Cremona - IZSLER

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Cremona - IZSLER
SEZIONE DIAGNOSTICA PROVINCIALE DI CREMONA
Relazione del Dirigente Responsabile dott. Massimo Boldini
ATTIVITÀ SVOLTA
L’ attività della
Sezione ha riguardato prevalentemente l’aspetto laboratoristico, rivolto al
soddisfacimento delle richieste dell’utenza pubblica e privata, di un territorio a forte indirizzo agricolozootecnico, con una popolazione animale raccolta in allevamenti di tipo intensivo .
ATTIVITÀ DI CONTROLLO PREVISTA DAI PIANI
Tubercolosi Bovina: Nel corso del 2009 un solo caso è stato indagato dopo una segnalazione dal
macello per presenza di lesioni sospette, gli opportuni approfondimenti diagnostici hanno sciolto il
sospetto.
Nel 2009 nessun allevamento è risultato infetto.
Al 31/12/2009 tutti gli allevamenti della provincia risultano accreditati
Brucellosi ovi-caprina:Nel corso del 2009 tutti i 10 greggi c.d. vaganti sono stati testati, mentre dei
greggi c.d. stanziali il controllo sierologico è stato fatto in 88 su 173 presente in provincia. I capi totali
testati sono stati 3.319 e nessun capo è risultato positivo.
Nel 2009 nessun gregge è risultato infetto.
Al 31/12/2009 tutti i greggi della provincia sono accreditati
Brucellosi bovina: Nel corso del 2009, come previsto dal “Piano Regionale di controllo e sorveglianza”,
sono stati sottoposti attraverso il controllo sierologici,
il 50% degli allevamenti pari a 547aziende con
97.860 capi testati e attraverso il controllo sul latte di massa con prelievi a cadenza semestrale il 100%
degli allevamenti pari a 850 aziende con 1700 campioni testati
I campioni non negativi alle prove sierologiche nel complesso sono stati 40 su 97.860 interessando 5
allevamenti con i seguenti titoli sierologici in FdC: n° 4 -1/160, 7-1/80, 16-1/40 e 11-1/20. la maggi or
parte dei capi reattivi, 36 su 40, si sono riscontrati in tre allevamenti sotto descritti come casi , mentre i
casi con reattività di soli 1-2 capi si sono verificate in soli tre allevamenti.
Per quanto riguarda i test sierologici effettuati sul latte di massa, i campioni non negativi sono stati 2 su
1700 campioni totali.
I casi in cui è stato avanzato un sospetto di focolaio sono stai nel corso dell’anno tre e meritano di
essere così sintetizzati :
Caso 1 : nell’ambito del controllo sierologico biennale si sono riscontrati reattivi 34 capi su un totale di
190, di cui 27 al test di Fissazione del Complemento (FdC) e al test di Agglutinazione Rapida (AR) e 8
capi solo test di AR. Dopo gli opportuni accertamenti è stato escluso che si trattava di un focolaio di
brucellosi e si è dimostrata una reattività sierologica momentanea che cross reagiva con i test per la
brucellosi.
Caso 2 : nell’ambito del controllo sul latte di massa, in un allevamento si è riscontrata una positività
dello stesso al test elisa. L’indagine sierologica su 370 capi > 1 anno di età ha messo in evidenza 4 capi
positivi ai test FdC AR e altri 27 capi solo al test AR.
Successive indagini sierologiche su tutti i capi > 1 anno di età e microbiologiche sul latte dei capi sieroreattivi hanno dimostrato che si trattava di una reattività aspecifica e passeggera nel tempo.
Caso 3 : Positività test elisa su campione di latte di massa in un allevamento, l’indagine sierologica su
191 capi ha messo in evidenza 3 capi positivi ai test FdC AR e 4 capi solo al test AR. Successive
indagini sierologiche su tutti i capi > 1 anno di età e microbiologiche sul latte dei capi siero-reattivi hanno
dimostrato che si trattava di una reattività aspecifica e passeggera nel tempo.
Nel 2009 nessun allevamento è risultato infetto.
