SCHEDA UGANDA Cooperazione e Sviluppo

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SCHEDA UGANDA Cooperazione e Sviluppo
N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – AFRICA CENTRO-ORIENTALE 2009
SCHEDA UGANDA
Cooperazione e Sviluppo
Volontari richiesti: 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Moroto
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL
PROGETTO:
La Repubblica dell'Uganda è una nazione dell'Africa centro-orientale. Indipendente dal 1962, la storia
dell’Uganda è una delle più travagliate del continente. La politica di “divisioni tribali” adottata durante il
protettorato della Gran Bretagna ha lasciato il segno nel paese, dando il via a una lunga serie di colpi di
stato e repressioni interne che hanno provocato centinaia di migliaia di morti. Tra il 1997 e il 2002 l’Uganda è
stata anche impegnata nella guerra congolese, il conflitto più sanguinoso dalla seconda guerra mondiale. Le
truppe ugandesi hanno occupato per diversi anni l’estremità nord-orientale della Repubblica Democratica del
Congo e si sono ritirate solo nel 2002 in seguito alla firma degli accordi di pace. L’Onu ha però più volte
accusato Kampala di condizionare il processo di transizione in Congo e di sfruttare indebitamente i traffici di
minerali preziosi presenti nel paese. L’attuale presidente Museveni, forte di un vasto credito politico per
essere stato il “liberatore” dell’Uganda, si prepara a guidare il paese almeno fino al 2011, dopo la chiara
vittoria ottenuta alle presidenziali di febbraio 2006. Per lungo tempo sostenuto dagli Usa, dopo aver
rinnegato l’ideologia marxista, Museveni vive però una stagione difficile visto che la fine della guerra
sudanese (in cui il governo ugandese sosteneva i ribelli del sud) ha privato l’Uganda della funzione
stabilizzatrice nella regione. Le priorità del paese rimangono la fine della guerra e una conseguente politica
di riconciliazione con le tribù del nord, oltre che la ripresa economica. I successi ugandesi in economia non
devono far dimenticare che circa la metà del Pil è garantito dalle donazioni internazionali. Proprio per questo
i paesi donatori hanno adottato una politica di maggior controllo sui conti pubblici spingendo le autorità di
Kampala a intensificare la lotta alla corruzione, vera piaga per il paese, e a ridurre le spese militari che
costituiscono un’importante voce del bilancio statale. L’economia si basa soprattutto sui proventi agricoli, con
la produzione di caffè che è stata affiancata da quelle di mais, pesce e fiori che hanno permesso una
diversificazione nelle esportazioni e più alte entrate. Lo sviluppo del settore industriale e del terziario dovrà
invece attendere la fine delle guerre nella regione, quando l’Uganda potrà far valere la sua posizione
strategica di collegamento tra l’Africa sub-sahariana e quella meridionale. L’ambiente è inevitabilmente
condizionato dalla presenza di uno dei più vasti bacini idrici del continente, costituito dai Laghi Vittoria e
Albert collegati tra di loro dal fiume Nilo. La sovrabbondanza d’acqua fa sì che il paese sia uno dei più fertili
dell’Africa e che fornisca una costante eccedenza di derrate alimentari. Nonostante sostanziali miglioramenti
nella lotta all’Aids, che ora colpisce il 4% della popolazione rispetto al 18% del 1990, le condizioni di vita
risentono pesantemente della guerra soprattutto nei distretti settentrionali. L’'Uganda è stata indicata come
raro caso di successo nella lotta al virus dell'HIV del continente africano grazie all’educazione e alla
promozione dell'uso del preservativo e dell'astinenza sessuale. La politica di scolarizzazione sta portando
buoni risultati ma il reddito pro-capite è ancora molto basso, infatti il 35% della popolazione vive sotto la
soglia di povertà e il paese non occupa una posizione onorevole nell’indice di sviluppo umano. Di fatto si
posiziona al 144° posto nella classifica UNDP 2005 con un indice di sviluppo umano pari a 0.508 e una
speranza di vita alla nascita di 47.3 anni. Il rispetto dei diritti umani in Uganda ha compiuto significativi passi
avanti rispetto ai regimi del terrore di Amin e Obote. Nonostante i relativi progressi, soprattutto nelle regioni
del nord, continua a permanere una situazione di emergenza: 25.000 bambini sono stati strappati dalle loro
famiglie ed arruolati con la forza o ridotti in schiavitù dall’inizio della guerra. È assolutamente impossibile
parlare anche del diritto alla salute: malaria, infezioni respiratorie e diarrea rimangono la principale causa di
morte per bambini con meno di 5 anni. Senza contare che quasi la metà dei due milioni di orfani dell'Uganda
sono stati causati dall'Aids. Dal punto di vista dell'istruzione media, qualche passo avanti è stato fatto: nel
1999 si è arrivati a 6 milioni di bambini iscritti alla scuola primaria, rispetto ai soli 2 milioni che furono
registrati nel 1986. Un'impennata arrivò infatti nel 1997 quando la scuola pubblica fu messa a disposizione
gratuitamente per quattro figli per famiglia.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
La regione del Karamoja si estende su una vasta area nella parte nord-orientale dell’Uganda, per una
superficie complessiva pari a circa 24 mila kmq (circa il 10% del Paese) e una popolazione nei cinque
distretti stimata intorno ad un milione e 200mila persone. Gli abitanti del Karamoja appartengono a tre tribù: i
Karimojong (Bokora, Pian, Jie, Dodoth, Teuso, Nyangia, Mening, Labwor, Nyakway) i principali abitanti delle
catene montuose, i Pokot e i Tepeth che vivono nelle montagne di Moroto e Napak. Per quanto queste
persone siano differenti per la lingua e la cultura, esse condividono uno stile di vita socio-economico simile.
