV; Teilnehmer an den KinderSommerSpielen im Augustiner Chorherrenstift, Herzogenburg; Schülerinnen, Schüler und Lehrer aus dem Bischöflichen Gymnasium, Graz. Aus der Schweizerischen Eidgenos- senschaft: Pilger aus den Pfarren St. Martin, Olten; St. Peter und Paul, Uzwil; Ministranten aus folgenden Pfarren: St. Anna und St. Johannes, Eggersriet-Grub SG; Bruder Klaus, Kerzers; Firmlinge aus folgenden Pfarren: Eschenbach; St. Gallenkappel; Goldingen, Walde und St. Vinzenz; Seelsorgeeinheit Oberer Seebezirk. Uit het Koninkrijk der Nederlanden: Seminaristen van het Grootseminarie uit het Aartsbisdom Utrecht en Bisdom Roermond en Breda; Pelgrimsgroep uit de parochie van Sint Titus Brandsma; Grootkoor Holland. From Malta: Pilgrims from “Hospice Malta”. From Japan: Pilgrims from Ogori Catholic Church, Fukuoka; A delegation of “Rissho Kosei-kai Buddhists”. Runge-Gymnasium, Wolgast; Messdiener aus folgenden Pfarreien: Dekanat Ahr-Eifel; Seelsorgebereich St. Tarcisius, Elsdorf; Seelsorgeeinheit St. Cyriakus, Marburg; DPSG Pfadfinderstamm St. Martin, Bad Orb. meinden St. Heinrich, St. Laurentius und St. Martinus, Aachen; St. Vitus, Andechs; St. Marien und St. Willibrord, Bad Neuenahr-Ahrweiler; Herz Jesu, Berlin; St. Theresia vom Kinde Jesu, Berlin; St. Laurentius, BobenheimRoxheim; St. Anna, Braunfels; St. Matthäus, Burghaun-Steinbach; Pastoraler Raum Blasiusberg, Dorndorf; St. Josef, Dortmund-Wellinghofen; St. Anna, Düren; St. Gabriel, Duisburg; St. Michael, Duisburg; St. Vitus, Ellwangen; St. Peter und Paul, Eltville; St. Sebastian, Eppelborn; Mariä Heimsuchung, Eslohe-Niederlandenbeck; St. Georg, Essen; Heilige Maria, Esslingen; Mariä Himmelfahrt und St. Markus, Frankfurt; St. Johannes der Täufer, Fulda; St. Lamberti, Gladbeck; St. Johannes d. Täufer, Glonn; Seliger Johannes Prassek, Hamburg-Rahlstedt; Erscheinung des Herrn, Heppenheim; St. Paulus, Herford; Sankt Marien, Hof; St. Johannes Baptist, Holte-Stuken- Bottrop-Mitte; Katholische Vietnamesische Gemeinschaft, Essen; Kirchenchor aus der Pfarrei St. Marien, Freudenberg; Kolpingfamilie Greding; Studienreise der Klosterkammer Hannover; CDU Frauen-Union, Kreis Heinsberg; Ökumenische Pilgergruppe aus der Evangelisch-Lutherischen Kreuzkirche, Henstedt-Ulzburg; Ständige Diakone aus dem Erzbistum Köln; Reisende der Kirchenzeitung aus dem Erzbistum Köln; Domchor der Kathedrale von Mainz (150-jähriges Bestehen); Geistliche Gemeinschaft Totus Tuus, Münster; Kolpingsfamilie Schloss Neuhaus; Katholisches Ferienwerk, Oberhausen; Andreaswerk, Vechta; Schützenbruderschaft St. Peter und Paul 1879, NeussRosellerheide; Schülerinnen, Schüler und Lehrer folgender Schulen: Gymnasium, Bad Essen; Grundschule am Salzbach, Bad Laer; Gymnasium, Damme (50-jähriges Jubiläum); Erzbischöfliches St. Ursula Gymnasium, Düsseldorf; De España: grupo de Sacerdotes de la Diócesis de Lugo; Peregrinación de la Diócesis de Córdoba, con S.E. Mons. Demetrio Fernández González; Parroquia de Nuestra Señora del Carmen, de Sueca; Parroquia de Nuestra Señora de Aravaca, Torrelodones; Parroquia de Santa María la Mayor, de Ronda; Parroquia de Suances; Arciprestazgo de Ayllón; Curso de Segundo de Bachillerato del Colegio de Fomento; Bachillerato de Esclavas del Sagrado Corazón de Jesus, de La Coruña; Asociación de empleados de Líneas aéreas Iberia; grupo de peregrinos de Alicante; grupo de la Misión católica de lengua española en Bonn, y Colonia. De México: grupos de peregrinos. De la Republica Dominicana: grupo Renovación carismática. De Ecuador: grupo de peregrinos. De Perú: grupo de peregrinos de la Diócesis de Chiclayo. De Argentina: Parroquia Nuestra Señora de la Merced, de Beccar; grupo de Schoenstatt; Colegio Cardenal Copello, de Buenos Aires; Coro Johann Sebastian Bach, de Venado Tuerto; Ballet de danzas folclóricas "Pago Montielero", de Entre Ríos; grupos de peregrinos de San Juan, y de La Rioja. Do Brasil: Paróquia da Imaculada Conceição, de Mogi Guaçu; Paróquia de Nossa Senhora da Conceição, de Pereiras. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 20 ottobre 2016 Il Papa accanto alla statua del cura Brochero All’udienza generale il Papa ricorda che le esigenze dei poveri interpellano tutti Cibo e acqua diritti universali «L’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani»: lo ha ribadito Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 19 ottobre in piazza San Pietro. Proseguendo la riflessione sulle opere di misericordia il Pontefice si è soffermato sulle prime due corporali: «dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati». Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Una delle conseguenze del cosiddetto “benessere” è quella di condurre le persone a chiudersi in sé stesse, rendendole insensibili alle esigenze degli altri. Si fa di tutto per illuderle presentando modelli di vita effimeri, che scompaiono dopo qualche anno, come se la nostra vita fosse una moda da seguire e da cambiare ad ogni stagione. Non è così. La realtà va accolta e affrontata per quello che è, e spesso ci fa incontrare situazioni di bisogno urgente. È per questo che, tra le opere di misericordia, si trova il richiamo alla fame e alla sete: dare da mangiare agli affamati — ce ne sono tanti oggi — e da bere agli assetati. Quante volte i media L’abbraccio a due giovani profughi ivoriani Nell’abbraccio con cui Francesco ha accolto sul sagrato di piazza San Pietro due profughi scappati dalla Costa d’Avorio — il ventunenne Abo e il venticinquenne Koffi, entrambi cristiani non cattolici — c’è la testimonianza concreta dell’appello, lanciato nella catechesi, a lasciarsi interpellare dai poveri annullando le distanze. I due giovani ivoriani hanno percorso a piedi la via Francigena, da Monteriggioni a Roma, proprio per portare a Francesco «le ferite inferte da povertà, discriminazioni, violenze e abusi dei trafficanti, ma soprattutto la speranza in un domani migliore». A raccontare le loro storie è don Doriano Carraro, direttore dell’ufficio pastorale per i migranti e dell’associazione San Francesco di Siena. «Camminando insieme con alcuni volontari impegnati nell’accoglienza — spiega il sacerdote — abbiamo chiesto alla divina misericordia la riconciliazione dei cuori e dei popoli, in un clima di richiesta di perdono ai nostri fratelli africani, nella preghiera e nell’esperienza dell’incontro con le comunità che ci hanno accolto lungo la strada». Abo e Koffi lavorano, a loro volta, nel servizio di ospitalità dei pellegrini nei due punti di accoglienza lungo la Francigena aperti dall’associazione. Sono centocinquantatré, al momento, i profughi e richiedenti asilo ospitati da don Carraro: proprio in questi giorni, racconta, «sono arrivate due giovani mamme con i loro bambini, uno di appena sette mesi». In più «abbiamo aperto le porte anche a studenti africani poveri e a famiglie con difficoltà, per dare un segnale chiaro che l’accoglienza va fatta sempre e bene». E un segno forte è anche la scelta della gente di Mistretta, in provincia di Messina, di venire a parlare con il Papa della crisi del loro piccolo paese, ma anche della volontà di non rassegnarsi. «Dobbiamo fare i conti con la riduzione della popolazione, con la disoccupazione soprattutto giovanile e anche con il ridimensionamento dei punti di riferimento sociale e istituzionale come l’ospedale e il tribunale» spiega il parroco di Santa Lucia, monsignor Michele Placido Giordano. E così per donare a Francesco il quadro della Madonna dei miracoli sono venuti anche il sindaco e alcuni consiglieri comunali. «Donne operatrici di pace per una cultura dell’incontro e del dialogo» è il tema della seconda conferenza che fino al 23 ottobre vede protagoniste a Bari «le donne del Medio oriente e del Mediterraneo». A presentarne i contenuti e gli obiettivi a Francesco sono state le rappresentanti dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche e del Forum internazionale di Azione cattolica. «Dopo la prima conferenza di Amman nel 2014 — spiegano — continua la riflessione di donne che si sentono impegnate in prima linea per