piante e bacche velenose - gruppo micologico duilia

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piante e bacche velenose - gruppo micologico duilia
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PIANTE E BACCHE VELENOSE
Il bosco con la sua biodiversità, ha sempre affascinato e attirato gli amanti della
natura, gli studiosi naturalisti ma anche i cultori della vita sana, per una semplice
passeggiata respirando aria pulita mentre si ammirano colori e si respirano profumi
particolari e gradevoli che solo i boschi ci possono offrire. Siamo sempre di più i
frequentatori dei boschi, principalmente per raccogliere i frutti prelibati che la
natura ci offre: funghi, ribes, lamponi, mirtilli, verdure con crescita spontanea etc. e
viene spesso da chiedersi: quanti fra questa moltitudine di gente che incontriamo
nei boschi, conosce con certezza cosa sta raccogliendo? Purtroppo pochi.
Tralasciamo volutamente l’argomento funghi poiché se ne parla già tantissimo dei
rischi che si corrono consumando per sbaglio funghi velenosi. Un’altro pericolo del
bosco per gli sprovveduti, è costituito da una moltitudine di piante e bacche
velenose con crescita spontanea che se incautamente raccolte e consumate,
possono rappresentare un serio pericolo per la nostra stessa vita. Molte verdure
spontanee velenose possono confondersi con verdure commestibili e lo stesso dicasi
di molte bacche che attirano la nostra attenzione per colori e forma o perché molto
somiglianti a bacche commestibili, invitandoci all’assaggio. Non dimentichiamo mai
che in natura, solo l’attento studio dei caratteri morfologici dell’organismo vivente
in esame e quindi la conoscenza scientifica ci da certezze di determinazione. Il
consiglio è sempre quello di evitare assolutamente di portare in bocca parti di piante
sconosciute, siano esse foglie, radici, bacche, semi etc e far controllare l’eventuale
raccolto di frutti di bosco (se non si conoscono) da organi competenti prima di
consumarlo. In questo lavoro, che non ha assolutamente la pretesa di essere
esaustivo sull’argomento in oggetto, sono state di seguito descritte solo 20 delle
innumerevoli specie di piante velenose che possiamo reperire in natura; il fine è
quello d’informare che anche nel consumo di piante o frutti di bosco spontanei,
esiste il rischio di avvelenamenti e spesso, purtroppo, anche mortali.
Micologo Mario Russo
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INDICE DELLE SPECIE DESCRITTE
Pag. 3 Tamus communis (Tamaro o Vite nera)
Pag .4 Atropa belladonna (Belladonna)
Pag. 5 Lonicera caerulea (Caprifoglio turchino)
Pag. 6 Lonicera nigra (Caprifoglio nero)
Pag.7 Lonicera xilosteum (Caprifoglio peloso o Gisilostio)
Pag. 8 Lonicera caprifolium (Caprifoglio comune)
Pag. 9 Lonicera implexa (Caprifoglio mediterraneo)
Pag. 10 Solanum dulcamara (Morella rampicante)
Pag. 11 Euonimus europaeus (Fusaggine, Evonimo, Berretta del prete)
Pag. 12 Convallaria majalis (Mughetto)
Pag. 13 Paris quadrifonia (Uva di volpe, Erba crociola)
Pag. 14 Rhamnus frangula (Frangola)
Pag. 15 Datura stramonium (Noce spinosa, Erba del diavolo, Erba delle streghe)
Pag. 16 Digitalis grandiflora (Digitale gialla)
Pag. 17 Solanum nigrum (Erba morella)
Pag. 18 Edera helix (Edera comune)
Pag.19 Hyoscyamus niger (Giusquiamo nero)
Pag. 20 Conium maculatum (Cicuta maggiore)
Pag. 21 Colchicum autumnale (falso zafferano)
Pag. 22 Helleborus niger (Elleboro nero o Rosa di Natale)
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Tamus communis
Fonte foto: wikipedia
Tamus communis (tamaro o vite nera), appartiene alla famiglia delle Dioscoreaceae, è una pianta
erbacea perenne rampicante, provvista di radice tuberosa, ogni primavera spuntano i fusti
flessuosi che possono raggiungere anche i quattro metri di lunghezza arrampicandosi su alberi
vicini; le foglie sono picciolate, cuoriformi con apice acuminato, alterne e glabre; i frutti sono
bacche ovoidali di colore rosso brillante e contengono sei piccoli semi, in piena fruttificazione le
bacche si presentano riunite in grappoli. La sua distribuzione va dal mare alla montagna, è tipica
del sottobosco prediligendo macchie fitte e siepi.