Al 31/12/2009 tutti gli allevamenti della provincia risultano accreditati.
Leucosi Bovina Enzootica: nel 2009 nessun allevamento è risultato infetto.
Al 31/12/2009 tutti glia allevamenti della provincia sono accreditati.
BSE : Nel corso del 2009 in Provincia di Cremona non ci sono stati capi positivi.
Nell’ambito della sorveglianza attiva mirata alla Sezione sono pervenuti nel corso dell’anno n° 2809
campioni di midollo allungato riguardanti i c.d. “morti in stalla”.
SITUAZIONE ZOOSANITARIA
Bovini
Malattie neonatali: presenti con incidenze elevate nei mesi autunno-invernali, anche se in calo rispetto
agli anni precedenti.
Le più frequenti sono le patologie di tipo gastroenterico, sostenute da Cryptosporidium, Rotavirus e
E.coli enterotossici che spesso agiscono in concomitanza, mettendo in evidenza le carenze di tipo
manageriale come causa principale del problema. Rari i casi con interessamento di salmonella.
Mastiti: l’impegno della Sezione sul fronte del problema mastite anche quest’anno è stato proficuo.
Per quanto riguarda il controllo degli agenti c.d. contagiosi, risulta ormai consolidato l’approccio al
problema quando si è di fronte ad infezioni da Streptococcus agalactiae. mentre le infezioni da
Staphilococcus aureus risultano più problematiche e richiedono un approccio specifico per ogni
allevamento. In un indagine sul latte di massa effettuata in di 374 allevamenti è emerso che lo Str.
agalactiae è presente nell’8% e lo Staph. aureus nel 16 % degli allevamenti indagati.
La presenza di problematiche legate ad agenti c.d. ambientali, , sono a carattere prevalentemente
stagionale, richiedono spesso interventi di tipo gestionale e talvolta strutturale. Per quanto riguarda la
Prototheca zopfii, agente mastitogeno che ha destato notevole interesse negli ultimi anni, nel triennio
passato è stata rilevata in 30 allevamenti ma solo in tre casi come problematica di mandria.
Aborti-infertilità: le indagini diagnostiche eseguite sui 32 feti conferiti hanno consentito di determinare
l’eziologia infettiva in un numero limitato di casi.
Malattie respiratorie:riscontrate soprattutto nei vitelli nella fase di svezzamento e nelle stagioni
invernali, gli agenti batterici più frequentemente coinvolto sono stati
Mycoplasma bovis seguiti dalla Pasteurella multocida, la Pasteurella haemolitica Streptococchi spp.,
mentre per quanto la componente virale l’evidenza oggettiva più frequente e stata per il Virus
Respiratorio Sinciziale
Malattie gastrointestinali: riscontrate soprattutto nei giovani vitelli come sopra riportato. Frequenti i
casi di coccidiosi nella fase di svezzamento a 1-3 mesi di età
Rinotracheite infettiva bovina: gli allevamenti aderenti al “Piano Regionale di controllo della
Rinotracheite Infettiva Bovina” al 31.12.2009 sono 634 pari al 70,44% degli allevamenti di bovini da latte
con 144.803 capi di età superiore ad 1 anno pari al 74% della popolazione bovina provinciale di pari età.
La sieroprevalenza dei 900 allevamenti è così distribuita :0% 135 allevamenti pari al 15% , <20% 385
allevamenti pari al 42,8%, <50% 154 allevamenti pari al 17,10%, >50% 226 allevamenti pari al 25,10%.
Altro dato interessante è che 543 allevamenti pari al 60,33 sono in atto piani vaccinali. Non sono però in
calo il numero di allevamenti che nel corso dell’anno si sono infettati. A tale riguardo è importante
analizzare i dati dal 2001 (anno di inizio del Piano Regionale) aggregati per trienni:
I° triennio 2001-2003 69 nuove infezioni, II° triennio 2004-2006 57 nuove infezioni, III° triennio
2007-2009 51 nuove infezioni per un totale di 177 focolai.
