Progetto educativo struttura Il Mulino Aquileia Ed 03 26-08-2013

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Progetto educativo struttura Il Mulino Aquileia Ed 03 26-08-2013
DUEMILAUNO
AGENZIA SOCIALE
Carta dei Servizi
Edizione
N° 3
del
26/08/2013
Progetto Educativo Struttura Gruppo appartamento Minori “Comunità Il Mulino” di Aquileia
DUEMILAUNO AGENZIA SOCIALE
Società Cooperativa Sociale Impresa Sociale ONLUS
Via Colombara di Vignano n° 3 - 34015 MUGGIA (TRIESTE)
Tel.: 040232331; Fax: 040232444; Web: www.2001agsoc.it
PROGETTO EDUCATIVO STRUTTURA
GRUPPO APPARTAMENTO PER MINORI
“COMUNITÀ IL MULINO” DI AQUILEIA
Via della Stazione N° 8 Aquileia (UD)
Tel.: 043191047; Fax: 0431917308; Cell.: 3356622915; E-mail: [email protected]
n° _______ copia
[
[
] controllata
] non controllata
distribuito a _____________________________ in data ______/______/______
REDAZIONE/VERIFICA
APPROVAZIONE
Responsabile di Struttura/RUO
Responsabile Settore
PER PRESA VISIONE
Edizione 3 del 26/08/2013
Responsabile Qualità
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Progetto Educativo Struttura Gruppo appartamento Minori “Comunità Il Mulino” di Aquileia
CONTESTO
La Comunità fa parte di un complesso di quattro edifici e un vasto terreno di pertinenza,
circondato da aree verdi, che fa parte del comprensorio dell’ ex Mulino Sverzut: una
piccola fattoria a gestione familiare che aveva come attività commerciale principale la
macina di granaglie attraverso un importante mulino elettrico, al quale accedevano molti
contadini da tutta la Bassa Friulana dagli ultimi anni ’30 ai primi ’80 del 900. Oltre a ciò,
come tutte le altre realtà agresti di queste zone, la famiglia gestiva in modo autarchico
altre piccole attività: allevamento dei bachi da seta (i Cavaliers), di animali da cortile, orto e
frutteto. La proprietà era già presente nell’800 come locanda-albergo, in funzione dei
viaggiatori della ferrovia austriaca a scartamento ridotto che conduceva fino a Grado (oggi
pista ciclabile Palmanova-Grado), la cui stazione, ancora oggi in piedi, si trova proprio di
fronte. Il contesto complessivo è la tranquilla cittadina di Aquileia, in provincia di Udine,
con il suo importantissimo patrimonio storico-archeologico di epoca Romana patrimonio
dell’UNESCO, con tutte le sue potenzialità culturali e turistiche. Poco distante si trova la
rinomata località balneare e di svago di Grado, apprezzata in tutta Europa.
ACQUISIZIONE
Nel 1995 le allora separate cooperative sociali “A” Duemilauno servizi socio-educativi e
Agenzia Sociale, acquisirono metà ciascuna l’intera proprietà, iniziando così non solo una
progressiva opera di restauro e di riconversione del complesso ad uso di interesse sociale,
ma anche il processo di collaborazione ed infine fusione delle due cooperative in una
unica, grande realtà del privato sociale regionale, che avvenne nel 2000. Il progetto,
all’epoca era alquanto ambizioso: la cooperazione sociale non solo si limitava a erogare
servizi in appalto ai diversi Enti Pubblici, ma si riproponeva di produrre, attraverso
investimenti sostenuti in gran parte con fondi propri, luoghi, forme di presa in carico,
progetti altamente innovativi, di valore aggiunto e su un territorio diverso da quello abituale
di appartenenza. Oltre a ciò, l’operazione di investimento (riprodotta anche in altre
occasioni e in altri luoghi), avrebbe potuto costituire una base più solida a livello
patrimoniale, per poter operare con più sicurezza e più garanzie le attività tipiche del
privato sociale: storicamente un ambito considerato “povero” e “precario”.
