La ricerca della verità
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La ricerca della verità
Castellinaria sabato 23 novembre 2013 26 Presentato ieri lo svizzero ‘Halb so Wild’, girato in Valle Onsernone IL PALMARÈS 2013 Concorso 6/15 La ricerca della verità CASTELLO D’ORO LILET di Jacco Groen, Olanda/Gran Bretagna 2012 CASTELLO D’ARGENTO MOTHER, I LOVE YOU di Janis Nord, Lettonia 2013 Cinque giovani, una casa nel bosco, una vacanza in cui dire la verità. E i suoi imprevisti. Un film piccolo ma interessante, lo scopriamo con il suo autore. CASTELLO DI BRONZO IL RAZZO di Kim Mordaunt, Australia/Laos/Thailandia 2013 PREMIO ASPI LILET di Jacco Groen, Olanda/Gran Bretagna 2012 Offerto da Aspi (Fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia) di Claudio Lo Russo Quando ha deciso di fare il film aveva in tasca 30mila franchi, spicciolo più spicciolo meno. Come dire il 2% del budget di un film medio, anche in Ticino. In testa, però, aveva una storia, cinque personaggi e il luogo in cui farli vivere. Così è partito per Berlino, perché là «ci sono tanti attori e pochi progetti per impiegarli tutti». Ha messo un annuncio su internet, ricevuto 300 candidature, fatto un casting e trovato i volti che cercava: Fine, Babs, Mara e David. Jonas, invece, lo ha trovato a una festa. Poi li ha portati tutti in Valle Onsernone per un mese, nei monti di Isorno. E ha fatto il film. Sarà la sua storia, ma Jeshua Dreyfus ha un entusiasmo contagioso. Nato nel 1985 a Brienz, fra le Alpi bernesi, al cinema ci è arrivato da autodidatta, per passione, mentre studiava filosofia ed economia. Ma nel suo sguardo ci sono decisione, precisione, capacità di osservare e di raccontare. Lo dimostra il suo ‘Halb so Wild’, presentato ieri a Castellinaria, dalla prossima settimana anche nelle sale ticinesi. PREMIO MINICASTELLINARIA SATELLITE BOY di Catriona McKenzie, Australia 2012 PREMIO CASTELLINARIA ‘FUORI LE MURA’ SATELLITE BOY di Catriona McKenzie, Australia 2012 MENZIONE CASTELLINARIA ‘FUORI LE MURA’ IL RAZZO di Kim Mordaunt, Australia/Laos/Thailandia 2013 Concorso 16/20 PREMIO TRE CASTELLI NEMICO DI CLASSE di Rok Biček, Slovenia 2013 PREMIO AMBIENTE E SALUTE DRAUSSEN IST SOMMER di Friederike Jehn, Germania/Svizzera 2012 PREMIO UTOPIA HALB SO WILD di Jeshua Dreyfus, Svizzera 2013 Altri premi PREMIO DEL PUBBLICO LA SQUADRA di Stefano Ferrari, Svizzera 2013 Isolati dal mondo Ci sono la cinica e il sensibile, la romantica, il passionale e la strana. Cinque caratteri, ben delineati, per altrettanti giovani che passano una vacanza in una valle isolata. Qui, il cerchio della verità proposto da una di loro (l’obbligo cioè di dire la verità), scatena velocemente dinamiche di gruppo imprevedibili, durante le quali emergono non detti e paure che rischiano di destabilizzarli. Il risultato è un film piccolo ma interessante, ben scritto e ben diretto da Dreyfus negli scenari splendidi della Valle Onsernone. Lontano da tutto A Bellinzona abbiamo incontrato il regista e Anna von Haebler, che interpreta Fine. Mamma tedesca e papà italiano, 26 anni, Anna rivela una dolcezza molto lontana dal sarcasmo del suo personaggio. Quando ha letto la sceneggiatura, che cosa l’ha colpita? «Il fatto che vengono raccontati i problemi di cinque giovani, possono anche apparire banali ma in realtà non è così. Sono cose che possono rovinare tutto o aprire un mondo che non si conosce. Cose che non si vedono o non si sentono subito, però ci sono sempre, a fondo». Dreyfus tiene a ricordare che in Ticino ha trovato l’aiuto di Pro Onsernone, del Comune di Isorno e delle Edizioni Le Ricerche. Per il resto ha proceduto da solo: «Avevo solo l’idea di fare il film. Cercare altri sostegni avrebbe richiesto troppo tempo, soprattutto per me che non arrivo da una scuola di cinema». La location l’ha scelta di conseguenza: la cascina nel bosco è del suo padrino. In- Cani, bambini e corti oggi all’Espocentro Boule e Bill Castellinaria arriva oggi alla sua ultima giornata. Si parte alle 10, all’Espocentro, con la proiezione de ‘Il mio amico gigante’, film d’animazione di John Hambley (GB, 1990, in italiano). Alle 14 si potrà vedere ‘Boule e Bill’ di Alexandre Charlot, Franck Magnier (Belgio/Lussemburgo/Francia, 2013, v. o. con overvoice italiana). Il film racconta l’incontro e l’amicizia fra un ragazzino dai