DIARI DALLA BASILICATA 10 giorni di viaggio l

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DIARI DALLA BASILICATA 10 giorni di viaggio l
DIARI DALLA BASILICATA
10 giorni di viaggio
l'inaspettato
l'imprevisto
tutto da rifare
non si parte più.
Così è iniziato il nostro viaggio in Basilicata.
Non si parte.
Il camper che doveva trasportarci non esiste.
Le persone che dovevano venire non esistono.
Che fare?
Non si parte.
Arte si non p.
NO. SI PARTE!
E dopo interminabili ore di autobus approdiamo in Basilicata. La terra dove c'è tutto e dove tutto è
ancora nascosto, protetto, forse involontariamente, ma quasi sembra fatto apposta. Perchè si sa
come si finisce quando si viene allo scoperto. Ce lo fanno vedere tutte le estati alla televisione le
coste e le spiagge italiane. In tutto questo rumore la Basilicata se ne sta là ad aspettare, zitta zitta, si
fa ammirare da gente che passa. Non sono turisti, anzi, bisogna fare attenzione, bisogna far finta di
niente. Se la terra avverte il minimo accenno di turismo è finita. Bisogna farsi complici,
chiacchierare con le persone incontrate per strada e quatti quatti osservare. Ascoltare. Camminare.
Camminare.
E scavalcare.
Scavalcare cosa? Quanti ostacoli. Scavalcare il cancello nella città di Craco. Città fantasma. Ieri bel
paesello arroccato su una collina, oggi solo resti di un disastro. Frammenti di vite. Frammenti di
stoffa. Accenni di case. Cenni di storia. È importante che sappiate il quando: l'ora del tramonto. Sì
perchè noi poco contenti di andare “solamente” a visitare una città fantasma, abbiamo aspettato fino
al tramonto prima di entrare. Così tutto si è colorato di un calore familiare che prendendoci per
mano ci ha portati tra le macerie e lì abbiamo intonato un canto. Un canto per la vita.
Il viaggio poi procede tra le zone costiere delle bellissime spiagge di Policoro e posti più
caratteristici come Pisticci e le cascate di San Fele. La bellezza e la pace accompagnano le nostre
giornate. Ci dondoliamo da un posto all'altro seguendo indicazioni di passanti e a volte affidandoci
a frasi interrotte a metà. È così che scopriamo cos'è il 2 luglio.
Cos'è il 2 di luglio a Matera.
“Il 2 luglio a Matera c'è la Madonna della Bruna!” ci dicono due ragazzi che abbiamo intervistato
riguardo rituali e magia in Basilicata.
“Il 2 luglio, di sera, in piazza, si distrugge tutto!”
Queste parole ci incuriosiscono e non possiamo fare a meno di presentarci a Matera il 2 luglio.
Sono tutti radunati davanti l'entrata di una vecchia fabbrica da dove tra poco uscirà il famoso carro
della madonna. Dai cancelli si vede ben poco. Dalla gente si sente molto.
“Arrivava da chissaddove quella povera ragazza!”
“Ha chiesto un passaggio a un carretto che di lì andava!
“Era diretto a Matera”
“A un tratto la ragazza scende e lascia un messaggio per il vescovo”
“Il messaggio chiedeva accoglienza e la ragazza diceva di essere la madonna in persona”
“Io non ci credo, vengo solo perchè poi si distrugge tutto”
“Quel carro l'ha fatto mio figlio!”
“Il vescovo accorre subito a recuperare la povera ragazza!”
“Ma la ragazza non c'è più!”
“Era sparita!”
“Al suo posto una statua!”
“La statua della madonna era apparsa al posto di quella ragazza!”
“Il vescovo allora, capito il miracolo, trasportò la statua fino al paese e da quel giorno quella statua,
quella ragazza, la madonna insomma, proteggono la città di Matera!”
Questa è una selezione di tutto quello che abbiamo ascoltato dalla gente. Le storie si sovrappongono
e si contraddicono, abbiamo cercato di estrapolare un filo logico che potesse raccontarci questa
fantastica leggenda.
Si aprono i cancelli ed esce un enorme carro in cartapesta. Decorato e colorato si fa spazio tra la
gente. Sulla cima trasporta una statua della madonna, anch'essa in cartapesta. Bisogna fare presto ad
ammirarlo e capirne tutti i particolari. Bisogna fare presto ad accorgersi di che opera d'arte si tratti.
Bisogna fare presto a capire che chi l'ha fatto, non ha fatto presto. Si è preso il tempo di studiare
ogni accorgimento di stile e colore non curante della breve permanenza della sua arte. Bisogna fare
presto perchè la gente freme. Bisogna fare presto perchè ormai è il momento. Bisogna fare presto
perchè presto verrà distrutto.
Ci avviciniamo infatti al momento centrale di tutta la festa. Il momento preferito da tutti i
partecipanti all'evento: la distruzione del carro nella piazza centrale di Matera.
La piazza è blindata. Piena di gente e forze dell'ordine. Alla vista delle forze dell'ordine un po' ci
spaventiamo. Ci chiediamo se sia il caso di partecipare oppure di lasciare stare. Ovviamente la
curiosità decide per noi e cerchiamo di appostarci in luoghi strategici per guardare ma non essere
coinvolti in scontri.
Avvertiamo nell'aria la tensione. La gente fa fatica a trattenersi. Per tradizione bisogna aspettare
fino a quando il carro raggiunge il centro della piazza. Il carro si ferma. Sono tutti pronti ad
assaltarlo. Un timido primo gesto sancisce l'inizio. Il carro viene letteralmente travolto da una folla
armata di bastoni e mani affamate. Tutti vogliono spazio. Tutti vogliono distruggere.
A un certo punto, uno dei primi ad agire esce dalla folla e vediamo che tiene tra le braccia qualcosa.
È un pezzo del tetto che prima proteggeva la madonna! Il ragazzo con in mano il pezzo del carro va
via contento a godersi il resto dello spettacolo.
Scopriamo quindi qual'è lo scopo: bisogna riuscire a portarsi a casa un pezzo del carro. È un
augurio di buona sorte, un buon auspicio per i mesi a venire fino all'anno successivo quando si
ripete tutta la tradizione e tutto il rituale.
A questo punto ci tranquillizziamo e ci godiamo lo spettacolo fino a quando del carro non rimane
che lo scheletro.
Così la sera torniamo nei nostri alloggi e così il giorno dopo partiamo per tornare alle nostre vite
ordinarie. Portandoci dentro un ricordo da una fantastica terra ancora inesplorata.