Sono principalmente allevatori che vivono dell’allevamento semi-nomade (si stimano 1.100.000 capi di bovini
e 2 milioni di ovini), e sono tradizionalmente strutturati in un vecchio saldo sistema di potere democratico.
Costanti sono i conflitti causati principalmente dalla scarsità d’acqua alimentati dal traffico d’armi provenienti
dal Sudan. La regione del Karamoja vanta il triste primato dei più alti livelli di povertà dell’intera Uganda e
pochi passi sono stati fatti per raggiungere gli obiettivi del millennio. In alcuni distretti, come quello di
Nakapiripirit, solo il 3% della popolazione ha accesso a servizi sanitari. La mortalità infantile è di 105 bambini
su 1000 nascite e il tasso di malnutrizione si stima intorno al 10,9%. Il distretto di Moroto e’ situato nella
sezione nord-orientale dell’Uganda. Confina a sud con il distretto di Nakapiripirit, a sud-ovest con quello di
Katakwi, a nord con il Distretto di Kotido e ad est con il Kenya. Il distretto si compone di 3 contee: Bokora,
Matheniko e Municipalità di Moroto suddivise a loro volta in 11 sottocontee. Moroto, che costituisce uno dei 5
distretti di cui si compone la regione del Karamoja, copre un’area di 8.516 kmq e conta una popolazione di
circa 210.000 persone. Il distretto, per buona parte collocato nella fascia semi arida della regione, e’
costantemente colpito da periodi prolungati di siccità che di sovente causano carestia, fame e
conseguentemente lunghe migrazioni in cerca di cibo e di aree per il pascolo. Il distretto registra il tasso di
malnutrizione acuta più alto della regione (16.3%), tasso ben superiore alla media nazionale. Secondo il
rapporto di sviluppo umano redatto dal UNDP nel 2001 il distretto ha l’indice di sviluppo umano più basso
dell’intero paese, pari a 0,24. Recenti indagini rivelano che solo il 45% della popolazione ha accesso a fonti
d’acqua protette.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Tutela infanzia e adolescenza
Il Distretto di Moroto conta una popolazione intorno ai 210mila abitanti, di cui si stima l’80% costituito da
giovani. Di questi, tra il 26% e il 48% sono bambini che frequentano la scuola, percentuale che diminuisce
vertiginosamente se si considerano solo le bambine (infatti le famiglie povere Karimojong preferiscono
mandare le ragazze a lavorare fuori dalla regione verso le città di Kampala, Jinja e Iganga piuttosto che a
scuola). Inoltre nessun servizio para scolastico, prima della costituzione del centro, veniva offerto ai ragazzi.