capelli rossi e un cocker che viveva in un canile. Dalle 16.15 spazio ai cortometraggi di ‘Tagliacorto’, a cura della Chiude ‘Zoran’ con Teco Celio Questa sera, a partire dalle 20.30, Castellinaria saluterà il pubblico con la cerimonia di premiazione. Naturalmente presieduta da Gino Buscaglia e dal direttore Giancarlo Zappoli, e presentata da Moira Bubola. A seguire verrà presentato ‘Zoran, il mio cugino scemo’, successo inaspettato di Matteo Oleotto, con Giuseppe Battiston e Teco Celio. Presenti in sala e dopo la proiezione nell’incontro con il pubblico, il regista e Teco Celio, attore ticinese da anni popolare anche in Italia. ‘Zoran, il mio nipote scemo’ Scuola per Sportivi d’Elite di Tenero. Da tutto il Ticino un programma di film brevi e giovani in cui vengono trattati temi come il razzismo, la violenza e l’integrazione. Oggi si potranno vedere anche i cortometraggi realizzati dai ragazzi che hanno seguito gli atelier di Castellinaria, tenuti dall’associazione Rec. Dopo aver scritto nei mesi scorsi a scuola i loro film, i ragazzi in questi giorni li hanno girati, interpretati e montati. E oggi li mostrano a tutti. fatti «il primo motivo era che avevo un forte legame con quel posto, ci ho sempre passato le mie vacanze. Volevo poi un luogo molto selvaggio, in cui non si potesse arrivare in auto e il gruppo fosse completamente isolato». Soddisfatto? «È stato l’ideale per il gruppo, tutto è accaduto nel modo migliore, il lavoro è diventato sempre più intenso». E si vede. Alla fine, trovato un distributore, il film è costato 140mila franchi. Un’inezia, al cinema. Ma non quando ci sono le idee. L’ALTRO CINEMA di Michele Dell’Ambrogio Di festival e di rassegne Si susseguono le cronache dai festival cinematografici. Finita la festa di Roma, che il funambolesco Marco Müller ha battezzato con il neologismo “festaval”, in Italia si aspetta Torino, appuntamento che si vuole più blasonato di quello romano. Da noi sta giungendo al termine Castellinaria, dove come sempre, accanto ai film per ragazzi, si sono potute vedere in prima visione svizzera alcune chicche provenienti dai festival maggiori (Kore-Eda, Farhadi, Gaglianone…) e un bel pacchetto di interessanti film di giovani registi. A Ginevra, appena spenta l’eco del Festival Tous Écrans (che tra l’altro ha premiato anche il cortometraggio ‘17 anni’ del giovane ticinese Filippo Demarchi), è in pieno svolgimento Filmar, dedicato alla produzione latinoamericana. Fare l’elenco dettagliato dei festival cinematografici che si svolgono sul territorio elvetico rischia di prendere molto spazio. Fra i “generalisti”, rimane evidentemente sempre in testa Locarno, che ogni tanto teme di sentire sul collo il fiato dell’ancor giovane Zurigo. Poi segue la lunga lista di quelli “specialistici”: Soletta per il cinema svizzero, Nyon per il documentario, Winterthur per il cortometraggio, Neuchâtel per il fantastico, Baden per l’animazione, Friborgo per il cinema dal mondo, Losanna per l’underground e il cinema africa- no, Bellinzona e Zurigo per il cinema giovane, Les Diablerets e Lugano per il cinema di montagna, Bienne per i film francofoni… Solo a Ginevra, dove la febbre festivaliera sembra inarrestabile, non bastano le dita di una mano per contarli tutti: oltre ai due sopracitati, bisogna annoverare il Blackmovie (più o meno con gli stessi obiettivi di Friborgo), il Fifdh (sui diritti umani), il Fifog (sul cinema orientale) e il Gijff (sul cinema ebraico). Poi, sparsi su tutto il territorio della Confederazione, ce ne sono altri più modesti, che non sbandierano l’aggettivo “internazionale” nella loro sigla. E la situazione è simile nella maggior parte dei Paesi del mondo. In tempi in cui l’affluenza nelle sale è in drastico e tragico calo, sembra proprio che i festival siano diventati l’ultima spiaggia per il cinema d’autore, dove si possono ancora vedere code di spettatori bramosi di divorare film nel rito collettivo della proiezione pubblica. Ma solo a pochi è concesso di fare il giro dei festival per ammirare quel che le sale non mostrano. Al comune appassionato di cinema rimane solo il consumo casalingo. Oppure potrebbero supplire le iniziative dei cineclub, che fanno del loro meglio per colmare i vuoti ormai cronici della programmazione commerciale, organizzando rassegne su rassegne,(...) Segue a pagina 35