Le bacche di Tamus communis sono molto irritanti per l’apparato gastrointestinale.
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Atropa belladonna
Fonte foto: wikipedia
Atropa belladonna (Belladonna, conosciuta in Sicilia col nome sulatra) appartiene alla famiglia
delle Solanaceae, è una pianta perenne, dotata di rizoma da cui si sviluppa un fusto eretto e
ramificato, glabro che raggiunge anche i 150 cm di altezza; le foglie sono di forma ovalelanceolata, picciolate e con inserzione alterna, sono coperte da peli ghiandolari, causa dell’odore
sgradevolissimo della pianta; i fiori ascellari, da uno a tre, peduncolati, hanno forma tubulosocampanulata, di colore giallo-grigiastro solo alla base e violaceo il resto, essi si presentano da
Giugno a Settembre; le bacche globose sono prima verdi e poi nere lucide a maturazione, del
diametro di circa 1,5 cm. Cresce spontanea nelle radure umide, negli agrumeti, al margine di
boschi (principalmente faggete), nei boschi cedui, dal mare fino a circa 1400 mt. di quota.
Le bacche di Atropa belladonna sono molto tossiche, contengono principi attivi che agiscono sul
sistema nervoso parasimpatico e possono provocare la morte.
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Lonicera caerulea
Fonte foto: immagini web
Lonicera caerulea (Caprifoglio turchino), appartiene alla Famiglia delle Caprifoliaceae, è un piccolo
arbusto alto fino a 2 metri; le foglie verde glauco, sono ovali a consistenza cerosa, hanno
inserzione opposta; i fiori biancastri con cinque lobi uguali, sono lunghi 16-18 mm; le bacche di
circa 1 cm di diametro, hanno forma ellittica, di colore blu-azzurro con superficie pruinosa. Cresce
ad alta quota nei boschi di abete rosso e di pino cembro.
Le bacche di Lonicera caerulea e tutta la pianta sono da considerare velenose.
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Lonicera nigra
Fonte foto: immagini web
Lonicera nigra (Caprifoglio nero), appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae, è un arbusto che
raggiunge i tre metri di altezza; le foglie opposte, ellittiche e acuminate; le bacche sono sferiche,
nere e lucide, sempre appaiate a due a due e sorrette da un unico peduncolo. Cresce ad alta quota
nei boschi alpini di abete.
Le bacche di Lonicera nigra sono molto velenose.
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Lonicera xilosteum
Fonte foto: immagini web
Lonicera xilosteum (Caprifoglio peloso o Gisilostio), appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae, è
un arbusto a portamento eretto con foglie opposte ellittiche ed obovate, tomentose
prevalentemente nella pagina inferiore; i fiori ascellari sono biancastri; le bacche (dette anche
ciliegie di volpe), sono sub sferiche, rosse e lucenti, appaiate a due a due e sorrette da un unico
peduncolo. Cresce anche nei boschi di latifoglia fino a 1600 metri.
Le bacche di Lonicera xilosteum sono velenose.
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Lonicera caprifolium
Fonte foto: wikipedia
Lonicera caprifolium (Caprifoglio comune), appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae, è una
pianta lianosa, i cui fusti, lunghi fino a 5 metri, si avvolgono su rami e cespugli vicini che servono da
sostegno; le foglie hanno inserzione opposta, sono semplici a margine intero, verde chiaro nella
pagina superiore e verde più scuro con riflessi glauchi nella pagina inferiore; i fiori crescono a
fascetti di circa 6 esemplari, al centro dell’ultimo paio di foglie, essi sono di colore bianco e rosarosso; le bacche sono di colore rosso vivo del diametro di circa 0,8 mm. Cresce dal piano fino a
quota 1200 metri, distribuita su tutto il litorale mediterraneo, forma delle siepi anche in boschi di
castagno e cerro.
