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Convegno di Studio: “Le biomasse agricole e forestali nello scenario energetico nazionale” Progetto Fuoco 2004, Verona (18-19 marzo 2004) Torna all’indice LA PEZZATURA DEL CIPPATO: CIPPATRICI A CONFRONTO Spinelli R*., Hartsough B.**, Magagnotti N.*** * CNR-Ivalsa, **BAE Dept., UC Davis, ***Libero professionista Riassunto Gli Autori hanno testato la consistenza dimensionale del cippato prodotto da 9 cippatrici attualmente in commercio in Italia. Le macchine sono state alimentate con fusti sramati di pioppo, strobo, robinia e castagno. Nel complesso Tutte le cippatrici provate hanno fornito campioni di cippato con virtuale assenza di particelle sovradimensionate (> 100mm, 100-63 mm), bassissima percentuale di particelle sottomisura (dallo 0.5 all’1% in peso) e una percentuale molto elevata (dal 95 al 99 % in peso) di particelle all’interno della classe dimensionale di riferimento ( 45-3 mm). Resta ancora da verificare se queste prestazioni si possono ottenere anche con piante intere e ramaglie. 1. INTRODUZIONE La qualità del cippato ha un’enorme importanza ai fini commerciali, perché determina la resa energetica del prodotto, la sua conservabilita’ e il tipo di impianto in grado di utilizzarlo. La maggiore o minore “bontà” di una partita di cippato e’ definita dal suo contenuto di umidita’, dalla specie legnosa prevalente e dalla pezzatura delle scaglie. In particolare, la presenza di scaglie eccessivamente grosse puo’ creare problemi meccanici di alimentazione, soprattutto in impianti di piccole e medie dimensioni, che sono quelli capaci di offrire il prezzo migliore. La frazione polverulenta invece e’ indesiderata perche’ rende insalubre l’ambiente in cui il cippato e’ immagazzinato e movimentato, tende a perdersi nelle movimentazioni, e in caldaia genera faville volanti ed aumenta le emissioni di polveri al camino. Oltre che dalle caratteristiche del legno impiegato, la pezzatura del cippato dipende in maniera rilevante proprio dal tipo di macchina impiegata e dal modo in cui questa e’ stata regolata: la granulometria del cippato prodotto da una determinata macchina e’ percio’ il miglior indicatore della qualita’ del lavoro che questa e’ in grado di effettuare. Al momento sappiamo ancora molto poco circa la qualita’ del cippato ottenibile con le cippatrici mobili attualmente in commercio: la maggior parte degli studi effettuati finora ha riguardato la produttività e il costo della cippatura, e le caratteristiche qualitative del cippato prodotto sono state riportate al massimo come informazione accessoria. Questo studio vuole fornire un primo contributo organico alle conoscenze in materia, presentando i risultati di una ricerca specifica condotta su 9 cippatrici mobili in commercio, attualmente disponibili sul mercato italiano. 1 Convegno di Studio: “Le biomasse agricole e forestali nello scenario energetico nazionale” Progetto Fuoco 2004, Verona (18-19 marzo 2004) 2. LE PROVE Le prove sono state eseguite nel Settembre 2003. La tabella in figura 1 mostra le macchine provate e le loro principali caratteristiche: complessivamente, le 9 macchine testate coprono una gamma molto vasta, sia in termini di potenza che di tecnologia, dato che sono stati inclusi nella prova tutti i principali dispositivi di cippatura: tamburo, disco e vite senza fine. Le macchine sono state tutte messe in funzione sotto il controllo dei rispettivi rivenditori: questo ha consentito di ridurre moltissimo l’effetto di eventuali differenze nell’abilita’ dell’operatore, dal momento che i rivenditori dovrebbero essere tutti particolarmente esperti nell’impiego delle attrezzature che promuovono. Tutte le macchine sono state alimentate con tronchi sramati e sezionati, forniti in lunghezze variabili tra i 2.4 ed i 6 metri. Tutti i tronchi avevano un contenuto di umidita’ compreso tra il 33 e il 37% su base fresca. Il diametro dei tronchi e la specie hanno introdotto una certa variabilita’ nelle prove. Il diametro del tronco ovviamente ha dovuto essere compatibile con la capacita’ della cippatrice: secondo le richieste dei costruttori, le macchine piu’ grandi sono state alimentate con tronchi di grosse dimensioni, mentre quelle meno potenti hanno ricevuto materiale con un diametro sensibilmente minore. Tuttavia, dal momento che ogni macchina e’ stata alimentata con tronchi di dimensioni considerate le piu’ adatte dal rispettivo costruttore, e’ possibile affermare che tutte hanno trattato materiale della medesima dimensione relativa: quella ideale. Figura 1 – Caratteristiche delle macchine studiate Casa produttrice Laimet Jenz Mus-Max Pezzolato Eschlboeck Farmi Farmi Linddana Junkkari Modello Tipologia HP-21 HEM 560 d Terminator 9 PTH 1000 Biber 7 CH 260 CH 160 TP 270 HJ 260 g A vite Tamburo Tamburo Tamburo Tamburo