In particolare riguardo il contesto giovanile un’indagine condotta dall’associazione nel 2004 ha riscontrato
alcune problematiche rilevanti: a) ragazzi e ragazze spesso iniziano a bere birra locale dai 10-12 anni,
diventando poi alcolizzati già da adolescenti; b) attrito/conflitti/liti tra ragazzi Kaimojong appartenenti a
gruppi/clan tra loro rivali; c) ragazzini spesso vengono picchiati a casa o sono vittime di violenze in città; d)
solamente il 6% della popolazione è alfabetizzata e la maggior parte dei ragazzi adolescenti non ha la
possibilità di ricevere un’istruzione dopo le scuole elementari (ci sono solo 3 scuole superiori in tutta la
regione); e) gran parte della popolazione fa uso o ha facile accesso ad armi da fuoco; f) la popolazione non
ha accesso a biblioteche ed altre risorse socio-culturali; g) non vi sono strutture sportive (adeguatamente
attrezzate) di alcun genere; h) il lavoro minorile è diffusissimo; bambini e bambine spesso iniziano a lavorare
fin dalla tenera età, aiutando in famiglia (andando a prendere acqua-legna o portando a pascolare il
bestiame).
Ambiente e foreste
Il clima in Karamoja è semi-arido, caratterizzato da un’unica stagione piovosa e da una lunga stagione arida.
Complessivamente, si registrano in Karamoja circa 900mm di pioggia all’anno, per quanto si sia avuto anche
un minimo non superiore ai 350mm. La carenza di acqua permanente di superficie è dovuta innanzitutto alla
combinazione tra irregolarità delle piogge ed elevata evaporazione. I fiumi sono stagionali e seguono
l’andamento delle precipitazioni, che si concentrano in pochi mesi dell’anno. Un’indagine condotta
dall’Uganda Bureau of Statistics nel 2005 con successiva analisi nel 2006 da parte del Economic Policy
Research Centre ha evidenziato che la copertura d’acqua potabile in Karamoja è insufficiente, con una
percentuale che varia dal 17% nel distretto di Kotido al 31% in quello di Nakapiripirit. Il fabbisogno minimo di
acqua al giorno per persona è stimato a 20 litri (per bere, cucinare e per l’igiene personale) ma in Karamoja,
nonostante i numerosi pozzi perforati e riabilitati da Cooperazione e Sviluppo negli ultimi venticinque anni, la
maggior parte della popolazione ha a disposizione, in media, solamente 5-6 litri di acqua al giorno. Anche il
bestiame dipende dai pozzi, dall’acqua piovana o dai letti di fiume: basti pensare che nella regione vi sono
oltre un milione di vacche che necessitano di 20 litri di acqua al giorno e due milioni tra capre e pecore che
ne richiedono 5, ma la quantità di fonti accessibili è insufficiente. Ciò spinge i pastori a portare il bestiame ad
abbeverarsi ai pozzi, con gravi rischi per la salute degli uomini: la maggior parte della popolazione si fornisce
infatti presso i pozzi nella stagione secca, così come i centri di commercio, le strutture sanitarie e le
istituzioni. Durante le visite periodicamente svolte da rappresentanti dell’ONG nei Distretti, le autorità locali,
ai diversi livelli, hanno effettuato ripetute richieste di intervento sottolineando l’estrema difficoltà in cui
versano, alcune parrocchie in particolare, a causa della mancanza di acqua potabile. Le conseguenze sul
versante sanitario e sulla riduzione della capacità lavorativa e quindi produttiva hanno un effetto a cascata
che si ripercuote su tutta la popolazione. L’intera popolazione della regione (e conseguentemente i capi di
bestiame) dipende dai pozzi; è per questo motivo che la stessa si concentra intorno alle fonti accessibili
d’acqua. Prima della riabilitazione di ogni pozzo la comunità locale doveva recarsi alle fonti d’acqua più
vicine che potevano distare diversi km (la media in Karamoja è di 2 km alla più vicina fonte d’acqua), mentre
con la riabilitazione di pozzi già esistenti ma non più funzionanti la comunità responsabilizzata può attingere
acqua direttamente nel villaggio. Ogni pozzo riabilitato serve, in media, 1.000 persone.