Nonostante il miglioramento della situazione epidemiologica nel tempo, ritengo che la situazione sia
ancora troppo instabile affinché si possa prospettare per il futuro un miglioramento continuo. Questa
instabilità va attribuita a quegli allevamenti che nel corso dei nove anni di piano territoriale non hanno
affrontato il problema IBR e sono di fatto da considerarsi “Focolai permanenti” costanti diffusori
dell’infezione. Questi allevamenti, che sono stati individuati e risultano essere meno di 140 di fatto
tengono in scacco i 760 allevamenti che perseguono il controllo dell’IBR.
E’ necessario per diminuire la circolazione virale sul territorio, poter intervenire con azioni mirate in
quegli allevamenti ormai dimostrati storicamente focolai permanenti.
BVD : L’infezione da BVD/MD è diffusa negli allevamenti della provincia con non rari casi di malattia
conclamata. La sensibilizzazione data negli anni passati ha portato ad un impulso delle indagini
sierologiche e virologiche per la ricerca dei capi c.d. immunotolleranti
I dati sierologici e virologici raccolti negli ultimi 11 anni ci consentono di fare una fotografia territoriale
molto accurata potendo contare su dati riguardanti tutti gli allevamenti di bovini da latte della provincia.
La situazione provinciale si può così riassumere :
•
1O% allevamenti con bassa sieropositività o sieronegativi, con assenza di capi immunotolleranti.
•
30% allevamenti con sieropositivi con contatto recente con il virus (ultimi 3-4 anni) e probabile
assenza di capi immunotolleranti.
•
60% allevamenti con costante alta sieropositività negli ultimi 5 anni con probabile circolazione
virale continua attraverso capi immunotolleranti o reintroduzioni virali dall’esterno
Dall’elaborazione di dati raccolti da oltre un decennio si può stimare che in almeno il 30% degli
allevamenti pari a circa 270 sono presenti capi immunotolleranti, e che in numero totale di tali capi posa
essere compreso tra 800-1000 capi in tutta la provincia.
Anche per questa infezione, come per l’IBR, un miglioramento della situazione epidemiologica è
imprescindibile dall’attuazione di un piano territoriale che diminuisca la pressione infettante a cui i
singoli allevamento sono costantemente sottoposti.
La diminuzione della pressione infettante si può avere attraverso l’individuazione e l’eliminazione
controllata dei capi immunotolleranti, e ciò può essere prospettata attraverso un piano territoriale in 3-5
anni.
Paratubercolosi: l’infezione è presente in provincia, dai dati in possesso riguardanti le richieste
analitiche si può stimare una situazione provinciale simile ad aree geografiche con alta intensità di
allevamenti e con allevamenti di grandi dimensioni , in tali situazioni epidemiologiche le sieroprevalenze
apparenti dell’infezione vanno dal 40% al 60% di allevamenti positivi.
La complessità, il costo e i tempi impiegati per il controllo dell’infezione, limitano fortemente attuazione di
piani aziendali in regime di autocontrollo.
Suini
Il settore suinicolo sul territorio della Provincia di Cremona è così definito :
490 allevamenti totali di cui 81 riproduzione a ciclo aperto, 74 riproduzione a ciclo chiuso, 257 ingrasso
finissaggio, 14 ingrasso vagonaggio, 24 ingrasso svezzamento e 38 autoconsumo per un totale di circa
70.000 riproduttori e oltre 1.000.000 di capi totali.
Notevolmente diminuita l’attività diagnostica a supporto degli allevatori, ciò e legato alla prolungata crisi
economica del settore che sta drasticamente cambiando il panorama del comparto suinicolo italiano. Le
attività diagnostiche richieste dalle ditte mangimistiche o farmaceutiche a supporto dei propri clienti si
sono limitate a pochi e rari casi. Nel corso del 2009 l’attività si è limitata a 43 conferimenti con un totale
di 86 carcasse sottoposte ad esame autoptico e relativi approfondimenti diagnostici.