Disco Disco Disco Disco N° coltelli / 10 12 4 8 2 2 3 2 Angolo della bocca di alimentazione 90 90 90 90 90 45 45 45 90 Potenza Kw 118 331 309 309 96 96 81 103 103 Motore PTO indipendente indipendente indipendente PTO PTO PTO PTO PTO Per quanto riguarda la specie legnosa, tutte le cippatrici hanno ricevuto una quota di pioppo e di pino strobo, che in genere era prevalente. Qualcuna pero’ ha lavorato soprattutto castagno, faggio e robinia. Pertanto, la specie legnosa ha introdotto una variabile indesiderata nell’esperimento, il cui effetto e’ stato controllato e minimizzato durante l’elaborazione statistica dei dati. Prima dell’inizio delle prove, è stato chiesto ai tecnici addetti di calibrare le macchine in modo da produrre il miglior cippato possibile in termini di regolarita’ della pezzatura. In particolare, si e’chiesto di produrre cippato fine, adatto all’utilizzo in impianti di teleriscaldamento medio-piccoli – quelli piu’ esigenti in termini di qualita’. 2 Convegno di Studio: “Le biomasse agricole e forestali nello scenario energetico nazionale” Progetto Fuoco 2004, Verona (18-19 marzo 2004) 3. MATERIALI E METODI In totale sono stati raccolti 162 campioni di circa 500 g ciascuno, che sono stati portati in laboratorio e immagazzinati in una stanza ventilata per ridurne il contenuto in umidita’: questo ha reso la vagliatura piu’ semplice, evitando la conglomerazione delle particelle piu’ fini. Pochi giorni dopo, tutti i campioni sono stati vagliati utilizzando vagli di 5 diverse misure, in base alle indicazioni contenute nella bozza di normativa recentemente elaborata dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI, 2003). Questo standard provvisorio riflette il lavoro condotto a livello europeo da varie organizzazioni nazionali con lo scopo di produrre una normativa comune da impiegarsi nella classificazione merceologica dei biocombustibili solidi. Le scaglie pertanto sono state separate in 6 classi dimensionali: > 100 mm, 100-63 mm, 63-45 mm, 45-16 mm, 16-3 mm e < 3 mm. Le frazioni passate attraverso i rispettivi vagli sono state pesate con una bilancia di precisione. I risultati sono stati organizzati in un foglio di lavoro e analizzati statisticamente utilizzando il software di statistica avanzata Statview. L’elaborazione e’ consistita essenzialmente in un’analisi della varianza, condotta con diverse tecniche, tra cui quelle di Fischer , di Games-Howell e di Scheffe. Le determinazione del contenuto di umidita’ e’ stata condotta su 12 campioni, messi in sacchetti in plastica sigillati, portati in laboratorio e sottoposti a doppia pesata: a campione fresco e dopo essiccazione in stufa ventilata per 48 ore. 4. RISULTATI E CONCLUSIONI I risultati complessivi sono riportati in figura 2. Figura 2 – Distribuzione dimensionale del cippato prodotto durante le prove 100% 80% 60% 40% <3 16-3 20% 45-16 63-45 100-63 3 Pe zz ola to > 100 Es ch lbo ec k Lin da na Ju nk ka ri M us -M ax Fa rm i1 60 Fa rm i2 60 Je nz La im et 0% Convegno di Studio: “Le biomasse agricole e forestali nello scenario energetico nazionale” Progetto Fuoco 2004, Verona (18-19 marzo 2004) Tutte le cippatrici provate hanno fornito campioni di cippato con: • • • virtuale assenza di particelle sovradimensionate (> 100mm, 100-63 mm); bassissima percentuale di particelle sottomisura (dallo 0.5 all’1% in peso) ad eccezione della Jenz; una percentuale molto elevata (dal 95 al 99 % in peso) di particelle all’interno della classe dimensionale di riferimento ( 45-3 mm). Esistono differenze statisticamente significative tra macchine e tipologie di macchine che non sono state influenzate da possibili variazioni della specie legnosa utilizzata. La cippatrice a vite e’ risultata essere la macchina che offre le scaglie piu’ grosse e piu’ omogenee. Il cippato prodotto da questa macchina e’ molto regolare e asolutamente privo di particelle sottomisura, ma potrebbe rivelarsi troppo grande per alcuni impianti di conversione. Nel complesso, le cippatrici a tamburo producono cippato di dimensioni maggiori rispetto a quelle a disco, e la differenza risulta essere statisticamente significativa. La specie legnosa puo’ influenzare le dimensioni delle scaglie prodotte, almeno per quanto riguarda la robinia: il cippato ottenuto da questa specie contiene una proporzione significativamente piu’ alta di particelle di piccole dimensioni, indipendentemente dal tipo di cippatrice. In ogni caso, tutte le cippatrici producono un miscela di cippato di piccole e medie dimensioni: la dominanza di una singola classe e’ molto difficile da ottenere, anche quando il cippato e’ prodotto a partire da materiale regolare ed omogeneo, come i tronchi sramati. Ulteriori studi sono necessari per determinare l’effetto di diverse materie prime - ad esempio piante intere o ramaglie - sulla qualita’ del cippato. 4