OBIETTIVI GENERALI:
La Legge 64/01 afferma che il Servizio Civile è finalizzato a “ Contribuire alla formazione civica sociale,
culturale e professionale dei giovani”. Trattandosi di giovani adulti, la dimensione formativa si sviluppa più
nel “fare”, che nell’apprendere teorie. In tal senso la legge afferma che il contributo alla formazione si attua
“mediante attività svolte”. I giovani crescono facendo, impegnandosi personalmente. Nella logica di questo
ragionamento, i primi beneficiari del presente progetto sono i giovani stessi. L’esperienza del Servizio Civile
è anzitutto promozione umana, civica, professionale, etica dei giovani. Il contatto con una umanità
“marginale” al nord o al sud del mondo, con la povertà, la fame, i grandi problemi dello sviluppo, potrà
essere di stimolo per i giovani a rivedere il loro stile di vita consumistico e a capire che l’interessarsi del
prossimo è un problema di civiltà e di cittadinanza, di solidarietà nazionale ed internazionale, anziché un
problema di “eroismo”. Con la realizzazione di progetti di SCV all’estero all’interno della solidarietà
internazionale e della cooperazione internazionale si vuole estendere sia il concetto di “Patria” che quello di
“difesa” all’intera umanità. Il progetto “Caschi Bianchi: Interventi Umanitari in Aree di Crisi – Africa Centro
Orientale” è un programma realizzato in rete in diversi paesi ed ha come, obiettivo generale, filo conduttore,
tra le diverse attività proposte nei singoli paesi, la realizzazione di interventi di prevenzione sociale dei
conflitti per la costruzione di processi di negoziazione e di pace attraverso progetti di cooperazione
internazionale, i quali hanno la finalità di promuovere iniziative tese al superamento di situazioni generatrici
di ingiustizia.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
Arginare la piaga della devianza sociale e del vagabondaggio promuovendo una società nonviolenta e non armata, basata sulla socializzazione e la formazione delle giovani generazioni
Karimojong, attraverso la messa a disposizione di risorse sportive, ludiche, ed educative
supplementari e complementari a quelle esistenti;
offrire ai giovani un’alternativa costruttiva alla delinquenza e al vagabondaggio attraverso la
partecipazione alle attività sportive, traino alla partecipazione a tutte le attività del centro, educative
incluse e incentivo alla frequentazione della scuola e alla creazione di un futuro migliore;
garantire ai giovani il diritto all’istruzione, sostenendo e collaborando con le scuole locali;
Promozione di un sistema sostenibile di manutenzione e riabilitazione di pozzi per garantire un
miglioramento delle condizioni di vita della popolazione del Distretto di Moroto (circa 210.000
persone), beneficiaria del progetto.
aumentare la disponibilità d’acqua potabile dagli attuali 6/10 litri a disposizione per ogni abitante,
a 20 litri necessari per bere, cucinare e per l’igiene personale;
sensibilizzare la popolazione locale sul corretta gestione e utilizzo delle risorse idriche e sulle
tematiche igienico-sanitarie;
QUADRO GENERALE DEL PROGETTO:
Il presente progetto vuole contribuire a creare, nei giovani in servizio civile una cultura della solidarietà
nazionale ed internazionale, la coscienza di un’appartenenza alla comunità civile, il senso dei propri diritti ed
insieme dei propri doveri e della propria responsabilità, l’impegno di tutti a costruire il bene comune per tutti
gli uomini di questo nostro mondo, nel rispetto della terra, dell’ambiente e della legalità. L’esperienza nei sud
permetterà ai giovani in servizio civile di incontrare molti volti dei “mali” che oggi affliggono gran parte delle
popolazioni del sud del mondo e nello stesso tempo di prendere coscienza dell’importanza di identificare le
cause del malsviluppo siano esse di ordine politico, che economico o sociale. I giovani in servizio civile
impiegati nel progetto, oltre a realizzare le attività successivamente descritte per ogni paese di intervento,
saranno impegnati nel ruolo di “Antenne” di pace. Concretamente tale attività prevede che i giovani imparino
a leggere la realtà locale dove il progetto si realizza, cogliendone sia gli aspetti conflittuali sia le positive
azioni di cambiamento in atto, sviluppando la capacità di comunicare al Nord del mondo quanto da loro
sperimentato sul campo. In questo modo i giovani in servizio civile potranno essere protagonisti diretti di un
nuovo processo di informazione che possa far leggere con occhi diversi quanto accade nei sud del mondo.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi
Il centro giovanile è stato inaugurato nel 2004 ed è destinato a bambini/ragazzi dai 5-6 anni fino ai 24 anni.
600 ragazzi hanno frequentano con regolarità il centro durante l’anno 2007 e oltre 2.000 giovani hanno
partecipato ad iniziative organizzate dallo stesso. Prima della creazione del centro giovani, i ragazzi e le
ragazze di Moroto non avevano a disposizione nessuna struttura e nessun servizio a loro dedicato e molti di
loro finivano sulle strade iniziando a bere birra locale mentre con l’istituzione di questa struttura a loro
dedicata viene data ai bambini/giovani, dai 4 ai 24 anni, la possibilità di giocare, imparare, essere ascoltati e
visti come individui attraverso i servizi offerti dal centro. Nel 2007 il centro giovani è stato frequentato da oltre
2.530 ragazzi.
