Lettera C - Viaggiare i Balcani

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Lettera C - Viaggiare i Balcani
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confine < linea costituita naturalmente o artificialmente a delimitare l’estensione
di un territorio o di una proprietà, o la sovranità di uno stato. es.  1. Passau, “Il
confine si è trasformato in un tragitto che potrebbe essere quello per andare a comprare
il pane, la dogana è stata riassimilata e riassorbita da un distributore di benzina. Dove
prima le macchine si fermavano e il poliziotto controllava i documenti, ora le macchine
si fermano e fanno il pieno. Il piazzale è grande, ampio parcheggio con camion, tettoia
verde BP, otto pompe, casetta con una cassa e negozio, casse per pagamento dell’auto
“drive in”, tettoia grigia che copre cassonetti delle immondizie e casse della birra. Questa
è l’ultima struttura rimasta del vecchio punto di blocco, un monumento di archeologia
transfrontaliera che protegge dalla pioggia immondizie e scatoloni.”  2. Wolfsthal,
“Nelle strade di questo angolo d’Austria iniziano a comparire cartelli in doppia lingua,
pubblicità in slovacco, automobili nuove e dalla grossa cilindrata targate SK. E’ sera e
nella quotidianità del luogo è l’ora del rientro per chi lavora in Austria, vive in Repubblica Slovacca e grazie agli stipendi austriaci può permettersi un’AUDI A6. Pochi
chilometri a valle di Wolfsthal il fiume diventa per la prima volta confine dell’Est,
linea liquida che separa l’Europa dell’EURO con l’Europa a venire.”  2. Bac, “Un
Mitsubishi Pajero dello polizia è fermo in mezzo alla strada e ci fa segno di accostare.
Si tratta della polizia di frontiera che da tre anni deve controllare la zona e il nuovo collegamento fra Bac e Vukovar. Alcune delle fattorie viste da poco sono infatti di padroni
croati come qualche raro legame famigliare è ancora intessuto fra una riva e un’altra.
Con il nuovo traghetto e permesso si è facilitato il transito di persone e mezzi agricoli.
Ci facciamo così accompagnare all’attracco e a quella baracca del doganiere vista tre
giorni prima dalla sponda opposta. La linea di alberi si apre su una rampa in cemento
che scende all’acqua, sul fianco un modulo prefabbricato della polizia, di fronte il
profilo della riva croata. Dietro la sagoma della Velika Ada una striscia in controluce è
Vukovar, la torre dell’acqua, la chiesa sulla collina, l’albergo Danubius, le vecchie mura,
i blocchi residenziali, il porto. Una barca rumena scivola verso nord e l’acqua tace. A
parlare è questo sguardo controluce, questa distanza piana e liquida.”  4. Kladovo,
“ Scesi a riva i resti in muratura e pietra di un basamento salgono dall’acqua di uno
stagno chiusoda un argine di protezione. Oltre è un Danubio azzurrissimo bordato
dalla sagoma dei palazzi delle ciminiere di Turnu Severin. E’ uno skyline che ha mutato forma e un fiume che ha cambiato assetto ma la distanza fra il qui e il lì è la stessa
che più di mille anni fa Traiano elaborava edificando il mitico ponte. Il Limes e il suo
superamento sono storicamente cambiati di significato ma nelle Porte di Ferro questi
brandelli di ponte sono l’ennesimo tassello di un territorio che continua a rappresentarsi
fra un di qua e un di là. Da un lato i campeggi e gli alberghi svuotati dalle scolaresche
in colonia di vent’anni fa, nel mezzo un duty free serbo dove famiglie bulgare accorrono
a comperare detersivi, dall’altra una riva di pensioni in cantiere con in vista il simbolo
della Comunità Europea quale ente patrocinante.”
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conflitto < contesa rimessa alla sorte delle armi, della diplomazia, di sanzioni. es.
 1. Gabcikovo, “Si tratta del primo tratto del sistema idraulico energetico delle chiuse
di Gabcikovo, teatro del paesaggio danubiano dell’energia, dell’equilibrio ambientale,
del confine e del conflitto. In questi canali, turbine e terreni umidi si sono scritte le
pagine delle politiche energetiche transfrontaliere del blocco sovietico e una volta voltata
la pagina della cortina di ferro quella dei conflitti fra le giovani repubbliche liberali ungherese e (ceco) slovacca nella gestione del territorio confinante e dello sfruttamento di un
fiume comune visto nello stesso tempo come strutturalmente proprio.”  2. Novi Sad,
“ A prua una gomena è assicurata ad una bitta a riva, un’altra ad un tondino di ferro
che esce da un troncone di cemento in acqua. E’ ciò che resta del ponte vecchio Slobode
Most, uno dei tre ponti bombardati durante i raid della Nato del ‘99. Gli altri piloni
si ripetono nel fiume fino a portare lo sguardo sulla fortezza di Petrovaradin che osserva
la città ancorata sul suo zoccolo di roccia. Poche decine di metri a sinistra della barca
una rampa in acciaio e cemento scende al fiume per fermarsi nel mezzo di una lunga
chiatta arrugginita. Ai bordi sono appoggiate ringhiere e piastre in acciaio che componevano il ponte di barche allestito dopo i bombardamenti. Nell’incavo della chiatta si è
accumulata l’acqua piovana ed è cresciuto un canneto spontaneo che fa un tutt’uno con
le paratie, gli argani e i cavi ormai abbandonati.”  3. Vukovar, “ Al termine della
strada retta che porta da Osijek un segnale giallo e nero ed un nuovo cartello pubblicitario per il turismo in Croazia annunciano un nome che imbarazza e zittisce. Vukovar
inizia con piccole case filo strada, tetti nuovi, tetti in rovina, muri intonacati da poco,
mattoni in vista, fori di proiettile o granata, striscia di erba fra strada e case, un Lidl,
una fabbrica bombardata, ciminiere equilibriste, sole e luce del primo pomeriggio. Il
centro storico accosta fregi barocchi a sfregi di guerra, monumenti alla rovina - come la
torre dell’acqua- e monumenti alla turboricostruzione. - come la chiesa francescana -. Il
lungo fiume è popolato, coppie di anziani, persone con cane al guinzaglio, quattro amici
sui trent’anni con cellulare fotografico, una corriera di turisti croati.”  4. Partizani, “Il
traghetto della Navrom ha appena lasciato la fermata di Partizani e proprio qui, fino
a tre anni fa giaceva ancora il relitto della Rostock, nave mercantile ucraina affondata
quindici anni prima. E’ l’ennesima imputata nel processo alla crisi del fiume e nel contesto di conflitto freddo fra l’asse ucraino russo e la Romania” disp. A [CENTRALE
-Gabcikovo-, MACERIE -Novi Sad, Osijek, Vukovar, Belgrado-, MONUMENTO
-Batina, Porte di Ferro-, RELITTO -Partizani- ]