Gli agenti eziologici più frequentemente isolati nelle fasi di svezzamento sono lo Streptococcue suis,
Haemophillus parasuis e gli E. coli enterotossici, mentre nella fase c.d della messa a terra frequenti la
patologie respiratorie da Actinobacillus pleuropnemoniae e Pateurella multocida. L’infezione virale più
frequentemente ricercata e diagnosticata è la PRRS.
Malattia di Aujeszky: situazione simile a altri territori Regionali ad alta densità di popolazione suina, in
sintesi il 52% degli allevamenti di riproduzione sono sieropositivi e gli allevamenti accreditati sono solo
il 15% (15 allevamenti su 155) Questi dati mettono in chiara evidenza che il Piano Nazionale di
Controllo della Malattia di Aujeszky in vigore dal 1997 di fatto non sta dando i risultati attesi.
E’ necessario programmare degli interventi mirati per valutarne le cause, individuare degli obiettivi di
miglioramento e richiamare i portatori d’interesse ad un impegno più incisivo nell’applicazione del Piano
Nazionale.
Da segnalare un caso di infezione da Leptospira che ha interessato un gruppo di riproduttori ed ha
coinvolto un operatore dell’allevamento che è stato ospedalizzato.
Specie Aviari
Il censimento degli allevamenti avicoli intensivi in provincia è così riassunto :
Polli da carne n° 81, Riproduttori della specie Gallus gallus n° 12, Galline ovaiole c.d. da consumo n° 10,
Pollastre n° 8, Tacchini da carne n° 21.
Per quanto riguarda i tre “Piani Nazionali Salmonelle” i risultati sono stati i seguenti :
- Piano S. enteritidis e typhimuriom galline ovaiole una positività per S. enteritidis, più altre due positività
di salmonelle non enteritidis e typhimourim.
- Piano salmonella riproduttori, una positivià per S. enteritidis
- Piano S. enteritidis e typhimuriom polli da carne, sei positività tutte non enteritidis o typhimurium.
Nel 2009 l’unico caso di Influenza Aviaria, è stato riscontrato in un allevamento di selvaggina in cui è
stata rilevata una sieropositività verso un ceppo a bassa patogenicità. L’allevamento in questione è stato
sottoposto ad abbattimento totale.
Animali da compagnia
Per quanto riguarda la problematica “Esche avvelenate” ritengo utile riassumere i dati riguardanti la
provincia di Cremona riferite agli anni 2004-2009 che risultano essere in linea con i dati riassuntivi
riguardanti l’attività dell’Ente e (Indagini tossicologiche dal 2002 al 2008).
I casi affrontati in provincia di Cremona nel periodo sopra indicato sono stati 40 di cui 24 sono risultati
positivi e così raggruppati per matrici tipo di tossico.
- Esche/Bocconi, 19 indagati con 10 positività di cui 7 per pesticidi fosforati, 1 per bromadiolone, 1 per
fosfuro di zinco e 1 per metaldeide
- Carcasse/visceri di gatto , 7 indagate con 3 positività di cui 1 per stricnina, 1 per metaldeide e 1 per
carbammati
- Carcasse/visceri di cane, 19 indagati con 12 positività di cui 6 pesticidi fosforati, 3 per stricnina e 3 per
anticoagulanti.
- Api un caso indagato con positivita per carbammati
Ovi-caprini, Equini, Conigli, Lepri, Specie ittiche, Api, , Animali sinantropi, Animali selvatici.Nulla
da segnalare
Stato d’applicazione delle BPL La Sezione è accreditata.
Considerazioni sull’operatività della Sezione in rapporto all’esigenza Pubblica e Privata
Esigenze Utenza Privata: fino ad ora siamo riusciti a soddisfare le esigenze in senso laboratoristico
cioè con esami, non del tutto soddisfacente è la nostra presenza diretta sul campo.
Per quanto riguarda gli Autocontrolli in aziende del comparto agro-alimentare
effettuati è in calo rispetto agli anni precedenti.
ATTIVITA’ DI RICERCA
Nessuna attività di ricerca è stata intrapresa nel 2009
il numero d’esami