Fase 1: Rafforzamento delle capacity building locali
Programmazione e definizione tematiche e metodologie formative in ambito rurale, concertata
con la Diocesi di Moroto, le Autorità Politico-Amministrative Locali e i leaders delle comunità locali;
Formazione tecnica e aggiornamento dei meccanici manutentori dei pozzi attraverso corsi e
seminari di approfondimento e prove pratiche;
Costituzione di comitati di villaggio per il controllo e la manutenzione delle fonti d’acqua potabile;
Fase 2: Rafforzamento del Centro di Aggregazione Giovanile
Organizzazione delle strutture educative attrezzate;
Organizzazione delle strutture sportive e ludiche attrezzate;
Apertura dei servizi educativi, sportivi e ricreativi tutti i giorni dalle 16 alle 18.30 durante il periodo
scolastico e dalle 08 alle 18.30 durante le vacanze;
Avvio di attività sportive, ludiche ed educative;
Avvio di attività ricreative e giochi di gruppo a scopo educativo;
Sensibilizzazione sociale teatrale;
Programma di cineforum didattico educativo “Video per scuole”, in cui gli insegnati portano gli
studenti presso il centro per vedere documentari sulla natura, sugli animali e sul problemi sanitari e
dell’AIDS in lingua inglese;
Sponsorizzazione di alcune bands musicali locali della Regione di Karamoja per il loro impegno
in difesa della pace e dei diritti umani in collaborazione con la fondazione culturale inglese Bayimba
Cultural Foundation;
Organizzazione del Pronto Soccorso.
Fase 3: Formazione tecnica e sensibilizzazione sociale
Formazione professionale nel settore dell’artigianato locale per giovani;
Servizi di orientamento professionale al lavoro;
Sensibilizzazione della popolazione locale su tematiche sociali e sanitarie in collaborazione con il
Distretto dell’Educazione e della Sanità;
Equipaggiamento di una biblioteca e di una sala informatica.
Fase 4: Riabilitazione del sistema locale di approvvigionamento idrico di pozzi
Definizione del programma d’attuazione in partnership con la Diocesi di Moroto, le Autorità
Politico-Amministrative Locali e i leaders delle comunità locali;
Organizzazione delle equipe tecniche di operatori;
Riabilitazione dei pozzi esistenti non funzionanti da parte dei team locali di Cooperazione e
Sviluppo
Riattivazione dei pozzi con pompa a mano individuati non più funzionanti;
Analisi e risoluzione della tipologia dei guasti ai pozzi segnalati dall’Amministrazione locale;
Fase 5: Sensibilizzazione Rurale
Programmazione e definizione metodologie di animazione e comunicazione rurale, concertata
con la Diocesi di Moroto, le Autorità Politico-Amministrative Locali e i leaders delle comunità locali;
Mobilizzazione e sensibilizzazione della comunità locale riguardo le tematiche igienico-sanitarie
attraverso incontri e seminari.
Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione
Attività della Fase 1:
Costituzione del Comitato Acqua Locale, 7 persone di riferimento all’interno della comunità (1
presidente, 1 tesoriere, 1 mobilizer, 1 meccanico di pompa e 3 membri per la gestione/controllo del
pozzo), per la gestione e manutenzione ordinaria delle fonti d’acqua potabile all’interno di ogni
villaggio (riattivazione di 30 pozzi non più funzionanti per 30 villaggi individuati).
Corsi di formazione teorici/pratici per meccanici di pompa (2-3 partecipanti per ogni Commissione
dell’Acqua formati per un periodo di due giorni) tenuti dal geologo locale di C&S sui principi di base
del ciclo dell’acqua e le procedure di manutenzione dei pozzi;
Analisi del ciclo idrogeologico per la tutela delle fonti d’acqua da contaminazioni;
Visione, montaggio e smontaggio delle diverse parti che compongono la pompa del pozzo;
Ricevimento del manuale della pompa a mano, ricevimento dei moduli di manutenzione della
pompa e spiegazione di come compilarli;
Formazione sui giusti comportamenti da tenere attorno alle sorgenti d’acqua; l’illustrazione dei
metodi di manutenzione dei pozzi per la prevenzione di rotture dovute alla scarsa manutenzione.
Attività della Fase 2:
Costituzione della Commissione permanente del Centro Giovani formata da rappresentanti delle
diverse fasce d’età per discutere ed esporre le diverse richieste, esigenze, proposte dei giovani.