Le bacche di Lonicera caprifolium sono velenose.
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Lonicera implexa
Fonte foto: immagini web
Lonicera implexa (Caprifoglio mediterraneo), appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae, molto
simile alla precedente ma con crescita inferiore, con sviluppo dei fusti fino a circa 2 metri,
rampicante e sempre verde; le foglie con inserzione opposta, a forma ovoidale, sono sessili e
coriacee, le due apicali crescono attorno allo stelo a forma di calice da dove spuntano i fiori riuniti
in fascetti, tubulosi e di colore rosa; le bacche sono ovoidali di colore arancio. È presente nel
centro-sud Italia, nella macchia mediterranea, associata ad arbusti di lentisco che servono da
sostegno, nei boschi di leccio e nelle siepi.
Le bacche di Lonicera implexa sono velenose.
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Solanum dulcamara
Fonte foto: wikipedia
Solanum dulcamara (Morella rampicante), appartiene alla famiglia delle Solanaceae, è un arbusto
alto fino a 3 metri con fusto ramoso-lianoso, legnoso nella parte centrale ed erbaceo all’apice; le
foglie con inserzione alterna, sono cuoriformi allungate e lobate con corto picciolo alato, di colore
verde intenso; l’infiorescenza è extra-ascellare, il peduncolo è molto ramificato e i fiori pedicellati
e divaricati l’uno dall’altro, opposti alla foglie, emanano un odore sgradevole; le bacche sono
ovoidali, inizialmente verdi, maturano in autunno e diventano colore rosso lucente. Cresce in
luoghi ombrosi fra siepi e cespugli ma anche in boschi mesofili.
Solanum dulcamara è molto velenosa.
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Euonymus europaeus
Fonte foto: immagini web
Euonimus europaeus (Evonimo, Fusaggine, Berretta del prete), appartiene alla famiglia delle
Celastraceae, è un alberello alto fino a 5-6 metri, ramificato, con foglie ovali e allungate; i fiori,
piccoli e bianchi compaiono in primavera; in autunno, maturano i frutti che si presentano come
delle capsule quadrilobate di colore rosa-rosso, contenenti semi arancioni. Cresce nei boschi misti
di latifoglia o al limitare dei prati dalla pianura fino a 1400 metri di quota.
Euonymus europaeus è velenosa in tutte le sue parti.
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Convallaria majalis
Fonte foto: immagini web
Convallaria majalis (mughetto), appartiene alla famiglia delle Liliaceae, è una pianta erbacea con
rizoma stolonifero strisciante; le foglie sono solo due, ovali-lanceolate e acuminate con superficie
laminare glabra e liscia di colore verde scuro; i fiori bianchi, subglobosi-campanulati, riuniti in
numero di 5-12 in piccoli racemi unilaterali penduli (esiste varietà a fiori rosa), sono
profumatissimi; i frutti sono costituiti da bacche globose rosse, pendule e di circa 5 mm di
diametro. Cresce dalla pianura alla montagna, principalmente nei boschi umidi di latifoglie fino a
1000 metri di quota.
Convallaria majalis è molto velenosa in tutte le sue parti, potenzialmente mortale.
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Paris quadrifonia
Fonte foto: wikipedia
Paris quadrifolia (uva di volpe o erba crociola), appartiene alla famiglia delle Melanthiaceae, è una
pianta erbacea alta circa 30 cm con rizoma strisciante; ha quattro foglie inserite a croce, ovali e
acuminate; il fiore con diversi petali verdastri è sostenuto da un peduncolo e da origine ad un
frutto solitario che è una bacca sferoidale nero-bluastra di sapore ripugnante. Cresce su terreni
prevalentemente calcarei in luoghi umidi e ombrosi.
Le bacche di Paris quadrifolia sono molto velenose.
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Rhamnus frangula
Fonte foto: wikipedia
Rhamnus frangula (Frangola), appartiene alla famiglia delle Rhamnaceae, è un arbusto alto fino a
4/5 metri; le foglie sono alterne e caduche, picciolate e di forma ovato-ellittica acuminate, con 8
nervature per lato; i fiori sono biancastri, piccoli e riuniti in fascetti ascellari in numero di 3-6 nel
periodo primaverile; il frutto è una piccola drupa sferica di circa 8 mm di diametro, inizialmente
verde, poi rossa e infine nero-bluastra a maturità. Cresce principalmente su terreni umidi e
sabbiosi lungo le rive dei fiumi o paludi ma anche su terreno asciutto dove assume forma più
compatta.