ATTIVITA’
Nei primi 4 anni, gli edifici (non tutti in buono stato) rimasero parzialmente utilizzati; solo la
abitazione principale della famiglia Sverzut (attuale comunità per minori) fu riconvertita in
comunità residenziale per persone con disturbi psichici, attività gestita per conto dell’ ASS
n.5 Bassa Friulana fino al 1999. Contemporaneamente molti progetti si susseguirono per
la ristrutturazione e riconversione dell’area; alcuni decisamente oltre portata dei
proprietari, sia per l’eccessivo investimento necessario, sia per la lontananza delle attività
proposte dall’oggetto sociale che dal loro probabile sviluppo futuro. La cessazione delle
attività con persone della salute mentale, diede di fatto inizio ad un più pragmatico
processo per gradi, investimenti e progetti successivi della riconversione dell’intera area
che durò quasi 10 anni, col massiccio intervento di fondi regionali, da diversi capitoli, leggi,
aree e assessorati. Questo lungo e variegato cantiere ha portato oggi alla presenza nello
stesso antico comprensorio del mulino elettrico di quattro attività adiacenti: il MUSEO
DIDATTICO atelier Vecchio Mulino, nato dal restauro dell’edificio e dei macchinari dedicati
alla macina; LA FORESTERIA i Cavaliers, affittacamere ad uso turistico; LA COMUNITÀ
MADRE-BAMBINO Il Granaio, edificata sulla sede dell’ex capannone dove accedevano i
carri che trasportavano granaglie-farine; ed infine, appunto, IL GRUPPO
APPARTAMENTO per Minori Comunità Il Mulino. Proprio quest’ultimo è stato il primo
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edificio a venir completamente restaurato (consegna nel 2001), alzandolo di un piano, per
l’accoglienza residenziale di utenti da definire secondo un progetto specifico.
PROGETTO COMUNITA’ MINORI IL MULINO.
Il progetto di rilanciare la vecchia comunità per utenti psichiatrici adulti (già abitazione della
famiglia Sverzut di Aquileia), come comunità per minori adolescenti nasce sicuramente dal
maturare, tra le due cooperative ormai fuse insieme, di due esperienze lunghe e
significative di presa in carico sia sul territorio che a livello residenziale di adolescenti
problematici: il Servizio Socio Educativo territoriale (SSSED) in favore di minori con le
Unità Operative Territoriali del Comune di Trieste; la comunità per tossicodipendenti
(convenzionata anche per l’accoglienza di minori del circuito penale) Finisterre, sempre a
Trieste. Da queste due realtà è maturato quanto importante sia disporre di strutture
accoglienti e protettive, per il privato sociale e per i Servizi Pubblici, per attuare brevi
periodi di separazione da famiglie molto problematiche nel corso di progetti educativiriabilitativi di lungo respiro nei confronti e nell’interesse di minori adolescenti già
compromessi da marcati stati di disagio psichico e sociale, ulteriormente aggravati da
abuso di sostanze e azioni criminose. Insomma un luogo protetto, con marcato imprinting
di tipo familiare su numeri limitati, dove sia possibile mettere in gioco e gestire anche
l’affettività, dove i molti disagi in gioco possano esser affrontati in un unico progetto
educativo in continuum con tutte le agenzie territoriali coinvolte. E’ da considerare che nel
giugno del 2002, quando l’attività di accoglienza è effettivamente iniziata con il
trasferimento di quattro adolescenti dalla comunità Finisterre di Trieste, le strutture di
questa tipologia, su tutto il territorio regionale, erano circa la metà di quelle che ci sono
oggi.
PROCESSO DI FONDAZIONE.
Per costituire la comunità vera e propria (progetto educativo, attività, regolamento, équipe,
processi di gestione…) si è scelto di avviare un periodo di tre mesi di formazione
condivisa, tra una decina di soci lavoratori candidati e due figure di riferimentoformazione: Oscar Dionis, psicologo già responsabile del settore minori della nostra
cooperativa e Sergio Serra, già responsabile della comunità terapeutica Finisterre e del
settore dipendenze. Nel corso di due incontri-assemblee settimanali, svolte tutte in loco e
precedute da qualche ora di attività comune di allestimento e sistemazione della struttura,
si sono discussi ed individuati i modelli di riferimento, le modalità operative, le risorse
necessarie e la loro gestione e ogni altro aspetto operativo e organizzativo utile alla
gestione dell’attività. Si è così costruito, ed infine selezionato, un “nucleo costituente” di
operatori (la prima èquipe della comunità) già formato e coeso su un progetto innovativo di
presa in carico residenziale di adolescenti.