Equipaggiamento della biblioteca;
Equipaggiamento della sala giochi, per 50 ragazzi, con 6 calcio-balilla, tavolo da ping-pong, tiro al
bersaglio, giochi di società; giochi all’aperto (fune, frisbee, giochi con la musica…);
Equipaggiamento del cinema “Don Vittorio” che vede la partecipazione, ogni domenica
pomeriggio, di circa 600 ragazzi alla visione delle proiezioni;
Equipaggiamento dei campi da basket, calcio, pallavolo, netball, tennis.
Corsi di recitazione teatrale, di musica e danza
Organizzazione di manifestazioni, eventi, festival a carattere sociale e della settimana per la pace.
Organizzazione di tornei di calcio, pallacanestro, pallavolo, netball e tennis;
Organizzazione di giochi da tavolo e cineforum educativi;
Implementazione delle squadre di calcio del centro giovanile (senior, under 18 ed under 14) con
ragazzi di strada;
Implementazione della squadra di calcio di Loputuk (un villaggio nei pressi di Moroto) con
allenamenti regolari ogni sabato mattina;
Organizzazione ogni sabato mattina di competizioni atletiche sportive al termine delle quali viene
fornito materiale scolastico come premio;
Implementazione della squadra di pallavolo e basketball maschili sempre con ragazzi di strada;
Organizzazione dal mese di maggio fino al mese di ottobre della Don Vittorio Cup League per
tutte le squadre di calcio maschili e di netball femminili delle scuole primarie di Moroto insieme al
distretto sportivo di Moroto.
Partecipazione a cadenza annuale del Centro giovanile, in veste di club sportivo privato, all’
Uhuru Cup League promossa dal distretto di Moroto con le sue squadre di calcio, netball e pallavolo.
Organizzazione periodica di amichevoli (calcio, netball e pallavolo) con le squadre locali delle
scuole e di altre associazioni sportive in tutti i distretti della Karamoja.
Costituzione di un gruppo teatrale all’interno del centro, per attività di recitazione all’interno del
centro e nelle scuole di Moroto, dopo un periodo di esercitazione;
Proiezioni di documentari educativi a carattere naturalistico (della BBC e del National Geographic)
e a carattere sociale e sanitario;
Proiezione di film d’essay africani in lingua inglese per tutta la popolazione locale ogni domenica
anche con scopo didattico, in collaborazione con l’associazione cinematografica Amakula di
Kampala;
Sponsorizzazione di 20 studenti meritevoli da parte del centro giovanile.
Equipaggiamento del laboratorio d’artigianato locale situato all’interno del centro per i giovani
locali a cui viene devoluto l’intero introito del ricavato delle vendite presso mercatini italiani.
Allestimento di uno studio di registrazione musicale per gli artisti locali.
Organizzazione di concerti musicali itineranti;
Equipaggiamento del Pronto Soccorso.
Attività della Fase 3:
Corsi di formazione professionale in sartoria, panificazione, pasticceria, informatica, mattoni per
l’edilizia, sapone.
Istituzione di un centro di ascolto e consulenza professionale per i giovani insieme al distretto
dell’educazione di Moroto.
Organizzazione di workshops mensili su diritti umani, promozione della donna, HIV, violenza e
devianza sociale, alcolismo, attualità locale, salute pubblica, e igiene di base, sia all’interno del
centro giovanile che nelle scuole;
Completamento dell’allestimento della biblioteca per i giovani con testi scolastici e di narrativa per
ogni età.
Costituzione di un internet point all’interno del centro giovanile insieme ad un ciclo di corsi
informatici di base in risposta ad un’esigenza giovanile in merito, non coperta dalle istituzioni
scolastiche.