costruire ponti per la convivenza pacifica tra religioni e culture diverse in due delle aree del pianeta più segnate da conflitti, quello siriano in primo luogo, e tensioni sociali: dalle primavere arabe agli esodi migratori, con le enormi ripercussioni sulle famiglie e sulla condizione femminile». Con l’obiettivo di ripensare nuove regole di convivenza, che guardano anche alle migrazioni e a un’economia sostenibile, seimila studenti italiani, liceali e universitari, attenti alle questioni politiche ed economiche, sono a Roma, fino al 28 ottobre, per la settima edizione del festival della diplomazia. Mentre progetti di solidarietà per i più poveri in Polonia sono stati presentati a Francesco dalla fondazione Centrum Twórczosci Narodowej, composta da artisti, intellettuali e scienziati. «Puntiamo al reinserimento sociale di quanti sono stati gettati ai margini della vita sociale» spiegano. Un’attività svolta anche «in contatto con l’Elemosineria apostolica, che si preoccupa di segnalare quanti rientrano in Polonia e cercano un lavoro, una casa e un sostegno fraterno per ricominciare». ci informano di popolazioni che soffrono la mancanza di cibo e di acqua, con gravi conseguenze specialmente per i bambini. Di fronte a certe notizie e specialmente a certe immagini, l’opinione pubblica si sente toccata e partono di volta in volta campagne di aiuto per stimolare la solidarietà. Le donazioni si fanno generose e in questo modo si può contribuire ad alleviare la sofferenza di tanti. Questa forma di carità è importante, ma forse non ci coinvolge direttamente. Invece quando, andando per la strada, incrociamo una persona in necessità, oppure un povero viene a bussare alla porta di casa nostra, è molto diverso, perché non sono più davanti a un’immagine, ma veniamo coinvolti in prima persona. Non c’è più alcuna distanza tra me e lui o lei, e mi sento interpellato. La povertà in astratto non ci interpella, ma ci fa pensare, ci fa lamentare; ma quando vediamo la povertà nella carne di un uomo, di una donna, di un bambino, questo ci interpella! E perciò, quell’abitudine che noi abbiamo di sfuggire ai bisognosi, di non avvicinarci a loro, truccando un po’ la realtà dei bisognosi con le abitudini alla moda per allontanarci da essa. Non c’è più alcuna distanza tra me e il povero quando lo incrocio. In questi casi, qual è la mia reazione? Giro lo sguardo e passo oltre? Op- pure mi fermo a parlare e mi interesso del suo stato? E se fai questo non mancherà qualcuno che dice: «Questo è pazzo perché parla con un povero!». Vedo se posso accogliere in qualche modo quella persona o cerco di liberarmene al più presto? Ma forse essa chiede solo il necessario: qualcosa da mangiare e da bere. Pensiamo un momento: quante volte recitiamo il “Padre nostro”, eppure non facciamo veramente attenzione a quelle parole: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Nella Bibbia, un Salmo dice che Dio è colui che «dà il cibo ad ogni vivente» (136, 25). L’esperienza della fame è dura. Ne sa qualcosa chi ha vissuto periodi di guerra o di carestia. Eppure questa esperienza si ripete ogni giorno e convive accanto all’abbondanza e allo spreco. Sono sempre attuali le Nel saluto ai polacchi il ricordo di padre Popiełuszko Dalla parte degli operai e delle famiglie «Il beato martire don Popiełuszko» pagò di persona il suo impegno «a favore degli operai e delle loro famiglie, chiedendo giustizia e degne condizioni di vita». Così Papa Francesco ha ricordato, nel giorno della festa liturgica, il prete polacco ucciso il 19 ottobre 1984, salutando i vari gruppi di fedeli al termine dell’udienza generale. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i sacerdoti della Diocesi di Orléans, accompagnati da Mons. Jacques Blaquart, e gli altri fedeli venuti da Francia, Svizzera e Belgio. Cari fratelli, il poco che abbiamo, se lo rimettiamo nelle mani di Gesù condividendolo con gli altri nella fede, diventa una ricchezza sovrabbondante. Attraverso la nostra generosità, non temiamo di essere, per i nostri fratelli, la rivelazione della misericordia del Padre. Dio vi benedica! Il Papa ha salutato la delegazione dell’associazione Catholica unio internationalis, fondata per sostenere le Chiese orientali: erano presenti il nuovo presidente monsignor Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, con il presidente uscente monsignor Alois Kothgasser, arcivescovo emerito di Salisburgo. Nella prospettiva ecumenica del prossimo viaggio in Svezia, particolarmente significativo l’incontro di Francesco con Jari Jolkkonen, vescovo evangelico luterano di Kuopio e rappresentante della commissione finlandese per il dialogo con la Chiesa cattolica. Il Pontefice ha anche accolto la delegazione della Orientale lumen foundation che promuove le relazioni tra cattolici orientali e ortodossi negli Stati Uniti d’America. A guidarla il presidente Jack Figel con Evanghelos Prieston, diacono della Chiesa ortodossa antiochena americana. Gli arazzi dei sette nuovi santi canonizzati domenica scorsa hanno richiamato le loro testimonianze anche durante l’udienza generale. E così particolare emozione ha suscitato la statua, a grandezza naturale, del cura Brochero, opera dell’artista argentino Fernando Pugliese. Mentre tra i pellegrini venuti per Alfonso Maria Fusco c’era anche il nipote, Bruno Venturini, tra i più noti esponenti della canzone napoletana. parole dell’apostolo Giacomo: «A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in sé stessa è morta» (2, 14-17) perché è incapace di fare opere, di fare carità, di amare. C’è sempre qualcuno che ha fame e sete e ha bisogno di me. Non posso delegare nessun altro. Questo povero ha bisogno di me, del mio aiuto, della mia parola, del mio impegno. Siamo tutti coinvolti in questo. È anche l’insegnamento di quella pagina del Vangelo in cui Gesù, vedendo tanta gente che da ore lo seguiva, chiede ai suoi discepoli: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro possano mangiare?» (Gv 6, 5). E i discepoli rispondono: «È impossibile, è meglio che tu li congedi...». Invece Gesù dice loro: «No. Date loro voi stessi da mangiare» (cfr. Mc 14, 16). Si fa dare i pochi pani e pesci che avevano con sé, li benedice, li spezza e li fa distribuire a tutti. È una lezione molto importante per noi. Ci dice che il poco che abbiamo, se lo affidiamo alle mani di Gesù e lo condividiamo con fede, diventa una ricchezza sovrabbondante. Papa Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas in veritate, afferma: «Dar da mangiare agli affamati è un imperativo etico per la Chiesa universale. [...] Il diritto all’alimentazione, così come quello all’acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti. [...] È necessario pertanto che maturi una coscienza solidale che conservi l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni» (n. 27). Non dimentichiamo le parole di Gesù: «Io sono il pane della vita» (Gv 6, 35) e «Chi ha sete venga a me» (Gv 7, 37). Sono per tutti noi credenti una provocazione queste parole, una provocazione a riconoscere che, attraverso il dare da mangiare agli affamati e il dare da bere agli assetati, passa il nostro rapporto con Dio, un Dio che ha rivelato in Gesù il suo volto di misericordia. Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Malta, Ghana, Uganda, Sud Africa, Indonesia, Cina, Singapore, Giappone, Filippine e Stati Uniti d’America. Con fervidi auguri che il presente Giubileo della Misericordia sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, invoco su voi tutti la gioia e la pace del Signore Gesù! Sono lieto di accogliere i pellegrini provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Saluto in particolare la Corale della Cattedrale di Magonza e i numerosi giovani, allievi e ministranti, specialmente il folto gruppo del Liceo di Damme. Questo incontro con il Papa e con la Chiesa universale a Roma vi renda saldi nella testimonianza di Cristo, affinché la vostra fede sia sempre più operosa nella carità. Di cuore benedico voi e i vostri cari. Dios, a su vez, les corresponderá con su gracia y los colmará de una auténtica alegría. Muchas gracias. Carissimi pellegrini di lingua portoghese, vi saluto cordialmente tutti, con una menzione speciale per i gruppi parrocchiali di Mogi Guaçu e di Pereiras, augurandovi in quest’Anno Giubilare la grazia di fare esperienza della grande potenza della Misericordia, che ci fa entrare nel cuore di Dio e ci rende capaci di guardare il mondo con più bontà. Così Dio benedica voi e le vostre famiglie. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, Gesù ci invita a fare spazio nel nostro cuore all’urgenza di «dare da mangiare agli affamati», condividere ciò che abbiamo con coloro che non hanno i mezzi per soddisfare un bisogno così primario, ci educa a quella carità che è un dono traboccante di passione per la vita dei poveri che il Signore ci fa incontrare. Il Signore vi benedica! gliana, accompagnati da Mons. Mario Toso; i partecipanti al Seminario promosso dall’Università della Santa Croce; i ragazzi dell’Azione Cattolica di BrindisiOstuni e i fedeli di Mistretta. Saluto il pellegrinaggio delle Suore di San Giovanni Battista, qui convenute per la Canonizzazione di Sant’Alfonso Maria Fusco, ed auspico che il carisma del fondatore venga diffuso anche nell’odierna società. Saluto gli ufficiali dell’Accademia di Modena; la Fondazione Centro di creatività nazionale; l’Associazione Diversamente disabili e i partecipanti al Secondo Incontro Donne, Medio oriente e Mediterraneo. Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente i gruppi parrocchiali e la gioventù salesiana di Bratislava. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Giornata Missionaria Mondiale, occasione preziosa per riflettere sull’urgenza dell’impegno missionario della Chiesa e di ciascun cristiano. Anche noi siamo chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Con questi voti volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo! Un cordiale benvenuto rivolgo ai pellegrini provenienti dai Paesi Bassi. Saluto in particolare i seminaristi dell’Arcidiocesi di Utrecht e delle Diocesi di Rotterdam e Breda, nonché i rappresentanti del Consiglio delle Chiese nei Paesi Bassi e il Grootkoor Holland. Accogliamo l’invito dell’Anno Santo della Misericordia a vivere una fede operosa nella carità rafforzando il nostro impegno verso i fratelli che sono nel bisogno. Il Signore vi benedica tutti. Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi la liturgia commemora il beato martire Don Popiełuszko. Egli si espose in prima persona a favore degli operai e delle loro famiglie, chiedendo giustizia e degne condizioni di vita, la libertà civile e religiosa della Patria. Le parole di san Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12, 21) sono state il motto della sua pastorale. Tali parole siano oggi anche per voi, per tutte le famiglie e il popolo polacco una sfida per costruire il giusto ordine sociale nella quotidianità alla ricerca del bene evangelico. Di cuore vi benedico. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Los invito a salir al encuentro de las necesidades más básicas de los que encuentren a su camino, dando lo poco que tienen. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Accolgo con gioia i fedeli della Diocesi di Caltagirone, con il Vescovo Mons. Calogero Peri, nella ricorrenza del bicentenario di fondazione; i cresimati della Diocesi di Faenza-Modi- L’ostensorio e il tabernacolo realizzati con le lamiere della baraccopoli di Nairobi Rivolgo infine un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi la liturgia fa memoria di San Paolo della Croce, sacerdote fondatore dei Passionisti: cari giovani, specialmente i ragazzi aderenti al Festival della Diplomazia, la meditazione della Passione di Gesù vi insegni la grandezza del suo amore per noi; cari ammalati, portate la vostra croce in unione con Cristo per avere sollievo nell’ora della prova; e voi, cari sposi novelli, dedicate del tempo alla preghiera, perché la vostra vita coniugale sia un cammino di perfezione cristiana.