MODELLO OPERATIVO
Mutuato direttamente dall’esperienza della comunità Finisterre, opportunamente adattato
alle esigenze e agli stili di vita degli adolescenti, il modello operativo scelto e valutato
efficace, è quello della “comunità educante”. L’accolto, in ogni momento della sua
giornata, non vive separato, ma continuamente stimolato ad interagire, collaborare ed
integrarsi con la comunità di pari con i quali dialoga, si confronta, discute, progetta e
decide della vita comune e della propria. Ogni momento della giornata è regolato da orari
e da attività comuni ed individuali “obbligatorie”, sia di tipo più normalmente “familiare”
(sveglia, colazione, pulizie, pranzo, spese e commissioni, cena, gita…..) che più
propriamente “comunitarie” (assemblea, colloqui di sostegno individuali, attività di
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laboratorio…), che individuali (scuola, sport, borsa di formazione lavoro, visite dei
familiari…). Mandato primario dell’équipe educativa, turnante sulle 24 ore secondo due
turni diurni e uno notturno, è far funzionare al meglio la vita comunitaria secondo le risorse
date e le modalità contenute nel progetto educativo, promuovendo la solidarietà, l’ascolto
reciproco, l’auto aiuto, la qualità nei rapporti umani e nella cura di sé e dell’ambiente.
Aspetto molto importante da considerare in funzione della gestione della vita comunitaria
la conciliazione dei progetti educativi individualizzati (concordati con le famiglie e gli
operatori degli Enti di riferimento) dei minori, con quello complessivo del gruppo di accolti
(che potrebbe a sua volta variare a seconda delle caratteristiche predominanti degli
accolti: maschi-femmine, grandi-piccoli, disagio-normalità…); di modo che da una parte la
comunità non si faccia omologatore delle istanze e dei progetti individuali, e dall’altra che il
gruppo convivente di accolti-educatori, non diventi una somma di individualità e di
esigenze specifiche, perdendo di vista il valore e l’efficacia della coesione solidale nel
percorso collettivo. Altra parola d’ordine, nel progetto della comunità Il Mulino è
l’interazione/integrazione con il territorio, le persone e le sue agenzie, le quali sono e
debbono rimanere elementi e risorse importanti in favore del ragazzo, in continuum tra
prima, durante e dopo il periodo di accoglienza. Ciò anche per garantire un altro aspetto
fondamentale del percorso comunitario, soprattutto verso la sua conclusione che si
auspica sempre il più vicina possibile alla prima accoglienza: l’emancipazione e
l’indipendenza della persona dall’istituto.
IL GRUPPO APPARTAMENTO PER MINORI IL MULINO DI AQUILEIA
Cos’è:
E’ un servizio residenziale rivolto a minori adolescenti che rivelano il bisogno di un
progetto individualizzato, a carattere residenziale, per tutelare il loro sviluppo psicologico e
sociale. Anche attraverso brevi periodi di permanenza nella struttura si realizzano
interventi educativi, riabilitativi ed eventualmente terapeutici, finalizzati al reinserimento del
minore nel suo contesto familiare e sociale. I progetti individualizzati sono formulati sulla
base di un approccio di tipo pedagogico e riabilitativo, fondati sull’ascolto e sull’analisi dei
bisogni, per mettere a disposizione dei minori strumenti ed occasioni per superare le
proprie difficoltà, sperimentare nella quotidianità nuove competenze e favorire la crescita
personale e sociale. Gli interventi tengono inoltre conto di un approccio educativo,
funzionale alla modificazione dei comportamenti problematici legati a disagi profondi,
anche con il supporto psicoterapeutico di personale specializzato.
La gestione:
E’ data dal lavoro di un’équipe di sette educatrici ed educatori esperti e qualificati, presenti
in turnazione sulle 24 ore di ogni giorno dell’anno, coordinata da un responsabile della
comunità. E’ inoltre previsto un apporto di un consulente psicopedagogico (psicologo
psicoterapeuta) che segue individualmente e in gruppo i minori accolti e supporta il gruppo
di lavoro verso scelte ed orientamenti più adeguati alle esigenze degli ospiti. Per la
realizzazione delle attività ricreative, culturali ed espressive specifiche, la comunità si
avvale anche occasionalmente dell’ intervento occasionale di altri operatori nei vari campi
di interesse.