Rhamnus frangula contiene sostanze tossiche in tutte le sue parti.
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Datura stramonium
Fonte foto: wikipedia
Datura stramonium (noce spinosa, erba del diavolo, erba delle streghe), appartiene alla famiglia
delle Solanaceae, è una pianta erbacea annuale con radice a fittone, fusto eretto e ramificato, alta
fino a 2 metri circa; le foglie alterne sono picciolate, largamente ovate e con margine dentato
frastagliato; fiorisce da luglio a ottobre, il fiore singolo, è tubuloso, bianco con sfumature violacee;
il frutto è una capsula globosa grande come una noce e ricoperta da aculei, al suo interno si
trovano numerosi semi neri reniformi lunghi circa 3 mm. Cresce nei luoghi ruderali, ai margini
delle strade, vicino ai muri, in terreni incolti fino a 1400 metri di quota.
Datura stramonium è molto tossica, contiene alcaloidi allucinogeni.
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Digitalis grandiflora
Fonte foto: immagini web
Digitalis grandiflora (Digitale gialla), appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae, è una pianta
perenne che può raggiungere un metro di altezza, con fusto eretto semplice, verde, pubescente e
foglioso, ingrossato alla base; ha foglie basali semplici a forma lineare spatolata, acute e dentellate
sul margine, le foglie cauline sono sessili, alterne sul fusto e progressivamente ridotte, tutte sono
pubescenti in prevalenza sulla pagina inferiore; i fiori campanulati, sono disposti su un racemo
terminale a disposizione unilaterale, compaiono da giugno ad agosto e sono di colore giallo. Cresce
nelle radure boschive, in siepi e arbusteti fino a 1500 metri di quota.
Digitalis grandiflora (come tutte le specie appartenenti al Genere Digitalis) è una pianta tossica.
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Solanum nigrum
Fonte foto: foto dell’autore
Solanum nigrum (Erba morella), appartiene alla famiglia delle Solanaceae, è una pianta erbacea
annuale che raggiunge anche il metro d’altezza, con fusto molto ramificato, legnoso alla base ed
erbaceo all’estremità, con due striature longitudinali; le foglie con picciolo alato, sono disposte ad
inserzione alterna con lamina asimmetrica ovata-lanceolata e margine dentato; l’infiorescenza è di
tipo extra-ascellare, sostenuta da un peduncolo e i singoli fiori bianchi con cinque petali sono
pedicellati; i frutti sono delle bacche globose di circa 5 mm di diametro che inizialmente sono
verdi poi rossastre e infine a maturazione diventano nere; tutta la pianta emana un odore
sgradevole. Cresce nei campi incolti, zone ruderali, margini boschivi dal piano alla collina. Comune.
Le bacche di Solanum nigrum sono tossiche.
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Edera helix
Fonte foto: immagini web
Edera helix (Edera comune) appartiene alla famiglia delle Araliaceae, è una pianta che tutti
conosciamo, di tipo lianoso, sempreverde, con fusti legnosi rampicanti; le foglie sono alterne,
coriacee con lamina romboidale o palmata con tre o cinque lobi, di colore verde scuro; i fiori che
compaiono in settembre-ottobre, sono formati da cinque petali di colore giallo-verde riuniti in
ombrelle sferiche; i frutti sono delle bacche sferiche di colore nero, peduncolati e riuniti in
formazioni sferiche. Cresce prevalentemente in luoghi freschi e ombreggiati, a ridosso di muri,
rocce o abbarbicandosi sui fusti e rami degli alberi.
Le bacche di Edera helix sono molto tossiche per l’uomo mentre gli uccelli se ne cibano senza
problemi.