Attività della Fase 4:
Riunioni periodiche di coordinamento programmatico tra Cooperazione e Sviluppo, la Diocesi di
Moroto, le Autorità Politico-Amministrative Locali e i leaders delle comunità locali;
Mappatura e catalogazione della rete idrica in pozzi funzionanti, da riparare, da costruire;
Indicazione degli interventi da effettuare secondo le esigenze della comunità locale e delle
caratteristiche del territorio;
Interventi di riabilitazione e manutenzione effettuati dalle equipe di meccanici di Cooperazione e
Sviluppo, come insufficienza di pescaggio dei tubi o attrezzi caduti, spurgo del condotto, franamenti
del pozzo, sostituzione di tubi rotti o parti usurate, sostituzione della pompa, rifacimento della
piattaforma in cemento sovrastante il pozzo;
Aggiornamento archivio progressivo pozzi riabilitati o soggetti a manutenzione;
Attività della Fase 5:
Incontri informativi periodici, a cadenza mensile, su metodologie e pratiche d’igiene pubblica di
base, salute e alimentazione alla popolazione locale nei villaggi rurali;
Richiesta di un piccolo contributo (contributo simbolico richiesto alla comunità locale per l’attività
svolta di ripristino della funzionalità del pozzo riparato per sottolineare l’appartenenza del pozzo alla
comunità e come incentivo a prendersi cura del pozzo stesso) per l’intervento di
riabilitazione/manutenzione;
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se
volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
1 presidente/responsabile, volontario del Comitato Acqua Locale del villaggio;
1 tesoriere, volontario del Comitato Acqua Locale del villaggio;
1 mobilizer, volontario del Comitato Acqua Locale del villaggio;
1 meccanico di pompa, volontario del Comitato Acqua Locale del villaggio;
3 membri che si occupano del monitoraggio/corretta manutenzione del pozzo, volontari del
Comitato Acqua Locale del villaggio;
2 responsabili formazione e sensibilizzazione, volontari della Diocesi di Moroto precedentemente
formati;
7 meccanici di pompa, dell’equipe di riabilitazione, collaboratori di Cooperazione e Sviluppo;
1 coordinatore generale, collaboratore C&S;
1 responsabile tecnico, dipendente C&S;
2 educatori (collaboratori locali C&S)
2 persone addette alla sicurezza del centro (collaboratori locali C&S)
4 responsabili animazione (collaboratori locali C&S)
1 infermiera (collaboratrice locale C&S)
1 coordinatore responsabile (collaboratore C&S)
1 direttore tecnico (collaboratore C&S)
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.
1 volontario in servizio civile, con competenza nell’ambito educativo sarà coinvolto
nelle seguenti attività:
Supporto e collaborazione nell’organizzazione delle attività sportive, ricreative
(musica e teatro) ed educative per i più piccoli;
Supporto e collaborazione nell’organizzazione di laboratori mensili, incontri di
sensibilizzazione su tematiche d’attualità sul territorio: pace, alcool, ruolo della
donna, tutela del territorio, impegno civile;
Supporto e collaborazione nella definizione di materiale informativo impiegato
nelle attività formative;
Supporto e collaborazione nella definizione e proiezione di video a scopo
educativo su tematiche di igiene e sanità, natura, animali con dibattiti finali;
Supporto e collaborazione nelle attività di monitoraggio dei servizi offerti dal
Centro (censimento dei giovani frequentanti il centro, questionari per l’ottenimento
dei bisogni dei ragazzi): osservatorio sulla situazione dei giovani del distretto di
Moroto e del Karamoja.
1 volontario in servizio civile, con competenza nell’ambito ambientale, sarà coinvolto
nelle seguenti attività:
Supporto e collaborazione nella realizzazione della mappatura dei pozzi da
riabilitare e aggiornamento banca dati;
Supporto e collaborazione nella definizione e realizzazione di materiale
informativo di sensibilizzazione rurale;
Supporto e collaborazione allo svolgimento delle attività di sensibilizzazione
delle comunità sulla tematica “acqua e igiene”.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO ED EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL
PERIODO DI SERVIZIO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
Ai volontari in servizio si richiede:
elevato spirito di adattabilità;
flessibilità oraria;
eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
attenersi alle disposizioni impartite dalle ONG di riferimento, osservando attentamente le
indicazioni dei referenti istituzionali e dei progetti in loco;
partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche
settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per
l’estero, ed al rientro in Italia prima della conclusione dell’anno di servizio.
Moroto:
Disponibilità a vivere presso le strutture dell’ONG in una situazione di vita comunitaria (condivisione stanza
da letto, sale comuni, ….).
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati all’estero sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio:
Moroto:
in tema di Sicurezza il Karamoja (distretti di Kotido, Moroto e Nakapiripirit) è spesso sede di
scontri intertribali legati alle razzie di mucche ed anche tra i guerrieri-pastori e l'esercito a seguito
della campagna di disarmo avviata dal governo nei confronti dei Karamojong. Inoltre negli
spostamenti esistono dei punti, le cosiddette “terre di nessuno”, dove si corre il rischio di incorrere in
rapine.