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Opera:
• La prima fase di accoglienza in cui vengono raccolti elementi di informazione dal
minore, dalla famiglia e dai servizi invianti, sulla sua esperienza di vita e sui contesti
familiare e sociale
• La definizione del progetto individualizzato: gli obiettivi a breve, medio e lungo termine,
le strategie e le azioni pedagogico-riabilitative, le attività ed i tempi di verifica dei
risultati. Il programma è condiviso con i servizi di riferimento e viene periodicamente
aggiornato
• Le verifiche a cadenza settimanale con l’équipe, quelle periodiche con i servizi di
riferimento per i progetti educativi in atto
• Attività legate alla vita in comunità: dalla gestione della casa, alla condivisione della
quotidianità ed alla realizzazione delle attività programmate
Offre:
• la condivisione e la gestione dei momenti di vita comunitaria; gestione collettiva della
casa, pulizie-manutenzioni-spese-cura dell’ambiente, svolgimento delle attività comuni
secondo orari-ritmi-modalità prestabiliti, partecipazione alle assemblee settimanali di
organizzazione e discussione di problematiche comuni o individuali.
• Il completamento dei cicli di studio sia obbligatori che facoltativi attraverso
reinserimento e recupero scolastico presso gli istituti del territorio adiacente, mirati alle
esigenze e alle aspettative del minore e della sua famiglia
• la realizzazione di percorsi di formazione e di eventuale avvio al lavoro dopo i 16 anni di
età per quei ragazzi che non intendono, o non possono, proseguire gli studi, anche con
l’utilizzo di borse di formazione/lavoro erogate dagli Enti preposti
• L’accoglienza in esecuzione di provvedimenti penali per quei minori in carico all’ Ufficio
di Servizio Sociale per i Minorenni del Ministero di Giustizia, sia in misura cautelare che
in messa alla prova
• La ricostruzione delle reti relazionali e familiari con l’obiettivo di un eventuale
reinserimento, quando questo sia obiettivamente possibile, presso la famiglia d’origine
• La proposta di attività ricreative, sportive e di animazione culturale rivolte sia al singolo
accolto che all’intero gruppo, collegate alla rete territoriale e/o gestite internamente da
personale specifico. Attività attualmente in essere: laboratorio band musicale,
laboratorio di mosaico/plastico/ricostruzioni storiche, laboratorio artigianale di
taglio/cucito, attività di ono-didattica, lab multimediale, calcio-basket-bodybulding.
• Il supporto psicoterapeutico individualizzato con l’apporto settimanale di una psicologa
abilitata, per quei minori in situazioni di particolare disagio/sofferenza, ciò in accordocollaborazione-sinergia con gli Enti preposti e competenti sulla tutela e la presa in
carico terapeutica
• L’accompagnamento ed il sostegno nell’ultima fase di dimissioni e reinserimento degli
accolti, nell’ambito della programmazione condivisa con i servizi invianti.
Accoglie:
• Minori provenienti da famiglie in temporanea difficoltà o affidati dall’autorità giudiziaria
ai Servizi Sociali degli Enti affidatari
• Minori che vivono in situazioni di disagio, marginalità, devianza anche in conseguenza
all’abuso di sostanze psicotrope o disagi di ordine psichico
• Minori portatori di disabilità lievi, quando non si rilevi la necessità di assistenza
sanitaria specifica
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•
Minori sottoposti a provvedimenti giudiziari di carattere penale, in carico ai Servizi
Sociali
Impegno sulla qualità:
Il Mulino risponde pienamente a tutti gli standard di qualità previsti per l’autorizzazione al
funzionamento in base alla Legge Regionale FVG n° 33/1998, con particolare riferimento
al DPGR FVG n° 083/Pres dd. 14/02/1990 “Regolamento strutture residenziali finalità
assistenziali”.
Inoltre la Comunità forma parte dei servizi certificati in base alla norma UNI ISO
9001:2008 per la progettazione realizzazione di servizi socio-educativi e socioassistenziali residenziali, semiresidenziali, domiciliari e territoriali a favore dell'infanzia e di
minori e opera nel rispetto delle prescrizioni delle norme tecniche di settore di cui alla
Norma 10928:2001 relativa ai Servizi residenziali per minori.
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