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Hyoscyamus niger
Fonte foto: immagini web
Hyoscyamus niger (Giusquiamo nero), appartiene alla famiglia delle Solanaceae, è una pianta
annuale o biennale con radice a fittone, fusto molto ramificato, rivestito da peli molli e vischiosi
(presenti anche nelle altre parti della pianta), alto fino a un 100/150 cm; le foglie radicali sono
picciolate mentre le altre sono sessili, di forma ovata oblunga, acutamente lobate, di colore verdegrigiastro; i fiori sono solitari o in gruppi di pochi esemplari all’ascella delle foglie nella parte
superiore della pianta, sono con corolla imbutiforme, internamente giallastri con venature viola; il
frutto è una capsula che contiene semi grigi e rugosi.
Hyoscyamus niger è una pianta velenosa al pari di Hyosciamus albus.
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Conium maculatum
Fonte foto: immagini web
Conium maculatum (Cicuta maggiore), appartiene alla famiglia delle Apiaceae, è una pianta
erbacea a ciclo biennale, con fusto eretto alto fino a 1-2 metri, con molte ramificazioni, cilindrico e
cavo, con la superficie cosparsa di macchioline rossastre (maculatum); le foglie lunghe fino a 50 cm
e larghe fino a 40 cm, con lamina pennata, hanno forma triangolare e sono suddivise
internamente in molte foglioline a bordi dentati; i fiori compaiono da maggio a settembre,
solitamente nel secondo anno di vita, sono pedicellati e riuniti in un ombrello sostenuto da un
lungo peduncolo, hanno petali piccoli e bianchi; i frutti, sono ovoidali, quando maturano si
dividono in due acheni con 5 costole prominenti; tutta la pianta emana un odore sgradevole simile
ad urina di gatto. Cresce in zone ruderali, fra le siepi, negli incolti fino a 1800 metri di quota, molto
comune. Esistono fra le Ombrellifere altre due specie di cicuta, Cicuta virosa (cicuta acquatica) con
odore dolciastro, che cresce in zone umide e paludose ed Aethusa cynapium (Cicuta anglina) che
cresce nei campi e in zone ruderali. Le tre specie di Cicuta citate, sono fortemente velenose,
potenzialmente mortali. Sono tossiche anche per gli animali quadrupedi che le evitano, mentre i
volatili sono immuni ai loro veleni.
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Colchicum autumnale
Fonte foto: immagini web
Colchicum autumnale (falso zafferano), appartiene alla famiglia delle Liliaceae, è una pianta
erbacea perenne, bulbosa e glabra, alta fino a 30-40 cm; il bulbo che è costituito da un tubero
interrato, porta lateralmente un caratteristico prolungamento che in tarda estate darà vita al fiore,
mentre nella primavera successiva compariranno le foglie e il frutto. Il fusto è praticamente
inesistente, sia le foglie che il fiore crescono direttamente dal tubero basale. Le foglie carnose
sono radicali, con forma lanceolata-acuta, larghe 4-7 cm e lunghe 15-26 cm, di colore verde
intenso; il fiore a forma di calice allungato che si apre in sei segmenti, porta alla base un tubo
sottile bianco, il colore del perigonio va dal bianco rosato al lilla più o meno carico; il frutto che
troviamo a maggio-giugno deriva dalla fioritura dell’anno precedente, è costituito da una capsula
ovoidale oblunga, acuta all’apice e contenente semi globosi e nerastri, esso, esce direttamente dal
terreno insieme alle foglie. Cresce nei prati, nei pascoli, nelle radure boschive fino ad alta quota,
comune.
Colchicum autumnale, è una pianta velenosa in tutte le sue parti.
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Helleborus niger
Fonte foto: immagini web
Helleborus niger, ( Elleboro nero o Rosa di Natale), appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae,
è una pianta erbacea perenne rizomatosa che porta le gemme nei rizomi sotterranei; la parte
aerea della pianta si sviluppa con la fioritura ed è alta 15-20 cm; il fusto è erbaceo ed eretto e
porta delle foglie basali picciolate con lamina divisa in 7-9 segmenti, le foglie cauline invece sono
ridotte a brattee alla base dei peduncoli fiorali; dal rizoma partono dei robusti scapi che portano
uno o due fiori di colore bianco tendente al rosa, già presenti a fine febbraio; il frutto, è costituito
da una capsula coriacea con appendice, di circa 2 cm, contenente semi di colore nero brillante.
Cresce nel sottobosco di pinete a Pino nero e Pino silvestre.
Helleborus niger è una pianta velenosa.