La zona è a rischio malaria. Assistenza sanitaria in loco garantita da Dispensari Diocesani e
ospedale funzionante più vicino a 40 km dalla sede dell’Ong.
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A
FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza, nell’ambito di tutte le sedi di attuazione progettuale, si
adottano i seguenti protocolli:
comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro
residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;
l’inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d’invio è affidato agli operatori in loco e ai
responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale.
l’inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza
del contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno
inseriti. Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock
dovuti all’impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico,
sanitario, interculturale, politico;
In fase di formazione sia in Italia che all’arrivo nel paese d’invio ai giovani vengono fornite le
informazioni necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei
diversi contesti quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello
amicale/relazionale, religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le
zone del paese dove i rischi sono più elevati.
condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono
identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli.
In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni:
ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni
spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati
spostamenti durante ore serali e notturne;
sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o
consigliate dall’OMS. All’arrivo nei paesi d’invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme
igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i
Consolati Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi
sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità.
politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione
politiche espresse nel paese d’invio.
Moroto:
Ad ogni volontario/collaboratore viene consegnato, a seguito di colloqui di introduzione/approfondimento
sulla situazione in Uganda e sul ruolo rivestito dall’organizzazione e dai volontari/collaboratori stessi, un
manuale operativo che riporta le regole generali da seguire e, tra le altre, le procedure per i trasferimenti
interni/viaggi e quella sanitaria.
Sicurezza – in breve - : prima di ogni viaggio in Karamoja, preventivamente concordato con il
responsabile di sede, consultare le persone in loco per informazioni sulle condizioni delle strade e il
verificarsi di rapine. Far controllare lo stato della macchina e della radio a bordo, far scorta d’acqua e
avere sempre una cassetta di pronto soccorso sul mezzo usato. Utilizzare sempre un autista locale non viaggiare mai da soli - se possibile viaggiare in convoglio o dietro l’autobus. La sera precedente
il viaggio collegarsi con la radio per ultime informazioni su zone non raggiunte da cellulare. Scegliere
la strada più sicura. Durante il viaggio comunicare, in zone prestabilite, la propria posizione.
Organizzare gli spostamenti in modo da passare nelle zone a rischio non oltre le 14 (le razzie
avvengono principalmente intorno alle 17, al tramonto). Nel caso ciò non sia possibile, fermarsi dove
ci si trova (o cercare appoggio in un centro abitato o missione) e tornare solo con il buio pieno (dopo
le ore 20).
Condizione sanitaria – in breve - : comunicare immediatamente la propria situazione di salute al
responsabile sede che chiamerà il medico di riferimento della struttura sanitaria più vicina (i numeri e
i riferimenti di emergenza medica sono a disposizione presso le sedi): verrà richiesta subito una
visita medica e verrà effettuato obbligatoriamente il test per la malaria. Presso le sedi di C&S sono
sempre presenti armadietti di medicinali per ogni evenienza, in particolare antimalarici e antipiretici.
Se la situazione lo richiede ricovero presso le strutture ospedaliere di riferimento e, in casi estremi,
rimpatrio in Italia.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di
disagio:
il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali
che delle istituzioni locali;
il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di
microcriminalità;
il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o
tubercolosi;
il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose;
il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni
ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali;
Moroto: nessuno
EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI AI CANDITATI PER LA PARTECIPAZIONE AL PROGETTO
OLTRE QUELLI RICHIESTI DALLA LEGGE 6 MARZO 2001, N. 64:
I requisiti che preferibilmente devono possedere i candidati del presente progetto si dividono in: requisiti
generici, che tutti i candidati devono possedere e requisiti specifici inerenti aspetti tecnici connessi ai singoli
Paesi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare
Requisiti Generici:
Esperienza nel mondo del volontariato;
Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da
questi promossi;
Competenze informatiche di base e di Internet.
Requisiti Specifici:
Moroto:
Volontario 1:
Buona conoscenza scritta e parlata della lingua inglese
E’ preferibile la conoscenza del pacchetto Office (o di software liberi analoghi)
Formazione in campo educativo
Volontario 2:
Buona conoscenza scritta e parlata della lingua inglese
E’ preferibile la conoscenza del pacchetto Office (o di software liberi analoghi)
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
ENTE
CITTA’
Cooperazione
e Piacenza
Sviluppo
INDIRIZZO
Strada ai Dossi di Le
Mose, 5/7
29122 Piacenza
TELEFONO
0523499424
0523499484
SITO
www.africamission.org